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Università degli Studi di Catania
Facoltà di Scienze Politiche A.A.2003-2004
Sociologia della comunicazionea cura di Graziella Priulla e Mariaeugenia Parito
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Modulo I
Codici e linguaggi
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Argomenti
- Definizioni e assiomi generali- Tipi di comunicazione- Caratteri della comunicazione- Comunicazione verbale e non
verbale- Elementi della comunicazione
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Le discipline della comunicazione
E’ solo a partire dalla metà del ‘900 che la comunicazione viene assunta come oggetto di studio autonomo da parte di discipline specifiche.
La teoria dell’informazione fornisce gli strumenti per misurare l’informazione trasmessa;
L’informatica studia i metodi e le tecniche di elaborazione automatica dell’informazione e della comunicazione;
La semiotica (scienza dei segni) studia i fondamenti dei processi di comunicazione e la natura dei linguaggi;
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Le discipline della comunicazione
La massmediologia studia i mezzi di comunicazione di massa e il loro rapporto con la sfera sociale e culturale;
La linguistica (che ha origini più remote) studia il linguaggio verbale e le sue manifestazioni nelle lingue naturali;
La narratologia analizza l’attività di raccontare e comprendere storie.
L’elenco potrebbe continuare, fino a comprendere molte branche delle discipline psicologiche e alcune specializzazioni della politologia (ad esempio, l’analisi del linguaggio politico).
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Alcuni concetti centrali…
Significazione: - condizione di ricchezza di senso
Informazione: - trasmissione di segni - riduzione d’incertezza
Comunicazione: - lavoro di produzione e di
percezione di senso
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Alcuni assiomi della comunicazione (Watzlawick)
- Non si può non comunicare- In ogni comunicazione ci sono
aspetti verbali e aspetti non verbali- In ogni comunicazione c’è un
aspetto di contenuto e un aspetto di relazione
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Tipi di comunicazione
Per frequenza : - discontinua, episodica; - seriale, abituale - continua, routinizzataPer estensione: - extrapersonale (meccanica, tecnologica); - intrapersonale (interiore); - interpersonale: - binaria - di gruppo - globale.
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Caratteristiche del processo comunicativo
- La comunicazione è un processo circolare: gli eventi non hanno andamento lineare, ma ciascuno fa parte di un continuum in cui ogni segmento è effetto dello stimolo e stimolo alla fase successiva.
- Gli scambi di comunicazione sono simmetrici o complementari: simmetrici quando gli attori tendono a un rapporto paritetico(es. medico/medico); complementari quando uno dei soggetti assume una posizione superiore e invita l’altro ad assumere la posizione inferiore (es. medico/paziente).
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Comunicazione interpersonale
Nella comunicazione tra le persone si utilizzano- - messaggi verbali: ciò che si dice;
- - messaggi paraverbali: modulazioni della voce, - inflessioni, pause, ritmi
- - messaggi non verbali: distanze- contatti corporei- posture e movimenti- gestualità- espressioni del volto- sguardi- abbigliamento, trucco-
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Caratteri distintivi
Comunicazione non verbale
- in gran parte inconsapevole, non intenzionale e non controllabile
- fornisce informazioni sul soggetto che la esprime
- è ambigua - è fondamentale nelle
relazioni
Comunicazione verbale
- consapevole e intenzionale
- fornisce informazioni sugli argomenti espressi
- è poco rilevante nelle relazioni
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Prossemica: lo spazio fisico della comunicazione
Le persone comunicano con il modo di gestire lo spazio.
Elementi da considerare: - la distanza tra gli interlocutori - l’orientazione (la posizione reciproca delle
persone) - il modo di muoversi nell’ambiente - l’organizzazione dello spazio e degli oggetti
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La prossemica: le distanze che comunicano
La distanza che le persone assumono è indice dei loro rapporti sociali e dei loro sentimenti reciproci.
