SICCITÀ IN SICILIA
Occorre una politica innovativa per la gestione
delle acqueTutti i politicanti ostentano lacrime amare per i dis-
agi provocati in questi ultimi mesi dalla mancanzad�acqua. Passata l�emergenza tutto tornerà comeprima. Alla classe politica ed ai partiti dominanti, colo-nizzanti e �centralisti� non basta tutto ciò che è suc-cesso e continua a succedere, nè può essere d�esem-pio il �miracolo� degli israeliani che hanno portatol�acqua laddove prima era il deserto e la cui produzio-ne agricola è concorrenziale con quella europea. Quida noi si preferisce portare il deserto dove vi era l�ac-qua e si preferisce che i prodotti della nostra agricol-tura, eventualmente sopravvissuti, siano schiacciatida quelli comunitari e da quelli extracomunitari. Senzadiscriminazioni. Ovviamente! Quello che importa alleforze politiche dominanti è che la Sicilia viva in conti-nuo stato di bisogno, fra una crisi e l�altra. In stato disubordinazione e di �dipendenza�. Senza decollaremai. Insomma un perfetto serbatoio di voti per i partitiitaliani ed un mercato di assorbimento di tutto ciò chesi produce altrove.
Tornando alla crisi idrica vera e propria, ribadiamola necessità per la Sicilia, di una politica fortementeinnovativa nella gestione delle acque; del reperimentodi fonti alternative e diversificate; di una buona siste-mazione idrogeologica; della ricomposizione delmanto boschivo con piante adatte al nostro clima e alnostro territorio; di un serio recupero ambientale. E diuna classe politica che sia al servizio esclusivo degliinteressi generali del Popolo Siciliano e della NazioneSiciliana.
G.S.
La Vedet taIl GIORNALE di LICATA e RAVANUSA
ANNO XX - N° 10 - EURO 0,80 OTTOBRE 2002 FONDATORE E DIRETTORE: CALOGERO CARITA�
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ALL�INTERNOPAG. 5 - La rivisitazione di un�intervista, ancora attuale,del 1950 all�On. G.B. Adonnino sul �Tre Sorgenti�PAG. 6 - Spazio Giovani - Emergenza idrica �servonointerventi strutturali� di Angelo Benvenuto.PAG. 7 - Perché nella società del benessere i giovani stan-no male? di Carmela Zangara.PAG. 8 e 9 - �20 giugno 1940. Affonda il sommergibileDiamante del comandante Angelo Parla� a cura diCarmelo Incorvaia.PAG. 10 - Itinerari della memoria. �La sacrestia della chie-sa Madre� di Angelo Luminoso.PAG. 11 - Denunciata ai Carabinieri la scomparsa di unmanoscritto della chiesa Madre del 1600 che raccoglieva imiracoli di Sant�AngeloPAG. 12 - Spazio dedicato alla Ferrovia - Giuseppe Patti
ALL�INTERNO 3 PAGINE DI RAVANUSA
Mercoledì 9 ottobre grande manifestazionecontro la sete. Il popolo licatese ha ritrova-to la sua dignità e il suo orgoglio ferito
dalle promesse mai mantenute dai politici di ognirazza e colore ed è sceso in piazza per gridare tuttala sua rabbia per l'abbandono e le privazioni conse-guenti alla mancanza di acqua che negli ultimi tempiha registrato lunghissimi ed insopportabili turni didistribuzione.
Così circa 6 mila persona, moltissime le donne etantissimi i giovani, si sono riuniti per marciare perle vie principali di Licata e per poi urlare la loro giu-stificatissima rabbia contro chi nel terzo millennio sipermette ancora di assetare il popolo licatese.Presenti i rappresentanti di tutte le categorie produt-tive, i sindacati, il vicario foraneo della curia arcive-scovile a Licata. A parte qualche slogan o epitetopesante e sgradevole urlato dagli scalmanati di turnoche in queste circostanze sono soliti annidarsi tra lafolla pacifica, la manifestazione si è svolta moltocivilmente. Una delegazione degli organizzatori èstata anche ricevuta dal sindaco Saito, al quale harappresentato i bisogni idrici della cittadinanza tutta.
Grande assente alla manifestazione proprio ilsindaco, che dell'acqua ha fatto il suo principaleassillo quotidiano e il punto più importante del suoprogramma elettorale. Assente perché non solo nes-suno ha pensato di invitarlo - così ha detto - maanche perché lui che si sveglia con l'incubo dellamancanza di acqua e tiene aperto il canale con glienti erogatori, è stato additato come controparteresponsabile.
Purtroppo ciò è nell'ordine delle cose umane.Una controparte bisogna averla, se non c'è, bisognainventarla. Il dato è che la crisi idrica di quest'ultimitempi ha ricacciato indietro di 35 anni la città. Maallora, negli anni sessanta, i bisogni della societàcivile, nonostante tutto, erano minori e la sofferenzae le privazioni si sopportavano, forse, con maggiorecomprensione. Oggi l'acqua è fondamentale ed è labase di ogni cosa. La nostra agricoltura, ormai vota-ta alle colture specialistiche ed orticole, visto che lacoltivazione del grano è stata abbandonata anche perquestioni legate alla desertificazione delle nostrecampagne, ha assolutamente bisogno di acqua e se va
RINASCE IL �COMITATO ACQUA�di CALOGERO CARITA�
La città assetata e ormai disperata perle continue privazioni é scesa in piazzaper gridare la propria rabbia contro ipolitici di ogni colore.
segue a pag. 5
BANCA POPOLARE SANT'ANGELO
APPROVATA SEMESTRALE
Il Consiglio di Amministrazione dellaBanca Popolare Sant'Angelo ha approvato lasemestrale al 30 giugno 2002 che ha chiuso conun utile netto di 17,7 milioni di euro. Il contoeconomico evidenzia rettifiche di valore eaccantonamenti per 5,2 milioni di euro edimposte sul reddito per 4,2 milioni, mentre ilmargine di interesse si attesta a 8,2 milioni equello di intermediazione a 10,2 milioni
E' ARRIVATO IL PRIMODEFIBRILLATORE
E' stato presentato Lunedì 21 Ottobre 2002, alleore 18,30, presso l'Aula Consiliare del Comune diLicata, il primo defibrillatore, acquistato grazie alleofferte dei cittadini.
Lo strumento, del costo di 3.660,00 euro, rientra nelprogetto "Una Mano al Cuore", dell'A.I.D.O., gruppoComunale "Angelo Vedda" e del Leo Club di Licata.
(SERVIZIO DELLA REDAZIONE A PAG 14)
IMMAGINI DI LICATA
NELLE CARTOLINE D�EPOCA
�Sognando Licata�Era il titolo dell�editoriale dello scorso mese a cura del
nostro direttore responsabile Calogero Carità.
Su questo tema rilancia il Vice Presidente della
Provincia Angelo Biondi, di Alleanza Nazionale, che si
trova d�accordo con quanto scritto dal nostro editoria-
lista.
Biondi da queste colonne si candida ufficialmente alla
carica di Sindaco proponendosi di intervenire, in futu-
ro, per meglio esplicare il suo programma elettorale.
Invitiamo fin da ora quanti hanno l�idea e la determi-
nazione di candidarsi a Sindaco alle prossime
Amministrative del 2003 di uscire allo scoperto con
nomi e programmi. L�intervento a pag. 13
�Saito ha trasformato il Comunein Ente assistenziale�
A pag. 4 l�intervista della Redazione al prof.Carmelo Palumbo di Rifondazione Comunista
�L'aver costretto questa regione, che possiede delle risorse
idriche più che sufficienti per tutti i bisogni agricoli, civili ed indu-
striali, a questa atavica penuria, fa pensare che, l�averla fatta
vivere in perenne stato d�emergenza idrica, sia stato il solo scopo
di questa classe dirigente.�
Licata Calcio
PartenzaingannoStagione nuova, problemi
vecchi. Il Licata calcio piangeper l�assenza di un buon terrenodi gioco, la risemina al DinoLiotta è stata fatta da poco.Piange gli infortuni del portiereBonvissuto, dell�attaccanteCorona, che hanno tolto pesospecifico a questa formazioneche partecipa ad un torneo allaportata rispetto a quello dellascorsa stagione. Piange, senzaammetterlo, le partenze diAngelo Vedda, di FrancescoPiacenti e di Fabrizio Grillo. E�stato tesserato il fuoriclasseFabio Consagra, perseguitatodagli infortuni, ma che puòdare una grossa mano.
A questa squadra, se vuoleessere promossa servono ritoc-chi. (A.C.)
Altre notizie a pag. 14
2 - Ottobre 2002 La VedettaI l Comune in fo r ma
Orario degli Uffici ComunaliGli uffici comunali sono aperti al pubblicoda Lunedì a Venerdì dalle ore 8 alle ore 14
il Martedì e il Giovedìanche nelle ore pomeridiane
dalle ore 15.30 alle 18.30
Numeri utili Dipartimenti (0922)
Affari Generali 868104Finanze e programmazione 868411Sol.Soc., P.I., Sport, Spettacoli 773181Lavori Pubblici 868515Urban. e Gestione del Territorio 865003Servizio al Cittadino e P.M. 868428
Numeri Utili di interesse generale(prefisso 0922)
Palazzo di Città (centralino) 868111Carabinieri 774011Polizia 774204Guardia di Finanza 774801Vigili del Fuoco 891010Capitaneria di Porto 774113Pronto Soccorso 869132Polizia Municipale 772255Stazione FF.SS. 774122
Chiesto dall�Assessore Avanzato al comune di Recanati
La �Leopardi� avrà un nuovobusto del poeta dell�Infinito
L'istituto comprensivo "Giacomo Leopardi", già sede storicadel 2° circolo didattico, sito in via Arch. Licata, avrà un nuovobusto del poeta recanatese, a cui è stata intitolata, in sostituzionedel precedente, donato nel 1967 dal sindaco di Recanati, dottorFranco Faschi, pare andato distrutto durante i lavori di sistemazio-ne del plesso scolastico. Ce lo ha comunicato l'assessore alla P.I. eai BB.CC., dott. Salvatore Avanzato che ne ha fatto richiesta alComune di Recanati, ricevendone risposta affermativa dall'ex sin-daco Freschi che oggi ricopre la carica di assessore alla P.I. dellacittà di Giacomo Leopardi. Il busto verrà ricollocato nuovamenteall'ingresso, nel medesimo del precedente che vi stette per oltre 30anni. Nel 1967 a dirigere il circolo didattico era il dott. PasqualeMassaro, di Andria, recentemente scomparso. A lui, per la dedizio-ne dimostrata nella direzione di questa scuola, l'assessore Avanzatoha proposto che si intitoli la sala dei docenti o altro importantelocale dell'edificio scolastico.
Il Comune di Licata, così come quelli di Agrigento, Naro eCattolica Eraclea, ha aderito al programma �Centrali Eoliche�, pro-posto dalla società �VCC Energia� con sede legale a Celano, inprovincia di Aquila, già accolto dall'Amministrazione Comunale diPalma di Montechiaro. Si calcola che nel territorio di questi comu-ni verranno installate non meno di 300 torrette per la captazionedelle correnti eoliche che dovranno generare l�energia alternativa,47 di queste nella sola vicina Palma. Questi impianti non produco-no rumore ed occupano una modesta superficie, permettendo ai ter-reni circostanti di mantenere la loro originaria destinazione. Al finedi ridurre al minimo l'eventuale impatto ambientale le torrette eoli-che, che dalla legge 10/91 sono classificate opere di pubblica utili-tà urgenti ed indifferibili, saranno sparse sul territorio. I Comuniche aderiscono a tale iniziativa e concessionari delle licenze avran-no un vantaggio economico pari all'1% del fatturato lordo.
CENTRALI EOLICHE
I lavori per un importo di 2 milioni di euro per la sagoma-tura del fiume Salso sono stati appaltati, al Consorzio di impre-se costituito dalla ditta Ecofil srl di Roccalumena e dalla dittaCava Albegna srl, lo scorso 7 ottobre dal dirigente dei LL.PP.del Comune, arch. Maurizio Falzone.
L�obiettivo principale di questo progetto è la salvaguardiadel territorio e del centro abitato di Licata da nuovi e gravi feno-meni di esondazione del Salso con conseguente allagamentodella piana e delle parti basse del centro abitato. Autore del pro-getto è l�ing. Carlino che ha seguito le indicazionidell�Amministrazione Comunale ed ha, in particolar modo,recepito le prescrizioni poste dal prof. ing. Raffaele Quignones,profondo conoscitore del Salso ed autore di vari studi sullo stes-so.
Il progetto prevede di rialzare le sponde fluviali con sistemiindicati dall�ingegneria naturalistica, con opportuna plantuma-zione di piante coerenti con l�ambiente fluviale, e la realizzazio-ne di mura in pietre. E' prevista anche l�escavazione del lettofluviale e, cosa assai importante, la collocazione di un sistema diallarme che segnali l�arrivo di eventuali piene. Il progetto è statofavorevolmente vistato dall�ufficio per la Valutazione dell�im-patto ambientale istituito presso l�assessorato regionale al terri-torio ed ambiente. L�intervento interessa il tratto terminale delfiume che va dal punto su cui passa la variante alla SS. 115 sinoalla foce.
Ovviamente si tratta di un primo lotto di lavori quelloappaltato. Il finanziamento rientra nei benefici previsti daldecreto legislativo 180 voluto dopo la disastrosa piena che colpìSarno in Campania. I lavori inizieranno entro la fine dell�anno esi protrarranno per circa dodici mesi.
Una buona notizia per gli utenti. Gli uffici dei vigili urbani sitiin via Garibaldi, zona "Cannoni", saranno aperti, nonostante il pre-cario organico del comando di polizia municipale licatese, anche ladomenica. L'ha disposto il sindaco, dando mandato al comandantedel corpo, dott.ssa Francesca Santamaria, che ricopre il grado dimaggiore, perché provveda in questo senso. Ed è sicuramente perquesta carenza di organico - i vigili sono appena 39 - che l'isolapedonale nei giorni festivi è stata limitata solo al corso Umberto 1°,ma solo dall'altezza di via Morello. E' stato così abolito il divieto ditransito anche dei motocicli, un pericolo permanente per i pedoni,che nei giorni festivi vigeva in piazza Elena e corso VittorioEmanuele.
FIUME SALSO - APPALTATI I LAVORI
Circa due milioni di Euro per lasagomatura del Salso
GIÀ DA UN PEZZO COMPLETATA LA
PESCHERIA COMUNALE
E� già da tempo completata la pescheria comunale realizzatasu area demaniale in via Gen. Dalla Chiesa per ospitare sei pesci-vendoli a cui affidare, all�interno della stessa, altrettanti spazi dicirca quattro metri quadrati ciascuno, per la vendita del pesce alminuto. A tal uopo il sindaco, dott. Giovanni Saito, con pubblicomanifesto apparso già nella prima metà di settembre, invitava gliambulanti a posto fisso a partecipare all�assegnazione. Si tratta diuna struttura dotata delle necessarie caratteristiche igieniche, suffi-cienti per garantire il rispetto delle norme sulla vendita ambulantedel pesce fresco. A Licata gli aventi titolo per la vendita ambulan-te dei prodotti ittici sono appena cinque.
IL COMUNE HA DATO LASUA ADESIONE
PORTO TURISTICO DI GIUMMARELLA
La Regione sollecitata arilasciare il nulla-ostaL'assessorato regionale al Territorio e
ambiente è stato sollecitato al rilascio delvisto di competenza sulla variante al PRGapprovata dal Consiglio Comunale su propo-sta della Giunta municipale per la destinazio-ne della zona a terra e a mare dellaGiummarella a porto turistico per il quale èprevisto un sostanzioso investimento (circa60 miliardi di vecchie lire a regime) da partedi un solido gruppo finanziario privato, la�Società Iniziative Immobiliari� di Roma, cheintende valorizzare questa parte di Licata nonsolo con la realizzazione dei vari pennelli perl'attracco delle barche da diporto (si parla di1.560 posti barca), ma anche con la costru-zione di varie strutture ricettive e commer-ciali, compreso uno scalo di alaggio per lamanutenzione, che sicuramente potrannorichiamare a Licata numerosi diportisti eturisti con la possibilità di creare numerosiposti di lavoro per i giovani licatesi. Anchel�indotto dovrebbe trarne parecchi benefici.
La Vedetta, anche per l�anno 2002 dedica spazio alle atti-vità dell�Amministrazione Comunale e alle informazioniche questa vorrà dare ai cittadini.Ciò grazie alla direttiva n° 244 del 7/8/2002 del Sindacodiventata esecutiva grazie alla determinazione dirigen-ziale n° 922 del 30/8/2002.
La redazione
Gli uffici dei Vigili Urbani aperti anche la domenica
IL CONSIGLIERE FEDERICO INTERROGA IL SINDACO SAITO
�Rettifilo Garibaldi. Occorrerazionalizzare il traffico.�
Sul traffico caotico in corso Rettifilo Garibaldi, il consiglierecomunale Vincenzo Federico (A.N.) ha presentato una interroga-zione che riprende una precedente proposta con la quale si segna-lava l'urgenza di modificare la viabilità in quella zona di Oltrepontee in via Gela con l'adozione, seppur in via sperimentale, dei sensiunici. Con la medesima interrogazione Federico sottolinea l'urgen-za di intervenire anche sul nodo strategico di via Palma, nel trattoall'altezza delle pubbliche fontanelle e la stazione di rifornimentoAgip, proponendo di istituire il divieto di sosta in uno dei due latidella strada o di espropriare parte dell'area alle spalle delle fonta-nelle per crearvi un autoparcheggio ad uso di quanti quotidiana-mente si recano a far spesa nei supermercati della zona. Soluzioniche eviterebbero certamente l'intasarsi di questo tratto di stradache, soprattutto nel periodo estivo, diventa molto pericoloso.
PIT DEMETRA
Scaduti i termini per il perfezionamento dei progetti
Lo scorso 5 ottobre sono trascorsi i 45 giorni di tempo fissatidal bando pubblicato il 21 agosto scorso dalla Regione Sicilianarelativo alla presentazione da parte delle imprese del Pit Demetra,definitivamente approvato con DPRS n. 94 del 18 giugno 2002,degli atti necessari per il perfezionamento dei progetti per ottenerei finanziamenti previsti nell'ambito degli aiuti regionali al com-mercio, artigianato e commercializzazione dei prodotti per l'estero.
Questo Pit, che si è classificato al primo posto fra gli altri quat-tro della provincia di Agrigento, ha ottenuto un finanziamentocomplessivo di 29.952.188,00 Euro di cui beneficeranno sia leimprese private che lo stesso Comune di Licata che hanno presen-tato appositi progetti. Il Comune, in particolare, potrà riceveredirettamente un finanziamento di 7.643.562,00 euro che gli con-sentirà di costruire e completare la rete fognante in contrada Plaia,il cui progetto è stato già consegnato ai competenti uffici dellaRegione Siciliana.
INIZIATI I LAVORI AL C. SAPORITO
SI COSTRUIRÀ ANCHE UN CAMPO
DI TENNIS AL COPERTO
Licata avrà da qui a sei mesi un campo da tennis coperto. La dittaCesab di Roma, a cui sono stati appaltati i lavori per l'importo di unmi-liardo e ottanta milioni di vecchie lire, ha già iniziato i lavori. Si trattadi un palazzetto coperto, che sorgerà in via Pastrengo, a ridosso dell'e-stremo muro occidentale del campo di calcio �Dino Liotta�, all'internodel quale verrà realizzato un campo da tennis lungo 40 metri e largo30, con fondo in materiale plastico, servito da tribuna per 250 persone,spogliatoi, servizi igienici e docce. All'esterno il palazzetto, che se nonci saranno intoppi sarà completato entro il prossimo mese di marzo,sarà servito da una zona attrezzata a verde pubblico.
Presso il Villaggio dei Fiori è, invece, iniziata la ristrutturazionedello stadio "Calogero Saporito" e la realizzazione di una vasta area aparcheggio a servizio dell'impianto calcistico e della scuola maternavicina.Questo intervento, finanziato con fondi regionali, rientra in unpiù vasto progetto di risanamento igienico-sanitario dell'intero quartie-re sorto a ridosso del Villaggio dei Fiori.
Al Sindaco dott. SaitoAll�Ass. alle Finanze dott. Scuderi
Al Difensore civico dott. PeritoreAi consiglieri comunali Rinascente, Peritore, Federico e Carlino
Oggetto: rinnovo contratto d�affitto locali adibiti ad uffici del Collocamento per Euro38,734,26 (circa 75 milioni delle vecchie lire).
Con la delibera di G.M. n. 157 del 10/10/2002 il Comune ha approvato la stipula del nuovocontratto di locazione (durata 9 anni) con il proprietario dell�immobile ad uso uffici diCollocamento con un canone annuale di Euro 38.734,26 (75 milioni delle vecchie lire).
Con il precedente contratto (che scadrà il 31 marzo del 2003) il Comune per sei anni hasostenuto un costo di 270.000.000 (45 milioni l�anno) per un immobile composto di n. 10 vanipari a mq. 800.
La domanda nasce spontanea: come mai l�Amministrazione comunale non sospende il con-tratto che costerà ai cittadini Euro 358.000,00 (quasi 700 milioni delle vecchie lire) e non desti-na i predetti uffici nei locali di proprietà comunale, non ultimi quelli attigui all�Agenzia delleEntrate?
Perché il Comune deve spendere (sotto forma di anticipo canone) 110 milioni di lire perspese di manutenzione straordinaria ed adeguamento alla normativa CEI? Sanno il Sindaco el�Assessore alle Finanze che 10 vani pari ad 800 metri quadrati sono sprecati per l�Ufficio delCollocamento?
A me pare che i Consiglieri comunali a cui la presente è diretta, dovrebbero urgentementeintervenire per frenare la corsa agli sprechi della Giunta Saito.
Rag. Domenico Cantavenera
Ottobre 2002 - 33Po l i t icaLa Vedetta
Il Rag. Domenico Cantavenera scrive al Sindaco Saito
�Dimissioni in massa di Sindaco, ConsiglioComunale di Licata ed altri organi istituzionali�
�La grave crisi idrica che minaccia di generare disordini tra la popolazione licatese per avernemesso in ginocchio la già disastrata economia, mi induce ad intervenire sollecitando non solo le dimis-sioni della S.V., della Giunta e del Consiglio Comunale, ma anche quelli del Presidente, della Giuntae dell�intero Consiglio Provinciale nonchè di deputati regionali, nazionali e dei senatori dell�intero hin-terland.
E� vergognoso che della sete di Licata e dell�intera provincia, le istituzioni con la �I� maiuscolache in ogni circostanza �chiedono la collaborazione dei cittadini� sono totalmente assenti, al punto dinon intervenire con tutti i mezzi navali e terrestri per garantire l�approvvigionamento di una città chemuore.
E� delittuoso che il �Polo della Libertà� (FI-AN e soci) che ha fatto il pieno di voti alle ultime ele-zioni politiche non intervenga con l�esercito o il Genio militare per costruire con procedura di urgen-za la nuova condotta in ghisa del dissalatore in sostituzione di quella in vetroresina costata vent�annifa circa 60 miliardi di lire.�
Licata 1 ottobre 2002
F.to Rag. Domenico Cantavenera
Crisi idrica
Dramma Acqua
Ci scrive il dr. Armando Antona responsabile del nucleo Forza Nuova Licata
�Un consorzio tra i Comuni viciniori per lacostruzione di un dissalatore a Licata�
�L'acqua è sempre stato un grave problema per la nostra città e per tutta la Sicilia: oggi è un dram-ma. Le abbondanti piogge degli anni scorsi e il dissalatore del Petrolchimico di Gela avevano illusoche la carestia di acqua fosse stata superata per sempre, ma sono bastati qualche anno di siccità e l'u-sura per vecchiaia del dissalatore e della condotta idrica Gela-Aragona per farci ripiombare indietro dicirca 30 anni.
Licata, tutta la provincia di Agrigento e la Sicilia intera pagano le colpe di una classe politicaregionale di governo, che non è stata capace di programmare nulla per risolvere definitivamente il pro-blema dell'acqua (e non solo quello), ma ha gestito in modo dissennato le emergenze quotidiane.
Questa classe politica, oggi guidata dal Presidente della Regione Salvatore Cuffaro, uomo al pote-re in tutte le stagioni e con tutte le coalizioni di governo, dovrebbe mettersi da parte per il fallimentodi cui è stata protagonista, ma non crediamo che avrà la dignità per farlo.
C'è solo da sperare che le popolazioni siciliane, giustamente indignate e arrabbiate, caccino que-sti personaggi alla prima occasione possibile.
Al di là delle lamentele, delle proteste e della ricerca dei responsabili di questo stato di cose, ildramma comunque resta e bisogna impegnarsi per risolverlo al più presto.
In considerazione di ciò, il nucleo di FORZA NUOVA di Licata propone la costituzione di un con-sorzio tra il nostro Comune e quelli viciniori (Canicattì, Palma, Ravanusa, etc.) per la costruzione diun dissalatore nella nostra città, che risolva con metodi moderni e per sempre il problema della penu-ria di acqua.�Licata 7 ottobre 2002
F.to dr. Armando Antona
Prospettive di sviluppo del porto di Licata
Per un serio rilancio dellastruttura portuale
�Il mancato utilizzo dei finanziamenti disponibili per il dragaggio della darsena centrale del portodi Licata, a causa del problema dello smaltimento della sabbia, rischia di bloccare lo sviluppo di que-sta importantissima struttura della nostra città.
Il nucleo di FORZA NUOVA di Licata chiede l'immediato intervento dell'AmministrazioneComunale, affinché si trovi una soluzione al problema dello smaltimento della sabbia e si sblocchinoi suddetti finanziamenti.
Il rilancio del porto di Licata, con enormi ricadute favorevoli sull'economia della città, si potreb-be ottenere, inoltre, con i seguenti provvedimenti:
1) completamento del porto peschereccio di Marianello, ove sarebbero allocate tutte le barche adi-bite alla pesca, parte delle quali ancora oggi sono ormeggiate nella banchina "Marinai d'Italia";
2) istituzione delle "vie del mare" (collegamento navale Licata-Bari per il trasporto dei TIR), gra-zie alla utilizzazione della banchina "Marinai d'Italia" esclusivamente per il traffico commerciale;
3) costruzione del nuovo porto turistico, capace di accogliere 1600 natanti da diporto, con tutti iservizi annessi.
Il rilancio della struttura portuale della città dal punto di vista commerciale, turistico e della pesca,potrebbe essere il primo passo per una ripresa dell'agonizzante economia licatese, frenando la fuga allaricerca di lavoro di tanti giovani da Licata.
E' quindi fondamentale che l'Amministrazione Comunale di Licata si impegni al massimo in talsenso.
F.to dr. Armando AntonaResponsabile nucleo Forza Nuova Licata
L�ha deliberato il Consiglio Comunale
IN AFFITTO DUE MINI DISSALATORI PER L'AGRICOLTURA
Lo scorso martedì 8 ottobre, il giorno prima della grande mani-festazione contro la sete, il Consiglio Comunale, su proposta dellaGiunta, ha deliberato l'affitto di due mini dissalatori che serviran-no per depurare le acque del Salso da destinare così, in questomomento di grave congiuntura, all'agricoltura. Il costo di questaoperazione graverà sul magro bilancio comunale per 31.200 euroal mese.
L�Impresa Sorriso ha vinto il ricorso. Si dovrà rifare lagara d�appalto.
QUEL PONTE SU FIUME SALSODOVRA' ANCORA ASPETTARE
Si dovrà fermare il cantiere dell'impresa romana "Side spa" che sta proceden-
do alla costruzione del secondo ponte sul fiume Salso che dovrà congiungere le
due rive. Il ponte di via Mazzini può aspettare. Infatti il Comune di Licata, a segui-
to dell'accoglimento da parte del presidente della Regione, Salvatore Cuffaro, su
parere del Consiglio di Giustizia Amministrativa, del ricorso presentato dalla ditta
�Leopoldo Sorriso" di Licata contro il bando di gara e il verbale di aggiudicazione,
dovrà indire una nuova gara d'appalto per l'aggiudicazione della parte restante dei
lavori.
La ditta Sorriso aveva fatto ricorso al presidente della Regione, in quanto
aveva ritenuti illegittimi i criteri di selezione delle imprese per l'aggiudicazione dei
lavori per la costruzione del ponte.
