Biblioteca professionale · 2012. 2. 15. · Biblioteche oggi – luglio-agosto 2008 57 Maria Gioia...

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    Maria Gioia TavoniPercorsi minimi.Biblioteche pubblichee private in età modernaBologna, Patron, 2006, p. 260,ISBN 88-555-2901-3, € 20,00

    Questo volume è l’ottavodella collana di archivistica,bibliografia e bibliotecono-mia “Lyceum” diretta daMaria Gioia Tavoni che, conrara capacità maieutica, hasaputo motivare e organiz-zare attorno a sé – come silegge nella quarta di coperta– una piccola “comunità distudiosi, in primis gli allievipiù meritevoli, prevalente-mente di scuola bolognese,insieme con lettori e cultoridel libro, in tempi di gravesmarrimento delle forme piùtradizionali che continueran-no comunque ad affiancareancora per molto le sueespressioni digitali”. Ai suoi“studenti di tante età diver-se” Maria Gioia Tavoni dedi-ca questo volume che racco-glie quattordici saggi sullebiblioteche “minime” o po-co note. Si tratta di “ricerchetanto corpose, quanto agili edi poche pagine” apparsevia via in atti di convegni oin riviste specifiche. Ora, quiraggruppati a distanza di an-

    ni, i contributi “diventano” –come giustamente sottolineal’autrice – “un lavoro ulterio-re, assumono nuova identitàe particolarità grazie al fattodi trovarsi congiunti, acqui-sendo una sorta di valoreaggiunto che è dato dall’ac-costamento e dalla possibili-tà di una lettura contempo-ranea e filata, permettendoal lettore di vedere la stradapercorsa entro una partico-lare prospettiva argomentati-va” (p. 11).Con rara competenza la stu-diosa riesce a far emergere,attraverso le pagine di que-sto volume, “tanti tipi di rac-colte bibliografiche: biblio-teche personali, religiose,comunali, biblioteche di undeterminato territorio, bi-blioteche che sono nate persoddisfare gli interessi di let-tura di uno studioso per di-venire poi pubbliche o sco-lastiche” (p. 12). Le motiva-zioni e le vicende che han-no portato alla nascita e allaformazione delle varie rac-colte librarie sono espostecon penna piacevolissima,così da suscitare in più cir-costanze l’ammirazione el’apprezzamento di CarloDionisotti, come risulta dallelettere indirizzate dal gran-de storico della letteraturaitaliana alla studiosa che leriserva anche arguti rilievi(p. 14). Le ricerche della Ta-voni spaziano non solo nel-l’ambito delle bibliotechedell’Emilia-Romagna ma ri-guardano pure quelle dellaToscana, della Liguria, del La-zio e di alcuni stati europei.Il volume prende le mossedalla raccolta libraria di Ric-cardo Bacchelli (1891-1985)e dall’iter, avviato nel 1982 econclusosi quattro anni do-po, per far confluire i volu-mi nella Biblioteca comunaledell’Archiginnasio. Una rac-colta, quella di Bacchelli, tut-to sommato modesta ma si-gnificativa, in quanto attesta

    “la molteplicità di interessistorici, politici, sociali, cultu-rali in senso lato, che la suagrande curiosità intellettualegli sollecitava” (p. 23).Dalla raccolta del bologneseBacchelli si passa all’interes-se librario manifestato daGiosuè Carducci nel breveperiodo della sua docenza aSan Miniato al Tedesco (orasemplicemente San Miniato)in provincia di Pisa. L’autriceripercorre i rapporti del poe-ta con Massimo Ristori, pri-mo stampatore e editore nel1857 delle Rime, e poi, attra-verso una ricerca documen-taria approfondita, l’ambien-te culturale di quella vivacecittadina toscana e la storiadi alcune sue antiche rac-colte private e conventualiconfluite nella locale Biblio-teca comunale.In Linee di un percorso, l’au-trice si sofferma sulle biblio-teche storiche di conserva-zione dell’Emilia-Romagnae sul loro incremento patri-moniale verificatosi in con-comitanza con le soppressio-ni religiose del 1866, conse-guentemente all’Unità d’Ita-lia. A Bologna il fenomenodelle soppressioni si era ve-rificato su vasta scala già nel1796, con l’arrivo dei fran-cesi, cosicché numerose bi-blioteche di ordini religiosiconfluirono nella Comunaledell’Archiginnasio. Sulla ba-se dei cataloghi o degli in-ventari, Maria Gioia Tavoniricostruisce in queste pagi-ne la consistenza del patri-monio librario dei singoliconventi e monasteri. Un’at-tenzione particolare è dedi-cata alla ricchissima biblio-teca abbaziale dei canoniciregolari di Santa Maria diReno e del Santissimo Salva-tore presenti a Bologna giànel XIV secolo. Osserva l’au-trice che nel patrimonio li-brario, sia a stampa sia ma-noscritto (utilizzato soprattut-to nel XVIII secolo per le sue