Può essere (E.Hall) - intima - personale - sociale - pubblica
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La cinesica: comunicare con i gesti
Categorie di gesti: - emblematici (emessi intenzionalmente, spesso
convenzionali)
- illustratori ( a commentare il linguaggio verbale)
- regolatori ( a sincronizzare gli interventi)
- indicatori ( di stati d’animo)
- adattatori (a regolare la propria posizione rispetto ad altre persone o agli oggetti)
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Condizioni emotive e gestualità
Inibizione: movimenti di ritiro-stereotipati-immotivati
Depressione: movimenti scarsi-evitanti-nascosti-lenti-ritratti
Euforia: movimenti rapidi-ostentati-enfatici-bruschi
Ambivalenza: movimenti oscillatori
Ansietà: movimenti irrequieti-agitati-tormentati
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Espressioni del volto
Indicano: caratteristiche della personalità
(tipiche e costanti)
emozioni (entro 7 tipi principali:
felicità, sorpresa, interesse, paura, tristezza, disgusto, collera)
reazioni di interattività (alla comunicazione altrui o al contesto)
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Lo sguardo
Diretto
Alla fine di un’espressione altrui = rinforzo
Durante espressioni proprie = enfatizzazione
Mentre si pongono domande = invito alla confidenza
Prolungato = gradimento, invito oppure minaccia
Indiretto, sfuggente
Segnala ansia, imbarazzo, insincerità, paura
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Anche la comunicazione non verbale si apprende
Differenze culturaliAlcuni esempi: Espressioni del viso: i giapponesi le controllano,
ad esempio usano la risata per nascondere rabbia o dolore
I popoli mediterranei manifestano più liberamente le emozioni.
Distanza: i popoli nordici parlano a distanza maggiore rispetto agli altri.
Sguardo: due arabi che conversano si guardano di più rispetto a due inglesi o due americani.
Contatto: gli arabi ( e in parte gli italiani e altri popoli mediterranei) si toccano mentre discutono.
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Elementi della comunicazioneModello informazionale
(modello Shannon – Weaver, 1949)
Codifica Decodifica
Emittente Messaggio Canale Messaggio Ricevente
Rumori
Codice
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Elementi della comunicazione(modello di Jakobson, 1966)
Codifica Decodifica
Emittente Messaggio Canale Messaggio Ricevente
Rumori
Codice
Contesto
Referente
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Per Jakobson
L’emittente invia al destinatario (o ricevente) un messaggio organizzato attraverso un codice che permette al primo di codificarlo e al secondo di decodificarlo. Perché la trasmissione abbia luogo è necessario un canale di collegamento, attraverso cui si crea un contatto. La comunicazione è inserita in una realtà fisica, sociale e culturale che viene detta contesto.
L’oggetto cui il messaggio si riferisce è il referente.
Il destinatario diventa a sua volta emittente di una risposta, che viene definita feedback.
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Il contesto
E’ determinato da Luogo (casa, scuola, strada, ecc.)
Tempo (climatico e sociale)
Situazione (familiare, amicale, professionale, ecc.)
Ruoli (madre/figlia, insegnante/studente, ecc.)
Persone (comportamenti, abitudini, ecc.)
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Emittenti e riceventi
Variano a seconda del tipo di comunicazione:
dalla situazione diadica (uno a uno) o di gruppo (uno a pochi) della comunicazione interpersonale
(anche tecnologizzata), alla situazione moderna dei mezzi di
comunicazione di massa (da un’organizzazione a molti).
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Trasformazioni
Nelle comunicazioni di massa emittenti e riceventi vengono “ trasformati” in vario modo
Comunicazione delegataUn messaggio può contenere una rappresentazione sia
dell’emittente che del destinatarioE.reale E.rappresentato R.rappresentato
R.reale
Modelli In ogni messaggio è implicita un’idea di emittente e
un’idea di destinatario
E.reale E.modello R.modello R.reale
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Il codice=un insieme di corrispondenze
tra Il piano
dell’espressione:
Il significante(concreto, sensibile) Nel semaforo: luce rossa
Il piano del contenuto:
Il significato(astratto, pensabile) Nella nostra
coscienza: vietato passare
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Tipi di codici
ChiusiAd un significante
corrisponde uno e un solo significato
Es. codice della strada
Aperti Ad un significante può
corrispondere un numero variabile di significati
Ogni significato può avere più significanti
Es. lingua italiana
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L’intreccio dei codici
Ad esempio, immagine e scrittura
Un messaggio linguistico che conviva con un messaggio visivo può servire a
- selezionare: quale parte dell’immagine è più pertinente?
