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Presidenza del Consiglio dei Ministri DIPARTIMENTO PER LE PARI OPPORTUNITÀ
UFFICIO NAZIONALE ANTIDISCRIMINAZIONI RAZZIALI
RASSEGNA STAMPA MONITORAGGIO E APPROFONDIMENTO
DEI FENOMENI DISCRIMINATORI NEI MEDIA E SUL WEB
Anno IV - Roma,31 Luglio 2013
A cura di
Fernando FRACASSI Resp. Comunicazione
Contact Center
Collaborazione
Monica D’Arcangelis,
Alessandro Tudino
Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web 31/07/2013
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IL PIANO ANTIRAZZISMO DEL MINISTRO KYENGE
Il ministro all'integrazione presenta oggi lo schema del suo Piano contro il
razzismo. E invita la Lega a mettere un freno ai suoi attacchi, chiamando in causa
Maroni
Caro Maroni, ferma i tuoi. Dopo l’orango, le banane e l’abbandono della sala del Consiglio
comunale di Cantù, il ministro Kyenge chiede un freno ai leghisti. Lo ha fatto oggi nel
presentare lo schema del Piano Nazionale d’azione contro il razzismo, la xenofobia e
l’intolleranza. «La mia disponibilità al dialogo è sempre stata piena e convinta, non
rifuggendo a nessun confronto, anche aspro, ma sempre nel pieno rispetto dell’altro», ha
detto. «Con questo spirito ho accettato volentieri di confrontarmi con il Governatore Zaia
alla festa della Lega Nord dell’Emilia Romagna a Milano Marittima il prossimo 3
Agosto. Ma ritengo che io possa mantenere questo impegno solo se fin da subito, il
Segretario Nazionale della Lega Nord, Roberto Maroni faccia appello ai suoi
militanti, ai suoi dirigenti affinché cessino immediatamente questi continui
attacchi alla mia persona, attacchi che oltre a ferire la sottoscritta, feriscono la coscienza
civile della maggioranza di questo paese».
IL PIANO
Cinque ambiti: lavoro, casa, scuola, mass media e sport, sicurezza. Sono questi gli
assi portanti su cui si svilupperà il Piano Nazionale d’azione contro il razzismo, la
xenofobia e l’intolleranza per il triennio 2013-2015, presentato oggi dal ministro Cècile
Kyenge insieme al viceministro Cecilia Guerra.
Lo schema è stato predisposto avvalendosi dell'UNAR, secondo un approccio integrato e
multidisciplinare che possa garantire una risposta efficace al crescente fenomeno del
razzismo in Italia. A lavorarci sarà soprattutto il GNL-Gruppo Nazionale di Lavoro, a
cui appartengono 85 associazioni. Il Piano rappresenta il primo esempio nazionale di
una risposta dinamica e coordinata delle istituzioni e della società civile al razzismo.
L’obiettivo è quello di pervenire a una strategia che possa essere di supporto alle politiche
nazionali e locali in materia di prevenzione e contrasto del razzismo, della xenofobia e
dell’intolleranza, con l’obiettivo finale di valorizzare una società multietnica e
multiculturale, aperta e democratica.
CASI IN CRESCITA
Per l’individuazione degli “assi prioritari”, si è tenuto conto non solo dei dati statistici sui
casi di discriminazione rilevati dal Contact center dell’Unar, ma anche dei principali ambiti
di intervento individuati dall’Unione europea per il contrasto e la rimozione delle
discriminazioni.
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I casi di discriminazione per motivi razziali sono in aumento: nel corso del 2012
sono stati segnalati in totale all’Unar 1.283 casi di discriminazione pertinenti per le
diverse forme di discriminazione (disabilità, età, etnia/razza, genere, orientamento
sessuale, religione), con un +61% rispetto all’anno precedente. Ciò non vuol dire
solo che il fenomeno della discriminazione in generale è in crescita nel nostro Paese, ma
anche che, grazie alla campagne di sensibilizzazione e comunicazione, si sta sviluppando
anche una maggiore attitudine al reporting e alla denuncia, anche da parte di testimoni, che
ne favorisce la emersione. Nello specifico delle discriminazioni per motivi razziali, l’Unar
ha registrato 659 casi, pari al 51,4% del totale dei casi di discriminazione trattati nell’anno.
Il 40,9% delle segnalazioni sono state effettuate dalle vittime, il 35,7% da parte dei
testimoni.
CHI
L’elemento innovativo offerto dal Piano risiede nella sua multisettorialità, vale a dire
nell’ampliamento del target dei destinatari. Il Piano, infatti, non riguarderà, solo i
cittadini stranieri che vivono in Italia, ma anche i cittadini italiani di origine
straniera, tra i quali le seconde e terze generazioni, con un focus specifico sulle
seconde generazioni che hanno acquisito la cittadinanza italiana dopo i 18 anni. Un
approfondimento, inoltre, sarà dedicato alla discriminazione basata sul colore della pelle. Il
Piano riguarderà, infine, anche le persone appartenenti alle minoranze religiose ed etnico-
linguistiche.