Ufficio del collocamento - rinnovo contratto d�affitto dei locali
�Si freni la corsa agli sprechi della Giunta Saito�Sui quotidiani locali si è
molto parlato di ferrovie, Voiche idea vi siete è fatti?Polis: �sinceramente abbiamoletto qualcosa, ma non ci siamooccupati nello specifico dell'ar-gomento�. L'attuale amministrazionenon sembra molto sensibile alproblema; visto che il proget-to di soppressione dei passag-gi a livello, presentato da RFInel 1996, giace ancora neicassetti.Polis: �Beh, il tema delle ferro-vie non è l'unico problema dicui la Nostra amministrazionenon si è sufficientemente occu-pata. In generale, ci sentiamo dipoter affermare che, il servizioferroviario, così come oggi èsvolto, non è sicuramente sod-disfacente, sia per qualità siaper velocità, quindi, se si pensa
di puntare sul trasporto ferro-viario, si migliori il servizio,altrimenti, a queste condizionisi chiuda�. A pochi mesi dalle ammini-strative, nei programmi elet-torali del Vostro candidato,sarà previsto un punto sulpotenziamento del servizioferroviario?Polis: �Abbiamo da poco lan-ciato l'iniziativa dei gruppi dilavoro, che si occuperanno diredigere le linee guida dellaNostra azione politica per ilbene della città. Tra questigruppi, ve n'è uno che si occu-perà di sviluppo economico edotazione infrastrutturale, quin-di certamente attenzioneremo ilproblema dei trasporti ferrovia-ri, per l'importanza che possonorivestire in un'ottica di sviluppoglobale�.
Agli inizi del '900, la costru-zione della ferrovia Catania -Licata, servì da volano allosviluppo industriale dellacittà, oggi con il progettoautostrade del mare e ilcostruendo porto turistico, iltreno può tornare ad avere lostesso ruolo?Polis: �Le condizioni socio -economiche sono enormementemutate, però ciò non toglie cheper proporre un serio sviluppodi una comunità, non si puòprescindere dal dotarla di vie dicomunicazione efficienti, sen-z'altro un valido trasporto ferro-viario, può favorire lo sviluppo,ma solo se accompagnato daun'azione sinergica di tutte leforze produttive e di quellepolitiche, al fine di incentivareun'azione globale di sviluppo�.
G.P.
Il parere di... Polis
Il movimento politico e d�opinione interviene sul nodo ferrovia
Abbiamo visto i cittadinilicatesi esasperati per il pro-blema dell'acqua. La città èanche scesa in piazza per unapacifica protesta. E' stata unadelle più gravi crisi che siricordino dagli anni sessantain poi. Non c'é, secondo Lei,dietro questo problema il falli-mento della classe politicalocale e regionale di oggi e diieri? Ha delle soluzioni daindicare per risolvere que-st'annoso problema idrico?
La domanda è complessa,cercherò di rispondere in manie-ra schematica, ma spero com-pleta. Certamente la mancanzadi piogge ha determinato nellecampagne una crisi idrica maicosì grave.
Invece, la dotazione d'ac-qua per usi civili dipende, inmassima parte, dal dissalatore diGela, e per questo non è legataall'andamento climatico, ma èsoggetta, a momentanee interru-zioni causate dagli inevitabiliguasti, dalla periodica manuten-zione, dalle rotture accidentali oprocurate alla condotta.
I due �bisogni idrici�, nonessendo, allo stato attuale, lega-ti da un denominatore comune,vanno analizzati e risolti inmaniera differente.
Il modo in cui questi biso-gni sono stati affrontati, omeglio non affrontati, porta ine-vitabilmente ad un forte atto diaccusa nei confronti della classepolitica che ha governato laSicilia.
L'aver costretto questaregione, che possiede dellerisorse idriche più che sufficien-ti per tutti i bisogni agricoli,civili ed industriali, a questa ata-vica penuria, fa pensare che, l�a-verla fatta vivere in perennestato d�emergenza idrica, siastato il solo scopo di questaclasse dirigente.
Questo ha permesso lagestione di enormi risorse eco-nomiche utilizzando normativeemergenziali, con pochi control-li nella spesa e con proceduresemplificate, generando, così,un grande numero di invasi, inmassima parte, non utilizzabili.In Sicilia l�acqua, come ha dettoqualcuno, serve per mangiare,non per bere.
Rifondazione Comunista,nella sua breve vita e con scarsi-tà di mezzi e di potere, è statol�unico partito che ha cercato, inquesti anni, di evidenziare ilproblema e denunciare all�opi-nione pubblica i grandi interessiche ruotavano e ruotano intornoal bisogno d�acqua.
Ricordo, brevemente, alcu-
4 - Ottobre 2002 Pol i t ica La Vedetta
L'ALTRO PARERE. Facciamo il punto della situazione politica locale e nazionale con il professore CarmeloPalumbo di Rifondazione Comunista.
�Saito ha trasformato il Comune in Ente assistenziale�ne iniziative: 1) Governo Capodicasa: Marciadell�acqua nel bacino dello Jatoe ricordo, a Partitico, delle lottedi Danilo Dolci sulla questioneidrica, presente FaustoBertinotti. 2) Governo Capodicasa:Raccolta di firme per la rimo-zione dell�inerte Commissarioper le acque On. Vincenzo LoGiudice, e conseguente nomina,da parte del Ministro Bianco,del Generale Iucci che ha avvia-to, finalmente, un serio piano diriordino delle risorse idriche e dicanalizzazione degli invasi.3) Governo Cuffaro: Ottobre2001 sala ConsiliareProvinciale, convegno sull�ac-qua, con la partecipazione ditecnici esperti del settore - lan-cio di un forte grido d�allarmesulla inevitabile crisi idrica futu-ra, causata dal cambiamento cli-matico e dal processo di deserti-ficazione in atto nella provinciaagrigentina.
Ed altro ancora. Come si vede in questi
pochi esempi, non abbiamofatto sconti a nessun governoregionale.
C�è da notare che ilGovernatore Cuffaro era presen-te, con incarichi assessorialianche nei governi precedenti.La risoluzione del problema del-l�approviggionamento idrico,per usi civili ed irrigui, perLicata nel lungo periodo si potràrisolvere solo con appropriateopere di canalizzazione e diinterconnessione tra i vari inva-si già funzionanti o da comple-tare e con la razionalizzazionedella rete di distribuzione; iltutto gestito da un Ente unicoregionale che offra lo stesso ser-vizio e allo stesso costo a ognicittadino.
In fase emergenziale -ritorniamo alla �utilità� dell�e-mergenza -, va, purtroppo, benetutto: dall�utilizzo di mini dissa-latori per uso agricolo (pursapendo che la quantità d�acquaprodotta sarà minima e il suocosto massimo); all�utilizzo del-l�acqua d�uscita del depuratore(pur sapendo che allo statoattuale ha un contenuto in cloru-ri e in coli batteri così elevato danon poter essere utilizzata inagricoltura senza un�ulterioreprocesso di depurazione cherichiede l�investimento di note-voli risorse economiche); oall�utilizzo di altri dissalatoriper uso civile pur sapendo checiò bloccherebbe per semprequalunque opera di razionaliz-zazione delle risorse idriche (leditte offrono in affitto questi dis-
salatori a condizione che lecomunità garantiscano l�acqui-sto dell�acqua prodotta per unnumero notevole di anni, ciòimpedirà, nei fatti, la costruzio-ne delle opere di canalizzazionedelle dighe).
Si propone da più parti ilraddoppio della condotta Gela -Aragona, stavolta in ghisa, perun costo di decine di milioni dieuro. Mi chiedo quale garanziaabbiamo che il complesso indu-striale gelese sarà ancora attivotra 1-2 anni? E' risaputo da tuttiche l'ENI vorrebbe disfarsene,chiuderlo o, nella migliore delleipotesi, venderlo. Non sarebbepiù logico in questa fase emer-genziale, utilizzare questi fondiper acquistare dei dissalatori dainstallare direttamente neicomuni dove maggiore è lapenuria d�acqua, da utilizzare adintegrazione della dotazioneidrica per il tempo necessarioalla realizzazione delle canaliz-zazioni degli invasi su-indicati?Si eliminerebbe il rischio di rot-ture più o meno dolose allanuova condotta e grandi rispar-mi per le riparazioni. Superatoquesto periodo, i dissalatori ver-rebbero spostati ed utilizzatisulle isole minori Egadi, Eolie,ecc.
Ciò avrebbe il vantaggio disgravare i bilanci comunali equindi i cittadini di costi ingiusti(l�acqua è un diritto e il suocosto deve essere simile in tuttoil territorio nazionale) e le popo-lazioni, pur avendo meno disagi,resterebbero vigili poiché l�e-quilibrio idrico sarebbe ancoraprecario. Ciò indurrebbe igoverni a completare le opereidriche necessarie in tempi
brevi. In più, l�impegno di spesaverrebbe totalmente ammortiz-zato, con la collocazione defini-tiva di questi dissalatori sullepiccole isole con grande benefi-cio per quelle popolazioni.
Qual è il giudizio diRifondazione Comunista sucome è stata amministrata lacittà dal sindaco Saito e dallagiunta di centrodestra?
Ogni persona opera comesa, il Sindaco Saito sta ammini-strando la città come la suaesperienza passata gli detta.Peccato che nel frattempo leleggi siano cambiate, che ilprimo cittadino venga elettodirettamente dal popolo ed è alpopolo che deve rispondere enon ai consiglieri comunali chehanno solo funzione di controlloal suo operare.
L'ossessione che il Sindacoha avuto nel cercare la maggio-ranza consiliare lo ha esposto alcontinuo stillicidio di acconten-tare questo o quello. La tenta-zione, poi, di accrescere il con-senso tra i cittadini ha trasfor-mato il comune in un ente assi-stenziale.
In tutto questo si è persal'occasione di avviare un, anchepiccolo, progetto di sviluppoche oggi sarebbe stato possibilevisto che si è, finalmente, inpossesso degli strumenti urbani-stici necessari e sono stati tra-scurati alcuni servizi, come lapulizia delle strade e degli spazipubblici, per cui oggi, soprattut-to i quartieri più periferici risul-tano, dal punto di vista igienico-sanitario, abbandonati a se stes-si con gravi rischi per la salutepubblica.
Non si è vista da parte diquel che è rimasto dellaSinistra a Licata una grandeopposizione al sindaco Saito.Perché?
E' vero! Le elezioni comu-nali hanno causato gravi fratturenel centrosinistra e nella sinistrastessa. I centristi e i socialisti eparte del PdS hanno appoggiatoil candidato Mulè, mentre lasinistra il candidato Di Cara.Rifondazione, poi, al ballottag-gio, ha preferito non appoggiarené il dott. Saito, per motivi evi-denti, né il prof. Mulè che, aparer nostro, non garantiva cer-tezze di indirizzo programmati-co (era stato, inizialmente, ilcandidato di Forza Italia, perpassare, di fronte alla perplessi-tà di qualche forza politica del
Polo, al centrosinistra). Tutto questo, e gli esiti
delle consultazioni elettoralisuccessive, ha avuto granderipercussione in tutta l�opposi-zione e solo adesso, anche perl�avvicinarsi al voto, alcune pre-giudiziali stanno cadendo.
Attualmente Licata sem-bra una città senza prospetti-ve, senza futuro. Il problemadell�acqua si somma a quellodella disoccupazione, del sot-tosviluppo e di una situazioneeconomica molto preoccupan-te. Rifondazione comunista haun progetto politico forte perLicata?
Dalle affermazioni conte-nute nella sua domanda vedoche anche Lei fa parte dei�Comunisti disfattisti� semprepronti a criticare e a disconosce-re quanto di buono fanno igoverni di centro-destra nei varilivelli istituzionali. Io non ledarò, certamente, del comunista,ma Le riconosco l�onestà intel-lettuale di affermare sempre lasua verità, qualunque sia il colo-re politico che in quel momentoamministra.
Dato, quindi, per scontatoquanto Lei afferma, qual è la�ricetta� che RifondazioneComunista propone alla città?
Schematicamente, l�econo-mia licatese si basa sull�agricol-tura, sulle attività marinare esull�artigianato, il commercio siregge solo se queste tre attivitàfunzionano e creano ricchezza,il pubblico impiego da solo nonbasterebbe.
Gli agricoltori, hannodimostrato da sempre di averegrandi capacità innovative, fan-tasia e lungimiranza nelle sceltedelle colture. Hanno però biso-gno di strumenti di commercia-lizzazione moderni, efficienti edeconomici: hanno bisogno dellacostruzione di un nuovo merca-to, fuori dall�ambito urbano,collegato con una rete telemati-ca con tutti i mercati italiani edeuropei. Non è più possibileappoggiarsi a strutture di altreprovince.
Hanno diritto alla certezzadelle risorse idriche - non posso-no essere criminalizzati se sba-gliano i �modi di difesa� deiloro raccolti. Debbono, poi,essere aiutati ed indirizzativerso nuove tecniche culturali(l�idroponia potrebbe essere unmodo, la coltivazione biologicaun altro). Si deve creare un veromarchio tipico dei prodotti lica-tesi da imporre ai mercati checertifichi e garantisca, senza fur-berie, la qualità del prodotto.
La marineria: la pesca e leattività marinare, sono forse leattività più in crisi - da un lato lasempre più scarsa quantità dipescato, dall'altro la quasi inesi-stenza dell�attività portuale.
Nel tempo si potrà aumen-tare la quantità di pescato, solose, con la partecipazione attiva,vigile e responsabile dei pesca-tori, si creerà, lungo la costa, ungrande parco marino, dove saràassolutamente interdetta lapesca, che avrà la funzione digrande polmone di ripopola-mento.
Bisogna, finalmente, ripuli-re i fondali del porto, ed avviareuna rete di trasporto civile ecommerciale con tutti i paesimediterranei.
Abbiamo grandi potenziali-tà nell�artigianato, dobbiamogarantire il raggruppamento diqueste aziende nella zona arti-gianale a costi ragionevoli.
Il turismo, di cui tanto siparla, potrà essere un�opportu-nità solo se si risolverà definiti-vamente il problema idrico, se ilterritorio sarà definitivamenterecuperato dal punto di vistapaesaggistico e igienico sanita-rio. I continui condoni edilizi,che invogliano altri abusi, lecoste irrimediabilmente deva-state e deturpate, la mancanzad�acqua e la scarsa pulizia, lamancanza di iniziative culturalio ricreative di un certo spessore,una rete stradale da terzo mondonon invogliano i turisti e glioperatori turistici a recarsi aLicata.
La Sinistra a Licata èridotta ai minimi termini.Cosa occorre fare per darleuna nuova identità e unanuova forza?
É un problema d�uomini edi idee. É, però, un problema,facilmente, risolvibile solo se inuovi uomini di valore e le ideeinnovative, che già circolanonella sinistra, vengono aiutati,dalla �vecchia guardia� a venirfuori e a dispiegare tutta la loroforza, senza invidie e rivalità eaffidare alle mani di questanuova generazione il futuro diLicata e della sinistra.
Cosa pensa, professorePalumbo, del governo Cuffaroe di come viene condotta l�op-posizione in Sicilia?
É un governo che ha tuttal�arte di governare della peggioreD.C., unita al populismo e all�af-farismo dei neoliberisti: chiac-chiere, clientelismo, accentra-mento del potere, sottogoverno,
INTERVISTA DELLA REDAZIONE
UNITED COLORSOF BENETTON.
Corso Umberto - LICATA (AG)
www.vecchiogroup.com [email protected]
segue a pag. 18
Attua l i tà Ottobre 2002 - 55La Vedetta
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in crisi l'agricoltura, oggi l'uni-co settore trainante, Licatamuore ancora di più. E l'ultimocensimento generale dellapopolazione attraverso i datidefinitivi diffusi dall'Istat haconfermato lo stato di gravemalattia della società licatese.Rispetto ai 41.300 abitanti del1991, oggi i licatesi residentisono appena 34.924, quindi6.376 in meno. La città ormaista diventando una grande casaper anziani e di studenti, spes-so sfaccendati, che passanogran parte del loro tempo per lestrade. Ma questo decadimentoeconomico, alimenta un degra-do sociale, ma anche e soprat-tutto etico, che porta ai conti-nui e numerosi atti di quotidia-na microcriminalità, che messiinsieme fanno davvero preoc-cupare.
L'acqua è l'elementoessenziale per una popolazionecivile e la nostra sete é stretta-mente legata alle bizze quasi
quotidiane della vetusta con-dotta del dissalatore di Gelache continua ad entrare in ava-ria, quando non viene sabotatao quando la sua portata nonviene diminuita dai continui emacroscopici furti di acqua.
E in questa cornice diabbandono e di squallore distampo nord africano aumentail dissenso della gente verso laclasse politica tutta, nessuncolore escluso, perché nellasua complessità di uomini erappresentanti si è dimostrataincapace di risolvere alla radi-ce il problema idrico di Licata.Una classe politica che nonmerita né la stima né la fiduciadi nessuno. Non si può pensaread un quinto modulo del dissa-latore di Gela che entra in fun-zione - speriamo - fra qualchegiorno e che potrebbe allagareLicata per la quantità di acquache potrebbe farci arrivare,quando si troverà a competerecon una condotta di adduzione
incapace di sopportare un litrodi acqua o una atmosfera in piùperché scoppia.
Le minacciate dimissionidei consiglieri comunali cihanno fatto solo ridere. Liconosciamo tutti, uno per uno.Quando si ha la convinzione didare corpo alla propria protestanon si minaccia, ma ci sidimette. Ma i nostri trenta rap-presentanti - diciamocelo purecon franchezza - preferisconoarrivare sino alla fine, ancheingloriosamente. Neanche leminacciate dimissioni del sin-daco ci hanno convinto. Alposto suo, interpretando e rap-presentando i sentimenti dellagente, avremmo, davvero,rimesso il mandato nelle manidel prefetto, avendo la certezzache alla fine la gente, se lasituazione dovesse peggiorare,non lancerà i pomodori marcial presidente della RegioneSiciliana, Totò Cuffaro, che èanche commissario straordina-rio delle acque in Sicilia, ma lilancerà agli amministratorilocali, perché sono a Licata,più vulnerabili, senza protezio-ni, lontani dai luoghi di coman-do e di potere e del privilegiodiffuso.
Le dimissioni da parte ditutti sarebbero state davvero unatto nobile e generoso cheavrebbero avuto un impattomolto significativo tra la genteassetata, che altrimenti, nonriconoscendo gli sforzi del sin-
daco che quotidianamente siscontra con un muro digomma, lo vede come contro-parte e come longa mano diCuffaro e compagni, quel sin-daco che ha denunciato la pre-caria situazione al prefetto, cheha inondato di telegrammi imassimi vertici del governoregionale e nazionale e tutti iministeri, assessorati ed enticompetenti e responsabili,senza ricevere risposte concre-te.
Ci sta bene la convocazio-ne del Consiglio Comunale,presente tutta la giunta, aPalermo, a Sala d'Ercole, maper raggiungere quali obbietti-vi immediati? Già un'altravolta i nostri consiglieri siriunirono a Palermo per la que-stione dell'aeroporto. Chi havisto piano Romano? Illusi ebeffati dagli onorevoli deputatidell'Ars, che godono dello stes-so rango dei senatori dellaRepubblica, stipendi inclusiovviamente? Evitiamo le inuti-li sceneggiate che servono solocome fumo negli occhi.
Cosa dirà Cuffaro al parla-mentino licatese? Sarà costrui-to un dissalatore a Licata, saràraddoppiata la condotta delladissalata, sarà terminata la digasul Gibbesi, sarà�.. e sarà, maintanto se gli invasi non si col-mano perché madre naturacontinua a far piovere laddovedi acqua ce n'è già fin troppa efin tanto che non si raddoppia
la rete di adduzione Gela -Licata, come provvederemoagli usi civili e irrigui in man-canza d'acqua? Ci laveremocon la minerale?Continueremo ad ingrassarel'E.A.S. per un servizio chenon ci viene garantito?Ritorneranno i carri cisternadelle Ferrovie e le navi cisternadella Marina Militare?Torneremo alle lunghe file conquartare, lemmi, cati e lanced-di dietro qualche botte?Faremo riempire dagliacquaioli, dove ci sono, lecisterne condominiali di acquasporca pagata a caro prezzo peracqua pulita?
Diciamo che è una vergo-gna. Non si può umiliare unpopolo in questa maniera. E'veramente fuori dalla storiaquanto accade a Licata. Comesi pulisce il pesce, la verdura,come ci puliamo noi?Mangeremo solo cetrioli ocarote per non correre il rischiodi qualche infezione mangian-do insalata mal pulita? Ci lave-remo la faccia come i gatti? Cicambieremo la biancheria ognisettimana? E' una vergogna.Siamo entrati nel terzo millen-nio e a Licata rinasce nuova-mente il "Comitato Acqua".Nell'era di internet e del cellu-lare, ci manca l'acqua. E perquesto motivo, non solo i turi-sti, ci spiace per quei pochiignari e malcapitati, accecatidal nostro bel mare, ma anche i
Licatesi non vengono più inquesta ormai periferica, assola-ta e deserta Licata.
Ci spiace anche per inostri giovani, costretti a sub-ire questa decadente situazio-ne, priva di tutto e rappresen-tante del nulla. Altrove si pro-gredisce, si crea, si cresce, aLicata si torna indietro, si chiu-de, si scappa. Altrove si vive,qui si vivacchia, si ammazza iltempo come si suol dire. Ma èla città del privilegio. A chicomanda non manca l'acqua,all'elettore sovrano, alla poveragente, ai vecchietti soli in casal'acqua manca.
Una guerra fatta dal popo-lo, ma nel popolo non c'è tuttaLicata, l'altra Licata, quellacon la pancia piena non solo diacqua, in piazza a protestarenon scende. Si chiude in casa,tira giù le serrande, non vuolesentire le urla del popolo, nonvuole pensare. Non sono que-ste fantasticherie ma è la nostraimmutabile e cruda realtà,quella dei "vinti" descritta dalVerga. Ecco perché le dimis-sioni sarebbero state un atto diprotesta e di denuncia forte. Secosì fosse stato, quei seimilache hanno trovato un momentodi orgoglio per protestare cer-tamente avrebbero preteso allatesta del loro corteo sindaco egiunta e tutti i consigliericomunali come loro leader,anziché guardarli con sospettocome controparte.
Dalla prima pagina
RINASCE IL �COMITATO ACQUA� DI CALOGERO CARITÀ
Pubblichiamo alcuni brani di un�intervista del 1950 rilasciata dall�On. G.B. Adonnino al periodico �Dovere nuovo� che prese apubblicarsi a Licata nel1944. Un argomento di grande attualità dato che, nonostante sia trascorso da allora più di mezzo secolo, la grande sete a Licata non è mai cessata.
I grandi acquedotti siciliani: �Il tre sorgenti�L'on. Giovambattista
Adonnino, nostro concittadinodi un'epoca che fu, nei primianni del dopo guerra prese acuore il problema idrico chetanto allora, non meno oggi,faceva soffrire le popolazioniagrigentine in generale e quellalicatese in particolare. Neiprimi mesi del 1950 fece inces-santemente la spola tra Roma ePalermo ed Agrigento, princi-palmente per occuparsi dellasistemazione definitiva del pro-blema dei grandi acquedottisiciliani, proprio quando il par-lamento nazionale si appresta-va a discutere la legge sullaCassa per il Mezzogiorno, allaquale si intendeva affidare tuttii lavori pubblici più imponenti,fissando i criteri di distribuzio-ne delle somme tra le variecategorie di opere e le varieregioni e province. Tra queste itre acquedotti più cospicui cuila Sicilia era massimamenteinteressata: Montescuro Ovest,Voltano e Tre Sorgenti cheaspettavano di essere completa-ti. Il principio fondamentaleche si era fissato era che loStato avrebbe provveduto aigrandi acquedotti, la Regione aquelli minori. Una problemache restava da risolvere eraquello delle reti di distribuzio-ne interne dei singoli comuni:
già l'acqua sgorga, zampilla,gorgheggia, canta, vivifica,elettrizza. In altri l'arrivo èimminente.
Ma ancora dei lavori edelle somme occorrono. Non sispaventi: ad occhio e croce, pertutti (tutti badiamo) i grandiacquedotti siciliani, ci vogliono7 miliardi! Non è un bazzecolo.Ma verranno, sicuramente ver-ranno, e presto. Debbono veni-re! A qualunque costo! Quantoalle Tre Sorgenti, per assicurareil funzionamento della tubaturaprincipale occorrono: i telefoni,l'acquisto di un gruppo elettro-geno per saldare i giunti, unamagazzino di deposito aVallegrande. Per il completa-mento dell'acquedotto princi-pale (escluse le reti di distribu-zione interna per ciascuncomune) occorre: la condottadel partitore Palma-Licata aPalma, la costruzione di serba-toi di regolazione di 3 mila mc.Ciascuno per Licata eCanicattì, e di mc. 1500 per glialtri comuni; la costruzione diun serbatoio di immagazzina-mento presso Grotte; la forma-zione di una striscia praticabilea ciascun lato della condutturaprincipale. Occorrono circa
(C.C.)
compartire le sue appassionatecure a tutta Italia, non dimenti-ca però di essere figlio di que-sto lembo di Sicilia! Bisognadare atto al Governo che essoha fatto tutto per le TreSorgenti, e tempestivamente edalacremente. I lavori furonoiniziati nel 1934; fa meravigliache arriviamo quasi al venten-nio, ma se si pensa alla trascu-ratezza con cui, dapprima, eratratta la Sicilia, e all'immaneguerra passata, la meravigliadeve sparire. Prima della guer-ra si spesero 39 milioni, cifracospicua, dato il mutamento deivalori. E finora per i lavori ese-guiti e per quelli in corso,Roma ha speso 500 milioni.Non è poco mezzo miliardo!Prima della guerra si fecero leopere di presa, in contrada TreSorgenti, nella zona di SantoStefano Quisquina-Cammarata,e gran parte del condotto addut-tore esterno (tubolatura princi-pale) fino al partitore Palma-Licata�Ora è compiuta latubolatura fino a Licata, in tubidi acciaio con giunti saldati; ècompiuta quella fino aRavanusa e costruite le dirama-zioni provvisorie per i comunidi Racalmuto, Grotte,Camicattì, Ravanusa,Campobello e Licata.
In qualcuno di questi paesi
molti di essi mancavano quasicompletamente di rete, in quasitutti gli altri vi erano reti anti-quate, fatiscenti e pericolosissi-me per la salute dei cittadini(l'infezione tifica che alloracolpì Canicattì veniva presacome esempio, senza contare lenumerose infezioni che si regi-stravano quasi quotidianamentea Licata) e tutte quante andava-no rifatte con criteri moderni.Ma chi doveva farsi caricodelle spese? I Comuni. Ma conquali risorse?
Forse ricorrendo alla leggeTupini per le opere di interessedi EE.LL. a contributo differi-to? Si noti quanto sia di attuali-tà, dopo più di mezzo secolotutto ciò. Ed ecco che entriamonel merito dell'intervista che ilperiodico licatese "DovereNuovo" fece all'on. Adonninosull'annoso problema idrico eche pubblicò sul n. 3 (anno VI)del 25 maggio 1950.
Qual è, onorevole, il mec-canismo di questa legge (laTupini), quale potrà essere lasua applicazione e quali bene-fici ne potranno trarre iComuni?
�Guardi, è un problemacomplesso; ne potremo riparla-re in un prossimo nostro incon-tro. Adesso, forse al pubblico, eanche a Lei, preme di conosce-
re quale sia lo stato di avanza-mento dei lavori di alcuninostri grandi acquedotti, equando le popolazioni potrannovedere realizzato il loro lungoed appassionato sogno, realiz-zazione, del resto, che è fonda-mentale elemento della vitacivile. E cominciamo dall'ac-cenno all'acquedotto delle TreSorgenti. E' quello che più inte-ressa Lei, e anche me, e se necomprende subito il motivo.Ma anche di tutti gli altri mioccupo io; è una materia, che,non so perché, specialmente miattira. Guardi, io penso che noiabbiamo tanto sole e tanto calo-re, che, se riusciamo, tanto neicentri abitati quanto nelle cam-pagne, a scopo igienico, e ascopo agricolo, a procurarci unproporzionato costante e rego-lato afflusso di acqua, faremo,con ciò solo, della Sicilia, unaregione veramente privilegiatadi benessere e civiltà. Per que-sto mi appassiono al problemadell'acqua, tanto come igieneche come irrigazione. Acqua edenergia elettrica, sono i due fat-tori che, uniti con l'altro dellanostra posizione geograficamediterranea, faranno sì, neiprossimi ventenni di messa invalore del continente africano,che la nostra Sicilia torni adessere il cuore del mondo�.
