2016
Proposta di Legge Regionale
ECOMUSEI, CASE DI
COMUNITA’
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INTRODUZIONE
La Proposta di Legge in oggetto, ispirandosi all’esperienza degli Ecomusei di altre
Regioni, rientra nel più ampio disegno politico/amministrativo portato avanti negli ultimi
anni, in un percorso iniziato con la presentazione dell’ idea progettuale Basilicata 2019,
scaviamo il futuro, recepita con Delibera di Consiglio Regionale del 7 aprile 2015 n. 240, di
approvazione dell’ O.d.G. relativo al turismo culturale, ed approdato alla seguente proposta di
Legge regionale, il cui fine è quello di dare un contributo per unificare, sul piano gestionale, la
frammentazione programmatoria a cui sono sottoposti gli enti locali. Inoltre, si intende
superare la logica esclusivistica ed eccessivamente dispersiva dell’assegnazione di fondi
attraverso i bandi regionali, per cui si corre il rischio di erogare risorse senza una
pianificazione territoriale adeguata agli obiettivi.
Sulla base dell’idea di tenere insieme i territori attraverso i comuni denominatori della
cultura e del paesaggio, l’approvazione definitiva del Ddl denominato Disposizioni in materia
di Patrimonio Culturale, finalizzate alla valorizzazione, gestione e fruizione dei beni materiali ed
immateriali della Regione Basilicata, avvenuta con Delibera di Consiglio regionale n. 285 del
28 luglio 2015, ha tenuto conto di una serie di emendamenti attraverso cui è stato introdotto,
nel nuovo strumento legislativo lucano, all’art. 4 comma 3, il concetto di Paesaggio Culturale.
Quest’ultimo concetto, in linea con la Convenzione europea sul Paesaggio, apre ad un’ idea di
paesaggio come bene ambientale e culturale da tutelare e valorizzare, anche attraverso
l’opera dei Parchi letterari e delle Fondazioni/Enti morali di interesse culturale, in quanto
custodi di saperi e tradizioni rappresentative del territorio regionale, ed in virtù di quanto
previsto dall’idea progettuale “Basilicata 2019, parco culturale”, recepita con Delibera di
Consiglio regionale del 22 aprile 2014 n. 26, di approvazione dell’ O.d.G. relativo al sistema
delle Fondazioni e dei Parchi letterari.
Inoltre, con Delibera di Consiglio regionale n. 453 del 21 giugno 2016, di approvazione
del Programma triennale per lo Spettacolo 2016/2018, ex art. 8 Legge Regionale n. 37/2014,
sono stati introdotti emendamenti per permettere al Piano in oggetto, di costituire strumento
per attuare un sistema di rete, che potesse valorizzare i territori sedi di Parchi letterari e di
Fondazioni culturali, favorendo, inoltre, i cosiddetti Centri per la Creatività già previsti dal
progetto della Regione Basilicata denominato Visioni Urbane, oltre a costituire una possibile
strada per mettere, al centro dell’azione di promozione culturale, i siti di interesse storico ed
archeologico.
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Sempre nell’ottica di una programmazione efficace, di politiche dirette alla
valorizzazione ed alla promozione dei beni culturali presenti sul territorio regionale, sia
tangibili che intangibili, è stata approvata la Delibera di Consiglio n. 454 del 28 giugno 2016,
in cui venivano recepiti gli indirizzi proposti al Programma triennale delle Politiche Culturali
2016-2018, sia in termini di messa a sistema degli operatori pubblici e privati, che in termini
di strumenti e procedure programmatiche da attivare in ambito culturale.
Infine, è stata prodotta e discussa in Consiglio regionale, nella seduta del 4 ottobre
2016, una richiesta di Informazione sullo stato di attuazione della DGR 1198 del 7.10.2014
definita Ultimo Miglio, relativamente ai tempi di realizzazione di un programma di interventi
sui beni tangibili, a valere sui fondi FSC messi a disposizione con il Patto per la Basilicata
sottoscritto il 2 maggio 2016, tra il Governo Italiano e la Regione Basilicata, cui è seguita una
richiesta di indirizzo riguardante i criteri per la selezione ed il finanziamento dei progetti
afferenti alla Valorizzazione e fruizione del Patrimonio Culturale materiale della Basilicata.
Tutto ciò nell’ottica ed in una strategia organica legata all’opportunità di Matera 2019,
Capitale Europea della Cultura.
In questo quadro la Proposta di Legge regionale sugli Ecomusei, vuole costituire l’anello
di congiunzione per tenere insieme proposte già avanzate ed ormai patrimonio del Consiglio
regionale di Basilicata.
Il termine Ecomusei, nella lingua italiana indica letteralmente una “Istituzione che si
occupa di studiare, tutelare e far conoscere la memoria collettiva globale di una comunità
delimitata geograficamente e il suo rapporto storico e attuale con le risorse ambientali del
territorio”. Il termine è stato coniato nel 1971 dallo studioso Hugues de Varine in Francia, ove
negli anni ’70, vi è stata una prima declinazione operativa dell’Ecomuseo. Inoltre, alla luce
delle esperienze fin qui maturate in diverse regioni italiane (Puglia, Lombardia, Sicilia,
Toscana), l’Ecomuseo può anche essere qualificato come un processo dinamico con il quale le
comunità conservano, interpretano e valorizzano il proprio patrimonio in funzione dello
sviluppo sostenibile.
