9 Prefazione
11 Indroduzione
13 CAP. 1 L’equilibrio nelle attività didattiche
21 Unità di apprendimento n. 1 Le bugie equilibrate
41 Unità di apprendimento n. 2 Parole in equilibrio
81 Unità di apprendimento n. 3 L’equilibrio dei colori
91 Unità di apprendimento n. 4 Gli equilibristi
109 Unità di apprendimento n. 5 Alla ricerca dell’equilibrio
133 Unità di apprendimento n. 6 L’equilibrio naturale
151 CAP. 2 L’equilibrio tra bambini
159 CAP. 3 L’equilibrio tra insegnanti e bambini
167 CAP. 4 L’equilibrio tra insegnanti e genitori
191 CAP. 5 L’equilibrio tra insegnanti
197 Appendici
229 Bibliografia
I n d i c e
Mi sono occupato per anni, insieme a Elena Falaschi, di retroazione e omeo-stasi nei sistemi, di equilibri, ruoli e stabilità nei gruppi classe. Un libro come questo, sull’equilibrio applicato alle unità di apprendimento e alle relazioni tra le persone che con la scuola hanno a che fare, non poteva, quindi, sorprendermi più di tanto.
Ma nel testo vi sono almeno quattro elementi fondamentali che mi hanno fortemente coinvolto, sui quali la riflessione pedagogica dovrebbe attentamente soffermarsi alla scoperta o riscoperta di una scuola intonata al terzo millennio.1. Il primo è rivolto agli insegnanti, e non potrebbe essere diversamente. Elena
Falaschi esemplifica in modo «magistrale» la didattica come arte creativa; ricca, peraltro, di elementi scientifici e di strumenti di rilevazione e di valutazione accorti e oggettivi. Nelle sei Unità di apprendimento presentate e sviluppate si colgono valori pedagogici di grande spessore che prevedono il sistematico coinvolgimento dei bambini, l’analisi e la ristrutturazione dei contesti di ap-prendimento, una metodologia di lavoro che può tradursi in profonda innova-zione didattica recuperando e sistematizzando le buone prassi della pedagogia tradizionale. In particolare, l’Unità di apprendimento n. 2 Parole in equilibrio centrata sull’area linguistica/italiano, costituisce un input di esemplare chiarezza metodologica e didattica. All’insegnante «fruitore» viene affidato il ruolo creativo di regista e di protagonista attivo a condizione che non si limiti alla funzione di mero esecutore ma che ponga in essere sapienza, anima e… attributi.
2. Quando si legge di scuola, accade sovente di imbattersi in testi che, se colgono il tutto, dimenticano di analizzare le parti; se interpretano e sviscerano una parte, finiscono per dimenticare il tutto. In questo libro si realizza una capace e caparbia attenzione «all’albero e al bosco», alla parte e al tutto, al singolo bambino e all’intera comunità. Non si trascura, infatti, alcun dettaglio e non si perde mai di vista il contesto generale: si forniscono indicazioni concrete e specifiche, ma l’orizzonte degli obiettivi e delle finalità appare nitido e ben delineato in ogni momento del percorso didattico proposto.
3. Leggendo questa opera scaturisce un’idea di equilibrio che rivaluta concettualmente il termine e i significati connessi. Il concetto di equilibrio è letto troppo spesso come equilibrismo, come capacità di barcamenarsi, come indecisione, come rifiuto della scelta, come «cerchiobottismo» di comodo. Qui
Prefazionedi Luigi Roffia1
10 ◆ Una scuola con equilibrio
assurge a idea forte che implica pluralità e diversità, che allena alla percezione del punto di vista, che scopre itinerari all’interno dei quali la scelta diventa gioco, consapevolezza, apprendimento, autonomia di giudizio. Diventa anche capacità di vivere e relazionarsi, fin da piccoli, all’interno del gruppo classe/sezione, del sistema scuola e delle regole sociali. Mi sento di affermare che l’autrice tenta, con successo, la proposizione in chiave scolastica del concetto di «equilibrio dinamico» sviluppato da Watzlawick e altri ne La pragmatica della comunicazione umana.