( Fonte: www.vita.it )
CRESCE LA DENUNCIA DELLA
DISCRIMINAZIONE RISPETTO AL 2012 SEGNALATO +61% DI CASI Uno studio del ministero mostra come siano aumentate le situazioni di discriminazione
razziale e religiosa, ma cresce anche la consapevolezza a non tacere davanti ai soprusi
Crescono le segnalazioni di casi di discriminazione, soprattutto razziale, all'Unar, l'Ufficio
nazionale che si occupa proprio di questo fenomeno. In un anno, dal 2011 al 2012, c'è
stato un incremento del 61%. Da una parte gli episodi sono in crescita, dall'altra cresce la
sensibilità: chi assiste a episodi di intolleranza è meno disposto a tollerare e più propenso a
denunciare.
I dati divulgati sono un anticipo della Relazione al Parlamento dell'Ufficio
antidiscriminazioni razziali, frutto di un piano triennale, nato dalla collaborazione tra il
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ministro per l'integrazione Cecile Kyenge e ilviceministro del lavoro e delle politiche
sociali, Cecilia Guerra, e che verrà presentato in Consiglio dei ministri a novembre.
Odio razziale nel mirino - Un focus particolare sarà dedicato "all'odio razziale via
Internet che sta aumentando" ha detto Cecile Kyenge, vittima in prima persona di attacchi
di stampo razzista dentro e fuori dal web (uno degli utlimi quello da parte di un uomo
di Verona che su Facebook ha minacciato di far uso delle armi contro di lei). Ma il
piano riguarderà sia le discriminazioni basate sulla razza che sul colore della pelle,
sull'origine etnica, sulle convinzioni religiose.
Gli indicatori su cui si baserà lo studio saranno: occupazione, alloggio, istruzione, mass
media e sport, sicurezza. L'Unar ha registrato nel 2012 659 casi di discriminazione per
motivi etnico-razziali, pari al 51,4% del totale dei casi trattati nell'anno. Il 40,9% delle
segnalazioni sono state effettuate dalle vittime e il 35,7% da parte di testimoni della
discriminazione. Nel complesso, si è registrata una maggiore propensione alla denuncia sia
da parte delle vittime (+10,9%) che dei testimoni (+14,7%).
A livello regionale, il maggior numero di casi di discriminazione segnalati provengono
dalla Lombardia (19,6%) e dal Lazio (14,4%): ciò dipende dal fatto che in queste due
regioni sono presenti le maggiori città italiane, Milano e Roma, dove vivono numerose
comunità di immigrati. Seguono l'Emilia Romagna, il Veneto, la Toscana e
il Piemonte.
Nel complesso, il Nord contribuisce con il 53,6% del totale dei casi segnalati nel 2012; il
Centro per il 27,6% e il Sud per il 14% dei casi. Uomini e donne sono presenti in ugual
misura tra le vittime, che invece tendono a essere più giovani dei testimoni:quasi il 40%
delle persone che hanno denunciato di essere state oggetti di discriminazioni etnico-razziali
ha meno di 35 anni. La nazionalità delle vittime è prevalentemente straniera (63,7%),
mentre i testimoni sono prevalentemente nati in Italia . Gli episodi denunciati si sono
verificati nel 19,6% dei casi nell'ambito dei mass media, il 18,2% ha invece riguardato il
lavoro e il 17% la vita pubblica. Il 30,1% ha riguardato episodi veicolati attraverso Internet.
( Fonte: www.tgcom24.mediaseta.it )
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CONTRO I POST DELL'ODIO, DA
TWITTER A KYENGE
Il pulsante per la segnalazione degli abusi anche in ambiente iOS: lo si deve a minacce di violenza ad un
account femminista. Mentre il ministro italiano all'Integrazione Cecile Kyenge pensa a leggi speciali per il
web
Roma - Il caso è deflagrato dopo una serie di minacciosi cinguettii indirizzati all'attivista
femminista Caroline Criado-Perez, giornalista freelance e co-fondatrice di alcuni
movimentiper il potenziamento delle quote rosa nei media. Micropost inquietanti veicolati
dal tecnofringuello, dove Criado-Perez è stata minacciata di stupro e violenza a causa
di una sua campagna per l'inserimento della figura di Jane Austen sulla banconota da 10
sterline rilasciata dalla banca centrale di Londra.
