La Vedetta · Sped. Abb. Post. art. 1, comma 1, del DL 24/12/2003 n. 353, convertito in L. 27/2/04...

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La Vedetta Sped. Abb. Post. art. 1, comma 1, del DL 24/12/2003 n. 353, convertito in L. 27/2/04 n. 46 - CPO di Agrigento IL GIORNALE DI LICATA SETTEMBRE 2006 ANNO XXIV - N° 9 - EURO 1,00 FONDATORE E DIRETTORE: CALOGERO CARITÀ L’EDITORIALE C hi l’avrebbe mai detto? Questo mensile arriva ormai in edicola ininterrottamente dal mese di agosto del 1982. Da allora sono trascorsi 24 anni e con questo numero inizia il 25° anno di attività. Mai nessuna iniziativa giornalistica a Licata è durata per così lungo tempo. Eppure di fogli di informazione ne sono stati sempre creati nella nostra città. Moltissimi nel periodo post-unitario, alcuni subi- to dopo la 2a guerra mondiale, pochissimi dagli anni sessanta dello scorso secolo e tutti sono durati per poco tempo. Solo La Vedetta è riuscita ad aprirsi la strada, a scrivere la storia della nostra città e diventare essa stessa storia. Quando nella torrida estate del 1982 si decise di stampare presso Scrudato un foglio di informazione, ci si pose il proble- ma della denominazione della testata. In verità non si ebbe tanta fantasia e si decise di riesumare una delle storiche testa- te giornalistiche licatesi. Indagammo tra le raccolte della biblioteca civica e la scelta cadde appunto su uno dei più pre- stigiosi quindicinali licatesi fondato nel 1885 che aveva appun- to il titolo significativo LA VEDETTA, ossia chi è chiamato a scrutare l’orizzonte e a vigilare. Iniziò così l’avventura. Nel 1982 pubblicammo solo due numeri unici, finché non venne registrata la testata al Tribunale Civile di Agrigento. Soddisfatto tale adempimento non ci siamo più fermati, non- ostante le immancabili crisi di percorso, dovute alla ricerca di una identità e qualche volta anche a problemi finanziari. Da allora per 290 mesi abbiamo garantito la nostra presenza nelle edicole locali, ma soprattutto abbiamo creato una discreta rete di abbonati in tutt’Italia ed in alcune grandi città dei paesi dell’Ue. Dalle iniziali quattro pagine del primo numero siamo passati subito ad otto e prestissimo a dodici, finché non ci siamo stabilizzati sulle sedici pagine, senza contare i vari inserti speciali pubblicati. Un giornale licatese che solo per una volta si è stampato a Licata, poi ad Agrigento, di seguito a Caltagirone e quindi a Modica, a Ragusa, a Naro, ad Agrigento e ancora a Ragusa. Ragioni di competitività e se vogliamo anche di qualità. Un grandissimo sostegno ci è da subito venuto dalla Banca Popolare Sant’Angelo, il cui presidente, il dott. Nicolò Curella, si è davvero dimostrato un vero mecenate. Poi è arrivato anche il Comune di Licata che ci ha sostenuto con l’acquisto di una pagina di informazioni autogestite. Costante è il sostegno dei nostri inserzionisti pubblicitari: Benetton, Formula Uno , Luxottica Avarello , Laboratorio Elettronico di Rizzo, ed ultimo l’Istituto Vittorino da Feltre. di Calogero Carità AGOSTO 1982 – SETTEMBRE 2006 PER “LA VEDETTA” INIZIA IL 25° ANNO Segue a pag. 8 VISITA IL NOSTRO SITO INTERNET www.lavedettaonline.it L’MPA con il suo documento ha provocato un terremoto politico É campagna elettorale Licata: bipolarismo in crisi? I travagli del centrodestra di Gaetano Cellura L a notizia è che il sindaco Biondi di AN, dopo tre anni di solitaria navigazione, apre agli altri par- titi della CdL. Dice in sostanza il sindaco ai potenziali alleati: met- tiamoci insieme, ricomponiamo il centrodestra e risol- viamo, insieme, da qui alla fine del mandato, i proble- mi più seri e impellenti di Licata: l’acqua, la crisi della agricoltura, l’ospedale, lo sviluppo e il lavoro. C’è chi ha già risposto all’invito: No, grazie. Chi l’ha accolto con freddezza e diffidenza. E chi è pronto a imbarcar- si, stanco di stare all’opposizione. Quale che sia, nei prossimi giorni, la risposta uffi- ciale dei partiti e dei consiglieri della CdL al sindaco, non si può non rilevare un aspetto politico importan- te. E’ vero che l’unità del centrodestra è un problema da affrontare. Ma non ora. Andava affrontato almeno sei mesi prima delle elezioni regionali: e il sindaco, candidato alla Regione, poteva trarne giovamento. Persa quella occasione, il problema dell’unità può essere affrontato solo alle prossime elezioni comunali. Le divisioni del centrodestra hanno origini lontane. Risalgono al 2003, proprio all’elezione di Biondi a sin- daco. Sono state stabilite dal voto popolare. Non da divergenze politiche in corso d’opera, che possano giu- stificare ripensamenti e cambi di maggioranza. Nel 2003, Licata ha dovuto scegliere tra un sindaco di destra e uno di centro, in un bipolarismo anomalo interno allo stesso schieramento. In quel momento, la destra è stata chiamata a governare e il centro a fare l’opposizione. Proporre ora l’unità della CdL non sarebbe per Biondi un modo di contraddire la volontà popolare? E Forza Italia e l’UDC, che non l’hanno votato né hanno condiviso il suo progetto per la città, perché dovreb- bero appoggiarlo? In politica tutto è possibile. D’altra parte non è solo Licata a fotografare, con le divisioni intestine agli schieramenti e con i mutamenti di indirizzo politico, lo stato di crisi del sistema bipolare. Ma nonostante que- sto i cittadini pretendono comportamenti coerenti. I I Sindaco Angelo Biondi è al capoli- nea, a fermare la corsa è l’Mpa. Il movimento autonomista ha ricorda- to al sindaco che fra circa 20 mesi sarà chiamato a rispondere agli elettori del Suo operato. Gli alleati del primo cittadino non giu- dicano positivamente l’operato di questa amministrazione tant’è che con un comu- nicato stampa invitano il Sindaco ad aprire le porte a tutte le forze del centro- destra. Il loro inserimento è necessario, dico- no, per l’ammodernamento e lo sviluppo economico di Licata. Quando si chiede aiuto vuol dire che da soli non si è capaci ad andare avanti e l’Mpa si accorge ora di aver fallito. Eppure diversi consiglieri devono la loro elezione proprio al sindaco Angelo Biondi, ottenendo il premio di maggio- ranza. Alcuni consiglieri comunali successi- vamente confluiscono nel Mpa, mante- nendo fede al progetto del Sindaco Biondi, mentre altri vengono acquistati da Forza Italia. L’Mpa chiede al Sindaco di distribuire il potere anche alle altre forze politiche del centro destra, che governano la Regione”. Il gotha del Movimento di Raffaele Lombardo ha diramato una nota, a dir poco contraddittoria, con la quale invita il Sindaco Biondi ad aprire a Forza Italia e all’UDC. Aprire oggi vuol dire che la sua azio- ne politica è stata un fallimento, così come è un fallimento la stessa richiesta del Mpa, che si dimostra incapace a dare un contributo all’azione del Sindaco da loro sostenuto. Sembra che l’iniziativa degli alleati del Sindaco abbia sorpreso non solo il Sindaco ma anche le altre forze del cen- tro destra. Giuseppe Glicerio Alle pagine 4 e 5 i servizi con gli interventi di Angelo Biondi, Angelo Bennici e Giuseppe Ripellino Calcio - Con la Coppa Italia è partita la stagione ufficiale Aspettando il vero Licata Quando mancano ancora pochi giorni all'inizio del torneo di CND, il Licata ha disputato la prima partita ufficiale, la gara d'andata di Coppa Italia, che ha visto i gialloblù affrontare in quel di Favara, causa l'indi- sponibilità del Dino Liotta, il Campobello di Mazara. La gara è terminata con un pareggio che ha lasciato l'amaro in bocca a tutti, soprattutto i tifosi presenti in buon numero nonostante la giornata calda. Alla squa- dra allenata da Capodicasa è mancato solo il gol, non- ostante le occasioni create, soprattutto nella ripresa, poiché molte azioni sono state neutralizzate dal por- tiere avversario, altre non sono state trasformate dagli avanti gialloblù. Il Licata nonostante un uomo in più per quaranta minuti non è riuscito a capitalizzare quanto prodotto. Peccato! Ancora nulla è perso e pro- babilmente con il recupero di qualche uomo si potrà giocare una buona gara di ritorno. Gaetano Licata Segue a pag. 16 Segue a pag. 5 ALL’INTERNO Pag. 3 - Roberto Di Cara UN PAESE PROFONDAMENTO OMERTOSO Angelo Ajola e Gaetano Bottaro chiedono: perché? ***** Pag. 5 - Gaetano Cardella PROVE DI MAGGIORANZA E TRASPARENZA ***** Pag. 9 A TO RIFIUTI - LE SOCIETÀ AL CAPOLINEA 48 MILIONI DI EURO LE PERDITE ***** Pag. 13 SERATA DELLA MODA 2006 Giò, Indaco e Tiffany, le spose e il pret’ a porter ***** Pag. 14 - Gaetano Callea IL RITO DEL RIMORSO Dedicato a Rosa Balistreri

