Promosso dalle Compagne e dai Compagni del circolo SEL CasadellaSinistra XIII Municipio
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“Partecipazione”: L’autobiografia del nostro territorio, scritta dai nostri cuori anche su
Partecipazione [email protected]
Anno II Numero 5
Benvenuta Sinistra è il titolo della nostra campagna elettorale, è, più che un
auspicio, la convinzione della bontà delle nostre proposte. Al fianco di Pier-
luigi Bersani, per l’Italia, e di Nicola Zingaretti, per il Lazio, intendiamo
costruire quell’alternativa di governo al montismo sfrenato e alla mala ge-
stione del la destra affarista e per nulla trasparente della Polverini, in grado
di rivoluzionare pratiche e metodologie, di riavvicinare i cittadini alle istitu-
zioni e di tradurre concretamente la
voglia di giustizia sociale che preme nel tessuto dei rap-
porti sociali. Mai più tasse indiscri- minate, mai più gio-
chi sporchi alle spalle e in barba agli italiani: intendiamo
liberare le energie della creatività con il sostegno alle
imprese innovative, liberare il lavoro dal fardello della
restaurazione dei rapporti tra padro- ne e operaio resti-
tuendo dignità e diritti pieni al lavo- ro, dare un futuro e
una prospettiva di vita alle nuove generazioni dando
loro la chiave per trasformare questo Paese in una terra di opportunità e non da cui fuggire. Vo-
gliamo meno spese di guerra e più spese per i servizi e il sociale, vogliamo restituire alla politi-
ca l’importanza e l’onorabilità di cui si è andata perdendo traccia in favore di facili e comodi
populismi. Vogliamo contrapporre alla speculazione edilizia e al consumo del suolo l’amore per
la terra e la sua cura. Vogliamo rinvigorire l’economia con scelte eque, mettere all’angolo la
speculazione finanziaria e l’arroganza dei grandi capitali quando, per il profitto, seppelliscono i
diritti dei lavoratori e i sogni di una intera fascia di popolazione strangolata dai debiti. Voglia-
mo, infine, porre al centro di questa campagna elettorale, il disagio di milioni di pensionati,
chiedendo una diversa politica fiscale per la tassazione sul loro reddito e una rivalutazione an-
nuale per le pensioni. Ma questo non basta, serve una legge nazionale con un fondo a sostegno
delle persone non autosufficienti e delle loro famiglie, con una difesa reale sia del sistema sani-
tario pubblico che del welfare pubblico, per rispondere ai bisogni delle persone anziane. Ed è
per questo che diamo il benvenuto alla Sinistra, alla Sinistra di governo che porta nelle sedi
istituzionali le vertenze territoriali, il sentire e le emozioni della passione politica. Siamo la sini-
stra della proposta e non della sterile e autoreferenziale protesta. Questa volta giochiamo per
vincere e lo vogliamo fare con una coalizione salda, autorevole e progressista.”
In Questo Numero:
Intervista ad
Adriano Labbucci
di Maurizio Carrozzi
Benvenuta Sinistra
di Massimo Cervellini
Intervista a Paolo Perelli
di Assunta Giacca
Homo Homini Lupus
di Paola Valeri
Benessere Psicologico
e Territorio
di Emanuele Grilli
di Maurizio Carrozzi
Adriano Labbucci è nato a Roma, laureato in storia moderna ha da sempre associato l'impegno socia-
le con quello politico svolgendo dal 2003 al 2008 il ruolo di presidente del consiglio provinciale di
Roma. Nel 2011 ha pubblicato il libro "Camminare, una rivoluzione": Adesso si candida alle elezioni
regionali del Lazio nella lista di SEL…(continua a Pag. 2)
Benvenuta Sinistra, Speranze e Proposte per rilanciare la Sinistra
di Massimo Cervellini
Adriano Labbucci: “Riportiamo nel Lazio e nel paese la Buona Politica di Sinistra”
2 Partecipazione Partecipazione
Cioè?
