Carlo Alessandro Landini - Un Crescendo Di Musica e Di Stile (2013)

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Il bimestrale tedesco Crescendo, a tutt’oggi una delle riviste musi- cali più serie e interessanti del set- tore, viene diffuso a titolo gratui- to attraverso i punti sensibili (scuole, conservatori di musica, enti e sale da concerto) di cui è ricca la patria di Goethe e Schil- ler. La tiratura la dice lunga: me- diamente 85mila esemplari a col- po. L’editore di Crescendo è Win- fried Hanuschik del Port Media Verlag GmbH di Monaco di Ba- viera, il direttore editoriale è Hans-Jürgen Kuntze, quello re- sponsabile, invece, che oltralpe ha il nome di Chefredakteur, è Robert Kittel. Il bimestrale, molto elegante, molto informato, 84 pa- gine di carta lucida patinata, for- nisce notizie spesso gustose che riguardano il mondo – talora ab- bastanza glamourous – della mu- sica e i suoi retroscena: l’ultima, da noi letta sul portale internet della rivista (molto bello, l’indi- rizzo è http://www.crescendo.de/) riguarda un viticoltore sudafrica- no, il quale avrebbe letteralmente immerso in un bagno di musica barocca, ventiquattr’ore al giorno, la propria vigna. Per ottenere vino più abbondante e qualitativamen- te migliore. Notizie che in Italia non filtrano, dato che i critici mu- sicali del Belpaese sono troppo seri e ingessati nel loro improba- bile ruolo per poter dar credito a notiziole come questa (e difatti le riviste italiane del settore, non di- versamente da quelle francesi, so- no generalmente meno curiose e informate di quelle tedesche). Il bimestrale nasce da una costola – da uno spin-off, come oggi si di- ce nel gergo degli economisti – del mensile Oper und Konzert ed esiste, col suo nuovo nome, dal 1998. Come può finanziarsi e pro- sperare una rivista che al suo in- terno ha pochissima pubblicità? La risposta è: grazie alle copie vendute e agli abbonamenti, in crescita vertiginosa. È la prova che la qualità, a dispetto di tutte le lamentele che si odono sulla mor- te della carta stampata, alla fine paga. Fanno questo bel bimestrale non solo i redattori, ma anche i musicisti, il cui palcoscenico è qui solo virtuale. Non manca l’imper- dibile rubrica di recensioni disco- grafiche, e a ogni mese di aprile a Crescendo è allegato la Festspiel- guide, un supplemento interamen- te dedicato ai Festival musicali te- deschi ed europei che esiste da 14 anni a questa parte. Nella rubrica «Ouvertüre» si intervista ogni volta un personaggio diverso; la «Playlist» ci svela che cosa ascol- tano, al momento, taluni fra gli in- terpreti di maggior successo; la rubrica «Künstler» è ogni volta dedicata a un musicista diverso. Nel quarto numero di quest’anno Uwe Schneider dedica un ricordo all’indimenticato soprano inglese Kathleen Ferrier, di cui quest’an- no ricorre il centenario della na- scita (p. 8); Martin Morgenstern – il musicologo di Dresda autore, appena trentenne, di un singolare saggio sull’influsso che il ritmo musicale ha sulla fisiologia del- l’organismo – si occupa del clavi- cembalista Andreas Staier (pp. 12- 13); Anna Novák dell’ensemble vocale Singer Pur (pp. 14-15); To- bias Haberl della violinista Vilde Frang (pp. 16-17). V’è anche una rubrica consacrata agli addii, ai musicisti che ci hanno lasciato. Fra questi è l’indimenticato Die- trich Fischer-Dieskau, indubbia- mente il più grande interprete schubertiano mai esistito (Cre- scendo, numero cit., p. 20). Questa rivista è per gli appassio- nati del genere come la manna nel deserto. Ottima per sopravvi- vere in un mondo sempre più de- musificato. Scopo della rivista è quello di «raggiungere un pubbli- co così di professionisti come pu- re di semplici appassionati», di essere «seri senza risultare noio- si», di andare alla ricerca di temi sempre nuovi da investigare e da dibattere (schaffen und beleuch- ten). Il 92% dei lettori è entusia- sta e definisce pregevole (hoch- wertig) il prodotto. Il lettore me- dio di Crescendo ha una cultura più che discreta (il 70% dei letto- ri è laureato). Un dato che la dice lunga su tutti gli altri: il 45% dei lettori di Crescendo suona uno strumento musicale. Si potrebbe affermare lo stesso dei lettori dei mensili musicali di casa nostra? Passiamo al numero in edicola, la cui copertina titola: 200 Jahre Ver- di & Wagner, e poi: «alles über RIVISTE & RIVISTE Un crescendo di musica & di stile 70 landini riviste gennaio.qxp 15/01/2013 18.32 Pagina 70