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IL GIORNALE DI LICATASETTEMBRE 2006ANNO XXIV - N° 9 - EURO 1,00 FONDATORE E DIRETTORE: CALOGERO CARITÀ

L’EDITORIALE

C hi l’avrebbe mai detto? Questo mensile arriva ormaiin edicola ininterrottamente dal mese di agosto del1982. Da allora sono trascorsi 24 anni e con questo

numero inizia il 25° anno di attività. Mai nessuna iniziativagiornalistica a Licata è durata per così lungo tempo. Eppuredi fogli di informazione ne sono stati sempre creati nellanostra città. Moltissimi nel periodo post-unitario, alcuni subi-to dopo la 2a guerra mondiale, pochissimi dagli anni sessantadello scorso secolo e tutti sono durati per poco tempo. Solo LaVedetta è riuscita ad aprirsi la strada, a scrivere la storia dellanostra città e diventare essa stessa storia.

Quando nella torrida estate del 1982 si decise di stamparepresso Scrudato un foglio di informazione, ci si pose il proble-ma della denominazione della testata. In verità non si ebbetanta fantasia e si decise di riesumare una delle storiche testa-te giornalistiche licatesi. Indagammo tra le raccolte dellabiblioteca civica e la scelta cadde appunto su uno dei più pre-stigiosi quindicinali licatesi fondato nel 1885 che aveva appun-to il titolo significativo LA VEDETTA, ossia chi è chiamato ascrutare l’orizzonte e a vigilare. Iniziò così l’avventura.

Nel 1982 pubblicammo solo due numeri unici, finché nonvenne registrata la testata al Tribunale Civile di Agrigento.Soddisfatto tale adempimento non ci siamo più fermati, non-ostante le immancabili crisi di percorso, dovute alla ricerca diuna identità e qualche volta anche a problemi finanziari. Daallora per 290 mesi abbiamo garantito la nostra presenza nelleedicole locali, ma soprattutto abbiamo creato una discretarete di abbonati in tutt’Italia ed in alcune grandi città deipaesi dell’Ue. Dalle iniziali quattro pagine del primo numerosiamo passati subito ad otto e prestissimo a dodici, finché nonci siamo stabilizzati sulle sedici pagine, senza contare i variinserti speciali pubblicati.