"Abbiamo fatto cambiare idea alla Banca d'Inghilterra, possiamo farlo con Twitter", ha
cinguettato Criado-Perez dopo i messaggi violenti. Sulla piattaforma Change.org, una
petizione online ha raccolto oltre 70mila firme per chiedere ai responsabili britannici di
Twitter una significativa modifica delle policy in materia di segnalazione degli abusi,
attualmente contenute nel paragrafo Twitter Rules nel centro assistenza del social network
in 140 caratteri.
Dopo la proliferazione in Francia di micropost anti-semiti, il sito statunitense è tornato nel
mirino dell'opinione pubblica per i suoi strumenti di sicurezza digitale, che ad oggi
prevedono la compilazione di un modulo online per la segnalazione dei micropost violenti
o votati all'odio religioso piuttosto che razziale. General manager di Twitter UK, Tony
Wang haribadito che la questione sicurezza è presa molto seriamente dai responsabili della
piattaforma di microblogging. A parte la sospensione degli account in violazione delle
policy, la petizione di Change.org - così come la stessa Criado-Perez - ha chiesto
l'introduzione di strumenti più immediati e rapidi per denunciare i molestatori digitali. Del
Harvey, senior director alla divisione Trust & Safety del social network, ha
perciò annunciato che lo specifico pulsante di segnalazione disponibile su iPhone verrà
presto introdotto anche per altri ecosistemi operativi mobile oltre che sulla versione
web-based del sito.
Mentre continuano in Italia gli insulti razzisti al ministro dell'Integrazione Cecile Kyenge -
un 61enne veronese è stato denunciato dalla Digos della Questura di Verona per alcune
minacce sul suo profilo Facebook - torna in voga l'ipotesi di inasprimento delle leggi
(Mancino) per evitare la proliferazione incontrollata di messaggi violenti o votati all'odio.
Lo stesso ministro Kyenge è pronto a spiegare il suo piano anti-razzismo che segnerà una
cesura culturale in Italia: "bisogna recuperare vent'anni di ritardo, in cui il dibattito politico
ha ignorato diritti e doveri dei migranti, impedendone l'integrazione", ha spiegato Kyenge.
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Se il cittadino veronese è stato individuato e perquisito, non si sente certo il bisogno di
nuove direttive legislative contro l'espressione digitale, specie se le singole piattaforme
adotteranno strumenti più rapidi ed efficaci per la segnalazione e la sospensione degli
account.
( Fonte: www.punto-informatico.it )
VERONA: ANCORA MINACCE SU
FACEBOOK CONTRO LA KYENGE
Rintracciato un giovane di 19 anni che lo scorso sabato aveva commentato sul social network: ''A Cervia le banane, a Verona le bombe a mano''
Verona - I servizi preventivi che sta svolgendo la Digos scaligera in occasione dell'arrivo a
Verona del ministro per l'Integrazione Cecile Kyenge non si sono fermati con il
deferimento all'Autorita' Giudiziaria di un veronese di oltre sessanta anni, che era stato
immediatamente individuato e perquisito per aver prima ''postato'' su Fb una foto di una
stanza piena di armi dicendosi pronto ''a festeggiare l'arrivo della ministra negra''
accompagnando il messaggio con la scritta ''le banane, la prossima volta... infiliamogliele...''
Nella giornata di ieri la Digos ha rintracciato un giovane di 19 anni, residente in provincia
di Verona, privo di precedenti penali, frequentatore della curva sud dell'Hellas Verona ma
mai evidenziatosi prima nel corso di manifestazioni politiche o per militare in particolare
frange estremistiche. Il ragazzo, sempre nel noto social network, nel commentare un
documento di critica alle politiche di integrazione promosse dalla cMinistra, lo scorso
sabato aveva cosi' commentato: ''A Cervia le banane, a Verona le bombe a mano''.
La Digos veronese ha perquisito l'abitazione del ragazzo rinvenendo non armi ma
l'apparecchio informatico da lui adoperato per minacciare dal web la ministra Kyenge,
come per altro confessato dallo stesso diciannovenne il quale e' stato percio' denunciato in
stato di liberta' per minaccia aggravata ad un Corpo Politico dello Stato. In continuo
accordo con la Procura della Repubblica, proseguono senza sosta le attivita' volte a
reprimere simili odiosi reati, anche per le finalita' preventive disposte per la tutela
dell'ordine pubblico.
(fonte www.stranieriinitalia.it)
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BUSTO ARSIZIO
UN GIOVEDÌ SERA CONTRO LE
DISCRIMINAZIONI
Il programma delle attività per il prossimo giovedì sera in centro a Busto è ricco di
attività, dai mercatini alle attività per i bambini. Appuntamento più atteso lo
spettacolo "Invisibili"
di Mohamed Ba
Nell’ambito di “BA Estate”, il contenitore delle iniziative estive coordinate
dall’Amministrazione comunale e dal Distretto del Commercio, come da consuetudine
ormai pluridecennale, tutti i giovedì sera, dalle 21 alle 23, da giugno a settembre, il
centro cittadino ospita attività, incontri, iniziative dedicati a tutte le età, con una
particolare attenzione ai bambini. "Vieni in centro il giovedì sera!" è frutto della
collaborazione tra Amministrazione comunale, dal Distretto del Commercio, Comitato
Commercianti Centro Cittadino, Ascom di Busto Arsizio: come di consueto, i negozi
saranno aperti per lo shopping sotto le stelle.