La salute è un diritto: per questo i tagli proposti sono inaccetta-
bili. Bisogna intervenire sulla spesa e sulla qualità dei servizi,
rafforzando la sanità territoriale invece di scaricare tutto sugli
ospedali con conseguente aumento dei costi, riequilibrando il
rapporto con la sanità privata che nella nostra regione è eccessi-
vo, rendendo trasparenti i bilanci delle ASL. Inoltre la Regione
Lazio ha un grande compito di programmazione che in questi
anni, anche e soprattutto a causa della sciagurata giunta Polve-
rini, non ha svolto. Il welfare non è un lusso: è quel sistema che
ci rende cittadini. La prima cosa da fare è una nuova legge qua-
dro sui servizi sociali in grado di rispondere ai nuovi bisogni, di
promuovere reti di solidarietà e socialità coinvolgendo il terzo
settore e integrando il sociale col sanitario.
Hai più volte ribadito che la tutela dell’ambiente sarà
una “condicio sine qua non” della tua azione politica e
di governo, qualora il centrosinistra dovesse vincere le
prossime elezioni regionali…
E lo confermo. L’imperativo categorico da questo punto di vi-
sta è quello di dare uno stop al consumo di suolo e approvare
una legge regionale che tuteli l’Agro Romano dalla speculazio-
ne edilizia rilanciandone la vocazione agricola. Al contempo è
necessario rivedere completamente le politiche per le infrastrut-
ture. Non abbiamo bisogno del raddoppio del GRA o dell’alta
velocità. Serve invece investire sul ferro per sostenere i pendo-
lari che, per ragioni di studio o di lavoro, ogni giorno viaggiano
in condizioni incivili sulle linee regionali. E poi dobbiamo pro-
muovere lo sviluppo di un mobilità “dolce” con percorsi pedo-
nali e ciclabili.
Un programma ambizioso, forse anche un po’ utopistico.
Non ti pare?
Sono convinto che per imprimere una vera svolta alla politica,
per fare cose davvero diverse bisogna pensare e agire diversa-
mente. Non dobbiamo aver paura della radicalità delle idee. Le
battaglie perse sono solo quelle che non si danno.
(Continua da Pag 1..)
Labbucci, quali sono le ragioni che ti hanno spinto a
candidarti alle elezioni regionali del 24 e 25 febbraio?
Innanzitutto penso sia necessario voltare pagina scrivendo la
parola fine una volta per tutte al “berlusconismo” e ai suoi
derivati come la giunta Polverini che in questi anni è stata
impegnata in un'opera di sistematica demolizione del territo-
rio regionale, sotto ogni punto di vista. E poi bisogna chiu-
dere anche la fase del governo Monti. Si tratta in realtà di
due “destre: la prima, populista e demagogica, la seconda
tecnocratica, ma entrambe accomunate dal medesimo credo
liberista. Le ricette sia dell’una che dell’altra per uscire dalla
crisi economica sono in fondo le stesse: precarizzazione del
lavoro, indebolimento del potere contrattuale dei lavoratori,
taglio delle pensioni, dello stato sociale, della sanità, sovrac-
carico di tasse per gli artigiani, i piccoli e piccolissimi im-
prenditori. Non una parola sulla tassazione delle rendite e
delle transazioni finanziare, né tanto meno sull’ipotesi di
tassare i grandi patrimoni. Insomma secondo loro la crisi la
devono pagare, come sempre, i soliti noti, che poi sono quel-
li che non hanno alcuna responsabilità per la crisi in corso.
Tutto ciò è inaccettabile e la sinistra ha il dovere di cambiare
radicalmente rotta rispetto a quanto è stato fatto fino ad ora.
In che modo?
Facendo esattamente il contrario di quello che hanno fatto
sia Berlusconi che Monti. E’ necessario recuperare risorse
da una parte tassando i grandi patrimoni e le rendite finan-
ziarie, dall’altra attraverso una lotta senza quartiere
all’evasione fiscale. E naturalmente tagliare drasticamente i
costi della politica. In questo modo sarà possibile realizzare
delle politiche che rimettano al centro il mondo del lavoro,
rifinanziando il welfare e facendo della cultura e
dell’ambiente il volano di un nuovo e profondamente rinno-
vato sviluppo economico.
Quali sono i punti fondamentali del tuo programma?