Un sogno sublime? �Sia pure, ma Lei ci inse-
gna che tutte le benefiche real-tà di oggi sono state i sogni diieri. Comunque, torniamo allarealtà imminente delle TreSorgenti�. E' uno dei grandiacquedotti, e perciò resta a cari-co dello Stato. Anche fino adora è Roma che vi ha provve-duto. In questo settore nonbisogna dimenticare l'operadella Regione e la grande effi-cacia dell'autonomia, special-mente come spinta, propulsio-ne, insistenza verso lo Stato. Ladeputazione nazionale che haottenuto un immenso sviluppodei lavori per approvvigiona-menti idrici, ha avuto un pre-zioso aiuto dagli organi regio-nali. Ma i denari sono venuti edebbono continuare a venire daRoma�Quanto alle nostre TreSorgenti, la Regione non haavuto bisogno di fare anticipi.Abbiamo ottenuto tempestiva-mente da Roma tutti i finanzia-menti. E' stata una magnificaprova di solidarietà nazionale.Posso dire di aver trovato sem-pre, in tutti i ministri, in tutti iministeri, la massima appassio-nata comprensione. Si figuri,ora, come rallegra il cuore lapresenza ai Lavori Pubblici delnostro Aldisio, che pur nellaperfetta giustizia con cui sa segue a pag. 18
SE FUSSA
Se fussa 'na palummaia, ti vulassa 'ntestaunni aumma aummaa 'ttia ti facissa festa.
Se fussa un jardinusciuri ti facissae comu nu bambinuu ma cori a 'ttia ti dassa.
Se fussa u "Diu Suli"amuri a raggi avissie carizzi a cùmulifinu a quannu poi svinissi.
La Vedetta6 - Ottobre 2002 Spaz io G iovan i
Per inviare articoli, lettere o piccole poesie scrivere a:�La Vedetta - Spazio Giovani�,
via Sole, 2 - Licata tel. 333/8721677 - fax 0922/772197E-mail: [email protected]
Gli articoli, le lettere devono essere firmati e completi di indirizzo enumero di telefono. La redazione si riserva a suo insindacabile giudiziola facoltà di pubblicare, modificare o abbreviare il materiale ricevuto.
La Vedetta Spazio Giovani
Coordinatore: Angelo Benvenuto
Continua in Sicilia l�emergenza idrica
Serve un intervento strutturale!
Negli scorsi mesi di Luglio ed Agosto, gli uomini delCommissariato di P.S. di Licata hanno denunciato alcu-ne persone per furti d�acqua lungo la condotta idrica.Nello stesso periodo venivano concluse in Sicilia
diverse operazioni da parte di carabinieri e polizia, che portavanoa 4 arresti, 222 persone denunciate, 28 pozzi sequestrati, la sco-perta di116 allacciamenti abusivi alle reti idriche, ed al sequestrodi 17 pompe idrauliche e 6 autobotti.
I risultati sono impressionanti, ma non del tutto sorprendenti:si sapeva ormai da tempo che il settore idrico siciliano è dominatodall�anarchia, che le reti colabrodo, gli invasi privi di condutture,le dighe abbandonate, la mancanza di sorveglianza, favorisconofurti da parte di speculatori (semplici cittadini o agricoltori) checosì trovano una scorciatoia per risolvere i loro problemi.
L�azione di repressione è certamente sacrosanta e con esso ilrispetto della legalità, e poi, l�acqua è un bene primario, insostitui-bile e non è accettabile che dei ladri sottraggano una risorsa cosìpreziosa a danno di altri.
L�importante è però capire che furti e speculazioni sono solouna parte del problema: certamente importante, ma non esclusivo.Colpire i pirati dell�acqua è indispensabile per eliminare inaccetta-bili storture ma è necessario ricordare che non renderà i rubinettimeno asciutti.
Non occorre, perciò, dimenticare il quadro d�insieme che èsconsolante. I toni della relazione al Parlamento del comitato divigilanza sui servizi idrici sono aspri, da requisitoria: la situazioneè pesante in Italia, ma è di gran lunga peggiore in Sicilia e nel Sud,con insufficenze gestionali, carenze di infrastrutture idriche, man-canza di adeguamento di quelle esistenti, scarsa manutenzioneordinaria e straordinaria.
Dunque, non funziona niente: la rete idrica in pessime condi-zioni, scarseggiano gli impianti di depurazione, esiste un abusivi-smo che sembra incontenibile.
Lo sciopero dello scorso 9 Ottobre in città, che ha registratoun discreto numero di partecipanti, come non accadeva ormai daparecchi anni, è un segno per questa città, che, seppur timidamen-te, vuole essere normale, protestando se necessario e soprattuttofacendolo in modo civile, per reclamare i propri diritti, e non ras-segnarsi ai soprusi ed alle ingiustizie.
Ciò è valso a portare alla ribalta, quanto meno regionale, l�a-tavico problema idrico, da più di trent�anni spada di damocle del-l�intera comunità licatese.
In una situazione del genere, occorrerebbe una gestione ocu-lata e razionale delle risorse. Non è stata applicata correttamente lalegge Galli, che prevede l�istituzione dei cosiddetti Ato (ambititerritoriali ottimali). Ma le colpe non sono solo isolane, gli inve-stimenti pubblici nel settore, pur nonostante l�aggravarsi dellacrisi, sono diminuiti del 70 per cento. E come al solito maggior-mente penalizzato, nella distribuzione degli stanziamenti, è stato ilSud.
Occorre, dunque, risalire la china, sarà difficile, ma è neces-sario farlo. Va bene il piano d�emergenza approvato dal governo,che non potrà dare altro che risultati parziali, va bene vigilare edassicurare alla giustizia chi compie furti dalle condotte, ma l�o-biettivo principale resta quello di avviare, nel più breve tempo pos-sibile, un serio intervento strutturale. Sarà lungo, ma solo così sipotrà combattere il destino crudele.
ANGELO BENVENUTO
Che fine hanno fatto gli ausiliari del traffico?
Tra il 2001 ed il 2002 adogni angolo di strada dellanostra città era facile trovare icosiddetti �Ausiliari alTraffico�. La mattina, all�entra-ta delle scuole e nell�orario diuscita, essi vigilavano sullasicurezza dei bambini e deigenitori che ivi si recavano peri loro figli. Il giovedì mattina dibuon�ora, invece, erano dipiantoni al mercato settimana-le, in modo da evitare che itanti abusivi non occupassero iposti riservati ai commercianticon regolare permesso, trovan-dosi spesso a compiere opera-zioni di ordine pubblico.
Improvvisamente, i ragaz-zi con i giacconi blu ed i cap-pellini neri con tanto di stemmaed effigie del Comune diLicata, comunemente noti così,sono scomparsi dalle nostrestrade e dalla nostra vista.
Come mai? Cosa è succes-so? Cosa ha determinato la finedi un tanto celebrato servizioche, a parere di tanti dellanostra comunità, veniva dichia-rato utile e necessario?
Ebbene, i ragazzi di chetrattasi appartengono alla cate-goria degli LSU, meglio cono-sciuti come articolisti, �presta-ti� in quel periodo a tale servi-zio.
In data 13/05/2002, dopoaver avuto un elogio scritto dalSindaco al pari del corpo deiVV.UU. per l�ottimo servizioeffettuato durante le festivitàdel santo Patrono, gli articolistientravano in stato di agitazione
sindacale. I giovani lavoratorichiedevano, legittimamente,quali prospettive si aprivanoper il loro lavoro e per il lorofuturo, in che termini, a qualetitolo e con quali garanzie ecoperture stavano operando.
Alle loro richieste e ai lorodubbi, rivolti durante unariunione alla presenza delcomandante dei VV.UU. e del-l�assessore al Personale, larisposta è stata l�immediato el�imprevedibile scioglimentodel gruppo dei �14 Ausiliari alTraffico�, che tanto bene avevafatto per la città in quei mesi diservizio, e la loro dispersionein vari dipartimenti, quasi avolerne frammentare la forza.
Successivamente, in data24/05/2002, gli stessi articolistipresentavano denuncia nei con-fronti del comune di Licata,presso la Questura diAgrigento per il tramite delcommissariato di P.S. di Licata.Sulla denuncia viene ripercorsala loro vicenda, che a quanto daloro dichiarato ha degli aspettiallucinanti. Infatti, intervistan-do uno di loro, sorpreso, miafferma che avevano avuto inconsegna dei tesserini debita-mente firmati e timbrati dalSindaco riportanti una deliberasindacale inesistente, non ave-vano nessuna nomina da partedel primo cittadino, né sostenu-to un corso di formazione, néavevano garantita un�adeguatacopertura assicurativa per illavoro che svolgevano.Solamente, gli venivano corri-
sposte a fasi alterne delle inte-grazioni salariali, o meglioancora indennità di lavorostraordinario per 16 ore in più,oltre le 20 settimanali dovuteper legge e pagate dallaRegione Siciliana. Nelladenuncia gli articolisti lamen-tano altresì l�utilizzo al nero, daparte del Comune, di una quali-fica e figura professionale pre-vista e contemplata dal Codicedella Strada.
A margine della denuncia,gli articolisti si rivolgono alPrefetto di Agrigento, perchévenga a conoscenza di questaincredibile vicenda, che vedenon un�azienda privata, ma unente pubblico, una istituzione,qual è il Comune protagonistanel gestire lavoratori non proprie trattarli al pari di tappabuchio in nero, e chiedono il suointervento per restituire ladignità sottratta a questi onestilavoratori, alcuni dei qualipadri di famiglia, plagiati dadirigenti e politici abituati aiclassici giochi di potere.
I giovani articolisti così sisono dichiarati: �ci siamo senti-ti come quei bambini che a car-nevale si vestono da carabinierio soldati, immedesimandocinel personaggio o nel ruolo,quasi a non vedere la realtà�.
A tutto ciò ha fatto seguitoil tentativo di conciliazionepromosso dagli stessi lavorato-ri presso l�Ufficio di concilia-zione dell�Ufficio del Lavorodi Agrigento. Tentativo alquale il signor Sindaco ha
risposto negativamente, preci-sando che i lavoratori in ogget-to hanno loro stessi preferitoautodefinirsi �Ausiliari al traf-fico�, ma, contraddicendosi, haammesso di averli dotati di tes-serini di riconoscimento diret-tamente autenticati dal primocittadino, di fasce e giacconiriportanti ampie e vistose scrit-te: �Comune di Licata �Ausiliari al Traffico� con lostemma dello stesso comune.
È una storia che ha dell�in-credibile, del ridicolo e delgrottesco. E� l�esempio di quel-lo che il Comune di Licata safare: invece di essere per leggeil garante della buona ed onestaamministrazione, inopinata-mente frega i suoi cittadini conun�azione illegittima. Da que-sta infelice storia, come pertante altre che accadono aLicata, nasce la sfiducia dimolti cittadini, che ancora unavolta sono dimenticati e lascia-ti da soli dalle Istituzioni, da unsistema politico ed economicocorrotto che non tiene contodella priorità della vita umanaprima di qualsiasi ed altro tipodi interesse.
Il sottoscritto non rientrain questa maltrattata categoriadi articolisti, ma, in quanto gio-vane, appoggia e sostiene inpieno l�iniziativa di questi suoiamici che insieme lottano perdare un volto di giovinezza aquesta nostra città, governatada una vetusta classe politica.
Pierangelo Timoneri
La nostra post@ - botta e risposta
�A proposito di falò...��Spett.le La Vedetta -
Spazio Giovani, sul
numero di settembre
2002, Marco Tabone ha
scritto che "Una delle tra-
dizioni più recenti e
secondo me più belle di
Licata e della Sicilia è il
falò della notte di ferrago-
sto,......"
Vorrei ricordare a
Marco che il falò di ferra-
gosto, da egli definito
una delle più belle tradi-
zioni della nostra isola,
purtroppo rientra a pieno
titolo nelle attività illegali
anche se molti non lo
sanno e tanti fingono di
non saperlo, del resto se
una cosa è divertente
perchè porsi il problema
della sua liceità?
Chi organizza e par-
tecipa ai falò contravvie-
ne sostanzialmente a due
precise prescrizioni con-
tenute nell'ordinanza
sulla disciplina delle atti-
vità balneari emessa ogni
anno dalla Capitaneria di
Porto e cioè il divieto di
accendere fuochi ed il
divieto di lasciare rifiuti
sugli arenili.
Ma il fatto più grave è
che nessuna misura
viene presa per prevenire
e reprimere questa illeci-
ta usanza tribale le cui
nefaste conseguenze
Marco ha ben descritto
nel suo articolo, anzi gli
organi incaricati di fare
rispettare le leggi sulla
balneazione si rendono
indirettamente complici
di tale scempio limitando
la loro azione a regolare
l'enorme flusso veicolare
notturno che gravita
sulle arterie stradali, in
prossimità degli accessi
a mare, la notte di ferra-
gosto.
Credo che in un
paese democratico, in
uno stato di diritto, le
leggi in vigore dovrebbero
essere rispettate sempre
e comunque ma nella
nostra città ciò non
avviene perchè sembra ci
sia una repulsione quasi
genetica all'osservanza
dei doveri e, di riflesso,
una tolleranza massima
da chi è preposto a farli
osservare.
Rispetto della legalità
significa anche, per noi
cittadini, non partecipa-
re ai falò e per gli organi
competenti impedirne la
realizzazione. Ma credo
che arderà molta legna
prima che ciò avvenga,
se mai avverrà.
Cordiali saluti
SALVATORE RIBISI
La risposta è di Marco
Tabone
�Ti ringrazio per ichiarimenti di naturagiuridica circa la liceitàdei falò nella notte diferragosto sulla spiag-gia. Ma legale o no, sitratta pur sempre diun'affermata tradizione
non solo licatese, masiciliana. E' questo giu-sto o sbagliato che sia.
Ritengo che sia miodovere informare i let-tori su ciò che realmen-te accade oltre che suciò che dovrebbe esse-re.
Inoltre trovo chesia molto difficile con-vincere le persone(sono più di cinquemila per ogni spiaggia)a non fare questi falò.C'è il rischio di seriproblemi di ordine pub-blico, quindi penso chesià già tanto convincer-li a non sporcare lespiagge.
Se fussa ia cavaddru'ngroppa ti purtassapp'un cianu assai beddrudu tò cielu e ci durmissa.
Se fussa ia dilfinue a 'mmia ti sunnassiun cantu assai finunu silenziu ti mittissi.
'Nveci sugnu ia'n pouru scrivanuche vò cantari a ttiama, purtroppo 'nvanu
Catania 04/10/02 Gaetano Torregrossa
La Vedetta Soc ietà Ottobre 2002 - 77
CARMELA ZANGARA
E� di questi giorni la noti-zia di un nuovo aberrante assas-sinio: una giovane adolescente,Desirée, uccisa da altri adole-scenti. Una normalità improvvi-samente impazzita ad opera digiovani apparentemente norma-li. C�è da chiedersi il perchénella società del benessere,dove il bisogno è sconosciuto,gli stenti pure, i giovani stianomale. Cosa manca loro? Dovesi è inceppato il sistema se hafagocitato la spensieratezza einoculato il veleno della distru-zione?"
E� difficile dare dellerisposte, ma possiamo provaread azzardare alcune osservazio-ni.
La società odierna postin-dustriale, postmoderna, consu-mistica, capitalistica, multietni-ca, è anche fortemente disuma-nizzata, usa l�uomo comemezzo, non certo come fine.
E in questo mondo lanostra generazione, quella deigenitori o nonni che si eralasciata alle spalle povertà,classismo e disuguaglianze -abbagliata forse da un boomeconomico assolutamente ecce-zionale e da un altrettantostraordinario progresso tecnolo-gico - ha puntato tutto sulbenessere considerandolo valo-re in sé e per sé, mezzo per col-mare lo scarto sociale. I risulta-ti sono sotto gli occhi di tutti:viviamo sicuramente megliodal punto di vista economico,
non certo da quello umano. E igiovani lo sanno.
"Voi della vostra genera-zione - mi ha confessato un pro-fessionista affermato ma scon-tento come tanti altri - voi sietepartiti da zero e siete arrivati acento, avete realizzato molto.Noi non abbiamo un traguardoda raggiungere, non sappiamoquale senso dare a ciò che fac-ciamo." Una sfiducia diffusa,un nichilismo condiviso. Con lapancia piena ma infelici.
Evidentemente come geni-tori non siamo stati convincenti,né abbiamo saputo inculcare ilsenso della Storia, l�orgoglio diessere parte di una civiltà infieri su cui ciascuno batte i tastidel suo esistere lasciandovi leorme. Se lo avessimo fattosarebbe già stato tanto.
Invece come il Mazzarò diverghiana memoria, non abbia-mo saputo superare la voglia di"cose" accumulate come feticci,ostentate come conquiste,scambiate per valore, nella logi-ca di un consumismo senzalimiti. Oltre ai tanti giocattoliche abbiamo comprato per ripa-garci di antiche frustrazioni, oper sedare i sensi di colpa diabbandoni affettivi - " Ti portoun regalo in cambio di...." -oltre ai bei vestiti, ai telefoninio alle belle macchine, insommaoltre l�apparire, non è rimastonulla di nulla.
Del resto noi degli annidella contestazione, noi sessan-tottini anche senza aver fatto ilsessantotto, abbiamo tagliato i
ponti col passato buttando conl�acqua sporca anche il bambi-no, azzerando persino la mora-le, diventata come l�elastico,che si tende quanto basta eserve. Una morale spazzata viadalla cultura dell�attimo fug-gente, del carpe diem in sensodeteriore, del do ut des e di unpermissivismo senza limiti emisura. In nome della libertàindividualistica.
La stessa religione, valoreche accomuna un popolo, èdiventata espressione formale eniente affatto sincera, e poichéla nostra morale è tradizional-mente basata su tali presuppostiideologici, ormai desueti, si èarenata anch�essa.
Ora, ogni società ha biso-gno di regole condivisibili, diprecisi punti di riferimento chediano una comune identità cul-turale e sociale; se mancanonon può che esserci l�anarchia eil rischio di violenza. Nonabbiamo neppure una moralelaica. Purtroppo lo Stato nonconfessionale si è limitato alegiferare in favore di un plura-lismo amorfo che in fondo haazzerato la nostra identità infavore di "altre" identità, spaz-zandole via tutte. Tutte omolo-gate.
La situazione non èmigliore sul fronte familiare. Sela legge sul divorzio ha affer-mato il diritto alla tutela dellacoppia, non ha fatto altrettantoper la tutela dei figli che neicasi estremi, non infrequenti -anzi sempre più ricorrenti -, pri-
vati di una delle due figureparentali, sbilanciati tra affettirabbiosi, costretti ad adattarsialla famiglia allargata, sonooggetto di contese, se non vi è ilgiusto equilibrio per gestire ilproblema della separazione. Maanche quando la coppia reggenel tempo, la stabilità affettivadei figli è messa a dura provadalla madre lavoratrice semprepiù fuori casa e sempre menopresente nella famiglia. Figlicome pacchi postali affidati allecure di tate o asili nido e, neicasi più fortunati, ai nonni.Fatte le dovute eccezioni, siamoinsomma allo scadimento del-l�educazione, lontana dai biso-gni dell�infanzia che vorrebbe iltempo della crescita non soltan-to fisica ma psichica, che avreb-be bisogno di cure amorose, diletture, racconti, favole, di par-lare e di essere ascoltata, divivere senza fretta il tempo deigiochi. Un investimento nonpalpabile per il futuro.
Neppure la strada, unavolta maestra di vita, è più tale.Lo spazio per i bimbi si èristretto nella misura in cui si èallargato quello delle macchine.In casa, tra le quattro muradomestiche, i bimbi vivono pri-gionieri degli adulti, saturi ditelevisione. Nuova maestra, latelevisione li culla, li cresce, liipnotizza, li annulla nella facol-tà creativa. Così che poi nonhanno né tempo né voglia per igiochi tradizionali, non sannosognare, inventare. Guardano ebasta. E Dio solo sa cosa. Oggi
poi si è aggiunto il computer,invenzione straordinaria seusata bene, ma deleteria inmano ai bambini.
Soli con se stessi, semprepiù alienati in un mondo virtua-le, svagati e distratti, quandocrescono sono disorientati orinunciatari di fronte al mondoreale. Basta guardarli a tardasera quando, padroni dellanotte, sciamano come falene albuio. Si aggregano, si aggruma-no, vagano, si dimenano, sonoeleganti, alla moda, stravaganti,eccentrici, fumano, si truccano,fanno le ore piccole anche sesono adolescenti, dormono finoa mezzogiorno, fanno colazioneall�ora di pranzo, e il pranzo acena, non comunicano, nonvogliono ingerenze, sono abuli-ci ed eternamente in crisi..Hanno tantissimi diritti, pochidoveri.
Mi chiedo se non abbiamoingenerato in loro il dubbio chei nostri divorzi, i nostri aborti,la libertà sessuale, l�affarismo,l�utile al posto del bene, nonsiano altro che la morale codifi-cata nella prassi, quella che piùdelle parole incide perché sonoi fatti che contano. E loro ciguardano anche quando nonparlano, ci giudicano anche sefanno finta di non capire, sonopresenti molto più di quanto sipossa pensare. Se abbiamobarato loro lo sanno, e se nellasmania di affermare dirittiabbiamo urlato, gridato, prati-cato la legge della prevaricazio-ne, dell�egoismo, della rivendi-
cazione perenne, al posto dellatolleranza, del perdono, dellasolidarietà o dell�amore; nonabbiamo fatto altro che indicarela strada della violenza e delladistruzione, dell�anarchia in cuipredomina il proprio tornacontonon quella della libertà che èrispettosa dell�altro.
�Purtroppo il risultatoestremo è la violenza che questeschegge impazzite consumanoall'interno di rapporti parentalio amicali; violenza che ripetutain tempi e luoghi diversi: NoviLigure, Cogne, Leno-Brescia,(e perché no Reggio Emilia eChieri?) diventa non più e sol-tanto la drammatica eccezionequanto e soprattutto la spia diun male più profondo che ser-peggia nella società: il malemorale, frutto del vuoto esisten-ziale.�
Ne prenderemo atto cer-cando di sfuggire alla massifi-cazione, provando a rendereequilibrato un mondo sbilancia-to sul profitto, mettendo ordinedove c�è disordine, sostanzadove c�è apparenza, interioritàdove alberga l�esteriorità; insostanza scenderemo fino allaprofondità dell�animo, che piùdel corpo è fragile e bisognosodi cure; o continueremo anegarne i diritti affermandoimplicitamente giorno dopogiorno con tutte le nostre azioniche non esiste nulla se non il"Dio Danaro", badando piùall�abito che al monaco, all�ap-parenza che alla sostanza dellavita?
PERCHÈ NELLA SOCIETÀ DEL BENESSERE I GIOVANI STANNO MALE?
Nostalgia di un emigrato
Il faro di Licata (a� lanterna)Per Licata la "lanterna" è
un simbolo: basta pensare cheera un punto di incontro e diriferimento. Come dire: "Civediamo a' lanterna","Facciamoci due passi a' lanter-na". Specialmente d'estatequando arrivavano le navi e ipiroscafi, e il porto era più atti-vo di oggi.
Adesso la passeggiata alporto si fa in macchina.Quando ero ragazzo nelle serebuie senza luna, mi affascinaval'alternarsi dei sei fasci di luceche arrivavano sulla facciatadel mio balcone accompagnatidalla risacca nei giorni di sci-rocco. Ora penso che tutto ciònon esista più. Pensando aquanto ho detto mi è venutavoglia di costruire "a' lanterna"in miniatura (come si vedenella foto) e così la tengo incasa per averla sempre sotto gliocchi.
Passo ad un accenno dinotizie riguardanti "a' lanterna"che sono riuscito a racimolare,chiedendo qua e là.
Il faro, che è di proprietàdella Marina Militare, prende ilnome del distrutto castello SanGiacomo, il cui sperone bastio-nato terminava proprio doveora si erge "a' lanterna". Fucostruito tra il 1892 e il 1902 daAntonino Davanteri, licatese.Forma a tronco di cono, alto 40metri dal livello del mare,all'interno una scala a chioccio-
la di 126 gradini raggiunge lasommità. Inizialmente un gene-ratore a petrolio ancora esisten-te alimentava i sei fasci di lucedella portata di trenta migliamarine. Quando arrivò l'elettri-cità a Licata, l'alimentatoreveniva usato in caso di interru-zione della corrente elettrica.
Negli anni novanta il grup-po lanterna a sei luci è statodonato alla città di Genova esostituito con uno meno poten-
te a quattro fasci della portatadi quattro chilometri.
Avrei voluto saperne dipiù, però devo accontentarmi diquanto ho riportato in questoarticoletto in quanto a Licata ( esu internet ) non ho trovatonotizie a proposito della "lan-terna".
Calogero Picone
Nella foto: Calogero Piconecon il faro in miniatura.
La chiesa locale si globalizza
IL NUOVO PARROCO DI S. AGOSTINO
È DON GIOVANNI SABW KANYANG
Archiviato il capitolo
che riguarda la gestione di
Don Giuseppe Costanza, il
cui operato sarà posto in
un simbolico scrigno d'oro
da affidare al giudizio dei
posteri, ed espletata tutta
la procedura del passaggio
di consegne, il nuovo
Parroco, il quarantaduen-
ne Don Giovanni Anatole
Sabw Kanjang (nella foto),
nativo della Repubblica
Democratica del Congo
(nazione assai tribolata da
sciagurati eventi bellici e
da lotte intestine che
hanno impoverito la labo-
riosa popolazione) inizia la
sua difficile missione di
servo di Dio nella comunità
dei fedelissimi devoti della
Madonna Addolorata di
Sant'Agostino.
II nuovo Parroco pre-
senta credenziali di tutto
rispetto nello specifico spi-
rituale. Sin dalla tenerissi-
ma età ha avvertito i
segnali del progetto di Dio.
Vanta il possesso di
una laurea ed è dotato di
un bagaglio culturale di
grande spessore.
Dall'anno 2000 è impe-
gnato nella preparazione di
una seconda tesi di laurea
in Teologia Patristica pres-
so l'istituto Pontificale
"Augustinianum" di Roma.
Affascinato dalla vita
ferenze, la fame, i di- sagi e
i lunghi avventurosi per-
corsi di oltre 300 Km. fatti
a piedi, nel tormento del
caldo africano. Tormenti
che soltanto la vocazione,
la fede e l'amore di Dio pos-
sono lenire.
L'assegnazione di un
così importante incarico
quale quello di Parroco del
Santuario di Sant'Agostino
compenserà i sacrifici di
Don Giovanni che ha tro-
vato conforto ed incorag-
giamento nell'operare nel
sociale e dovunque per lo
svolgimento del suo mini-
stero di Presbitero nel
generoso e laborioso quar-
tiere della Marina.
Si è fermamente con-
vinti che l'assegnazione di
un uomo di colore, quale è
Padre Giovanni per la
comunità di S. Agostino è
motivo di privilegio per
dimostrare, al mondo l'uni-
versalità della Chiesa che
non guarda il colore della
pelle.
I fedeli tutti hanno
entusiasticamente accetta-
to la bonarietà, l'affabilità e
la semplicità del nuovo
Parroco nelle spiegazioni
del Vangelo che lo rende
immediatamente compren-
sibile.
Camillo Vecchio
condotta dai missionari
belgi, di religione cristiana,
frequenta assiduamente la
chiesa trovando gli stimoli
della vocazione.
Cresciuto in una fami-
glia Cristiana viene inco-
raggiato dagli stessi genito-
ri. e Giovanni entra in
seminario minore nel
1973. Poi, nel 1977 in
Seminario maggiore
(Filosofìa).
Nel 1981 nella facoltà
di teologia a Kinshasa,
consegue la licenza in teo-
logia dogmatica.
Il 5 maggio del 1985 è
ordinato sacerdote a fronte
di sacrifici immensi, ove si
pensi alle distanze che
separano il proprio paese
dagli istituti.
