Post on 01-May-2015
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L’osservazione nella ricerca educativa
Roberto Trinchero
Università degli studi di Torino
roberto.trinchero@unito.it
Slides disponibili su www.edurete.org
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Vedere, guardare, osservare
Vedere: non intenzionale, non sistematico
Guardare: intenzionale, non sistematico Osservare: intenzionale, sistematico
Trinchero R. (2002), Manuale di ricerca educativa, Milano, Angeli.
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Osservazione
“Una rilevazione di informazioni intenzionale e rigorosa. […] Implica un guardare selettivo, secondo ipotesi, finalizzato a rilevare informazioni in modo valido e costante.” (C. Coggi)
Prellezo J.M., Malizia G., Nanni C., Dizionario di Scienze dell‘Educazione, LAS, Roma, 2008.
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Osservazione
L’osservazione comporta (C. Coggi): La presenza di un osservatore
adeguatamente formato Un contesto scelto con attenzione Un oggetto da osservare ben
delimitato Strumenti idonei e coerenti
Prellezo J.M., Malizia G., Nanni C., Dizionario di Scienze dell‘Educazione, LAS, Roma, 2008.
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Temi legati all’Osservazione«Il problema fondamentale dell’osservazione è l’oggettività. A questa oggettività ci si accosta attraverso il mondo interno dell’osservatore, che non va inteso come un registratore indifferente di eventi, ma un insieme di pensieri e di sentimenti che entrano nel processo cognitivo e il cui codice di lettura può essere ampio, aperto alle possibilità e al diverso o viceversa, chiuso e pregiudicante. L’osservazione è dunque apertura alla problematicità e alla possibilità, alla sospensione del giudizio, intendendo con questi termini la capacità di cogliere i segni inviati dall’oggetto, di percepire l’oggetto come processo, come realtà in divenire che cresce nel tempo e nel tempo si arricchisce di significati e di nuove possibilità interpretative. L’osservazione implica un atteggiamento libero della mente capace di accettare il mutamento, l’evoluzione dell’oggetto, l’evoluzione della mente dell’osservante, comporta l’accettazione del nuovo, la tolleranza dell’ignoto, l’apertura al futuro e, insieme, l’esperienza del passato, la memoria e il ricordo che si arricchiscono nella continuità dell’esperienza».
Bion W. R. (1972), Apprendere dall’esperienza, Roma, Armando.
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Osservazione
Osservazione come metodo di ricerca → Ricerca osservativa
Osservazione come tecnica di ricerca → Rilevazione mediante osservazione
Trinchero R. (2002), Manuale di ricerca educativa, Milano, Angeli.
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Osservazione come metodo
Wright H. F. (1960), Observational child study, in P. H. Mussen (Ed.), Handbook of Research Methods in Child Development. New York: Wiley, 1960.
Aureli T. (1997), L’osservazione del comportamento del bambino, Bologna, Il Mulino.
Contrapposto agli studi sperimentali Mira a studiare gli eventi “così come si
presentano in natura”: Fornendo una base descrittiva ampia e
completa del comportamento Cogliendo la significatività di tale
comportamento Rendendo conto dell’effettivo manifestarsi
del comportamento nella vita reale
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Osservazione come tecnica di rilevazione dei dati
Un insieme di procedure, che utilizzano determinati strumenti, volte a rilevare dati che devono essere validi ed attendibili
Mira a produrre dati con vari livelli di strutturazione, volti a: descrivere oggetti e contesti, spiegare fattori sulla base di altri fattori comprendere le “buone ragioni” alla base dell’agire
dei soggetti
Trinchero R. (2002), Manuale di ricerca educativa, Milano, Angeli.
Aureli T. (1997), L’osservazione del comportamento del bambino, Bologna, Il Mulino.
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L’influenza dei modelli dell’osservatore
Ciò che osserviamo esiste realmente o è una nostra rappresentazione?
Osservare senza modelli espliciti ci espone al rischio di vedere le cose secondo numerosi modelli impliciti (Gallino)
Gallino L. (1987), L'attore sociale. Biologia, cultura e intelligenza artificiale, Torino, Einaudi.
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Esempio
L’uomo in questa foto sta per commettere una rapina.
Guardate la scena per qualche secondo.
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Eventi
1 42 3 5
Quale di questi uomini è l’autore della rapina?
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Un possibile processo di ricerca osservativa
1. Dichiarare gli obiettivi dell’osservazione → Perché vogliamo osservare?
2. Dichiarare le attese dell’osservatore (ipotesi) → Cosa ci aspettiamo di osservare?
3. Definire gli elementi da osservare → Cosa vogliamo osservare?
4. Definire i contesti di osservazione → Dove vogliamo osservare?
5. Definire le tecniche e gli strumenti di osservazione → Come e con che cosa vogliamo osservare?
6. Controllare validità e attendibilità dei dati rilevati → Come possiamo controllare di aver osservato proprio ciò che ci serviva, senza distorsioni?
7. Analizzare i dati → Cosa abbiamo imparato dall’osservazione?
Trinchero R. (2002), Manuale di ricerca educativa, Milano, Angeli.
