Post on 18-Mar-2021
Al via la campagnatesseramento
ANNO 8NUMERO 2FEBBRAIO 2021
Un patto per il lavoro e per il clima
Piano vaccinazione:serve chiarezza
Un Patto per il lavoro e per il climaSi chiama “Patto per il lavoro e per il
clima” ed è l’accordo che traccia le
traiettorie per lo sviluppo futuro del-
la Regione Emilia Romagna. Il docu-
mento mette d’accordo la Regione
con sindacati, associazioni datoriali,
terzo settore, volontariato, università
e associazioni ambientaliste. “Rappre-
senta un’evoluzione dei Patti via via
sottoscritti, a partire da quello nato a
seguito della crisi occupazionale del
2008 – commenta la segretaria genera-
le della Camera del lavoro di Ravenna,
Marinella Melandri - e nel tempo sono
cresciuti sia i firmatari che la dimen-
sione progettuale”.
Melandri parla di una straordinaria op-
portunità per ridisegnare il futuro del
territorio dal punto di vista del lavoro,
del welfare e dell’ambiente: il patto,
che dovrà tradursi in piani attuativi,
anche territoriali, si colloca a monte
della programmazione di spesa delle
risorse del recovery plan e dei fondi
strutturali europei. Ciò significa che
tutti i finanziamenti pubblici, ordinari
e straordinari, saranno indirizzati sugli
obiettivi condivisi con il patto, operan-
do una selezione basata sulla soste-
nibilità sociale e ambientale. Il piano
indica interventi che avranno effetti
immediati, accanto a programmi di
azione proiettati nel prossimo decen-
nio.
Il Patto prosegue sul solco tracciato
dall’accordo precedente (Il patto per
il lavoro) in materia di occupazione.
“Sono previsti investimenti e azioni
per la salvaguardia dei posti di lavoro
e di creazione di buona occupazione –
dice Marinella Melandri -. Il Covid ha
portato a stravolgimenti epocali, basti
pensare ai milioni di ore di cassa in-
tegrazione che sono stati utilizzati nel
2020. Ci aspettano mesi complicati,
scanditi dalla scadenza al 31 marzo del
blocco dei licenziamenti. Il Patto sigla-
to con la Regione prevede che nessuna
crisi aziendale possa essere affrontata
senza il coinvolgimento dei sindacati.
Non ci potranno essere licenziamenti
unilaterali e dovranno essere utilizza-
ti tutti gli strumenti a disposizione per
mantenere agganciati i lavoratori alle
loro aziende, aprendo, se necessario
tavoli di crisi regionali”.
Sul piano ambientale c’è l’impegno di
raggiungere il 100% di energie rinno-
vabili entro il 2035 e la neutralità car-
bonica entro 2050: “Questi sono temi
strategici per Ravenna e il suo sistema
economico caratterizzato dalla presen-
za di aziende e competenze e in mate-
ria energetica – commenta Melandri -.
Abbiamo le carte in regola per diven-
tare un hub ambientale nel segno di
una giusta transizione, che sappia cioè
salvaguardare l’occupazione e la tenu-
ta dell’economia. A questo proposito,
il Patto necessita di essere declinato
concretamente: bisogna specificare
come garantire il fabbisogno energeti-
co nella transizione e quale ruolo pos-
sa giocare il gas. È un tema di politiche
energetiche nazionali che impatta si-
gnificativamente sul sistema ravenna-
te, dove ci sono diversi progetti che
possono contribuire a ridisegnare lo
sviluppo del territorio in termini pro-
duttivi, occupazionali e ambientali: la
captazione e lo stoccaggio della CO2,
il parco eolico a mare, il fotovoltaico
galleggiante. Su questi progetti occor-
re aprire immediatamente un confron-
to per comprenderne impatti, investi-
menti, piani industriali, conseguenze
occupazionali ma anche quali profes-
sionalità serviranno e come formarle.
Il tutto va legato alle potenzialità del
porto, al sistema industriale presente
ed in evoluzione, alle esigenze dell’e-
conomia circolare”.