Un giornale licatese che solo per una volta si è stampato aLicata, poi ad Agrigento, di seguito a Caltagirone e quindi aModica, a Ragusa, a Naro, ad Agrigento e ancora a Ragusa.Ragioni di competitività e se vogliamo anche di qualità. Ungrandissimo sostegno ci è da subito venuto dalla BancaPopolare Sant’Angelo, il cui presidente, il dott. Nicolò Curella,si è davvero dimostrato un vero mecenate. Poi è arrivatoanche il Comune di Licata che ci ha sostenuto con l’acquisto diuna pagina di informazioni autogestite. Costante è il sostegnodei nostri inserzionisti pubblicitari: Benetton, Formula Uno,Luxottica Avarello, Laboratorio Elettronico di Rizzo, ed ultimol’Istituto Vittorino da Feltre.

di Calogero Carità

AGOSTO 1982 – SETTEMBRE 2006

PER “LA VEDETTA”INIZIA IL 25° ANNO

Segue a pag. 8

VISITA IL NOSTRO SITO INTERNET

www.lavedettaonline.it

L’MPA con il suo documento ha provocato un terremoto politico

É campagna elettorale

Licata: bipolarismo in crisi?

I travagli del centrodestradi Gaetano Cellura

L a notizia è che il sindaco Biondi di AN, dopo treanni di solitaria navigazione, apre agli altri par-titi della CdL.

Dice in sostanza il sindaco ai potenziali alleati: met-tiamoci insieme, ricomponiamo il centrodestra e risol-viamo, insieme, da qui alla fine del mandato, i proble-mi più seri e impellenti di Licata: l’acqua, la crisi dellaagricoltura, l’ospedale, lo sviluppo e il lavoro. C’è chiha già risposto all’invito: No, grazie. Chi l’ha accoltocon freddezza e diffidenza. E chi è pronto a imbarcar-si, stanco di stare all’opposizione.

Quale che sia, nei prossimi giorni, la risposta uffi -ciale dei partiti e dei consiglieri della CdL al sindaco,non si può non rilevare un aspetto politico importan-te. E’ vero che l’unità del centrodestra è un problemada affrontare. Ma non ora. Andava affrontato almenosei mesi prima delle elezioni regionali: e il sindaco,candidato alla Regione, poteva trarne giovamento.Persa quella occasione, il problema dell’unità puòessere affrontato solo alle prossime elezioni comunali.

Le divisioni del centrodestra hanno origini lontane.Risalgono al 2003, proprio all’elezione di Biondi a sin-daco. Sono state stabilite dal voto popolare. Non dadivergenze politiche in corso d’opera, che possano giu-stificare ripensamenti e cambi di maggioranza. Nel2003, Licata ha dovuto scegliere tra un sindaco didestra e uno di centro, in un bipolarismo anomalointerno allo stesso schieramento. In quel momento, ladestra è stata chiamata a governare e il centro a farel’opposizione.

Proporre ora l’unità della CdL non sarebbe perBiondi un modo di contraddire la volontà popolare? EForza Italia e l’UDC, che non l’hanno votato né hannocondiviso il suo progetto per la città, perché dovreb-bero appoggiarlo?

In politica tutto è possibile. D’altra parte non è soloLicata a fotografare, con le divisioni intestine aglischieramenti e con i mutamenti di indirizzo politico, lostato di crisi del sistema bipolare. Ma nonostante que-sto i cittadini pretendono comportamenti coerenti.

I I Sindaco Angelo Biondi è al capoli-nea, a fermare la corsa è l’Mpa. Ilmovimento autonomista ha ricorda-

to al sindaco che fra circa 20 mesi saràchiamato a rispondere agli elettori delSuo operato.

Gli alleati del primo cittadino non giu-dicano positivamente l’operato di questaamministrazione tant’è che con un comu-nicato stampa invitano il Sindaco adaprire le porte a tutte le forze del centro-destra.

Il loro inserimento è necessario, dico-no, per l’ammodernamento e lo sviluppoeconomico di Licata.

Quando si chiede aiuto vuol dire cheda soli non si è capaci ad andare avanti el’Mpa si accorge ora di aver fallito.

Eppure diversi consiglieri devono laloro elezione proprio al sindaco AngeloBiondi, ottenendo il premio di maggio-ranza.

Alcuni consiglieri comunali successi-vamente confluiscono nel Mpa, mante-

nendo fede al progetto del SindacoBiondi, mentre altri vengono acquistatida Forza Italia. L’Mpa chiede al Sindacodi distribuire il potere anche alle altreforze politiche del centro destra, che“governano la Regione”.

Il gotha del Movimento di RaffaeleLombardo ha diramato una nota, a dirpoco contraddittoria, con la quale invita ilSindaco Biondi ad aprire a Forza Italia eall’UDC.

Aprire oggi vuol dire che la sua azio-ne politica è stata un fallimento, cosìcome è un fallimento la stessa richiestadel Mpa, che si dimostra incapace a dareun contributo all’azione del Sindaco daloro sostenuto.

Sembra che l’iniziativa degli alleatidel Sindaco abbia sorpreso non solo ilSindaco ma anche le altre forze del cen-tro destra.

Giuseppe Glicerio

Alle pagine 4 e 5i servizi con gli interventi di

Angelo Biondi, AngeloBennici e Giuseppe Ripellino

Calcio - Con la Coppa Italia è partitala stagione ufficiale

Aspettando il vero Licata

Quando mancano ancora pochi giorni all'inizio deltorneo di CND, il Licata ha disputato la prima partitaufficiale, la gara d'andata di Coppa Italia, che ha vistoi gialloblù affrontare in quel di Favara, causa l'indi-sponibilità del Dino Liotta, il Campobello di Mazara.La gara è terminata con un pareggio che ha lasciatol'amaro in bocca a tutti, soprattutto i tifosi presenti inbuon numero nonostante la giornata calda. Alla squa-dra allenata da Capodicasa è mancato solo il gol, non-ostante le occasioni create, soprattutto nella ripresa,poiché molte azioni sono state neutralizzate dal por-tiere avversario, altre non sono state trasformate dagliavanti gialloblù. Il Licata nonostante un uomo in piùper quaranta minuti non è riuscito a capitalizzarequanto prodotto. Peccato! Ancora nulla è perso e pro-babilmente con il recupero di qualche uomo si potràgiocare una buona gara di ritorno.