Nei ricordi di Padre
Giovanni riaffiorano le sof-
8 - Ottobre 2002 Stor ia La Vedetta
20 giugno 1940. Affonda il sommergibile Tra le figure da recuperare alla memoriastorica di questa comunità, c'è senz'altroquella di Angelo Parla, comandante delsommergibile Diamante, affondato al largodi Tòbruk il 20 giugno 1940. Parla, sicilianodi Licata, si iscrive a pieno titolo nellalunga serie di ardimentosi e sfortunatiuomini di mare, rimasti insepolti sul fondoper guerra o naufragio. Ha trentatre anni: lasua vita è un contributo, nella specie, allapatria italiana. (c.i.)
CARMELO INCORVAIA
Una caldissima gior-
nata quel 20 giu-
gno 1940, in tutto
il Mediterraneo. Sono
appena trascorsi dieci
giorni dalla dichiarazione
di guerra consegnata agli
ambasciatori di Gran
Bretagna e Francia che
segna l'inizio del conflitto,
e dal discorso di
Mussolini, dal balcone di
palazzo Venezia, a Roma,
sull'ora delle decisioni
irrevocabili.
Il Diamante è uno dei
centodiciassette sommer-
gibili - circa il doppio
della Germania -, che
fanno di quella italiana la
più grande flotta sottoma-
rina del mondo. Al
comando di Angelo Parla,
tenente di vascello della
Regia Marina, è di rientro
dalla prima missione di
guerra alla base di
Tòbruk. Dipende dal
comando navale Libia di
Bengasi, diretto dal con-
trammiraglio Bruno
Brivonesi, e fa parte della
62^ squadriglia del VI
gruppo sommergibili, con
il Topazio, il Nereide, il
Galatea, tutti classe 600
serie Sirena, e il Lafolè.
Del tipo costiero, in
perfetto funzionamento, è
stato impostato nei can-
tieri Tosi di Taranto l'11
maggio 1931, varato il 21
maggio 1933 e consegna-
to il 18 novembre 1933.
In emersione disloca 681
tonnellate e, in immersio-
ne, 842. L'armamento è
costituito da quattro tubi
lanciasiluri prodieri e due
poppieri da 533 mm, un
cannone prodiero da
100/47 e due mitragliere
da 13,2 mm. I dodici silu-
ri ad aria compressa in
dotazione sono stati fab-
bricati dalla Whitehead di
Fiume. Manca una cen-
tralina meccanizzata per
il calcolo degli elementi di
lancio, ma il comandante
è un ottimo matematico e
si è addestrato a dovere.
Lo scafo semplice,
con controcarene esterne,
presenta la forma a squa-
lo caratteristica del tipo
Bernardis. La manovrabi-
lità risulta però bassa,
come bassa risulta anche
la velocità di immersione.
Lungo 60,2 metri e largo
6,45, pescaggio: 4,2, pro-
fondità di collaudo: 80,
possiede due motori die-
sel Tosi da 675 cavalli
vapore e due elettrici
Marelli da 400, che gli
imprimono una velocità
massima, in superficie, di
14 nodi e, sott'acqua, di
7,7.
L'autonomia, che è
rispettivamente di 4.880
miglia a 8,5 nodi e di 72
miglia a 4 nodi, scende a
2.880 miglia a 12 nodi in
superficie ed a sole 7
miglia a 7,5 nodi in
immersione. L'assenza
d e l l ' e c o g o n i o m e t r o
costringe in immersione,
sotto quota periscopio, e
in superficie, nelle notti
senza luna, a navigare
praticamente ciechi.
Tòbruk nel 1940 è
una cittadina di 4.130
abitanti. Occupata dagli
italiani fin dai primi di
ottobre del 1911, è il cen-
tro principale della
Marmarica, sul collo della
penisola che delimita il
profondo golfo omonimo.
Il porto, nel quale sporge
il molo, lungo 3,8 km,
largo 1,2, molto profondo,
difeso da tutti i venti, è
tra i migliori della Libia e
di tutta l'Africa settentrio-
nale.
La piazzaforte aerona-
vale italiana riveste gran-
dissima importanza stra-
tegica, perché offre la
possibilità di interferire
efficacemente sia su
Alessandria d'Egitto sia
su Creta, e lungo quella
fascia Marmarica-Creta
che i nocchieri e gli stori-
ci d'oltremanica chiama-
no �bomb alley�, il �corri-
doio delle bombe�.
*****
Angelo Parla è nato a
Licata il 9 dicembre
1907 da Antonio e
Tommasa Muscia, nella
casa paterna al numero
62 di corso Vittorio
Emanuele II, l'antico
Piccolo Càssaro. Conclusi
gli studi liceali, ha fre-
quentato l'Accademia
Navale di Livorno. Nel
1929, a ventidue anni, è
stato guardiamarina a La
Spezia. E' persona sem-
plice e leale, dotata di
profonda umanità. La sua
vita è il mare, il suo
mondo la Marina. E'
attratto particolarmente
dai sommergibili e affa-
scinato dalla vita sott'ac-
qua.
Il comandante Parla
con il Diamante ha parte-
cipato allo sbarramento al
largo di Sollum, program-
mato per l'inizio delle ope-
razioni di guerra ed effet-
tuato insieme con i som-
mergibili Lafolè, Topazio e
Nereide. I quattro battelli,
a distanza di venti miglia
l'uno dall'altro, in posizio-
ne a partire dal punto a
trenta miglia dalla costa
su rilevamento 30° da
Ras Azzaz, si sono mossi
a protezione dei porti cire-
naici, eventualmente
intercettando naviglio
nemico sulla rotta
Alessandria d'Egitto-
Malta.
Il Diamante si è poi
spostato nelle acque vici-
ne alla base, con l'ordine,
da parte di Maricosom - il
comando sommergibili -,
di rientrare, navigando in
superficie, il mattino del
20 giugno. Ora è in
appuntamento con il
destino. A trenta miglia a
nord del porto di Tòbruk,
posizione 32° 35� latitudi-
ne nord, 24° 10� longitu-
dine est, lo attende, in
tadue.
Trasferito nel maggio
1940 da Wei Hai Wei nel
mar della Cina - provincia
nordorientale dello
Shantung -, il Parthian è
di base ad Alessandria
d'Egitto con altri nove
sommergibili. Sono i dieci
cosiddetti �cinesi�. Tre
sono già stati affondati da
unità italiane. L�Odin -
classe O -, al comando del
capitano di corvetta K. M.
Woods, il 12 giugno, mez-
z'ora prima della mezza-
notte, nel golfo di
Taranto, a quaranta
miglia al largo di capo
San Vito, è stato colpito
dalle bombe di profondità
del cacciatorpediniere
Strale e poi, alle 02.00 del
13, a nove miglia di
distanza, finito dal cac-
ciatorpediniere Baleno. Il
Grampus, al comando del
capitano di corvetta C. A.
Rowe, il 16 giugno, al
largo di Augusta-
Siracusa, è stato a sua
volta centrato dalle torpe-
diniere della 13^ squadri-
glia Circe, Clio e Pollùce.
Infine l�Orpheus, il 19 giu-
gno, proprio al largo di
Tòbruk, è stato martellato
dal cacciatorpediniere
della 1^ squadriglia
Turbine.
Il Diamante fila ele-
gante prima in affiora-
mento, con la torretta
fuori, a pelo d'acqua, poi
tutto in superficie, con le
vedette regolarmente in
plancia. All'orizzonte,
libero, solo acqua e cielo
limpidissimo, senza
nuvole, e gabbiani affuso-
lati dalle ampie ali bian-
che bordate di nero. La
velocità si aggira sugli
undici nodi. C'è bisogno
di massicce quantità di
aria per i due diesel ter-
mici, usati sia per la pro-
pulsione in superficie che
per caricare le enormi
batterie dei due motori
elettrici.
Gli uomini sono tran-
quilli. L'occasione è
buona per respirare un
po' di aria fresca e liberar-
si dell'odore di nafta.
Parla è però pensieroso. Il
suo intuito di marinaio gli
suggerisce che qualcosa
non va per il verso giusto.
Avverte come un presenti-
mento. Pensa alla
mamma a Licata e alla
fidanzata in Toscana.
L'orologio segna alcuni
minuti alle 13.00. Ancora
un paio di ore, comun-
que, e il battello sarà in
base, al sicuro. Il mare è
calmo, senza vento, il sole
forte e gradevole, la luce
del giorno piena.
In zona scivola anche
il Parthian. Il giorno
prima ha attaccato senza
successo l'incrociatore
corazzato italiano San
Giorgio, lanciandogli
addosso due siluri fortu-
nosamente impigliatisi
nelle reti di protezione
stese tutt'intorno allo
scafo. I siluri sono corsi
dritti e sicuri, ma nulla da
fare: la fortuna, che in
mare è sempre essenziale,
questa volta ha girato a
favore degli italiani.
Emerso nella notte, il
sommergibile si è mosso
verso ovest, in direzione
parallela alla costa cire-
naica. L'equipaggio è
deluso. Il mancato affon-
damento del San Giorgio
pesa. Il comandante ce
l�ha messa tutta e i lanci
sono stati perfetti. A mez-
zanotte, comunque, dalla
radio è pervenuto un
segnale, che è una nuova
sfida, da non perdere: un
sommergibile nemico è
stato appena individuato
�returning to Tòbruk�, �di
ritorno a Tòbruk�
(Anscomb 1957, 58).
Il battello britannico
ha prontamente invertito
la rotta, virando verso il
previous billet, il �prece-
dente covo�, fuori Tòbruk.
Prima che spuntasse l'al-
ba, si è poi immerso e
acquattato, in assetto
silenzioso. Paziente, ha
atteso ore ed ore. Adesso,
�At thirteen hundred�, 'alle
tredici', in quota, l'ufficia-
le di guardia alza appena
il periscopio binoculare di
ricerca, estendendone il
campo visivo fino allo
zenit: uno sguardo rapi-
do, e si fa buio in volto.
Ha avvistato un "long, low
object bearing dead
ahead", 'un coso lungo e
basso che avanza proprio
di fronte' (Ivi, 59).
Rimington si precipi-
ta, di volata, nella control
room, la 'camera di
comando'. L'Asdic, come i
britannici chiamano l'eco-
goniometro - gli america-
ni lo chiamano sònar -,
che è potente ed altamen-
te sofisticato, conferma la
presenza dello scafo. Il
comandante è capace ed
esperto. Si prepara all'at-
tacco, con scrupolo. Sa
che l'uso del solo sònar
presenta un'alta percen-
tuale di rischio: too many
misses, 'troppi i colpi
mancati'.
Sa anche che gli equi-
paggi italiani sono temibi-
li e soprattutto sprezzano
il pericolo, e che i loro
sommergibili, come quelli
tedeschi dell'ammiraglio
Karl Doenitz, spesso ope-
rano in muta, come fosse-
ro un branco di lupi. Si
assicura che, in area, non
si muovano altre unità e
che il bersaglio sia isola-
to. Ha individuato il
nemico per primo ed è in
vantaggio: lo vuole sfrut-
tare al massimo.
Seguiamo Anscomb
nella sua testimonianza
dal Parthian. Gli ordini
del comandante risuona-
no in one breath, 'd'un
solo soffio', concisi e sec-
chi: "Action stations",
'posto di combattimento';
poi "Blow up one, two,
three and four tubes!",
'aprire tubi di lancio uno,
due, tre e quattro' (Ivi,
agguato, il sommergibile
Parthian (75P) della Royal
Navy britannica. Al suo
comando c'è, dal mese di
aprile, il Lieutenant
Commander, �capitano di
corvetta�, M. G.
Rimington, alla prima
missione nel
Mediterraneo; secondo di
bordo è il tenente di
vascello H. D. Verschoyle.
Il battello britannico è
del tipo oceanico o di
grande crociera, adatto
alla guerra di corsa a
largo raggio. Non moder-
nissimo, ma efficiente,
impostato nell'arsenale
della Royal Dockyard di
Chatham, nel Kent, è
stato varato il 22 giugno
1929 e consegnato il 16
ottobre 1930. Lungo 88,4
metri, largo 9,12, pescag-
gio: 4,9, disloca tonnel-
laggio assai elevato: 1.760
in superficie, 2.040 in
immersione, con velocità
massima rispettivamente
di 17,5 nodi e 8,6.
L'armamento di arti-
glieria è costituito da un
pezzo da 4", due mitra-
gliere, sei tubi di lancio
prodieri e due poppieri da
21". I sedici siluri in dota-
zione, fabbricati dalla
Vickers Armstrong di
Weymouth, sono eccel-
lenti e, grazie al motore
elettrico Brotherhood,
non presentano i diffusi
problemi di funzionamen-
to di quelli, tra le altre,
delle marine tedesca e
americana.
L'autonomia consente
fino a 10.500 miglia per
quaranta giorni, mentre
le batterie di elevata
capacità assicurano una
lunga permanenza in
immersione. L'equipaggio
comprende sei ufficiali e
quarantasette tra sottuffi-
ciali e comuni. Tra gli
altri, presta servizio a
bordo Charles Graham
Anscomb, capo di prima
classe.
Anscomb nella sua
a u t o b i o g r a f i a ,
Submariner, �Il sommergi-
bilista�, 1957, aprirà
squarci straordinari sulla
vita sott�acqua.
Descriverà, tra l'altro, gli
ultimi momenti del
Diamante e sarà testimo-
ne dell'affondamento del
suo successivo sommer-
gibile, il Tempest, che
sarà provocato il 13 feb-
braio 1942 nel golfo di
Taranto dalla torpedinie-
ra italiana Circe, dopo un
impossibile inseguimento
e con il recupero finale,
da parte italiana, di venti-
tre membri dell'equipag-
gio britannico su sessan-
Il comandante Angelo Parla in una foto cartolina del1929 inviata alla madre con questa dedica: �Alla caramamma, la mia ricompensa, il mio affetto, il mio costan-te pensiero. Spezia, 1 novembre 1929. Angelino.�
La Vedetta Stor ia Ottobre 2002 - 99
Diamante del comandante Angelo Parla59). Range, 'distanza', e
bearing, 'direzione', ven-
gono comunicati all'elet-
troartificiere addetto alla
fruit machine, la 'macchi-
na della frutta', come i
marinai chiamano la cen-
tralina di lancio. Il peri-
scopio viene ammainato,
la prora si inclina e, in
immersione rapida, il
sommergibile si tuffa fino
a venti metri di profondi-
tà, a tutta velocità in dire-
zione del bersaglio. I
motori quindi rallentano.
Nuovamente in quota, è
alzato il periscopio mono-
culare di combattimento,
sottilissimo e più sicuro.
Il bersaglio è lì di
prora, la fiancata destra
interamente in vista, a
quattrocento metri, esat-
tamente secondo i calcoli
di Rimington. Il coman-
dante britannico, come,
d'altra parte, il suo avver-
sario, è un eccellente
matematico - gli uomini
dicono che è dotato di un
cervello ice cold, 'freddo
ghiaccio' -. Ha calcolato
mentalmente velocità,
distanza e rotta del bersa-
glio, e ne ha ricavato l'an-
golo di mira.
L'elettroartificiere confer-
ma i dati.
Gli uomini, tesi, sono
pronti, al loro posto.
�Bring tubes one, two,
three and four to the
ready!�, 'preparare tubi
uno, due, tre e quattro!'.
Il Parthian è sulla precisa
rotta di lancio. Rimington
dà l'ultimo sguardo al
periscopio, poi "Fire",
'fuoco!'. "Four torpedoes",
'quattro siluri', lasciano i
tubi prodieri in successio-
ne, ad intervalli di tre
secondi ciascuno (Ivi).
Corrono rettilinei, uno
dietro l'altro. Per i mari-
nai è una pausa di ago-
nia, senza respiro.
Il comandante Parla è
di malumore. Avverte di
essere stato scoperto e di
trovarsi sotto tiro, in
situazione di grave peri-
colo. Non ha tempo.
Ordina immediatamente
di tuffarsi sott'acqua, in
immersione rapida. Le
vedette in plancia hanno
già individuato la scia dei
siluri in avvicinamento.
Ma è tardi.
Il Diamante subisce
una tremenda esplosione.
Anscomb, dall'interno del
Parthian, sott'acqua, rife-
risce: �A hit! Three
seconds. Another hit�
Three hits! � There came
yet another explosion. All
four had hit�, 'Un colpo!
Tre secondi. Un altro
colpo � Tre colpi! Ecco
ancora un'altra esplosio-
ne. Tutti e quattro a
segno' (Ivi, 59-60).
Quattro colpi su quattro!
Ci sembra di vedere lo
scafo italiano sollevarsi
quasi in verticale, poi
ripiombare di schianto
sulla pancia con tonfo
enorme. La manovra,
lenta, è comunque andata
a vuoto. Pochi secondi e
ci sembra di vedere, per
l'ultima volta, il Diamante
che, lanciatosi con la
prora in un balzo stranis-
simo in avanti, si adagia
sul fianco sinistro,
inghiottito in un grande
vortice. Ancora un attimo
e il grande sudario del
mare torna a stendersi. I
gabbiani in volo strillano
rauchi.
Rimington, che, lan-
ciati i siluri, si è rapida-
mente inabissato, ora
alza il periscopio monocu-
lare e fa un giro d'orizzon-
te. Sorride mesto.
Rassicuratosi, impartisce
ordini di affiorare. Il capo
Anscomb e il segnalatore
Bush si istallano nella
conning-tower, la 'torret-
ta'. Lealmente si cavano
gli occhi alla ricerca di
eventuali superstiti.
Agguantano le life-lines,
le 'sàgole di salvataggio',
pronte da lanciare. Ma è
inutile. Nessuno dei qua-
rantatre uomini del som-
mergibile italiano - cinque
ufficiali con il comandan-
te e trentotto sottufficiali
e comuni - si è salvato.
Hanno appena avuto il
tempo di rivolgere un
pensiero alle persone care
o di formulare una pre-
ghiera al Dio degli abissi.
Anscomb registra un'ulti-
ma esplosione, più gran-
de delle altre, assordante.
E' la quinta, finale. Il
Diamante deve essere a
pezzi letteralmente, in
frantumi.
Il sommergibile bri-
tannico, incolume e indi-
sturbato, si allontana,
scendendo lesto in pro-
fondità. Resterà sott'ac-
qua per il resto della gior-
nata. Emergendo in
superficie a notte inoltra-
ta, il comandante
Rimington riferirà al
quartier generale di
Alessandria d'Egitto by
wireless, 'per radio'. E' il
primo successo della
Royal Navy nel
Mediterraneo.
Nella ricostruzione
dell'affondamento, abbia-
mo seguito il sottufficiale
Anscomb, che risulta a
tutt'oggi l'unica fonte
testimoniale disponibile.
Ci rammarichiamo, non-
ostante i diversi tentativi
con l'ufficio storico della
Royal Navy, di non essere
riusciti ad ottenere una
trascrizione del giornale
di navigazione del
Parthian. Sappiamo che
per un sommergibile indi-
viduare e colpire un altro
sommergibile è cosa ecce-
zionalissima. Sappiamo
anche che centrarlo con
quattro siluri a bersaglio
su quattro è poi un mira-
colo, senza precedenti
nella storia delle Marine.
Confessiamo, con la
massima onestà, di nutri-
re qualche perplessità sul
numero dei siluri.
Abbiamo il conforto in
questo di ufficiali di mari-
na qualificati ed esperti
quali, tra gli altri, il
comandante Salvatore
Romano e l'ammiraglio di
squadra Vittorio Patrelli
Campagnano. Romano
rileva testualmente che
"un comandante di som-
mergibile, con una dota-
zione massima di sei silu-
ri prodieri pronti per il lan-
cio, non ne spreca normal-
mente quattro contro un
bersaglio relativamente
piccolo e facile quale un
sommergibile".
Da parte sua, l'ammi-
raglio Patrelli, che ha
conosciuto e ricorda per-
fettamente il comandante
Parla, conferma. Durante
la seconda guerra mon-
diale ha comandato, con
il grado di tenente di
vascello, il sommergibile
Platino, leggermente più
grande e moderno del
Diamante, compiendo
imprese irripetibili. Oggi è
attivamente impegnato,
per conto dell'ufficio stori-
co della nostra Marina,
nella revisione delle pub-
blicazioni riguardanti la
guerra dei sommergibili
nel Mediterraneo nel
periodo 1940/43. Alla
luce delle ricerche e delle
documentazioni di cui si
comincia a disporre, gra-
zie anche alla collabora-
zione delle altre Marine,
esse risultano spesso
zeppe di errori e di discor-
danze.
E' lecito supporre -
non ce ne voglia
Anscomb, che abbiamo
seguito con rispetto e
anche gratitudine - che i
siluri siano pertanto stati
solo due, a meno di un
accanimento puntiglioso
di Rimington a seguito
dell'insuccesso con l'in-
crociatore San Giorgio.
Intanto sul molo di
Alessandria, l'ammiraglio
Andrew Brown
Cunningham, grande
stratega della guerra
navale e comandante in
capo della flotta britanni-
ca del Mediterraneo, si
congratulerà personal-
mente con l'equipaggio e
con il comandante. E'
stato il primo colpo signi-
ficativo alla Regia Marina
nel mare di casa, alias
Mare Nostrum.
Al Parthian, a
Rimington e all'equipag-
gio verrà assegnato il
Gallantry Award, il
'Premio dell'ardimento',
con menzione sulla
London Gazette dell'11
settembre 1940. Al
comandante Parla i
docenti della direzione
didattica di Licata intito-
leranno il plesso scolasti-
co di via Carso, oggi
annesso all'Istituto
Comprensivo Salvatore
Quasimodo.
*****
Durante la seconda
guerra mondiale
sono stati novanta
i sommergibili italiani
affondati: di essi dieci nel
solo giugno del 1940,
primo mese di guerra.
Con il Diamante, in asso-
luto il secondo della serie,
si ritrovano il Provana, il
Galileo Galilei,
l'Evangelista Torricelli, il
Galvani, il Liuzzi,
l'Argonauta, l'Uebi
Scebeli, il Rubino e il
Macallè, quest'ultimo
primo della serie, colpito
nel Mar Rosso il 15.
Numerosi risultano anche
i sommergibili della Royal
Navy britannica che non
torneranno più in superfi-
cie: tra essi lo stesso
Parthian, il cui comando è
stato assunto dal tenente
di vascello C. A. Pardoe.
Atteso l'11 agosto 1943 a
Beirut, in Libano, non è
mai rientrato: si presume
che sia stato distrutto da
una mina italiana al largo
di Brindisi, nel basso
Adriatico, attorno al 6
agosto.
Gli scafi giacciono sul
fondo del mare. Bare di
acciaio, testimoniano lo
spirito di abnegazione di
equipaggi e comandanti.
Angelo Parla riposa con i
suoi marinai. Alla memo-
ria sua e degli altri prodi,
tutti gli anni, il mattino
del 20 giugno, una genti-
le, anziana signora, dal
Cuore di Gesù di Licata,
all'estremità del molo di
levante, getta in mare,
ancora oggi, una mancia-
ta di fiori.
NOTE1. Il volume di Charles
Anscomb - 1957,
Submariner. Foreword by
Vice Admiral Sir Sidney
Raw, London: William
Kimber -, è stato messo a
disposizione da Dave
Hanson dello
Hansonclan.co.uk.
2. Le specifiche della
classe 600 e gli aspetti
tecnici della nota sono
stati utilmente discussi
con Salvatore Romano,
che ha fornito un contri-
buto prezioso di notizie e
suggerimenti.
3. La fotografia del
comandante Parla è stata
fornita dal nipote, Alberto
Parla.
4. La foto del Sirena è
stata attinta dall�ufficio
storico della Marina
Militare italiana.
5. La traduzione dei
brani e termini inglesi è di
Ilaria Incorvaia.
La Vedetta cortesemen-
Nella foto il sommergibile �Serena� stessa classe del �Diamante�.
La VedettaI t iner ar i de l la memor ia1100 - Ottobre 2002
NELLE EDIZIONI LA VEDETTA
* Calogero CARITA', La chiesa di Sant'Angelo e la festa di mag-gio a Licata, Licata 2000, pp. 128, foto 55, Euro 10,00* Calogero CARITA', Gli Spina. Una famiglia di artisti e di let-terati, Licata 1998, pp. 120, foto 77, Euro 10,00* Calogero CARITA', Il porto di Licata - la storia e i problemi,Licata 1984, pp. 101, tav. e ill. , Euro 10,00* Calogero CARITA', Pittori agrigentini del 600-700, Licata1991, pp. 251, foto, Euro 18,00* Calogero CARITA', Rosa Balistreri, l'ultima cantastorie,Licata 1996, pp. 48, Euro 5,00* Carmela ZANGARA, 10 Luglio 1943 - Le testimonianze deiLicatesi, Licata 2000, pp. 200, foto 22, Euro 12,00* Nino MARINO, Libriceddu di Paisi (antologia lirica), Roma1976 - Licata 1987, pp. 152, Euro 5,00* Vincenzo LINARES, I Racconti Popolari, Palermo 1840-Licata 1998, pp. 232, tavole, Euro 12,50* Gaetano LINARES, Alcune parole sul vero sito di Gela inLicata, Palermo 1845 - Licata 1998, pp. 64, Euro 5,00* Giuseppe CANNAROZZI, Dissertazione accertante la situa-zione delle due antiche città Gela e Finziade, Licata 1870 - Licata1998, pp. 48+155 ill., Euro 15,00* Luigi VITALI, Licata città demaniale, Licata 1909 - Licata1998, pp. 350, Euro 15,00* Gaetano DE PASQUALI, Ristretto della Storia di Sicilia,Palermo - Licata, pp. 126, Euro 10, 00* Matteo VECCHIO VERDERAME, Ricordi Patriottici, Licata1911 - Licata 1987, pp. 48, foto, Euro 5,00 * John HERSEY, Una campana per Adano, (Una storia avve-nuta a Licata dopo il 10 luglio 1943), New York 1945 - Licata1989, pp. 384, foto, Euro 10,00* Angelo CELLURA, I nonni raccontano (Curiosità e proverbiin dialetto licatese) - Naro 2002, pp. 288, foto, Euro 15,00
I volumi possono essere richiesti direttamente allaRedazione de La Vedetta versando la somma sul ccp 10400927 oinviando la somma con un assegno circolare intestato LaVedetta. Per gli abbonati in regola lo sconto del 10% se i volumisaranno ordinati singolarmente, per più copie lo sconto del 20%.
POETI LICATESI
IL SOMARO ASTRATTISTA(favola) *
Un vecchio somaro malandatoNon sapendo ormai cosa fare,dato che non era più buono a lavorare,brigò per potere diventare pensionato.
"Ho lavorato tutta la vita,ho portato addosso il peso della soma,ed ora che son vecchio diventato,no mi spetterebbe d'esser compensato?"
Fece la domanda tutta regolare,comprò francobolli e carta bollata, ma poi, al momento di firmare,il nome suo s'era già dimenticato.
Lo vide un pittore astrattista,assai quotato e pure molto in vista,che ridendo gli disse: " Che vuoi fare?Ma non vedi che sei solo un gran somaro?Io piuttosto ti potrei abilitare.
A dispetto del lavoro che hai semprefatto, ti farò passare gli ultimi tuoi giorni,più onorato da tutti e rispettato.Vieni con me nello studio mio,t'insegnerò come si sa a pittàre!"
E avendogli intinta la coda nel colore,gli fece imbrattare tutte le sue teleche diventarono meravigliosi capolavori.
La morale vuol dire��che da vecchi e malandati, si vorrebbe ripo-sare, ma la vita ancor ci può qual cosa riser-vare.
MARIA CANNARELLA DI SCUDERI* inedita
I miei rari, fugaci ritorni aLicata e la chiusura, in tempipiù o meno lontani, dellaChiesa Madre, per lavori direstauro, mi avevano impeditodi sapere, in questi lunghi annidi assenza, che la sua storicasacrestia non esiste più.
