CORSO PER DATORI DI LAVORO DI STUDI MEDICI E ODONTOIATRICI
PER LA FUNZIONE DI R.S.P.P. (D.lgs. 81/08)
dott. Francesco Losignore
Tecnico della Prevenzione negli Ambienti e nei Luoghi di Lavoro
S.P.P. Azienda Sanitaria locale MATERA
4 e 18 aprile 2009
O. M. E C.O. - Matera
F. Losignore
La protezione dal rischio
Chimico - Fisico - Biologico
RISCHI PROFESSIONALI IN AMBITO SANITARIO
RISCHI PROFESSIONALI IN AMBITO SANITARIO
Sostanze e preparati pericolosi
Sostanze e preparati pericolosi
Ambienti di Lavoro
Ambienti di Lavoro ElettricoElettrico Incendio Incendio MeccanicoMeccanico
Prodotti chimici infiammabilicomburenticorrosivi
Prodotti chimici infiammabilicomburenticorrosivi
ScivolamentoScivolamento
Cadute dall’altoCadute dall’alto
ImpiantiImpianti
Attrezzature elettriche
Attrezzature elettriche
Incendi ed Esplosioni causate da attrezzature elettriche
Incendi ed Esplosioni causate da attrezzature elettriche
Impiego di materiale infiammabile
Impiego di materiale infiammabile
Materiale combustibile
Materiale combustibile
Apparecchiature ed attrezzature di lavoro
Apparecchiature ed attrezzature di lavoro
Inadeguata fruibilità delle vie di esodo
Inadeguata fruibilità delle vie di esodo
RISHI PER LA SICUREZZA
(RISCHIO di natura INFORTUNISTICA)
Materiale comburente
Materiale comburente
F. Losignore
RISCHI PROFESSIONALI IN AMBITO SANITARIO
RISCHI PROFESSIONALI IN AMBITO SANITARIO
ChimicoChimicoFisicoFisico BiologicoBiologico AllergologicoAllergologico Parametri
Igienico Ambientali
Parametri Igienico
Ambientali
Videoterminali
Videoterminali
Gas anestetici
Prodotti chimiciTossiciNociviFormaldeideGlutaraldeide
Gas anestetici
Prodotti chimiciTossiciNociviFormaldeideGlutaraldeide
Radiazioni IonizzantiRadiazioni Ionizzanti
Campi Elettromagnetici
Campi Elettromagnetici
MicroorganismiMicroorganismi
Impianti di climatizzazione
Impianti di climatizzazione
Dermatiti da contatto (latex)
Dermatiti da contatto (latex)
AsmaAsma
AerazioneAerazione
IlluminazioneIlluminazione
MicroclimaMicroclima
Rumore e VibrazioniRumore e Vibrazioni
RISHI PER LA SALUTE
(causa di MALATTIE PROFESSIONALI)
Radiazioni otticheRadiazioni ottiche
F. Losignore
RISCHI PROFESSIONALI IN AMBITO SANITARIO
RISCHI PROFESSIONALI IN AMBITO SANITARIO
ErgonomicoErgonomico StressStress
Patologie del RachidePatologie del Rachide
Patologie del PolsoPatologie del Polso
Patologie della SpallaPatologie della Spalla
Sindrome del BurnOut
Sindrome del BurnOut
Organizzazione del Lavoro
Organizzazione del Lavoro
Lavoro a turniLavoro a turni
RISHI PER LA SICUREZZA E LA SALUTE
(TRASVERSALI/ORGANIZZATIVI)
Movimentazionemanuale dei
carichi
Movimentazionemanuale dei
carichi
Posture incongrue
Posture incongrue
Stazione eretta prolungataStazione eretta prolungata
F. Losignore
Decreto Legislativo n. 81/08 (Testo Unico)
Titolo IX Capo I PROTEZIONE DA AGENTI CHIMICI
F. Losignore
Per RISCHIO CHIMICO si intende il possibile effetto negativo per la salute delle persone o per l’ambiente circostante causato da contatto con agenti chimici, sia esso immediato o ripetuto nel tempo
RISCHIO CHIMICO
F. Losignore
RIS
CH
IO C
HIM
ICO
Definizioni
Via polmonare Via congiuntivale
Via oraleVia transcutanea
VIE DI PENETRAZIONE
F. Losignore
Via Polmonare
E’ la più importante nell’attività professionale.
Concerne gas, vapori, polveri.
E’ una via di penetrazione rapida e i prodotti
assorbiti arrivano direttamente a molti organi
prima di passare ai meccanismi di
detossificazione epatici.
F. Losignore
Via congiuntivale
E’ molto importante per gli effetti
locali di prodotti corrosivi o irritanti.
Ma anche delle sostanze
estremamente tossiche possono
essere assorbite per tale via e
determinare effetti sistemici.
F. Losignore
Via orale
Si può avere in caso di ingestione
accidentale di sostanze durante il
pipettaggio orale o attraverso il
cibo contaminato.
F. Losignore
Via Transcutanea
E’ spesso sottostimata ma rilevantissima
quando si tratti di solventi e di prodotti
liposolubili che li contengano.
Es: Xilene, Toluene, Metanolo, Esteri ecc.
F. Losignore
RIS
CH
IO C
HIM
ICO
Definizioni
Frasi S (frasi di sicurezza o consigli di prudenza) descrivono il modo sicuro di manipolare gli agenti in relazione alle loro caratteristiche di pericolosità.
N. di classificazione CEE (EINECS)
…e dai pittogrammi che ne identificano la categoria di pericolosità
IDENTIFICAZIONE DELLE SOSTANZE
CHIMICHE PERICOLOSE
Frasi R (frasi di rischio) indicano i pericoli particolari che sono associati all’agente pericoloso (sostanza) o ai componenti del preparato.
N. CAS: Chemical Abstract Service
F. Losignore
Classificazione R per Ordine NumericoClassificazione R per Ordine Numerico
R1 Esplosivi allo stato secco
R2 Rischio di esplosione per urto, sfregamento, fuoco o altre
sorgenti di ignizione
R3 Elevato rischio di esplosione per urto, sfregamento, fuoco o altre
sorgenti di ignizione
R4 Forma composti metallici esplosivi molto sensibili
R5 Pericolo di esplosione per riscaldamento
R6 Esplosivo a contatto o senza contatto con l’aria
R7 Può provocare un incendio
R8 Può provocare l’accensione di materiali combustibili
R9 Esplosivo in miscela con materie combustibili
R10 Sostanza con punto di infiammabilità compreso fra 21°C e 25°
R11 Solidi che infiammano a contatto con una sorgente di accensione e che continuano a bruciare o consumarsi anche dopo
l’allontanamento di tale sorgente
R12 Liquidi con punto infiammabilità minore di 0°C e punto di ebollizione minore o uguale di 35°C.
F. Losignore
R13 Gas che a temperatura e pressione ambiente si infiammano a
contatto con l’aria.
R14 Sostanza che reagisce violentemente con l’acqua
R15 Sostanza che a contatto con l’acqua libera gas estremamente
infiammabili (almeno 1 l/kg/h)
R16 Pericolo di esplosione se mescolato con sostanze comburenti
R17 Sostanza che spontaneamente si infiamma all’aria
R18 Durante l’uso può formare con l’aria miscele esplosive/infiammabili
R19 Può formare perossidi esplosivi
R20 Nocivo per inalazione
R21 Nocivo a contatto con la pelle
R22 Nocivo per ingestione
R23 Tossico per inalazione
R24 Tossico a contatto con la pelle
R25 Tossico per ingestione
R26 Molto tossico per inalazione
R27 Molto tossico a contatto con la pelle F. Losignore
R28 Molto tossico per ingestione
R29 A contatto con l’acqua libera gas tossici
R30 Sostanza che può divenire facilmente
infiammabile durante l’uso
R31 A contatto con acidi libera gas tossici
R32 A contatto con acidi libera gas molto tossici
R33 Pericolo di effetti cumulativi
R34 Provoca ustioni
R35 Provoca gravi ustioni
R36 Irritante per gli occhi (notevoli lesioni entro 72h -
persistenza 24h)
R37 Irritante per le vie respiratorie
R38 Irritante per la pelle (esposizione 4h - durata sintomi 24h)
R39 Pericolo di effetti irreversibili molto gravi
F. Losignore
R40 R40 Possibilità di effetti irreversibiliPossibilità di effetti irreversibili
R41 Rischi di gravi lesioni oculari (gravi lesioni entro 72h - persistenza
24h)
R42 Può provocare sensibilizzazione per inalazione
R43 Può provocare sensibilizzazione per contatto con la pelle
R44 Rischio di esplosione per riscaldamento in ambiente confinato
R45 Può provocare il cancro
R46 R46 Può provocare alterazioni genetiche ereditariePuò provocare alterazioni genetiche ereditarie
R48 Pericolo di gravi danni per la salute in caso di esposizione
prolungata. Nocivo per ingestione, inalazione o per contatto con la
pelle.
R49 Può provocare il cancro per inalazione
R50 Altamente tossico per gli organismi acquatici
R51 Tossico per gli organismi acquatici
R52 Nocivo per gli organismi acquaticiF. Losignore
R53 Può provocare a lungo termine effetti negativi per l’ambiente
acquatico
R54 Tossico per la flora
R55 Tossico per la fauna
R56 Tossico per gli organismi del terreno
R57 Tossico per le api
R58 Può provocare a lungo termine effetti negativi per l’ambiente
R59 Pericoloso per lo strato di ozono
R60 Può ridurre la fertilità
R61 Può danneggiare i bambini non ancora nati
R62 Possibile rischio di ridotta fertilità
R63 Possibile rischio di danni ai bambini non ancora nati
R64 Possibile rischio per i bambini allattati al seno
F. Losignore
sostanze e preparati che possono
interferire nella sintesi del DNA
R46 Può provocare
alterazioni genetiche
ereditarie
MUTAGENI
Sostanza in grado di modificare o
alterare il normale sviluppo del feto
R61 Può danneggiare i
bambini non ancora nati.
TERATOGENI
sostanze e preparati che possono
provocare tumori
R45 Può provocare il
cancro.
