8 giugno 2014
Le.era aperta al nuovo Sindaco
La mostra in corso ai Musei Civici, fru.o dell’inedita collaborazione fra un’associazione di volontariato culturale come il Comitato Mura e un’isAtuzione pubblica come il Se.ore Musei e Biblioteche del Comune, ha chiarito in modo inequivocabile, rendendo esplicito il conce.o fin dal Atolo “Padova è le sue mura”, come le mura non siano un mero reli.o del passato o al più un monumento secondario fra i tanA, ancora scarsamente valorizzaA, della ci.à. Al contrario, esse tesAmoniano un momento storico in cui a Padova si sono giocaA i desAni d’Europa e, al tempo stesso, la loro costruzione ha determinato il futuro asse.o della ci.à, fissandone la forma urbis: ancor oggi perfe.amente riconoscibile guardando una planimetria o una ripresa dal satellite.Eppure quelle mura, nonostante i lavori di restauro degli ulAmi trent’anni, risultano ancora in gran parte invisibili, coperte dalla vegetazione, nascoste dagli edifici. Un monumento che ha uno sviluppo di oltre 11 km e abbraccia, fra circonvallazione interna ed esterna (reliP anch’esse delle anAche vie militari), una fascia di territorio di circa 2.000.000 mq. Oltre 25 volte Prato della Valle, più della metà di Central Park (3.400.000 mq.), incastonata nei quarAeri più densi della ci.à.Anche nei casi in cui singoli se.ori o manufaP, restauraA in tu.o o in parte, sono adibiA a un qualche uso e partecipano quindi alla vita della ci.à, ciò avviene senza criteri e modalità che tengano conto delle cara.erisAche specifiche di ciascun sito e della necessità che esso rimanga fruibile in se stesso, ma leggibile come appartenente a una stru.ura arAcolata, ma unitaria.
L’associazione Comitato Mura ha dedicato i suoi quasi quarant’anni di vita allo studio, alla ricerca, alla diffusione della conoscenza, alla promozione della salvaguardia delle forAficazioni di Padova (sistema basAonato, mura medievali, castello), anche collaborando con altre Associazioni e con le diverse arAcolazioni dell’Amministrazione Pubblica. Ha condo.o e tu.ora conduce ricerche sul campo e negli archivi, pubblicando studi e monografie; di recente, la prima Guida al sistema basAonato rinascimentale: una sorta di “guida impossibile” a un monumento che esiste ma non è fruibile e neppure visitabile, se non con grandi difficoltà. Promuove inoltre aPvamente il recupero alla fruizione degli ambienA e degli spazi delle mura, organizzando evenA, spe.acoli e mostre, proponendo esempi concreA di modalità di riuso compaAbile.Il patrimonio di conoscenze accumulato nel corso degli anni è sempre stato e rimane a disposizione della Pubblica Amministrazione, con la quale l’Associazione ha collaborato in ogni possibile forma, quando le condizioni e la volontà degli amministratori lo hanno permesso.
Consapevoli del nostro ruolo di partecipato e autorevole punto di riferimento in materia, so.oponiamo dunque a Lei, che nei prossimi cinque anni governerà questa ci.à -‐ che “è le sue mura” -‐ e perciò di esse sarà il custode, una serie di considerazioni, suggerimenA e indirizzi che possano aiutare Lei e la sua Amministrazione a conAnuare, con nuove idee e decisione, nell’opera di recupero del sistema basAonato cinquecentesco.
Associazione “Comitato Mura di Padova”
Associazione Comitato Mura di Padova –Via Raggio di Sole 2, 35137 Padova - e-mail: [email protected] - web: www.muradipadova.it
MURA CINQUECENTESCHE DI PADOVA - indicazioni operative
1. UN PROGETTO UNITARIO
Le mura meritano e necessitano di un’a.enzione assai più moAvata, determinata e costante di quella di cui finora hanno goduto. Va innanzitu.o superata la praAca dell’operare pezzo per pezzo, inseguendo urgenze, emergenze o specifiche opportunità, con modalità volta a volta diverse e con esiA eterogenei, che accentuano la frammentazione anziché resAtuire unità al sistema. Ciò vale anche per la scelta delle funzioni di riuso, che hanno visto finora soluzioni estemporanee, non legate in un quadro organico di valorizzazione complessiva.Occorre un quadro di riferimento per tuA gli intervenC. Il monumento da salvare non deve essere visto come serie di episodi ma come unico e solidale sistema archite.onico e funzionale. Una concatenazione di manufaP e aree con enormi potenzialità -‐ oltre che d’immagine e di memoria -‐ anche in termini di servizio agli abitanA e ai visitatori della ci.à. APvità di accoglienza, per il tempo libero, culturali e produPve. Con effeP di ne.o miglioramento della qualità di vita nelle zone più dense e vitali della ci.à.Il recupero graduale delle mura -‐ e della corona di importanA aree so.ouAlizzate e dismesse adiacenA -‐ deve essere affidato a un progeDo unitario. La redazione del proge.o, che potrà avvalersi di una considerevole mole di studi già disponibili (Comitato Mura, Biblioteche e Musei Civici, Soprintendenza, Gruppo speleologico CAI, altre Associazioni, Università di Padova e Venezia) deve avere cara.ere pluridisciplinare e tener conto degli aspeP storico-‐criAci, archeologici, urbanisAci, ambientali e idraulici coinvolA.