Gaetano Licata

Segue a pag. 16

Segue a pag. 5

ALL’INTERNOPag. 3 - Roberto Di Cara

UN PAESE PROFONDAMENTO OMERTOSO

Angelo Ajola e Gaetano Bottaro chiedono: perché?*****

Pag. 5 - Gaetano CardellaPROVE DI MAGGIORANZA E TRASPARENZA

*****Pag. 9

ATO RIFIUTI - LE SOCIETÀ AL CAPOLINEA

48 MILIONI DI EURO LE PERDITE

*****Pag. 13

SERATA DELLA MODA 2006Giò, Indaco e Tiffany, le spose e il pret’ a porter

*****Pag. 14 - Gaetano CalleaIL RITO DEL RIMORSO

Dedicato a Rosa Balistreri

Page 2: La Vedetta · Sped. Abb. Post. art. 1, comma 1, del DL 24/12/2003 n. 353, convertito in L. 27/2/04 n. 46 - CPO di Agrigento La Vedetta IL GIORNALE DI LICATA ANNO XXIV - N° 9 - EURO

La Vedetta - Settembre 20062 IL COMUNE INFORMA

Numeri Utili di interesse generale(prefisso 0922)

Palazzo di Città (centralino) 868111Carabinieri 774011Polizia 774204Guardia di Finanza 774801Vigili del Fuoco 772921Capitaneria di Porto 774113Pronto Soccorso 775344Polizia Municipale 801493Stazione FF.SS. 774122Guardia medica 771079-803918 Gas (guasti) 804100

Orario degli Uffici ComunaliGli uffici comunali sono aperti al pubblicoda Lunedì a Venerdì dalle ore 8 alle ore 14.

Il Martedì e il Giovedì anche nelle ore pomeridiane dalle ore 15.30 alle 18.30

Numeri utili Dipartimenti (0922)

Affari Generali 868104Finanze e programmazione 868411Sol. Soc., P.I., Sport, Spettacoli 773181Lavori Pubblici 868515Urban. e Gestione del Territorio 865003Servizio al Cittadino e P.M. 868428

La Vedetta, anche per l’anno 2006 dedica spa-zio alle attività dell’Amministrazione Comunale ealle informazioni che questa vorrà dare ai cittadi-ni.

La direzione

Con deliberazione n° 106 del 28 luglio 2006, la GiuntaMunicipale, in applicazione di quanto previsto dall’art. 10 delROGUS (Regolamento Comunale sull’Ordinamento Generaledegli Uffici e dei Servizi) ha proceduto a riorganizzare i servizicomunali, mediante il passaggio di alcuni uffici da un dipartimentoad un altro, con conseguente assegnazione delle risorse.

A seguito dell’entrate in vigore del suddetto provvedimento, lanuova struttura organizzativa dell’Ente, suddivisa per Centri dicosto, è la seguente:

DIPARTIMENTO AFFARI GENERALIResponsabile: Dr.ssa Damanti Lucia

Centro di Costo – Spesa n° 01:Affari Generali – Archivio – Albo Pretorio – Protocollo – DifensoreCivico – Segreteria del Sindaco – Segreteria del Presidente delConsiglio Comunale e Gruppi Consiliari – Segreteria Generale –Risorse Umane e Pensioni – Gemellaggi – Avvocatura Comunale –Ufficio Stampa e Relazioni Istituzionali;Centro di Costo – Spesa n° 02:Nucleo di Valutazione – Ufficio direzione ed organizzazione –Programmazione e gestione delle attività formative.

DIPARTIMENTO SERVIZIO FINANZIARIOResponsabile: Dott. Occhipinti Andrea

Centro di Costo – Spesa n° 03:Contabilità – Tributi e Tasse – Marketing degli Acquisti(Economato) e Patrimonio Personale (Trattamento Economico delPersonale) – Controllo di Gestione.

DIPARTIMENTO SERVIZI SOCIALI – ATTIVITA’RICREATIVE, CULTURALI, TURISTICHE E VARIE

Responsabile: D.ssa Santamaria Francesca

Centro di Costo – Spesa n° 04:Servizi Sociali ed Assistenziali – Asili Nido – SportelloUniversitario – Attività Culturali – Servizi Turistici e Sportivi –Museo – Ufficio Europa e Servizio Fondi e Progetti Europei.

DIPARTIMENTO POLIZIA MUNICIPALEResponsabile: Dott. Gallo Raffaele

Centro di Costo – Spesa n° 05:Polizia Stradale – Polizia Giudiziaria e Controllo del Territorio –Polizia Amministrativa – Polizia Annonaria ed Ambientale –Programmazione, Pianificazione e Gestione Segnaletica Stradale –

Igiene e Sanità – Contenzioso di Settore.

DIPARTIMENTO LAVORI PUBBLICISERVIZI TECNICOLOGICI ED OPERATIVI

Responsabile: Ing. Calogero Sala

Centro di Costo – Spesa n° 06:Servizio Amministrativo – Gare e Contratti – Progettazione,Direzione Lavori – Sicurezza Luoghi di Lavoro (Datore di Lavoro)– Manutenzione Immobili e Servizi – Manutenzione Strade – Verdeed Arredo Urbano – Illuminazione Pubblica – Servizio IdricoIntegrato – Mattatoio, Depuratore, stazione di Sollevamento,Autospurgo – Minidissalatori – Cimiteri – Servizi Ecologici –Ufficio Espropri – Sit.

DIPARTIMENTO URBANISTICA TERRITORIO ED AMBIENTE

Responsabile: Ing. Vincenzo Ortega

Centro di Costo – Spesa n° 07:Servizio Amministrativo - Sportello Unico – Commercio,Industria, Artigianato, Pesca, Agricoltura, Vitivinicolo e Zootecnica– Controllo del Territorio – Protezione Civile – AbusivismoEdilizio – Edilizia Pubblica e Privata – Ced e Sistemi Informativi –Telefonia Fissa e Mobile – Pubblica Incolumità (relativa alla stati-cità ed agibilità degli immobili).