Innanzitutto rifinanziare la legge regionale sul reddito mini-
mo garantito già affossata dalla destra, un piano straordina-
rio del lavoro per la sicurezza e la manutenzione del territo-
rio, di scuole e alloggi pubblici, la stabilizzazione del lavoro
irregolare e sommerso negli appalti pubblici, l’utilizzo razio-
nale dei fondi comunitari. E poi naturalmente è necessario
riaprire la “partita” su stato sociale e sanità.
Inviate articoli e foto a: [email protected] siamo anche su
3
Innanzitutto ringrazio il Vostro giornale
per l'ospitalità concessaci. Essenza Tea-
tro, lo spazio che ho costruito e che diri-
go ha poco più di un anno e si occupa,
in un rapporto di continuità con tutto il
mio percorso artistico e civile, di forma-
zione teatrale e della diffusione dell'Ar-
te, in particolare quella teatrale, e della
sperimentazione di nuovi linguaggi arti-
stici, che mettano sempre più le persone
al centro del progetto.
L'arte come elemento di elevazione cul-
turale ma innanzitutto spirituale, dove
per “spirituale” si intende l'intimo rap-
porto fra l'uomo e il suo io più profon-
do, e dove la ricerca della felicità passi
attraverso lo sviluppo dei propri bisogni
primari e non da quelli indotti dall'ester-
no. Raccontiamo e viviamo un teatro
vero, un “Teatro delle Emozioni”, un
teatro fatto di storie che diventano so-
gni. Un teatro fatto da artisti di grande
spessore e da uomii e donne di spessore
ancor maggiore. ESSENZA è un luogo
dove le persone si sentono a casa. Cal-
do, accogliente e creativo. Dove chi
vuol progettare può farlo, e realizzare le
sue idee artistiche. Un luogo magiko...
dove le emozioni sono di scena.
Da lungo tempo ti occupi di teatro su
questo territorio: spettacoli, scuola,
gestione di spazi culturali. Ti sembra
che l’offerta presente sia sufficiente?
Ritieni che l’amministrazione pubbli-
ca abbia investito in modo adeguato
in cultura?
L'Italia è uno Stato che da troppi anni
ormai non investe più in cultura e la
nostra amministrazione territoriale non
fa che seguire il trand nazionale. Cultu-
ra significa fornire strumenti per pensa-
re autonomamente, e questo a qualsiasi
leadership non piace. Meglio ignoranti e
allineati che pensanti e rivoluzionari....
Per questo la mia scelta di sempre è di
non essere omologabile a nessuna cor-
rente politica. La libertà di pensiero e di
creatività è la cosa a cui più tengo e a
cui ho dedicato tutta la mia vita ormai
arrivata a mezzo secolo. Ed è questa la
linea portante di ESSENZA TEATRO,
un Associazione Culturale che vive
grazie ai contributi dei suoi soci e
all'impegno personale di un piccolo
gruppo di carpentieri dell'Arte.
Per quello che riguarda la prima do-
manda, io ho sempre sostenuto che gli
spazi culturali non sono mai troppi, e
che non esiste concorrenza fra i teatri, i
cinema, le sale concerto, i musei... Im-
maginate un territorio, diciamo il no-
stro, con cento teatri, tutti con la loro
linea specifica. Avrebbero lo stesso
numero di spettatori e simpatizzanti che
hanno ora i cinque o sei spazi presenti.
Perchè la cultura si diffonde, quindi se
un bambino cresce in una città con 100
teatri conoscerà il luogo teatro prima di
un altro bambino che vive in una città
con 5 teatri.... e di certo prima o poi lo
frequenterà. Entrerà a far parte della sua
quotidianità. Come la televisione o il
cellulare. E' matematica non analisi
surreale. Se tu a casa ascolti tutti i gior-
ni fin da bambino musica classica,
quando crescerai quel genere di musica
non ti apparirà distante da te. Farà parte
del tuo DNA. Lo stesso vale per i teatri
o i musei... Poi è ovvio che la contami-
nazione e se vuoi anche la concorrenza
è stimolo di crescita.... Credo che il
buon operatore culturale sia quello che
si impegni a fare sempre meglio più che
a denigrare il lavoro degli altri...