La tutela del territorio da parte delle singole comunità, insieme alla valorizzazione
delle specificità locali, costituiscono i tratti fondativi della seguente Proposta di Legge, che
crea le condizioni per un patto con il quale la comunità si prende cura di un territorio. In
questa prospettiva, il modello ecomuseale va a connotarsi come realtà orientata a favorire lo
sviluppo sostenibile del territorio, attraverso la valorizzazione e la messa in rete delle
dinamiche culturali locali, la creazione di sinergie con il settore turistico, l’attenzione
all’ambiente e la promozione delle logiche della sostenibilità.
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Gli obiettivi che si intendono raggiungere sono la promozione del patrimonio culturale
sociale e ambientale locale, in una dimensione prevalentemente immateriale e con
un’attenzione ai possibili benefici per le popolazioni residenti, ed alle reti ecomuseali (a livello
nazionale, europeo e mondiale). Queste ultime, sono piattaforme di scambio di esperienze e di
trasferimento di conoscenze specifiche relative alla gestione ed alla veicolazione di iniziative
ed azioni su un circuito internazionale.
Il modello ecomuseale, come modello di riferimento, si afferma come possibile pratica
di comunità all’interno della quale cittadini, operatori ed amministrazioni locali costruiscono
percorsi di sviluppo fondati su un turismo sostenibile, in grado di restituire una visione
autentica del territorio mediante esperienze di immersione nel paesaggio e nelle comunità
che lo abitano. Così come già avvenuto con la previsione dell’Osservatorio per il patrimonio
culturale, di cui all’ art. 14 della Legge regionale n. 27 del 11 agosto 2015, che ha posto le
condizioni, per l’istituzione di uno strumento partecipativo alle politiche di valorizzazione,
fruizione e gestione dei beni culturali, il modello ecomuseale costituisce in maniera più
marcata un modello di partecipazione dal basso, che può contribuire alla formazione del
sentimento di identità della popolazione, promuovendone le dinamiche sociali positive e
migliorandone la qualità della vita.
Dal punto di vista dell’assetto giuridico eleggibile a modello di riferimento, le scelte
possono essere di ampio spettro, lasciando spazio sia a soluzioni pubbliche, private o miste.
La scelta per una piuttosto che per l’altra delle soluzioni, può essere rilevante e prevalente ai
fini dell’accesso ai finanziamenti pubblici per lo svolgimento delle attività. Infatti, i canali
utilizzabili, solo in alcuni casi ammettono come beneficiari soggetti aventi natura giuridica
mista pubblico/privata, essendo i finanziamenti per lo più rivolti al sistema degli operatori
privati, in alternativa al sistema delle autonomie locali.
Dal punto di vista della Governance del territorio in materia culturale, ambientale e
paesaggistica, i modelli utilizzati negli anni scorsi dalla Regione Basilicata, a cui si ispira la
Proposta di Legge in oggetto sono:
Il PO FESR 2007-2013 - Asse IV Valorizzazione dei beni culturali e naturali, che ha
previsto l’attivazione di Pacchetti integrati di offerta turistica (PIOT), incentrati sulla
mobilitazione organica delle risorse territoriali (ambientali, naturali, paesaggistiche,
culturali, storiche, etc…) ed in grado di innescare processi di sviluppo su scala locale;
L’approccio Leader del PSR 2007-2013, Programma Operativo Val d'Agri-Melandro-
Sauro-Camastra, che ha previsto tra le proprie finalità “la salvaguardia ed il
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miglioramento del contesto di vivibilità ambientale, attraverso la tutela e la
valorizzazione degli equilibri ambientali, dell'architettura paesaggistica e dei centri
urbani”;
Il sistema di gestione della Rete Natura 2000.
Per quanto riguarda le forme di gestione che verranno utilizzate nei prossimi anni, cui è
possibile affiancare il modello proposto sono:
Le Aree interne, che prevedono l’attivazione di progetti di sviluppo locale focalizzati sui
temi della:
a) tutela del territorio e delle comunità locali;
b) valorizzazione delle risorse naturali, culturali e del turismo sostenibile;
c) incentivazione dei sistemi agro-alimentari, dell’artigianato e dello sviluppo
locale;
d) promozione del risparmio energetico e delle filiere locali di energia rinnovabile;
L’Approccio Leader, inteso come supporto a Strategie di sviluppo locale e ad azioni
specifiche Leader;
La valorizzazione degli Attrattori culturali, così come individuati dal MiBACT in
relazione ai PON Cultura e Sviluppo – FESR 2014/2020;
I Contratti di fiume, ossia strumenti volontari di programmazione strategica e
negoziata che perseguono la tutela e la corretta gestione delle risorse idriche e la
valorizzazione dei territori fluviali, unitamente alla salvaguardia dal rischio idraulico,
contribuendo allo sviluppo locale;
La valorizzazione delle Aree di attrazione naturale, costituite da enti pubblici ed enti
gestori.
