Post on 14-Dec-2014
Il bimestrale tedesco Crescendo,
a tutt’oggi una delle riviste musi-
cali più serie e interessanti del set-
tore, viene diffuso a titolo gratui-
to attraverso i punti sensibili
(scuole, conservatori di musica,
enti e sale da concerto) di cui è
ricca la patria di Goethe e Schil-
ler. La tiratura la dice lunga: me-
diamente 85mila esemplari a col-
po. L’editore di Crescendo è Win-
fried Hanuschik del Port Media
Verlag GmbH di Monaco di Ba-
viera, il direttore editoriale è
Hans-Jürgen Kuntze, quello re-
sponsabile, invece, che oltralpe
ha il nome di Chefredakteur, è
Robert Kittel. Il bimestrale, molto
elegante, molto informato, 84 pa-
gine di carta lucida patinata, for-
nisce notizie spesso gustose che
riguardano il mondo – talora ab-
bastanza glamourous – della mu-
sica e i suoi retroscena: l’ultima,
da noi letta sul portale internet
della rivista (molto bello, l’indi-
rizzo è http://www.crescendo.de/)
riguarda un viticoltore sudafrica-
no, il quale avrebbe letteralmente
immerso in un bagno di musica
barocca, ventiquattr’ore al giorno,
la propria vigna. Per ottenere vino
più abbondante e qualitativamen-
te migliore. Notizie che in Italia
non filtrano, dato che i critici mu-
sicali del Belpaese sono troppo
seri e ingessati nel loro improba-
bile ruolo per poter dar credito a
notiziole come questa (e difatti le
riviste italiane del settore, non di-
versamente da quelle francesi, so-
no generalmente meno curiose e
informate di quelle tedesche).
Il bimestrale nasce da una costola
– da uno spin-off, come oggi si di-
ce nel gergo degli economisti –
del mensile Oper und Konzert ed
esiste, col suo nuovo nome, dal
1998. Come può finanziarsi e pro-
sperare una rivista che al suo in-
terno ha pochissima pubblicità?
La risposta è: grazie alle copie
vendute e agli abbonamenti, in
crescita vertiginosa. È la prova
che la qualità, a dispetto di tutte le
lamentele che si odono sulla mor-
te della carta stampata, alla fine
paga. Fanno questo bel bimestrale
non solo i redattori, ma anche i
musicisti, il cui palcoscenico è qui
solo virtuale. Non manca l’imper-
dibile rubrica di recensioni disco-
grafiche, e a ogni mese di aprile a
Crescendo è allegato la Festspiel-guide, un supplemento interamen-
te dedicato ai Festival musicali te-
deschi ed europei che esiste da 14
anni a questa parte. Nella rubrica
«Ouvertüre» si intervista ogni
volta un personaggio diverso; la
«Playlist» ci svela che cosa ascol-
tano, al momento, taluni fra gli in-
terpreti di maggior successo; la
rubrica «Künstler» è ogni volta
dedicata a un musicista diverso.
Nel quarto numero di quest’anno
Uwe Schneider dedica un ricordo
all’indimenticato soprano inglese
Kathleen Ferrier, di cui quest’an-
no ricorre il centenario della na-
scita (p. 8); Martin Morgenstern –
il musicologo di Dresda autore,
appena trentenne, di un singolare
saggio sull’influsso che il ritmo
musicale ha sulla fisiologia del-
l’organismo – si occupa del clavi-
cembalista Andreas Staier (pp. 12-
13); Anna Novák dell’ensemble
vocale Singer Pur (pp. 14-15); To-
bias Haberl della violinista Vilde
Frang (pp. 16-17). V’è anche una
rubrica consacrata agli addii, ai
musicisti che ci hanno lasciato.
Fra questi è l’indimenticato Die-
trich Fischer-Dieskau, indubbia-
mente il più grande interprete
schubertiano mai esistito (Cre-scendo, numero cit., p. 20).
Questa rivista è per gli appassio-
nati del genere come la manna
nel deserto. Ottima per sopravvi-
vere in un mondo sempre più de-
musificato. Scopo della rivista è
quello di «raggiungere un pubbli-
co così di professionisti come pu-
re di semplici appassionati», di
essere «seri senza risultare noio-
si», di andare alla ricerca di temi
sempre nuovi da investigare e da
dibattere (schaffen und beleuch-ten). Il 92% dei lettori è entusia-
sta e definisce pregevole (hoch-wertig) il prodotto. Il lettore me-
dio di Crescendo ha una cultura
più che discreta (il 70% dei letto-
ri è laureato). Un dato che la dice
lunga su tutti gli altri: il 45% dei
lettori di Crescendo suona uno
strumento musicale. Si potrebbe
affermare lo stesso dei lettori dei
mensili musicali di casa nostra?
Passiamo al numero in edicola, la
cui copertina titola: 200 Jahre Ver-di & Wagner, e poi: «alles über
RIVISTE & RIVISTE
Un crescendo di musica & di stile
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das große Jubiläum 2013», tutto
ciò che il lettore vorrà sapere sul
bicentenario. Il volto dei due gran-
di occupa l’intera cover page. Non
si può fare a meno di notare due
particolari: Wagner, è vero, vi oc-
cupa uno spazio leggermente ec-
centrico e di pochissimo defilato
rispetto a Verdi; ma a questi è ri-
servato l’onore del primo piano:
Verdi è di pochissimo arretrato, lo
mette appena in ombra la spalla
dell’autore di Lohengrin. Che Ba-
renboim abbia aperto la stagione
scaligera con il Lohengrin ci pare,
in tempi di ritrovata egemonia teu-
tonica in Europa, un atto di cultu-
rale signorilità e non, come a cer-
tuni è parso, di vile sudditanza.