L'inattesa rivelazione è avve-nuta qualche mese fa, quandorimisi piede in quel luogofamiliare a noi ragazzi della fuassociazione �Pier GiorgioFrascati�. Entrando dalla anti-stante piazza Duomo, mi tro-vai sperduto in un dedalo di
corridoi e stanzette: era il visi-bile annientamento della sededella nostra Collegiata, lascomparsa di un patrimoniostorico che aveva testimoniatoi momenti preparatori delleliturgie del maggior tempiolicatese negli ultimi 150 anni.Lì convenivano i canonici e ipreti per indossare i paramentisacri per la messa cantatadomenicale e le grandi solen-nità della fede: la mozzettarossa i canonici, quella nera ipreti; lì osservavamo e senti-vamo il prevosto Curella, icanonici Palma, Manuguerra,Morinello, Baldino,Dominaci, Bennici, Postillo,Di Vincenzo e i preti Pianca,Frisicaro, FrancescoCammilleri, Lo Bracco. Manon è solo un amarcord.Quella sacrestia era un bene ditutta la città e della sua storia:meritevole, pertanto, di tutela.Con lei sono scomparsi nelnulla anche i numerosi ritrattia olio dei canonici dellaCollegiata che ne arredavanole pareti: trasferiti nella cap-pella dell�Immacolata, dettadel Maenza - mi disse il parro-co monsignor Castronovo -andarono in fumo nell�incen-dio che distrusse una partedell'archivio parrocchiale.Certamente c'erano anche iritratti dei prevosti del secon-do Ottocento, i cui nomi nonerano ignoti alla generazionedi mio padre: Urso, Pestritto,Santamaria. Nella grandestanza che precedeva la sacre-stia c�era, separata da unaparete in legno, l'ufficio par-rocchiale, dove giovani eragazzi ci riunivamo attorno apadre Pianca, cappellano par-rocchiale e assistente dell�as-sociazione giovanile cattolica.Una grande pala del venerabi-le padre Luigi La Nuzza(1591-1656), gesuita licatese,copriva quasi un intero muro.
Apprendiamo dal librettodi monsignor Curella �LICA-TA TRADIZIONALMENTECATTOLICA� (1960) chequesta sacrestia fu il risultatodi lavori intervenuti ad operadel parroco don CalogeroMarotta (1825-29), che porta-rono alla trasformazione delleaule dei canonici e dei man-sionari. Precedentemente essaera ubicata nella cappelladell'Immacolata. Consta chegià nel 1946 si cominciarono aprogettare alcune varianti perfar posto alla casa canonica eai nuovi uffici parrocchiali,ma dovevano essere vagheipotesi. I lavori cominciaronoqualche anno dopo il pensio-namento di monsignor Curella(1955) o, forse, dopo la suamorte (1962?) e continuarono,in fasi diverse e con alternevicende, negli anni che segui-rono, sino oltre al 1970. Midicono che erano tempi in cuiogni parroco seguiva i suoipersonali disegni senza chenessuno, prete o laico, interve-nisse per opporsi o, quantomeno, consigliare. Eppure sitrattava di un importante bene
storico. Basti pensare a tuttol�arredo ligneo che l�adorna-va: gli stipetti dei canonici edei preti del Capitolo, dispostilungo le pareti con, mi pare,gli annessi ripiani. Che cosa èavvenuto di tutto questo?Nessuno sa niente. Come si faa giustificare tanta indifferen-za ai vari livelli ecclesiali?Come mai non si è levataalcuna voce contro la elimina-zione di un pezzo di storiadella chiesa licatese? D�altraparte, non è l'unico caso, se sipensa che la medesima sorte ètoccata alla sacrestia dellachiesa di San Francesco, che èancora lì con i suoi muri, madepredata di tutto il suo bel-l'arredo ligneo, compreso untavolo massiccio sul quale ifrati francescani conventualiavevano inciso, ad avverti-mento dei celebranti frettolosi,il monito: �QUI MISSAMPRAECIPITAT IN INFER-NUM PRAECIPITAT�.
Purtroppo, la comunitànon ha saputo apprezzare ilvalore sociale ed etico di quelbene, non lo ha sentito comesuo bene. Ma è rimasto assen-te anche lo Stato che avrebbedovuto rivendicarne la tutela.A meno che non si dica chequella sacrestia, quegli arredi,quei quadri non avevano alcunvalore storico, che non si trat-tava di un patrimonio cultura-le. Ma nessuno oserebbe tanto.
La funzione degli oggetticostituenti il patrimonio stori-co è di primaria importanzaimportanza e non può esseresubordinata a funzioni di utili-tà contingente; questi beni nonsono alienabili in quanto sog-getti a vincolo. Anche se inquegli anni non era ancora dif-fusa una cultura della lorovalorizzazione, non ci volevaun acume eccezionale percapire che quel luogo era un
valore identitario della comu-nità. Ma mancò la sensibilitànecessaria e così fu sottrattoalla città per fini, pur legittimi,per i quali si sarebbero dovutetrovare soluzioni che ne pre-servassero l'esistenza. La cul-tura giuridica italiana alriguardo ha un precedente, lalegge 1089 del 1939, che sibasa su due elementi: primo,che il patrimonio culturale è
proprietà pubblica e va pro-mosso dallo Stato, mediante laricerca e la tutela, secondo cheesso va inteso come un insie-me inscindibile distribuito nelterritorio nazionale. E non sipuò dire che per bene cultura-le debba intendersi, come siriteneva un tempo, soltantociò che è esteticamente impor-tante, non si deve cioè pensarea Michelangelo e a Tiziano,ma ha rilievo tutto quantoattiene a testimonianze di sto-ria, di civiltà, di cultura, quin-di a fenomeni che risultanoimportanti nel contesto di unadocumentazione storica.Certo, si tratta di un processodi elaborazione culturale chesi è sviluppata negli ultimidecenni, ma nel caso dellaMatrice il valore di quel benenon poteva non essere nellacoscienza delle persone piùpensose e attente alla storiadella nostra città: solo chehanno lasciato fare a chi, nonavendo questo legame, hasacrificato un interesse storicoad uno utilitario, sicuramentepiù debole.
Oggi si è fatta strada unaforte coscienza della tutela deibeni culturali presenti nellechiese: si fanno inventari, sipongono in essere strumenti didifesa contro i ladri, si mobili-tano le forze dell'ordine per ilrecupero di quanto viene sot-tratto. Un articolo-dossier di�AVVENIRE�, il giornaledella CommissioneEpiscopale Italiana, ha dedica-to, il 13 aprile scorso, unapagina ai �ladri di chiese�.
La scomparsa di un patrimonio storico
La sacrestia della Chiesa Madre�Quod non fecerunt barbari, fecerunt Barberini�. Nel caso
nostro i barbari potrebbero essere i piemontesi che requisiro-no chiese e conventi, senza nulla distruggere, anzi. I Barberini,peraltro fa anche rima, sono i "parrini", i preti, ovviamentenon tutti, ma alcuni che non hanno avuto il minimo di sensi-bilità verso l'arte e verso un patrimonio artistico che andavacustodito e valorizzato. E sono bastati in pochi a provocaredanni irreparabili al patrimonio artistico licatese. Quello dellasacrestia della chiesa Madre non è che un piccolo episodio.Citiamo ad esempio la spoliazione prima di tutto il corredopittorico ed artistico della chiesa della Badia e la successivaalienazione della stessa. La spoliazione di tutto il parametroligneo dipinto della chiesa del Collegio, di jus patronati dellafamiglia Serrovira, e la scomparsa dei quadroni delProvenzani, la manomissione dell'altare ligneo della cappelladel Crocifisso della Chiesa Madre, la destinazione a magazzi-no della cappella del Maenza, diventata sede dell'archivio sto-rico parrocchiale e della quadreria della Collegiata, andatidistrutti a seguito di un incendio, la manomissione della cap-pella di Sant'Angelo, la ridipintura da parte di un artigianolocale di alcuni dipinti di Sant'Angelo e della Carità, la spari-zione di tutti gli organi dalle chiese licatesi, la distruzione dellachiesa di San Calogero e della Chiesa di Santa Maria, l'alie-nazione di tutte quelle chiese di confraternita della Marinache davano fastidio al territorio della chiesa Madre, la spari-zione di dipinti, arredi sacri e paramenti, la manomissione delfonte battesimale della chiesa Madre, la scomparsa di reli-quiari e cornici di dipinti dalla chiesa di San Francesco. Ladistruzione della chiesa di Monserrato. Potremmo fare unlungo ed interminabile elenco di crimini contro il patrimonioartistico della Chiesa licatese. Ovviamente non commessi daifedeli, ma da quanti avevano l'obbligo di custodirlo e di salva-guardalo. Con alcuni parroci abbiamo fatto una vera e pro-pria guerra, ma spesso ha vinto l'illegalità, la presunzione.L'articolo di Angelo Luminoso mi ha consentito questo sfogo.
C.C.
di Angelo Luminoso
Nella foto la Madonna del Latte già nella Cappella delMaenza, oggi nella Chiesa di San Paolo
Stor ia Ottobre 2002 - 1111La Vedetta
La tomba a tholos di viaMarconi potrebbe essere ilsepolcro del re di Creta,Minosse.
La conferma ci viene for-nita dalla individuazione, daparte dello studioso licateseCristoforo Cellura, di alcunisegni di scrittura incisi in alto,all�interno della vecchia portad�ingresso a trapezio, oggimurata ed altri sparsi lungo lepareti a varie altezze. Va ricor-dato che egli continua, ormaida più di trent'anni, incessante-mente e con successo le suericerche sulle antichità diLicata.
Già nell'ottobre del 1970aveva scoperto che tale monu-mento scavato nella roccia, ubi-cato in via Marconi, di fronteall'Ufficio delle II.DD., non eraun silos come erroneamenteprima era creduto, bensì unatomba di tipo miceneo detta �atholos� (= con la volta a cupo-la). In un suo studio prelimina-re pubblicato nel 1975 (Cfr. C.Cellura, Una tholos di tipo
miceneo in Licata, Licata 1975.In altri suoi scritti successiviavanzava anche l'ipotesi chetale monumento dovesse esserela tomba del re creteseMinosse), egli, infatti, oltre aduna dettagliata descrizione delmonumento, esponeva le ragio-ni per cui esso era da classifica-re come antico ipogeo sepolcra-le, risalente a circa 3250 annifa; in origine sicuramente con-cepito e realizzato per un talescopo, che poi, in altre epochesuccessive sia stato adibito edutilizzato per altre funzioni nonè certo da escludere.
Dopo ulteriori studi e mag-
giori approfondimenti volgen-do le sue ricerche in tutte ledirezioni, giunge, oggi, attra-verso l�esame di alcune fotoscattate allo stesso monumento,ad un fantastico risultato, allaincredibile scoperta di unaiscrizione ben determinante peruna conferma di quanto ipotiz-zato sulla natura dello stesso edil soggetto per cui venne edifi-cato.
Esaminando con la massi-ma attenzione le dette foto, inuna di esse il Cellura scorge deisegni grafici che, ad una accu-rata analisi, gli appaiono indi-scutibilmente appartenenti altipo di scrittura sillabica mice-nea in lineare B.
In una foto in particolare,si scorge una chiazza bianca,sembra di una sostanza gesso-sa, una parvenza di volto, unprofilo di donna, che guarda asinistra e che, incredibilmentecon il capo sembra quasi indi-care dove volgere l�attenzione,cioè giusto dove si trova incisala scritta che si vede sulla som-mità della porta.
In un primo momento ilCellura vi aveva individuatosoltanto cinque segni grafici inlineare B, con valenza sillabica.Nella fattispecie pare che la let-tura di tali segni dia adito a duepossibili particolarità, per cuimentre da una parte si può sup-porre un probabile andamentobustrofedico dell�iscrizione,per altro verso essa appare ana-grammata.
Questo sistema - dice ilCellura - anticamente, in certicasi era praticato, allorchè sivolesse mascherare o rendereenigmatica la lettura di certeiscrizioni onde evitare chepotessero rivelare quel che dicontro doveva rimanere segre-to. Nel nostro caso in particola-re - sottolinea il Cellura - sap-piamo che il sepolcro diMinosse doveva restare segre-to. Infatti narra Diodoro: �Poi
coloro che lo avevano accom-
pagnato nella spedizione sep-
pellirono splendidamente il
corpo del re, costruirono un
duplice sepolcro, e posero le
ossa nella parte nascosta, men-
tre in quella scoperta costruiro-
no un tempio di Afrodite.� I detti cinque segni di
scrittura individuati, giustappo-sti e interpretati dal Cellura:�Rendono, ad una trascrizionefonetica,�� - egli dice -
��una lettura siffatta: ��aMi-nwa-wi-jo� ~ ��a Mi-nu-wa-wi-jo�, da cui semplifican-do si ha: ��a Minuaioy�, checorrisponde al greco��Mivoiou�. Tale scritta, manon solo questa, pur se ancoraincompleta, risulta già suffi-ciente quale eccezionale esconvolgente testimonianza nelmondo scientifico, storico earcheologico, una prova defini-tiva esplicita e concreta atta adeterminare il nome, la localiz-zazione del suo sepolcro, equindi la presenza fisica inSicilia, quale personaggio stori-co realmente esistito, del miticomonarca cretese �Minosse�.
Aggiunge il Cellura: �Siha riscontro, in altri casi e inaltri luoghi, di tale nome chetroviamo reso in diverse forme,differenziate soltanto da alcunesemplici varianti: �Menwa�,�Menua�, �Me-nus�, �Minos�,(Mn(n)ws) = Mivos, infine �Mi-
nwa� della quale abbiamo unesempio in questa occasione. Ilnome di Minosse nella forma�Me-nwa�, invero, avevo giàavuto modo di cogliere qualcheanno addietro, in una revisione,rilevandolo in una delle iscri-zioni su colonna presso il tem-pio ipogeico Stagnone, semprea Licata, tra il corpus delleiscrizioni che avevo scoperto il29 Ottobre del 1977.� E prose-gue ancora dicendo: �Occorrechiarire che nel nostro casorisulta espresso al genitivo,sarebbe a dire: ��di Minosse�,per cui giungiamo alla conclu-sione certa che la attuale letturadebba essere considerata sicu-ramente incompleta e presume-re che vi siano altri segni grafi-ci ancora da individuare, sem-precchè, questi, non siano staticonsunti dall�usura del tempo.Per il momento, tengo a preci-sare che questa mia comunica-zione vuole essere soltanto unaprima immediata interpretazio-ne di questo importanti docu-menti epigrafici da rivedere ediscernere con maggiore pon-derazione al fine di evitareeventuali abbagli di sorta. Miriprometto di poter fornire inseguito altre notizie di piùampio respiro in una mia pros-sima pubblicazione per quantoriguarda la attuale scoperta, maanche di altro, come cennato,non meno importante, ma cheva anzi a connettersi incredibil-mente a questa.�
Nuova scoperta archeologica a Licata
La Tomba a tholos di via Marconipotrebbe essere il sepolcro di Minosse
Una conferma all'ipotesi già avanzata nel 1975 dallo stesso studioso lica-tese Cristoforo Cellura che oggi scopre una iscrizione micenea in lineareB sulla porta all'interno della tomba
Nel 16° anno della canonizzazione
Festeggiato SanGiuseppe Maria Tomasi
Sparito il manoscritto del 600 che raccoglieva i miracoli di Sant�Angelo.Negligenze e troppi silenzi omertosi su un documento di grande valorestorico che la chiesa Madre ha custodito per circa 350 anni.
L�Associazione Ignazio Spina ha denunciato la scomparsa del manoscritto ai Carabinieri
Sant'Angelo, martire car-melitano e protettore di Licata,non è assurto alla gloria deglialtari attraverso una normalecanonizzazione pontificia,come oggi siamo soliti vederequasi quotidianamente dacchéGiovanni Paolo II ha intesoaffollare l�Olimpo dellaCristianità, ma si guadagnò lasantità a furor di popolo. Sonostati i Licatesi a volerlo santo,sono stati i Licatesi ad edificar-gli una chiesa, che dovevaessere sontuosa, ma rimase ametà, sono stati sempre iLicatesi a dedicargli una pre-ziosa ed artistica arca reliquia-ria d'argento. E a significareche il Santo apparteneva allacittà e al popolo licatase, i giu-rati posero sulla grata della suacappella una grande aquilasveva con sul petto lo stemmadi Licata e fecero dipingeresulla balaustra dell'organo,parte rubato e parte svendutoalla fine degli anni cinquanta,lo stesso simbolo della città.
Ma quasi per regolarizza-re questa santità, agli inizi del1600 fu istruito a Licata unprocesso ecclesiastico per laraccolta dei miracoli diSant�Angelo. A registrare letantissime deposizioni davantial tribunale ecclesiastico fuchiamato il not. GiacomoMurci, licatese, fedelissimo aSant�Angelo. Tutte le deposi-zioni raccolte tra il 1625 e il1640 furono riunite in un pon-deroso volume, copia del qualefu inviato alla curia generaliziaromana dei PP. Carmelitani, unaltro rimase custodito gelosa-mente tra gli atti dell�arcipre-positura della chiesa Madre diLicata.
Questo prezioso mano-scritto oggi non esiste più. Pertantissimi anni era rimastogelosamente custodito nell�uf-ficio dell�arciprete mons.Giuseppe Bellino, unitamentead altri rari documenti cartaceie membranacei (manoscritti,antiche corrispondenze, verba-li della collegiata, processicontro preti, dispute tra clerosecolare e clero regolare, corri-spondenza con il regio castel-lano, bolle pontificie e vesco-vili). Lo abbiamo più volteconsultato, presente mons.Bellino, per trarne notizie perla Storia della Chiesa Madreche avevamo pensato di scri-vere e che abbiamo pubblicatonel 1977. Mons. Bellino morìnel 1976, lasciando al nuovoparroco don Giulio De Marcoil suo ufficio con tutto quelloche c�era dentro, carte di pococonto e documenti importanti,compresi i manoscritti di cuiabbiamo detto e quello suimiracoli di Sant�Angelo, cheabbiamo avuto ancora modo diconsultare prima che uscisse ilnostro libro per alcuni riscon-tri. Questi documenti non ave-vano nulla a che spartire conl�archivio (atti di battesimo,matrimonio e morti) che furo-no riuniti nella cappella del
Maenza dove bruciarono assie-me a tante opere d�arte.
Il nuovo parroco, donAntonio Castronovo, non ebbetra le consegne questi antichidocumenti. Il manoscritto si èvolatizzato? Le ipotesi sonodue o è stato rubato per incau-ta custodia (l�ufficio di donGiulio De Marco era diventatouna bottega, un porto di mare)oppure è stato irresponsabil-mente prestato a qualcuno,magari per qualche ricerca sto-rica, e non è stato mai più resti-tuito. Irresponsabilmente per-ché i manoscritti, in ogni caso,non si prestano. E se, malaugu-ratamente ciò è avvenuto, èstato un delitto non pretender-ne la riconsegna.
Ma sin qui nulla di grave,anche se il danno era stato giàfatto. Quando abbiamo avutola certezza che il manoscrittonon abitava più in chiesaMadre, in data 9 ottobre 2000,informammo responsabilmen-te l'ufficio preposto dellaSoprintendenza ai BB.CC. diAgrigento. Lo ritenevamo unnostro dovere civico. Nessunarisposta. Silenzio assoluto egrande rabbia verso di noi -abbiamo saputo per le vie nonufficiali - che ci eravamo per-messi di scrivere. Silenzio daparte del nuovo parroco. Anzici fece sapere, non direttamen-te ovviamente, che il mano-scritto sarà andato in fumo congli altri documenti nell�incen-dio della cappella. Abbiamosaputo che tra il clero licateseci fu un certo movimento, manessuno seppe o volle aggredi-re il problema per risolverlo.Nessuno, compresa laSoprintendenza, ne denunciòla scomparsa all'autorità giudi-ziaria. Appellandoci alla tra-sparenza sugli atti amministra-tivi, la Soprintendenza cirispose dopo circa due anni, il18 giugno 2002. Una rispostapilatesca. Non si trattava di unlibro manoscritto, ma di docu-menti d'archivio, per cui lacompetenza era dello Stato enon della Regione, era di pro-prietà della chiesa, per cui lacompetenza era della Curia epoi chi può attestarne l'esisten-za? Quel zelante funzionario ciha dato del visionario. Ci spia-ce, inizialmente aveva tutta lanostra stima. Quando noiabbiamo iniziato a salvare ibeni culturali di Licata, alcunidi questi giovani funzionaridella Soprintendenza eranoancora attaccati ai manualiuniversitari o erano in coda incerca di qualche posto, magariutilizzando una di quelle leggi-ne speciali della Regione chedel precariato fece un sistemadi impiego e di carriera. Inogni caso la Soprintendenza -ci riferì in maniera lapidaria -non avrebbe fatto alcunasegnalazione all'AutoritàGiudiziaria. Abbiamo invocatol�intervento dell�arcivescovoFerraro nel corso della suavisita pastorale a Licata, nes-
sun riscontro ad una nostrasupplica formale. Silenzio sututti i fronti. Abbiamo dedottoche del libro dei miracoli diSant�Angelo non gliene frega-va niente a nessuno. Allora,visto che le colpevoli negli-genze sono state tante, cometanti sono gli omertosi silenzisull�accaduto, visto che facomodo a tanti lavarsi le manicome novelli Pilato, no-nostante la legge imponga airesponsabili di un pubblicoufficio di denunciare un fattoquando ne vengono a cono-scenza, allora lo scorso 10 ago-sto abbiamo preso noi la deci-sione di informare il coman-dante la Compagnia deiCarabinieri di Licata dellascomparsa del manoscritto deimiracoli di Sant'Angelo. Esiamo certi che i Carabinieriscioglieranno il bandolo diquesta matassa.
Il silenzio certamente nononora chi preposto a certi uffi-ci non ha il coraggio di assu-mersi le proprie responsabilitàe di agire.
Non vogliamo fare la pre-dica a nessuno, perché non ènostro mestiere, ma chi, inve-ce, predica per mestiere, nonpuò non essere coerente.Nessuno ci paga per la tuteladei beni culturali. C�è chi èpagato per farlo, ma lo fa permestiere, noi lo facciamo gra-tuitamente, per passione e peramore verso questa ingratacittà. Soprattutto chi non élicatese non sa dare il giustosignificato al danno che Licataha subito per la scomparsa diquesto manoscritto.
L.C.
Dal 10 al 13 ottobre è statofesteggiato San Giuseppe MariaTomasi e Caro, cardinale teatino ecompatrono di Licata, nel 16°anniversario della sua canonizza-zione. I festeggiamenti sono staticurati dalla Associazione �ProSan Giuseppe Maria Tomasi�,presieduta dal dott. CalogeroCalandra, grazie anche all�annuocontributo finanziario chel�Amministrazione Comunaleiscrive nel proprio bilancioannuale. La ricorrenza si è apertagiovedì 10 ottobre con la SantaMessa e l�omelia sul tema �Lavita di San Giuseppe MariaTomasi�. Venerdì 11 ottobre èstata celebrata la liturgia peniten-ziale e la Santa Messa con l�ome-lia sul tema �Il pensiero del nostrocompatrono San Giuseppe MariaTomasi�. Sabato 12 ottobre lafesta è stata aperta nel primopomeriggio con lo sparo di 21colpi di cannone a salve, mentrela banda musicale intonava marcefestose lungo le vie cittadine. Asera i Vespri solenni, con la parte-
cipazione di tutto il clero e leautorità civili e militari, con l'o-melia sul tema "Le opere di SanGiuseppe Maria Tomasi, sacerdo-te e cardinale".
La mattina di domenica 13ottobre si è aperta con una albora-ta di salve di cannone. La messasolenne è stata celebrata da P.Salvatore Attardo, superiore deiPP. Teatini di Palermo, predicato-re, tra l'altro, del triduo tenuto inchiesa Madre. Nel tardi, la messasolenne, presieduta dal parrocodella chiesa Madre, can. AntonioCastronovo, ed animata dal coroparrocchiale �NuovaDimensione�. Al termine la pro-cessione del simulacro del Santocompatrono, portato a spalla dagliScouts del Gruppo Licata 1, salu-tato da spari di mortaretti all'usci-ta dalla chiesa.
Alle 21.00, durante la sostadel Santo in piazza Progresso, itanti attesi fuochi d'artificio.Dopo circa tre di ore di processio-ne, la festa si è conclusa, con ilrientro del Santo in chiesa Madre.
12 - Ottobre 2002 Attua l i tà La Vedetta
Il complesso FALCONARA situato sulla costa centromeridionale della Sicilia, tra le città di Gela e diLicata, nel territorio del Comune di Butera, offre unlocale raccolto e confortevole con la sua cucina cheaffonda le radici nella tradizione, ma che offre ancheindovinate e fantasiose elaborazioni, il tutto ubicatoalle porte dello storico Castello di Falconara (1313).Inoltre il complesso si trova a 200 m. dalla bellissimacosta mediterranea con sabbia bianca finissima dove èpossibile rilassarsi sotto il caldo sole della Sicilia.
LA VEDETTAnel ventesimo anno di attività, augura buona letturaa tutti gli affezionati lettori, abbonati e non, ai fede-lissimi inserzionisti. Ricorda, inoltre, che �non vi èfuturo senza la conoscenza del proprio passato�. Perquesto La Vedetta esiste, perchè ama la storia diLicata, il suo passato e vuole un futuro certo emigliore per tutti noi e per i nostri figli. Leggete �LAVEDETTA�. Diffondetela. E� un patrimonio di tutti.
Si ritorna a parlare di fer-rovia in città, un argomentoche però, a quanto pare non éinteressato alla giunta Saito,che da cinque anni governa lacittà. Ad onor del vero, non siricorda, negli ultimi venti anni,un'azione amministrativa voltaalla salvaguardia e al potenzia-mento di un patrimonio dellacittà, che invece è stato lascia-to decadere da una politicamiope e inconcludente.
Senza spingerci in ulterio-ri polemiche, noi abbiamo cer-cato di capire quali sono i maliche affliggono la linea ferro-viaria che attraversa la città equali, se esistono, le prospetti-ve di sviluppo, e lo abbiamofatto ricercando le informazio-ni tra alcuni addetti ai lavori, eprendendo spunto da esperien-ze analoghe portate avanti darealtà Italiane.
Riassumeremo perciò,cercando di essere il più chiaropossibile, le conclusioni cuisiamo giunti:
Passaggi a livello chedividono in due il centro abita-to, questo è il tema più dibattu-to soprattutto tra i quotidianilocali, e di cui si sta occupandol'On. Giuseppe Amato, eriguarda la soppressione deiPL insistenti nel centro abitato,problema da sempre sentito pervia anche delle implicazioniche si hanno sulla viabilitàstradale. All'uopo RFI, ha pre-visto, già dal 1996, un appositoprogetto che prevede la realiz-zazione di tre sottovia stradali,che permettano proprio l'elimi-nazione dei passaggi a livello"incriminati", ebbene, ilComune, dopo sei anni dallapresentazione, non ha provve-duto a esitare il parere favore-
vole, impedendo fino ad ora,l'inizio, da parte delle Ferrovie,dell'iter burocratico necessarioall'inizio dei lavori.
Manutenzione approssi-mativa della linea ferroviariaNegli anni RFI ha ridotto alminimo il personale e le risor-se finanziarie destinate allamanutenzione della linea ferro-viaria, che ad oggi è limitata adegli interventi di messa insicurezza minimi, con la con-seguenza che, in diverse trattedella linea, vi sono posti deirallentamenti, che provocano,alle volte, anche diversi minutidi ritardo alla marcia dei treni,il tutto si ripercuote, natural-mente, sulla qualità del servi-zio, oltre che, sul comfort diviaggio, visto che le approssi-mative condizioni dei binari,provocano dei traballamentidei mezzi ferroviari ancheabbastanza fastidiosi.
Offerta treno non rispon-dente alle esigenze della clien-tela, il servizio passeggeri inarrivo e in partenza dalla sta-zione di Licata si è ridotto aquattro coppie di treni giorna-lieri in transito tra Caltanissettae Gela, tra cui due che prose-guono per Palermo, più dueprovenienti da Siracusa, che siattestano a Licata. Questi trenisono per lo più concentratinella fascia oraria che va dalle21.30 alle 16.00, mentre com-pletamente scoperta è la fasciaoraria mattutina, tra le 6.50 e le12.30. I treni composti da auto-motrici, sono, da qualche anno,tutte dotate di aria condiziona-ta e nuovi arredamenti interni,ma si tratta pur sempre dimezzi che hanno un'età mediadi venti anni, e bisognevoli dicontinue manutenzioni, che
vengono però effettuate sem-pre più di rado.
Stazione disabilitata altraffico merci, un tempo puntodi forza dell'impianto Licatese,oggi il servizio merci è com-pletamente assente, per viadella chiusura delle ultime
aziende che ne garantivano lasopravvivenza, (pastificio SanGiorgio, Legnami Liotta, muli-no di Via stazione vecchia) perdi più, da alcuni anni, l'affittoda parte dell'amministrazionecomunale delle aree dello scalomerci, oggi destinate a par-cheggio e stazione dei pullmanextraurbani, ha decretato ladisabilitazione della stazione aquesto tipo di servizio.