    ricerche storiche dal canoni-co regolare Giovanni Criso-stomo Trombelli), è “tutto ilpensiero teologico medie-vale rappresentato dalle di-verse scuole tomista e scoti-sta sulla base degli inventa-ri, ma anche dalle più ag-giornate interpretazioni, co-me i commenti alle senten-ze stampati alla fine del XVsecolo”. Insolita la presenzanella stessa biblioteca di te-sti di maestri della Riforma,“indice evidentemente di unprogressismo teologico cheben difficilmente si nota inaltre congregazioni dell’e-poca” (p. 81).Altra biblioteca romagnola,oggetto di indagine da par-te di Maria Gioia Tavoni, è laCivica “L.A. Muratori” di Co-macchio, costituitasi – anchein questo caso – con le li-brerie di conventi e mona-steri soppressi e con la rac-colta dell’erudito AntonioBuonafede (1697-1814). Lalunga storia travagliata dellabiblioteca venne pratica-mente a concludersi con ibombardamenti dell’ultimaguerra mondiale, che di-strussero totalmente le anti-che raccolte. Dai primi anniCinquanta del secolo scorsoè stata avviata la rifondazio-ne di quell’istituto. Un pro-cesso lungo, tuttora in atto,a cui questo saggio storicooffre indubbiamente spronee incoraggiamento. “Ora” os-serva in proposito la Tavoni“la biblioteca guarda lonta-no e cerca nel passato (…)le ragioni della attuale capa-cità di esprimersi e di rap-portarsi ad un pubblico gio-vane, ma anche formato datutti coloro che nella biblio-teca ravvisano una delle fi-nalità prime del libero econsapevole processo di au-toapprendimento” (p. 191).Altra biblioteca religiosa èquella intitolata a papa Nic-colò V, presso il Seminariovescovile di Sarzana “oggi

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    meta di studenti e studiosiper la vastità dei fondi (…),per l’importanza dei suoi se-dimenti soprattutto teologi-ci, per le raccolte imponen-ti di testate di periodici, siacessati sia in corso, per gliarchivi che in essa sonoconfluiti, per la documenta-zione manoscritta e a stam-pa che fa luce non solo sul-la vita della diocesi, comedimostrano le ricerche in at-to, ma anche sul complessointreccio delle vicende de-mografiche e sociologichelegate alle numerose par-rocchie che hanno fatto iviconfluire i loro archivi” (p.131-132). Oltre a presentar-ci la figura di presuli, dona-tori e testatori, l’autrice sisofferma sulla classificazio-ne adottata dalla bibliotecanel XIX secolo e sui singolifondi, in particolare quellodelle cinquecentine, ricco di458 esemplari.Di una biblioteca e di un li-bro in mostra è il titolo delcontributo riguardante la Co-munale di La Spezia, fondataa metà del XIX secolo daUbaldo Mazzini con l’utilizzoin primis del patrimonio li-brario dei conventi soppressi.Dalla Liguria l’indagine sisposta nuovamente in Emi-lia-Romagna e Montefeltro.In Linee di un percorso ven-gono visitate biblioteche diconservazione di grande ri-lievo storico, ubicate in taliregioni: la Malatestiana di Ce-sena, la Classense di Raven-na, la Manfrediana di Faen-za, l’Oliveriana di Pesaro, laComunale dell’Archiginnasiodi Bologna, la Gambalun-ghiana di Rimini, la Passeri-ni-Landi di Piacenza e altreancora. Si tratta di “un tes-suto ricco, fertile, multifor-me, proiettato in un futurodove l’accesso al libro e al-l’informazione sarà semprepiù agevolato dalle nuovetecnologie e dove il posse-duto, frutto di sedimentazio-