Specie da parte di un Paese che, da
due secoli in qua, fa del piccoletto
di Roncole il suo santo patrono.
La Bayerische Staatsoper di Mo-
naco apre la sua stagione con Ri-goletto. In Germania non v’è tem-
po per le polemiche, a contare è la
musica. Evviva Crescendo.
Si parla spesso di italiani illustri
all’estero, di cervelli in fuga, del
prestigio italiano sprecato, non
adeguatamene valorizzato. Un
esempio dei tanti, dei quali si par-
la, qui in Italia, meno di quanto si
dovrebbe, è quello del bravo gior-
nalista Giovanni di Lorenzo, nato
a Stoccolma, cresciuto in Italia,
dove ha frequentato la Deutsche
Schule a Roma. Trasferitosi in
Germania, a Hannover, a soli 11
anni, laureatosi poi con una tesi
sui network mediatici di Silvio
Berlusconi e divenuto prima ca-
poredattore del quotidiano berli-
nese Der Tagesspiegel, è stato in-
fine chiamato a dirigere il presti-
gioso settimanale tedesco DieZeit, la cui sede è nella fredda, an-
seatica, ricca Amburgo. Di Loren-
zo è autore, fra l’altro, del saggio
Auch unsere Generation hat Wer-te. Aber welche? (Stiftung Bunde-
spräsident-Theodor-Heuss-Haus,
Stuttgart 2009), nel quale l’autore
opta per il kantismo mediatico,
quello di un «consenso universa-
le» (Weltkonsens) e di una «validi-
tà internazionale e metastorica»
(internationale und überzeitlicheGültigkeit) in grado di rimettere in
auge i valori fondanti di una so-
cietà oggi in crisi acuta. Corri-
spondente da Roma per il settima-
nale che Di Lorenzo dirige, DieZeit, è Birgit Schönau, la quale
collabora anche al mensile di po-
litica e cultura estere Internazio-nale ed è (giustamente) persuasa
che «nel circo dell’Italia di oggi
l’idea di repubblica sia stata sosti-
tuita dal reality della democrazia
dell’intrattenimento». La Schönau
ha licenziato alle stampe un ap-
passionato pamphlet sulla vacuità
dell’Italia odierna il cui titolo è
Circus Italia, Aus dem Inneren derUnterhaltungsdemokratie (Berlin
Verlag, Berlin 2011) che varrebbe
la pena di tradurre in italiano e di
far leggere a una buona metà dei
nostri connazionali.
Al settimanale è allegato il sup-
plemento Zeit Magazin, diretto
da Christoph Amend, l’unico
stampato con i caratteri Gara-
mond, per il resto pochissimo
usati, la cui tiratura si attesta at-
tualmente sulle 500mila unità. Il
columnist Harald Martenstein,
con la sua rubrica, è l’autore di
punta della rivista. Il numero del
25 ottobre scorso, 54 pagine di
carta lucida patinata, era dedicato
a temi di bruciante attualità: un
servizio di Heike Faller, in forma
di diario, sui tentativi che un pe-
dofilo in genere compie per gua-
rire, per affrancarsi dalla propria
schiavitù morale e sociale («Der
Getriebene», Zeit Magazin, n. 40,
25 ott. 2012, pp. 14-20); uno sul-
l’artista londinese David Hock-
ney a firma Moritz von Uslar (pp.
24-30); uno redazionale sull’arte
e lo Zeitgeist artistico del 1913,
diviso tra i quadri di Picasso e i
romanzi di Mann e Schnitzler.
Mentre i supplementi italiani,
tutti, senza eccezione, sono con-
cepiti all’insegna della moda, del
fashion come ormai tutti lo chia-
mano, e della vuota chiacchiera,
Zeit Magazin, la cui redazione è a
Berlino, è l’esempio di un foglio
intelligente, vivace, politicamen-
te bipartisan. I suoi punti di for-
za sono la cultura, il dibattito, lo
scavo psicologico e sociale. Lo si
legge volentieri in viaggio o nel-
la sala di aspetto del proprio den-
tista. Una lezione di stile per il
giornalismo italiano.
Carlo Alessandro Landini
Il bimestrale Crescendo si acquista in ab-
bonamento e nelle librerie specializzate
(quelle tedesche, si capisce). Il costo è di
euro 49,00 per sette numeri, ai quali sono
abbinati altrettanti cd omaggio e una gui-
da (Festspielguide) alle principali rasse-
gne europee. Per abbonarsi si può telefo-
nare al numero +49-89-85853548 oppure
scrivere una mail all’indirizzo di posta
elettronica abo@crescendo.de. L’abbo-
namento al settimanale Die Zeit costa,
dall’Italia, euro 265,20 (per 52 numeri,
costo a numero euro 5,10). Non è previ-
sta la possibilità di abbonarsi al solo sup-
plemento settimanale Zeit Magazin. Per
abbonarsi converrà utilizzare la carta di
credito e farlo accedendo al sito
https://www.zeitabo.de/die-zeit-im-abo/auslands-abo.html.
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Zeit Magazin
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