4. La «programmazione ecologica» esplicitamente evocata, delineata, e in parte codificata dall’autrice, rappresenta una sfida pedagogica sulla quale confrontarsi come idea innovativa e come modello di riferimento per la scuola del presente e del futuro. Riecheggiano in questa definizione le concezioni e le teorie che Bateson ha posto come modello paradigmatico per la lettura della storia del-l’uomo e del confronto tra civiltà e che possono costituire una solida base per l’allevamento dei piccoli umani (e non solo…) e per la formazione scolastica. Il concetto di «programmazione ecologica» è così denso di implicazioni da rappresentare un itinerario innovativo che auspico possa trovare linfa e sviluppi teorico-pratici nelle prossime opere della giovane autrice.
Questo testo, ricco di indicazioni e di materiali concretamente e immediata-mente fruibili, tiene conto delle modifiche normative introdotte negli ultimi anni dalla cosiddetta riforma Moratti (vedi Portfolio), in una visione interpretativa libera che coglie gli elementi di fattibilità e di potenziale crescita professionale.
Il valore aggiunto può essere individuato ed estrapolato ricercando, in senso verticale e longitudinale, il filo conduttore e le chiavi interpretative del «modello equilibrato» di scuola proposto. Per gli insegnanti, per i genitori, per tutti coloro che si occupano di bambini e di educazione, il libro può rappresentare uno spaccato de «la meglio scuola» che pulsa e cresce fin dalla scuola dell’infanzia e da quella primaria indipendentemente (e nonostante…) gli esiti delle riforme.
Alfredo Pierotti
L’antropologo e psicologo statunitense Gregory Bateson sosteneva che:Esiste sempre un valore ottimale oltre il quale ogni cosa diviene tossica… So-
stanze, cose, strutture o successioni di esperienze desiderate che sono in un certo senso ‘buone’ per l’organismo — regimi alimentari, condizioni di vita, temperatura, divertimenti, sesso e così via —, non sono mai tali che una quantità maggiore di esse sia sempre meglio che una quantità minore. Una relazione senza conflitti è noiosa, una relazione con troppi conflitti è tossica: ciò che è desiderabile è una relazione con una quantità ottimale di conflitti… Il troppo è nemico del bene… Qualsiasi variabile biologica ha bisogno di equilibrio. (Bateson, 1984, p. 65)
Partendo dal principio che ogni cosa e ogni evento ha bisogno di una propria armonia, il libro si propone innanzitutto di educare i bambini alla ricerca di un equilibrio nelle cose e nelle attività. Ricercare l’equilibrio non significa necessaria-mente scoprirlo, ma è l’attività euristica in sé ad assumere significato e stimolare l’apprendimento. Al pari della funzione omeostatica di un qualsiasi termostato, la ricerca dell’equilibrio implica un’attività di regolazione costante e dinamica che permette ai bambini di sperimentare, usando la terminologia piagetiana, la necessità di «accomodare» i propri schemi mentali dopo averli «assimilati», per procedere poi alla ricerca di un nuovo equilibrio e così via.
Educare all’equilibrio significa fare un ulteriore passo in avanti per volgersi verso una situazione di omeoresi, vale a dire riuscire a creare situazioni di ap-prendimento che inducano una necessaria rottura dell’equilibrio per dare luogo a processi di ricostruzione dell’equilibrio stesso, ma a un livello superiore rispetto al precedente, mettendo in modo meccanismi più complessi.
Attraverso percorsi didattici mirati, costruiti tenendo conto della differenziazione disciplinare e al tempo stesso dell’unitarietà delle esperienze che i bambini compiono, vengono presentate attività divertenti e stimolanti che inducono gli alunni, in maniera più o meno diretta, a ricercare l’equilibrio: negli oggetti, nelle forme, nelle parole, nei movimenti, nella natura, nelle relazioni con gli altri. Una «scuola con equilibrio» ha bisogno anche di dinamiche equilibrate tra coloro che vi abitano. I capitoli 2, 3, 4 e 5 offrono strumenti di osservazione e analisi di alcune variabili che si presentano nei rapporti tra bambini, tra insegnanti e bambini, tra insegnanti e genitori e tra gli stessi docenti.