Il proge.o si deve prefiggere tre obiePvi, complementari e interdipendenA:
-‐ ricosCtuire la conCnuità visiva e la percorribilità conCnua del sistema-‐ perme.ere la conservazione del bene mediante il restauro e la manutenzione-‐ garanAre vita e valorizzazione del monumento mediante adeguate soluzioni di gesCone
Solo in quesA termini sarà possibile usare l’espressione “Parco delle Mura”, troppo spesso rido.a al conce.o di giardino, sia pure esteso e arAcolato, e assumere invece quello moderno di parco come complesso di opere e aPvità che conservino e valorizzino un bene territorialmente esteso, a.ribuendo ad esso ruoli e funzioni, modalità di arredo e illuminazione, che ne riprisAnino e affermino la presenza e l’idenAtà. Alla realizzazione del Parco devono partecipare, secondo le specifiche vocazioni, residenA, utenA effePvi o potenziali, di concerto con EnA, Gruppi e Associazioni che ne abbiano Atolo.Evidentemente il proge.o dovrà poi essere a.uato per stralci, a mano a mano che siano reperite le risorse. Ma solamente un proge.o unitario e integrato di questo Apo potrà perme.ere di accedere a finanziamenA, come quelli elargiA dalle Fondazioni bancarie o dall’Unione Europea, che sempre più spesso richiedono espressamente progeP di recupero e restauro affiancaA da programmi di gesAone. 2. CONTINUITÀ VISIVA E PERCORRIBILITÀ CONTINUADegli 11 km del circuito solo circa 900 m, meno del 10%, risultano oggi cancellaA per l’apertura di brecce e a causa d’intervenA urbanisAci. Peraltro la percezione della presenza e della conAnuità rimane ardua a
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causa del diverso stato di conservazione delle stru.ure, oltre che dall’essere in buona parte nascoste da edifici o da vegetazione spontanea.
La conCnuità visiva va ricosAtuita:-‐ liberando le stru.ure dalla vegetazione, spontanea o indo.a in passato da operazioni di rimboschimento non opportunamente meditate;-‐ stabilendo un dialogo con i proprietari degli edifici che sorgono accanto alle mura perché, in accordo con loro, si adoPno accorgimenA che perme.ano una migliore visibilità delle mura, una volta ripulite, e ne rendano possibile la manutenzione, con la partecipazione dire.a degli stessi proprietari;-‐ ado.ando tecniche già sperimentate in casi simili (a Padova nell’isola pedonale) per ricosAtuire la conAnuità visiva anche dei traP perduA.
La percorribilità conCnua mediante percorsi pedonali o ciclopedonali, è essenziale per una effePva comprensione del sistema come stru.ura unitaria. L’obiePvo è il recupero monumentale delle mura, come immagine e memoria, integrandolo -‐ come lo era nel piano Piccinato -‐ con una più complessa e consapevole prospePva urbanisAca della ci.à. Il percorso conCnuo si concreAzza, nel medio periodo, in una collana di punA di servizio e d’interesse, integrata al sistema della mobilità ciclo-‐pedonale, fruibile e percorribile durante l’intero anno. Che proponga alla vita ci.adina il tracciato delle cinte murarie anAche come sistema unitario, connesso alle aree verdi adiacenA, ai corsi d’acqua, ai servizi già esistenA e ad altri che possono essere proposA.
I percorsi possibili sono teoricamente tre, superiore, esterno e interno.-‐ Quello superiore, sugli spalA, è oggi di realizzazione problemaAca, ma sarebbe ancora possibile realizzarlo, solo a uso pedonale, per diversi traP (p.e. da piazzale Santa Croce a via CavalloP, a.raverso i giardini dell’Alicorno, proseguendo poi sulla passeggiata lungo via S. Pio X).-‐ Un percorso esterno è di fa.o già possibile, ma andrebbe meglio prote.o e avvicinato alle mura in tuP i traP che lo perme.ono, anche recuperando a questo scopo le aree di proprietà pubblica retrostanA gli edifici adiacenA alle mura, oggi in parte libere, ma recintate, e talvolta fruite in esclusiva dai proprietari degli edifici.-‐ Un percorso interno conAnuo presenta maggiori problemi, di accessibilità (terreni privaA) o relaAvi alla viabilità generale (esempio: via Orsini), anch’essi in parte superabili, seppure in tempi più lunghi.