Tutto ciò premesso, lo strumento attraverso il quale il modello ecomuseale esprime gli
indirizzi della propria attività sul territorio, sono le cosiddette Mappe di comunità, ossia
mappe disegnate che costituiscono strumenti di conoscenza e valorizzazione del patrimonio
paesaggistico, in rapporto allo sviluppo locale ed auto sostenibile. Il progetto sperimentale
Mappe di comunità del paesaggio, nell’ambito della formazione del redigendo Piano
Paesaggistico Regionale (PPR), e quale risultato dell’attività dei Laboratori di cittadinanza
attiva, ottempera a quanto previsto dall’art. 1 della Convenzione europea del paesaggio nella
parte in cui prevede che “...il Paesaggio designa una determinata parte del territorio cosi come
percepita dalle popolazioni…”, in un’ottica di perseguimento di un "Obiettivo di qualità
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paesaggistica" che “…designa la formulazione da parte delle autorità pubbliche competenti, per
un determinato paesaggio, delle aspirazioni delle popolazioni per quanto riguarda le
caratteristiche paesaggistiche del loro ambiente di vita” (Convenzione europea del paesaggio,
art. 1, lett. c).
Pertanto la Proposta di Legge, vuole creare una rete locale di esperienze di cittadinanza
attiva, per sensibilizzare alla lettura del valore del paesaggio le popolazioni che vi abitano e
per innescare processi di cooperazione e scambio all’interno delle stesse comunità, con
particolare attenzione al mondo della scuola ed alle esperienze di alternanza scuola lavoro.
Infatti gli ecomusei, possono costituire luoghi di comunità, ove ospitare, nell’ambito del
Piano Nazionale Scuola Digitale, Laboratori School-friendly, ossia laboratori aperti alle scuole o
disponibili all’apertura alle scuole presenti nel territorio, che implicano insiemi di pratiche
emergenti, ma ormai riconosciuti dalla collettività, come ad esempio i Fab Lab. Anche in
sinergia con le proprie politiche, gli enti locali potranno agire come certificatori dei laboratori
sul proprio territorio, formalizzare la loro disponibilità e sviluppare insieme al Ministero
dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR), politiche per il monitoraggio delle
attività condotte.
Il MIUR promuoverà l’utilizzo di tali laboratori da parte delle scuole, anche in sinergia
con iniziative del Piano Nazionale Scuola Digitale. Inoltre, al fine di incrementare le
opportunità di lavoro e le capacità di orientamento degli studenti, i Percorsi di alternanza
scuola-lavoro, di cui al D.lgs. del 15 aprile 2005, n. 77, e così come indicato all’art. 1, comma
34, della Legge 13 luglio 2015, n. 107 (Buona Scuola), essendo attivabili “…con i musei e gli
altri istituti pubblici e privati operanti nei settori del patrimonio e delle attività culturali…”, ben
potrebbero essere previsti all’interno degli stessi Ecomusei, in quanto enti che svolgono
attività afferenti al patrimonio artistico, culturale e ambientale.
In conclusione, per quanto riguarda il modello attuativo da adottare, esso presuppone
il finanziamento della Proposta di legge attraverso l’istituzione di un apposito capitolo di
bilancio regionale, integrato da un approccio plurifondo, che presuppone la presentazione di
Piani di azione biennali, da parte dei soggetti riconosciuti, in risposta alla pubblicazione di
avvisi pubblici a valere sui diversi Programmi operativi comunitari (FESR,FSE,PSR e FSC),
secondo le seguenti ipotesi ed opportunità di finanziamento:
Programma Linea di azione Finalità Tipologia attività
finanziate
Beneficiari
PO FESR
2014-2020
3B.3.3.3 - Sostegno a
processi di
Promozione processi
aggregativi tra
Aiuti a reti di imprese
per lo sviluppo di
Reti di PMI
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aggregazione e
integrazione tra
imprese (reti di
imprese) nella
costruzione di un
prodotto integrato
nelle destinazioni
turistiche (anche
sperimentando
modelli innovativi,
quali, dynamic
packaging, marketing
networking, tourism
information system,
customer relationship
management)
operatori nelle
attività di
valorizzazione
pacchetti integrati di
offerta turistica
PO FESR
2014-2020
6C.6.7.1 - Interventi
per la tutela e la
valorizzazione e la
messa in rete del
patrimonio culturale,
materiale e
immateriale nelle
aree di attrazione di
rilevanza Strategica
tale da consolidare e
promuovere processi
di sviluppo
Valorizzazione delle
emergenze culturali
regionali a valenza
strategica
(premialità per
Matera e sistema
Vulture-Alto
Bradano)
• interventi di
valorizzazione dei beni
archeologici,
architettonici, artistici,
monumentali, ecc.,
attraverso attività di
recupero, allestimenti
anche multimediali,
digitalizzazione, messa
in rete, ecc., con priorità
per quelli volti ad
assicurare la
realizzazione di
interventi ultimativi che
consentano la completa
fruizione del bene;
• interventi volti a
migliorare l’accesso e la
fruizione dei beni
culturali materiali ed
Regione,
Comuni,
Sovrintendenze
del MiBACT ed
altri soggetti
titolari/gestori
pubblici di beni
culturali
riconosciuti
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immateriali attraverso la
messa in rete dei siti;
• interventi per
l'individuazione di
contenitori culturali
stabili per la produzione
e fruizione culturale
(spazi stabili per
concerti, spettacoli,
attività teatrali);
• sostegno a servizi
innovativi in grado di
qualificare l’approccio e
diversificare la fruizione
dei beni culturali (es.,
prenotazioni on line,
visite virtuali di siti e
musei, multimedialità,
allestimenti
tecnologicamente
avanzati, ecc.).