Introduzionedi Luigi Roffia1
Unità 1
Le bugieequilibrate
26 ◆ Una scuola con equilibrio
Le bugie:
Tra bambini
Attività
2
Per aiutare i bambini a rifl ettere sull’«equilibrio» tra vero e falso proponiamo questo gioco con le carte. Dopo aver fotocopiato e ritagliato le carte riportate nella scheda 1, chiediamo ai bambini di disporsi in cerchio e distribuiamo una carta per ciascuno. Ogni carta contiene un disegno e la didascalia per illustrare una situazione che può essere vera, falsa, oppure vera se… Ogni bambino, a turno, deve leggere la propria carta, con l’aiuto dei disegni e dell’insegnante, descrivendola agli altri ed esprimendo un giudizio di verità, falsità oppure di verità «contestualizzata», vale a dire di una situazione che solitamente è falsa ma che potrebbe anche essere vera in contesti non abituali.
Ad esempio: «Una macchina fotografi ca serve per fare i disegni». Solitamente è falso, ma può essere vero se colleghiamo una macchina fotografi ca digitale a un computer e con un programma di elaborazione di immagini realizziamo un disegno. L’attendibilità del giudizio di verità condizionata (vero se…) sarà stabilita dal gruppo di bambini che dovrà condividere, sotto la guida dell’insegnante, la motivazione portata. Dopo che ogni bambino ha espresso il suo parere e ha ricevuto l’approvazione del gruppo colorerà un quadratino nella colonna corrispondente del grafi co riportato nella scheda 2. Risulterà più agevole per lo svolgimento del gioco ricostruire il grafi co su un cartellone da appendere alla parete.
Per aiutare i bambini a rifl ettere sull’«equilibrio» tra vero e falso proponiamo questo gioco con le carte. Dopo aver fotocopiato e ritagliato le carte riportate nella di disporsi in cerchio e distribuiamo una carta per ciascuno. Ogni carta contiene un disegno e la didascalia per illustrare una situazione che può essere vera, falsa, oppure vera se… Ogni bambino, a turno, deve leggere la propria carta, con l’aiuto dei disegni e dell’insegnante, descrivendola agli altri ed esprimendo un giudizio di verità, falsità oppure di verità «contestualizzata», vale a dire di una situazione che solitamente è falsa ma che potrebbe anche essere vera in contesti non abituali.
Ad esempio: «Una macchina fotografi ca serve per fare i disegni».può essere vero se colleghiamo una macchina fotografi ca digitale a un computer e con un programma di elaborazione di immagini realizziamo un disegno. L’attendibilità del giudizio di verità condizionata (vero se…) sarà stabilita dal gruppo di bambini che dovrà condividere, sotto la guida dell’insegnante, la motivazione portata. Dopo che ogni bambino ha espresso il suo parere e ha ricevuto l’approvazione del gruppo colorerà un quadratino nella colonna corrispondente del grafi co riportato nella il grafi co su un cartellone da appendere alla parete.
Unità 1
Le bugieequilibrate
© 2006, E. Falaschi, Una scuola con equilibrio, Trento, Erickson
Le carte del «Chissà»
scheda
1
L’acqua si misura con il metro
Attività
2
La pastasciutta si mangia con il coltello
Unità 1
Le bugieequilibrate
Unità 1
Le bugieequilibrate
Alcune persone hanno i capelli rossi Gli uccelli depongono le uova
I neonati quando nasconohanno tutti i denti Le donne portano i pantaloni
Unità 1
Le bugieequilibrate
© 2006, E. Falaschi, Una scuola con equilibrio, Trento, Erickson
Gli uomini portano le gonne I pennarelli servono per mangiare
Le carte del «Chissà»
scheda
1
Le banane sono rotonde Con le forbici si taglia la carta
Alcuni alberi fanno i fi ori In estate si indossano la sciarpa e i guanti
Attività
2
Unità 1
Le bugieequilibrate