Partendo da queste consi-derazioni, abbiamo cercato dicapire quali sono i punti diforza del sistema ferroviarioche gravita sulla città e abbia-mo cercato di studiarne i possi-bili sviluppi:
Modifiche al tracciato evelocizzazione, non parliamod'interventi radicali, almenonon in una prima fase, ma dilavori (rettifica d'alcune curve,soppressione dei passaggi alivello di campagna, utilizzo dirotaie e di traverse del tipo più"pesante"), che permetterebbe-ro di innalzare la velocità com-merciale, elevando al contem-po gli standard di sicurezza e dicomfort.
Rimodulazione "dell'of-ferta treno", si dovrebbero stu-
diare i flussi di traffico in ori-gine e in partenza dalla città,tenendo conto di un'eventualeintegrazione con gli autoservi-zi privati, soprattutto per quan-to riguarda i collegamenti conle realtà urbane vicine allanostra (Gela, Canicattì,
Caltanissetta, Vittoria).Collegamenti capillari conqueste città porterebbero allarealizzazione di una grande"area urbana" che potrebbepermetterebbe di condividereservizi per i cittadini (scuole,uffici pubblici, attività produt-tive, etc.) non dimentichiamoche Caltanissetta si appresta adiventare polo universitario digrossa importanza, mentre aGela e a Canicattì esistonoscuole superiori che mancano aLicata e viceversa.
Servizio metropolitano,La soppressione dei passaggi alivello cittadini permetterebbela realizzazione di una metro-politana leggera al servizio,non solo del centro abitato, main estate, delle zone costiere adest della città, fino alla stazionedi Falconara, basterebbe attrez-zare, lungo la linea ferroviaria,delle fermate, nei punti che piùpossono essere utili alla clien-tela, proponendo un'integrazio-ne tariffaria con il serviziourbano di trasporto pubblico.
Riorganizzazione deglispazi di stazione, la stazione diLicata, così com'è, è stata con-cepita sul finire dell'800, quan-
do in pratica, diverse erano leesigenze del servizio ferrovia-rio, oggi, infatti, molte aree,non sono più confacenti ad unservizio su rotaia moderno, perquesto motivo, una riorganiz-zazione degli spazi, permette-rebbe l'acquisizione, da partedel Comune, d'aree che potreb-bero essere consegnate allacittà, ed una migliore raziona-lizzazione degli spazi al servi-zio dei passeggeri, inoltre,alcune strutture esistenti, (vediDeposito locomotive, dormito-rio, e magazzino merci)potrebbero essere riconvertitein spazi museali, per convegni,o ricettive (ostelli della gioven-tù).
Ripresa servizio merci,purtroppo il nostro porto, non èpiù dotato della linea ferrovia-ria, cosa che avrebbe permes-so, anche grazie al progettoautostrade del mare, un miglio-re collegamento con l'entroter-ra, cosa indispensabile, per lanostra struttura portuale, strettacom'è dal mare e dalle case,dello stesso avviso non sonostati i nostri amministratori,che hanno trasformato in stra-da urbana la sede del vecchiotracciato, cosi come hanno tra-sformato in parcheggio loscalo merci.
Di fatto, quindi, la stazio-ne di Licata, non permette, nel-l'eventualità che qualcuno ne
La ferrovia come volano di un nuovo sviluppo della cittàa cura di Giuseppe Patti
Prospettive di Sviluppo
Il Ministero dei Trasporti nell'Ottobre 2000 ha procla-mato la tratta ferroviaria Siracusa - Ragusa - Gela -Canicattì di "interesse europeo" e quindi inserita nelladefinizione delle reti TEN (Trans European Network).Studi di settore confermano un significativo potenzialedi sviluppo per l'economia dei territori attraversatidalla linea Canicattì-Siracusa, legato sia alla produzio-ne di beni che all'incremento del turismo. Tale sviluppodovrà necessariamente assecondarsi con strutture ditrasporto efficienti e coordinate.
facesse richiesta, la movimen-tazione di treni merci, però,esistono tre binari, lato fiumedella lunghezza di alcune cen-tinaia di metri, che ben si pre-stano a diventare scalo inter-modale, vuoi per gli ampi spazidi cui dispone, vuoi per i colle-gamenti con la rete viariaesterna, tramite il CorsoUmberto I; aree che peraltro,qualche anno fa la CEMAT(azienda che si occupa propriodel trasporto containers suferro), che oggi ha sede a Gela,aveva richiesto proprio perquesti scopi, visti gli esiguispazi in cui è costretta ad ope-rare in quella città.
Per realizzare tutte le cosedi cui abbiamo parlato, è ovvioche sarebbe necessaria la par-tecipazione della classe politi-ca della città, ma anche deglioperatori privati e delle forzeproduttive, in una visione glo-bale della cosa pubblica diver-sa, che guardi ad un nuovomodo di amministrare la città,in maniera globale ed organica,non abbiamo voluto fare unmanifesto sulle qualità del ser-vizio ferroviario, abbiamo solointeso far capire, che, forse,una struttura improduttiva qualè oggi la ferrovia a Licata,potrebbe diventare, se gestitain un'ottica nuova, volano deltanto sospirato sviluppo dellacittà.
NUOVI TRENI SUI BINARIDELLA SICILIA
Nel quadro delle misure e delle iniziative intraprese dallaGiunta di Governo per un rilancio produttivo del servizio ferro-viario regionale il giorno 17 luglio 2002 è stata siglata nella "Saladegli Specchi" del Teatro Massimo di Palermo dall'AssessoreRegionale ai Trasporti On.le Francesco Cascio un'intesa conl'Amministratore Delegato di Trenitalia Ing. Roberto Renon per lapartecipazione finanziaria della Regione Sicilia all'acquisto di 40nuovi complessi leggeri, denominati "Minuetto", 32 unità nellaversione elettrica e 8 unità in quella diesel.
L'intesa si integra perfettamente, ponendosi in rapporto dicomplementarietà, con l'Accordo - Quadro di Settore siglato il 5ottobre dello scorso anno fra il Governo Regionale e quelloNazionale, che definisce ed individua alcuni impegni programma-tici condivisi con lo Stato, stabilendone le priorità di realizzazio-ne, per un organico piano di investimenti infrastrutturali e tecno-logici sulla rete ferroviaria siciliana intesi a far recuperare compe-titività al sistema ferroviario in sintonia con il ruolo allo stessoriconosciuto dal Piano Direttore Regionale dei Trasporti, qualeasse portante nel processo di riorganizzazione in chiave eco-com-patibile della mobilità regionale e di riequilibrio territoriale.Ilnuovo convoglio costruito da Alstom e concepito stilisticamenteda Giugiaro è realizzato con le più avanzate tecnologie in grado dimigliorare sensibilmente i livelli di comfort, la qualità dei servizidi bordo e la silenziosità di marcia rendendo così più piacevolespostarsi in treno per lavoro, studio o diporto. Particolare cura èdedicata all'arredamento interno del nuovo convoglio studiato inmodo di offrire uno spazio gradevole e coinvolgente nonché allaconfigurazione delle poltrone i cui imbottiti sono concepiti inmodo di offrire una seduta comoda e corretta da un punto di vistaergonomico. Vanno altresì segnalati tutta una serie di dispositiviinnovativi in dotazione, previsti nell'interesse dei viaggiatori, fracui il sistema di video sorveglianza che garantisce il massimolivello di sicurezza in tutte le condizioni di esercizio, i displayinterni ed esterni nonché l'impianto sonoro per assicurare i servi-zi di informazione al pubblico.
Si è posto in tal modo un ulteriore significativo tassello perdar vita a quel progetto di mobilità eco-sostenibile che rappresen-ta l'obiettivo strategico primario del redigendo P.R.T. in linea congli indirizzi e le indicazioni contenuti nello stesso Libro Biancosui trasporti elaborato dalla U.E., e che attraverso anche una rior-ganizzazione integrata della rete complessiva dei trasporti in chia-ve ambientale e un ammodernamento graduale dell'armaturainfrastrutturale ferroviaria assicurata dalla programmazione con-certata con lo Stato, garantisca livelli di mobilità in maniera este-sa e di qualità ai cittadini siciliani nel pieno rispetto, salvaguardiae tutela dei pregi e delle caratteristiche storico - culturali- ambien-tali del territorio isolano.
Fonte: Internet
Attua l i tà Ottobre 2002 - 1133La Vedetta
Angelo Biondi, Vice Presidente Consiglio Provincia Regionale diAgrigento esce allo scoperto e si candida a Sindaco di Licata.
�Sogno su Licata��Egr. Direttore,
Leggendo il Suo"Sognando Licata", pubblicatonell'ultimo numero de �LaVedetta�, stimolato dalle suelucide, crude e assolutamenteveritiere considerazioni, ho senti-to di getto il bisogno di prenderecarta e penna per esternare il mio"sogno su Licata".
Sono d'accordo con Ellaquando asserisce che la nostracittà mai più potrà diventarequello che avrebbe potuto essere.La edificazione caotica ed incon-trollata, alcuni scempi paesaggi-stici non più rimediabili hannosicuramente compromesso lapossibilità di realizzare, dalpunto di vista urbanistico, laLicata del Suo sogno. Condividola Sua rabbia nel constatare chealtri, utilizzando agricoltura,spiagge e patrimonio culturale,sono riusciti a sviluppare unaeconomia florida, una culturadell'accoglienza, una qualitàdella vita degna di un paeseEuropeo; Ma non mi trova con-corde (capisco lo sconforto)quando scrive che abbiamo pocasperanza per il futuro avendodistrutto tutto ciò che c'era dadistruggere.
Nel mio sogno è ancora pos-sibile realizzare una città acco-gliente, pulita; educata al rispettodel territorio e di ogni singolocittadino; all'accoglienza delforestiero, del villeggiante, delturista.
Nel mio sogno c'è ancora lapossibilità di dare alla città unaspetto urbano gradevole edattraente. Alla Plaia è ancora pos-sibile realizzare, almeno, un lun-gomare, pedonabile e ciclabilesullo stile dei lungomari califor-niani , fra la spiaggia e le ultimefile di case e abbellito con palmemediterranee di diverse specie edimensione. Come è sicuramentepossibile: riqualificare il centrostorico e i quartieri Marina, SanPaolo e Santa Maria; recuperaree rendere fruibile il vasto patri-monio architettonico, artistico,archeologico e culturale presentenella città; attrezzare le nostrebelle spiagge, libere e in conces-sione, dotandole di confort e ser-vizi (qualche tentativo e già inatto); disciplinare il traffico,ripristinando la cultura del rispet-to della segnaletica, dei pedoni,della quiete pubblica, dei sensiunici, dei parcheggi (ove neces-sario) a tempo e a pagamento;creare una cultura dell'accoglien-za turistica, incontrando, discu-tendo, studiando metodi e percor-si con gli imprenditori dei nostripubblici esercizi, per migliorare,qualità, prezzo, cortesia, dei ser-vizi erogati.
Sarò eccessivamente ottimi-sta, ma è nella mia natura pensa-re positivo; al di là di ogni possi-bile sogno (pietà per chi non hamai sognato o ha smesso disognare) sono fortemente con-vinto che, se non proprio intatte,Licata ha ancora le potenzialitàper fare del turismo uno dei suoimaggiori punti di forza, di svi-luppo e di occupazione.
Per riuscire in questo,occorre l'impegno politico diquei cittadini che hanno vera-mente a cuore le sorti di questacittà, dei suoi giovani, dei suoianziani, dei tanti che ambiscono
ad una vita laboriosa e serenanella propria terra, accanto aipropri affetti.
E siccome, oltre ad essereun cittadino che ama tantissimoquesta martoriata città, nellaquale vuole continuare a vivere;oltre ad essere un imprenditoreche ha avuto il coraggio di crearecon successo, un moderno edattrezzato stabilimento balnearein una parte della nostra costa, laPlaia, che era stata da tempo vitu-perata ed abbandonata alle erbac-ce e ai rifiuti; sono anche, daqualche anno, un soggetto politi-co di questa città, ConsigliereProvinciale dal 1998, SegretarioProvinciale di un partito (An) daalcuni mesi, mi sento maggior-mente responsabilizzato a dare ilmassimo impegno, ad essere inprima linea nel tentativo di resti-tuire a questa nostra comunità ilsogno di un futuro possibile; laconsapevolezza che si può, con illavoro, l'impegno serio, quotidia-no, nella legalità e con trasparen-za, iniziare un cammino nuovoper un futuro possibile.
Tempo fa scrissi un articolosu un foglio di partito, "ICittadini", che ogni tanto amia-mo pubblicare, dal titolo "A.A.A.Classe Dirigente Cercasi", nelquale invitavo all'impegno politi-co coloro che, pur avendo capa-cità, competenza, onestà, amoreper la città, avevano scelto dirimanere fuori dalla mischia con-tribuendo a consegnare le sortidella città a una classe dirigenteche è stata per decenni esclusiva-mente classe di potere, incapacedi governare, intenda esclusiva-mente a favorire interessi lobby-stici, speculazioni di ogni genere,saccheggio del territorio.
Oggi più che mai si ripropo-ne l'esigenza di un impegnodiretto, di una discesa in campo(come qualcuno ama dire) diquanti hanno a cuore le sorti diquesta comunità.
Licata ha bisogno di unnuovo gruppo dirigente, capacedi essere, prima di tutto, classe digoverno in grado di programma-re, indirizzare e guidare la città;che abbia la visibilità, la forza, ilconsenso, per sconfiggere edemarginare la sempre attiva eonnipresente classe di potere.Quella classe di potere che nonha un colore definito o una preci-sa appartenenza politica; che ètrasversale ai partiti e agli schie-ramenti; che puntualmente siritrova e si compatta appenaritorna ad essere presente nelpalazzo.
La prossima primaveraLicata torna alle urne per elegge-re i nuovi amministratori dellacittà; è l'occasione buona per pro-porsi, per dare il proprio contri-buto per un cambiamento radica-le della politica cittadina. E' ilmomento giusto per far seguirealle parole, alle critiche, alleinvettive, alle proteste i fatti, l'a-zione, l'impegno.
Spero siano in tanti, ledonne e gli uomini, desiderosi dicostruire questa nuova classedirigente.
Spero siano in tanti i cittadi-ni pronti a candidarsi; non impor-ta in quale lista, quello cheimporta è la comune voglia dirimuovere l'arroganza, la prepo-tenza, la mediocrità politica che
da troppi anni ci governa.Per quanto mi riguarda, l'ho
già detto prima, io ci sarò; sarò inprima linea, con le mie idee, imiei progetti, i miei sogni; conl'esperienza amministrativaacquisita in questi anni; pronto adare il contributo per la mia città.
In un recente articolo, par-lando dell'imminente scadenzaamministrativa, Ella, raccoglien-do una serie di indiscrezioni cir-colanti in città, fece un elenco dinomi di probabili candidati a sin-daco, fra questi anche il mio; ioconfermo la mia assoluta dispo-nibilità a ricoprire questo ruolo.
Lo dico con serenità, e conil coraggio che mi ha semprecontraddistinto; senza presunzio-ne, e senza paura di andare con-tro la regola che vuole bruciati inomi che escono troppo prestoallo scoperto. Questa è una rego-la della politica che non mi piace,che combatto.
Sono contrario al candidatodell'ultima ora, frutto delle frene-tiche mediazioni a pochi minutidalla presentazione delle liste.Sarebbe ora che la politica ini-ziasse a dare i primi segni deltanto auspicato cambiamento.Sarebbe ora che si smettesse coni tatticismi e le manipolazioni.
I cittadini hanno il diritto diconoscere con largo anticipo icandidati che si propongono allaguida della città per i prossimicinque anni.
I cittadini devono avere iltempo per conoscere e per discu-tere la bontà del progetto politicoche il candidato ha per la città.
I cittadini devono potervalutare e confrontare la storiapersonale e politica, o come siama dire oggi, conoscere il curri-culum vitae, degli aspiranti sin-daci. Non ci si può fidare più dicondottieri improvvisati; nonpossono essere credibili le candi-dature di misconosciuti perso-naggi che mai si sono interessatidei problemi della città, o sel�hanno fatto, si sono limitati asemplici disquisizioni da salotto.
La città ha bisogno di genteche ha dimostrato soprattutto coni fatti, con l'impegno quotidiano,con il comportamento serio e tra-sparente, con l'umiltà di calarsinei problemi della gente, lavoglia, la volontà e la capacità diinvertire la rotta dell'amministra-zione di questo paese.
Egr. Direttore, spero cheanche altri raccolgano il Suo gen-tile invito e da queste pagine ciillustrino il loro sogno su Licata.
Nel ringraziarLa per la gen-tile ospitalità e nel salutarLa cor-dialmente, mi auguro che neiprossimi mesi avremo modo didiscutere più approfonditamentetramite il Suo giornale, dei pro-getti e dei programmi che riguar-dano il futuro di Licata.
La informo che, insieme algruppo dirigente locale, gli iscrit-ti e i simpatizzanti del mio parti-to e con la gradita collaborazionedi amici esterni ad AlleanzaNazionale, da tempo sono impe-gnato nella elaborazione del pro-gramma: �Progetto per Licata -lo sviluppo possibile�; che sotto-porremo quanto prima al con-fronto e al dibattito con tutte leforze attive della città. Licata li, 05.10.02
Angelo Biondi
Morti sfrattati ai Cappuccini
Anche la sezionelocale di Forza Nuovainterviene in merito aldibattito scaturito sultema della stazionelocale, per mezzo diuna nota stampa.
Nel documento essiauspicano "che l'ammi-nistrazione locale, diaun vigoroso input perportare avanti un pro-getto, quello dellamobilità, che rappre-senta la vera spina dor-sale dell'economia chea livello locale può rag-giungere grossi tra-guardi", inoltre chiedo-no al Comune di "atti-varsi affinché si possaripristinare il serviziomerci su ferrovia, per-mettendo così ai pro-dotti delle nostre cam-
NozzeNella pittoresca ed intatta Ragusa Ibla, Chiesa diSan Giacomo Apostolo (Giardini Iblei) martedì 15ottobre sono state celebrate da Don BaldassareCelestri le nozze di Marcello Grillo con GabriellaPeritore. Gli sposi hanno ringraziato gli intervenuti pressoil bellissimo �Eremo della Giubiliana�, che trova-si sulla strada per Marina di Ragusa.Ai Novelli Sposi gli auguri della redazione per unavita piena di felicità e serenità
Lutto in casa FalzoneSabato 26 ottobre è mancato all�affetto dei suoicari il dott. Salvatore Falzone, già amministra-tore del locale Ospedale, del Comune e Presidedella Scuola Media Statale �Quasimodo�.Ai figli Maurizio e Mimmo e alle rispettiveconsorti e ai parenti tutti vanno le più sentiteespressioni di cordoglio de La Vedetta.
Il parere di... Forza Nuova
sulla stazione ferroviariapagne, di poter rag-giungere entro le 24ore i mercati del nord,fanno sapere inoltre diappoggiare il progetto,da più parti chiesto,della realizzazionedella metropolitanaleggera". Per conclude-re, fanno notare che il
progetto presentato daRFI, non comporterànessun aggravio per lecasse comunali, essen-do tutto a spese delleferrovie, ma che anzi,permetterà la creazio-ne, seppur temporaneadi nuovi posti di lavo-ro.
Una tomba gentilizia delcimitero Cappuccini, costruzio-ne fine anni Venti-inizio Trenta,è passata di proprietà. In un'epo-ca come la nostra in cui tuttocorre, si trasforma e brucia,molti eventi lasciano indifferen-ti, ma se la compravendita, traprivati, di modesti loculi puòessere normale routine, la rile-vanza di questo maestoso sepol-cro, con tante bare da decenniivi custodite, suscita qualcheperplessità, se non altro perchétutte le salme, sei o sette, nesono state sloggiate. Chi avevapensato di riservare ai suoi restimortali una dimora degna di uncasato illustre e di un ruolosociale di tutto rispetto, optandoper un mausoleo di stile vaga-mente egizio, nel quale fannosfoggio i titoli e le insegne dellasua nobile ascendenza, nonaveva certo immaginato un suofuturo trasloco. Ora quel cherimane del suo corpo e di quellidel suo parentado è stato trasla-to in una tomba proletaria, innormali loculi: come un tempopoteva avvenire a nobili e asuperborghesi che, per i tantigiochi del destino, da insignipalazzi trasmigravano in umilicase e, a volte, in angusti caso-lari.
E' da ritenere che in questomausoleo dimoreranno, d'ora inpoi, i defunti di qualche fami-glia assurta a più alti livellifinanziari e sociali. La mobilitàsociale opera anche nei confron-ti dei trapassati.
Ho visto alcune di quellebare deposte a terra, in attesa deltrasferimento, e ho provato unsofferto stupore, anche per viadi un lontano legame parentalecol capo famiglia. Avevo cono-sciuto alcune di queste persone.
Tutto è legalmente irre-prensibile. Le considerazioni, semai, investono altri versanti eanche qui i rischi di giudiziincauti possono essere tanti. Cisi può tuttavia chiedere se ledecisioni dei viventi, pur se sol-lecitate da impellenti necessità,possano prevalere su un patri-monio del comune sentire verso
i defunti. E' vero che le Scrittureammoniscono: "Lasciate che imorti seppelliscano i morti", maio non mi avventuro nella esege-si della parola biblica. Ciò chepuò essere lecito dire è che idiscendenti del defunto titolaredella tomba, che si presumononon consanguinei e non licatesi,hanno disatteso la volontà di chiaveva realizzato, per sé e i suoicari, un bene che riteneva intan-gibile. Sono imprevisti che citoccano anche nell'al di là.Varcati i confini della umanaesistenza, la nostra dimensionecorporea è privata di ogni dife-sa. La sua difesa è affidata allapietà dei viventi. E non c'è limi-te alle diverse sensibilità, sicchépuò capitare quanto è capitatoad un monsignore agrigentino(l'ombra di Pirandello incombesempre sulla sua città): di esseresfrattato, dopo poche ore dallasepoltura, per un perentorioordine di un familiare, nella cuitomba aveva trovato pietosaospitalità. Questi, quando all'a-pertura del testamento si reseconto che il reverendo congiun-to non lo aveva privilegiato conl'assegnazione dell'intera eredi-tà, come sperava, pretese l'im-mediato sgombero della salma.Una vendetta puntuale e concre-ta.
Il discorso può estendersial business sui defunti. Leombre sinistre che hanno deter-minato l'inchiesta della magi-stratura sul camposanto romanodel Verano stanno a dimostrarlo:furti autorizzati di loculi, usur-pazioni di tombe, concessioni in
deroga, giardinieri infedeli,marmisti-teppisti, prevaricazio-ni, mafie. L'industria del caroestinto è sempre la più fiorente eredditizia. Se la morte arrivacome un ladro di notte, leimprese di onoranze funebrisono pronte a venire incontroalle necessità di chi ha subito unlutto. Non c'è che l'imbarazzodella scelta: tutti i desideri, chetendono legittimamente ad ono-rare la persona cara, trovanoappagamento nell'ampia sferadelle offerte. Sembra che lafamosa "Livella" di Totò facciaormai parte di una saggezzaantiquata e dimenticata.
Il concetto di cristiana pietàè superato da ben altri desideri,a volte umanamente comprensi-bili, ma spesso di prestigio. Nelnostro cimitero di Marianello letombe gentilizie non si contano:guardando dall'ingresso cimite-riale ho avuto l'impressione diuna occupazione selvaggia dispazi da parte di svettanticostruzioni funerarie. Non sipuò certo invocare l'editto diSaint-Cloud che, ispirandosiall'egualitarismo fondativi dellaRivoluzione francese, prescrive-va tombe semplici, senza iscri-zioni e monumenti, per tutti, mala emanazione di regole cherispettino la comune sensibilitàe soprattutto l'idea di "campo-santo", cioè di un campo santifi-cato, questo si può chiedere.
"E' forse il sonno dellamorte men duro" dentro i sepol-cri eccellenti.
Angelo Luminoso
Una storia pirandelliana: non c�è pace tra i cipressi
14 - Ottobre 2002 Var ie La Vedetta
Nel corso di una cerimonia,svoltasi presso l'Aula Consiliaredel Comune di Licata, è statopresentato alle autorità presenti,ai dirigenti sanitari ed ai cittadi-ni, il primo defibrillatore, acqui-stato grazie alle offerte dei lica-tesi.
Visibilmente soddisfatto, ilpresidente dell'A.I.D.O. diLicata, Nino Peritore, ha tenutoa precisare come questo eventorappresenti solamente un puntodi partenza. Infatti, nel giro dipochi anni, si cercherà di dotareil territorio cittadino di tale stru-mento, che sarà collocato intutte le guardie mediche, e, poi,come dotazione anche delleforze dell'ordine.
Adesso, precisa Peritore, èdoveroso ringraziare tutti i citta-dini che, generosamente, hannopermesso, in così poco tempo, difarci raggiungere la sommanecessaria all'acquisto del primodefibrillatore. Un particolaremerito devo riconoscerlo, nonsolo a nome di tutti gli iscrittidell'A.I.D.O. e degli amici delLeo Club, al past president delLions Club di Licata, l'ing.Rosario Bonvissuto che, conmolto entusiasmo, ha aderito alprogetto in modo decisivo ed hapermesso il raggiungimento delprimo obiettivo.
Per il rag. PaoloTorregrossa, vicepresidente eaddetto stampa dell'associazio-
ne, questa è un'ulteriore dimo-strazione di come l'A.I.D.O. simuova in tante direzioni, tuttefinalizzate alla salvezza dellevite umane. I due recenti casi diarresto cardiaco registratisi negliultimi mesi in città, ci fannocapire come sia utile questo stru-mento che, probabilmente,avrebbe potuto strappare allamorte due vite umane.
Va detto che al progetto hadato il proprio apporto anche ilLeo Club, il cui presidente,Angelo Benvenuto, tiene a pre-cisare che l' obiettivo raggiuntorappresenta la prima vittoria perLicata, una città che vuolemigliorare la propria qualità divita e noi, sull'esempio che cigiunge da Piacenza, cercheremo,nel giro di pochi anni, di far siche anche qui, si possa interve-nire positivamente nella quasitotalità dei casi.
Il nostro grande sogno è,però, quello, aggiungeBenvenuto, di avere delle unità
mobili e mettere così il defibril-latore a disposizione di chi neavesse bisogno, anche in occa-sione della festa di S.Angelo oper il Venerdì Santo, quando inpiazza ci sono anche 10 milapersone, e maggiore è il rischio,come il passato ci insegna, dicasi di arresto cardiaco.
Intanto il progetto di defi-brillazione precoce "Una Manoal cuore" continua e di conse-guenza, di recente, è stato attiva-to presso la Banca PopolareS.Angelo Sede di Licata, ilconto corrente numero 75673intestato A.I.D.O. GruppoComunale di Licata, che permet-terà ai cittadini, agli enti, e quan-ti altri lo vogliano, di partecipa-re con una offerta, qualunque sial'importo. In tal modo sarà pos-sibile raggiungere altri obiettivi.Intanto, nei prossimi giorni, idue club comunicheranno lealtre iniziative in cantiere perandare avanti nel progetto.
La redazione
Una lodevole iniziativa dell�A.I.D.O. di Licata
Inaugurato il primo defibrillatore
Iniziativa del Rotary Club Licata e dell�Inner Wheel ClubBORSA DI STUDIO ANNUALE
�PER RICORDARE GAETANO DE PASQUALI�Patriota, antiborbonico, deputato, magistrato, giomalista,
saggista, drammaturgo e poetaE' istituita, dal Rotary Club di Licata in collaborazione con l'Inner Wheel, una borsa di
studio annuale intestata all'illustre cittadino licatese Gaetano De Pasquali, patriota, anti-borbonico, deputato, magistrato, giornalista, saggista, drammaturgo, e poeta, per traman-darne perennemente la memoria e l'opera spesa per il Risorgimento siciliano e per la cre-scita civile, politica ed economica di Licata.
Possono concorrere all'assegnazione della borsa di studio gli alunni delle scuole delservizio pubblico statale e paritario del territorio rotariano Licata-Palma che frequentinol'ultima classe delle medie dei comuni di Licata e Palma di Montechiaro.