R49 Può provocare il
cancro per inalazione
CANCEROGENI
INDICAZIONILETTERA E SIMBOLOCATEGORIA DI
PERICOLO
SOSTANZE E PREPARATI PERICOLOSI
F. Losignore
S1 Conservare sotto chiave
S2 Conservare fuori della portata dei bambini
S3 Conservare in luogo fresco
S4 Conservare lontano da locali di abitazione
S5 Conservare sotto ... (liquido appropriato da indicarsi da parte
del fabbricante)
S6 Conservare sotto ... (gas inerte da indicarsi da parte del
fabbricante)
S7 Conservare il recipiente ben chiuso
S8 Conservare al riparo dall’umidità
S9 Conservare il recipiente in luogo ben ventilato
S12 Non chiudere ermeticamente il recipiente
Classificazione SClassificazione S
F. Losignore
S13 Conservare lontano da alimenti o mangimi e da bevande
S14 Conservare lontano da ... (sostanze incompatibili da
precisare da parte del produttore)
S15 Conservare lontano dal calore
S16 Conservare lontano da fiamme e scintille - Non fumare
S17 Tenere lontano da sostanze combustibili
S18 Manipolare ed aprire il recipiente con cautela
S20 Non mangiare né bere durante l’impiego
S21 Non fumare durante l’impiego
S22 Non respirare le polveri
S23 Non respirare i gas/fumi/vapori/aerosol (termine/i
appropriato/i da precisare da parte del produttore)
S24 Evitare il contatto con la pelle
F. Losignore
S25 Evitare il contatto con gli occhi
S26 In caso di contatto con gli occhi, lavare immediatamente e
abbondantemente con acqua e consultare un medico
S27 Togliersi di dosso immediatamente gli indumenti contaminati
S28 In caso di contatto con la pelle lavarsi immediatamente ed
abbondantemente con ... (prodotti idonei da indicarsi da parte del
fabbricante)
S29 Non gettare i residui nelle fognature
S30 Non versare acqua sul prodotto
S33 Evitare l’accumulo di cariche elettrostatiche
S35 Non disfarsi del prodotto e del recipiente se non con le dovute
precauzioni
S36 Usare indumenti protettivi adatti
S37 Usare guanti adatti
S38 In caso di ventilazione insufficiente, usare un apparecchio respiratorio adatto
S39 Proteggersi gli occhi/la facciaF. Losignore
S40 Per pulire il pavimento e gli oggetti contaminati da questo
prodotto usare ... (da precisare da parte del produttore)
S41 In caso di incendio e/o esplosione non respirare i fumi
S42 Durante le fumigazioni/polimerizzazioni usare un apparecchio respiratorio adatto (termine/i appropriato/i da
precisare da parte del produttore)
S43 In caso di incendio usare ... (mezzi estinguenti idonei da
indicarsi da parte del fabbricante. Se l’acqua aumenta il rischio
precisare "Non usare acqua")
S45 In caso di incidente o di malessere consultare
immediatamente il medico (se possibile, mostrargli l’etichetta)
S46 In caso d’ingestione consultare immediatamente il medico e
mostragli il contenitore o l’etichetta
S47 Conservare a temperatura non superiore a ...ºC (da
precisare da parte del fabbricante)
S48 Mantenere umido con ... (mezzo appropriato da precisare da parte del fabbricante)
S49 Conservare soltanto nel recipiente originaleF. Losignore
S50 Non mescolare con ... (da specificare da parte del
fabbricante)
S51 Usare soltanto in luogo ben ventilato
S52 Non utilizzare su grandi superfici in locali abitati
S53 Evitare l’esposizione - procurarsi speciali istruzioni prima
dell’uso
S56 Smaltire questo materiale e relativi contenitori in un punto di
raccolta rifiuti pericolosi o speciali autorizzati
S57 Usare contenitori adeguati per evitare l’inquinamento
ambientale
S59 Richiedere informazioni al produttore/fornitore per il
recupero/riciclaggio
S60 Questo materiale e il suo contenitore devono essere smaltiti
come rifiuti pericolosi
S61 Non disperdere nell’ambiente. Riferirsi alle istruzioni
speciali/schede informative in materia di sicurezza
S62 In caso di ingestione non provocare il vomito: consultare
immediatamente il medico e mostrargli il contenitore o l’etichettaF. Losignore
Sostanze e preparati in grado di fornire ossigeno e,
pertanto, di alimentare un incendio anche in
assenza di aria
O
COMBURENTI
Sostanze e preparati i cui gas e vapori formano in
aria miscele esplosive e/o facilmente infiammabili
in presenza di innesco (punto di infiammabilità <
21°C)
F
FACILMENTE INFIAMMABILI
Sostanze e preparati che possono esplodere per
effetto del calore (urti, sfregamenti ed accensione)
E
ESPLOSIVI
INDICAZIONILETTERA E
SIMBOLO
CATEGORIA DI
PERICOLO
PITTOGRAMMI DELLE SOSTANZE E
PREPARATI PERICOLOSI
F. Losignore
Sostanze e preparati dannosI per l’ambiente ma
non per l’uomo (ecotossiche)
N
PERICOLOSO PER L’AMBIENTE
Sostanze e preparati in grado di provocare lesioni
alla pelle e alle mucose
C
CORROSIVI
Sostanze e preparati i cui gas e vapori formano
con l’aria miscele esplosive e/o infiammabili capaci
di innescarsi facilmente per qualsiasi fonte di
calore (punto di infiammabilità <0°C)
F+
ESTREMAMENTE INFIAMMABILI
INDICAZIONILETTERA E
SIMBOLO
CATEGORIA DI
PERICOLO
PITTOGRAMMI DELLE SOSTANZE E
PREPARATI PERICOLOSI
F. Losignore
Sostanze e preparati che possono provocare
arrossamenti e reazioni infiammatorie della pelle e
delle mucose
Xi
IRRITANTI
INDICAZIONILETTERA E
SIMBOLO
CATEGORIA DI
PERICOLO
PITTOGRAMMI DELLE SOSTANZE E
PREPARATI PERICOLOSI
Sostanze e preparati che possono provocare danni
alla salute più o meno gravi, in relazione alle
quantità.)
Xn
NOCIVI
F. Losignore
Sostanze e preparati che possono provocare,
anche in piccole quantità, seri danni alla salute
con effetti anche letali
T
TOSSICI
INDICAZIONILETTERA E
SIMBOLO
CATEGORIA DI
PERICOLO
PITTOGRAMMI DELLE SOSTANZE E
PREPARATI PERICOLOSI
Sostanze e preparati in grado di provocare, anche
in piccolissime dosi, gravi danni alla salute,
financo la morte
T+
ALTAMENTE TOSSICI
F. Losignore
I danni prodotti dalle radiazioni ionizzanti sull'uomo possono essere distinti in tre categorie principali:
a) danni somatici deterministici;
b) danni somatici stocastici;
c) danni genetici stocastici.
MATERIALI RADIOATTIVI
Ustioni da freddoSOSTANZE CRIOGENE
INDICAZIONILETTERA E
SIMBOLO
CATEGORIA DI
PERICOLO
PITTOGRAMMI DELLE SOSTANZE E
PREPARATI PERICOLOSI
F. Losignore
RIS
CH
IO C
HIM
ICO
DefinizioniETICHETTATURA
-Nome della sostanza o del preparato;
-Simbolo e lettera della classe di pericolo delle sostanze pericolose contenute nella confezione;
-Le frasi di rischio (R) e i consigli di prudenza (S);
-Nome e indirizzo del produttore;
-Quantità della sostanza o del prodotto contenuta nella confezione;
Le confezioni dei prodotti e dei preparati pericolosi devono essere etichettati. Sull’etichetta vanno riportati:
Xi
F. Losignore
RIS
CH
IO C
HIM
ICO
DefinizioniSCHEDE DI SICUREZZA
Le confezioni dei prodotti devono essere accompagnate da
una Scheda di Sicurezza nella quale sono contenute
informazioni più approfondite rispetto all’etichetta.
Le Schede di Sicurezza sono composte da 16 voci
standardizzate, redatte nella lingua del paese d’impiego.
F. Losignore
Decreto Legislativo n. 65 del 14 marzo 2003 n. 65
Recepita dalla direttiva 1999/45/CE
“Direttiva preparati pericolosi”
RIS
CH
IO C
HIM
ICO
DefinizioniSCHEDE DI SICUREZZA
1. Identificazione preparato/produttore
2. Composizione/informazioni sui componenti3. Identificazione dei pericoli4. Misure primo soccorso5. Misure antincendio6. Misure per fuoriuscita accidentale7. Manipolazione e stoccaggio8. Controllo esposizione/protezione individuale9. Proprietà fisiche/chimiche10. Stabilità e reattività11. Informazioni tossicologiche12. Informazioni ecologiche13. Considerazioni sullo smaltimento14. Informazioni sul trasporto15. Informazioni sulla regolamentazione16. Altre informazioni
Scheda sicurezza
F. Losignore
Le Schede di Sicurezza devono riportare la data
di aggiornamento e devono essere periodicamente
revisionate per tenere conto delle nuove
acquisizioni di conoscenza sui rischi connessi.
F. Losignore
NORMATIVA
Articolo 17
Obblighi del datore di lavoro
……………….
1. a) la valutazione di tutti i rischi con la conseguente elaborazionedel documento previsto dall’articolo 28;
……………….
Decreto Legislativo n. 81/08 (Testo Unico)
Titolo IX Capo I - PROTEZIONE DA AGENTI CHIMICI
F. Losignore
NORMATIVA
Articolo 223-Valutazione dei rischi (chimici)
1. … il datore di lavoro determina, preliminarmente l’eventuale presenza di agenti chimici pericolosi sul luogo di lavoro e valuta anche i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori derivanti dalla presenza di tali agenti, prendendo in considerazione in particolare:
a) le loro proprietà pericolose;
b) le informazioni sulla salute e sicurezza comunicate dal responsabile dell’immissione sul mercato tramite la relativa scheda di sicurezza predisposta ai sensi dei decreti legislativi 3 febbraio 1997, n. 52, e 14 marzo 2003, n. 65, e successive modifiche;
c) il livello, il tipo e la durata dell’esposizione;
d) le circostanze in cui viene svolto il lavoro in presenza di tali agenti, compresa la quantità degli stessi;
e) i valori limite di esposizione professionale o i valori limite biologici; di cui un primo elenco è riportato negli allegati XXXVIII e XXXIX;
f) gli effetti delle misure preventive e protettive adottate o da adottare;
g) se disponibili, le conclusioni tratte da eventuali azioni di sorveglianza sanitaria già intraprese.
