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13Corriere del Mezzogiorno Venerdì 3 Agosto 2012

NA

Il talento di Frattamaggiore conosce il boemo nella stagione 2010/2011 a Foggia, lo seguirà l’anno dopo a Pescara

Rimproveri, gradoni e fatica doppia negli allenamentiPoi un giorno Zeman disse a Insigne: ti porterei con me ovunque

Il maestro e l’allievo:dai litigi al grande idillio

SportL’incontro con Zeman

Hanno detto di lui

Dov’è LorenzoVoleva un’orettadi mare dopoDimaro. Insignepensò di andaresulla spiaggia diIschitella con igenitori ed ifratelli. Pochiminuti ed èscomparso nelmare, quellodi folla però

E’ rientratoCavani, prontoa ricominciare

di MONICA SCOZZAFAVA

È un ragazzo che hatalento. Può essere utilealla causa ma gli va datala possibilità di sbagliare

Bruno Giordano

Siamo alla quarta puntatadella «Insigne story», che sisofferma sul rapporto che ilcalciatore ha avuto con Ze-man

E’ tornato, Il Matador. Ed è (quasi)pronto per Pechino. Edinson Cavanideluso e amareggiato per la debacledell’Uruguay alle Olimpiadi di Londra,ha fatto ritorno a Napoli con la suavoglia di sempre di dare un contributoprezioso alla squadra di Walter

Mazzarri. Edi è atterrato ieri sera alledieci all’aeroporto di Capodichinoinsieme con sua moglie Soledad.Riprenderà gli allenamenti domenica elunedì partirà insieme con i compagniper Pechino. Archiviate le Olimpiadi,Cavani cerca il riscatto in Supercoppa.

NAPOLI - Non era cominciata be-nissimo. Zeman e Insigne si eranoconosciuti sul campo, ai tempi delFoggia. Stagione 2010/2011. Il boe-mo aveva visto qualche immaginein tv, non conosceva certo il ragaz-zino della Primavera del Napoli checontava nel suo palmares dieci pre-senze con la Cavese. Conosceva pe-rò il ds della squadra di Cava de’ Tir-reni, Peppino Pavone. Fu lui, infat-ti, a convincerlo. Ad insistere affin-chè il talento di Frattamaggiore -troppo piccolo per molti e invecegiusto per altri - potesse arrivare inprestito dal club di Aurelio De Lau-rentiis. Il Foggia dei miracoli erastoria degli anni passati, questa vol-ta la sfida di Zeman era ancora piùimportante: riprendere e rilanciarela squadra in terza categoria. Senzapiù i Signori, i Baiano, i Rambaudi,

firmatari dello storico ritorno in se-rie A. C’era una squadra con MarcoSau e Lorenzo Insigne: rispettiva-mente venti e diciannove gol intrentatrè presenze. Soffermiamocisul gioiellino di Frattamaggiorecon il quale il rapporto fu sponta-neo sin dai primi approcci. Zemannon è di molte parole, Lorenzo siadeguava. L’allenatore teorico dellafatica fisica senza risparmio, il gio-catore con tanta voglia di imparare

e, anche lui, senza risparmio. Sac-chi da portar su e giù per i gradoni,corse e risalite senza sosta, LorenzoInsigne si prestava. E alla fine dellagiornata di allenamento chiamavail papà: sono distrutto, questo quaci toglie il respiro. Non c’era moltoda aggiungere quando il boemo sisoffermava su di lui, quando conmetodi fermi e severi gli chiedevadi non dare per scontati certi mec-canismi, che bisognava che cresces-

se, che migliorasse per arrivare acerti livelli. Qualche rimprovero ditroppo. Al punto che il giovane Lo-renzo, spazientito, si sfogava con lasua famiglia: «Ma ce l’ha con me,guarda solo me». Un po’ vero ed unpo’ no. Guardava lui perchè crede-va in lui. E dopo un paio di mesi in-sieme glielo aveva anche detto: «Sevuoi crescere, devi lavorare. Hai lepotenzialità, sfruttale». Sì, ma tantevolte insisteva sui colpi di testa.

Nelle partitelle di allenamento, gliordinava di contrastare l’avversa-rio anche staccando di testa. «Miha visto, mister?», indicando la sta-tura. Quei 163 centimetri che, inpassato, gli avevano dato problemie delusioni. Capitò che un giornoZeman si trattenne a parlare con luidopo l’allenamento. «Non importase l’avversario ha trenta centimetripiù di te, devi saltare perchè puoicomunque infastidirlo». Da quelmomento era un’esercitazione con-tinua, Insigne ancora oggi ricordaquelle parole. La base di Zeman og-gi può servire per gli insegnamentidi Mazzarri. Lo spirito di sacrificioresta quello dei tempi del Foggia edel Pescara, Mazzarri è un allenato-re particolarmente esigente e rigo-roso, la fatica fisica e mentale è pa-ne quotidiano. E Lorenzo si soffer-ma, ascolta, impara. Suda in cam-po. Ha tanto ancora da apprendere,da dimostrare soprattutto. A Maz-zarri tocca il compito più arduo: iso-larlo dagli elogi, blindarlo per farlocrescere definitivamente. Tornia-mo al boemo e alla sintonia che na-sce dopo i rimproveri della primaora. Idillio che si rafforza ulterior-mente a Pesxcara l’anno scorso eculmina con la promozione in serieA della squadra. Zeman non è uo-mo dal complimento facile. Sem-pre misurato negli elogi del singo-lo, ma a metà stagione (era marzo)con Insigne, un po’, si lasciò anda-re: «Ti porterei con me ovunque»,gli disse nello spogliatoio. E lo ripe-tè anche in tv. Fu detto in un mo-mento in cui la A non era sicura, Ze-man non aveva certo all’orizzontela Roma e Insigne non sapave sefosse riuscito a coronare il suo so-gno di tornare a Napoli.

Le strade si sono divise e Insigneha cominciato una nuova vita calci-stica. Mazzarri gli dà fiducia, lui sache deve stare sereno e tranquillo.E’ il momento della vera crescita.

(Continua/4)© RIPRODUZIONE RISERVATA

Un bravissimo ragazzo edha grandi qualità. Nonvorrei esagerare ma quandodribbla mi ricorda Messi

Goran Pandev

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Sta regalando un saporeparticolare alprecampionato. Cresceràe farà le fortune del Napoli

Emiliano Mondonico

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