Le mura di Padova non presentano un possibile percorso soDerraneo conAnuo, nel corpo delle mura, se non nel tra.o fra i tre torrioni del Castelnuovo. Singolari e affascinanA spazi interni, scoperA o ipogei, devono essere resi e mantenuA accessibili, pur con le necessarie precauzioni.
3. DALLA MOSTRA AL MUSEO DELLE MURA. PER UN VIVO MUSEO DELLA CITTA’I percorsi devono essere al tempo stesso percorsi di transito, perché le mura entrino stabilmente nel vissuto quoAdiano dei ci.adini, ma devono anche essere percorsi culturali, corredaA di apposita didaPca, mentre all’interno dei manufaP che lo perme.ono andrà distribuito un “museo diffuso delle mura”, prima e fondamentale arAcolazione di un sempre più urgente e necessario “museo della ciDà” che, senza invadere completamente gli spazi impedendone qualsiasi altro uso o fruizione, racconA però le vicende storiche e renda comprensibili le cara.erisAche archite.oniche e stru.urali del sistema.La didaPca della mostra “Padova è le sue mura”, in corso ai Musei Civici, offre già una base consistente di materiali per la creazione del museo, una volta chiusa la mostra. Compito che il Comitato Mura, forte delle proprie competenze, può assumersi in prima persona.
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4. CONSERVAZIONESi è già de.o come i restauri di singoli manufaP e traP di mura non siano mancaA, nonostante le oggePve difficoltà di reperire i finanziamenA necessari, ma siano staA cara.erizzaA dall’eterogeneità di praAche e metodi di intervento, a seconda dei commi.enA (Se.ori diversi dell’Amministrazione) e dei progePsA, in mancanza di un proge.o quadro e direPve tecniche unitarie, omogenee e condivise.Inoltre è quasi del tu.o mancata la manutenzione, in parAcolare delle opere già restaurate, al punto che alcune già necessiterebbero di ulteriori intervenA. Tu.o ciò si traduce in una molAplicazione dei cosA, oltre che in un progressivo e inesorabile deperimento del bene.
Per il sistema basAonato cinquecentesco va dunque predisposto un progeDo di restauro complessivo, per l’intero circuito, che comprenda tuP i basAoni e le porte, ivi compreso il recupero di tuP gli ambienA ipogei già individuaA, i traP di corAna intermedi, i ponA e che preveda la conservazione e ove possibile il riprisAno di tu.e le altre stru.ure ancora esistenA e aPnenA al sistema (fosse, fossaA, controscarpe, strade di circonvallazione, ove liberate dal traffico, etc) e il sistema delle acque, relaAvamente ai traP che le costeggiano.-‐ Il proge.o deve indicare criteri omogenei d’intervento, pur tenendo conto del diverso stato di conservazione delle stru.ure.-‐ Deve essere preceduto da un censimento del bene, che porA al recupero delle aree di proprietà pubblica a.ualmente usufruite in esclusiva da privaA, in funzione della accessibilità per la manutenzione ordinaria e della percorribilità conAnua.-‐ Deve prevedere il desCno di tuDe le struDure e gli edifici di proprietà pubblica, di costruzione successiva, presenA sulle o adiacenA alle mura, indicando quali siano da conservare e riqualificare e quali da eliminare o ridimensionare.-‐ Per gli edifici di proprietà privata andranno indicate le priorità per la futura modifica /eliminazione, individuando gli incenAvi e gli strumenA idonei per raggiungere le necessarie intese con i proprietari.-‐ Il piano deve prevedere anche progeA di ricerca, finalizzaA all’accertamento della sopravvivenza eventuale di ambienA so.erranei, cannoniere nelle corAne e altre opere. Comitato Mura e Gruppo Speleologico Padovano CAI hanno sAlato da tempo un elenco di tali opere e stru.ure.-‐ Il piano deve contenere le opportune prescrizioni per il riuso compaCbile, arAcolate per se.ori a diversa vocazione o con diverse esigenze di tutela.
Parallelamente va definito un piano per la manutenzione. Concepito come azione partecipata che coinvolga le forze presenA nei quarAeri interessaA dal percorso delle mura. Associazioni, Gruppi di volontari, Protezione Civile e altri EnA preposA, in modo da minimizzare i cosA e favorire una “presa in carico” del monumento mura da parte dei quarAeri, chiamaA a “ado.are” il loro tra.o di competenza.