Unità 1
Le bugieequilibrate
Unità 1
Le bugieequilibrate
© 2006, E. Falaschi, Una scuola con equilibrio, Trento, Erickson
Le carte del «Chissà»
scheda
1
I gatti hanno i baffi Ogni sera è possibile vedere la luna
L’acqua del mare è salata Le biciclette hanno tre ruote
I tavoli hanno quattro gambe Le scarpe sono fatte di legno
Attività
2
Unità 1
Le bugieequilibrate
Unità 1
Le bugieequilibrate
Unità 1
Le bugieequilibrate
© 2006, E. Falaschi, Una scuola con equilibrio, Trento, Erickson
Le carte del «Chissà»
scheda
1Attività
2
Unità 1
Le bugieequilibrate
Unità 1
Le bugieequilibrate
Il muratore fa il pane Il cane dorme nella stalla
Le automobili hanno le ruote quadrate Le barche navigano sul mare
Con i soldi si comprano le montagne I ragni hanno otto zampe
Unità 1
Le bugieequilibrate
© 2006, E. Falaschi, Una scuola con equilibrio, Trento, Erickson
Le carte del «Chissà»
scheda
1
Lo zucchero ha un sapore salato Le tigri hanno le ali
I bicchieri sono fatti di ferro I serpenti hanno le zampe
Il cappello si mette in testa Gli aerei volano nel cielo
Attività
2
Unità 1
Le bugieequilibrate
Unità 1
Le bugieequilibrate
Unità 1
Le bugieequilibrate
© 2006, E. Falaschi, Una scuola con equilibrio, Trento, Erickson
Grafico delle quantità:le bugie tra bambini
Attività
2
Totale: Totale: Totale:
VERO FALSO VERO SE…
– Per ogni colonna, scrivi il totale dei quadratini colorati.– Sono di più le carte vere, false, o vere se…?
scheda
2
Osservare i bambini durante i momenti di gioco libero o spontaneo e durante le attività di routine è un’attività allo stesso tempo divertente e preziosa per gli insegnanti. Durante il gioco libero e durante le routines possiamo osservare tutte quelle dinamiche, informali, che ci aiutano a cogliere gli «equilibri» tra i bambini. Proponiamo quindi due strumenti di osservazione per analizzare da un lato le scelte e le modalità di gioco spontaneo da parte dei bambini (griglia 1), dall’altro la presenza di comportamenti pro-sociali o anti-sociali durante le attività ricorsive di vita quotidiana (griglia 2).
Nella prima griglia, le variabili prese in considerazione si riferiscono al tempo dedicato al gioco, per rilevare la capacità di concentrazione e di manteni-mento dell’interesse da parte del bambino; al tipo di materiali prescelti tra quelli a disposizione, per riflettere su eventuali scelte ripetute di giochi e giocattoli; alle modalità di interazione con i compagni.
Queste ultime vengono specificate nelle tre modalità di gioco (D’Odorico e Cassibba, 2002): – parallelo: quando un bambino gioca vicino, accanto a un altro, anche utiliz-
zando lo stesso tipo di gioco o materiale, ma la sua attività è completamente
L’equilibrio tra bambinidi Luigi Roffia1
2
Il gioco spontaneo
L’EQUILIBRIOTRA BAMBINI
Griglia di osservazione 1
Le routines:– l’accoglienza– il bagno– la ricreazione– la mensa– il riposo– l’uscita
Griglia di osservazione 2
152 ◆ Una scuola con equilibrio
indipendente da quella del compagno (ad esempio quando due bambini giocano nella sabbiera, ma svolgono attività completamente indipendenti);
– associativo: definito dal fatto che due bambini giocano insieme, ma i loro scopi possono essere diversi, non c’è quindi una reale cooperazione in vista di uno scopo comune (ad esempio, in alcuni giochi di movimento o nei giochi di esplorazione e ricerca nell’ambiente circostante);
– cooperativo: in questo caso esiste una organizzazione sottostante al gioco, condivisa dai partecipanti, che può comportare anche una differenziazione di ruoli (ad esempio nei giochi da tavolo, strutturati, o nelle drammatizza-zioni).