PO FESR
2014-2020
6C.6.7.2 - Sostegno
alla diffusione della
conoscenza e alla
fruizione del
patrimonio culturale,
materiale e
immateriale,
attraverso la
creazione di servizi
e/o sistemi Innovativi
e l’utilizzo di
tecnologie avanzate
Accrescere il
potenziale attrattivo
dei beni regionali
culturali di pregio
attività e interventi
mirati alla diffusione
della conoscenza del
patrimonio naturale
regionale ricorrendo a
sistemi innovativi di
comunicazione ed
all’utilizzo di tecnologie
avanzate di fruizione
Regione
Basilicata, Enti
Locali, APT,
organismi
gestori di beni
culturali
riconosciuti
PSR 2014-
2020
7.5 - Investimenti per
fruizione pubblica di
infrastrutture
Sostegno per lo
sviluppo di servizi
turistici in area
L’intervento sostiene gli
investimenti pubblici e
privati per la
Comuni singoli
o associati;
Associazioni di
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creative, turistiche su
piccola scala ed
informazioni
turistiche
rurale realizzazione e/o
ammodernamento di
piccole infrastrutture
informative e ricreative
e per la creazione di
servizi turistici per
migliorarne i flussi e la
qualità dell’offerta
(chioschi informativi
multimediali,
realizzazione itinerari
turistici anche digitali).
scopo
costituite da
Comuni e
soggetti
privati;
Enti gestori di
aree protette e
siti Natura
2000
PSR 2014-
2020
7.6 - Investimenti per
restauro e
riqualificazione del
patrimonio culturale
e naturale, del
paesaggio rurale e dei
siti HVN
L’intervento
sostiene le attività
volte a favorire la
destagionalizzazione
dei movimenti
turistici legato anche
alla riscoperta delle
identità dei territori
rurali
Sono ammissibili: i)
ristrutturazione,
ripristino, adeguamento
funzionale di aree e
manufatti; ii) recupero
di piccole strutture
rurali ad uso collettivo
collegate all’identità
rurale; iii) realizzazione
di censimenti e
catalogazioni del
patrimonio culturale.
• Regione
Basilicata;
• Comuni;
•
Sovrintendenze
per i Beni
Culturali e
Paesaggistici;
• Enti gestori di
aree protette e
Aree
Natura2000.
PSR 2014-
2020
16.3 - Sostegno alla
cooperazione tra
piccoli operatori per
organizzare processi
di lavoro in comune
L’intervento
sostiene lo sviluppo
della cooperazione
commerciale fra
piccoli operatori
nelle zone rurali
attraverso lo
sviluppo di
associazioni di
operatori del
turismo rurale
(agriturismi, fattorie
Sostenute azioni a
sostegno della
cooperazione e piani di
promozione e
commercializzazione per
raggiungere nuovi
mercati, creare nuove
conoscenze e
competenze e
incentivare un’economia
di scala.
Forme di
aggregazione
tra piccoli
operatori che
operano nel
settore del
turismo rurale
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didattiche e sociali,
ecc..), la
realizzazione di
misure collettive per
la promozione e
commercializzazione
del turismo rurale,
l’adozione e la
condivisione fra gli
operatori di processi
e strumenti idonei
alla sostenibilità
ambientale.