Questo il calendario degli eventi di giovedì 1 agosto:
Mercatini:
Dalle ore 19.30 alle ore 23.30, via Cavallotti e corso Europa, Artigianato e creatività sotto
le stelle.
Eventi per bambini: piazza san Giovanni, parco giochi e animazione a cura di Party Giuls
Spettacolo in Piazza:
Ore 21.00 piazza Santa Maria, spettacolo teatrale “Invisibili” di e con Mohamed
Ba, organizzato dalla FILCA CISL Lombardia, nell’ambito del laboratorio educativo
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contro ogni forma di discriminazione intitolato ad Arpad Weisz. Mohamed Ba, attore e
scrittore senegalese, da anni collaboratore della Cisl per iniziative a favore dell’integrazione
dei lavoratori immigrati, proporrà un percorso tra passato e presente di un popolo
passato dalla schiavitù alla schiavitù degli aiuti.
L'autore parlerà di razzismo, di xenofobia, dell’orgoglio per la cultura africana, del senso di
inadeguatezza del migrante, del multiculturalismo. Il laboratorio educativo contro ogni
forma di discriminazione, istituito dall’Amministrazione comunale all’indomani
dell’episodio di stampo razzista avvenuto durante la partita Pro Patria – Milan, comprende
attività di educazione alla pace e alla tolleranza, alla cittadinanza responsabile, al rispetto
della memoria e della storia.
( Fonte: www.varesenews.it )
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AVELLINO, IL QUOTIDIANO ON LINE
IL CIRIACO FA CHIUDERE PAGINA FB
RAZZISTA: PUTIFERIO SUL WEB
Dopo gli insulti alle vittime della strage sull'A 16 proseguono le ingiurie on line di
Average Italian Guy
Al peggio non c’è mai fine. E dopo le note vicissitudini del ministro Kyenge, alle prese con
attacchi razzisti di bassissima Lega, mai avremmo immaginato che persino le vittime della
strage sull’A 16 potessero essere oggetto di penose battute. Puntualmente smascherate dal
quotidiano on line di Avellino "Il Ciriaco", in un crescendo di colpi di scena on line che
nella giornata del lutto e del dolore per le vittime ha tinto tristemente di grottesco una
tragedia che merita solo rispetto, E silenzio.
Tra le frasi dello sciacallaggio razzista deprecate dal Ciriaco: «Precipita pullman vicino
Avellino, 40 morti tra cui nessun italiano», o: «Siete andati in pellegrinaggio da padre Pio?
Ora vi premio con un bel volo dal viadotto». A scriverle, compiacendosi con una
stupefacente media di oltre 600 "mi piace" a provocazione, una pagina Facebook la cui
trivialità (condivisa purtroppo da oltre 60mila contatti) è sintetizzata sin dal titolo:
«Average Italian Guy».
Anglicismo che vorrebbe adombrare il tipo italiano medio e invece attizza solo i più biechi
istinti italioti, con tanto di foto di copertina del bimbo Giosué (protagonista del film di
Benigni «La vita è bella») davanti alla scritta fascista e antisemita «Vietato l’ingresso ai cani
e agli ebrei».
Non solo. "Il Ciriaco", ieri, non ha semplicemente stanato per primo le ingiurie
antimeridionali a danno dei poveri morti del viadotto di Monteforte, stigmatizzando «la
stupidità allo stato puro» che troppo spesso alligna sul social network. Ma è riuscito, in un
crescendo di indignazione sul web, a far cancellare la pagina incriminata. Purtroppo, non è
finita qui. Per tutta risposta, l’amministratore recidivo ne ha infatti create altre, sempre con
l'omino (rigorosamente nero) con nuovi insulti stavolta all’indirizzo del Ciriaco, dal titolo:
«AIG bannata dai napoletani moralisti del Ciriaco», e giù volgarità a profusione. Con il
compiacimento dell'anonimo amministratore dell'AIG il quale, in una sedicente intervista
sul web, ha dichiarato che i suoi fan "risultano divertenti quando abboccano ad una
provocazione, per questo adoro i napoletani adirati".
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Come quelli, si suppone, che hanno sostenuto la condanna del Ciriaco, che ha non a caso
incassato la solidarietà di molti. Napoletani, irpini e non. Ma non è la provenienza
geografica a contare in questa triste storia, quanto il clima davvero povero di spirito che
continua ad affliggere l'Italia intera.