DIPARTIMENTO SERVIZI DEMOGRAFICIE RAPPORTI ESTERNI

Responsabile: Dott. Carmina Pietro

Centro di Costo – Spesa n° 08:Anagrafe – Censimenti – Statistica – Servizio Elettorale – StatoCivile – Pari Opportunità – Relazioni con il Pubblico (Rapporti conla Polizia Giudiziaria) – Accesso – Informa Lavoro – Info PointEuropa – Ufficio Informazione Turistica – Infodonne –Toponomastica - Pubblica Istruzione – Biblioteca.

STRUTTURE INTERDIPARTIMENTALI E DI PROGETTO

Struttura organizativa per la gestione della 1^ fase del pianostrategico di sviluppo informatico; Struttura organizzativa per la gestione del piano formativo pro-fessionale anni 2005 - 2006 - 2007.

Il Responsabile dell’Ufficio StampaAntonio Morello

Comunicato stampa n° 374 del 22 agosto 2006

RIORGANIZZAZIONE DIPARTIMENTI COMUNALI

PROSEGUONO LE CELEBRAZIONI DELV° ANNIVERSARIO DEL GEMELLAGGIO

LICATA – REINHEIM

Dopo le manifestazioni tenu-tesi nella nostra città dal 14 al 19giugno, dal 27 settembre al 4ottobre prossimi, le delegazioniufficiali di Licata e Reinheim siritroveranno nella cittadina tede-sca per proseguire le attività lega-te alla celebrazione del quintoanniversario della sottoscrizionedel Patto di Gemellaggio.

Come già noto i due centri,sotto l’egida della ComunitàEuropea, che assicura i finanzia-menti necessari, nel 2001, dopouna lunga fase preparatoria, hanno sottoscritto l’Atto diGemellaggio, il cui obiettivo è quello di favorire gli scambi socio –culturali tra le rispettive comunità, nell’ambito del più ampio proces-so di integrazione dei popoli che fanno parte dell’Unione Europea.

“Nello scorso mese di giugno, a seguito degli accordi presi loscorso anno – spiega l’assessore ai gemellaggi, Alfredo Quignones –abbiamo celebrato l’evento nella nostra città, dove abbiamo avuto ilpiacere di ospitare una nutrita delegazione, composta da una quaran-tina di persone, capeggiata dal sindaco, dottor Karl Hartamnn e dalPresidente del Consiglio comunale di Reinheim, oltre ad una delega-zione di Cestas, cittadina francese che sorge nei pressi di Bordeaux,composta da 11 persone, e di Furstenwalde, altra cittadina tedescache sorge nei pressi di Berlino. Tale incontro oltre a dare seguito allevarie iniziative portate avanti nel tempo, che, a turno, hanno vistoanche il coinvolgimento di giovani provenienti da varie estrazioni edorganizzazioni locali, sono servite anche a rafforzare i rapporti diamicizia non solo a livello istituzionale, ma anche e soprattutto tra lefamiglie direttamente coinvolte in questo progetto. A tal propositovorrei evidenziare il notevole contributo assicurato alla riuscita dellarealizzazione del progetto, dato, a fianco dell’Amministrazionecomunale dall’Associazione Pro Gemellaggi, presieduta dal dott.Giovanni Peritore che, nella qualità di vice sindaco, nel giugno 2001,ebbe l’onore di sottoscrivere in nome e per conto della città di Licatal’atto di gemellaggio registrato a Reinheim”.

Per quanto concerne la delegazione del Comune di Licata che afine mese prenderà parte alle manifestazioni di Reinheim, c’è da direche sarà composta da rappresentanti dell’ente, dell’associazione pro-gemellaggi, dalle famiglie direttamente partecipanti al progetto, e dauna rappresentanza del mondo folcloristico licatese, espressamenterichiesta dal sindaco di Reinheim. “E questa è anche l’occasione perringraziare le famiglie che si fanno carico dell’ospitalità degli ospitistranieri in occasione degli incontri che si tengono a Licata, sottoli-neando, a scanso di equivoci, e contrariamente a qualche voce che èerroneamente circolata in città, che queste famiglie non percepisco-no alcun contributo da parte del Comune né da parte di altri enti, con-tribuendo, tra l’altro, al sostegno delle spese di viaggio, in occasionedella visita a Reinheim”, aggiunge l’assessore Quignones.

Nella prima decade di settembre, una mini delegazione delComune, capeggiata dal sindaco Biondi, ed accompagnata da alcunimembri dell’Associazione Pro Gemellaggio, si è recata a Cestas, cit-tadina a sua volta gemellata con Reinheim, e con la quale nel 2004 èstata sottoscritta la Carta dell’Amicizia, per meglio verificare la pos-sibilità di arrivare ad un gemellaggio vero e proprio. E considerati gliscambi che già si sono avuti, soprattutto a livello giovanile, si ritieneche le probabilità per giungere a questo traguardo ci siano tutte.

Una volta portati a termine questi due imminenti appuntamenti, ilComune attiverà le procedure per addivenire alla costituzione delnuovo comitato esecutivo per il gemellaggio, espressamente previstoda un recente regolamento approvato dal Consiglio comunale, ed ilcui obiettivo principale è quello di dare vita ad una maggiore azionepromozionale e coinvolgere attivamente l’associazionismo ed ilmondo della scuola cittadina.

Comunicato stampa n° 387 dell’1 settembre 2006

COLLEGAMENTO LICATA - MALTA

In merito alle recenti notizie riportate da alcuni organi di infor-mazione, relative al collegamento tra la provincia di Agrigento el’Isola di Malta, il sindaco Biondi è intervenuto sull’argomento.