PO FSE
2014 - 2020
8.5.1 - Misure di
politica attiva, con
particolare
attenzione ai settori
che offrono maggiori
prospettive di
crescita, ad esempio
nell’ambito di green
economy, blue
economy, servizi alla
persona, servizi
sociosanitari,
valorizzazione del
patrimonio culturale,
ICT)
Contrasto alla
disoccupazione in
settori a maggio
prospettiva di
crescita
Inserimento lavorativo
dei disoccupati di lunga
durata e sostenere
adeguatamente le
persone a rischio di
disoccupazione di lunga
durata attraverso
tirocini, orientamento,
bonus occupazionali
Organismi di
formazione
accreditati,
imprese, enti
ed associazioni
culturali
PO FSE
2014 - 2020
8.1.1 - Misure di
politica attiva con
particolare
attenzione ai settori
che offrono maggiori
prospettive di
crescita (ad esempio
nell’ambito di: green
Contrasto alla
disoccupazione
giovanile in settori a
maggio prospettiva
di crescita
Aumento occupazione
giovanile attraverso
tirocini, orientamento,
bonus occupazionali
etc…
Organismi di
formazione
accreditati,
imprese, enti
ed associazioni
culturali
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economy, blue
economy, servizi alla
persona, servizi
socio-sanitari,
valorizzazione del
patrimonio culturale,
ICT)
PO FSE
2014 - 2020
10.4.3 - Interventi
formativi per elevare
le competenze a
rafforzamento degli
OT 4 (energia) e 6
(ambiente, cultura e
turismo)
Potenziare il sistema
delle competenze in
settori chiave per lo
sviluppo regionale
Iniziative di formazione
specialistica per
aumento competenze
nei settori della green
economy, valorizzazione
del patrimonio e delle
attività
Organismi di
formazione
accreditati,
imprese, enti
ed associazioni
culturali
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Proposta di Legge regionale ECOMUSEI, CASE DI COMUNITA’
Art. 1
Oggetto e finalità
1. La Regione Basilicata, di concerto con le comunità locali, le parti sociali, le associazioni e gli
enti locali e di ricerca riconosce, promuove e disciplina sul proprio territorio gli ecomusei,
come forme di partecipazione condivisa dal basso, per il governo del territorio, ed in quanto
processi dinamici con il quale le comunità conservano, interpretano e gestiscono il proprio
patrimonio in funzione dello sviluppo del territorio e della valorizzazione della cultura
materiale ed immateriale, in una logica di sostenibilità ambientale, economica e sociale, di
responsabilità e di partecipazione dei soggetti pubblici e privati e dell’intera comunità locale.
Art. 2
Ecomuseo
1. L’Ecomuseo, è un luogo di comunità avente la forma dei musei permanenti, di dimensioni e
caratteristiche adeguate alle finalità di cui alla presente legge, e mirante a studiare,
conservare e promuovere l’identità collettiva e il patrimonio culturale, ambientale e
paesaggistico locale,
2. Gli Ecomusei contribuiscono alla cura del territorio promuovendo progetti di paesaggio in
forma partecipata, nei quali le comunità si riconoscono attraverso una socialità rinnovata, che
prevede la partecipazione permanente delle comunità nei processi di individuazione, cura e
governo del patrimonio culturale, ambientale e paesaggistico locale, favorendo modelli di
cittadinanza attiva e di sussidiarietà verticale e orizzontale.
3. L’ Ecomuseo si fonda su un patto che impegna una comunità a prendersi cura di un
territorio e si attua attraverso un progetto condiviso ed integrato di valorizzazione,
promozione e produzione di cultura di un territorio geograficamente delimitato ed omogeneo
dal punto di vista sociale ed economico, connotato da peculiarità storiche, culturali, materiali
ed immateriali, paesistiche ed ambientali. I tratti distintivi dell’ecomuseo, incorporano
elementi geografici, paesaggistici ed ambientali assieme ad elementi del patrimonio culturale
tangibile ed intangibile, come architettura, pratiche di lavoro, produzioni, lingua, e tradizioni
in genere.
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4. Gli Ecomusei perseguono le seguenti finalità:
a) promuovere l’acquisizione dei presupposti culturali e identitari di una comunità che si
vuole riconoscere in pratiche di vita democratica e plurale;
b) restaurare, ripristinare, e valorizzare ambienti di vita e di lavoro tradizionali, utili per
recuperare e tramandare le testimonianze della cultura materiale e ricostruire le
abitudini di vita e di lavoro delle popolazioni locali, in relazione all’ambiente
circostante, alle tradizioni religiose, culturali e ricreative, ed all’utilizzo delle risorse
naturali e dei metodi impiegati nella produzione agricola, silvicola, artigianale e
industriale;
c) favorire progetti di sviluppo e integrazione interculturale, finalizzati alla scoperta e
conoscenza del territorio, promuovendo lo studio e la ricerca scientifica relativi alla
storia e alle tradizioni del territorio e diffondere le stesse attraverso attività didattico -
educative;
d) promuovere e sostenere le attività di documentazione, catalogazione, ricerca
scientifica e didattico-educativa relative all’ambiente, al paesaggio, alla storia e alle
tradizioni locali del territorio, provvedendo, altresì, alla predisposizione dei documenti
informativi da mettere a disposizione del pubblico in appositi luoghi o spazi destinati
alla documentazione ed informazione;
e) incentivare ambienti di vita e di lavoro tradizionali volti alla produzione di beni o
servizi tipici da offrire ai visitatori, creando opportunità di impiego e di promozione di
prodotti locali;
f) promuovere la partecipazione diretta delle comunità, delle istituzioni culturali e
scolastiche e delle associazioni nei processi di valorizzazione, promozione e fruizione
attiva del patrimonio paesaggistico, culturale, materiale ed immateriale, sociale ed
ambientale del territorio regionale, compresi usi e costumi locali tramandati di
generazione in generazione;
g) innescare processi di sviluppo dal basso e su scala locale, incentrati sulla mobilitazione
organica delle risorse territoriali (ambientali, naturali, paesaggistiche, culturali,
storiche, etc…) ed attraverso il coinvolgimento e la partecipazione diretta delle
comunità locali, delle istituzioni culturali scientifiche e scolastiche, del settore
produttivo, e delle associazioni nei processi di valorizzazione, promozione e fruizione
attiva in termini di sviluppo sostenibile, del patrimonio paesaggistico, culturale,
materiale ed immateriale, sociale ed ambientale del territorio regionale;
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h) favorire e sostenere la conoscenza, la tutela e la valorizzazione del paesaggio.