E forse, occorrerebbe davvero un freno maggiore a certo sedicente «black humour» on
line: che di divertente non ha proprio nulla, mentre di nero ha un abisso.
( Fonte: www.ilmattino.it )
«VIA I NOMADI DALLA PIAZZA»
SARCEDO. Si dovrà allontanare anche una famiglia rom che ha i figli a scuola in
paese: «Paghiamo per colpa di altri». Proteste dei cittadini dopo che nei giorni
scorsi una decina di camper ha invaso l'area Vellere Sono dovuti intervenire i vigili
SARCEDO. Le carovane dei nomadi parcheggiate in piazza Vellere, specie quando
arrivano in massa, non piacciono ai residenti. Tanto che recentemente alcuni cittadini
hanno deciso di raccogliere le firme per vietare la sosta alle roulotte. Il problema è
riemerso nei giorni scorsi dopo che il parcheggio si è riempito di camper. Solo che ora
rischia di farne le spese anche una famiglia di rom che ha i figli a scuola in paese. La
polizia locale li ha infatti invitati a lasciare l'area dopo le ultime proteste.
L'Amministrazione non nega la veridicità di ciò che è stato segnalato e si è già attivata per
risolvere la faccenda. «Le questioni sono due: la prima riguarda chi vive nelle roulotte
parcheggiate, la seconda chi le posteggia come fosse una rimessa a cielo aperto», ha
spiegato il sindaco Giorgio Meneghello. «Stiamo valutando come accontentare tutti
perché è vero che, come segnalano i residenti, non si potrebbe campeggiare e che nei
giorni in cui c'è particolare affollamento, vedi funerali piuttosto che manifestazioni, non
si trova posto, però c'è anche da tenere conto l'entità e quanto è tollerabile il disagio». Il
primo cittadino ha voluto far riferimento in particolar modo alla famiglia di rom che da
molti anni staziona nella zona di Piazza Vellere. «Sono iscritti all'anagrafe e i bambini
vanno a scuola», ha aggiunto. «Rispetto al 2005, anno in cui avevamo cinque
accampamenti sparsi per il territorio comunale, oggi questo è l'unico e la definirei una
situazione marginale». Per i residenti però i problemi non sono pochi: parlano di furti,
risse e auto che sfrecciano nel parcheggio in presunte “gare” illegali. Inoltre poco più di
una settimana fa hanno lamentato l'arrivo di una gran carovana composta da una decina
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di mezzi. «Non è un bel vedere e non siamo affatto tranquilli», hanno raccontato i
sarcedensi della zona. «Ci siamo stancati di continuare a scrivere mail al Comune e
abbiamo addirittura promosso una raccolta firme». «Noi viviamo qua senza dare fastidio
a nessuno, mio marito lavora, saltuariamente, ma lavora e i nostri figli vanno alle
elementari e alle medie», ha spiegato Debora Helt davanti alla sua roulotte. Tutti i
particolari sul Giornale in edicola.
Marco Billo
( Fonte: www.ilgiornaledivicenza.it )
CAMERA: INSULTI OMOFOBI DALLA LEGA,
SEL LASCIA L’AULA
Il deputato Buonanno: "Siete sodomia ecologia libertà". I parlamentari vendoliani escono per protesta
Sodomia ecologia libertà atto secondo. A meno di un mese di distanza, il deputato leghista
Gianclua Buonanno torna a ironizzare sull’acronimo di Sel e la sua difesa degli omosessuali
e per tutti risposta i parlamentari vendoliani lasciano l’Aula di Montecitorio, dove è in
discussione la conversione del dl ecobonus. Già in mattinata l’esponente del Carroccio
aveva attaccato i deputati di Sel per il voto contrario ad alcuni emendamenti della Lega:
“Ma andate a Pechino a prendere lezione”, “Non difendete più i deboli, l'unico comunista
qui sono io”, le sue parole. Così, quando nel pomeriggio Buonanno, come già lo scorso 3
luglio, nell’ennesimo intervento è tornato a definire il partito del governatore pugliese
“Sodomia ecologia libertà”, i parlamentari di Sel decidono di uscire. Tutti si ritrovano in
Transatlantico in uno dei due maxischermi che trasmette la diretta per seguire la
prosecuzione dei lavori. “Ma se qualcuno li chiamasse ‘Sega nord’, loro come si
sentirebbero?”, la domanda retorica rivolta da un deputato al capannello di colleghi.
“Chiediamo alla presidenza di garantire il nostro diritto a stare in Aula, non è possibile
subire continuamente ingiurie”, interviene la deputata Titti Di Salvo, l’unica a non essere
uscita. Per la conduzione dei lavori nel mirino di Sel finisce anche il vicepresidente Luigi
Di Maio, “reo” di non aver subito sospeso i lavori. La richiesta, avanzata solo in un
secondo momento dal socialista Marco Di Lello, viene accolta dalla presidenza, dando così
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modo ai deputati di Sel di rientrare alla fine della “pausa”, soddisfatti del riconoscimento
del loro “atto politico”.