Decreto Legislativo n. 81/08 (Testo Unico)
Titolo IX Capo I PROTEZIONE DA AGENTI CHIMICI
F. Losignore
NORMATIVA
Principale novità è la modifica della definizione di livello d’azione:
Decreto Legislativo n. 81/08 (Testo Unico)
Titolo IX Capo I PROTEZIONE DA AGENTI CHIMICI
MODERATO
BASSO PER LA SICUREZZA
E
IRRILEVANTE PER
LA SALUTE
F. Losignore
COME SI VALUTA IL RISCHIO
DA
ESPOSIZIONE LAVORATIVA
AD UNA SOSTANZA
CHIMICA PERICOLOSA
F. Losignore
VALUTAZIONE DELL’ESPOSIZIONE PER INALAZIONE
- Misura della concentrazione ambientale dell’agente chimico e confronto con i valori limite di esposizione (TLV)
- Sistemi di valutazione del rischio basati su relazioni matematiche denominati ALGORITMI (procedure di calcolo)
F. Losignore
RIS
CH
IO C
HIM
ICO
Definizioni
TLV (Threshold Limit Value)
ovvero "valore limite di soglia“
rappresenta una soglia di concentrazione generalmente espressa in
parti per milione ppm - per la sicurezza di "quasi tutte" le persone
esposte ad una data sostanza pericolosa nell'aria
VALORI LIMITE DI ESPOSIZIONE
SOSTANZE CHIMICHE VOLATILI
I valori limite vengono emanati principalmente dalla:
- Comunità Europea attraverso il “Comitato Scientifico per i Valori Limite di Esposizione Professionale” (SCOEL)
- ACGIH American Conference of Governmental Industrial Hygienist
F. Losignore
VALORI LIMITE DI ESPOSIZIONEVALORI LIMITE DI ESPOSIZIONE
TLV ( TRESHOLD LIMIT VALUES )
TLV-TWA ( Time-Weigh-Average ) Valore Medio Ponderato nel Tempo:
Limite del valore medio ponderato nel tempo, relativo ad una
esposizione di 8 ore/giorno e 5 giorni/settimana.
TLV-C (Ceiling) Tetto:
E’ la massima concentrazione o tetto massimo che non deve
mai essere superato
TLV-STEL (short term exposure limit ) :
Indica la massima esposizione per brevi periodi di tempo (max
15 minuti) e per non più di 4 volte al giorno e con intervallo di
almeno 1 ora tra due esposizioni successive.
F. Losignore
NORMA UNI NORMA UNI –– EN EN -- ISO 689:97ISO 689:97
Guida alla valutazione dell’esposizione per inalazione a composti chimici ai fini del confronto con i valori
limite e strategia di misurazione
•norma internazionale (ISO) - International Organization for
Standardization (Organizzazione Internazionale per la Normazione)
•norma europea (EN) - Comitato Europeo di Normazione
•norma nazionale (UNI) - Ente Nazionale Italiano di Unificazione
Se la concentrazione delle sostanze aerodisperse risulta < al 10% del TLV il rischio è considerato di tipo MODERATO
F. Losignore
RIS
CH
IO C
HIM
ICO
DefinizioniSTRUMENTI DI MISURA
Analizzatore a cella elettrochimica
Misure istantanee
F. Losignore
RIS
CH
IO C
HIM
ICO
DefinizioniSTRUMENTI DI MISURA
Analizzatore Fotoacustico
Misure in continuo
F. Losignore
RIS
CH
IO C
HIM
ICO
DefinizioniSTRUMENTI DI MISURA
Analizzatore Gascromatografico
Misurein continuo
F. Losignore
RIS
CH
IO C
HIM
ICO
DefinizioniFormaldeide
La Comunità Europea, alla quale l’Italia fa riferimento, classifica la formaldeide come cancerogeno di categoria 3, con frase di rischio R40 (possibilità di effetti irreversibili)
TLV-C0,3 ppmACGIH
NotaLimiti di esposizioneENTE
LIMITI DI ESPOSIZIONE
Soglia olfattiva: 0,13 ppm
DPI: Facciale Filtrante FFP1
F. Losignore
RIS
CH
IO C
HIM
ICO
DefinizioniGlutaraldeide
TLV-C0,05 ppmACGIH
NotaLimiti di esposizioneENTE
LIMITI DI ESPOSIZIONE
Soglia olfattiva: 0,039 ppm
DPI: Facciale Filtrante FFP2
F. Losignore
RIS
CH
IO C
HIM
ICO
DefinizioniCLOREXIDINA
750 ppmAcetoneACGIH
TLV-TWASostanzaENTE
LIMITI DI ESPOSIZIONE
400 ppmIsopropanoloACGIH
1000 ppmEtanoloACGIH
Protezione delle mani
Indossare guanti (es. in neoprene, nitrile o PVC) resistenti ai solventi.
F. Losignore
Sistemi di valutazione del rischio basati su
ALGORITMI
In alternativa della misurazione dell’Agente Chimico
Valutazione del Rischio INDICE DI RISCHIO IR
Si assume un Valore Numerico da 1 a 10 ad una serie di fattori secondo una graduazione del pericolo espresso
F. Losignore
Sistemi di valutazione del rischio basati su
ALGORITMI
Fattori che intervengono nel calcolo della valutazione del rischio chimico
-Frasi R
-Proprietà Chimico – Fisiche
-Quantità in Uso
-Fattore Frequenza
-Tipologia d’uso
-Distanza dalla fonte
F. Losignore
Sistemi di valutazione del rischio basati su
ALGORITMI
Tabella coefficienti frasi R (es.)
6,00Tossico a contatto con la pelle24
10,00Può ridurre la fertilità60
7,75Tossico per inalazione e contatto con la pelle23/24
7,00Tossico per inalazione23
1,75Nocivo per ingestione22
3,25Nocivo a contatto con la pelle21
4,00Nocivo per inalazione20
PunteggioTestoFrasi R
F. Losignore
Sistemi di valutazione del rischio basati su
ALGORITMI
Tabella coefficienti Proprietà Chimico Fisiche
7Stato Gassoso
5T. ebollizione < 50°C
3T. ebollizione 50 – 150 °C
2T. ebollizione > 150°C
1Solido/scaglie
PunteggioProprietà
F. Losignore
Sistemi di valutazione del rischio basati su
ALGORITMI
Tabella coefficienti Quantità in Uso
710 - 100
51 - 10
20,1 - 1
1< 0,1
PunteggioQuantità (Kg o litri)
Per settimana
F. Losignore
Sistemi di valutazione del rischio basati su
ALGORITMI
Tabella coefficienti: Fattore Frequenza
10Sempre: 51 – 100 % orario di lavoro
7Abitualmente: 26 – 50 % orario di lavoro
3Frequentemente: 10 – 25 % orario di lavoro
2Occasionalmente: < 10 % orario di lavoro
1Raramente: < 1% orario di lavoro
PunteggioFrequenza d’uso
F. Losignore
Sistemi di valutazione del rischio basati su
ALGORITMI
Tabella coefficienti Tipologia d’Uso
4Uso dispersivo
2Uso controllato
1Sistema chiuso
F. Losignore
Sistemi di valutazione del rischio basati su
ALGORITMI
Tabella coefficienti Distanza
0,1> 10 metri
0,255 – 10 metri
0,503 – 5 metri
0,751 – 3 metri
1< 1 metro
F. Losignore
Sistemi di valutazione del rischio basati su
ALGORITMI
Indice di Rischio IR e relativa classificazione
Grave Rischio> 80
Rischio Elevato40 – 80
Rischio Superiore al Moderato21 – 40
Intervallo di incertezza15 – 21
Rischio Moderato0,1 – 15
ClassificazioneINDICE IR
F. Losignore
RIS
CH
IO C
HIM
ICO
Definizioni
SOSTANZE E PREPARATI
NON ETICHETTATI COME PERICOLOSI
FARMACI
•ANESTETICI GASSOSI
•CHEMIOTERAPICI
L’INALAZIONE ED IL CONTATTO POSSONO DETERMINARE PATOLOGIE PIU’ O MENO GRAVI
F. Losignore
RIS
CH
IO C
HIM
ICO
DefinizioniGAS ANESTETICI
ALOGENATO PROTOSSIDO DI AZOTO
F. Losignore
RIS
CH
IO C
HIM
ICO
DefinizioniGAS ANESTETICI
-Perdita di gas dalla maschera
-Diffusione in ambiente dell’espirato del paziente
- Degrado delle connessioni pneumatiche
- Ventilazione non sufficiente
CAUSE DI CONTAMINAZIONE AMBIENTALE
F. Losignore
MONITORAGGIO CONTINUO DEI GAS ANESTETICI
F. Losignore
CAMPIONAMENTO
C: Sevorane (ppm)
D: Dinitrogen oxide (ppm)
03-09-05
08:30:00
03-09-05
09:00:00
03-09-05
09:30:00
03-09-05
10:00:00
03-09-05
10:30:00
03-09-05
11:00:00
03-09-05
11:30:00
03-09-05
12:00:00
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
Conc. mediaSevorano 0,09 ppmN2O 0,6 ppmCO2 408 ppm
Fine interventoMantenimento bassi flussiMantenimento flussi normali
Induzione Anestesia
Riempimento Sevorane
Ore 12.20Ore 9.50-12.20Ore 9.40-9.50Ore 9.40Ore 8.30
Anestesia effettuata con Alogenato senza uso di Protossido
MONITORAGGIO SALA 2
F. Losignore
CAMPIONAMENTO
C: Sevorane (ppm )
D: Dinitrogen oxide (ppm )
03-09-03
09:00:00
03-09-03
10:00:00
03-09-03
11:00:00
03-09-03
12:00:00
03-09-03
13:00:00
03-09-03
14:00:00
03-09-03
15:00:00
0.0
2.5
5.0
7.5
10.0
12.5
15.0
17.5
20.0
22.5
25.0
27.5
30.0
32.5
35.0
Conc. mediaSevorano 0,07 ppmN2O 0,59 ppmCO2 435 ppm
MONITORAGGIO SALA 4
A
B
A: Induzione ore 8.50; Mantenimento ore 9.00; Fine intervento ore 10.45; Tecnica bassi flussi; Anestetici utilizzati: Protossido e Alogenato