“Dopo un fitto e cordiale colloquio – dichiara il sindaco – hoavuto assicurazioni che la situazione per quanto concerne le prospet-tive del ripristino di un collegamento marittimo della nostraProvincia con Malta, non è per nulla mutata rispetto al passato. Nelsenso che i rapporti stanno per essere ripresi con al centro dell’atten-zione il porto di Licata. Una soluzione, tra l’altro, come ho già avutomodo di chiarire in precedenza, che dal punto di vista economicoconviene anche ai gestori della Virus Ferries, per la maggiore vici-nanza con l’Isola dei Cavalieri rispetto agli altri porti della provincia,il che comporta minori costi di trasporto e tempi di percorrenza. Daciò, quindi, l’assicurazione che quando verranno ripresi i colloqui trai rappresentanti del Consiglio provinciale e i maltesi, sarà il porto diLicata al centro dell’attenzione. Tra l’altro, vorrei anche ricordare cheLicata guarda con particolare attenzione all’Isola di Malta, per unapossibilità di sviluppo commerciale, individuando in quell’Isola unnaturale sbocco per i nostri produttori agricoli. A tal fine abbiamo giàavviato i contatti per organizzare un workshop in un hotel di Malta,in cui esporre e promuovere i nostri prodotti, ed in vista di ciò mar-tedì prossimo incontreremo i nostri produttori e commercianti peruna riunione preparatoria e verificare la disponibilità o meno di par-tecipare al progetto”.

Il Responsabile dell’Ufficio StampaAntonio Morello

Protezione Civile: bilancio positivo

Sono state 31 le unità impegnate dall’Ufficio di ProtezioneCivile comunale nella serata del 14 agosto scorso, dalle ore 18,00,sino alle ore 2,00 del 15 agosto, con risultati positivi.

“Complessivamente – assicura il geom. Angelo Cambiano,responsabile dell’Ufficio – il servizio ha funzionato bene, per quan-to concerne il settore da noi organizzato. In tutto abbiamo utilizza-to 31 volontari così suddivisi: 6 della C.R.I., 20 della GuardiaCostiera Ausiliaria e 5 dell’Organizzazione Europea dei vigili delfuoco in congedo. Le squadre, con l’ausilio di due ambulanze, unamacchina dei volontari e il fuoristrada in dotazione all’Ufficiocomunale di Protezione Civile, sotto il coordinamento di questoUfficio e in collaborazione con le forze dell’ordine, hanno operatonelle spiagge di Mollarella, Poliscia e Pisciotto. Si coglie l’occa-sione per ringraziare pubblicamente i volontari che, nonostante ilclima di festa, hanno tralasciato i propri interessi familiari pur diassicurare un così importante servizio di pubblica utilità a favoredella collettività”.

Page 3: La Vedetta · Sped. Abb. Post. art. 1, comma 1, del DL 24/12/2003 n. 353, convertito in L. 27/2/04 n. 46 - CPO di Agrigento La Vedetta IL GIORNALE DI LICATA ANNO XXIV - N° 9 - EURO

FATTI E NOTIZIELa Vedetta - Settembre 2006 3

Ad un mese dall’efferato delitto

Una fiaccolata del Centro 3 Pper ricordare Gaetano Bottaro

Domenica scorsa, 3 settembre, ad un mese dalla sua scompar-sa, il Centro 3P, guidato da don Gaspare Di Vincenzo, ha volutoricordare Gaetano Bottaro, caduto sotto i colpi di due pistoleassassine, con una fiaccolata che, partendo dal monumento di P.Pio a Settespade, ha percorso tutto il centro cittadino sino a piaz-za Sant’Angelo, dove si è tenuta una veglia di preghiera per ricor-dare questo giovane uomo che dal primo giugno di quest’annocollaborava come volontario con altri giovani in misura alternati-va alla detenzione per cercare un percorso di inserimento sociale- lavorativo.

Otto giorni prima della fiaccolata il Centro 3P ha distribuito intutte le chiese un documento denuncia contro la generale rasse-gnazione che investe tutti i settori della nostra città: la politica, lascuola, le forze dell’ordine.

“Un’estate Licatese ricca di eventi musicali, canori, teatrali,gastronomiche - si legge nel documento - nonché di feste religio-se e di quanto altro, può diventare l’oppio dei cittadini ai qualiviolentemente è stato tolto un figlio? Quando finirà questo effettooppio o droga? Quanti altri figli come Angelo Aiola e GaetanoBottaro questa città dovrà veder morire di morte violenta, primadi svegliarsi dal sonno soporifero dell’oppio? Che cosa ancoraaspettare per indignarci, rialzarci e resistere a tutti i padroni chesi credono di poter decidere della vita o della morte di figli diquesta Città? Una comunità cristiana che celebra la morte erisurrezione di Gesù può accettare come amaro destino questacome altre morti violenti? NO! Una comunità cristiana che segueGesù si indigna perché la fede non è rassegnazione di fronte almale, ma indignazione, resistenza e impegno a vincere il male conil bene”.

Con questa fiaccolata il Centro 3P ha spinto il popolo licate-se, attraverso le persone che vi hanno partecipato, poche in veri-tà, a dimostrazione dell’indifferenza, a gridare l’impegno per lavita, bene “sopra il quale nessuno ha il diritto di metterci lemani”.

I Licatesi, ormai vittime della politica del panem et circensesdi romana memoria, quale insegnamento hanno avuto da questafiaccolata di protesta? La scuola, i docenti, più rassegnati deglialtri, sapranno diffondere tra i giovani la cultura del rispetto dellavita, della legalità, del rispetto degli altri e delle istituzioni. Daicomportamenti dei giovani che quotidianamente registriamo nellepubbliche piazze e principali vie cittadine, possiamo solo dire chela Scuola non è riuscita ad insegnare nulla. Un vero fallimento.Così, come pensiamo, stia registrando un vero fallimentol’Associazione Antiracket creata quasi sette mese fa, senza riusci-re ancora a decollare.

C.C.

Un paese profondamente omertosoSembra di rivivere un film

già visto. Due anni fa veniva ucciso

Angelo Ajola. Un omicidiotanto efferato quanto incom-prensibile.

Angelo, un ragazzo buono,l’unica definizione che si puòdare; un ragazzo senza grilliper la testa, senza interessi danascondere, senza amiciziepericolose.

Ad agosto del 2004, Angeloscompare senza lasciare trac-cia; a settembre il suo corposenza vita veniva ritrovato inun vecchio casolare abbando-nato sulla statale 115. Era statoucciso in maniera bestiale chericordava i più efferati e racca-priccianti omicidi di mafia, enon si trovava una risposta: unperché, un quando, un come?