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Il bimestrale tedesco Crescendo,

a tutt’oggi una delle riviste musi-

cali più serie e interessanti del set-

tore, viene diffuso a titolo gratui-

to attraverso i punti sensibili

(scuole, conservatori di musica,

enti e sale da concerto) di cui è

ricca la patria di Goethe e Schil-

ler. La tiratura la dice lunga: me-

diamente 85mila esemplari a col-

po. L’editore di Crescendo è Win-

fried Hanuschik del Port Media

Verlag GmbH di Monaco di Ba-

viera, il direttore editoriale è

Hans-Jürgen Kuntze, quello re-

sponsabile, invece, che oltralpe

ha il nome di Chefredakteur, è

Robert Kittel. Il bimestrale, molto

elegante, molto informato, 84 pa-

gine di carta lucida patinata, for-

nisce notizie spesso gustose che

riguardano il mondo – talora ab-

bastanza glamourous – della mu-

sica e i suoi retroscena: l’ultima,

da noi letta sul portale internet

della rivista (molto bello, l’indi-

rizzo è http://www.crescendo.de/)

riguarda un viticoltore sudafrica-

no, il quale avrebbe letteralmente

immerso in un bagno di musica

barocca, ventiquattr’ore al giorno,

la propria vigna. Per ottenere vino

più abbondante e qualitativamen-

te migliore. Notizie che in Italia

non filtrano, dato che i critici mu-

sicali del Belpaese sono troppo

seri e ingessati nel loro improba-

bile ruolo per poter dar credito a

notiziole come questa (e difatti le

riviste italiane del settore, non di-

versamente da quelle francesi, so-

no generalmente meno curiose e

informate di quelle tedesche).

Il bimestrale nasce da una costola

– da uno spin-off, come oggi si di-

ce nel gergo degli economisti –

del mensile Oper und Konzert ed

esiste, col suo nuovo nome, dal

1998. Come può finanziarsi e pro-

sperare una rivista che al suo in-

terno ha pochissima pubblicità?

La risposta è: grazie alle copie

vendute e agli abbonamenti, in

crescita vertiginosa. È la prova

che la qualità, a dispetto di tutte le

lamentele che si odono sulla mor-

te della carta stampata, alla fine

paga. Fanno questo bel bimestrale

non solo i redattori, ma anche i

musicisti, il cui palcoscenico è qui

solo virtuale. Non manca l’imper-

dibile rubrica di recensioni disco-

grafiche, e a ogni mese di aprile a

Crescendo è allegato la Festspiel-guide, un supplemento interamen-

te dedicato ai Festival musicali te-

deschi ed europei che esiste da 14

anni a questa parte. Nella rubrica

«Ouvertüre» si intervista ogni

volta un personaggio diverso; la

«Playlist» ci svela che cosa ascol-

tano, al momento, taluni fra gli in-

terpreti di maggior successo; la

rubrica «Künstler» è ogni volta

dedicata a un musicista diverso.

