Babel 11 - Mirror's Edge

Post on 26-Mar-2016

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Review Mirror's Edge

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na volta il mondo erabrutto, puzzolente esporco. Poi sono arri-vati i cattivi e lo hanno

reso bello e pulito, mortacci loro.La logica dell’ordine e della poli-zia, neanche fossimo in Matrix,non rassicura l’animo umano edEA è qui per ricordarcelo. I Pony-Express di un futuro improbabilee avvilente, sfrecciano alla velo-cità della luce tra candidi gratta-cieli e scale colorate. Un gioco infuga dalla realtà, sempre sull’orlodel baratro e con un fucile pian-tato alle tempie. Faith corre,scappa anzi. Qualche volta cam-bia il nemico, qualche volta non èlei la lepre, ma Mirror’s Edge nonsi stanca mai di lanciarsi nelvuoto. Gli occhi attenti di un run-ner con l’acqua alla gola vedonocolori che altri non vedono. Lagiusta via è sempre rossa, comeBertinotti, e la fugace occhiatapuò dire molto più di una guidaufficiale.

Così ti lasci prendere dal ritmoforsennato, avanzi senza neppuresapere dove andare, agguanti laprima cosa che somiglia ad unavia di fuga e continui a pensareal futuro. Non si torna indietro inMirror’s Edge, mai. Si è liberi diproseguire scegliendo dove, e so-prattutto come, ma quello che èstato è stato. Non c’è il tempoper guardarsi alle spalle, figuria-moci per tornare sui propri passi.Dieci livelli, nove più un cicciottoprologo per la precisione, e unsolo respiro per tutta l’avventura.Ti lasci cadere, ti lasci traspor-tare e in un battibaleno sei ai ti-toli di coda. Stordito, intontito,stupefatto. Puoi fare cose chenon credevi possibile, puoi arri-vare fin dove non sognavi di arri-vare, puoi vivere nel lato oscurodello specchio o puoi farti bastarela sua facciata per bene. Maquello che d’impatto sembra in-novazione e fantasia, è un truccodi gusto per camuffare ingra-naggi collaudati.

Lo sentivo di esserci già statoin quella meravigliosa città, an-nusavo gli odori di un videogiocopassato, ma non riuscivo a capire

quale. Troppo ben nascosto nel-l’immaginario di un universo ste-rilizzato e castrato. Ma poi horallentato Faith, l’ho spogliata deisuoi gesti a tutta birra e ho vistoTomb Raider, solo quindi annidopo. C’è tutto un mondo tra legesta di Lara Croft prima ma-niera e la maratona di Dice, nonesageriamo, ma si nutrono en-trambi della stessa linfa. Unoviaggia in Ferrari, l’altro potevapermettersi solo una seicento,eppure son scuole di pensiero di-verse di una identica filosofia. Lostesso gusto per la scalata, lostesso piacere nel trovare ciò cheserve dell’ambiente circostante.Su treni e binari diversi, i duegiochi inseguono i medesimiobiettivi.

L’orologio è svizzero, imme-diato e impeccabile per tutto iltempo… o quasi. Mirror’s Edge silascia ammaliare da una fregolasparacchina che non gli competeproprio a due passi dal tra-guardo. Gli scontri corpo a corpoe fucile contro fucile, evitabili perquasi tutta l’avventura, diventanonecessità e obbligo. I nemici chepotevi evitare con solo qualche‘salto volante carpiato a trequarti con capriola mortale’ di-ventano muri di cinta invalicabili.Non che sia difficile gestire iltutto, anzi, ma proprio si tirano icapelli le due anime di questogioco. La prima è libera, sfida ilpericolo e grida alla libertà. Laseconda è vigliacca, ti dà un cal-cio in bocca e ti spara alle spalle.Punti di vista, io preferisco ilvento in faccia.

Gli avrei regalato almeno tre li-velli in più d’ossigeno a questogioco e avrei rifinito degli inter-mezzi tra il grezzo e il minimali-sta. L’illusione dura troppo poco eil meglio è quello che non si rie-sce ad assaggiare al primo giro.Il Time Trial sembra nato per lui,solo è materiale per equilibristi,non per tutti. Ma conto i pezzi emi godo l’esperienza. Meglionove livelli da leone che diciottoda pecora. 8

MIRROR’S EDGE

a cura di Vincenzo “Vitoiuvara” Aversa

RE

VIE

W

Selvaggia

360 ps3 pc

U

console pc 360 ps3 sviluppatore ea dice produttore ea versione pal provenienza svezia

020

La protagonistaparla con le di-sturbanti melo-die vocali diAsia Argento.Pur non es-sendo preve-nuto, devoammettere cheun grammofonoavrebbe fattomeno danni