L’irruzione del Covid ha pesantemente
inciso sulla sanità nell’ultimo anno e
il Patto promette di contribuire a dare
risposte: “La sanità regionale è anda-
ta in affanno, anche se meno di altre
– commenta Melandri -. I tagli, la man-
canza di investimenti, la carenza di
// REGIONE
professionisti della sanità degli ultimi
decenni hanno lasciato il segno. Han-
no portato a scelte che vanno riviste:
bisogna cambiare il rapporto fra con-
centrazione e prossimità, il taglio dei
posti letto si è rivelato insostenibile, la
pandemia ci ha costretti a pensare allo
spazio e alle distanze in modo diverso.
La sanità territoriale, pur indicata da
tempo come un obiettivo, non è ancora
stata realizzata in maniera capillare. Le
case della salute non sono così diffuse,
servono ospedali di comunità, servi-
zi domiciliari sostenuti da tecnologie
avanzate. In questo contesto, il Patto
conferma: la centralità del sistema e
del governo pubblico della sanità, l’u-
niversalità del diritto alla salute e deter-
mina la necessità di tornare a investire
nel settore, sia in termini di strutture
che di programmazione e personale”.
Gli anziani sono stati le principali vit-
time della pandemia, evidenziando
un’estrema fragilità del sistema: “La
Regione in passato ha istituito, in ac-
cordo con i sindacati, il fondo per la
non autosufficienza, supplendo in par-
te alla mancanza di interventi nazio-
nali – conclude Marinella Melandri -.
La pandemia ha però fatto emergere
la fragilità del sistema di assistenza e
di presa in carico nei confronti degli
anziani. Serve un’azione più integra-
ta sul territorio che sappia rispondere
in modo progressivo, con una filiera
dell’assistenza calibrata sulle residue
autosufficienze, all’invecchiamento
della popolazione. La sfida del momen-
to riguarda le vaccinazioni”.
Riconoscimento contributivo per il part-time verticale ciclico
Nella Legge di Bilancio 2021, al com-
ma 350 dell’art 1 della legge n.178 del
30.12.2020, si prevede il riconoscimen-
to in maniera piena della contribuzione
previdenziale riferita ai periodi di lavo-
ro come part-time verticale ciclico.
Si tratta di un risultato politico impor-
tante, ottenuto attraverso la mobilita-
zione dei lavoratori che con iniziative,
presidi e tantissimi ricorsi legali negli
ultimi anni hanno indotto il Governo a
un intervento risolutivo, che permette-
rà finalmente ai lavoratori in part-time
verticale di poter accedere al pensio-
namento, considerando tutti gli anni di
lavoro al pari di tutti gli altri lavoratori.
Di fatto vengono considerati ai fini
del calcolo dell’anzianità contributiva
necessaria per acquisire il diritto alla
pensione, i periodi di sosta lavorativa.
Più precisamente, il numero delle set-
timane da assumere ai fini pensionisti-
ci si determinerà rapportando il totale
della retribuzione annuale al minimale
contributivo settimanale determinato
ai sensi dell’articolo 7, comma 1, del
decreto-legge n. 463 del 1983 (minima-
le settimanale 206,23 euro nel 2020).
// PREVIDENZA
Invece, con riferimento ai contratti di
lavoro a tempo parziale terminati pri-
ma della data di entrata in vigore della
LdB, il riconoscimento dei periodi non
interamente lavorati è subordinato alla
presentazione di apposita domanda
dell’interessato corredata da idonea
documentazione.
Su questo punto la Cgil vigilerà affinchè
la circolare dell’Inps sia coerente con la
novità normativa, consentendo a tutti
coloro che hanno svolto periodi di la-
voro in part-time verticale, di avere tale
riconoscimento.