( Fonte: www.ilvelino.it )
VOLANTINO OMOFOBO, IL CAPPELLANO
RIVANGA LA SANTA ALLEANZA Molto reverendi confratelli sacerdoti
Carissimi colleghi medici
Amici tutti.
Mt 13,28: E Gesù rispose loro: (mentre tutti dormivano) Un nemico ha fatto questo. E i servi gli
dissero: Vuoi dunque che andiamo a raccoglierla?
Desidero anzitutto ringraziare tutti voi per la vostra vicinanza, in questo periodo nel
quale, mio malgrado, sono stato “tirato in ballo” da certa stampa locale solo per aver
affisso (ingenuamente?) due fogli che invitavano a firmare contro la legge sull’omofobia
come proposto dal sito cattolico NBQ, sulle pareti del perimetro dell’Ospedale riservato
alla Cappella cattolica dell’Arcispedale. E non sulle pareti dell’Ospedale, come con
eccesso di genericità, fa notare il quotidiano locale che, nella maniera in cui scrive, cerca,
senza mezzi termini di tirare l’acqua al suo mulino.
Vedersi dalla sera alla mattina catapultato sulla prima pagina del quotidiano
locale è un’esperienza unica… Quando nei giorni scorsi, vedevo sulla prima pagina dello
stesso quotidiano il mio Arcivescovo, non capivo bene la “portata” di una tale sua
presenza; cosicché anch’io come tanti altri migliaia di “blogger” mi sarei schierato, pur
senza sapere veramente come stavano le cose, o a favore o contro il mio Arcivescovo…
Ho cominciato a capire quando anch’io, e mio malgrado, sono stato onorato della
prima pagina del quotidiano locale il quale, ha auspicato, attraverso i suoi referenti scelti,
che l’Azienda Ospedaliera, in cui da otto anni presto servizio, prendesse rapidi
provvedimenti nei miei confronti! Mi sembra di essere stato definito, a motivo del mio
“proditorio attacchinaggio”, come un prete un pò stupidotto, attacchino della Chiesa, che
perde il tempo ad attaccare fogli per l’Ospedale.
Ringrazio di cuore tutti coloro che in questi giorni mi sostengono, sia
telefonicamente, che via email ma anche scrivendo lettere ai quotidiani locali: uno in
particolare, è un medico che scrive a un quotidiano e precisa che il cappellano
dell’Arcispedale non è solo prete, ma è anche medico, e regolarmente iscritto all’Ordine
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dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri di Ferrara. E quindi anche se avessi sbagliato ad
attaccare, in quanto prete, il “volantino” incriminato da certo pensiero che vuole i preti
relegati solo nella sagrestia, è evidente che questi signori mi accusano anche in
quanto medico per aver fatto una cosa che considerano veramente riprovevole ed
inaccettabile.
Siccome nell’Arcispedale in cui presto servizio ormai da 8 anni lavorano più di 500
medici, senza contare gli infermieri e tutto il resto, mi piacerebbe fare un sondaggio per
vedere quanti di questi miei colleghi mi accuserebbe per aver attaccato i due “volantini”.
Tutti questi miei colleghi sanno infatti bene che, se passasse questa legge, anche
l’esercizio della loro libera professione resterebbe comunque condizionato e menomato.
Insomma, con questo episodio “tormentone” delle locandine incriminate affisse
sulle pareti dell’anti-Cappella dell’Arcispedale, si sono architettate le prove generali del
“bavaglio” che certo pensiero, fortemente minoritario come numero, ma probabilmente
maggioritario come appoggio politico, vorrebbe obbligarci a tutti noi cristiani e battezzati.
Prepariamoci a ciò che ci aspetterebbe se una tal legge venisse effettivamente varata.
Perché scrivo e dico queste cose? Perché ci sono stato tirato in mezzo per i capelli; e
quindi con la forza dello Spirito rispondo che se il Beato Marco di Aviano, frate
Cappuccino, nel 1683 fosse rimasto comodamente a pregare nella quiete del chiostro del
suo Convento, anziché tessere pazientemente accordi diplomatici con i vari Stati Europei
dell’epoca, forse più preoccupati ai propri interessi di Corte che non al vero bene comune
(che novità!), fino ad allestire un potente esercito cristiano denominato “Santa Alleanza”,
oggi probabilmente staremmo a prostrarci ad orari prestabiliti in direzione della Mecca!
