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Cronache16 Il Giornale � Venerdì 30 novembre 2007

STEFANO LORENZETTO

A lberto Ruggin, diplomatodi Este, è gay, e fin qui èaffar suo. Alberto Ruggin

va a confessarlo in Tv, a CiaoDarwin, programma condotto suCanale 5 da Paolo Bonolis, che loinclude col numero 23 nella squa-dra omosex schierata contro lasquadra etero, e da lì in avantidiventa affare di 5 milioni di spet-tatori. Alberto Ruggin è, o perlo-meno ha dichiarato di essere,«capo dei chierichetti» (a 21 an-ni?) e solista del coro nella basili-ca di Santa Maria delle Grazie,non una chiesa qualsiasi, un san-tuario, e questo, se l’interessatopermette, è anche e soprattuttoaffare del parroco, don PaolinoBettanin. Il quale ha deciso di re-agire come meglio credeva:escludendo il giovanotto da en-trambe le mansioni liturgiche.

Così Ruggin è finito sui giorna-li, come forse sperava in cuorsuo, e questo ancora una voltadiventa anche affar nostro, di tut-ti noi che i giornali li facciamo e lileggiamo. Ha agito bene o male ilreverendo nel retrocederlo alrango di semplice fedele? Giudi-cate voi dalle successive dichiara-zioni del ventunenne: «Voglioche vengano autorizzate le unio-ni omosessuali e per questo miimpegnerò politicamente nelmio Comune». Dal punto di vistadell’ortodossia, nulla si può rim-proverare a don Paolino: non hafatto altro che attenersi alle pre-scrizioni dettate dall’altro Paolonella Prima lettera ai Corinzi:«Non illudetevi: né immorali, néidolatri, né adulteri, né effemina-ti, né sodomiti, né ladri, né avari,né ubriaconi, né maldicenti, nérapaci erediteranno il regno diDio». Nell’attesa del giudizio fina-le, si presume che le medesimecategorie, tutte peraltro più o me-no rappresentate nella Chiesa,debbano almeno essere dispen-sate dal provvederealla gestione del re-gno sulla Terra, an-che se le indicazionidel convertito diTar-so al riguardo nonappaiono altrettan-to esplicite. Dal pun-todi vista dell’oppor-tunità, il sacerdoteha commesso un er-rore inescusabile: èandato a infilarsinel tritacarne me-diatico. Il che dimo-stra se non altro unagrandissima ingenuità. Avrebbedovuto sapere che la piazza eragià saldamente presidiata dalsuo ex confratello don SanteSguotti, già parroco di Monteros-so, meno di 30 chilometri daEste. Troppa grazia, Sant’Anto-

nio, per la sola diocesi di Padova,in appena tre mesi.

«Il parroco di Este ha superatoin omofobia le posizioni più retri-ve della Chiesa cattolica», ha sen-tenziato Alessandro Zan, presi-dentedell’Arcigayveneto.Omofo-bia. Accusa tremenda. Una paro-la gettonatissima, di questi tempi.Designa l’«avversione per l’omo-sessualità e gli omosessuali».L’Accademia della Crusca non laregistra nemmeno. L’Ansa la usòper la prima volta (e una sola vol-ta) nel 1984. Dall’inizio di que-st’anno la medesima agenzia distampa l’ha già ripetuta 371 vol-te.SulloZingarelli risulta inventa-

ta nel 1985. Penso dinon essere distantedalvero nell’attribui-re la paternità dellosdoganamento se-mantico all’onorevo-le Franco Grillini,presidente emeritodell’Arcigay e depu-tato diessino. Ai tem-pi in cui il neologi-smo fu coniato, gliomosessualinonave-vanodirittodi cittadi-nanza non solo nellesagrestie ma neppu-

re nel Pci. Era il 1986 quandoGiancarlo Pajetta, alla vista diuna foto che ritraeva Grillini conun gruppo di dirigenti gay davantial Bottegone, reagì con uno deisuoi lapidari niet: «Io qui i finoc-chi non ce li voglio». Rimaneva

pur sempre il partito che 37 anniprima, a Udine, aveva espulsol’omosessuale Pier Paolo Pasolini.

Ilmio amico ClaudioSabelli Fio-retti ha appena pubblicato un li-bro-intervistaconGrillini.S’intito-la Gay. Molti modi per dire ti amo.Viene presentato così: «Volete sa-pere quanti calciatori in Italia so-no gay? Volete leggere le polemi-che fraGrillini e i cardinali omofo-bi? Volete sapere che cos’è ilgaydar? Volete indovinare qualepresidente della Repubblica eraomosessuale?». Quante morbosecuriosità: non avevano detto d’es-sere come gli altri? La pubblicitàcontempla un quinto interrogati-vo, assai sintomatico: «Volete ca-pire perché più si è omofobi più sièomosessuali?».Suonaminaccio-so. Si può tradurre così: se ci criti-chi tanto, vuol dire che sei comenoi. Curioso modo di procedere:vienerovesciatosuchiosa dissen-tire da certi stili di vita il sospettod’appartenere a una categoria

chepretende legittimazione natu-rale e giuridica. Insomma, più seiomofobo più sei normale. O no?Mi sfugge allora in che cosa consi-sta la straordinarietà delle rivela-zioni di Grillini raccolte da SabelliFioretti.