Ti sei occupato anche della gestione
degli spazi spettacolo di Approdo alla
Lettura, ti sei misurato quindi con un
pubblico variegato, spesso occasiona-
le, diverso dal pubblico “invernale”
che sceglie di entrare in un teatro.
Cosa chiede questo pubblico
“estivo”e cosa si potrebbe dare di
più ?
Il problema non è quello che vuole il
pubblico ma quello che tu vuoi dargli.
Mi spiego meglio. Se io amministrazio-
ne voglio il facile consenso, porterò
uomini di spettacolo veicolati dalla tele-
visione e così tutti contenti.... 20 – 30
mila euro è mi sono aggiudicato una
fetta di popolarità... ma a cosa è servi-
to? Se invece investo la stessa cifra sulla
qualità, dando vita a manifestazioni belle,
divertenti, ma vitali e di maggior respiro,
probabilmente l'amministrazione se la
potrà rivendere con minore forza, da un
punto di vista mediatico. E allora perchè
farla? Per far crescere il Territorio e ma-
gari quelli che la pensano diversamente da
me? Meglio il consenso no? E' purtroppo
sempre un problema di visibilità e mai di
sostanza, o di strategia culturale. O meglio
la strategia c'è ma è sicuramente tutto me-
no che culturale.
Hai mai pensato di utilizzare spazi ora
abbandonati per fare cultura?
No.
Dopo aver per lungamente operato sul
litorale ti sei spostato nell’entroterra,
qual è la motivazione di questa scelta?
Facendo un primo bilancio, opteresti
per un ritorno ad Ostia?
Per me ESSENZA è in un luogo, e non
nell'entroterra di un altro. Comunque sia-
mo nello stesso Municipio. Quindi io sono
ad Ostia come quelli di Ostia sono a Dra-
goncello. E poi ESSENZA TEATRO è
così bello che non vorrei privarmene mai
più!
Il tuo è uno modo di fare spettacolo
molto originale: spettacolo con cena
inclusa, streaming della rappresentazio-
ne, biblioteca. Quali altre piacevoli no-
vità ci possiamo aspettare?
Le novità non sono in quello che si fa per
guadagnarsi “pubblico” ma in come si fa,
e negli obiettivi che si perseguono. Di
certo ESSENZA è in movimento conti-
nuo. Oltre me ci sono tante altre menti, e,
ripeto, da noi chi ha idee e voglia di fare,
e che sia qualificato e professionale, trova
sempre le porte aperte... Però un'idea io
l'avrei per unire insieme tutte le realtà
stabili del territorio... Ci sto lavorando
sopra e forse riuscirò a proporla in tempi
brevi agli altri colleghi che gestiscono
spazi artistici... Vedremo
In questa fase della tua vita, oltre ad
investire su te stesso, pensi di dover
impegnare le tue energie e la tua espe-
rienza anche per dare l’opportunità a
nuovi talenti di emergere?
L'ho sempre fatto e continuerò a farlo.
Sono un formatore.... E mi sembra già una
bella responsabilità!
Partecipazione
Paolo Perelli: “Essenza Teatro è un luogo dove le persone si sentono a casa” di Assunta Giacca
4 Partecipazione Partecipazione
Le sedi fisiche debbono vivere, debbo-
no essere occasione di incontro e con-
fronto. Questo assunto ci ha spinto, do-
po aver aperto le nostre due sedi, dopo
averle arredate e rese accoglienti, a
cercare di riempirle di vita. Lo strumen-
to che abbiamo adottato, sono le nostre
riunioni, le assemblee gli incontri. Ab-
biamo in questo modo cercato di render-
le luoghi utili per incontrarci a parlare e
progettare politica, ma anche semplice-
mente per incontrarci e ritrovarci. La
nostra ambizione però è grande. A noi
interessa occuparci del luogo pubblico
come luogo di partecipazione ed incon-
tro, come strumento per mettere in con-
nessione conoscenze per costruire siner-
gie. A noi piace pensare che anche le
nostre piccole sedi possano essere
“luogo pubblico”. Un luogo pubblico
non può non occuparsi di Cultura,
quindi immediatamente abbiamo pensa-
to a quale poteva essere il nostro contri-
buto alla vita culturale del territorio.