5. VALORIZZAZIONE e GESTIONELe mura non possono sopravvivere nella modernità se non ritrovando un ruolo, dopo aver perso quello di confine e difesa che hanno svolto per oltre qua.ro secoli.Devono trovarlo in dialogo osmoAco con le aree che il circuito di 11 km a.raversa, in una varietà di situazioni e condizioni, anche di abbandono e degrado (Velodromo e stadio Appiani, Ospedali, ex Macello, BoscheP, via Paolo Sarpi, etc). Il recupero delle mura passa per il recupero di queste aree e viceversa. Si tra.a di recupero integrato di aree in dismissione o uAlizzate impropriamente: d’ intervenA urbanisAci e non di mera conservazione di un monumento. E neppure dal suo semplice riuAlizzo, sia pure virtuoso.
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Al contrario, l’idea del Parco delle Mura è un’idea complessiva, urbana, lungimirante, comprensibile a tuP e condivisa. Il riprisAno dell’immagine delle mura come stru.ura urbanisAca nuova, ancorata alla storia dei luoghi e ai manufaP insigni che rimangono a tesAmonianza e sono reimmessi nella vita della ci.à. Da cui si dipani la sequenza di nodi d’interesse che si diffonde tra i quarAeri. Ogni proge.o d’area deve essere funzionale non meramente a se stesso ma alla realizzazione dell’idea complessiva.In questo modo l’idea del Parco delle Mura può essere il motore per cinque, dieci, vent’anni d’intervenA di recupero urbanisAco, con l’arricchimento della qualità della vita in tuP i quarAeri. Insieme, per ridare ai padovani l’immagine della loro ci.à, come la vediamo nella poeAca immagine di G.B. Bissoni sul manifesto della Mostra.
PRESCRIZIONI PER LA GESTIONEAl di là delle nuove funzioni che, nel quadro sopra descri.o, il piano potrà indicare per singoli spazi o aree facenA parte del sistema basAonato, esso deve stabilire una serie di prescrizioni tassaAve per i gestori (enA, associazioni o altro), che garanAscano:-‐ riconoscibilità costante delle mura come sistema unitario: va mantenuta la visibilità delle stru.ure, esterne e interne, che non devono essere coperte in modo stabile da sovrastru.ure che ne impediscano la comprensione per quello che sono-‐ accessibilità degli spazi interni e ipogei, una volta messi in sicurezza. Vanno evitate (e se del caso revocate) concessioni a gestori che non siano in grado di garanAre l’apertura e la piena visibilità di spazi e ambienA loro affidaA perlomeno, per un minimo di giorni e ore da definire in un piano generale di gesCone.-‐ didaAca: deve essere prevista presso ogni stru.ura accessibile una didaPca (pannelli, materiali a stampa etc) che ne perme.a la comprensione anche senza la presenza di una guida (vedi sopra “museo diffuso delle mura”)
IL TORRIONE DELL’ARENA
Questo promemoria insiste fin dalle prime righe sulla necessità di stendere un proge.o complessivo per le mura prima di intraprendere ulteriori lavori di restauro.Vogliamo fare però un’eccezione per il torrione dell’Arena, del quale sono staA di recente riscoperA gli ambienA interni, esploraA e rilevaA dal Gruppo Speleologico Padovano CAI, che si presentano in oPmo stato di conservazione, tanto da non necessitare, a quanto sembra, di alcuna parAcolare opera di consolidamento, una volta che siano staA svuotaA del fango e dell’acqua che li riempiono (acqua proveniente in massima parte dallo scarico della fontana sovrastante, facilmente scaricabile altrove).La galleria di accesso è pure ben conservata e, una volta effe.uato lo svuotamento, per il quale il Comitato Mura ha già soDoposto all’Amministrazione uscente un progeDo preliminare, sarebbe facile realizzare un comodo accesso al torrione.Riaprire quesA spazi so.erranei di grande fascino, a un passo da un’area monumentale in cui sono documentaA duemila anni di vita della ci.à, dalla Patavium romana (Arena) alla Padova del nuovo millennio (monumento Libeskind), inserirebbe in modo permanente le mura nel circuito monumetale della ci.à, riportandole all’a.enzione dei ci.adini e dei turisA. Renderli fruibili perme.erebbe un recupero culturale, prima ancora di quello materiale, delle mura come monumento idenAtario della ci.à, accanto alla cappella degli Scrovegni, ai Musei Civici, alla chiesa degli Eremitani.
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