Eroi della classe lavoratrice:al via la campagna della CgilSette volti, sette lavoratrici e lavora-
tori, per raccontare una storia iniziata
nel febbraio dell’anno scorso quando
la pandemia è entrata nelle nostre vite
sconvolgendo tutto, a partire dal lavo-
ro. La tenuta occupazionale e dei salari,
la sicurezza e la tutela della salute nei
luoghi di lavoro, tutto ciò è stato possi-
bile soprattutto grazie al contributo dei
sindacati confederali (dai protocolli di
sicurezza, al blocco dei licenziamenti,
all’attivazione della cassa integrazione e
delle indennità). Ma i veri protagonisti,
ancora una volta, sono stati i lavorato-
ri e le lavoratrici che, anche in Emilia-
Romagna, attraverso il loro impegno
quotidiano, hanno reso degna di signifi-
cato la parola lavoro. C’è chi si è trovato
in prima linea più di altri, per la natura
stessa del proprio lavoro: pensiamo al
settore socio sanitario, all’agroalimenta-
re e alla logistica, ai trasporti e ai servizi,
al commercio e all’industria. Settori e
lavoratori che non si sono mai fermati e
che hanno permesso che beni e servizi
essenziali per la popolazione non venis-
sero mai a mancare. Sono stati subito ri-
battezzati “eroi” e poi presto dimentica-
ti. Noi non dimentichiamo. E così come
Cgil regionale assieme a tutte le Camere
// INIZIATIVE
del Lavoro dell’Emilia-Romagna abbia-
mo deciso che la campagna per il tesse-
ramento 2021 dovesse essere dedicata
a loro, che dovesse essere un omaggio
a quanto hanno fatto fino a ora. Sono i
nostri “working class heroes”, proprio
come il titolo della celebre canzone di
John Lennon che abbiamo scelto come
claim della nostra campagna che ritrae
appunto sette lavoratrici e lavoratori, da
Piacenza a Rimini, negli scatti del foto-
grafo Michele Lapini (grafica a cura di
Lance Libere). Dal 15 febbraio e per un
mese potrete vedere questi volti nelle
tante strade delle nostre città, sui media
e sui social network, un grande grazie
perché se il nostro Paese ha retto, anco-
ra una volta è stato per merito loro.
“Il futuro del Paese e dell’Emilia-Roma-
gna passa dal lavoro e dalla sostenibilità
ambientale. Per questo abbiamo sotto-
scritto con la Regione e tanti altri fir-
matari il Patto per il lavoro e il clima. Al
centro, c’è la difesa dell’occupazione e la
qualità del lavoro, con l’impegno a esclu-
dere procedure di licenziamento collet-
tivo (anche attraverso l’uso preventivo
degli ammortizzatori sociali) e rafforzan-
do la tutela dei lavoratori impiegati negli
appalti - – spiega il segretario della Cgil
Emilia-Romagna Luigi Giove -. Que-
sta è la strada intrapresa dall’Emilia-
Romagna per orientare le sue scelte di
sviluppo futuro, ma questo accordo può
diventare, ora più che mai, un riferimen-
to anche per il governo nazionale”.
“La campagna di tesseramento della Cgil
rende omaggio a chi, in piena pandemia,
ha permesso e permette ogni giorno al
Paese di andare avanti in un contesto di
grandissima difficoltà – commenta Ma-
nuela Trancossi, della segreteria della
Cgil di Ravenna -. Le lavoratrici e i la-
voratori sono un elemento imprescindi-
bile per il benessere e la coesione della
società. In questo contesto la campagna
tesseramento della Cgil è un’occasione
per rafforzare ulteriormente il mondo
del lavoro e con esso le rivendicazioni
a favore dei lavoratori, delle famiglie e
dei pensionati. Le Camere del lavoro
sono sempre state operative, anche nei
mesi più difficili dell’epidemia, e si sono
attrezzate, garantendo tutte le norme di
sicurezza, per rimanere sempre un pun-
to di riferimento per i cittadini e per ac-
cogliere tutti coloro che si rivolgono al
sindacato. Il nostro impegno proseguirà
al fianco di tutti i nostri iscritti”.
Cgil Emilia Romagna e Cgil Ravenna
Incidente mortale sul lavoroLa vittima aveva appena 26 anniFare chiarezza sull'accadutoUn nuovo infortunio mortale sul lavo-
ro ha funestato il territorio di Raven-
na. Lo scorso 14 gennaio, il giovane la-
voratore Christian Vernocchi ha perso
la vita nella stazione di trasferenza di
Hera Ambiente di Cervia.
Vernocchi, appena 26 anni d’età, stava
lavorando per la ditta Ravenna Chimi-
ca, azienda del Gruppo Ciclat. Gli in-
terrogativi che accompagnano la sua
morte sono diversi, a partire dall’orario
in cui è avvenuto l’incidente e dalle ma-
novre che si svolgevano nella stazione.
La Cgil esprime profondo cordoglio e
vicinanza ai familiari della vittima.
“Ci auguriamo che le indagini della
magistratura possano fare piena luce
sulla dinamica dell’incidente e su
eventuali responsabilità – commen-
tano la Cgil e la Fp Cgil, assieme agli
altri sindacati –. Un giovane ha perso
la vita e dovremo fare tutto il possi-
bile affinché si chiarisca ogni aspetto
dell’accaduto. La sicurezza rappre-
senta una priorità assoluta e l’impe-
gno quotidiano del sindacato è fare in
modo che tragedie come questa non si
verifichino mai”.
