«Attrattivo, vitale e turistico» La ricetta per il...

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L’ECO DI BERGAMO 15MERCOLEDÌ 20 AGOSTO 2014

L’interno dello storico Caffè del Tasso FOTOBERG

il successo del Caffè Riviera.Quindi la scelta di Bergamo. Gliinizi furono duri perché il Caffèdel Tasso era stato trascuratonegli ultimi anni, ma con la ge­stione Menalli è stato un cre­scendo di consensi. Il primoge­nito Marcello aveva 21 anni edaveva già lavorato come barmansulle navi di Costa Crociere; ilfratello Massimo, cinque annipiù giovane, si era appena diplo­mato cuoco all’istituto alber­ghiero. Il lavoro crebbe di annoin anno, d’estate sulla piazza,d’inverno all’interno. Accantoalla tradizionale attività di caf­fetteria, da circa due anni, conl’arrivo dello chef Maurizio Bo­nomi, il Tasso è anche ristoran­te a tutti gli effetti, con menùche spaziano dalla cucina inter­

nazionale a quella mediterra­nea. Qui si può mangiare dalle12 alle 22 senza interruzioned’orario, una opportunità chetarda ad affermarsi in Italia. Illocale viene usato anche per fe­ste di laurea e piccoli eventi, peril fascino di queste antiche murama anche per la professionalitàdei Menalli e dei loro collabora­tori.

Un discorso a parte merita lacantina, sia quella in muratura(al piano sottostante, tra muradi grandi pietre antiche risalen­ti alla fine del Quattrocento) siaquella riferita a vini e distillati.Il Tasso mette e a disposizioneuna raffinatissima selezione didistillati dai quattro angoli dellaterra (comprese le selezioni ra­rissime di rum e whisky firmati

da Samaroli) ed una scelta tra300 etichette di vini pregiati ditutta Italia e dal mondo.

Cosa c’è alla base di questosuccesso? «La voglia di lavoraree di fare le cose per bene che ètipica dei bergamaschi – rispon­de Marcello, 47 anni, fisicoasciutto, viso da bravo ragazzo– e naturalmente l’aiuto dei pro­pri famigliari. Mia moglie Ro­sanna dà una grossa mano e ave­re collaboratori validi oggi è lacosa più importante in ogni atti­vità. Io ho idee, entusiasmo e lafortuna che mi bastano pocheore di sonno, ma non posso arri­vare dappertutto, di qui la ne­cessità di trovare collaborazionivalide, soprattutto se sono invista nuove iniziative». n Ro. Vi.

dersi se il nome storico di Balzer(sotto i portici del Sentierone dal1936) potrà rimanere. La Air Chefè proprietaria del marchio e po­trebbe portarlo via da Bergamo.«Bisogna vedere come è stato re­gistrato – ribatte Perolari – ma non è un grosso problema. Si puòtrovare la soluzione. L’importan­te, secondo me, è che nel centrodi Bergamo rinasca un caffè­pa­sticceria­ristorante che continuinella tradizione della famiglia Balzer, quando venivano da tuttala provincia per sedersi ai suoi tavolini e acquistare le sue spe­cialità. Meglio ancora se la con­duzione sarà affidata a un altro nucleo famigliare di sicuro affi­damento. Ecco perché spero va­dano a buon fine le trattative cheho in corso». n

«Attrattivo, vitale e turistico»La ricetta per il QuadriporticoPerolari sul Sentierone: il Concorso di progetto sarà la ripartenza«Molte richieste dalla ristorazione, dobbiamo spingere sulle idee»

FABIANA TINAGLIA

Ci sono dei punti fermisotto gli antichi portici del Sen­tierone. Dal Balzer alla farmaciaall’angolo, da Tiziana Fausti allagioielleria Curnis, fino a «La Sa­letta», il barbiere del centro, eall’agenzia viaggi RoxTeam. Ve­trine storiche, nella mente deibergamaschi, tra insegne checambiano, saracinesche abbas­sate e una gran voglia di rivitaliz­zare un centro che langue e chie­de aiuto.

Lo sa bene Francesco Perola­ri, consigliere delegato dell'Im­mobiliare Fiera, società cui facapo lo storico complesso pia­centino del Quadriportico: «Pensiamo al cinema Centraleo ad Arnold&Arnold ­ ricorda ­.Oppure all’antiquario Lorenzel­li, alla Libreria giuridica, a Nodie Colore, anche a Vichy». Attivi­tà che le giovani generazioni nonhanno conosciuto e che raccon­tano un «Sentierone che non c’èpiù e che ha bisogno di ripensareal suo volto e alle sue attività».Anche per questo alcune vetrinenei prossimi mesi saranno dedi­cate al Concorso di progetto perriqualificare questa area, «insie­me a uno spazio culturale chemettiamo a disposizione permostre e iniziative artistiche eche a settembre sarà occupatodal Gruppo Italcementi con ilprogetto “Bergamo 2.035” sullaBergamo del 2035» continua Pe­rolari, che commenta: «Dobbia­mo rilanciare il Quadriporticoe tutta la zona limitrofa». Restalo spazio vuoto un tempo occu­pato da Pagano: «Siamo in trat­tative con una banca internazio­nale» annuncia, e aggiunge:«Molte le richieste per aprireesercizi di ristorazione, ancheinsegne altisonanti e di grandelustro, ma la filosofia di questispazi non si deve ridurre solo a