Il tema è: �Gaetano De Pasquali è uno dei più illustri cittadini licatesi del passato,
protagonista insigne del Risorgimento Siciliano, molto impegnato sia nell'attività lettera-
ria che in quella politica, amante della libertà e della Patria. Quale insegnamento pensi
che possa trarre un giovane di oggi dal suo impegno e dalla sua opera?�Gli alunni possono partecipare o con un componimento scritto di non più di quattro
colonne di foglio protocollo o con una o più rappresentazioni grafiche o con uno o più pro-dotti multimediali che illustrino fatti o personaggi del periodo di riferimento anche attinentia particolari situazioni locali.
Ogni Istituto scolastico, attraverso i propri docenti, selezionerà ed invierà al RotaryClub di Licata i tre migliori componimenti o le tre più significative rappresentazioni grafi-che e multimediali.
Una speciale commissione, presieduta dal presidente pro-tempore del Rotary Club diLicata, esaminerà i materiali ricevuti e sceglierà i migliori, che verranno letti e premiati nelcorso di una apposita pubblica cerimonia. La Borsa di Studio consiste:
1° PREMIO Euro 250,00 - 2° PREMIO Euro 200,00 - 3° PREMIO Euro 150,00Tutti i concorrenti selezionati riceveranno una PERGAMENA-RICORDO
Il concorso viene bandito annualmente entro il 15 settembre. Gli elaborati scritti e/ografici e/o prodotti multimediali, recanti il nome e cognome del candidato, l'indirizzo edil numero telefonico, verranno spediti dalla scuola di appartenenza all'indirizzo del Clubentro il 20 del mese di Novembre.
La premiazione, con l'assegnazione delle borse di studio, si terrà entro il 23 dicembrealla presenza di autorità religiose, politiche, militari, scolastiche e rotariane e sarà prece-duta da una prolusione sul risorgimento siciliano.
In via transitoria, per l'anno rotariano 2002-2003, le borse di studio verranno assegna-te il giorno della celebrazione da parte del Comune di Licata e dell�Associazione Culturale"Ignazio Spina" del centenario della scomparsa dell'illustre patriota Gaetano De Pasqualiche si terrà entro il mese di Dicembre del 2002.
Licata 15 settembre 2002Presidente
INNER WHEELCLUB
Anna La Rocca
PresidenteROTARY CLUB
Salvatore Di Rosa
Campionati mondiali di tennistavolo per disabili a Taipei (Taiwan)
Un solo bronzo per gli italianiCon una cerimonia di chiu-
sura in grande stile, si è conclu-sa anche quest'ultima edizionedei Campionati del Mondo ditennistavolo per disabili, svolta-si quest'anno a Taipei, capitaledell'isola di Taiwan. Un bilancioparzialmente positivo per lanazionale italiana che, in virtùdell'unica medaglia di bronzoconquistata, ha raggiunto la 21aposizione nel medagliere finalesu 45 nazioni partecipanti.
Un bronzo comunque diprestigio, ottenuto da SALVA-TORE CACI nel singolare di 4°classe, dopo un torneo entusia-smante per la qualità di giocoespressa. Si è visto finalmenteun giocatore in ripresa, dopo lacrisi di risultati coincisa con leultime Parolimpiadi di Sydneyche avevano sancito una rapidadiscesa dell'atleta di Asti daivertici delle ranking mondiali.La finale per il terzo e quartoposto con il coreano UM TAEYOUNG è emblematica delritrovato stato di forma dellapunta di diamante della naziona-le italiana, che mai ha dato l'im-pressione di poter perdere ilcontrollo della partita.
Che dire degli altri?Risultati altanelanti e prestazio-ni talora incerte, ci hanno priva-to di altre medaglie, in alcunicasi proprio sfiorate. Comequella di CLARA PODDA nel
singolare di 2° classe femmini-le, dove la ns. atleta si è arresa aiquarti di finale alla franceseCLOUDE, battuta ai precedentiEuropei. O come quella di CRI-STINA PLONER privata del-l'accesso alla semifinale dellaclasse 3°, per un ingiusto giudi-zio arbitrale che favoriva lagiapponese FUJIWARA inoccasione del set decisivo.
Male l'altoatesino LAM-PACHER, in forza alla societàsiciliana del IL GATTOPARDOdi Palma di Montechiaro (Ag),che pur giocando al massimodelle sue possibilità, non ha piùchances in una categoria (laterza) che non è più la sua. Maleanche PANUCCI, MOLITIER-NO e il catanese PUGLISI chenon si sono sicuramente espres-si ai loro livelli abituali. Buonainvece la prestazione di SCAZ-ZIERI e di FURLAN che, purinseriti in gironi abbastanzaproibitivi, riuscivano ad accede-re ai turni successivi.
Ostacolo asiatico inveceper MARISA NARDELLI in 5°classe, dove l'ex olimpionica hadovuto vedersela con due cinesiattualmente non alla sua portata.Da sottolineare comunque laserietà dell'atleta fiorentina chein tutti questi anni ha continuatoad allenarsi con costanza edimpegno, garantendosi la parte-cipazione a tutte e quattro le
ultime edizioni delleParaolimpiadi e dei CampionatiMondiali. La stessa in coppiacon PATRIZIA SACCA' hasfiorato poi la qualificazionealle semifinali nella gara a squa-dre, qualificazione sfiorataanche nella classe 3 con Plonere Podda.
Ora per il C.T. DONATOGALLO, alla guida della nazio-nale dal 2001, sarà tempo divalutare i risultati conseguiti edapportare quelle variazioninecessarie per conseguire contranquillità il massimo di quali-ficazioni per le prossimeParaolimpiadi di Atene.
Un mondiale questo, cheha visto consolidarsi il poteredelle nazioni asiatiche, Cina eCorea innanzitutto, ma non solo,in diverse categorie. Perl'Europa, Francia e RepubblicaCeca rimangono ai vertici inmolti settori, ma iniziano arisentire della mancanza di ade-guati rincalzi più giovani.Durante la manifestazione si ètenuta la consueta assembleabiennale dell'ITTC, l'organo cheregola l'attività internazionaledel pongismo disabile. Molti itemi dibattuti, tra i quali l'auspi-cata riduzione delle classi, chenon ha però trovato un riscontropositivo tra le nazioni parteci-panti.
Massimo Bernardoni
È ritornato alla casa di Dio il sig. Francesco Bottaro
marito, padre e nonno esemplare.Al caro amico Giuseppe Bottaro, primogeni-to, ed a tutta la famiglia La Vedetta porge lepiù sentite condoglianze.
LUTTO
La Cestistica Licatauna realtà locale dedita ai giovani
Passato il periodo estivoecco che riprendono la scuola ele attività sportive, soprattuttole scuole di avviamento allosport. Tra le altre ha ripresol�attività la Cestistica Licata,società fondata nel 1984 che sidistingue per l�attività giovani-le.
La società coordinata daPeppe Lanzerotti e PeppeLombardo, conoscitori delmondo della pallacanestro,conta più di 200 iscritti che siallenano nel campetto dellascuola media Marconi tutti ipomeriggi.
Addirittura il centro minibasket della Cestistica è uno deipiù vecchi della Sicilia, sicura-mente tra i primi 10 che svol-gono regolare attività. Gli alle-natori sono istruttori nazionaliabilitati (Lanzerotti, Lombardo,
Lauria e Cardella).Il settore è articolato:
Pulcini (nati 1996-97) -Libellule (94-95) - Scoiattoli(94-95) - Gazzelle (92-93) -Aquilotti (92-93). Poi ci sono ipiù grandi: Propaganda maschi-le (90-91) - Allieve (90-91) -Allievi maschi (88-89). Quindii cadetti (86-87) - Juniores (85-86-87). Queste ultime catego-rie, Cadetti e Juniores formanouna larga rosa di giocatori chedisputano il torneo di serie D,che avrà inizio il 2 novembre eche vede ai nastri di partenzanello stesso girone anche laPolisportiva Studentesca, retro-cessa dalla C2. Le due squadredisputeranno il derby l�11 gen-naio 2003 e il 13 aprile 2003.
La Cestistica a dimostra-zione della bontà del settoregiovanile ha sfornato alcuni
elementi importanti, tra i qualiAlessandro Vecchio, che giocaa Ribera campionato B2 eAngelo Mulè (�87) in forza allaA.S. Empedocle squadra di C1.
Nell�ultima stagione laCestistica ha ottenuto due vitto-rie esattamente nei tornei pro-vinciali di Allievi e Cadetti.
Quest�anno ad opera delresponsabile provinciale MiniBasket della provincia diAgrigento, Peppe Lanzerotti, èstato organizzato ad Agrigentoe non a Licata, per l�assenza di150 posti letto, nelle date del 14e 15 settembre, il 1° torneodelle Province per rappresanta-tive della categoria Aquilotti,cioè ragazzi di 13 anni. Lamanifestazione ha riscosso ungrande successo.
A.E.
Licata Calcio, ancora puoi farcelaConsideriamo che il Licata
Calcio il torneo di Eccellenzapotrebbe vincerlo se è vero chearriveranno Angelo Vedda, dalSanta Sofia, e Fabrizio Grillo,dal Lentini, e con loro arriveràl�attaccante Alpidone e soprat-tutto se Balsamo potrà contaresull�intera rosa a sua disposi-zione.
In passato alla fine deglianni settanta avemmo un iniziosimile, alla guida della squadraera Bifarelli. Prime sei partite 3vittorie in casa e tre sconfittefuori. Poi arrivò l�allenatore Di
Grazia e fu una passeggiata. IlLicata vinse dominando. Alloravi erano Sclafani e Agliuzza,Incorvaia, Mancuso e Giugno.Questo inizio di campionatosembra lo stesso di quello.
A questa squadra mancaancora il giusto equilibrio acentrocampo, dove Saladino eCavaleri si pestano i piedi, e indifesa. Si deve migliorare sullefasce dove non si arriva sulfondo e quindi non si riesce adare palle buone agli attaccanti,quando sono in campo.
Si spera nella continua
presenza di Bonvissuto, granportiere, e dell�attaccanteCorona, indispensabile per que-sta squadra e nella veloce matu-razione dei giovani Juniores, daquest�anno quattro in campo.La differenza la fa la qualità diquesti quattro giovani elementi.Se sono bravi si annulla il gap,altrimenti niente.
E poi una squadra che sicandida alla vittoria finale deltorneo non può subire duesconfitte esterne consecutive ecinque gol al passivo, perdendoanche la testa (a� capa).
RRaavvaannuussaaLa Vedetta
Redazione di Ravanusa: Via Boccaccio, 9 (presso Notaio Salvatore Abbruscato) - 92029 Ravanusa - Tel. 0922 / 87.52.90 - Fax 0922 / 77.57.87 - E-mail: [email protected]
Fino ad oggi le promesse della campagna elettorale sono state disattese. Ogni dialettica è scomparsa e ciscuno si ecclissa aspettando la manna dal cielo.
Ottobre 2002 - 1155
Il nostro paese sta attraversando unastagione triste, nella quale sono presen-ti tutti gli aspetti negativi del sottosvi-luppo economico, primo fra tutti la dis-
occupazione, che unita alla emigrazione cidà la dimensione più vistosa della nostracondizione. La ricchezza di un paese si misu-ra col reddito pro capite, col prodotto globa-le della collettività, con le risorse disponibi-li; Ravanusa è sempre stato un paese pretta-mente agricolo, e questa sua vocazione negliultimi anni ha subito una lenta e gradualemortificazione a causa di numerosi fattori,tra cui annovero la mancanza cronica diacqua, la mancanza di una progettualità disviluppo delle campagne, l'arretratezza dellarete viaria, la progressiva diminuzione deicontributi per il miglioramento agrario, ecosì via. I vari imprenditori agricoli di buonacapacità organizzativa, hanno fatto tutto dasoli ed hanno concentrato i loro sforzi sullacoltivazione dell'uva, e delle pesche; pochisono i terreni con i mandorli (che sono statiquasi tutti estirpati per dare posto all'uva),pochi i ficodindieti; molto scarsi gli alleva-menti di animali; l'agricoltura si è basata sul-l'iniziativa privata scarsamente supportatadalla mano pubblica; basti pensare alla que-stione della Diga Gibbesi che per tanti anni èferma e non è stata ultimata; ciò dimostracome ci sia stata una pesante assenza di unapolitica in favore della nostra agricoltura.Tutto l'ambiente circostante depone per unaeconomia di sottosviluppo; una Diga incom-pleta, un fiume salato, mancanza di una poli-tica che possa avviare seriamente una pro-gettualità di lunga durata e lungimirante.
La crisi idrica che colpisce il nostro ter-ritorio e tutta la Sicilia non è forse la conse-guenza della mancanza di una valida politicadi progettazione?
Tra le risorse scarsamente utilizzateannovero quelle umane e quindi i servizi chele varie strutture pubbliche ( Comune, ESA,Consorzio, Provincia, Regione, ecc) hannol'obbligo di fornire; la burocrazia lenta, l'i-nefficienza costituiscono grosse remore allosviluppo.
Da qualche anno si fa strada una nuovaleva dell'economia, la industria di piccola emedia dimensione che attraverso l'istitutodei Patti territoriali e del finanziamento pub-blico si avvia verso il decollo; si apre cioèuna fase nuova nella storia dell'economia diRavanusa, la fase della industrializzazione,certo in misura minima, perché qui nonsiamo al nord, non siamo nei crocevia deitraffici interregionali o internazionali; i mer-cati del nord sono molto lontani e per rag-giungerli occorrono delle spese e ciò appe-santisce il bilancio; già nella zona industria-le in contrada Mangiaricotta (la quale è stataconcepita tanti anni fa!), ampia, solare,rimasta per tanto tempo deserta, ma dotatadelle infrastrutture viarie, ora si intravedonodelle fabbriche che però, tranne qualcheeccezione (le fabbriche dei fratelli la Greca,la fabbrica di lavorazione della creta, la fab-brica della lavorazione della latte dei fratelliMontana e qualche altra) non sono funzio-nanti, aspettano i finanziamenti. Questiinsediamenti e quelli che verranno (diversiprogetti sono stati finanziati) daranno certa-mente nuovo impulso allo sviluppo, ma inquale misura?
Non bastono i finanziamenti, non bastala produzione dei beni e servizi, occorre checi sia un mercato pronto a recepire i prodot-ti, occorre che ci sia la competitività affin-ché le merci arrivate sul mercato trovino la
Quale sviluppoper Ravanusa?di SALVATORE ABBRUSCATO
Ravanusa vive o languisce?GINA NOTO TERMINI
Le vacanze sono ormaialle nostre spalle e come sem-pre si torna alla quotidianitàpesante, monotona, angoscian-te per alcuni, serena e goderec-cia per pochi, ricca di problemiper molti. È la vita.
Le attività sociali ripren-dono i ritmi normali: lavoro,scuola e impegni familiari; leAssociazioni, laiche o religiose,riaprono i battenti. Addio mare,
mare tra sé "Ravanusa vive,non è morta, ha grandi poten-zialità nei numerosi giovani chesono scesi in campo con tantavivacità ed entusiasmo; questavolta, chiunque vinca, la scuo-terà dal letargo e dall'inefficien-za in cui si era impantanatanegli ultimi otto anni.Chiunque sarà eletto scuoterà lecoscienze, rimuoverà l'atavicaindolenza perché ormai glianimi si sono aperti verso vastiorizzonti. Ravanusa riprenderà
del disperato bracciante chechiedeva pane e lavoro, che poiha trovato con gravi disagi interra lontana, ad un ceto bor-ghese che cercava di districarsialla meno peggio, ai pochinotabili che reggevano le sorti ele poche esigenze della popola-zione, si sono sostituiti i nostrigiovani per lo più con titoli distudio medio-alti che fuggonoda Ravanusa proprio come ibraccianti di una volta, smem-brando famiglie, perdendo
aspettando un Savonarola chefulmini e che metta fuori tuttala rabbia che ognuno cova den-tro. Anche " La Svolta " che perqualche anno ha fatto sperare inmeglio ha solo deluso. I suoiideatori hanno preso il potere,e, come si brontola sottobanco,si sono sistemati e, in barba allepromesse di cambiamento e dimoralizzazione lottizzano ognibriciola, si crogiolano nellaloro condizione e nelle piccolebeghe, e tollerano turni di dis-tribuzione idrica di diciassettegiorni; ma pagano anche conlauti compensi gli esperti chedebbono programmare in lorovece il futuro di Ravanusa.Hanno insomma assolto il com-pito di alleviare la disoccupa-zione. Chi è rimasto fuori daldesco evidentemente brontola,si lamenta, si pente. In mezzo aquesto sfacelo c'è sempre ilfurbo che aggrappandosi ipo-critamente ora all'uno ora all'al-tro cerca di tirare acqua al pro-prio mulino.
Langue anche "LaVedetta" che vive per la capar-bia volontà del suo Direttore, ele "brave penne" sollecitate ascrivere sui problemi e sullenecessità della nostra realtàfanno le spallucce. E così ladialettica, motivo di crescita edi miglioramento socio-econo-mico e culturale, stimolo adoperare per chi regge le sortidel paese e per chi ci vive,scompare. Così il sud è semprepiù sud, le migliori intelligenzefuggono emigrando in un nordattivo ed operoso e noiRavanusani che restiamo accet-tiamo e chiniamo il capo difronte ad un fatalismo che nonsappiamo e non vogliamoscrollarci dalle spalle, convintiche la manna debba scenderedal cielo.
addio vacanze, tutto ritornacome prima.
Ma viene spontaneo chie-dersi, a Ravanusa si vive o silanguisce. Infatti dalle ultimeelezioni amministrative sonogià trascorsi molti mesi e siamomolto lontani dall'euforia edalla vivacità di quei giorni, daicolori, dal movimento, dall'en-tusiasmo della lotta, dalle pro-poste, dalle promesse che face-vano ricredere e godere, e con-gratulare l'osservatore esternoche a buon diritto poteva affer-
a vivere, non sarà più prigionie-ra del vecchio sistema perché inuovi politici faranno quelloche gli altri prima di loro nonavevano saputo fare, la gente èpiù matura, più istruita, consa-pevole di quanto le compete perdiritto e per dovere, capace dipartecipare e di vivere".
Invece, al di là di questeaspettative, con amarezza dob-biamo constatare che nella real-tà socio-economica diRavanusa non è cambiato nulla.
Alle lotte anche cruente
valori, affetti e attaccamentoalle radici. Il ceto borghese,formato da impiegati e pseudointellettuali vive di un certobenessere dato dal posto fisso,si contenta e aspira solo a cer-care lavoro per la prole, accre-scendo il numero dei cortigianidi questo o dell'altro schiera-mento politico. Non ha vastiorizzonti, è miope e si acquietagodendo egoisticamente delproprio benessere, indifferentea quanto lo circonda ma prontoa tagliuzzare dietro le quinte
Un sito internet per RavanusaUn Comune che
guarda al futuro evuole dare ai cittadi-ni servizi sempre piùefficienti e non vuolerestare indietrorispetto agli altri,deve dotarsi di unproprio sito internetper colloquiare coicittadini, per dare adessi lo strumentoidoneo per la sempli-ficazione ammini-strativa, per fareconoscere in tempibrevissimi ed in viatelematica le attivitàdel Comune.
Già altri Comunipiù avanzati delnostro ne dispongo-no; cito quello diRiesi ed invito i miei
lettori a visitarlo perrendersi conto deiservizi che esso puòoffrire.
Nel sito cosìpotremo trovare lastoria del paese, iregolamenti delComune, la composi-zione delleCommissioni consi-liari, il bando deiconcorsi, le riunionidel Consiglio e dellaGiunta con tutte ledelibere; la situazio-ne delle opere pubbli-che, e così via.
Esso dovrà darcila possibilità di avan-zare istanze ed otte-nere le risposte, pro-porre lagnanze,segnalare inefficien-
ze e servizi mal fun-zionanti. Dovrà faci-litare sempre piùl'accesso alla docu-mentazione delComune e la defini-zione dei vari proce-dimenti. Il sito è cer-tamente uno stru-mento valido di col-laborazione tra citta-dino edAmministrazione,uno strumento ditrasparenza.
Non dotarsi diquesto favoloso stru-mento è pura miopiapolitica; non possia-mo perdere tempo,già siamo in ritardo;facciamo in modoche la maledizionedella lentezza non
continui a mortifi-carci.
Ravanusa èavvantaggiata perchéha un cittadino cheè bravissimo nelcostruire siti inter-net; in atto funzionaorganizzato e gestitoa sue spese il sito,chiamato SITO DIRAVANUSA la cui esi-stenza dobbiamo alnostro paesanoGiuseppe Ferro; sonoconvinto che lui faràdel sito una strutturadi grande utilità,varia e ricchissima.Invito intanto a visi-tare il Sito Ravanusaper rendersi conto diquello che ci offre.
S. ABBRUSCATO
segue a pag. 17
DIEGO TERMINI
L�Autore, in un
agile volumetto
descrive la
Ravanusa degli
anni Cinquanta con
realismo e sincerità,
riportando indietro nel
tempo quanti vissero
quella realtà a volte
innocente ma ricca di
significati e valori
mani.
Ogni epoca ha il
suo mèntore, che ne
ricorda fatti ed eventi;
anche ogni uomo, ogni
generazione ne ha uno
che ne fissa gli aspetti
più salienti e significa-
tivi che, rivisti a distan-
za di tempo, costitui-
scono la storia del
periodo.
La Ravanusa del
secondo dopoguerra ha
trovato in Baldassare
Turco il suo cantore,
colui che ne ha fissato
la vita con i suoi aspet-
ti più caratteristici, più
particolari, più tipici
che oggi in un agile
volumetto rivivono di
una nuova vita che, se
pur diversa dall'attua-
le, resta sempre di
grande interesse stori-
co per chi non l'ha vis-
suta e fa sforzo a cre-
derla vera, e di interes-
deciso e fervente anti-
comunista e protagoni-
sta di molte indimenti-
cabili battaglie politi-
che e sociali.
Pur con qualche
distinguo l'Autore
associa ai due un' altra
figura di spicco della
realtà sociale di
Ravanusa, l'avv. Totò
Lauricella, allora giova-
ne agli inizi della car-
riera politica, che
avrebbe espresso più
tardi le sue potenzialità
divenendo pure mini-
stro della Repubblica.
Fuori dal Corso poi
ancora si possono
vedere le figure di don
Michele D'Antona,
francescano conven-
tuale che scendeva
ieratico lungo la Via
Lincoln o Suor
Vittorina Noto la con-
solatrice dei casi diffici-
li e l'ispiratrice di molte
vocazioni femminili.
E accanto a loro si
rivede ancora una
miriade di personaggi
minori, allora in vista
perché comunisti e
socialisti della prima
ora, che popolavano
l'ambiente rurale, che
rivive in tutta la sua
crudezza e realtà nella
terza parte, quando
l'Autore parla della
Gabella.
Erano tempi diver-
si, inimmaginabili oggi,
ma descritti con un
realismo duro ma veri-
tiero.
L'arrivo a piedi dei
gabellanti alla masse-
ria, la sistemazione nei
grandi stanzoni senza
alcuna riservatezza, l'o-
perosità dei convenuti,
l'andirivieni dei ragazzi
con panieri pieni di
mandorle, i tavoloni
circondati da donne
operose che con le loro
mani svelte davano
l'impressione di tante
galline che cercano
cibo, la festa di fine set-
timana che ridava forza
ed energia per il lavoro
successivo, le stornel-
late serali, i pettegolez-
zi ed i litigi, ma soprat-
tutto la delusione del
fallimento della gabella
che faceva andare in
fumo non solo le spe-
ranze ma persino le
fatiche ed i sacrifici di
quattro settimane di
duro lavoro e di un'in-
tera annata agraria,
sono descritti col cuore
e con l'anima e basta
solo questo per legitti-
mare la fatica letteraria
di Baldassare Turco
che senz'altro merita
un plauso.
16 - Ottobre 2002 Ravanusa La Vedetta
�MEMORIE DI UN ADOLESCENTE� di Baldassare Turco
vita; giocare per la stra-
da con una miserabile
palla di pezza esprime
la necessità di sfogo
emergente negli adole-
scenti che sognano un
pallone vero su cui sca-
ricare l'esubero energe-
tico della loro età,
sogno spesso mai rea-
lizzato; raccogliere spi-
ghe dietro i mietitori ci
richiama la grande
indigenza di quel dopo-
guerra vissuto senza
prospettive e senza
aspirazioni negli sper-
duti paesini del Sud
dove forse la guerra
non s'era sentita ma
dove aveva pur lasciato
grandi esiti di miseria e
di bisogno.
Fare la guerra con
le pietre poi era il
colmo della barbarie
che affiorava immotiva-
ta nei giovani adole-
scenti, colpevoli solo di
non avere avuto l'ade-
guata educazione per
capire quale cosa seria
sia la guerra che piut-
tosto che esorcizzare si
coltivava, spinti da un
sopito odio che aveva
bisogno di esplodere ad
ogni costo.
Ma non sono solo
questi gli aspetti che
Baldassare Turco tira
fuori dai ricordi della
sua adolescenza.
Intessuti con essi
l'Autore fa rivivere per-
sonaggi e comporta-
menti il cui valore
resterà ancora vivo per
molto tempo. Pur a
distanza di cinquan-
t'anni chi legge può
rivedere ancora lungo
l'allora Corso Vittorio
Emanuele la figura
burbera ed austera ma
solenne del famoso
maresciallo pipa, al
secolo il maresciallo
Francesco Vadalà, con
la sua bonomia in divi-
sa che non di rado diri-
meva i contrasti tra
due parti o chiudeva
una marachella di
qualche furfantello non
solo a pedate nel sede-
re, ma persino con l'in-
giunzione di dare una
tiratina alla sua
immancabile pipa per
la quale si meritò il
simpatico appellativo
di �maresciallo pipa�
che faceva sorridere
persino lui.
Ed accanto a lui, e
con l'immaginazione
persino a braccetto con
lui, si rivede l'altra
figura austera e solen-
ne di padre arciprete
Burgio, anch'egli bur-
bero ed in un certo
modo simpatico, ma
se sentimentale per chi
l'ha vissuta e vi si ritro-
va dentro in un flash-
back realistico e com-
movente, malinconico e
nostalgico.
Baldassare Turco
nelle sue �Memorie di
adolescente� ha saputo
rievocare con realismo
impressionante le
aggregazioni di giovani
che si davano tono
chiamandosi e facen-
dosi chiamare �banda�;
che si davano impor-
tanza compiendo qual-
che marachella e qual-
che furtarello; che infi-
ne si fingevano grandi
giocando alla guerra a
furia di sassate vere, i
cui bernoccoli restava-
no per sempre a testi-
monianza perpetua in
chi questa cose in gio-
ventù visse.
Rubare le uova
nelle stie ci ricorda
quando le galline alle-
vate in casa per le uova
della famiglia o per i
galletti delle feste e le
stie davanti casa erano
un necessario comple-
tamento delle abitazio-
ni; raccogliere capperi
sulle pendici del nostro
monte Saraceno ci dice
della mentalità impren-
ditoriale insita nei gio-
vani che si aprono alla
CANTI POPOLARI SICILIANIa cura di S. Aronica
Il proverbio italiano
"Bocca baciata non leva
ventura", oggi è comune-
mente condiviso da tutti. Nel
passato, invece, soprattutto
per i siciliani, il bacio sulla
bocca levava"ventura", alme-
no alla donna. Costituiva,
anzi, una vera e propria presa
di possesso di essa considerata
più oggetto, che non soggetto,
con marchio apposto per con-
trassegnarla come "cosa" o
"bene" di proprietà privata, di
esclusivo uso personale. Raro
il caso che una ragazza così
condizionata potesse aspirare
ad un marito di scelta diversa.
Nel canto che segue, dal
titolo eloquente "Iu vi la vasu",
il giovane innamorato, temen-
do appunto che i genitori della
"sua" ragazza volessero mari-
tarla ad altri, minaccia con
arrogante sicumera di impri-
merle il maculante bacio.
Questa la sfida: s'egli la
bacia, nulla resterà da fare
agli indifesi genitori. Il passo a
quel modo resta sbarrato a
chiunque altro. Qualsiasi
causa gli dovessero intentare
contro, sono destinati fatal-
mente a perderla. Preso il pos-
sesso (col bacio!!!) della
capanna, pure eventuali
parenti della ragazza che
volessero opporsi alle sue
nozze, per questioni di ceto o
focolare!
Quanto al canto"La sira
di lu Crucifissu", esso attiene
ad un'epoca antecedente gli
anni trenta, quando le strade,
a Ravanusa, erano illuminate
da lampioni a gas. L'incontro
con una ragazza di cui il poeta
s'invaghisce, accade la sera
stessa del festino del
Crocifisso. Nel quartiere
S.Croce, l'ultima domenica di
Luglio. L'estro del giovane
cantore s'alza alle stelle, coin-
volgendovi tutto l'universo.