L’impegno della Cgil
per la sicurezza
Il nuovo lutto riporta sotto i rifletto-
ri un tema, quello della sicurezza sul
lavoro, che la Cgil affronta quotidiana-
mente: “Gli infortuni che non si pos-
sono evitare, se esistono, sono raris-
simi – commenta Andrea Marchetti,
responsabile Salute e Sicurezza per la
Cgil di Ravenna -. Per evitarli occorre
innanzitutto agire sulla prevenzione,
che è un’azione continua di ricerca
e individuazione di misure di miglio-
ramento della situazione in essere.
L’approccio di alcune aziende, che si
limitano ad affermare ‘abbiamo i do-
cumenti aggiornati’, è del tutto insuf-
ficiente. Si deve poter lavorare solo in
sicurezza, con una valutazione accu-
rata di tutti i rischi presenti nell’atti-
vità lavorativa, formazione efficace,
organici adeguati, diritti per tutti con
particolare riferimento al mondo degli
appalti dove, sotto il ricatto occupa-
zionale, si ha più timore di rivendicarli
e dove il sindacato viene spesso la-
sciato ai margini”.
Marchetti sottolinea il fatto che spesso
viene effettuata una valutazione dei ri-
schi poco accurata, “a volte può esse-
re più puntuale – dice Marchetti - ma
anche in questi casi succede frequen-
temente che il modo in cui si permette
di lavorare, o si ‘auspica’ si lavori, è
un altro. La cu ltura della prevenzio-
ne non è vedere la salute e sicurezza
come un mero adempimento: valuta-
zione dei rischi, misure di prevenzione
e protezione, vigilanza continua sulla
loro applicazione devono essere effi-
cacemente attuate. Diversamente, nel
mondo del lavoro di oggi, chi coman-
da è la fretta con la gestione improv-
visata di urgenze e picchi di lavoro. In
questo contesto le regole più elemen-
tari possono saltare con conseguenze
spesso molto gravi”.
Marchetti conclude l’intervento con
una riflessione sulla sicurezza sul lavo-
ro in fase pandemica: “La lotta al Co-
vid è diventata prioritaria, ma accanto
a essa permangono altre problemati-
che. Non ci si ammala solo di Covid, i
rischi sul lavoro sono anche altri.
La pandemia sembra aver spazzato
via tutti gli altri temi, ma non è così,
tanto più che il timore dei contagi ha
radicalmente cambiato il mondo del
lavoro. Come Cgil non ci stancheremo
mai di incalzare le aziende, nella con-
sapevolezza che la sicurezza non è un
costo, ma un investimento”.
// SICUREZZA
Vittoria della Flc Cgil in tribunale:tutelate tre lavoratriciIl giudice del tribunale di Ravenna ha
dato ragione alla Flc Cgil di Ravenna
che, nel 2020, ha promosso una causa
a tutela di tre lavoratrici Ata nei con-
fronti dell’istituto di scuola secondaria
di secondo grado Ginanni e del mini-
stero dell’Istruzione.
Il sindacato ha deciso di ricorrere alle
vie legali in quanto il dirigente scola-
stico del Ginanni ha deciso di negare
a tre collaboratrici scolastiche, per gli
anni scolastici 2018/19 e 2019/20, il
diritto alla riduzione dell’orario di la-
voro a 35 ore settimanali, anziché le
36 previste.
“I lavoratori Ata hanno diritto alle ri-
duzione oraria settimanale a 35 ore –
spiega Marcella D’Angelo, segretaria
generale Flc Cgil Ravenna - quando si-
ano verificabili e verificati due presup-
posti: la scuola è aperta per almeno 10
ore al giorno, per almeno tre giorni a
settimana, e i lavoratori devono svol-
gere il proprio lavoro su più turni o
devono essere coinvolti in sistemi d’o-
rario comportanti significative oscilla-
zioni degli orari individuali”.