Sappiamo che Il potenziale e il fabbiso-
gno di cultura è enorme, ed anche per
questo abbiamo dedicato una rubrica di
“Partecipazione” a questo tema I luo-
ghi ed i tempi sono sempre troppo po-
chi, quindi anche i nostri luoghi e tempi
possono essere utili. gli aperitivi cultu-
rali, inaugurati la domenica mattina,
sono il nostro piccolo contributo. Ab-
biamo iniziato con la presentazione del
libro di Adriano Labbucci “Camminare
una rivoluzione” domenica 20 gennaio
e con la presentazione della mostra fo-
tografica sulle carceri di Pino Rampolla
la domenica successiva che ha visto la
partecipazione di Luigi Nieri. «Non c’è
nulla di più sovversivo, di più alternati-
vo al modo di pensare oggi dominante.
Camminare è una modalità del pensie-
ro. È un pensiero pratico. È un triplo
movimento: non farci mettere fretta;
accogliere il mondo; non dimenticarci
di noi, strada facendo». Questa è la pre-
messa con la quale Adriano Labbucci
ha iniziato il suo percorso letterario e su
questa premessa si è articolato un lungo
confronto tra l’autore e il pubblico af-
frontando aspetti storici, filosofici e
culturali. Noi però restiamo un partito
politico, e non posiamo affrontare il
tema del camminare, anche partendo da
presupposti filosofici, senza considerare
le implicazioni politiche e amministrati-
ve che tale approccio ci pone. Per que-
sto ci siamo lasciati con l?impegno di
trasformare uno stimolo culturale in
azione politica e di proposta anche per
Ostia. La domenica successiva la pre-
sentazione della mostra Fotografica di
Pino Rampolla, che è rimasta nella no-
stra sede per una settimana è stata
L’occasione di affrontare la condizioni
delle nostre carceri. Rampolla ci ha
raccontato l’esperienza vissuta nelle
varie carceri italiane, la sua esperienza
umana maturata nel tentativo di rac-
contare con immagini in bianco e nero
la dura atmosfera della reclusione, fatta
di rumori e di umori difficili.
L’intensità di quelle immagini ci ha
permesso di soffermarci sulla condizio-
ne delle carceri italiane e con Luigi
Nieri abbiamo ragionato sul tema diffi-
cile del sovraffollamento. Ora il nostro
impegno è tutto rivolto alla campagna
elettorale ma abbiamo già pronti in
cantiere altri temi ed argomenti e dal
mese di marzo torneremo a proporre
temi di proficuo confronto, che
“partecipazione” non mancherà prima
di presentare e poi di commentare.
Quattro colpi di pistola, preceduti da un vio-
lento fendente sul cranio. "L'ho uccisa perchè
pensavo fosse un ladro"; Questa è la dichiara-
zione di Oscar Pistorius dopo aver massacra-
to la sua compagna. Immediatamente gli or-
gani di stampa internazionale si sono interes-
sati alla vicenda, marcando ripetutamente il
fatto che a scatenare la violenza sia stato il presunto tradimen-
to subito dall'atleta. L'impressione è che la "corsa" verso la
verità sia stata deviata nella ricerca della giustificazione
dell'atto, trasformando il movente del massacro nell'attenuante
del gesto. Quando un uomo uccide la propria compagna per-
chè ottenebrato dalla gelosia non si parla più di brutale violen-
za, ma di omicidio a sfondo passionale, e per questo lo voglia-
mo giustificare? Tutto nella realtà ci fa pensare che noi donne,
da quando nasciamo, abbiamo ruoli prestabiliti che presup-
pongono un comportamento di subalternità: il nostro modus
vivendi è condizionato da scelte maschili. Ma il modello pre-
costituito ci è indottrinato dalle nostre stesse madri per ragioni
ataviche che nulla hanno a che fare con il concetto di subalter-
nità e di proprietà accampato dall'uomo stesso. Il "rischio"
oggi è quello di alterare un equilibrio naturale scivolando ver-
so forme di frustrazione violenta. Ne sono testimonianza tutte
le brutalizzazioni fisiche e psichiche subite dalle donne per
opera di chi, infinite volte, ha giurato di amarle. Una violenza
lucida, materiale, organizzata, operata da chi non può definirsi
"folle" o giustificarsi come accecato dalla gelosia. Eppure i
media, gli opinionisti e, cosa più grave, molte donne tendono
a confondere l'attenuante con il movente. Ne sono testimoni i
titoli dei giornali, dove l'omicidio passionale è meno grave
delle altre forme di omicidio. Dove la vittima si è resa respon-
sabile della sua stessa "colpa". Rendersi conto di questo signi-
fica aver accettato l'idea che esiste una degenerazione di un
equilibrio naturale; Per tanto è necessario rispondere cultural-
mente, investendo la scuola e la famiglia di una responsabilità
formativa al fine di mettere al centro il rispetto della persona.