Il Sentierone visto dalla chiesa di San Bartolomeo FOTOBERG

moda e bar: ci sarebbero poi pro­blemi logistici per il trasportodelle merci, disagi per i residen­ti, un’area che deve saper indos­sare anche un abito da gran se­ra». In che senso? ««Rilanciareattraverso spazi culturali, libre­rie e attività artistiche, che pos­sano attirare un certo target digiovani, il turismo sempre piùvivace per Bergamo». E Perolaributta l’occhio anche su largo Be­lotti: «È come se la strada fossedivisa a metà: da un lato localiristrutturati, bar moderni, spaziaccattivanti, con pure un nego­zio di giocattoli e una cartoleria,una gioielleria dal target giova­ne, un fiorista». Dall’altra parteil vuoto, se non si conta l’appenaaperta «Schiaccia», con l’inco­gnita della ex Cariplo e del cine­

La proposta

Tiziana Fausti«Mix anticocon moderno»

«Il Sentierone resta il centro nevral­

gico di Bergamo, punto di incontro

e luogo che rappresenta Bergamo

per i suoi cittadini e i tanti turisti.

Ora serve un’unione di menti, per

creare un centro commerciale e cul­

turale attrattivo, proprio qui, senza

bisogno di uscire dalla città». Tizia­

na Fausti, imprenditrice bergama­

sca, sa di cosa sta parlando: «Ho

investito le mie risorse convergen­

do le mie attività commerciali nei

pressi del Quadriportico: non voglio

pensare di essere un elefante bian­

co...» commenta.

Circa 2 mila metri quadrati, con ve­

trine di grande pregio, tra abiti di

lusso e opere d’arte: «Credo in que­

sti spazi e punto al concorso di idee

sul Sentierone previsto per i prossi­

mi mesi». Un consiglio? «Un’idea

geniale, che mixi l’antica storia con

il moderno. Pensiamo al “modello

Louvre”, a una realtà “sommersa”

dove far convergere nuovi interes­

si». Che non siano solo moda e risto­

razione: «Ci vuole cultura, ci vuole

arte, tra librerie moderne, gallerie

e antiquari, per riassaporare la città

con un taglio innovativo». FA. TI.

ma, chiuso ormai da troppi anni.«Non possiamo dimenticare

che siamo vicini al teatro Doni­zetti e dobbiamo sfruttare que­sto patrimonio, ragionando conuna nuova mentalità: non esistepiù il negoziante che aspetta ilcliente dietro al bancone. Orabisogna uscire e creare eventi,far convergere idee. Dare vita auna squadra». Francesco Pero­lari ci crede e spinge l’accelera­tore sul Concorso di progettoper ripensare agli spazi: «Sarà ilpunto di svolta, la ripartenza».Anche perchè l’ad dell’Immobi­liare Fiera non se la sente di par­lare di crisi degli affitti: «Certo,non siamo in un periodo facile,sicuramente la zona è di pregioe il costo per metro quadro ne èl’espressione, ma le richieste so­no numerose, ma ben seleziona­te: «Non possiamo nè vogliamopensare solo a una speculazionedei muri: dobbiamo investiresulle idee e su progetti che pos­sano funzionare e interagire conrealtà commerciali già ben inte­grate». E ce ne sono, come Trexo appunto Tiziana Fausti, maanche Laura Natali e Marega,vetrine consolidate e con propo­ste diversificate. «Ora c’è biso­gno di ritrovare lo spirito cultu­rale e artistico, che sia attrattivoper i giovani, per le famiglie, peruna Bergamo appassionata e cheabbia voglia di ritornare a vivereil centro, dalla mattina alla se­ra».

Nuove progetti di intratteni­mento, una nuova filosofia dellospazio aperto: «Guardo con fa­vore a come piazza Pontida hasaputo rinnovarsi, complici spa­zi ristorativi, ma anche negoziemergenti, una libreria, insegneche hanno saputo riqualificareuno spazio che sembrava averperso il suo smalto». E poi Pero­lari lo sottolinea: «Il Sentieroneresterà sempre e comunque ilfiore all’occhiello della nostracittà: anche per questo dobbia­mo investire in questa area connuove idee, che devono arrivaredalla città stessa. Le stesse gran­di aziende locali puntano su que­sta zona e la presenza di Italce­menti nei prossimi mesi con unprogetto sulla Bergamo del futu­ro ne è l’esempio palese». E comesarà allora il Sentierone del futu­ro? Perolari, in questi giorni diferie agostane, non ha tentenna­menti: «Vitale, giovane, attratti­vo. E molto bergamasco». n

Storylab: la foto storicadei caffè lungo il Sentierone I

l Centro Piacentiniano fu pro­gettato tra il 1912 e il 1927 dagliarchitetti Piacentini e Angelinicon l’obiettivo di realizzare ilCentro direzionale: il Palazzo

di Giustizia, la Banca d’Italia e laCamera di Commercio. In que­st’area un tempo si svolgevano lefiere e l’utilizzo era quindi limitatoalla durata di questi eventi che ri­

chiamavano commercianti ed espositori di tutta la provincia. Agli inizi del XX secolo si pensò arisistemare questa parte della cit­tà, ma i progetti che si susseguiro­no non trovarono seguito fintantoche, nel periodo fascista, venne affidato l’incarico all’architetto Marcello Piacentini (1881­1960).Tra il 1922 e il 1927 il centro citta­

dino assunse l’aspetto attuale. SulSentierone nel 1920 c’erano quat­tro famosi caffè: il Nazionale, il Bramati (dove si fecero le prime proiezioni cinematografiche), il Centrale e il Gambrinus (frequen­tato da giornalisti e letterati). Ec­coli allineati nella foto estratta daStorylab (www.storylab.it) dall’ar­chivio Lucchetti.