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1. Dichiarare gli obiettivi dell’osservazione
Quattro tipologie di obiettivi: Descrivere una situazione osservata
attraverso parametri statistici (quanti …) Spiegare fattori sulla base di altri fattori Descrivere una situazione osservata
identificandone le caratteristiche distintive (quali …)
Comprendere le “buone ragioni” alla base dell’agire dei soggetti
Ricerca standard
Ricerca interpre-tativa
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Esempi di obiettivi
A. Descrivere le dinamiche di integrazione degli allievi della classe X
B. “Stabilire se esiste una relazione tra grado di integrazione in classe ed atti di bullismo subiti”
C. “Comprendere le ‘buone ragioni’ che portano un soggetto ad essere isolato dal resto della classe”
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Tutto si può osservare? Eventi (ciò che è successo, di cui il soggetto è
testimone) Dati personali (ciò che il soggetto è o è stato) Comportamenti (ciò che il soggetto fa o ha fatto) Scelte (opinioni/preferenze/intenzioni) (ciò che il
soggetto sceglie o ha scelto) Atteggiamenti (ciò che il soggetto pensa o ha
pensato a proposito di …) Conoscenze/Abilità (ciò che il soggetto sa/sa fare) Credenze (ciò che il soggetto è convinto di
sapere, anche senza averne riscontro oggettivo) Vissuti (ciò che il soggetto “sente” internamente:
stati d’animo, emozioni, sentimenti)
Astratto
Concreto
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2. Dichiarare le attese dell’osservatore (ipotesi)
Le ipotesi sono sempre espresse in forma assertiva (es. “Gli allievi che hanno più relazioni sociali in classe subiscono meno atti di bullismo”)
Anche negli studi “esplorativi” possono entrare in gioco numerose ipotesi implicite
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Esempi di ipotesi
A. “Le dinamiche di integrazione nella classe X fanno riferimento ai seguenti comportamenti: Svolgere attività con i compagni Parlare di sé con i compagni …”
B. “Esiste una relazione tra integrazione dell’allievo in classe ed atti di bullismo che subisce”
C. “Le ‘buone ragioni’ che portano un allievo ad isolare un compagno sono: Avere interessi diversi dai propri Appartenere ad un’etnia diversa …”
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3. Definire gli elementi da osservare
Se ricerca standard: Isolare i fattori presenti nelle ipotesi Dare a ciascun fattore presente
nell’ipotesi una definizione operativa → individuare gli indicatori osservabili dello stato assunto dai fattori
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Definizione operativaIpotesi: A. “Le dinamiche di integrazione nella classe X fanno
riferimento ai seguenti comportamenti: Svolgere attività con i compagni Parlare di sé con i compagni …”
Fattori Indicatori Elementi da osservare
Svolgere attività con i compagni
Partecipare attivamente ai lavori di gruppo in classe
Il soggetto partecipa attivamente ai lavori di gruppo in classe
Fare insieme i compiti Il soggetto fa i compiti insieme ai suoi compagni di classe
Giocare insieme durante l’intervallo
Il soggetto gioca con i compagni durante l’intervallo
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3. Definire gli elementi da osservare
Se ricerca interpretativa: Isolare i concetti presenti nelle ipotesi Dare a ciascun concetto presente nelle
ipotesi una definizione concettuale → dichiarare cosa si intende con quel concetto
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Definizione concettualeIpotesi: C. “Le ‘buone ragioni’ che portano un allievo ad isolare un
compagno sono: Avere interessi diversi dai propri Appartenere ad un’etnia diversa …”
Concetto Definizione Elementi da osservare
Avere interessi diversi dai propri
Non avere lo stesso modo di vestire
Abbigliamento dei soggetti che abitualmente si frequentano tra di loro
Non ascoltare la stessa musica
Musica ascoltata dai soggetti che abitualmente si frequentano tra di loro
Non fumare durante l’intervallo
Soggetti che fumano durante l’intervallo
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4. Definire i contesti di osservazione
Popolazione di riferimento Campione preso in considerazione Tempo/Luogo dove si osserva il
campione oggetto di osservazione L’unità di rilevazione è sempre il singolo
soggetto
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5. Definire le tecniche e gli strumenti di osservazione
Tre livelli di strutturazione: Osservazione strutturata Osservazione semi-strutturata Osservazione a bassa
strutturazione
Ricerca standard
Ricerca interpre-tativa
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Osservazione strutturata
Tecnica: Osservazione strutturata tramite check list
Strumento: check list
Item Anna Francesca Mario
Il soggetto partecipa attivamente ai lavori di gruppo in classe
1 si
2 no
1 si
2 no
1 si
2 no
Il soggetto fa i compiti insieme ai suoi compagni di classe
1 si
2 no
1 si
2 no
1 si
2 no
Il soggetto gioca con i compagni durante l’intervallo
1 si
2 no
1 si
2 no
1 si
2 no
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Osservazione strutturata
Tecnica: Osservazione strutturata tramite scala di valutazione
Strumento: scala di valutazione
Item Anna Francesca Mario
Il soggetto partecipa attivamente ai lavori di gruppo in classe