La strategia della potentissimalobby gayappare chiara: non par-late di noi, se non per dirne bene.Questo sì che è razzismo. Signifi-ca davvero considerarli diversi datutti. E su chi non si allinea, comeil sacerdote di Este, sia anatema.Un cantore si può escludere dalcoro parrocchiale se stona. Maper uno scrupolo morale no. Quibisogna mettersi d’accordo. Pri-ma si accusa la Chiesa di non vigi-lareasufficienzaaffinchéachieri-ci e preti attratti da persone delloro stesso sesso sia impedito diriversare lepropriepulsioniall’in-terno di seminari e parrocchie.Poi ci si lamenta se un prevosto dipaese,avutapubblicae assordan-te notifica che il «capo dei chieri-chetti» si dichiara gay, ricorrespicciativamente a un allontana-mento a scopo cautelativo, pernon ritrovarsi nell’imbarazzantesituazione di doversi un giornogiustificare con qualche genitore,immagino. Certo, la decisione ap-pare poco caritatevole e anche in-giusta, non essendosi il giovane incerca di facile notorietà macchia-to di alcuna colpa. Ma mettetevinella tonaca del parroco: che al-trodoveva fare,pover’uomo?Sor-volare? Fingere di non aver visto?

Tollerare lo scandalo? Converràricordare, di passata, che la lette-raHomosexualitatisproblemasti-lata nel 1986 dal prefetto dellaCongregazioneper ladottrinadel-la fede, il cardinale che oggi è pa-pacolnomediBenedettoXVI,bol-la l’inclinazioneomosessuale«co-me oggettivamente disordinata»,concetto peraltro ribadito nel Ca-techismo della Chiesa cattolica alparagrafo 2358.

Qualche tempo fa Vittorio Mes-sori mi ha spiegato che la Chiesa,nella sua saggezza di «mater etmagistra», in passato aveva sem-pre fatto in modo che le personecon tendenze omosessuali rima-nessero pecorelle nel gregge enon fossero ammesse ai sacri uffi-ci. Ma poi, in ossequio al political-ly correct che negli Stati Unitiscambiava questa forma di pru-denza per un’intollerabile discri-minazione, ha dovuto spalancareleporte delle istituzioni religiose achiunque.

In precedenza l’ostracismo siestendevaanche acoloro«che so-stengono la cosiddetta culturagay», come si legge in un memo-randum della Congregazione perl’educazione cattolica, non a casoredatto in lingua inglese. Occhioalla data: il documento è del1985. Lo stesso anno in cui entranelvocabolario il sostantivo«omo-fobia». Se oggi molte diocesi ame-ricane sono screditate e in banca-rotta, subissate da richieste di ri-sarcimento presentate dalle vitti-me del clero gay, lo si deve esatta-mente a questo: alla paura dellaChiesa di apparire omofoba.

Per cui, parafrasando la frasepronunciata da Madame Roland,vittima della rivoluzione france-se, un attimo prima che la lamadella ghigliottina le separasse latesta dal collo, viene da chiedersi:omofobia, quanti delitti si com-mettonoin tuonome?Qualcheset-timana fa è accaduto in Inghilter-ra un fatto emblematico. I giorna-li britannici di qualità, dal Timesal Telegraph, ma anche quelli po-polari, come il Daily Mail, ne han-no riferito con ampiezza. Idem laBbc. In Italia silenzio di tomba.Due gay dichiarati, Ian Wathey eCraig Faunch, che vivevano moreuxorioaPontefract,nelloYorkshi-re occidentale, sono stati lasciatiliberi di violentare per lungo tem-po i ragazzini dati loro in affida-mento.Ebbene,durante ilproces-so è emerso che gli assistenti so-ciali del Metropolitan districtcouncil della città di Wakefieldnonavevanomossounditoperpa-uradiesseremarchiati come«ho-mophobic». La coppia era anziconsiderata «da trofeo». L’orien-tamento sessuale degli «educato-ri» non è stato giudicato un moti-vo significativo «per pensare l’im-pensabile».

I due omosex, fra i primi a poterdiventare genitori adottivi nel Re-gno Unito, hanno ottenuto la cu-stodia di 18 ragazzi in soli 15 me-si. Lacoppia ha abusato di bambi-ni di appena 8 anni. Quando unamadre è andata a esporre i suoidubbi, gli assistenti sociali, sem-pre per non apparire omofobi, sisono accontentati dei chiarimentiforniti da Wathey e Faunch e han-no spedito a casa loro persino unquattordicenneaffettodaunagra-ve forma di autismo, la sindromedi Asperger, che è stato «curato»con dosi massicce di pornografiagay.

MichelleElliott,direttricediKid-scape, un’organizzazione controgli abusi infantili, ha commenta-to: «Il buonsenso è uscito dalla fi-nestra quando hanno permessoalla political correctness di pren-dere il sopravvento». In Italia stauscendo dalla porta principale. [email protected]

È una lobby: in onoredel politicamentecorretto se ne puòparlare solo beneE chi li critica è

subito un «omofobo»

SILENZIO Craig Faunch (in alto) e IanWathey (in basso), accusati di pedofilia

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CASTA GAYi nuovi intoccabili

CORO Alberto Ruggin