Homo Homini Lupus
di Paola Valeri
Aperitivi Letterari: Report di una bellissima esperienza di Redazione
5 Partecipazione Partecipazione
Sono rimasto
profondamente
colpito dal Servi-
zio fotografico
fatto sulle Carceri
I t a l i a n e .
L’iniziativa, pro-
mossa dalla Casa-
dellasinistra del
XIII Municipio
mi ha dato
l’opportunità di riflettere, ancora una
volta, sulle Istituzioni Totali in Italia.
La Comunità Europea ci ha ricordato
che le nostre carceri, sovraffollate
fino all’inverosimile, hanno perso
( l’hanno mai avuta, mi chiedo)la loro
funzione di riabilitare e rieducare il
detenuto a vivere nella società rispet-
tando le regole di convivenza civile
nelle sue differenti forme. In realtà il
Carcere è una Istituzione che allarga
la frattura tra chi è “dentro” e chi sta
“fuori”. Questo significa che esso
stesso diventa una realtà con regole e
linguaggi che spesso sono soltanto condi-
visi da una ristretta parte della popolazio-
ne carceraria. Il detenuto in fondo è un
numero ed un “uomo maschera”che deve
appunto “dissimulare ogni emozione
evitando di manifestarla liberamente per
non incorrere in sanzioni interrogatori e,
a volte, pene corporali. Viene cosi’ ad
assumere un ruolo fondamentale il com-
portamento non verbale. Le ragioni per
cui nel carcere il detenuto è costretto ad
utilizzare un linguaggio non decifrabile
da chi lo controlla è legato alla funzione
di controllo e sorveglianza svolti dal per-
sonale. L’assunto di base è che ogni bi-
sogno e desiderio del detenuto viene rele-
gato in secondo piano rispetto al luogo in
cui egli si trova. Il degrado dell’umanità
proviene proprio dal fatto che tramite il
carcere la società si vendica sul crimina-
le, lo punisce per il suo comportamento e
lo umilia nella sua dignità di persona. Ne
deriva che il carcerato sviluppa una for-
ma di linguaggio che lo renda, almeno in
questo, libero di esprimersi con i compa-
gni per nutrire l’insopprimibile bisogno
di socialità e di scambio. Per sentirsi,
almeno dentro di sè meno sorvegliato e
piu’ libero. Tra i comportamenti non ver-
bali di maggiore rilievo in carcere (Carlo
Serra; Laura Fabrizi, Il Linguaggio degli
Occhi nelle Istituzioni Totali,ed. EUR,
1993) sono messi in atto quelli relativi
all’area del’espressione dei bisogni di
individualità e di aggressività e l’utilizzo
di tale linguaggio aumenta in frequenza
con l’allungarsi del periodo detentivo. Il
livello di istruzione è una variabile
“debole” nel senso che condiziona soltan-
to il tipo di linguaggio usato; anche un
superlaureato tenderà ad utilizzare un
codice criptato per sentirsi libero e fuori
controllo. Nel particolare l’uso della di-
stanza interpersonale, (ovvero la vicinan-
za o la lontananza che si sceglie di adot-
tare da una persona, il modo di vestire,
l’utilizzo di oggetti particolari di abbi-
gliamento(collane anelli cappelli), il mo-
do di pettinarsi. Il modo di guardare i
cenni del capo la postura sono altri segni
“paralinguistici” che vengono appresi ad
utilizzati per poter dialogare liberamente
senza l’intrusione degli altri, preposti alla
normalizzazione.