B: Induzione ore 11.30; Mantenimento ore 11.40; Fine intervento ore 15.00; Tecnica bassi flussi; Anestetici utilizzati: solo Alogenato
F. Losignore
RIS
CH
IO C
HIM
ICO
DefinizioniGAS ANESTETICI
CIRCOLARE n. 5 DEL 14/03/1989
ESPOSIZIONE PROFESSIONALE AD ANESTETICI IN SALA OPERATORIA
Valori Limite di Esposizione Ambientale
50 ppm pari a 91 mg/mcProtossido di Azoto
TLV - TWA raccomandati dall’ACGIH
2 ppm se usati da soli e 0,5 ppm se associati a Protossido di Azoto
Anestetici alogenati(valore Ceiling per 60 minuti)
TLV raccomandati dal NIOSH
F. Losignore
RIS
CH
IO C
HIM
ICO
DefinizioniGAS ANESTETICI
Sistema emolinfopoietico (a concentrazioni molto elevate):
Depressione midollare per inattivazione della vit. B12
Leucopenia
Effetto sulla conduzione dello stimolo elettrico cardiaco
Apparato Riproduttivo:
Infertilità maschile
Aborti spontanei
Alterazioni dei parametri della funzionalità epatica e renale
SNP:polineuropatia sensitivo motoria per inattivazione della vit. B12
Classificazione IARC : gruppo 2B (evidenza inadeguata di cancerogenicità sull’ l’uomo)
SNC ( conc. > 100ppm) : cefalee, astenia, sonnolenza, ansia, crisi depressive…
AlogenatiProtossido di Azoto
EFFETTI BIOLOGICI
F. Losignore
RIS
CH
IO C
HIM
ICO
DefinizioniCHEMIOTERAPICI
PROVVEDIMENTO 5 AGOSTO 1999
GAZZETTA UFFICIALE N. 236 DEL 07/10/1999
F. Losignore
RIFERIMENTO NORMATIVO
DOCUMENTO DI LINEE-GUIDA PER LA SICUREZZA
E LA SALUTE DEL LAVORATORI ESPOSTI A
CHEMIOTERAPICI ANTIBLASTICI
RIS
CH
IO C
HIM
ICO
DefinizioniCHEMIOTERAPICI
MISURE TECNICHE ORGANIZZATIVE E
PROCEDURALI:
• CENTRALIZZAZIONE DELLE OPERAZIONI DI PREPARAZIONE E SOMMINISTRAZIONE DI CHEMIOTERAPICI IN LOCALI IDONEI DAL PUNTO DI VISTA DELL’IGIENE AMBIENTALE
• INATTIVAZIONE E SMALTIMENTO ESTESO A TUTTI I MATERIALI UTILIZZATI PER LA MANIPOLAZIONE DEI FARMACI, AI MEZZI PROTETTIVI INDIVIDUALI, AI LETTERECCI CONTAMINATI DAGLI ESCRETI E ALLE DEIEZIONI DEI PAZIENTI
F. Losignore
RIS
CH
IO C
HIM
ICO
DefinizioniCHEMIOTERAPICI
STOCCAGGIO
PREPARAZIONE
F. Losignore
RIS
CH
IO C
HIM
ICO
DefinizioniCHEMIOTERAPICI
SOMMINISTRAZIONE
SMALTIMENTO
F. Losignore
AGENTI FISICI
TITOLO VIII D.lgs. 81/08
PROTEZIONE DEI LAVORATORI DAI RISCHI DI ESPOSIZIONE A VIBRAZIONI
CAPO III
PROTEZIONE DEI LAVORATORI DAI RISCHI DI ESPOSIZIONE A RADIAZIONI OTTICHE ARTIFICIALI
CAPO V
PROTEZIONE DEI LAVORATORI DAI RISCHI DI ESPOSIZIONE A CAMPI ELETTROMAGNETICI
CAPO IV
PROTEZIONE DEI LAVORATORI CONTRO I RISCHI DI ESPOSIZIONE AL RUMORE DURANTE IL LAVORO
CAPO II
RIS
CH
IO F
ISIC
O
F. Losignore
AGENTI FISICI
D.lgs. 81/08 TITOLO VIII CAPO IIR
UM
OR
E
PROTEZIONE DEI LAVORATORI CONTRO I
RISCHI DI ESPOSIZIONE AL RUMOREDURANTE IL LAVORO
ESPOSIZIONE GIORNALIERA AL RUMORE (8 ore)
- livello di azione inferiore pari a 80 dB(A) - picco 135 dB(C)
- livello di azione superiore pari a 85 dB(A) – picco 137 dB(C)
- valore limite di esposizione pari a 87 dB(A) – picco 140 dB(C)
Art.189 – Valori limite di esposizione e valori di azione
F. Losignore
AGENTI FISICI
D.lgs. 81/08 TITOLO VIII CAPO IIR
UM
OR
E
PROTEZIONE DEI LAVORATORI CONTRO I
RISCHI DI ESPOSIZIONE AL RUMOREDURANTE IL LAVORO
Superamento del valore inferiore di azione pari a 80 dB(A)
Il Datore di lavoro fornisce i Dispositivi di Protezione Individuale per l’Udito
F. Losignore
AGENTI FISICI
D.lgs. 81/08 TITOLO VIII CAPO IIR
UM
OR
E
PROTEZIONE DEI LAVORATORI CONTRO I
RISCHI DI ESPOSIZIONE AL RUMOREDURANTE IL LAVORO
Superamento del valore superiore di azione pari a 85 dB(A)
Il Datore di lavoro esige che i lavoratori utilizzino i Dispositivi di Protezione Individuale per l’Udito
Il Datore di lavoro sottopone i lavoratori a Sorveglianza Sanitaria
F. Losignore
140140130130
120120
110110
100100
9090
8080
7070
6060
5050
4040
30302020 Limite Udibilità
Soglia del dolore
Fruscio delle foglieAbitazione
Ufficio silenzioso
Conversazione
Ristorante, passaggio automobile
Ufficio
Officina meccanica, traffico stradale
Locale dattilografia
Passaggio di un treno, impianto siderurgico
Tranciatrice metalli, smerigliatrice
Perforatrice pneumatica, clacson, reparto tessile
Sala prova motori, passaggio jet
F. Losignore
AGENTI FISICI
D.lgs. 81/08 TITOLO VIII CAPO IIIR
UM
OR
E
EFFETTI UDITIVI ed EXTRAUDITIVI
È noto che il rumore può provocare anche effetti extrauditivi che compaiono già per livelli di 60-70dB(A). Si tratta di disturbi psichici(astenia, irritabilità, depressione, insonnia), di alterazione circolatorie(vasocostrizione arteriolare ed aumento delle resistenze periferiche) edi alterazioni a carico dell'apparato digerente (spasmi pilorici,ipersecrezione acida).
ipoacusia da rumore è indubbiamente la patologia da lavoro attualmente più diffusa e denunciata dai lavoratori.
F. Losignore
AGENTI FISICI
D.lgs. 81/08 TITOLO VIII CAPO IIIV
IBR
AZ
ION
I
Prevenzione del rischio vibrazioni
fissa le prescrizioni minime in materia di
protezione dei lavoratori contro i rischi per
la salute e la sicurezza che derivano, o
possono derivare, dall'esposizione a
vibrazioni meccaniche
F. Losignore
AGENTI FISICI
D.lgs. 81/08 TITOLO VIII CAPO IIIV
IBR
AZ
ION
I
Valutazione senza misurazioni sulla base di:
-Banca Dati Ispesl
-Informazioni fornite dal costruttore (D.P.R. 459/96 – Direttiva
Macchine)
(art. 181) L’identificazione e valutazione del rischio
Valutazione con misurazioni in accordo con le metodiche di
misura stabilite dalla norma UNI - EN – ISO 5349 – 1 (2004)
F. Losignore
Prevenzione del rischio vibrazioni
AGENTI FISICI
D.lgs. 81/08 TITOLO VIII CAPO IIIV
IBR
AZ
ION
I
(art. 181) L’identificazione e valutazione del rischio
A(8) = A(w)sum (Te/8)1/2
Te : Durata complessiva giornaliera di esposizione a vibrazioni (ore)
A(w)sum : (a2wx + a2
wy + a2wz)
1/2
awx a wy ; a wz : Valori dell'accelerazione ponderata (in m/s2) lungo gli assi x, y, z
Calcolo del livello di esposizione giornaliero
F. Losignore
Prevenzione del rischio vibrazioni
AGENTI FISICI
D.lgs. 81/08 TITOLO VIII CAPO IIIV
IBR
AZ
ION
I
Esposizione Giornaliera
Livelli di azione e valori limite
Vibrazioni trasmesse al sistema mano-braccio
Livello d'azione
A(8) = 2,5 m/s2
Valore limite di esposizione
A(8) = 5 m/s2
F. Losignore
Prevenzione del rischio vibrazioni
AGENTI FISICI
D.lgs. 81/08 TITOLO VIII CAPO IIIV
IBR
AZ
ION
I
L’esposizione a vibrazioni al sistema mano-braccio può causare:
- disturbi vascolari (a carico delle estremità),
- disturbi osteoarticolari (a carico di polsi, gomiti, spalle), disturbi neurologici (sindrome del tunnel carpale).
Tali disturbi possono evolvere in:
1. senso del tatto e percezione del caldo e del freddo danneggiati;
2. riduzione della forza prensile e perdita della destrezza manuale;
3. attacchi del fenomeno del “dito bianco” provocati dall’esposizione al freddo o all’umidità;
4. fitte dolorose alle mani e alle braccia.F. Losignore
AGENTI FISICI
D.lgs. 81/08 TITOLO VIII CAPO IVC
AM
PI
EL
ET
TR
OM
AG
NE
TIC
I Determina i requisiti minimi per la protezione dei lavoratori
contro i rischi per la salute e la sicurezza derivanti dall’espoizione
a campi elettromagnetici da 0 Hz a 300 GHz
Campi Magnetici Statici (0 – 1 Hz)
ELF (1 - 100 kHz)
(EXTREMELY LOW FREQUENCY)
RF (100 kHz - 3 GHz)
microonde (3 GHz - 300 GHz).F. Losignore
AGENTI FISICI
D.lgs. 81/08 TITOLO VIII CAPO IVC
AM
PI
EL
ET
TR
OM
AG
NE
TIC
I
Il Datore di lavoro deve:
- Valutare
- e, quando necessario*, misurare i livelli di campo elettromagnetico a
cui I lavoratori sono esposti e se I valori di azione vengano superati
- Nella valutazione dei rischi precisa quali misure di prevenzione e
proezione devono essere adottate.