Le lavoratrici - che hanno voluto pro-
cedere con la causa affidandosi alla
// SCUOLA
Flc Cgil, assistita dall’avvocata Fe-
derica Moschini - avevano ottenuto
legittimamente la 35esima ora negli
anni scolastici precedenti, quando lo
stesso istituto era guidato da un altro
dirigente. Con il cambio di dirigenza le
cose sono cambiate. Il nuovo dirigen-
te, sebbene i presupposti contrattuali
per mantenere il diritto alla 35esima
ora non fossero mutati, si è ostinato a
negare il diritto alla riduzione oraria,
adducendo il fatto che le lavoratrici in
questione non svolgessero il loro la-
voro su turni e non vi fosse per loro
alcuna gravosità. L’interpretazione del
dirigente è stata respinta dal giudice,
che ha dato ragione alla Flc Cgil, ac-
certando il diritto delle tre collabora-
trici scolastiche alle 35 ore settimanali.
Il Ministero è stato condannato al
pagamento delle somme dovute con
relativi interessi per l’anno scolastico
2018/2019.
Per l’anno scolastico 2019/20, invece,
i due presupposti per la 35esima ora
sono venuti meno, considerato il pe-
riodo di sospensione delle attività do-
vuto all’emergenza Covid.
“La sentenza – conclude la segretaria
Marcella D’Angelo – ci consegna una
grande vittoria fondata sulla legitti-
mità dell’applicazione del diritto del
lavoro previsto dal contratto colletti-
vo nazionale e dell’applicazione dello
stesso. Il giudice ha rigettato le errate
interpretazioni della norma da parte
del dirigente del Ginanni e del Ministe-
ro. Il diritto del personale Ata, di svol-
gere il proprio orario di lavoro su 35
ore settimanali anziché 36, non deve
essere minimizzato riconducendolo a
una semplice riduzione di un’ora alla
settimana; ma va inserito nel contesto
lavorativo e nelle mansioni svolte. I
turni di lavoro e la gravosità degli stes-
si sono elementi indiscussi per far sì
che la macchina della scuola pubblica
lavori in efficienza”.
Carenza di personale a Poste ItalianeLa Slc Cgil proclama lo scioperoNon avendo ricevuto risposte dall’a-
zienda, la Slc Cgil ha proclamato lo
sciopero, dal 1 febbraio al 1 marzo,
di ogni prestazione straordinaria e
aggiuntiva, compresa la flessibilità
operativa del personale addetto al
recapito e il monte ore del persona-
le addetto allo sportello. Oltre a ciò,
è stato proclamato uno sciopero per
l’intera giornata del 1 marzo per tutto
il personale di Poste Italiane applicato
in Emilia Romagna.
In questi mesi la Slc Cgil ha svolto as-
semblee in ogni luogo di lavoro della
regione. Sono state svolte in presenza,
garantendo il rispetto delle normative
anticontagio, e con il collegamento da
remoto consentendo e assicurando al-
tre modalità di partecipazione.
“Coerentemente con il percorso as-
sembleare e con il mandato ricevuto
nelle assemblee – spiega la Slc Cgil -,
lo sciopero non è più rinviabile, non
avendo nessuna intenzione di rinun-
ciare alle nostre legittime rivendica-
zioni. La carenza di personale nei di-
versi ambiti aziendali continua, giorno
dopo giorno, ad assumere dimensioni
non più accettabili”.
In PCL (settore portalettere) le nuove
assunzioni tardano ad arrivare, con
numeri irrisori, con il ricorso sempre
più massiccio ai contratti a tempo de-
terminato che, nel recapito, sta met-
tendo a nudo le criticità del settore.
Nei Centri di Smistamento, l’esterna-
lizzazione delle linee di trasporto con-
tinua in modo imperterrito, insieme
alla riduzione degli organici.
In MP (settore mercato privati) le
sportellizzazioni non sono più procra-
stinabili. La mancata trasparenza per
la non pubblicazione, dopo la selezio-
ne, degli elenchi degli idonei al job-
// VERTENZE
posting, da noi più volte richiesta, crea
malumore e disorientamento tra i di-
retti interessati. L’assunzione di giova-
ni con contratto part-time “involonta-
rio” a orario ridotto, non è la soluzione
corretta da percorrere.
In provincia di Ravenna ci sono ancora
uffici postali con orari ridotti e lunghe
code, non tanto per l’emergenza sani-
taria, ma per la forte carenza di per-
sonale.