    ne nei secoli, formato daspaccati documentari di no-tevole spessore e qualità,potrà essere sempre più vi-vificato dalle iniziative pro-mozionali destinate a salda-re la ricerca del nuovo conla valorizzazione dell’anti-co” (p. 70).In Disomogeneità del pae-saggio bibliotecario sono ri-levate la ricchezza e la gran-de varietà delle bibliotecheitaliane con cenni sulla sto-ria e la funzione di tante bi-blioteche “minime” destina-te a una “specifica utenza(…) come a dire che adogni struttura, a seconda deisuoi compiti istituzionali,corrispondono particolarilettori che in essa trovanosoddisfacimento per le pro-prie necessità di studio, dilettura, di svago” (p. 97). Ditali biblioteche la pennadella Tavoni ne ricorda pa-recchie: quelle che affianca-no le case editrici, le aziende,gli ospedali, i centri di ricer-ca, le università. Interessantii dati statistici messi a con-fronto di due università: laSapienza di Roma e l’AlmaMater Studiorum di Bolo-gna: “Due situazioni biblio-tecarie uniformi nella strut-tura, appartenenti a due ate-nei entrambi statali, pur nel-le diverse dimensioni” macon “diversità inimmagina-bili che segnano la realtà bi-bliotecaria italiana. Un aspet-to solo questo della disomo-geneità di un mondo assaicomplesso, segnato da con-traddizioni di ogni genere,che richiede da parte dellaclasse dirigente una seria ri-flessione, un intervento re-sponsabile, non più differi-bile” (p. 106). L’analisi dellarealtà, quanto mai variegata,sulla situazione bibliotecariadell’Alma Mater Studiorum èripresa nel saggio Cento bi-blioteche storicamente ine-splorate, che ci presenta da-ti interessanti sul patrimonio

    librario, sul suo incremento,sulla catalogazione e sugliorari di apertura delle sin-gole strutture.Nell’ambito degli studi di mi-nor mole, scritti con taglio epiglio giornalistico, presentinella seconda parte del vo-lume, segnaliamo: Se biblio-teca è favola in merito al-l’opportunità (anzi, alla ne-cessità) di costruire nuovebiblioteche secondo le nuoveesigenze culturali; Italie, bi-bliothèques, un excursus sullastoria delle biblioteche ita-liane, redatto in lingua france-se per il Dictionnaire ency-clopédique du livre (Paris,Éditions du Cercle de la Li-brairie); Una cattedrale, undeserto, un fiore in cui la Tavo-ni narra la personale frequen-tazione della Bibliothèquenationale de France a Tolbiac.Apprendiamo infine Da unviaggio: una biblioteca, ungesto di un tour compiutorecentemente dall’autrice inSassonia per conoscere devisu alcune biblioteche sto-riche. Quella di Weimar,fondata da Anna Amalia nel1781, venne distrutta da unincendio il 2 settembre 2004:“Il cocente dispiacere da-vanti alle fotografie del rogosi è in parte attenuato perun’espressione di raro coin-volgimento che ci ha scossodall’anemia dei nostri gestiabituali. Non c’era caffè, ne-gozio, store, chiosco dellafesta del vino, che non a-vesse un contenitore di pla-stica trasparente entro cuitutti, dico proprio tutti, get-tavano euro di metallo o dicarta, e sul quale campeggia-va la scritta Für den Wied-eraufbau der Stadtbibliothek”(p. 243). Anche questa è sto-ria delle biblioteche e nellostesso tempo una grande le-zione di civiltà.

    Arnaldo Ganda

    Sezione dei Beni librariUniversità degli studi di Parma

    arnaldo.ganda@unipr.it

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