Nel quarto numero di quest’anno

Uwe Schneider dedica un ricordo

all’indimenticato soprano inglese

Kathleen Ferrier, di cui quest’an-

no ricorre il centenario della na-

scita (p. 8); Martin Morgenstern –

il musicologo di Dresda autore,

appena trentenne, di un singolare

saggio sull’influsso che il ritmo

musicale ha sulla fisiologia del-

l’organismo – si occupa del clavi-

cembalista Andreas Staier (pp. 12-

13); Anna Novák dell’ensemble

vocale Singer Pur (pp. 14-15); To-

bias Haberl della violinista Vilde

Frang (pp. 16-17). V’è anche una

rubrica consacrata agli addii, ai

musicisti che ci hanno lasciato.

Fra questi è l’indimenticato Die-

trich Fischer-Dieskau, indubbia-

mente il più grande interprete

schubertiano mai esistito (Cre-scendo, numero cit., p. 20).

Questa rivista è per gli appassio-

nati del genere come la manna

nel deserto. Ottima per sopravvi-

vere in un mondo sempre più de-

musificato. Scopo della rivista è

quello di «raggiungere un pubbli-

co così di professionisti come pu-

re di semplici appassionati», di

essere «seri senza risultare noio-

si», di andare alla ricerca di temi

sempre nuovi da investigare e da

dibattere (schaffen und beleuch-ten). Il 92% dei lettori è entusia-

sta e definisce pregevole (hoch-wertig) il prodotto. Il lettore me-

dio di Crescendo ha una cultura

più che discreta (il 70% dei letto-

ri è laureato). Un dato che la dice

lunga su tutti gli altri: il 45% dei

lettori di Crescendo suona uno

strumento musicale. Si potrebbe

affermare lo stesso dei lettori dei

mensili musicali di casa nostra?

Passiamo al numero in edicola, la

cui copertina titola: 200 Jahre Ver-di & Wagner, e poi: «alles über

RIVISTE & RIVISTE

Un crescendo di musica & di stile

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das große Jubiläum 2013», tutto

ciò che il lettore vorrà sapere sul

bicentenario. Il volto dei due gran-

di occupa l’intera cover page. Non

si può fare a meno di notare due

particolari: Wagner, è vero, vi oc-

cupa uno spazio leggermente ec-

centrico e di pochissimo defilato

rispetto a Verdi; ma a questi è ri-

servato l’onore del primo piano:

Verdi è di pochissimo arretrato, lo

mette appena in ombra la spalla

dell’autore di Lohengrin. Che Ba-

renboim abbia aperto la stagione

scaligera con il Lohengrin ci pare,

in tempi di ritrovata egemonia teu-

tonica in Europa, un atto di cultu-

rale signorilità e non, come a cer-

tuni è parso, di vile sudditanza.

Specie da parte di un Paese che, da

due secoli in qua, fa del piccoletto

di Roncole il suo santo patrono.

La Bayerische Staatsoper di Mo-

naco apre la sua stagione con Ri-goletto. In Germania non v’è tem-

po per le polemiche, a contare è la

musica. Evviva Crescendo.

Si parla spesso di italiani illustri

all’estero, di cervelli in fuga, del

prestigio italiano sprecato, non

adeguatamene valorizzato. Un

esempio dei tanti, dei quali si par-

la, qui in Italia, meno di quanto si

dovrebbe, è quello del bravo gior-

nalista Giovanni di Lorenzo, nato

a Stoccolma, cresciuto in Italia,

dove ha frequentato la Deutsche

Schule a Roma. Trasferitosi in

Germania, a Hannover, a soli 11

anni, laureatosi poi con una tesi

sui network mediatici di Silvio

Berlusconi e divenuto prima ca-

poredattore del quotidiano berli-

nese Der Tagesspiegel, è stato in-

fine chiamato a dirigere il presti-

gioso settimanale tedesco DieZeit, la cui sede è nella fredda, an-

seatica, ricca Amburgo. Di Loren-

zo è autore, fra l’altro, del saggio

Auch unsere Generation hat Wer-te. Aber welche? (Stiftung Bunde-

spräsident-Theodor-Heuss-Haus,

Stuttgart 2009), nel quale l’autore

opta per il kantismo mediatico,

quello di un «consenso universa-

le» (Weltkonsens) e di una «validi-

tà internazionale e metastorica»