Un nostro ragazzo, unobuono, era stato ucciso barba-ramente e la città sopportavacon disagio l’accusa di indiffe-renza.

In seguito, ogni volta che ilprefetto o il questore erano aLicata per incontri istituzionalio per inviti a manifestazioni,non cessai mai di ricordareAngelo Ajola, ricevendo sem-pre la stessa risposta: si naviganel buio, senza una collabora-zione di chi sa qualche cosa, dichi ha qualche sospetto non sifanno passi avanti.

Tutto fu velocemente rias-sorbito come acqua sulla sab-bia, la vita ritornò a scorrerecome se niente fosse successo ela città ha dimenticato.

Oggi un altro delitto incom-prensibile.

Un’altra persona buona, chenon faceva male se non a sestesso per la vita solitaria checonduceva.

Gaetano Bottaro è stato bar-baramente ucciso, mentre dor-miva nella macchina che avevascelto come casa vicino agliunici amici che continuava adavere, i suoi cani, e questacomunità ha reagito come sipuò reagire ad una discussionedomenicale al bar sport: finitala partita, consumato il caffé, sipensa alla prossima domenica.

La città ha continuato, tran-quillamente a godersi l’estate,la politica in vacanza, l’asso-ciazionismo impegnato in cosepiù importanti, la chiesa nell’o-melia domenicale di qualcheprete “impegnato”.

Non è successo niente,un’altra persona è stata uccisapeggio di un cane randagio,ogni notte continua ad esserciuna macchina che va a fuoco,le discussioni si risolvonoormai in risse furibonde, e noifacciamo come le tre scimmiet-te: non parlo, non sento, nonvedo.

Possibile che non ci si fermia chiedersi perché tutto questoavviene a Licata?

Possibile che Licata abbiaanche perso il senso di apparte-nenza ad una collettività piùampia, per cui una morte inquesta terra vale meno di unamorte in qualsiasi altro postod’Italia?

Possibile che un attentato algiorno in questo paese non

desti la minima preoccupazio-ne agli organi inquirenti,all’amministrazione comunale,alla magistratura, a quantisono, in diversa misura, chia-mati a governare la sicurezzadei cittadini?

Proviamo, se vogliamo con-tinuare ad essere cittadini diquesto comune, di questanazione, a chiederci perché.

Guardiamo cosa sta capitan-do. Da due anni a questa partegli attentati intimidatori si suc-cedono con una frequenza sem-pre più crescente, ormai siamoquasi ad un incendio a notte,tanto che quando ci capita diincontrare qualche conoscentedi altro paese ci sentiamo chie-dere cosa stia capitando aLicata.

Una disoccupazione che senon raggiunge livelli da terzomondo è perché la maggiorparte dei giovani ha scelto lastrada dell’emigrazione.

Una criminalità sotto pres-sione dalle indagini della DIA edisarticolata per l’assenza diuna stabilità organizzativa.

La mafia a Licata esiste, èinutile nasconderselo, comeesistono frange criminali“autonome” pronte ad occupa-re spazi lasciati vuoti.

C’è un disagio giovanilesempre più diffuso con relazio-ni che spesso si risolvono inrisse o violenti litigi.

Molti giovani, soprattuttogran parte delle generazionicomprese tra i 25 ed i 40 anni,hanno scelto la strada dell’emi-grazione: sono la generazionedei diplomati, dei laureati, rap-presentavano la speranza diquesta comunità, la nuova clas-se dirigente e sono irrimedia-bilmente persi. Il danno non èstato solamente di tipo socio-economico, ma anche cultura-le. Si è prodotta una fratturagenerazionale disastrosa.

Quando ero negli scoutchiamavamo la relazione tragenerazioni contigue “trapassonozioni”, ad indicare un cam-mino generazionale senza dis-continuità. A Licata si è prodot-to questa frattura. I giovani checrescono non possono più con-tare sul confronto con le gene-razioni vicine, hanno esempitroppo distanti nella rielabora-zione degli stili di vita. Si tro-vano, di fronte, ultraquaranten-ni abituati al favore, al “riser-bo”, ad una platea di precariche pensa di “sistemarsi” con ilfavore del politico di turno.Non vedono avvenire e vannovia e, fuor di retorica, vienevoglia di dire “menu mali ca si‘ni vannu”, forse, dove andran-no, ritroveranno la dignità chein questo paese sta venendomeno.

Quelli che restano sonosempre più abbrutiti dalla man-canza di una speranza di vitaonesta e certa.

Ed allora la scorciatoia delfacile guadagno rischia didiventare stile di vita.

A Licata, in questo momen-to sono in atto processi impren-ditoriali appetibili: il grossocomplesso edilizio in zonaMontegrande, la grande specu-

lazione edilizia legata alla rea-lizzazione del Porto turistico.Per non dimenticare i terreni exSarp ed i terreni in zona DueRocche (già altre volte hannoprovato ad avviare l’operazio-ne edilizia).

In questo contesto si verifi-cano due omicidi strani, senzamotivazione.

Bravate? Il branco allaricerca dell’emozione?

Possibile che non ci sia uninvestigatore capace di seguirequalche pista; darci qualcherisposta.

Se non si è capaci di daresicurezza ad una comunità, siabbia il coraggio di chiedereaiuto a gente più esperta.Riteniamo che nelle forze del-l’ordine ci siano persone dotatedi grande capacità investigati-va, che si chieda aiuto, noi lofacciamo: chiediamo aiuto e leistituzioni hanno il dovere dirispondere.

Esiste però un problema cheè nostro, di questa comunità eche nessun investigatore bravopuò risolvere.

In questa nostra comunità ilivelli di attenzione alle modifi-cazioni sociali sono moltobassi, i livelli di coscienzalegale quasi inesistenti.

Questo è “‘u paisi da stan-ga”. Non esiste competizione,ma solamente invidia.

Quando negli anni passatiandavamo a fare la prima cartad’identità, al momento delladeterminazione dell’altezza,l’impiegato ci diceva di acco-starci alla “stanga”, lo stipitedella porta dove erano segnatele altezze. Le tacche finivanoad una certa altezza, al disopranon era consentito arrivare,tanto l’impiegato avrebbe scrit-to quell’altezza che, secondolui era “consentita”.