“Rispetto a questo tema – conclude
la Slc Cgil - abbiamo coinvolto anche
le istituzioni locali, con tavoli di con-
fronto con sindaci del territorio, sen-
sibili alle lamentele dei cittadini, per i
disservizi di Poste, e nei prossimi gior-
ni interesseremo anche le istituzioni
regionali. Siamo di fronte a un forte
ridimensionamento del servizio uni-
versale che, giorno dopo giorno, sta
venendo meno. Ribadiamo che, sep-
pure in una condizione difficile per il
Paese, il sindacato non può abdicare al
proprio ruolo. Insieme possiamo cam-
biare in meglio la più grande azienda
del Paese per numero di addetti, mi-
gliorando le condizioni di lavoro in
Poste. L’adesione allo sciopero diventa
fondamentale per avere una disconti-
nuità con il passato, mettendo in cam-
po una piattaforma rivendicativa che
abbia il consenso dei lavoratori di Po-
ste in Emilia-Romagna e che sia in gra-
do di migliorarne le condizioni di lavo-
ro riconoscendone la giusta dignità”.
Roberto Cornigli,
segretario generale di Slc Cgil Ravenna
Dalla Questura permessi speciali per “grave sfruttamento lavorativo”La Questura di Ravenna ha rilasciato
il permesso speciale “per grave sfrut-
tamento lavorativo” (ai sensi dell’art.
22 Testo Unico immigrazione) a due
lavoratori migranti richiedenti asilo sot-
tratti, grazie ad una attività congiunta
sindacale e istituzionale, alla condizio-
ne di sfruttamento da parte di un’orga-
nizzazione criminale attualmente sotto
processo. Inoltre, a conclusione delle
indagini condotte assieme all’Ispettora-
to del lavoro e all’Inail, su disposizione
del Gip di Forlì, la Polizia ha eseguito
un’ordinanza di custodia in carcere nei
confronti di quattro cittadini pachistani
accusati di aver reclutato i lavoratori, di
averli accompagnati al lavoro in un cli-
ma di minacce e intimidazioni, oltre ad
aver individuato e gestito i committenti.
Nella primavera 2020 l’emergenza Co-
ronavirus ha messo in grave difficoltà i
migranti braccianti agricoli che hanno
avuto sempre più difficoltà a trovare la-
voro, anche nella nostra regione. Alcuni
di loro, già prima della pandemia ave-
vano preso contatti con la Flai Cgil di
Forlì per il controllo degli stipendi e dei
contributi previdenziali (da cui è nata
un’indagine della Procura della città
romagnola). Successivamente, a pande-
mia in corso, si è attivata la Flai Cgil di
Ravenna, poiché la casa di campagna in
cui erano domiciliati si trovava a Bagna-
ra. Il sindacato e il Comune di Bagnara
hanno subito contattato le forze dell’or-
dine e attivato i servizi sociali per offrire
ai lavoratori un sostegno alimentare e la
sanificazione dei luoghi in cui vivevano.
Parliamo di più di venti lavoratori (in
gran parte pachistani e afghani, sia in
possesso di un titolo di soggiorno che
richiedenti asilo) che alloggiavano in
una grande e isolata casa di campagna.
Al mattino venivano condotti a lavorare
// DIRITTI
per raccogliere frutta e verdura o potare
gli alberi fuori dal territorio di Bagnara
(con viaggi medi di un’ora), per tornare
solo alla sera, guadagnando 50 euro al
mese e lavorando fino a 80 ore settima-
nali. Le indagini della Squadra Mobile
di Forlì hanno ricostruito un quadro di
sfruttamento da parte di un’organizza-
zione che li faceva lavorare in diverse
aziende agricole non solo dell’Emilia-
Romagna e li alloggiava senza acqua
calda, poco cibo e materassi a terra am-
massati in poche stanze. Nel casolare,
abitazione dei lavoratori ma anche sede
operativa della rete di sfruttamento, è
avvenuta la prima visita del Comune
di Bagnara, dei servizi sociali e della
Polizia locale. Erano anche presenti un
rappresentante della Flai Cgil e l’avvo-
cato incaricato di assicurare assistenza
e difesa a queste vittime del caporalato.