(internationale und überzeitlicheGültigkeit) in grado di rimettere in

auge i valori fondanti di una so-

cietà oggi in crisi acuta. Corri-

spondente da Roma per il settima-

nale che Di Lorenzo dirige, DieZeit, è Birgit Schönau, la quale

collabora anche al mensile di po-

litica e cultura estere Internazio-nale ed è (giustamente) persuasa

che «nel circo dell’Italia di oggi

l’idea di repubblica sia stata sosti-

tuita dal reality della democrazia

dell’intrattenimento». La Schönau

ha licenziato alle stampe un ap-

passionato pamphlet sulla vacuità

dell’Italia odierna il cui titolo è

Circus Italia, Aus dem Inneren derUnterhaltungsdemokratie (Berlin

Verlag, Berlin 2011) che varrebbe

la pena di tradurre in italiano e di

far leggere a una buona metà dei

nostri connazionali.

Al settimanale è allegato il sup-

plemento Zeit Magazin, diretto

da Christoph Amend, l’unico

stampato con i caratteri Gara-

mond, per il resto pochissimo

usati, la cui tiratura si attesta at-

tualmente sulle 500mila unità. Il

columnist Harald Martenstein,

con la sua rubrica, è l’autore di

punta della rivista. Il numero del

25 ottobre scorso, 54 pagine di

carta lucida patinata, era dedicato

a temi di bruciante attualità: un

servizio di Heike Faller, in forma

di diario, sui tentativi che un pe-

dofilo in genere compie per gua-

rire, per affrancarsi dalla propria

schiavitù morale e sociale («Der

Getriebene», Zeit Magazin, n. 40,

25 ott. 2012, pp. 14-20); uno sul-

l’artista londinese David Hock-

ney a firma Moritz von Uslar (pp.

24-30); uno redazionale sull’arte

e lo Zeitgeist artistico del 1913,

diviso tra i quadri di Picasso e i

romanzi di Mann e Schnitzler.

Mentre i supplementi italiani,

tutti, senza eccezione, sono con-

cepiti all’insegna della moda, del

fashion come ormai tutti lo chia-

mano, e della vuota chiacchiera,

Zeit Magazin, la cui redazione è a

Berlino, è l’esempio di un foglio

intelligente, vivace, politicamen-

te bipartisan. I suoi punti di for-

za sono la cultura, il dibattito, lo

scavo psicologico e sociale. Lo si

legge volentieri in viaggio o nel-

la sala di aspetto del proprio den-

tista. Una lezione di stile per il

giornalismo italiano.

Carlo Alessandro Landini

Il bimestrale Crescendo si acquista in ab-

bonamento e nelle librerie specializzate

(quelle tedesche, si capisce). Il costo è di

euro 49,00 per sette numeri, ai quali sono

abbinati altrettanti cd omaggio e una gui-

da (Festspielguide) alle principali rasse-

gne europee. Per abbonarsi si può telefo-

nare al numero +49-89-85853548 oppure

scrivere una mail all’indirizzo di posta

elettronica [email protected]. L’abbo-

namento al settimanale Die Zeit costa,

dall’Italia, euro 265,20 (per 52 numeri,

costo a numero euro 5,10). Non è previ-

sta la possibilità di abbonarsi al solo sup-

plemento settimanale Zeit Magazin. Per

abbonarsi converrà utilizzare la carta di

credito e farlo accedendo al sito

https://www.zeitabo.de/die-zeit-im-abo/auslands-abo.html.

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Zeit Magazin

landini riviste gennaio.qxp 15/01/2013 18.33 Pagina 71