- aggiungere: un nuovo significato all’immagine - combinare: l’unione crea un nuovo significato
che i due significanti isolatamente non possedevano.
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Un codice può essere analizzato da tre punti di vista:
- sintattico: studio delle relazioni e delle combinazioni di un segno con l’altro
- semantico: studio delle relazioni tra segni e referenti
- pragmatico: studio delle relazioni tra i segni e il contesto (interlocutori e ambiente)
Campi disciplinari
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Che cos’è un segno?(Tommaso D’Aquino:“qualcosa a noi manifesto
che ci conduce a qualcosa di nascosto”)
Per De Saussure
È l’unione di un significante e di un significato
Per Peirce
Ha tre facce: il veicolo segnico, il senso e il referente
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Tipi di segni
Rispetto al rapporto con l’oggetto di riferimento Peirce propone di dividere i segni in
- Indicali: rapporto di contiguità o di causalità con ciò di cui si parla
- Iconici: rapporto di somiglianza con ciò di cui si parla
- Simbolici: rapporto culturale (convenzionale, arbitrario) con ciò di cui si parla
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Livelli di decodifica dei segni
Significato denotativo: principale, o centrale; in genere collettivoEs. casa=abitazione umana
Significato connotativo: aggiunta ulteriore; in genere personale, spesso emotivaEs. casa= calore, affetti
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Codifica (elaborazione del messaggio)
e decodifica (interpretazione del messaggio)
Possono essere discordanti per:- assenza di codice comune- disparità di codici e sottocodici- interferenze circostanziali- delegittimazione dell’emittente- assenza di volontà di comunicare
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Tipi di linguaggi
Analogico
Significanti continuiSpesso in rapporto
di somiglianza
Vi passa l’aspetto della relazione
Digitale (o numerico)
Significanti discretiIn rapporto
convenzionale
Vi passa l’aspetto del contenuto
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La comunicazione umana(P.Watzlawick, 1967)
Gli esseri umani comunicano sia in maniera digitale che in maniera analogica.
Il linguaggio digitale ha una sintassi logica assai complessa e di estrema efficacia, ma manca di una semantica adeguata al piano della relazione.
Il linguaggio analogico ha la semantica ma non ha una sintassi adeguata per definire in modo non ambiguo la natura delle relazioni.
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SISTEMA LINGUISTICO -
VERBALE
SISTEMA PER IMMAGINI
ELABORAZIONEdell’emittente
CODIFICA ELABORAZIONEdel ricevente
sequenziale(successiva – temporale)
simultanea(contemporanea -
spaziale)
digitale
analogica
uditiva - sequenziale
visiva - simultanea
Pensare per immagini,pensare per parole
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La lingua
E’ forma della comunicazione verbale umana, che si realizza presso una comunità spazio-temporalmente definita.
Ha una realtà insieme psicologica e sociale, in grado di consentire l’espressione del pensiero e la sua comunicazione ad altre persone.
Nella sua realizzazione produce atti (parlati o scritti).
L’insieme strutturato degli elementi e delle regole per il suo uso corretto consente il doppio itinerario dal testo al senso e dal senso al testo.