Attraverso il coinvolgimento della Re-
gione Emilia-Romagna, che a sua volta
ha attivato il servizio Immigrazione del
Comune di Ravenna, è stato possibile
l’ingresso di due lavoratori all’interno
di un progetto “Oltre la Strada” (siste-
ma integrato di interventi socio-sanitari
nel campo della prostituzione, del gra-
ve sfruttamento e della tratta di esseri
umani). Tra i loro diritti è previsto il ri-
lascio di un permesso di soggiorno spe-
ciale per grave sfruttamento.
Come Cgil Emilia Romagna esprimia-
mo soddisfazione per questo esito e per
l’iniziativa messa in campo, che va sem-
pre perseguita affinché i lavoratori de-
boli vengano sottratti dal giogo di nuovi
sfruttatori e di reti criminali che violano
i diritti e la dignità umana. Le associa-
zioni criminali, qualunque esse siano,
impediscono ai sindacati di esercitare le
proprie attività di promozione e tutela
dei diritti dei lavoratori e delle lavora-
trici. Per questa ragione, le organizza-
zioni confederali dell’Emilia Romagna
si sono costituite parte civile anche nel
processo di Forlì per rivendicare il ruolo
di garanzia della tutela dei diritti dei la-
voratori e delle lavoratrici. Non smette-
remo di denunciare queste situazioni e
non smetteremo di rivendicare diritti e
dignità per ogni essere umano sperando
di poter sempre contare sulle istituzioni
al fine di garantire il controllo del ter-
ritorio e la partecipazione democratica.
L'impegno della Flai Cgil contro le irregolarità in agricoltura
Incontro con l’Ausl Romagna sul piano di vaccinazioneLe Cgil di Ravenna, Forlì, Cesena e Ri-
mini hanno chiesto un incontro con la
dirigenza dell’Ausl Romagna per chia-
rire come sarà affrontato dal punto di
vista organizzativo il piano vaccinale.
Il sindacato intende ottenere risposte
dall’Ausl ad alcuni interrogativi sul-
le vaccinazioni che diverse persone
stanno ponendo agli operatori delle 78
sedi territoriali della Cgil sparse in Ro-
magna. Si tratta di domande di anziani
spesso soli e di famiglie che trovano
un punto di riferimento nel sindacato.
Le prossime settimane saranno cru-
ciali per affrontare la lotta al virus e
proteggere le fasce più deboli della po-
polazione. In questo momento la Cgil
ritiene prioritari i temi della prossimità
delle vaccinazioni, di un’informazione
precisa e capillare, della possibilità di
effettuare prenotazioni rapide, della
protezione degli assistenti familiari
(badanti) e di coloro che si occupano
dell’assistenza degli over 80.
La Cgil riconosce l’impegno che Ausl
Romagna ha assunto, assieme alle
istituzioni, sulla campagna vaccinale,
come va anche sottolineato lo straor-
dinario lavoro del personale sanitario
// SALUTE
e amministrativo dell’Ausl per far sì
che ogni passaggio sia gestito nelle
modalità migliori.
Le prossime vaccinazioni saranno il
primo vero banco di prova di una cam-
pagna vaccinale che dovrà raggiunge-
re l’intera popolazione.
“Ci sono alcuni aspetti che è impor-
tante chiarire in merito all’imminente
campagna vaccinale sulla popolazio-
ne ultra 80enne – dicono i segretari
generali dei territori -. Ci chiediamo
ad esempio se l’Ausl Romagna ha
già pensato a percorsi specifici per le
persone anziane che, pur non avendo
assistenza domiciliare, non possono
recarsi in maniera autonoma ai punti
di vaccinazione. Vanno inoltre chiarite
le procedure per effettuare le preno-
tazioni, se ci sarà una linea telefonica
dedicata e quali saranno i luoghi in cui
sarà possibile prenotarsi fisicamente
evitando assembramenti. Chiarezza
va fatta inoltre rispetto ai ‘caregiver’
o conviventi che hanno in famiglia
anziani over 80, specificando anche
se rientreranno nella priorità vaccina-
le gli assistenti familiari, le cosiddette
‘badanti’; infine sarà determinate la
prossimità del luogo in cui i vaccini
verranno effettuati e le modalità con
le quali si organizzano su tutto il ter-
ritorio romagnolo navette o mezzi di
trasporti adeguati per raggiungere i
luoghi di vaccinazione”.
“Sul piano regionale di vaccinazione
– conclude la Cgil - le organizzazio-
ni sindacali sono state positivamente
coinvolte: è necessario proseguire il
confronto sui territori. La Cgil, con la
presenza capillare delle Leghe Spi, può
svolgere un ruolo proattivo e di soste-
gno in questa fase cruciale”.