1 quasi mai
2 a volte
3 spesso
1 quasi mai
2 a volte
3 spesso
1 quasi mai
2 a volte
3 spesso
Il soggetto fa i compiti insieme ai suoi compagni di classe
1 quasi mai
2 a volte
3 spesso
1 quasi mai
2 a volte
3 spesso
1 quasi mai
2 a volte
3 spesso
Il soggetto gioca con i compagni durante l’intervallo
1 quasi mai
2 a volte
3 spesso
1 quasi mai
2 a volte
3 spesso
1 quasi mai
2 a volte
3 spesso
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Osservazione strutturata Tecnica: osservazione strutturata tramite schema di
codifica Strumento: schema e foglio di codifica
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Osservazione semi-strutturata
Tecnica: Osservazione semi-strutturata tramite griglia di osservazione
Strumento: griglia di osservazione
Item Anna Francesca Mario
Abbigliamento
Musica ascoltata
Abitudini di fumo nell’intervallo
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Osservazione semi-strutturata
Tecnica: Osservazione semi-strutturata tramite specimen
Strumento: scheda per la registrazione di specimen
Esempio di scheda per la registrazione di specimen
osservatore Gianni Pistini dalle 11,15 alle 11,30 del 9/2/2000 luogo aula informatica allievi Maria Rossi, Teresa Bianchi
MR cerca di fare un disegno con Paint, ma le linee vengono tutte storte e lei si lamenta perché le vorrebbe diritte. TB si avvicina e cerca di aiutarla, ma invano. TB ha un’idea, chiude Paint, apre Word e comincia a tracciare linee con lo strumento di grafica. MR e TB disegnano così una casa con giardino.
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Osservazione semi-strutturata Tecnica: osservazione semi-strutturata tramite episodi
aneddotici Strumento: scheda per la registrazione di episodi
aneddoticiEsempio di episodio aneddotico (anectodal records, a.r.)
numero 1 allievo Mario Rossi data 2/2/2000 ora 10,55 osservatore Gianni PistiniSituazione: la classe sta svolgendo attività di gruppo (gruppi di 2-3 allievi) e lavora il legno con il traforo.Episodio: Gino chiede più volte a Mario di poter usare la lima, ma Mario non gliela lascia. Gino si arrabbia e insulta Mario che reagisce con un schiaffo.
Esempio di scheda riassuntiva di episodi aneddotici
allievo Mario Rossi dal 2/2/2000 al 9/2/2000 num. osserv. 12 osservatore Gianni PistiniInformazioni ricavate da: osservazione di attività pratiche in classe.Conclusioni preliminari: Mario è considerato un ragazzino violento, ma da quanto emerge dall’osservazione reagisce solo se provocato.Ipotesi di intervento: spiegare a Mario che può rispondere alle provocazioni anche senza usare la violenza.Ulteriori approfondimenti: altri a.r., colloquio con l’allievo.
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Osservazione a bassa strutturazione
Tecnica: Osservazione esperienziale Strumenti: diario, diario di bordo,
videocamera
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6. Controllare validità e attendibilità dei dati rilevati
La rilevazione è valida → se rilevo proprio ciò che mi prefiggevo di rilevare quando ho dichiarato i miei obiettivi
La rilevazione è attendibile → se in una seconda rilevazione, a parità di condizioni iniziali, il risultato della rilevazione è lo stesso
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Minacce alla validità Perdere di vista le finalità dell’osservazione Non distinguere i fatti dalle proprie interpretazioni Assumere un atteggiamento valutativo Non tenere sotto controllo il proprio atteggiamento
emotivo Non tenere sotto controllo le proprie aspettative Non tenere sotto controllo gli “effetti alone” Non rapportare i comportamenti alla “cultura” del gruppo Non tenere conto di possibili fattori di disturbo Non calibrarsi con l’auto-osservazione Effettuare sessioni quando non si è in buone condizioni
psicofisiche
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Minacce all’attendibilità
Non annotare in modo accurato ciò che accade
Limitarsi all’annotazione di comportamenti Non offre sufficienti informazioni contestuali e
temporali Non adottare prospettive diverse nella
rilevazione Non tenere conto della reattività dei soggetti
(“effetto Hawtorne”)
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7. Analisi dei dati
Costruzione della matrice dei dati ed analisi statistica
Riduzione, codifica e rappresentazione degli asserti emersi
Ricerca standard
Ricerca interpre-tativa
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Matrice dei dati
Raggruppa i dati raccolti con tecniche ad alta strutturazione e consente l’applicazione di tecniche statistiche tramite software appositi (es. JsStat: www.edurete.org/jsstat)
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Concetto
Relazione
Asserto
“Le relazioni sono rappresentate da archi orientati”
Mappe concettuali
Riassumono gli asserti annotati sul campo in un’unica rappresentazione descrittiva
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Controllo delle ipotesi
Tramite tecniche statistiche bivariate
Tramite la divisione degli asserti in “asserti che confermano le ipotesi” e “asserti che confutano l’ipotesi”
Ricerca standard
Ricerca interpre-tativa
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Fine
roberto.trinchero@unito.it
Questa presentazione è disponibile su
www.edurete.org