VALUTAZIONE DEI RISCHI
F. Losignore
AGENTI FISICI
LIMITI DI ESPOSIZIONE PER LA POPOLAZIONEC
AM
PI
EL
ET
TR
OM
AG
NE
TIC
I
Limiti di esposizione, valori di attenzione e obiettivi di qualità per la
protezione della popolazione dalle esposizioni a
campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici generati a
-frequenze comprese tra 100 kHz e 300 GHz.
ai campi elettrici e magnetici alla- frequenza di rete (50 Hz) generati dagli elettrodotti.
(DPCM) 8 luglio 2003
F. Losignore
AGENTI FISICI
D.lgs. 81/08 TITOLO VIII CAPO IVC
AM
PI
EL
ET
TR
OM
AG
NE
TIC
I
GRANDEZZE MONITORABILI
Densità di Potenza ( W/mq)
Campo Elettrico (V/m)
Campo Magnetico (A/m)
Induzione Magnetica (T) teslaF. Losignore
AGENTI FISICI
D.lgs. 81/08 TITOLO VIII CAPO IV
Limiti di esposizioneCampi Magnetici Statici
CA
MP
I E
LE
TT
RO
MA
GN
ET
ICI
40 mT
Popolazione
-Esposizione continua
200 mT
2 T
5 T
Lavoratori
-Media pesata sull’intera giornata lavorativa (TWA)
-Valore massimo
-Esposizione solo degli arti
INDUZIONE MAGNETICATIPO DI ESPOSIZIONE
F. Losignore
AGENTI FISICI
D.lgs. 81/08 TITOLO VIII CAPO IV
Limiti di esposizionea 50 Hz
CA
MP
I E
LE
TT
RO
MA
GN
ET
ICI
100 µT
10 µT
Popolazione
-Limite di esposizione - Valore efficace (rms)
-Valore di attenzione (mediana dei valori nelle 24 ore)
500 µT*
Lavoratori ( valore di Azione)
- Valore efficace (rms)
INDUZIONE MAGNETICATIPO DI ESPOSIZIONE
rms: (root mean square) radice della media dei quadrati
F. Losignore
AGENTI FISICI
D.lgs. 81/08 TITOLO VIII CAPO IV
Limiti di esposizioneRadiofrequenze
CA
MP
I E
LE
TT
RO
MA
GN
ET
ICI
20 V/m
6 V/m
Popolazione
-Limite di esposizione - Valore efficace (rms)
(Da non superare in nessun luogo accessibile dalla popolazione)
-Valore di attenzione – Valore efficace (rms)
( Da non superare all’interno di edifici a permanenza > a 4 ore giornaliere)
60 V/m
Lavoratori ( valore di Azione)
- Valore efficace (rms)
INDUZIONE MAGNETICATIPO DI ESPOSIZIONE
F. Losignore
AGENTI FISICI
D.lgs. 81/08 TITOLO VIII CAPO IVC
AM
PI
EL
ET
TR
OM
AG
NE
TIC
I L’aderenza ai Valori Limite di esposizione fornisce un elevato livello di protezione rispetto agli effetti accertati sulla salute
F. Losignore
•Portatori di dispositivi medici quali protesi metalliche, stimolatori cardiaci ecc•Portatori di corpi estranei metallici•Donne in gravidanza
ma non tutelano soggetti con controindicazioni all’esposizione
AGENTI FISICI
D.lgs. 81/08 TITOLO VIII CAPO IVC
AM
PI
EL
ET
TR
OM
AG
NE
TIC
I APPLICAZIONI MEDICHE
FONTI DI EMISSIONI
RISONANZA MAGNETICA
Frequenza di emissione compresa tra 0 e 1 Hz(Campi Statici)
F. Losignore
AGENTI FISICI
D.lgs. 81/08 TITOLO VIII CAPO IVC
AM
PI
EL
ET
TR
OM
AG
NE
TIC
I APPLICAZIONI MEDICHE
MAGNETOTERAPIA
FONTI DI EMISSIONI
Frequenza di emissione 50Hz(ELF) extremely low frequency
F. Losignore
AGENTI FISICI
D.lgs. 81/08 TITOLO VIII CAPO IVC
AM
PI
EL
ET
TR
OM
AG
NE
TIC
I APPLICAZIONI MEDICHE
RADARTERAPIA
FONTI DI EMISSIONI
Frequenza di emissione compresa tra 915 e 2450 MHz
(Radiofrequenze)
F. Losignore
AGENTI FISICI
D.lgs. 81/08 TITOLO VIII CAPO IVC
AM
PI
EL
ET
TR
OM
AG
NE
TIC
I
AMBIENTI DI
LAVORO
APPARECCHIATURE ELETTRICHE
CAVI DI ALTA TENSIONECABINE DI
TRASFORMAZIONE
Frequenza di emissione 50Hz(ELF) extremely low frequency
AMBIENTI DI VITA
F. Losignore
AGENTI FISICI
D.lgs. 81/08 TITOLO VIII CAPO IVC
AM
PI
EL
ET
TR
OM
AG
NE
TIC
I AMBIENTI DI VITA
ANTENNE RADIO
RF (100 kHz - 3 GHz)
TELEFONIA MOBILE
F. Losignore
AGENTI FISICI
D.lgs. 81/08 TITOLO VIII CAPO VR
AD
IAZ
ION
I O
TT
ICH
E A
RT
IFIC
IAL
I
Stabilisce le prescrizioni minime di protezione dei lavoratori
contro i rischi per la salute e la sicurezza derivanti
dall’esposizione alle radiazioni ottiche artificiali durante il lavoro
con particolare riguardo ai rischi dovuti agli effetti nocivi sugli
occhi e sulla cute.
F. Losignore
AGENTI FISICI
D.lgs. 81/08 TITOLO VIII CAPO VR
AD
IAZ
ION
I O
TT
ICH
E A
RT
IFIC
IAL
I
Sterilizzazione
Abbronzatura
Fototerapia
Polimerzzazione
Riscaldatori radianti
Tutte queste lampade emettono luce di tipo
NON COERENTE
F. Losignore
AGENTI FISICI
D.lgs. 81/08 TITOLO VIII CAPO VR
AD
IAZ
ION
I O
TT
ICH
E A
RT
IFIC
IAL
I
RADIAZIONE
OTTICAOCCHIO CUTE
ULTRAVIOLET
TO
fotocheratocongiuntivite (UVB-UVC), cataratta fotochimica (UVB)
eritema (UVB-UVC), sensibilizzazione (UVA-UVB), fotoinvecchiamento
(UVC-UVB-UVA), cancerogenesi (UVB-UVA)
VISIBILE fotoretinite (in particolare da luce blu, 380-550 nm) fotodermatosi
INFRAROS
SO
ustioni corneali (IRC-IRB), cataratta termica (IRB-IRA), danno termico retinico (IRA)
vasodilatazione, eritema, ustioni
EFFETTI SULLA SALUTE
F. Losignore
AGENTI FISICI
D.lgs. 81/08 TITOLO VIII CAPO V R
AD
IAZ
ION
I O
TT
ICH
E A
RT
IFIC
IAL
I
IMPIEGHI MEDICI E BIOLOGICI DELLA
RADIAZIONE UV
Fototerapia delle malattie della pelle
Fotochemioterapia della psosiasi
SETTORE MEDICO: Fototerapia dell’ittero neonatale
Diagnosi delle malattie della pelle
Applicazioni odontoiatriche
SETTORE BIOLOGICO: Disinfezione dell’aria
Disinfezione dei liquidi
F. Losignore
AGENTI FISICI
D.lgs. 81/08 TITOLO VIII CAPO V (all.to XXXVII)R
AD
IAZ
ION
I O
TT
ICH
E A
RT
IFIC
IAL
I
LIMITI DI ESPOSIZIONE Radiazioni UV ( non coerenti)
< 10 KJ/mqEsposizione < di 1000 secondi
Irradianza totale (E)
< 10 W/mq
Esposizione a tutta la giornata lavorativa 8 ore (cute non protetta e occhi)
Regione spettrale compresa tra 315 e 400 nm (UV-A)
Regione spettrale compresa tra 200 e 315 nm (UV-B e UV-C Regione actinica)
(massima sensibilità a 270 nm)
< 2000 J/mqLunghezza d’onda 310 nm
< 30 J/mqLunghezza d’onda 270 nm
< 100 J/mqLunghezza d’onda 240 nm
< 1000 J/mqLunghezza d’onda 200 nm
Irradianza totale (E)Esposizione a tutta la giornata lavorativa 8 ore (cute non protetta e occhi)
F. Losignore
AGENTI FISICI
D.lgs. 81/08 TITOLO VIII CAPO VR
AD
IAZ
ION
I O
TT
ICH
E A
RT
IFIC
IAL
I
PROTEZIONE PERSONALE
da Radiazioni UV ( non coerenti)
Protezione del viso, mani e braccia:
- schermo facciale in polivinile
- guanti in polivinile
- tessuti a trama fitta con proprietà assorbenti: popeline, flanella; cotone e nylon sono relativamente trasparenti.
Protezione degli occhi
- occhiali con schermi laterali con trascurabile trasmissione nello spettro UV e adeguata trasmissione del visibile.
F. Losignore
AGENTI FISICI
D.lgs. 81/08 TITOLO VIII CAPO VR
AD
IAZ
ION
I O
TT
ICH
E A
RT
IFIC
IAL
I
PERICOLI DERIVANTI da Radiazioni UV
Con l’emissioni di radiazioni UV di lunghezza d’onda inferiore a 245 nm si può avere formazione di ozono per interazione con l’ossigeno atmosferico.
Per evitare forti concentrazioni è utile installare adeguati sistemi di ventilazione
Le lampade ad alta pressione possono esplodere a causa di urti.
Bisogna prestare particolare attenzione durante la rimozione di queste sorgenti.
F. Losignore
AGENTI FISICI
D.lgs. 81/08 TITOLO VIII CAPO VR
AD
IAZ
ION
I O
TT
ICH
E A
RT
IFIC
IAL
I
Da qui la necessità di suddividere i laser in 4 classi, che vanno dalla classe1, in cui non è pericolosa l’osservazione prolungata e diretta del fascio, alla classe 4, in cui è pericolosa anche l’osservazione della luce diffusa da uno schermo.