5. Le finalità di cui al comma 4, vengono realizzate attraverso:
a) la realizzazione di Laboratori di cittadinanza attiva per la costruzione delle cosiddette
Mappe di comunità, o analoghi strumenti di coinvolgimento attivo delle comunità nella
identificazione e rappresentazione delle peculiarità dei luoghi e della percezione del
paesaggio, per il censimento del patrimonio paesaggistico e culturale locale e la
definizione di regole condivise per la loro cura e valorizzazione;
b) la predisposizione di itinerari di visita e percorsi di fruizione e di valorizzazione
turistica e culturale che introducano e accompagnino il visitatore nella conoscenza
dell’ambiente e delle tradizioni locali;
c) il mantenimento di attività tradizionali locali, e il recupero di antichi mestieri per
l’avvio di botteghe - scuola, nell’ottica della conservazione della memoria, dello
sviluppo, della coesione sociale e della riscoperta degli antichi saperi;
d) la messa a disposizione delle scuole presenti sul territorio di spazi laboratoriali,
nell’ambito dell’offerta formativa nazionale (Piano Nazionale Scuola Digitale,
Laboratori School-friendly) e regionale;
e) la collaborazione nella realizzazione di percorsi di Alternanza Scuola-Lavoro
riguardanti il secondo ciclo di istruzione, di cui al D.lgs. del 15 aprile 2005, n. 77, così
come indicato all’art. 1, nei commi dal 33 al 43, della Legge 13 luglio 2015, n. 107;
f) la promozione, anche ai fini della pubblica fruizione, del corretto recupero di strutture
di carattere residenziale, storico ed artistico, per la messa in atto procedure e metodi
per l’attuazione della Convenzione europea del paesaggio, garantendo il diritto alla
bellezza degli ambienti di vita delle singole comunità, anche attraverso contatti con
enti e proprietari privati;
g) la realizzazione di iniziative di cooperazione e scambio di esperienze con altre realtà
simili, anche attraverso la creazione e/o adesione a reti regionali, nazionali ed europee;
h) l’attivazione di processi di sensibilizzazione della società lucana per la salvaguardia e il
recupero del patrimonio paesaggistico e culturale e per il perseguimento di un
Obiettivo di qualità paesaggistica, così come previsto dall’art. 1, lett. c, della
Convenzione europea del paesaggio, potendo rappresentare presidi locali
dell’Osservatorio regionale del paesaggio e del territorio;
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Art. 3
Laboratori di cittadinanza attiva e Mappe di comunità
1. I Laboratori di cittadinanza attiva, costituiscono uno strumento per garantire il
riconoscimento di un ruolo attivo ai cittadini nelle decisioni che riguardano il loro paesaggio e
la loro cultura, offrendogli l’occasione di meglio identificarsi con i territori e le città in cui
vivono.
2. i Laboratori di cittadinanza attiva trovano collocazione preferibilmente all’interno di
contenitori pubblici o privati, recuperati o da recuperare, e sono indirizzati alla
sperimentazione di un nuovo processo di educazione al patrimonio culturale delle comunità
coinvolte. Promuovono e diffondono il progetto di partecipazione attiva e condivisa, come
esperienza di partecipazione, dal basso, nella gestione e valorizzazione delle risorse culturali
locali e dei valori del territorio.
3. Tra gli obiettivi dei Laboratori di cittadinanza attiva, c’è la predisposizione delle Mappe di
comunità. La Mappa è un libro disegnato e finalizzato a promuovere il ruolo degli abitanti
nella costruzione di rappresentazioni del territorio in grado di descriverne l’ambiente di vita,
e i valori socialmente riconosciuti del territorio di riferimento.
4. Le Mappe di comunità sono costruite dagli abitanti con l’aiuto di facilitatori, tecnici, artisti e
storici locali, nell’intento di considerare il paesaggio una parte del territorio cosi come
percepito dagli abitanti.
5. Nel processo di formazione del Piano paesaggistico regionale (Ppr), le Mappe di comunità,
sono assunte come strumento di crescita della coscienza di luogo, attraverso la partecipazione
degli abitanti, secondo tre fasi di sviluppo:
a) decodificazione della percezione del paesaggio;
b) partecipazione alla costruzione degli obiettivi di qualità paesaggistica e degli scenari di
trasformazione;
c) attivazione di usi e costumi contestuali per la cura quotidiana del paesaggio e dell’ambiente,
finalizzata al rilancio dei mestieri tradizionali, dei prodotti tipici, della promozione culturale,
della valorizzazione del territorio e del paesaggio, ed in virtù della redazione e futura gestione
del Ppr.
