Bandiera Soffia Vento

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Storia di un assedio

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BANDIERA SOFFIA VENTO(diario di un assedio)

Li prendemmo a cannonateE fu un bello spettacolo.Quando credevamo che tutto fosse finitoSi alzò una Bandiera.Era colorata e aveva i buchi delle nostre colubrine. La notte sarebbe stata lunga e adesso lo sapevamo.

Non si erano arresi.

Mostratevi dunque!Due giorni e due notti che la minaccia vi preme le tempie e Voi niente!E oggi ecco che spuntano due bandiere sudicie e rattoppate.

Qual’è la forza che vi sostiene?

Quale demone vi obnubila la mente?Nudi, pur di sventolar vessilli!

Fame. Sete.

Li teniamo chiusi là da settimane.

Non un rumore, non un movimento.

Solo quelle maledette bandiere che sventolano oscene il loro orgoglio pezzente.

Ecco che all’alba spunta una nuova Bandiera.

Questa è fatta con la camicia di uno dei nostri.

Non stanno fermi dunque, non aspettano la fine.

E noi non siamo i padroni...

10 anni.Ho visto il freddo arrivare, ho sentito le migrazioni, ho parlato col cielo.Questa è la terza che sventola oggi.La prima era bionda, la seconda rossa, questa, nera.Sono fatte di capelli.

Capelli della loro gente mentre noi qui beviamo liquori che ci consolano.

20 anni, o mille?Noi ce ne andremo forse e non sarà un bello spettacolo.Vediamo i pali issati scomparire e appari-re silenziosi e contorti.Solo le loro risate si sentono.

E le loro enormi bandiere fatte di vento urlare.

Quando la televisione non c’era, i bambini giocavano con l’aria. L’aria mossa dal vento. Facevano tanti pezzettini di carta e se li mettevano in tasca aspettando il momento giusto. Scrivevano qualcosa in ognuno di essi e quando l’aria cominciava a muoversi li offrivano al vento. Il dotto mae-strale sapeva ricomporre poemi del passato, la tramontana spericolata sa-peva raccontare avventure fantastiche e il melanconico scirocco componeva sonetti d’amore. La preferita era la tramontana perché agitava i foglietti in aria e li faceva arrivare veloci.

Certo d’estate nelle giornate di bonaccia, capitava che di giocare non c’era verso.

Fu per lei, l’estate, che i bambini inventarono le bandiere. Nessuno lo sa, ma l’invenzione della bandiera è tutta dei ragazzi. Bastò infilzare i fo-glietti in un bastoncino appuntito e correre, correre, correre. Dopo nacque-ro le girandole, i nastrini colorati e gli aquiloni che con le corse si ani-mavano anche nelle giornate di non vento.

Furono spettacoli bellissimi. I cieli dell’universo erano una festa di colori e di movimenti mentre le ragazze ricevevano poesie e i ragazzi leggevano avventure provenienti da tutto il mondo composte e recapitate dai venti della terra.

Un giorno tutto finì, ma una bandiera rimase alta a sventolare nell’aria. Una bandiera fatta di stracci che ancora oggi si muove al vento, altissima.

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