Ora la mia proposta da prete: “Quando il Nemico le spara grosse, la Chiesa risponda con
l’artiglieria pesante!” (Mt 13,28): affinchè noi non soccombiamo in quel “sonno” che ha
dato via libera al Nemico di seminare la zizzania in mezzo al grano buono, bisogna che
proponiamo al nostro Arcivescovo la riapertura di una chiesa possibilmente in Città, dove
si faccia l’Adorazione Eucaristica quotidiana continuata, così come si faceva fino a
qualche anno fa; poi terminata e non più ripristinata! E poi che ciascuno di noi sacerdoti
“lubrifichi” quanto più possibile la propria Artiglieria Pesante dell’Adorazione Eucaristica
– Esposizione del SS. Sacramento per vincere con l’Amore di Gesù la zizzania
abbondantemente disseminata nei nostri campi.
Con rinnovato affetto. Don Stefano Piccinelli, Cappellano.
( Fonte: www.estense.com )
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SARDEGNA, LO SPORT PRENDE A “PALLONATE”
L’OMOFOBIA: VIDEO VIRALI SU YOUTUBE Il Movimento omosessuale sardo di Sassari ha lanciato una campagna online coinvolgendo
diverse squadre professionistiche anche del calcio, "notoriamente a forte prevalenza
machista". Il presidente Mele: "La condanna sociale e la solidarietà attiva delegittimano più
di una multa o di una sospensione”
Pallonate – simboliche – contro gli omofobi. Pallonate che provengono anche da un
campo di calcio, che rappresenta un mondo solitamente poco incline alle manifestazioni di
solidarietà nei confronti della comunità gay, lesbica, bisessuale e transgender. È quello che
capita nei tre nuovi video realizzati dal Movimento omosessuale sardo di Sassari, una
delle principali associazioni gay della Sardegna. “Fai squadra contro l’omofobia” è il nome
della campagna, che vede, per la prima volta in Italia, la partecipazione di alcune squadre
professionistiche in una campagna per la sensibilizzazione dei giovani e giovanissimi. Così,
la Dinamo Basket, la Torres Calcio 1903 e l’HC Città dei candelieri (pallamano
femminile) si sono prestate volentieri alla realizzazione dei video, che stanno diventando
virali su YouTube e che verranno mostrate agli alunni delle scuole sarde, ma non solo, dal
Gruppo Scuola del Mos.
Massimo Mele, ex presidente dell’associazione e ora responsabile del gruppo, spiega al
fattoquotidiano.it: “L’idea di coinvolgere il mondo dello sport nasce, oltre che dalla ricerca
di testimonial con un forte ascendente sulla popolazione ed in particolare sulle fasce più
giovani, dalla constatazione di come lo sport sia lo specchio fedele di una società in cui
sempre più spesso la violenza diventa la valvola di sfogo della disperazione e delle
frustrazioni individuali e collettive, con derive razziste, omofobe e sessiste sempre più
marcate”. Lo sport, insomma, come vetrina e anche come “luogo” in cui sperimentare
nuove forme di convivenza.
La trama del video è proprio tutta incentrata sull’agonismo, sulla lealtà in campo e sui
valori delle discipline sportive. Una coppia gay cammina mano nella mano per le vie del
centro storico di Sassari e viene presa di mira da un gruppo di ragazzi che, quando i due si
fermano per darsi un bacio, li aggrediscono e li costringono alla fuga. Parallelamente
procedono gli allenamenti delle tre principali squadre sportive cittadine. Quando la coppia
si trova spalle al muro e sembra avere la peggio, ecco che i palloni lanciati dagli atleti
durante l’allenamento irrompono sulla scena e mettono in fuga gli omofobi. La chiusa è
degli stessi atleti, nelle tre diverse versioni dello spot, che invitano a uscire dall’indifferenza
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e a combattere l’omofobia. La campagna coinvolge pure il calcio, “sport notoriamente a
forte prevalenza machista”, aggiunge Mele. Resta da capire, ora, se l’esempio che arriva da
Sassari possa essere preso come modello da altre squadre calcistiche nel resto del territorio
nazionale.
“Lo spot che abbiamo voluto realizzare non è incentrato sui bulli e sulla motivazione della
loro omofobia, ideologica o patologica che sia. Ma neanche propone una sorta di rilettura
positiva dell’omosessualità così come in tante campagne istituzionali, poiché non pensiamo
sia necessario sottolineare ancora la naturalità dell’orientamento sessuale”, continua. “Il
significato dello spot è racchiuso nello slogan ‘Fai squadra contro l’omofobia’, che,
utilizzando una terminologia di derivazione sportiva, indica come solo facendo fronte
comune e abbandonando quell’atteggiamento di indifferenza, spesso complice dell’odio e
della violenza, si può pensare di isolare i bulli e i violenti e combattere realmente tutte le
forme di discriminazione. La condanna sociale e la solidarietà attiva possono isolare e
delegittimare omofobi e razzisti molto più di una multa o di una sospensione”. Le società
che, nel complesso, hanno aderito al progetto sono la Dinamo Basket Banco di Sardegna
(basket maschile), la H.C. Città dei candelieri (pallamano femminile), la Jchnusa Pallamano
Sassari (pallamano maschile), la Basket S.Orsola (basket femminile), la S.E.F. Torres 1903
(calcio maschile) e la A.S.D. Torres (calcio femminile).