F. Losignore
Sorgenti monocromatiche ( una sola lunghezza d’onda)
Fascio di elevata densità di energia
Altamente direzionali e, appunto coerenti
La possibilità di focalizzare un fascio di questo tipo anche a grandi
distanze impone una certa cautela nell'utilizzo dei laser e, in molti casi,l'obbligo di adeguate misure di protezione per coloro che ne possono
venire a contatto.
L.A.S.E.R.
Light Amplification by Stimulated Emission of Radiation
amplificazione della luce mediante emissione stimolata di radiazione
CLASSE 1: Non pericolosi, anche a seguito di osservazione diretta e prolungata del fascio.
CLASSE 2: L’osservazione diretta del fascio non è pericolosa per tempi inferiori a 0.25 s,
se in tale lasso di tempo intervengono reazioni protettive dell’occhio, come il riflesso palpebrale.
CLASSE 3a: L’osservazione diretta del fascio mediante sistemi di amplificazione o
focalizzazione ottica (binoculi, oculari etc.) è pericolosa. L’osservazione ad occhio nudo non
presenta rischio se l’occhio mette in atto meccanismi di protezione, come la chiusura palpebrale,
entro 0.25 s.
CLASSE 3b: L’osservazione diretta del fascio ad occhio nudo è comunque pericolosa. Non
risulta invece pericolosa l’osservazione della luce diffusa da uno schermo, a patto che il tempo di
osservazione sia inferiore a 10 s.
CLASSE 4: Per questa classe di dispositivi laser, l’osservazione della radiazione, sia diretta
che dopo diffusione da parte di uno schermo, è comunque pericolosa.
Classificazione delle sorgenti laser.
L.A.S.E.R.
Light Amplification by Stimulated Emission of Radiation amplificazione della luce mediante emissione stimolata di radiazione
F. Losignore
L.A.S.E.R.
Light Amplification by Stimulated Emission of Radiation
Impieghi medici
(classi 3b e 4)
-Laser chirurgici
-Laser fotocoagulatori
-Laser fotodinamici
-Laser fisioterapici, cosmetici
F. Losignore
L.A.S.E.R.
Light Amplification by Stimulated Emission of Radiation
RISCHI DIRETTI E CORRELATI
Le radiazioni LASER possono causare danni ad occhi e pelle.
LASER ad elevata potenza possono esporre anche a rischi elettrici, chimici e di incendio.
F. Losignore
L.A.S.E.R.
Light Amplification by Stimulated Emission of Radiation
- le radiazioni nel campo del visibile e vicino infrarosso vengono assorbite e possono causare danni alla retina
- le radiazioni nel campo del vicino ultravioletto e medio infrarosso possono causare danni al cristallino
- le radiazioni nel lontano infrarosso e nel medio ultravioletto possono causare danni alla cornea
Danni per l’apparato oculare e per la pelle
F. Losignore
L.A.S.E.R.
Light Amplification by Stimulated Emission of Radiation
La maggior parte dei laser fa uso di alte tensioni e i laser pulsati sono
particolarmente pericolosi a causa dell’ alta energia immagazzinata nei
banchi di condensatori. Componenti di circuiti come tubi elettronici che
lavorano a tensioni anodiche maggiori di 5kV possono emettere raggi X e
quindi andrebbero opportunamente schermati.
Rischio
Elettrico – Chimico - Incendio
Liquidi criogeni possono provocare necrosi e la loro manipolazione richiede
particolari precauzioni.
Rischio incendio anche a grande distanza per interazione del fascio con sostanze infiammabili.
F. Losignore
-Definire la zona quale “ZONA LASER CONTROLLATA” per
uso di laser di classe 3b e 4
-Segnalazione di divieto di accesso ( luce rossa)
-Cartelli di divieto di ingresso espliciti
-Elenco del personale autorizzato
-Prevedere un sistema di accensione a chiave
-Collegare blocco a distanza dei laser di classe 3B e 4 ad un
blocco di scollegamento principale di emergenza, o a dispositivi
di blocco dei locali o delle porte o degli infissi
-Il locale non deve avere superfici riflettenti ( es. rubinetti)
-I ferri chirurgici devono essere coperti di materiale
antiriflettente (satinati)
-Il locale deve essere privo di materiali potenzialmente
infiammabili o esplosivi
-Evitare l’utilizzo di orologi, bracciali, anelli, montature di
occhiali ecc…
L.A.S.E.R.
Light Amplification by Stimulated Emission of Radiation
Misure di Sicurezza
F. Losignore
Protezione degli occhi
Nella scelta del protettore oculare si deve tenere in considerazione:
1.Tipo di laser (sorgente continua o pulsata)
2.Se pulsata: durata dell’impulso – energia dell’impulso – frequenza
dell’impulso (Hertz)
3.Lunghezza d’onda
4. Potenza (Watt)
5.Diametro, lunghezza ed altezza del fascio
6.Requisiti di trasmissione della luce visibile
7. la necessità di impiegare occhiali da vista
8. il comfort
L.A.S.E.R.
Light Amplification by Stimulated Emission of Radiation
Dispositivi di Protezione
Indumenti protettivi
I laser di classe 4, in modo particolare, rappresentano un potenziale pericolo di incendio e gli indumenti
protettivi indossati dovrebbero essere in un adeguato materiali ignifugo e termoresisitente.
F. Losignore
L.A.S.E.R.
Light Amplification by Stimulated Emission of Radiation
Segnaletica di Sicurezza
ATTENZIONE APPARECCHIO LASER DI CLASSE……
DIVIETO DI ACCESSOF. Losignore
Agenti fisici presi in considerazione per attività Agenti fisici presi in considerazione per attività
che si svolgono in ambiente confinatoche si svolgono in ambiente confinato
UltrasuoniMicroclima
Illuminazione
F. Losignore
Qualità dell’aria
D.lgs. 81/08 art. 63 – all.to IV
MICROCLIMA
Il microclima è l’insieme dei fattori (es. temperatura, umidità, velocità dell’aria) che regolano le condizioniclimatiche di un ambiente chiuso come un ambientedi lavoro.
F. Losignore
MICROCLIMA
benessere termico
è rappresentato da quelle condizioni in cui l’organismo riesce a mantenere l’equilibriotermico (omeotermia) senza l’intervento del sistema di termoregolazione propria.
F. Losignore
MICROCLIMA
(ISOLAMENTO TERMICO)
Vestiario indossato
Superficie corporea vestita
(DISPENDIO METABOLICO)
Attività fisica svolta
FATTORI SOGGETTIVI
Temperatura dell’aria
Velocità dell’aria
Umidità relativa
Temperatura radiante
FATTORI
FISICI AMBIENTALI
F. Losignore
IL BENESSERE TERMICO E’ CONDIZIONATO DA
MICROCLIMA
Per facilitare l’analisi degli ambienti vengono generalmenteutilizzati "indici microclimatici" che permettono la valutazione sintetica dell’ambiente
F. Losignore
INDICI MICROCLIMATICI
PMV e PPD
(ISO 7730)
MICROCLIMA
Il PMV (Predicted Mean Vote)
è una funzione matematica che dipende da: vestiario, temperatura dell’aria, attività svolta, temperaturamedia radiante, velocità dell’aria, umidità.
Esso rappresenta il voto medio espresso da un ampiocampione di persone residenti nello stesso ambiente, cheesprimono la propria sensazione termica attraverso una scalapsicofisica che va da un valore +3 (molto caldo) fino a -3 (molto freddo) passando per situazioni intermedie in cui lo 0 corrisponde alla neutralità.
F. Losignore
MICROCLIMA
PPD (percentuale prevista di insoddisfatti)
parametro che esprime il numero di persone che sarebberoportate a lamentasi delle condizioni climatiche riscontrate. Viene definito soggetto insoddisfatto quello che attribuisceall’ambiente in esame un valore del PMV pari a +/-3, +/-2
F. Losignore
MICROCLIMA
La norma ISO 7730 indica che lo stato di benessere
termico si ha per valori del PMV che oscillano tra
-0.5 e +0.5,
corrispondenti ad un valore del
PPD = 10 %
(La percentuale reale di insoddisfatti non deve
superare il 20% secondo lo standard ASHRAE 55).F. Losignore
MICROCLIMA
F. Losignore
INDICI MICROCLIMATICI
Isolamento termico di riferimento 0.70 (Icl) - Divisa infermieristica e/o camice da laboratorio
Dispendio metabolico di riferimento 1.80 (M) – Ambulatorio medico
ta tg Va rh PMV PPD PD to
med 24,6 23,87 0,04 46,56 0,7 15,25 1,18 24,25
max 24,71 23,92 0,46 47,94 0,74 16,44 4,68 24,32
min 24,4 23,84 0 46,08 0,65 13,98 0 24,14
%n.d. 0 0 0 0 0 0 0 0
APPARECCHIO PER MISURE MICROCLIMATICHE
F. Losignore
ILLUMINAZIONE
− livello ed uniformità di illuminamento
− ripartizione della luminanza nel campo visivo
− limitazione dell'abbagliamento
− direzionalità della luce
F. Losignore
ILLUMINAZIONE
80Corridoi
300 - 500 - 750
Ambulatori
Uffici generici
Sale computer
Illuminamento di
esercizio (lux)
Tipo di locale, compito visivo
o attività
La norma UNI 10380 raccomanda i seguenti valori
F. Losignore
APPARECCHIO PER LA MISURA
DELL’ ILLUMINAMENTO E LUMINAZA
F. Losignore
QUALITA’ DELL’ARIA
Inquinamento indoor
F. Losignore
50 ppmOssidi di Azoto
25 ppmOssido di carbonio
0,3 ppmFormaldeide
5000 ppmAnidride carbonica
Livello di accettabilità*INQUINANTE
* TLV (ACGIH)
QUALITA’ DELL’ARIA
Controllo Microbiologico dell’Aria
F. Losignore
Campionamento attivo : Aspirazione di un volume noto di aria in un determinato intervallo di tempo
Campionamento passivo
Terreno di coltura contenente AGAR
SURFACE AIR SYSTEM
QUALITA’ DELL’ARIA
Carica Batterica
F. Losignore
300 - 500Ambienti ad aerazione convenzionale
150 - 350Medicheria
35 - 70Sala operatoria normale
Unità Formanti Colonie (UFC/mc)LOCALE
AERAZIONE
La norma UNI 10339 raccomanda i seguenti valori
30 mc/ora/personaSala di aspetto
30 mc/ora/personaSala medica
Quantità di aria esternaTipo di locale o attività
F. Losignore
35 mc/ora/personaLocale riunioni
40 mc/ora/personaTerapia fisica
RIS
CH
IO B
IOL
OG
ICO
PREVENZIONE E PROTEZIONE
LE PRECAUZIONI UNIVERSALI
D.lgs. 28.09.90
Sono Linee Guida finalizzate alla riduzione del Rischio Biologico
F. Losignore
Durante l’esecuzione di procedure che possono determinare l’emissione di goccioline e schizzi di sangue o di altri liquidi biologici
INDOSSARE
Mascherine
Occhiali protettivi o visiere
Camici e grembiuli
RIS
CH
IO B
IOL
OG
ICOPROTEZIONE
F. Losignore
Dopo l’uso gli aghi, le
lame di bisturi e altri
oggetti taglienti
debbono essere riposti
per l’eliminazione in
appositi contenitori
resistenti alla puntura.