La seconda griglia di osservazione è rivolta all’analisi delle routines. Que-ste ultime, come momenti pratici di vita quotidiana e per la loro caratteristica di ricorsività, offrono ai bambini l’opportunità di scambi spontanei e informali e agli insegnanti momenti preziosi di osservazione delle dinamiche comunicative e relazionali tra bambini. I momenti di routine che, attraverso la griglia 2, sottopo-niamo a osservazione sono:– l’accoglienza: è quella delicata situazione all’inizio della giornata scolastica
in cui i bambini si ritrovano, si congedano dai genitori, ricercano se stessi nell’ambiente (il proprio posto all’attaccapanni, il proprio simbolo negli spazi personalizzati);
– il bagno: la ricorsività delle azioni di igiene è riferita soprattutto al momento che precede il pasto (l’alternanza dei turni nel distribuire il sapone, nel gestire il numero dei compagni in bagno, nel formare la fila per recarsi in refettorio, nello stabilire i turni per lavarsi i denti dopo pranzo);
– la ricreazione (solo scuola primaria): questa pausa, segnata dal suono della campana, interrompe lo svolgimento delle attività didattiche per permettere ai bambini (e agli insegnanti!) un recupero dell’attenzione e della concen-trazione nel momento di ripresa delle attività;
– la mensa: i bambini sperimentano l’alternanza delle portate che si ripete ogni giorno in maniera diversa, seguono la rotazione dei turni nella nomina dei camerieri, utilizzano questo spazio non solo per pranzare ma per dialogare e conoscersi meglio;
– il riposo (solo scuola dell’infanzia): questo momento di vita quotidiana, che segue la mensa, aiuta i bambini a condividere l’abitudine al rilassamento, ascoltando le favole o le canzoni dell’insegnante;
– l’uscita: quest’ultimo momento di routine quotidiana è caratterizzato dai preparativi per l’uscita, ricercando ognuno le proprie cose, e dai saluti ai compagni e agli insegnanti.
La griglia 2 può essere utilizzata dall’insegnante per osservare se vi sono momenti della giornata scolastica che, relativamente alle routines, registrano una frequenza maggiore o minore di comportamenti pro-sociali o di comportamenti anti-sociali tra bambini.
Per «comportamento prosociale» si intende una varietà di azioni che hanno come finalità quella di aiutare o di produrre un beneficio nell’altro, senza aspettarsi
L’equilibrio tra bambini ◆ 153
ricompense esterne… La principale componente cognitiva di tali comportamenti consiste nella capacità di riconoscere gli stati emotivi dell’altro… (D’Odorico e Cassibba, 2002, p. 81)
I comportamenti antisociali rappresentano un momento caratterizzato da scarsa competenza sociale, in cui i desideri e la volontà dei singoli individui si scontrano tra loro. In realtà, non bisogna confondere gli episodi di aggressività con gli episodi conflittuali. Mentre i primi denotano sempre un comportamento che mira a nuocere a un’altra persona, il conflitto è relativo a situazioni in cui c’è un’incompatibilità tra gli obiettivi dei due contendenti, ma l’atto con cui inizia il conflitto potrebbe non avere affatto l’intento di danneggiare il ricevente. In questo senso il conflitto ha una valenza positiva, in quanto il bambino è costretto a uscire dal suo egocen-trismo, per tenere in considerazione anche il punto di vista altrui. (D’Odorico e Cassibba, 2002, p. 83)
154 ◆ Una scuola con equilibrio
Descrizione del gioco
Tempo dedicato al gioco
Materiali prescelti
Modalità di interazione con i
compagni
Altre osservazioni
Giochi da tavolo (le costruzioni, gli incastri, il disegno…)
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Giocoparallelo1
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Giocoassociativo2
Gioco cooperativo3
Giochi di ruolo e gioco simbolico (i travestimenti, far fi nta di….)
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Giocoassociativo
Gioco cooperativo
1 attività indipendenti2 i bambini giocano insieme ma gli scopi sono diversi3 scopo del gioco condiviso
il gioco spontaneo
Griglia di osservazione dei comportamenti
Per ilPortfolio
Descrivere il tempo e i materiali; contrassegnare con una crocetta il tipo di gioco nelle moda-lità di interazione.
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L’equilibrio tra bambini ◆ 155
il gioco spontaneo
Griglia di osservazione dei comportamenti
Per ilPortfolio
Descrizione del gioco
Tempo dedicato al gioco
Materiali prescelti
Modalità di interazione con i
compagni
Altre osservazioni
Giochi di movimento
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Gioco associativo
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Gioco associativo
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156 ◆ Una scuola con equilibrio
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L’equilibrio tra bambini ◆ 157
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le routines
Griglia di osservazione dei comportamenti
griglia
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