( Fonte: www.ilfattoquotidiano.it )
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STORIA DI ANDREA, “LA TRANS DI TERMINI” MASSACRATA ALLA STAZIONE – VIDEO
La mattina del 29 luglio il suo corpo pieno di lividi e ferite è stato trovato
abbandonato al binario 10. Andrea aveva solo 28 anni. Sei giorni prima di morire ci
aveva raccontato le sue paure e le sue speranze. Nonostante tutto
Chissà a cosa pensava Andrea ogni notte prima di addormentarsi sopra il suo cartone
davanti alla stazione Termini di Roma. Forse pensava alla famiglia in Colombia, a sua
madre e a suo padre lasciati quattro anni fa per trovare fortuna in Italia. Forse avrebbe
voluto chiamarli, dirgli che la vita non era esattamente come aveva sognato da bambino,
quando era ancora un maschio, raccontargli delle botte prese, del braccio rimasto
paralizzato, della gamba che si muove a fatica. O forse semplicemente sprofondava subito
nel sonno. Era troppo stanca e delusa per pensare.
Certo, non immaginava di morire da sola, ammazzata a bastonate e forse a coltellate nella
stazione che era diventata la sua casa. Andrea aveva solo 28 anni. La mattina del 29 luglio il
suo corpo pieno di lividi e ferite è stato trovato abbandonato al binario 10.
Tra i viaggiatori che ogni giorno correvano a prendere il treno alla stazione pochi facevano
caso a lei. Per tutti era la trans di Termini, quella che passava le sue giornate lungo i binari
o davanti all’ingresso della stazione a raccogliere le cicche nei portacenere per racimolare
un po’ di tabacco. Un’altra disperata senza nome e senza storia che andava a riempire le
file del popolo dei senzatetto della stazione.
Non parlava con chiunque Andrea, non dava confidenza facilmente. La maggior parte del
tempo se ne stava seduta a fissare il vuoto. Oppure si trascinava, un passo alla volta, stando
attenta a non perdere l’equilibrio, verso la pensilina dell’autobus 714 che l’avrebbe portata
alla mensa della Caritas di Colle Oppio a consumare il primo pasto della giornata.
Quando capiva di potersi fidare, però, cambiava espressione, il suo volto bruciato dal sole
che dimostrava più anni di quelli che aveva, si illuminava. Così, sei giorni prima di morire
ci ha raccontato la sua storia: “La mia casa è Termini, dormo qui da quattro anni. La notte
ho paura che qualcuno mi metta le mani addosso”, ci aveva confidato. Andrea era stata
aggredita più volte, le avevano rubato il cellulare e il passaporto. “A Ostia un ragazzo mi ha
picchiata. Sono stata sette mesi in coma”. Sul suo corpo era rimasto indelebile il ricordo di
tutte le botte e i soprusi subiti.
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Avrebbe voluto trovare un lavoro ma sapeva che senza documenti, con un braccio
paralizzato e una gamba fuori uso, nessuno l’avrebbe mai assunta. Forse è stata proprio la
disperazione a spingerla in qualche giro poco raccomandabile di droga o di prostituzione,
come ipotizza la polizia. Forse ha chiesto aiuto alle persone sbagliate.
Mentre sorrideva davanti alla telecamera e domandava ridendo se in video veniva bene,
Andrea non pensava alla morte. Non pensava di morire pochi giorni dopo con addosso la
sua gonna rosa e le sue scarpe da ginnastica. Lei pensava al futuro perché nonostante tutto
non aveva perso la speranza. “Vorrei incontrare un ragazzo con tanti soldi che mi faccia
lasciare la strada perché è troppa brutta”, ci aveva detto. A ricordare il suo sorriso triste, la
sua storia, la sua vita, oggi ci sono solo due o tre senzatetto della stazione, i suoi compagni
di viaggio e nessun altro. (Gabriella Lanza)
GUARDA IL VIDEO
http://www.redattoresociale.it/Multimedia/Video/Dettaglio/442855/Storia-di-Andrea-la-
trans-di-Termini-massacrata-alla-stazione
(fonte www.redattoresociale.it)
Presidenza del Consiglio dei Ministri DIPARTIMENTO PER LE PARI OPPORTUNITÀ
UFFICIO NAZIONALE ANTIDISCRIMINAZIONI RAZZIALI
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