RIS
CH
IO B
IOL
OG
ICO
PROTEZIONE
F. Losignore
DISPOSITIVI DI SICUREZZA
F. Losignore
Francesco Losignore
APPARECCHIO PER LA MISURA
DELL’ ILLUMINAMENTO E LUMINAZA
Il lavoro ai videoterminaliIl lavoro ai videoterminali
F. Losignore
VID
EO
TE
RM
INA
LI
EFFETTI SULLA SALUTE DEL LAVORO AL VDT
DISTURBI OCULO-VISIVIbruciore, arrossamento, prurito,lacrimazione, visione confusa, fastidio per la luce.
F. Losignore
VID
EO
TE
RM
INA
LI
EFFETTI SULLA SALUTE DEL LAVORO AL VDT
DISTURBI MUSCOLO-SCHELETRICISono legati al mantenimento prolungato e fisso,talvolta non ergonomicamente esatto, della postazione di lavoro, senso di pesantezza, tensione,indolenzimento, dolore muscolare a: collo, schiena,spalle, braccia, mani.
F. Losignore
VID
EO
TE
RM
INA
LI
EFFETTI SULLA SALUTE DEL LAVORO AL VDT
DISTURBI PSICOLOGICIQuesti sono disturbi difficilmente classificabili, in quanto causati normalmente da una non corretta organizzazione del lavoro, dal contenuto intellettuale dell’attività
F. Losignore
VID
EO
TE
RM
INA
LI
ERGONOMIA DELLA POSTAZIONE AL VDT
PIANO DI LAVORO
•altezza e profondità del tavolo: adeguato spazio per le gambe
• superficie del tavolo di colore neutro e opaca
•bordi arrotondati
F. Losignore
UNI 9095/87
VID
EO
TE
RM
INA
LI
ERGONOMIA DELLA POSTAZIONE AL VDT
SEDILE
• Schienale: supporto lombare tra 17 e 26 cmInclinazione da 90°a 110°
• Seduta:Lunghezza 38-44 cmLarghezza 40-45 cmRegolabile in altezza 38-54 cmBase a 5 razze con rotelle
F. Losignore
UNI 7498/87
VID
EO
TE
RM
INA
LI
RIPARTIZIONE DELLA LUMINANZA (cd/mq) NEL
CAMPO VISIVO
•Tra documento, tastiera e schermo, deve essere inferiore di 3/1;
•tra le superfici lontane e il compito visivo deve essere inferiore a 10/1;
ERGONOIMIA DELL’AMBIENTE DI LAVORO
F. Losignore
VID
EO
TE
RM
INA
LI
REGOLE COMPORTAMENTALI PER IL
LAVORATORE
Tronco – coscia 90°-110°
Supposto lombare
Coscia – gamba
90°Appoggio dei piedi
(poggiapiedi)
Tastiera – bordo tavolo
15 cm
Altezza monitor
F. Losignore
VID
EO
TE
RM
INA
LI
REGOLE COMPORTAMENTALI PER IL
LAVORATORE
Distanza monitor
50 – 70 cm
Posizione della finestra
Parallela al monitor
Tenda
F. Losignore
VID
EO
TE
RM
INA
LI
EMISSIONE DI CAMPI ELETTRICI E MAGNETICI
Valore di attenzione 10 µTQUALE RISCHIO?
F. Losignore
VID
EO
TE
RM
INA
LI
Titolo VII D.lgs 81/08Titolo VII D.lgs 81/08
Art. 173 (Definizioni)
c) Lavoratore: il lavoratore che utilizza una attrezzatura munita di videoterminale per 20 ore
settimanali* dedotte le interruzioni di cui all’art. 175.
Art. 176 (Sorveglianza sanitaria)
… biennale per i lavoratori classificati come idonei con prescrizioni e per i lavoratori che abbiano compiuto il cinquantesimo anno di età;
quinquennale negli altri casi.
F. Losignore
USO DI ATTREZZATURE MUNITE DI VIDEOTEREMINALI (VDT)
ESERCIZI DI PREVENZIONE PER I
DISTURBI VISIVI
PALMING
seduti davanti ad una scrivania, con i
gomiti poggiati sul piano di lavoro,
chiudere gli occhi e coprirli con le
mani, appoggiando tutto il peso del
capo sui palmi delle mani. Mantenere
la posizione per 2-3 minuti respirando
lentamente.
Questo esercizio favorisce il
rilassamento della muscolatura
intrinseca ed estrinseca dell’occhio.
F. Losignore
ESERCIZI DI PREVENZIONE PER I
DISTURBI VISIVI
ALLENAMENTO ALL’ACCOMODAZIONE
preferibilmente in un ambiente con luce naturale, avvicinare ed allontanare
dagli occhi una penna (o un qualsiasi oggetto colorato) seguendola con lo
sguardo.
L’allontanamento e l’avvicinamento alternati di un oggetto determina
contrazione e rilassamento del muscolo dell’accomodazione che altrimenti
resterebbe contratto nella stessa posizione per troppo tempo causando
affaticamento visivo.
F. Losignore
ESERCIZI DI PREVENZIONE PER I
DISTURBI VISIVI
COORDINAMENTO SPAZIALE
seguire molto lentamente il contorno di
un quadro e, in seguito, di altri oggetti,
come se si disegnasse con la punta del
naso, alternando oggetti vicini e lontani.
Questo esercizio ha una azione selettiva
sulla visione stimolando la messa a
fuoco per lontano, contrariamente a
quello che accade con l’uso del VDT in
cui è impiegata esclusivamente la
visione per vicino
F. Losignore
ESERCIZI DI PREVENZIONE PER I
DISTURBI VISIVI
BATTERE LE PALPEBRE
serve a dare movimento, relax, a inumidire e pulire la cornea, a
massaggiare gli occhi. Il movimento deve essere leggero; all’inizio
può essere utile alternare un battito di palpebre leggero con lo
“strizzare” gli occhi.
F. Losignore
ESERCIZI DI PREVENZIONE PER I
DISTURBI VISIVI
SBADIGLIARESbadigliando ci si rilassa, ci si ossigena e si inumidiscono gli occhi.
Cercare di farlo di tanto in tanto anche se ”non viene”. Le lacrime
ossigenano, disinfettano e lubrificano la cornea. Inoltre il film
lacrimale rappresenta un vero e proprio mezzo diottrico,
comportandosi come una lente di ingrandimento.
F. Losignore
ESERCIZI PER PREVENIRE I DISTURBI MUSCOLO SCHELETRICI
COLONNA VERTEBRALE
DA RIPETERSI PER
5 VOLTE
F. Losignore
ESERCIZI PER PREVENIRE I DISTURBI MUSCOLO SCHELETRICI
STIRAMENTO DEI MUSCOLI DEL COLLO
F. Losignore
ESERCIZI PER PREVENIRE I DISTURBI MUSCOLO SCHELETRICI
STIRAMENTO DEI MUSCOLI DEL COLLO
F. Losignore
ESERCIZI PER PREVENIRE I DISTURBI MUSCOLO SCHELETRICI
MOBILIZZAZIONE
DEL COLLO
F. Losignore
ESERCIZI PER PREVENIRE I DISTURBI MUSCOLO SCHELETRICI
MOBILIZZAZIONE DELLE SPALLE
F. Losignore
ESERCIZI PER PREVENIRE I DISTURBI MUSCOLO SCHELETRICI
MOBILIZZAZIONE DELLE SPALLE
F. Losignore
ESERCIZI PER PREVENIRE I DISTURBI MUSCOLO SCHELETRICI
MOBILIZZAZIONE DELLE SPALLE
F. Losignore
TUTELA DELLE LAVORATRICI MADRI
D.lgs. n. 151 26 marzo 2001
Testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità
Cosa prevede in sintesi la normativa
Se la gravidanza decorre regolarmente e se l’attività svolta non espone a rischi particolari è previsto per tutte le lavoratrici un periodo di astensione obbligatoria dal lavoro (Congedo di maternità), che comprende i 2 mesi precedenti e i 3 mesi successivi al parto. Questo periodo può essere esteso per i seguenti motivi:
1) Qualora vi siano gravi complicanze della gestazione o preesistenti malattie che potrebbero essere aggravate dallo stato di gravidanza (maternità anticipata per gravidanza a rischio); 2) Qualora le condizioni di lavoro siano pregiudizievoli per la salute della donna e del bambino e la lavoratrice non possa essere spostata ad altra mansione (maternità anticipata e/o prolungata per lavoro a rischio).
F. Losignore
TUTELA DELLE LAVORATRICI MADRI
D.lgs. n. 151 26 marzo 2001
Testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità
Cosa deve fare il Datore di Lavoro
Il datore di lavoro deve valutare i rischi per la sicurezza e la salute delle lavoratrici madri, in particolare i rischi di esposizione ad agenti fisici, chimici o biologici nonché i processi e le condizioni di lavoro.
Qualora i risultati della valutazione rivelino un rischio per la sicurezza e la salute della lavoratrice in gravidanza, puerperio o allattamento, il datore di lavoro adotta le misure necessarie affinché l’esposizione al rischio della lavoratrice sia evitata, modificandone temporaneamente le condizioni o l’orario di lavoro.
Qualora tali modifiche non fossero possibili, la lavoratrice deve essere adibita ad altre mansioni.