APPAppunti dal LavoroPeriodico della Cgil
provinciale di Ravenna
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Michela Serventi
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Alide Brunetti
Stampa
Centro Stampa Cgil
Si ringrazia
per la collaborazione
Andrea Marchetti
Manuela Trancossi
Registrato nel Tribunale
di Ravenna
Distribuzione gratuita
Gli approfondimenti
sono consultabili sul sito
www.cgilra.it
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Basta alla propaganda in favore del
fascismo e del nazismo. Lo Spi Cgil
aderisce all’iniziativa del sindaco
di Stazzema, Maurizio Verona,
che ha lanciato una campagna
di raccolta firme per presentare
alle Camere una proposta di
legge di iniziativa popolare che
prevede pene severe a chi si rende
colpevole di propaganda delle
ideologie fasciste e naziste con
qualunque mezzo di diffusione e
l’aggravante di diffusione in rete,
e della produzione e la vendita
di oggetti celebrativi dei regimi
fascista e nazista.
Per avere successo l’iniziativa
// SPI CGIL
Una legge di iniziativa popolare contro la propaganda fascista e nazista. Servono 50mila firme entro il 31 marzo
partita dalla Toscana dovrà
raccogliere 50 mila firme entro
il prossimo 31 marzo. Per
dare il proprio contributo alla
riuscita dell’iniziativa i cittadini
devono recarsi nel loro Comune
di residenza e sottoscrivere
la proposta di legge. La legge
attraverso il ripudio
della memoria e allo
stravolgimento della storia
provano a minare la base della
nostra democrazia che è la nostra
Costituzione – commenta il
segretario generale dello Spi Cgil,
Ivan Pedretti -. Il nostro sindacato
è sempre stato in prima linea nelle
battaglie di civiltà ed è per questo
che invito tutte le iscritte e tutti
gli iscritti allo Spi Cgil ad aderire.
Facciamo sentire forte la nostra
voce antifascista perché una volta
per tutte il fascismo e il nazismo
vengano condannate con una
legge che nasce dal basso.
L’Assemblea Generale della
Cgil di Ravenna ha approvato
un ordine del giorno in cui
sottolinea di trovare inaccettabile
l’astensione dell’Italia e dei Paesi
dell’Unione Europea in merito
alla risoluzione Onu approvata
contro la glorificazione del
nazismo, il neonazismo e altre
pratiche che contribuiscono ad
alimentare razzismo e xenofobia.
Nel novembre 2020, la terza
commissione dall’assemblea
generale Onu ha discusso di
diverse situazioni nelle quali si
sarebbe verificato il mancato
rispetto dei diritti umani anche
con la presenza in Parlamento
di rappresentanze di movimenti
// CAMERA DEL LAVORO
neonazisti. La risoluzione è stata
approvata con 122 voti, ma con
la contrarietà degli Stati Uniti e
Ucraina e l’astensione dell’Italia e
dell’intera UE, oltre a Australia e
Giappone.
L’Assemblea Generale della Cgil
di Ravenna ritiene che tematiche
di tale rilevanza politica e
valoriale, sancite dalla nostra
Costituzione, non debbano essere
oggetto né di tatticismi, né di
strumentalizzazioni e debbano
anzi rappresentare con chiarezza
il punto di riferimento per tutti i
Governi mondiali.
La Cgil di Ravenna considera la
presenza negli arsenali anche
italiani di armi nucleari, una
Ordine del giorno a sostegno della campagna “Italia ripensaci”
intende introdurre “norme contro
la propaganda e la diffusione di
messaggi inneggianti a fascismo e
nazismo e la vendita e produzione
di oggetti con simboli fascisti e
nazisti”.
“Siamo di fronte a nuovi razzismi,
nazionalismi, sovranismi che
grave minaccia per la pace e
per la sicurezza internazionale
e un grave errore dell’Italia non
aver aderito al Trattato sulla
proibizione delle armi nucleari.
La Cgil di Ravenna fa appello
alla Cgil nazionale e regionale
per aderire alla campagna di
mobilitazione “Italia ripensaci”,
promossa dalla Rete italiana per
il disarmo e da Senzatomica,
affinché anche l’Italia ratifichi
il Trattato e ne recepisca le
prescrizioni.