Benessere Psicologico e Territorio
Il Linguaggio del Corpo nei Diversi contesti di Emanuele Grilli
Come si fa a spiegare l'ovvio ? L'ovvio
in Italia è stato quasi sempre in mino-
ranza, e anche per questo che ci trovia-
mo nelle condizioni attuali; L'ovvio è
che è non è solo più importante, ma
anche più utile perseguire il bene comu-
ne, piuttosto che il proprio particolare:
c'è chi fa promesse che non potrà man-
tenere, e che fa finta di fidarsi, quando
gli dicono che una tassa verrà abolita,
ma dovrebbe interessare di più che cali
il peso complessivo dell'imposizione
fiscale, e che la tasse diventino tutte servizi per la colletti-
vità, perchè e più 'conveniente' ! In questa campagna eletto-
rale, sulla stampa e nei TG invece c'è di tutto, tranne i pro-
blemi reali di questo Paese, che restano sullo sfondo o addi-
rittura nascosti: lavoro, sviluppo, ambiente, scuola, come
uscire dalla crisi, costo della politica, queste le vere emer-
genze, ma la compagnia di giro MontiBerlusconiCasiniFini
parla d'altro, si rivolge a pezzettini di Paese, con promessi-
ne di piccoli vantaggi e con anatemi contro la Sinistra .
Dobbiamo far capire a tanti cittadini stanchi di proposte
politiche lontane dalla vita reale delle persone e di promes-
se mai mantenute, che sprecare il voto con la protesta non è
la soluzione, che c'è la buona politica e che questa si trova a
Sinistra...già...BENTORNATA SINISTRA !!!
Cosa Fare?
di Marco de Lindemann
"Il linguaggio del corpo, anticipa le parole, il corpo
tradisce la verità dell'inconscio;quello che vogliamo
tacere con la bocca viene espresso dal volto, dallo
sguardo dal respiro e dalla postura" (Sigmund Freud)
6 Partecipazione
Nel mese di Marzo si terranno due
importantissime iniziative presso
la sede della Casa della Sinistra:
Domenica 10 Marzo, alle ore
11.00, presso la sede di Via Pucci
Boncambi n°59 si terrà
l’iniziativa “Femminicidio” parte-
ciperà l’On. Celeste Costantino.
A seguire ci sarà un aperitivo.
Venerdì 15 Marzo, alle ore
18.00, presso la sede di Via dei
Romagnoli si terrà l’iniziativa
“Donne e Lavoro”, parteciperà
Simona Cervellini e la Segretaria
CGIL Camera del Lavoro di Roma
Marina Pierlorenzi. A seguire ci
sarà la cena di sottoscrizione pres-
so l’adiacente struttura.
Piazza Cultura di Assunta Giacca
Scrivete a [email protected] siamo anche su
BENESSERE PSICOLO-
GICO E TERRITORIO
Ciclo di seminari a cura della
Dott.sa Vita Solaro e del
Dott.Emanuele Grilli
16 marzo 18 - 19.30 “Legami
sentimentali: aspetti che uniscono
e che separano”
23 marzo 18 - 19.30 “La coppia
nella terza età”
1 6 a p r i l e 1 8 - 1 9 . 3 0
“Separazione e genitorialità”
20 aprile 18 - 19.30 “Solitudine,
condivisione e nuove dipendenze”
I Seminari si svolgeranno nella
sede della Casa della Sinistra in
Via Pucci Boncambi n°59
F i l m C o n s i g l i a t i :
V I VA L A L I B E RTA '
di Roberto Ando'
C E N T R O A N Z I A N I
L O S C ARI O L ANT E :
Sabato 2 Marzo gita a
“Caprarola” con visita a
Palazzo Farnese e Giardini
A S S O C I A Z I O N E
MUSICALE ARCANGELO
CORELLI:
Venerdì 1 marzo
IL BELCANTO ALL’OPERA
musiche di Puccini, Lega,
Hoffenbach, Bizet
CEA
Venerdì 1 Marzo ore 8.30
TENUTA PRESIDENZIALE
DI CASTEL PORZIANO
Marzo 2013
Principali Appuntamenti
Piazza Cultura consiglia...