Per un inno alla sua madonna.
Così, impone al sole, come
Giosuè nella battaglia di
Gabaon, di fermarsi. Non per
continuare lo sterminio biblico
dei nemici. Bensì per cantare
le bellezze dell'amata, di sole e
di luce rivestita.
Meravigliosa, se pure ardita,
la metafora sullo splendore
che irradia sulle strade della
città, dovuto a lei, non ai pub-
blici lampioni a gas: "La
lustrìa nun era l'aggassu / lu
facivatu tu ssu riflessu".
Estrosa la conclusione:
"Beddra, si nun c'è l'ecclissu,/
nun affaccianu tu, lu munnu è
piersu". L'amata è il sole. Se al
mattino non spunta lei, il
mondo intero - per il nostro
cantore popolare - può consi-
derarsi al buio. Smarrito nelle
tenebre. Per sempre perso.
di dote dell'aspirante sposo,
saranno costretti a rassegnato
silenzio.
Ieri, a Ravanusa, una
bocca baciata costituiva lega-
me. Oggi, neppure il vincolo
indissolubile costituisce remo-
ra. Figuriamoci altre violazio-
ni! Regolari, peraltro, appaio-
no separazioni, divorzi,
abbandoni di coniugi, di prole
e il convolare ad altre nozze.
Sono passati i bei tempi di
"Ferlazzano", dei cosiddetti
delitti d'onore, dell'onta lavata
col sangue, o invocata, persino
in efferati uxoricidi, per otte-
nere sconti cospicui di pena.
Addio famiglie patriarcali! Di
tanti comignoli non rimane
che cenere! Beato chi può
vantare un angelo nel proprio
IU VI LA VASUSi sacciu e sientu ca ad autru la dati,iu vi la vasu e vui cchi faciti?La capanna è la mia e vu' e parienti cci la sgarrati.
LA SIRA DI LU CRUCIFISSU
Fermati suli, tempiu di l�universu,quantu, stasira, sta catina lassu.Si fu la sira di lu Crucifissu,quannu ti vitti vistuta da lussu.La lustrìa nun era di l'aggassu, lu facivatu tu ssu riflessu!Beddra, si nun c'è l'ecclissu,nun affacciannu tu, lu munnu è piersu!
ANONIMO RAVANUSANOTRASCRIZ. DEGLI ANNI
Sta terra disperata
Nì sta terra disperata e sula nenti cancia mai mancu pi n'ura.Fina li chiuri sunnu lienti a nasciri pir-chì l'aria iè difficili e nun fa crisciri.
Li nostri testi su cuomi bulugnina e si passa lu tiempu all'urbina.Signuri, ca vi sintiti sperti,nun pistati lu cori all'atri e tiniti ammeci di la vucca l'uocchi apierti.
Iu dicu ca sta terra dispirata e sula nunpo' canciari mai sinun addivintammu genti di rispiettu,ma lu rispiettu giustu iè sintimientunun né putiri, né scantu.
Ca lu suli affaccia pi tutti lu sapiemmuma tanti all'ummira si muovinu pì tiempu.
Dammuccilla na manu a sti paisanieddri, ca lu bisuognu iè tantu e di nenti nun resta nenti; ma drù Diu eternu ca vidi e pruvvidi,sempri na manuzza na và dari e li vucchi tinti à và attuppari.
Lina Russo
La Vedetta Ravanusa Ottobre 2002 - 1177
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BRUCCULERIVia Colombo, 9 - Tel. 0922/874845 - RAVANUSA
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Via Tintoria 12 Ravanusa Tel. 0922 880644
domanda; è necessario quindisostenere la produzione contutti gli strumenti della com-mercializzazione (pubblicità,promozione, ecc) e questodovrà essere fatto dalla manopubblica.
Se possiamo parlare di unafase nuova, mi auguro che noncontinui la lentezza che fin quiha contrassegnato il camminodi questa "industrializzazione".Ma dubito che si cambi meto-do, che la proverbiale lentezzadelle procedure e delle decisio-ne degli uomini di governo osottogoverno, si tramuti comeper incanto in efficienza.
La Sicilia è la terra dellecose incompiute, della lentezza(basti pensare alla DigaGibbesi, allo scorrimento velo-ce Licata - torrente Braemi(ferma nei pressi della minieraTravia Tallarita) all'autostradaPalermo Messina, al teatroMassimo di Palermo, per cita-re solo i casi più eclatanti econosciuti dalla generalità dellepersone.
Patti territoriali, PattiIntegrativi Territoriali, PattoAgricolo, Agenda 2000, contri-
buti per l'imprenditoria giova-nile e femminile, credito diimposta, varie agevolazioni tri-butarie per investimento e perassunzione di LSU e lavoratoridisoccupati, ecc. sono certa-mente strumenti validi, manecessitano di altre condizioniperché possano dare a pieno iloro effetti: occorrono le risorseumane, la presenza e la funzio-nalità dei vari servizi pubblici edegli apparati burocratici.
Deve farsi strada unanuova mentalità in tutti quelliche maneggiano denaro pubbli-co ed in quelli che svolgonoservizi pubblici: la mentalità diconcepire il proprio lavorocome un dovere e come unaoccasione di concorrere insie-me agli altri fattori allo svilup-po della comunità, la mentalitàdi avere l'orgoglio di lavorare edi sapere che sul lavoro diognuno di noi si fonda lo svi-luppo in tutte le sue direzione.Fino a quando non ci sarà unasvolta in questo modo di agire,vedo molto lontano lo sviluppodella nostra terra.
Salvatore Abbruscato
Quale sviluppoper Ravanusa?
da pagina 15
Il D.L 30 dicembre 1999contiene nuove disposizioni pergli assegni bancari e postali.Lamodifica più importante riguar-da la trasformazione del reatodi emissione di assegno senzaprovvista o senza autorizzazio-ne in illecito amministrativo; edinfatti la comunicazione deiprotesti non si fa più allaProcura della Repubblica ma alPrefetto;la sanzione penaleviene irrogata quando vengonoviolate le sanzioni amministra-tive accessorie.
Ma il fatto più vistoso èche è stato introdotto l'istitutodella "revoca di sistema": tutti isoggetti che emettono titolisenza provvista e senza autoriz-zazione sono dichiarati "inter-detti"all'emissione di assegnied all'utilizzo di carte di paga-mento: per rendere operantetale disciplina in tutto il territo-rio dello Stato è stato istituito
un archivio informatico, ilC.A.I. (CENTRALE D'AL-LARME INTERBANCARIA).Questo archivio è presso laBanca D'Italia ed è diffusoall'intero sistema bancario epostale nazionale,all'AutoritàGiudiziaria, alle Prefetture,edagli Intermediari Finanziariemittenti delle carte di credito.Questo istituto è entrato in fun-zione il 02 giugno 2002; in que-sta prima fase all'archivio infor-matico vengono iscritti i sog-getti che emettono assegnisenza provvista e senza autoriz-zazione, ed i titoli sottratti,smarriti, o non restituiti.
Nella seconda fase visaranno iscritte le carte di cre-dito e le sanzioni amministrati-ve e penali.
L'importanza di tale siste-ma è rilevante; non sarà piùpossibile che un soggetto,a cuisia revocata la possibilità di
emettere assegni in una banca,vada fuori provincia in altrebanche ad aprire nuovi conticorrenti. Con questo sistema latrasparenza è massima.
Vediamo ora quali sono leconseguenze.
In caso di emissione diassegno senza provvista (asse-gno cosiddetto a vuoto), se nonviene pagato entro 60 giornidalla data di scadenza del ter-mine di presentazione, al traen-te (soggetto emittente cioè tito-lare del conto corrente) vienerevocata la autorizzazione ademettere assegni, e gli vienealtresì inflitto l'obbligo di resti-tuire i moduli degli assegni insuo possesso, e non potràrichiedere nuovi moduli perassegni. La revoca è precedutadal "preavviso di revoca".
In caso di assegno emessosenza autorizzazione, passati20 giorni dalla data di presenta-
zione del titolo per il pagamen-to, si procede alla segnalazionedi reiterazione di reato.
Quali sono gli obblighi acarico dell'intero sistema ban-cario? Tutte le banche e leposte, per sei mesi dall'inseri-mento di un soggetto nel CAI,perdono la facoltà di rilascio diassegni ai soggetti interdetti, edi pagare titoli, anche se emes-si entro il limite della provvista,se tratti dopo la iscrizione delsoggetto al CAI. Per renderepiù efficace tutto il sistema san-zionatorio è imposto l'obbligoal cliente di eleggere domicilioper consentire alla banca diinviare il "preavviso di revoca".
Per finire c'è da notare chel'inserimento dei soggetti e tito-li al CAI avviene a cura dellebanche e delle Poste.
Salvatore Abbruscato
La nuova disciplina sanzionatoria sugli assegni
Biblioteca ComunaleCentro Studi On. �Salvatore Lauricella�
�Progetto Ecolandia�1° Concorso Fotografico
�Ravanusa e il suo Territorio�
Il Centro Studi On. Salvatore Lauricella, organizza nell'ambito del progetto Ecolandia, il 1°Concorso Fotografico �Ravanusa e il suo Territorio�.
Il progetto �Ecolandia� è una proposta educativa e didattica nata come rispetto all�esigenza diimpegnarsi nella formazione di coscienze civili, sensibili alle problematiche ambientali.
Da questa convinzione è nato tale progetto, attraverso il quale i giovani possono essere guida-ti ad un avvicinamento graduale al problema del rispetto dell'ambiente e di tutti i suoi elementi. Ilprogetto Ecolandia vuole proporre ai giovani uno stile di vita nuovo; il buon senso e la consapevo-lezza dei problemi ambientali e d�inquinamento, ci dovrebbero suggerire maggiore attenzione,rispetto delle regole per la tutela del mondo e delle sue risorse, per non finire, noi per primi, vitti-me di un perverso meccanismo d�autodistruzione.
Regolamento- La Biblioteca si impegna a pubblicizzare adeguatamente attraverso la stampa e i mezziaudio - televisivi il Concorso. - Le foto ammesse al Concorso da un minimo di 4 a un massimo di 10 dovranno esserestampate a colori, su carta fotografica in dimensioni comprese tra 30 e 40 cm. �Ravanusa e il suoTerritorio�. - Le foto dovranno essere inserite in una busta chiusa senza firma e contrassegni vari, e lastessa busta dovrà contenerne una più piccola con le generalità e l�indirizzo del concorrente. - La graduatoria di merito delle foto verrà effettuata dal Consiglio di Amministrazione delCentro Studi, il cui giudizio è inappellabile e le stesse foto non verranno restituite.- Dopo la vahitazione delle foto il vincitore o la vincitrice del Concorso riceverà un pre-mio, che consiste in un�opera donata dalla Casa Editrice De Agostini; e pubblicazioni riguardantila vita di S. Lauricella, tutti i concorrenti riceveranno un attestato di partecipazione.- La cerimonia di premiazione avrà luogo presso la Biblioteca Comunale, in data da stabi-lire.- Le foto devono essere consegnate o inviate entro il 31 ottobre al seguente indirizzoBiblioteca Comunale - Corso della Repubblica, 17 - 92029 Ravanusa (AG). Sulla busta dovràapporsi chiaramente, preferibilmente a stampatello la seguente scritta: �Progetto Ecolandia� 1° Concorso Fotografico �Ravanusa e il suo Territorio�.- Le buste verranno contrassegnate in fase di accettazione, con un numero progressivo ouna lettera corrispondente all'ordine di arrivo. - Le foto presentate, non verranno restituite e faranno parte del patrimonio della Biblioteca. - Per ogni informazione e per il ritiro del Regolamento del Concorso, rivolgersi allaDirettrice della Biblioteca e al personale addetto presso:
Biblioteca ComunaleCorso della Repubblica, 17
92029 Ravanusa (AG)Tei. 0922 - 881059 - Fax 0922 - 881375
E-Mail: [email protected] Direttrice
Dott.ssa Lina Russo
Notizie dal ComuneMadonna Maria SS.Addolorata e di SanMichele Arcangelo
L ' A m m i n i s t r a z i o n eComunale di Ravanusa rendenoto che quest'anno si sonovoluti ripristinare, al fine diriscoprire le nostre antiche tra-dizioni, i festeggiamenti solen-ni che venivano dedicati allaMadonna Maria SS.Addolorala e di San MicheleArcangelo.
Le manifestazioni si sonosvolte dal 25 al 29 settembrec.a. ed al fine di valorizzare efar conoscere i prodotti tipicilocali e della cultura contadinasi è allestita una fiera nellaquale gli artigiani e i commer-cianti hanno esposto i loro pro-dotti.
�Progetto Solidarietà�Un film per un amico
La biblioteca Comunale eil centro Studi �On. SalvatoreLauricella� organizzano:
�Progetto Solidarietà�Un film per un amicoAttendiamo il tuo aiuto,
per accompagnare un amicodisabile presso la bibliotecacomunale; trascorreremo unpomeriggio insieme guardandoun film.
ProgrammaDomenica 10 novembre ore16.00 Galline in fuga (ChickenRun)Domenica 17 novembre ore16.00 BeethovenDomenica 24 novembre ore16.00 Spy KidsDomenica 1 dicembre ore16.00 ShrekDomenica 8 dicembre ore
16.00 Le follie dell'ImperatoreDomenica 15 dicembre ore16.00 Final Fantasy.
Corsi di Laurea ePerfezionamento organiz-
zati da L.U.M.S.A.
Presso la BibliotecaComunale di Ravanusa haavuto luogo un incontro perpropaganda di corsi di laurea,di perfezionamento e di quali-fica professionali attivati nel-l'anno accademico 2002/2003.
E' stato comunicato che laLUMSA (Libera UniversitàMaria SS. Assunta - Roma)avvierà per l'A.A. 2002-2003 iseguenti corsi di Laurea ePerfezionamento:Corso di Laurea in ServizioSociale;Corso di Laurea perEducatori Professionali; Corso di Laurea in espertonelle Organizzazioni delTerzo Settore; Corso di Perfezionamento inPsico-oncologia;Corso di Perfezionamento inTrattamento delleProblematiche AlcoolCorrelate e Complesse.
SCAMBI GIOVANILI
L�Assessore allo sviluppo
economico Salvatore Pitrolacomunica chel�Amministrazione Comunaledi Ravanusa nell�ambito PRO-GRAMMA GIOVENTÙ -AZIONE 1 - SCAMBI GIO-VANILI l'Agenzia NazionaleItaliana Gioventù ha approvatodue progetti, uno di accoglien-za e l�altro di invio bilateraleper giovani di età compresa trai 18 e i 25 anni della città diRavanusa e della città spagnoladi Aldaia (Valencia).
Tra la finalità dello scam-bio interculturale vi è quella didiffondere le tradizioni e la cul-tura della nostra terra agli altripaesi della Comunità Europeaed allo stesso tempo: permette-re ai giovani che vi partecipanodi apprendere la cultura deglialtri con lo scopo di far cresce-re la propria identità culturale ela coscienza di essere cittadinidell�Europa del TerzoMillennio. 17 ragazzi di Ravanusa e dueaccompagnatori sono stati dal29/7/2002 al 4/8/2002 adAldaia (Valencia) per unoscambio interculturale con ungruppo di 16 ragazzi spagnolied un accompagnatore. Il gruppo spagnolo, a sua volta,dal 9/8/2002 al 15/8/2002 saràospitato a Ravanusa per laseconda fase progettuale.
18 - Ottobre 2002 Cont inua da l la p r ima. . . La Vedetta
LA VEDETTAMensile licatese di libera critica, cultura e sport
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800 milioni. Roma dovrà darlie li darà! Intanto si è fatta larevisione di tutta la tubatura pergli eventuali danni della guerra.Per fortuna, di grossi non se nesono trovati. Cosicché l'acquafra poco arriva a tutti i paesi.Con la revisione si è vicini aCanicattì. Meno guasti si trova-no più si corre. Per dare subitol'acqua a Grotte si è fatta unacondotta provvisoria. Nonimporta un poco di spesa in più.Ormai siamo tutti presi dallafrenesia di far presto, presto,presto. E impaziente è, devepure essere, il popolo. Occorre
venirgli incontro, tenerlo perio-dicamente informato. Ha atte-so, ha sofferto tanto!�
E l'acqua sgorgò a Licatanel 1950, sindaco EnricoPeritore. Si fece grande festa,persino una lapide fu murataall'interno del Comune, ogginon più esistente. Fu grandegioia, grande conquista civile.Acque e luce, si diceva, Licatanon ne produce. Ma fu una gioiapasseggera. Un miraggio e nul-l'altro. Dopo brevissimo tempole fontanelle collocate in tutti oquartieri si seccarono e giornodopo giorno di acqua ne arriva-
va sempre meno. Siamo a metàdegli anni cinquanta. Da alloral'acqua per numerosi lustri nonl'abbiamo più vista, dagli anniottanta la vediamo un giorno sie una settimana no, un giorno sie quindici giorni no, un giornosi e un mese no. Nacque così ilfiorente commercio dell'acqua,non sempre pura. "A vutti, avutti c'è" si diceva. Ma nonsolo, l'acqua arrivava anche coni carri cisterna delle Ferrovie,dietro ai quali lunghe ed inter-minabili code. Si era illuso l'i-dealista e nobile Adonnino.Passati i primi anni di patriotti-
co entusiasmo, sono nati i vol-poni e i pescecani che delleaspettative del popolo non glie-ne fregava proprio niente. Mafiae Politica, Politica e Mafia,mangia tu che mangio io, men-tre il popolo licatese moriva disete. Una storica vergogna. Unasete atavica, una sete ciclica cheritorna, trovando distratti, inca-paci o impotenti i politici. Annodel Signore 2002. Si va suMarte e Licata non ha ancoral'acqua, elemento essenziale dicrescita civile. Vergogna!
C.C.
I grandi acquedotti siciliani: �Il tre sorgenti�
Un�intervista del 1950 rilasciata dall�On. G.B. Adonnino al periodico �Dovere nuovo�.
Continua da pag. 5
Lettere al direttore
�Carissimo direttore Carità,
ho letto, come di consueto, il suo editoriale del
mese di settembre e le confesso che mi riconosco
ampiamente nelle sue convinzioni.
Sappiamo tutti che il turismo licatese si basa,
quasi esclusivamente, sul ritorno di noi licatesi che
amiamo la nostra città per come la ricordiamo: bella
ma disastrosa.
Il patriottismo ci porta a dire che abbiamo tra le più
belle spiaggie d'Italia e che non riusciamo a trarne
profitto. Ma Lei mi insegna che la gente del nord,
nostri potenziali utenti, soffre se non trova le strutture
ed i servizi adeguati.
Per non parlare poi dell'educazione ed il senso
civico che chiunque aspira a diventare cittadino di un
paese turistico dovrebbe avere.
Non voglio annoiarla con le mie riflessioni perchè
sono cose risapute, purtroppo, anche perchè il motivo
della mia lettera è un'altro. Il posto marchigiano da Lei
descritto mi ha letteralmente affascinato - rizzi, pated-
dri e cozzi, un paradiso per noi licatesi - e le sarei infi-
nitamente grato se mi indicasse il nome di tale locali-
tà. Chissà, forse potrebbe capitare di incontrarci a rac-
cogliere ricci e padelle.
Salutando Lei colgo l'occasione di salutare anche
i miei amici Angelo Carità e Gaetano Cellura.
Suo Ermando Pira
Pira dott. Ermando - Cambiago (MI)
�Educazione e senso civicofondamentali per diventare
paese turistico�poche idee, ma in compenso con-fuse. Stanno cercando d�imitarela Lombardia, avendo in bilanciorisorse più prossime a quelledella provincia di Bergamo piut-tosto che a Milano.
Parliamo di politica nazio-nale. I girotondi significanopartecipazione, protesta,democrazia, riscoperta dellapiazza come luogo della civileprotesta verso il governo eanche denuncia dei limiti del-l�opposizione. Ma è così, secon-do Lei e secondo voi diRifondazione, che può rinasce-re la sinistra italiana?
Innanzitutto c�è in Italia enel mondo tutta una vasta area,che si allarga sempre più, fatta dipersone di varie estrazioni socia-li e di pensiero che si sta renden-do conto che la strada intrapresadal capitalismo ci porterà in bre-vissimo tempo alla distruzioneambientale, a conflitti sempre piùferoci tra chi è costretto a subirele leggi del mercato globalesenza averne alcun beneficio echi si arricchisce sempre più (ilvero motivo della prossima guer-ra con l�Iraq è che gli USA nonpossono permettere che la gestio-ne delle immense riserve petroli-fere irakene sia stata affidata daSaddam Hussein a società fran-cesi e russe).
In Italia, di fronte ad un�op-posizione non ancora riunitaattorno ad un leader riconosciutoed accettato da tutti, mancante diun agire politico unitario, e rela-tivamente ad alcuni atti delGoverno riguardanti la giustizia ela pluralità dei mezzi d�informa-zione di massa, la cosiddettasocietà civile è scesa in piazzacome atto di denuncia e comerichiesta, ai partiti dell�opposi-zione di occuparsi seriamentedella difesa delle regole demo-cratiche che le forze politicheattualmente al governo minaccia-no di stravolgere, pur di impedireche alcuni cittadini, Previti eBerlusconi, accusati di aver cor-rotto alcuni magistrati giudicantiper ottenere l�aggiustamento dialcune sentenze a loro favore,vengano processati.
Al di là di come finirà il pro-cesso IMI-SIR e il lodoMondadori, il dato politico è chei cittadini indignati dagli atti diquesto governo tutti tesi adaggiustare e salvaguardare gliinteressi del �Capo� abbiano
deciso di agire in prima persona. Questo è molto importante
perché, se da un lato questo rap-presenta un atto di sfiducia versogli attuali dirigenti dell�opposi-zione, dall�altro ne riconosce laresponsabilità e la rappresentati-vità politica.
Se la sinistra non tradiràquesti cittadini e agirà, con tempiaccettabili, nel senso di una mag-giore coesione e unità operativa,questo popolo sarà a suo fianconelle battaglie politiche future etravolgerà il berlusconismo defi-nitivamente, se si continuerà conle liti e le ripicche, perché, altro-ve, si è già deciso, alla prossimatornata elettorale, di affidare laleadership a Prodi, l�Ulivo vince-rà lo stesso (non esiste confrontotra il competente Prodi e il vendi-tore di fumo Berlusconi), mamentre il berlusconismo conti-nuerà ad esistere, la sinistra nonpiù.
Cosa pensa del nuovoUlivo di cui tanto si parla mache è ancora una ipotesi fumo-sa?
Quanto detto prima valeanche per l�Ulivo, le forze com-ponenti la coalizione si stannomuovendo per ritrovare un�unitàd�azione cercando di darsi delleregole, accettabili da tutti, che neaumentino l�operatività. Non èfacile, non è detto ci riescano,non è neanche indispensabileriuscirci per vincere le prossimeelezioni con Prodi e Cofferati. Èindispensabile per la sinistra, maquesto è un altro discorso.
Come giudica la finanzia-ria del governo Berlusconi? Ilsud ne risulta penalizzato?
Giudicare oggi, 20 Ottobre,la finanziaria virtuale del gover-no, già sconfessata da tutti, credosia solo una perdita di tempo. Leuniche cose certe di questa finan-ziaria sono l�affidare il reperi-mento delle risorse necessarie afar quadrare i conti a strumentiuna tantum diretti a premiare tuttiquei cittadini che non hannoavuto dei comportamenti deltutto esemplari del vivere civile.Si parla, infatti di condoni fiscali,condoni edilizi, condoni per ilrientro dei capitali esportati ille-galmente all�estero, condoni deiversamenti INPS sul lavoro nero,condoni, persino, delle multeautomobilistiche. Al grido di�disonesti di tutto il mondo uni-tevi, ravvedetevi e pagate (poco),
il �creativo� ministro Tremontisi accinge a tappare un buco nelbilancio non rendendosi conto diaprire una voragine nel prossimobilancio. I condoni inducono anon rispettare più le regole - leentrate fiscali il prossimo annodiminuiranno notevolmente. Mail buon Tremonti non se ne cura esi dice che ha già in mente undecreto per l�emersione dei pro-fitti dei mafiosi che, pagando il3% all�erario (pizzo di stato)avranno la sicurezza dell�anoni-mato e la non confiscabilità daparte della magistratura che, èrisaputo, è piena di comunisti.Scherzo, ma non suggeritelo aTremonti, potrebbe farlo davve-ro!
L�altra certezza è, a fronte,di qualche euro in più nella bustapaga (� 20 mensili medie) per iredditi più bassi, si avrà l�aumen-to delle tariffe dei servizi pubbli-ci comunali e dei ticket sanitari acausa della riduzione del 2% deitrasferimenti statali agli entilocali. Il primo provvedimentoviene venduto dai ciarlatanigovernativi come la grande rifor-ma fiscale che permetterà il rilan-cio dei consumi, il secondo comeeliminazione degli sprechi negliEnti locali.
Un�ulteriore certezza è cheil Sud, al di là di quanto confin-dustria riuscirà ad ottenere sulcredito d�imposta, sarà penaliz-zato da questa manovra. Il gover-no afferma che al sud andrannopiù risorse rispetto agli anni pas-sati, affermazione puntualmentesmentita anche dalle forze politi-che che sostengono il governo,ma anche se fosse vero, lesomme in bilancio attengono adopere infrastrutturali (soprattuttola Salerno-R. Calabria) che anchese andassero in porto rapidamen-te avrebbero ricadute solo tra dueanni e sarebbero una mannasoprattutto per le imprese delNord. La lite tra Lega e Centristiall'interno del governo la dicelunga sulla reale volontà di aiuta-re il Sud da parte di alcune forzepolitiche. Credo che tra poco saràchiaro a tutti che esistono dueItalie, una che produce e l'altra,sottomessa, che deve solo consu-mare. Prevedo la nascita di unmovimento spontaneo dei popolidel sud che suggerirà il boicot-taggio dei prodotti del nord comeunico mezzo di difesa efficace.Questo sarà un�ulteriore regalo di
questo governo. Ultima domanda: cosa
pensa, professore Palumbo,della situazione della Fiat e inparticolare di quella di TerminiImerese? Sono sempre gli ope-rai che pagano?
Il grande capitalismo italia-no ha sempre propugnato per laconcorrenza le ferree leggi delmercato, per le proprie aziende,invece, un liberismo domestico,conviviale, per cui in alcuneaziende, il capitalismo italiano hascolpito nell�architrave d�ingres-so il motto: �PROFITTI PRIVA-TI - PERDITE PUBBLICHE� .C�è da dire che solo nell�applica-zione di tale regola queste grandiaziende sono state impareggiabi-li, hanno scaricato sempre sullacomunità l�azzeramento del pas-sivo di bilancio e sui loro contipersonali, possibilmente esteri,l�attivo.
Il ragionamento è sempre lostesso o la comunità ripiana, inqualche modo, il debito o licen-ziamo qualche migliaio di perso-ne. Stavolta la crisi è particolar-mente grave, stavolta si rischiaanche la chiusura dello stabili-mento di Termini Imerese e acascata di tutto l�indotto. Sarebbeil disastro economico di unavasta zona della Sicilia. Il gover-no sta cercando una soluzione,spero la trovi, io per mio contosarei favorevole anche all�acqui-sizione da parte dello Stato diuna quota consistente del pac-chetto azionario, da rivendere,eventualmente, quando si saràsuperata la crisi attuale. Temo,però, che la famiglia Agnelliabbia già da qualche anno piani-ficato la cessione dell�aziendaalla General Motors, e oggi, sevuole ricavarne un guadagno,deve eliminare alcuni stabilimen-ti ed il personale eccedente. LaFiat attuale, a causa delle perditeche accumula giorno per giorno,tra qualche mese verrebbe acqui-sita a costo zero. È compito dellapolitica, quella alta, fare in modoche un�azienda importante comela FIAT resti italiana ed in Italia eche, almeno questa volta, a paga-re sia la proprietà e non i lavora-tori. Noi come Rifondazionesiamo a loro fianco in difesa delloro diritto costituzionale al lavo-ro.
Intervista della Redazione
Continua da pag. 4 - Intervista al prof. Carmelo Palumbo di Rifondazione Comunista
Saito ha trasformato il Comune in Ente assistenziale�
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