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Art. 4
Riconoscimento e gestione degli ecomusei
1. Gli Ecomusei sono promossi da associazioni e fondazioni culturali, ambientalistiche e di
conservazione del patrimonio storico, senza scopo di lucro, appositamente costituite o che
abbiano come oggetto statutario le finalità di cui all’articolo 1, ovvero da enti locali singoli e
associati, ed in collaborazione con enti di ricerca pubblici e privati.
2. I soggetti di cui al comma 1, nell’ambito dell’organizzazione delle attività da svolgere, si
dotano di spazi da destinare a sede di Laboratori di cittadinanza attiva, dove svolgere attività
di gestione, promozione culturale e sostegno alle attività didattico - educative e di ricerca in
collaborazione con università, istituzioni scolastiche, istituti specializzati, enti di promozione
turistica e istituti e luoghi di cultura.
3. La Regione Basilicata riconosce e disciplina gli Ecomusei sul proprio territorio, attraverso
delibera di Giunta regionale. Entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore della presente
legge, la Giunta regionale approva un Regolamento per la definizione dei criteri e dei requisiti
minimi per il riconoscimento della qualifica di Ecomuseo, nonché per la individuazione dei
soggetti ai quali ne è consentita la gestione.
5. Il Regolamento, di cui al comma 4, tiene conto dei seguenti criteri:
a) rispondenza ai principi ed alle finalità fissate dalla Legge regionale 11 agosto 2015, n.
27, Disposizioni in materia di Patrimonio culturale, finalizzate alla valorizzazione,
gestione e fruizione dei beni materiali ed immateriali della regione Basilicata;
b) presentazione di una progettualità coerente con le previsioni dell’art. 2, commi 4 e 5, di
cui alla presente legge;
c) complementarietà con altri strumenti di programmazione e sviluppo territoriale,
previsti a livello di legislazione nazionale e regionale;
d) rapporto con altri Ecomusei, eventualmente esistenti sul medesimo territorio o
territori limitrofi, finalizzato alla creazione di una Rete Ecomuseale;
e) caratteristiche di specificità culturale, geografica e paesaggistica del territorio in cui si
propone l’ecomuseo;
f) partecipazione attiva della comunità locale nel progetto di predisposizione e
animazione culturale dell’Ecomuseo;
g) presenza di un insieme diversificato di soggetti partecipanti, quali associazioni, enti di
ricerca pubblici e privati, parchi letterari, fondazioni di interesse culturale, ed enti
locali singoli o associati;
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h) allestimento di spazi adeguati ad ospitare esperienze laboratoriali, di cui all’art. 2,
comma 5, lettere a), d), e);
i) esistenza di itinerari di visita e allestimento di percorsi di fruizione e luoghi di
interpretazione;
5. La Regione istituisce un elenco degli Ecomusei di interesse regionale, riconosciuti con le
modalità e sulla base del Regolamento di cui al comma 4.
6. L’ elenco viene aggiornato annualmente. L’inserimento nell’elenco degli Ecomusei, equivale
a riconoscimento della qualifica di Ecomuseo. Ogni tre anni la Regione, acquisito il parere
della Consulta di cui all’articolo 6, verifica la permanenza dei requisisti minimi per il
riconoscimento della qualifica di Ecomuseo, provvedendo ad eventuali cancellazioni. La
Regione, per gravi motivi e sentita la Consulta, può in ogni momento revocare la qualifica di
Ecomuseo.
6. La programmazione e gestione delle attività degli Ecomusei, relative alla promozione del
paesaggio, è operata in stretta collaborazione con l’Osservatorio regionale del paesaggio e del
territorio, il quale per il conseguimento delle proprie finalità istituzionali, svolge attività di
coordinamento e/o programmazione e può promuovere forme di cogestione degli Ecomusei,
tra gli enti locali territoriali interessati e gli altri soggetti pubblici e privati.
7. La Regione promuove altresì le iniziative di formazione degli operatori degli Ecomusei, da
realizzarsi anche mediante la partecipazione e lo scambio culturale nei circuiti già attivi in
Basilicata e nelle altre regioni d’Italia e d’Europa.
Art. 5
Denominazione e marchio
1. Ogni Ecomuseo, ha diritto alla denominazione e ad un proprio marchio esclusivo.
2. Contestualmente al riconoscimento della qualifica di Ecomuseo di cui all’articolo 4, comma
3. La Regione riconosce ad ogni Ecomuseo, una denominazione esclusiva e originale e un
marchio. Il marchio è veicolo di promozione dell’Ecomuseo, ed è tutelato nelle forme previste
dalla legge.
4. La Regione può promuovere un marchio che raccolga l’immagine complessiva degli
Ecomusei della Basilicata (Rete degli Ecomusei Lucani).