7 Partecipazione
Siete tutti invitati,
Venerdì 15 Marzo
Alle ore 20.00
Al Centro Anziani :
“Lo Scariolante” di
Ostia Antica, alla ce-
na di sottoscrizione
organizzata dal circolo
SEL Casa della Sini-
stra.
Vi aspettiamo
Spazio Salute Mentale
Ogni Lunedì dalle 17.00 alle 19.00
Presso il Circolo SEL
“Casa della Sinistra”Alberto Corsi
A cura di Enzo Caserta
In questa campagna elettorale si parla poco di mafie e di come
queste riescano a condizionare il consenso elettorale. Al con-
trario, bisognerebbe mettere al centro dei contenuti il tema di
come le mafie riescano ad infiltrarsi nella politica e di come, in
questo modo, dettino le agende amministrative di chi poi viene
chiamato a governare. Questo è tanto più vero in una regione
come il Lazio da decenni attenzionata in modo particolare dalle
cosche della ‘ndrangheta che qui puntano a focalizzare una
rilevante parte dei loro interessi illegali. Tali interessi corri-
spondono all’esigenza di consolidare un potere economico
fatto di collusioni e di forza militare che rendono le mafie forti e radicate su tutto il
territorio regionale. Il problema è che tale consolidamento richiede il consenso del-
la politica e, quindi, la mafia è impegnata nel far vincere chi è in grado di far rispet-
tare i patti illegali che con essa vengono stretti. Patti che si caratterizzano in un
voto di scambio attraverso il quale si muove il consenso a favore di quei gruppi
politici in grado di restituire il consenso ottenuto attraverso una condotta illegale
nella gestione complessiva della cosa pubblica. La sinistra deve denunciare con
forza l’esistenza di questo pericolo di inquinamento del voto in questa campagna
elettorale e deve, soprattutto, convincere le classi più disagiate di questa regione
del fatto che la vittoria dei poteri illegali ed inquinati produce un grave danno al
mondo del lavoro e ai diritti dei cittadini. Occorre gridare la nostra assoluta volontà
di vincere per sconfiggere il condizionamento delle mafie nella gestione della cosa
pubblica come condizione di uno sviluppo del territorio coerente con le sue caratte-
ristiche paesaggistiche ed ambientali oltre che come condizione indispensabile alla
creazione di economia legale in grado di dare posti di lavoro e garanzia del rispetto
dei diritti dei lavoratori. Qui, poi, nel litorale dobbiamo essere ancora più decisi nel
dare un segnale di legalità e trasparenza che purtroppo i cittadini non percepiscono
per via del malgoverno ad opera di una destra demagogica ed inconcludente. Siamo
in un territorio dove i loschi interessi sia della camorra che della ‘ndrangheta si
manifesta attraverso il condizionamento di attività commerciali e nel settore del
turismo come dimostrano le recenti inchieste che hanno colpito clan proprietari di
stabilimenti importanti a Ostia. Tali inchieste dimostrano come il radicamento sia
forte e come la forza intimidatrice determina una grandissima capacità di arricchi-
mento attraverso tangenti e usura. Il problema diventa ancora più grande se si con-
sidera che ormai è acclarata la capacità di infiltrarsi negli appalti e nella intera filie-
ra del cemento. Ciò grazie anche all’adozione di strumenti urbanistici che hanno
solo favorito l’attività cementizia distruggendo il territorio e le sue potenzialità.
Inoltre, siamo di fronte a gruppi di potere in grado di fare proficuamente impresa e
di utilizzare le immense risorse finanziarie illecitamente introitate attraverso il per-
verso meccanismo di inquinamento nel settore del commercio, soprattutto della
grande distribuzione. Questi sono pericoli enormi per il governo democratico del
territorio e noi dobbiamo essere un argine in grado di contenere ed abbattere una
forza che ormai è diventata un intreccio di interessi politico-affaristico-mafiosi.
Ecco la sinistra di governo necessaria al paese e a questa regione, una sinistra balu-
ardo della legalità costituzionale come fonte del diritto e dello sviluppo democrati-
co del territorio.
Mafie: “Combatterle significa combattere anche la crisi economica” di Antonio Lavorato
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