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Funzioni della comunicazione (per Jakobson)
Emotiva (o Espressiva) – centrata sull’emittente
Conativa – centrata sul riceventeReferenziale – centrata sul significatoFàtica – centrata sul contattoMetalinguistica – centrata sul codicePoetica – centrata sul significante
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Un esempio: la pubblicità
Funzioni (spesso coesistenti) espressiva: l’azienda espone aspetti di sé e
del prodotto fàtica: si scelgono canali e orari adeguati,
musiche e testimonial identificativi, ecc. poetica: la gradevolezza del messaggio referenziale: le caratteristiche del prodotto conativa: si cerca di convincere a comprare metalinguistica: alcuni elementi indicano
che il messaggio è pubblicitario
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La comunicazione è un processo cooperativo
Comunicare è un’attività che postula delle precondizioni:
motivazioni e disponibilità - competenze : abilità conoscenze- presupposizioni (quello che viene dato per
scontato e non è esplicitato) : semantiche valoriali pragmatiche
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Processo / sistema
Ogni elemento di una comunicazione si pone all’intersezione di due assi:
- l’asse del processo (o del sintagma), costituito dagli elementi che gli sono contigui, ossia lo precedono e lo seguono (ad es., nel linguaggio culinario, primo piatto-secondo piatto-frutta-dolce)
- l’asse del sistema (o del paradigma), costituito dagli elementi che gli sono funzionalmente simili e tra cui si sceglie, secondo una ramificazione: nell’esempio riso (in bianco o col ragù?) pasta (come?)-minestra (come?).
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Comunicazione = inferenza
Comunicare significa offrire indizi al nostro interlocutore e trarre inferenze dagli indizi che lui offre.
E’ un processo implicito e veloce, per cui in genere ci fondiamo su:
- il contesto - ciò che sappiamo dell’interlocutore - ciò che sappiamo delle sue
conoscenze - ciò che pensiamo lui pensi di noi.
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Anche l’ascolto è attivo
Il ricevente compie un lavoro, la cui qualità rende più o meno “buono” l’ascolto.
Alcune regole:- quel che percepisci dipende dal tuo punto di vista. Per
riuscire a vedere il tuo punto di vista, devi cambiare punto di vista.
- Se vuoi comprendere quel che un altro sta dicendo, devi assumere che ha ragione e chiedergli di aiutarti a vedere le cose dalla sua prospettiva.
- Le emozioni sono strumenti conoscitivi fondamentali. Informano non su ciò che si vede, ma su come si guarda.
- Un buon ascoltatore è un esploratore di mondi possibili.- Un buon ascoltatore è capace di autoironia.
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Il feed – back = retroazione
Può essere considerato un fattore di controllo della comunicazione, perché consente di verificare l’effetto che i messaggi producono su chi li riceve.
Il feed-back positivo è un messaggio di conferma: “tu esisti e sono d’accordo con te”
Il feed-back negativo è un messaggio di negazione o di critica: “tu esisti, ma non sono d’accordo con te”
La disconferma è un tipo patologico di comunicazione perché risponde senza prendere in considerazione l’altro. In sostanza significa: “tu non esisti”
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La punteggiatura
Il diverso modo di “scandire” una stessa sequenza di eventi è alla radice di molti conflitti comunicativi e di incomprensioni.
Se la comunicazione è un processo circolare, sono gli interlocutori che attribuiscono valore di inizio a un punto qualunque del processo comunicativo.
La scelta può non coincidere.(es., moglie e marito: “brontolo perché tu non mi
ascolti mai”; “non ti ascolto perché brontoli sempre”.)
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La teoria degli atti comunicativi
(J.Austin, 1962; J.Searle, 1969)
Il significato del linguaggio sta nel suo uso.
Attraverso il linguaggio gli individui non producono principalmente una descrizione del mondo, ma compiono un’azione all’interno del mondo.
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Atti comunicativi
Attraverso un enunciato si può
- asserire qualcosa : atto locutivo = dire - compiere un’azione : atto illocutivo
=fare - ottenere un effetto : atto perlocutivo =
influire
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Strategie enunciative
Il soggetto dell’enunciazione può - manifestarsi come tale - occultarsi per - dare l’impressione
dell’oggettività - prendere le distanze
dall’enunciato