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Art. 6
Consulta regionale degli Ecomusei
1. La Giunta regionale nomina una Consulta regionale degli Ecomusei con compiti di
promozione e attuazione della presente legge.
2. La Consulta:
a) si esprime sul riconoscimento e sulla promozione degli Ecomusei, nonché sulle attività
di formazione degli operatori degli Ecomusei;
b) si esprime sulla revoca della qualifica di Ecomuseo;
c) svolge azione di coordinamento nei confronti degli Ecomusei riconosciuti ai sensi
dell’articolo 4, comma 3;
d) svolge azione di programmazione delle attività di promozione degli Ecomusei a livello
regionale, nazionale e internazionale;
e) formula gli indirizzi sulle modalità di finanziamento agli Ecomusei;
f) trasmette una relazione annuale sulle attività svolte entro il 28 febbraio di ogni anno.
3. La Consulta è composta da:
a) l’Assessore regionale con delega ai beni culturali;
b) un rappresentante della Commissione consiliare competente in materia di territorio e
ambiente;
c) un rappresentante della Commissione consiliare competente in materia di beni culturali;
d) i rappresentanti delle autorità di gestione dei Programmi Operativi comunitari
FESR/FSE/FEASR e FSC;
e) i dirigenti dei servizi competenti nelle materie dei beni culturali e del paesaggio;
f) un rappresentante designato da ciascun Ecomuseo;
g) un rappresentante dell’Osservatorio regionale del paesaggio e del territorio;
h) un rappresentante dell’Università degli studi di Basilicata;
i) un sindaco per ciascuna provincia indicato dall’ANCI regionale;
l) i rappresentanti delle associazioni portatrici di interessi diffusi, individuate ai sensi delle
vigenti disposizioni di legge, in materia di ambiente, paesaggio e cultura purché abbiano
manifestato il proprio interesse.
4. La Consulta elegge il proprio presidente e vicepresidente scegliendoli tra i membri di cui al
precedente comma 3.
5. Le funzioni di segreteria sono svolte da un funzionario designato dal Servizio regionale
competente in materia di beni culturali.
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6. La Consulta determina le modalità del proprio funzionamento tramite apposito
regolamento e può invitare a partecipare alle proprie sedute esperti o rappresentanti o
operatori degli Ecomusei regionali.
7. Ai componenti della Consulta non è riconosciuto alcun compenso e si riunisce almeno due
volte l’anno e la partecipazione alle sedute è a titolo gratuito.
8. La composizione della Consulta è formalizzata con decreto del Presidente della Giunta
regionale all’inizio di ogni legislatura, e resta in carica per tutta la legislatura. Le sue funzioni
sono prorogate fino alla sua ricostituzione.
Art. 7
Finanziamenti
1. Alla spesa derivante dalla gestione e dal funzionamento degli Ecomusei iscritti negli elenchi
di cui all’articolo 4, comma 5, si fa fronte con i fondi del bilancio regionale.
2. Le spese per la realizzazione delle attività degli Ecomusei vengono coperte da fondi messi a
disposizione dalla Regione Basilicata a valere sui Programmi Operativi comunitari
FESR/FSE/FEASR e FSC, tramite procedure di Avviso pubblico, cui gli Ecomusei possono
partecipare presentando dei Piani di azione biennali, fermo restando la possibilità di
candidare progetti a valere sulla Linea di intervento Accordo per la realizzazione di Programmi
Regionali per lo Sviluppo Sostenibile di cui agli Accordi Attuativi del Protocollo di Intenti
sottoscritto in data 18 novembre 1998, tra Regione Basilicata ed ENI spa.
3. La formula ecomuseale costituisce uno strumento attraverso cui promuovere l’utilizzo del
credito di imposta per le erogazioni liberali in denaro a sostegno della cultura e dello
spettacolo, il c.d. Art bonus, ai sensi dell'art.1 del Decreto Legge del 31 maggio 2014, n. 83,
Disposizioni urgenti per la tutela del patrimonio culturale, lo sviluppo della cultura e il rilancio
del turismo, convertito con modificazioni in Legge n. 106 del 29 luglio 2014.
Art. 8
Disposizioni transitorie e finali
1. In prima applicazione della presente legge, sono qualificati Ecomusei i soggetti che operano
per finalità analoghe a quelle di cui all’articolo 1 e che abbiano già promosso iniziative
documentate in materia. A tal fine, la Regione, con il contributo della Consulta e
dell’Osservatorio regionale del paesaggio e del territorio, su istanza del soggetto proponente,
provvede alla ricognizione di tali iniziative e ne riconosce la denominazione e il marchio di cui
all’articolo 5.
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2. In prima applicazione, la Consulta è costituita entro centoventi giorni dalla data di entrata
in vigore della presente legge.
3. Entro un anno dall’approvazione del Regolamento di cui al comma 3 dell’articolo 4, gli
Ecomusei già attivi devono adeguarsi ai criteri generali e ai requisiti previsti dal medesimo
Regolamento.
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