Quando la lavoratrice non possa essere spostata ad altre mansioni, verrà allontanata dal lavoro mediante un provvedimento di interdizione anticipata emanato dalla Direzione Provinciale del Lavoro. F. Losignore
TUTELA DELLE LAVORATRICI MADRI
PANORAMICA GENERALE DEI RISCHI
La movimentazione manuale di carichi pesanti è ritenuta rischiosa per la gravidanza in quanto può determinare lesioni placentari e quindi al feto e partoprematuro, rischio che aumenta con l’avanzare della gravidanza.
Movimentazione manuale dei carichi e posture incongrue
EFFETTI LESIVI SULL’EMBRIONE: Rosolia-Varicella Zoster
INFEZIONI TRASMESSE DALLA MADRE AL NASCITURO:
HBV-HCV-HIV-herpes-tubercolosi-varicella-tifoRischio infettivo da agenti biologici
Le lavoratrici in gravidanza vanno allontanate dai lavori comportanti il rischio diesposizione a radiazioni ionizzanti e a campi magnetici (es. RNM).
Radiazioni
In via cautelativa è opportuno l'allontanamento, al primo sospetto di gravidanza, delle addette alla sala operatoria.
Gas anestetici
In base al Decreto Legislativo n. 645 del 1996 la donna in gravidanza non deveessere esposta alle sostanze etichettate con R39, R40, R42, R43, R45, R46, R47, R48 R49, R60, R61,R62, R63, R64, agenti cancerogeni, teratogeni,mutageni, mercurio, antiblastici, monossido di carbonio, agenti chimici pericolosi assorbibiliper via cutanea o respiratoria.
Sostanze chimiche
F. Losignore
I DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE
Direttiva Europea 89/686/CEE
D.Lgs. 475/92
Integrato dal D.Lds. 10/97
• C O S T R U T T O R I
______
Decreto Legislativo n. 81/2008
Titolo III Capo II
• U T I L I Z Z A T O R I
F. Losignore
I DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE
CHE COSA SONO I DISPOSITIVI DI
PROTEZIONE INDIVIDUALE?
Art. 74 D.lgs 81/08
Definizione
Si intende per dispositivo di protezione individuale, di seguitodenominato “DPI”, qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di minacciarne la sicurezza o la salute durante il lavoro, nonché ogni complemento o accessorio destinato a tale scopo.
F. Losignore
I DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE
QUANDO SI DEVONO UTILIZZARE?
Art. 75 D.lgs 81/08
Obblighi all’uso
I DPI devono essere impiegati quando i rischi non possono essereevitati o sufficientemente ridotti da misure tecniche di prevenzione, da mezzi di protezione collettiva, da misure, metodi o procedimenti di riorganizzazione del lavoro.
F. Losignore
I DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE
QUALI I REQUISITI ?
Art. 76 D.lgs 81/08
I DPI devono essere conformi alle norme di cui al decreto legislativo 4 dicembre 1992 n. 475
٧Massima efficacia protettiva;
٧ Semplicità e facilità nell’indossarli;
٧ Buona durata in condizioni efficienti;
٧Minimo disturbo a: movimenti, respirazione, traspirazione e percezione sensoriale;
٧ Regolazione per adattarli alle diverse misure anatomicheF. Losignore
I DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE
PRIMA CATEGORIA: DPI destinati a salvaguardare il lavoratore da rischi di
lieve entità .
٧ Requisiti: certificazione di conformità CE rilasciata dal costruttore, istruzioni per l’impiego, deposito e manutenzione.
TERZA CATEGORIA: DPI destinati a proteggere il lavoratore da rischi di
morte o lesioni gravi.
٧ Requisiti: deve essere presente, oltre a quanto previsto per la prima
categoria, la certificazione del sistema qualità del costruttore e la
conformità CE deve essere garantita da un ente tecnico (CE con numero dell’ente certificante)
SECONDA CATEGORIA: DPI che non appartengono alle altre due categorie
I D.P.I. vengono divisi in tre categorie
D.Lgs. 475/92
F. Losignore
I DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE
Rischio MeccanicoEN388
Calore e/o fuoco
EN407
Micro Organismi
EN374-2
Elettricità statica
EN407
Rischio chimico
EN374-3
Rischi da freddo
EN511
Radiazioni ionizzanti
EN511
La Norma EN 420 specifica i pittogrammi per tutti i diversi tipi di rischio
Esempi di pittogrammi per DPI delle mani
F. Losignore
I DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE
- Capo, occhi e volto: copricapo, occhiali,
visiere/maschere, schermo
- Apparato respiratorio: A.P.V.R.
- Mani: guanti
- Corpo: indumenti di protezione, camici chirurgici
Principali DPI in ambiente sanitario
F. Losignore
PROTEZIONE DELLE MANI
D.P.I. GUANTI
Resistenza all’inquinamento batteriologico Resistenza ai rischi chimici
prove a norma
EN 374
F. Losignore
PROTEZIONE DELLE MANI
D.P.I. GUANTI
Requisiti di progettazione dei guanti per la protezione dal rischi chimico e microbiologico (EN 374-1-2-3)
DETERMINA LA RESISTENZA ALLA
-Penetrazione: batteriofago Phi-x 174
-Permeazione:indice di protezione da 1 a 6 per i liquidi
DETERMINA IL LIVELLO DI
-Degradazione
Indice AQL
-Numero medio di guanti difettosi/100 unità di prodotto F. Losignore
++++++++++Formaldeide 30%
-++++=-Etere
---==Acetone
+-+=+Acido solforico concentrato
++++++++Acido nitrico al 20%
===+++Acido acetico glaciale
++-=++++Acido acetico al 50%
---++Acetaldeide (aldeide acetica)
VINILEFLUOROELASTOMERONITRILENEOPRENELATTICE
TABELLA DI RESISTENZA CHIMICA
AGENTE CHIMICO TIPO DI GUANTO
++ eccellente; + buono; = medio; - sconsigliatoF. Losignore
GUANTI MEDICALI DA ESAMINAZIONE IN LATTICE MONOUSO NON STERILE classe I (Dispositivo Medico)
GUANTI
F. Losignore
GUANTI
GUANTI IN LATTICE (senza polvere) PER LA MANIPOLAZIONE DI SOSTANZE ANTIBLASTICHE (DPI III cat)
F. Losignore
GUANTI
Guanti chirurgici sterili in gomma piombifera, per protezione da raggi X - (DPI III cat)
F. Losignore
PROTEZIONE DA SOSTANZE CRIOGENE
Dispositivi di Protezione Individuale
PROTEZIONE MANI
Guanti protezione da
gelo, sotto indossare
guanti al lattice monouso
PROTEZIONE degli
OCCHI
Visiere Protettive
PROTEZIONE
CORPO
Grembiule di
protezione da gelo da
indossare sopra al
camice in cotone o in
tessuto non tessuto
Gomito
Polso
Avambraccio
F. Losignore
PROTEZIONE DELLE VIE RESPIRATORIE
•FACCIALI FILTRANTI
•RESPIRATORE A FILTRO CON
SEMIMASCHERA
•RESPIRATORE A FILTRO
CON MASCHERA INTERAF. Losignore
FACCIALI FILTRANTI - FFP
1. Nome del produttore
2. Nome del prodotto
3. Classe di protezione
4. Norma Europea di riferimento
5. Marcatura CE di III categoria
PROTEZIONE DELLE VIE RESPIRATORIE
Valvola di espirazioneFFP3
F. Losignore
FACCIALI FILTRANTI – FFP
•Norma Europea di riferimento EN 149/2001
Questa norma definisce 3 diverse classi di protezione e di efficienza filtrante:
PROTEZIONE DELLE VIE RESPIRATORIE
F. Losignore
FACCIALI FILTRANTI - FFP
Come si indossa un facciale filtrante
1
54
32
6Prova di tenuta
PROTEZIONE DELLE VIE RESPIRATORIE
F. Losignore
FACCIALE FILTRANTE IN CLASSE III
FFP3 – efficienza > 98%
PROTEZIONE DELLE VIE RESPIRATORIE
BRONCOSCOPIAF. Losignore
FACCIALE FILTRANTE IN CLASSE II
FFP2 – efficienza > 92%
PROTEZIONE DELLE VIE RESPIRATORIE
PREPARAZIONE CHEMIOTERAPICI F. Losignore
• Riducono il numero dei microorganismi (esalati) generati dalla respirazione del lavoratore verso il paziente
•A volte riducono il rischio di infezioni dovute a schizzi di liquido infetto
•Marcatura CE come Dispositivi Medici
MASCHERE CHIRURGICHE
PROTEZIONE DELLE VIE RESPIRATORIE
F. Losignore
PROTEZIONE DEGLI OCCHI
Norma di riferimento: UNI EN 165
•OCCHIALI: protettore dell’occhio con oculari montati su una
montatura per occhiali, con o senza ripari laterali di protezione.
•OCCHIALI A VISIERA/MASCHERE: protettore dell’occhio che
rinchiude strettamente la zona orbitale ed appoggia sul viso
•SCHERMO o RIPARO FACCIALE: protettore dell’occhio con
una protezione per il viso che può essere indossata con un supporto direttamente sulla testa.
DEFINIZIONE DEL TIPO DI PROTETTORE
F. Losignore
Norma di riferimento: UNI EN 165
OCCHIALI A MASCHERA
(POLVERI/VAPORI)
SCHERMO FACCIALE
(SCHIZZI)
PROTEZIONE DEGLI OCCHI
F. Losignore
Norma di riferimento: UNI 207:2000
PROTEZIONE DEGLI OCCHI
LASER
Ogni tipologia di laser necessita di un filtro specifico, che vari a seconda della tipologia della sorgente luminosa.
Tipo Laser
Lunghezza d'0nda
Potenza Watts
Diametro raggio laser mm
Larghezza raggio laser mm
Altezza raggio laser mm
Sorgente continua
Sorgente Pulsata
Durata dell’impulso sec.
Energia dell’impulso (Joule)
Frequenza dell’impulso ( Hertz)
SOVRAPPONIBILI AD OCCHIALI
CORRETTIVI
DIMENSIONI MOLTO COMPATTEESTREMAMENTE LEGGERA IN
POLICARBONATO
F. Losignore
INDUMENTI DI PROTEZIONE
CAMICI CHIRURGICI
norma UNI EN 13795-1:2004 (Dispositivo Medico)
F. Losignore
F. Losignore
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