Questo metodo è entratonella nostra pelle, è diventatastile di vita. A Licata non è con-sentito superare una certa altez-za, si rischia di essere espulsidalla comunità, si diventacorpo estraneo, fastidioso.

Ecco perché diventa diffici-le che si formi vera classe diri-gente, che ci sia un’imprendi-toria sana e competitiva, eccoperché gli investimenti nonsono determinati da capitale-rischio, ma, nella maggiorparte dei casi, da finanziamen-ti esterni e clientelari. Eccoperché le banche hanno pocointeresse ad investire.

Siamo “u paisi da stanga”,nessuno deve emergere; se lo sivuole, se si vuole spendere laproprie professionalità, faremergere le proprie ambizioni,bisogna andare via, allontanar-si da questo paese.

Una conclusione amara, ma,siamo onesti, quante volte ce losiamo detti, “domani vado via,parto” e poi, il giorno dopo,l’abitudine riprendeva la nostravita; quante volte lo scatto didignità fatto di indignazione edi ribellismo, e poi si ritornavaad aspettare che qualche “poli-tico di passaggio” risolvesse inostri problemi.

A Licata, non si parla mai dimafia, si parla di tizio, di caio,

di quello che si sta facendo “ibagni”, dell’amministratoreche necessariamente “ruba” ofa “u spertu”. Discorsi da baro, d’estate, sotto l’ombrellone,non incidono nella coscienza,non modificano i comporta-menti.

Quante volte ci siamo senti-ti dire che “a parlare di mafia,di criminalità, si limita lo svi-luppo, si mette paura ai turistied agli investitori”?

Ed allora è meglio farecome gli struzzi, come le trescimmiette “non vedo, nonsento, non parlo”?

Arrendersi al “menu mali casi ‘ni vannu”?

Ci si pone un’interrogativo,vale la pena continuare adimpegnarsi, a testimoniare stilidi vita possibili, rischiando l’i-solamento, l’emarginazione.

Una domanda che riguardatutti noi singolarmente, ma cheinterroga profondamente lapolitica, che coinvolge profon-damente la scuola e gli opera-tori scolastici a qualunquelivello, la chiesa e la sua pre-senza diffusa nel territorio,l’associazionismo a tutti i livel-li.

Legalità, onesta, solidarietànon sono parole per cui gon-fiarsi il petto, sono stili di vitache vivono di rapporti, di senti-menti, di relazioni; sono con-cetti che si nutrono di coeren-za.

A che serve predicare con-tro i favori e poi accompagnar-si a quanti sui favori hannocostruito ricchezze e carriere.

A che serve fare i calcolisulle buone intenzioni.

Non è vero che i soldi nonhanno odore; in questa terrahanno odore, spesso sono nau-seabondi, ed il loro odore noncambia se l’uso che ne faccia-mo è “a fin di bene”.

Questa terra non può avereavvenire se non ci riappropria-mo della nostra dignità, se nonmettiamo da parte le nostrepaure e la nostra arroganza, senon accettiamo che l’altropossa avere ragione, se il con-fronto libero e democratico nondiventa pane quotidiano.

La furbizia è la scappatoiadei mediocri, forse risolvequalche piccolo problema per-sonale, ma non intacca la spe-ranza di vita nostra e dei nostrifigli.

Voglio ritornare sui nostridue concittadini uccisi vigliac-camente.

Non aspettiamo di trovarciqualche giorno nel mezzo diuna guerra criminale per il con-trollo di questo territorio, senzapoterci dare una spiegazione.

Lancio un’idea. Mandiamo una cartolina

con scritto due nomi alMinistro degli Interni, alPresidente della Repubblica, alPresidente del Consiglio:Angelo Ajola e GaetanoBottaro chiedono: perché?

Cominciamo da lì.

Roberto Di CaraResponsabile provinciale

dipartimento immigrazione CGIL - Agrigento

Angelo Ajola e Gaetano Bottaro chiedono: perché?

UN ENCOMIO PER I VIGILI URBANI

HA FUNZIONATO LA ZONA PEDONALE DEL PORTO

Ai Vigili Urbani non solo demeriti, ma anche meriti. E'giusto ed onesto che li riconosciamo. Ci riferiamo alla solu-zione di tutela della zona pedonale del porto, liberandoladalle auto e dalle moto impazzite soprattutto. Diciamo soloche questa soluzione poteva essere pensata anche prima.Probabilmente avrebbe provocato meno stress ai pedoni eagli automobilisti. In sostanza l'aver creato il doppio sensoin via G. Marconi, il senso unico a scendere verso piazzaMatteotti dalla villetta Garibaldi con direzione via G. Marconie corso Vittorio Emanuele-via S. Francesco e la conse-guente chiusura di viale XXIV Maggio all'inizio di piazzadella Vittoria con deviazione a senso unico in via Martinez,è stata veramente una trovata geniale e sappiamo anche dichi è stata, certamente non del comandante. Bene anche ilcontrollo del traffico la notte di Ferragosto alla Mollarella eal Pisciotto. Non era mai successo di non restare imbotti-gliati sino a tarda notte. Un altro merito per i Vigili.

L'INIZIATIVA E' DEL DOTT. VINCENZO PEZZINO

PREVENZIONE DEGLI INFORTUNIDOVUTI A MEZZI MECCANICI LUDICI

Con una lettera indirizzata ai sindaci di Licata e Palma e airispettivi comandi dei Vigili Urbani, il dott. Vincenzo Pezzino, diri-gente del servizio igiene del distretto sanitario Licata e Palma, hachiesto un censimento di tutti i mezzi meccanici a scopo ludico ope-ranti nei lidi, giostre, bar etc. al fine di verificarne la conformità allenorme di sicurezza europee. Ciò a seguito dei due incidenti mortaliverificatisi la scorsa estate a danno di due bambini. Molti di questistrumenti spesso sono costruiti i paesi extraeuropei le cui norme disicurezza non sono di assoluta garanzia degli standards del nostroPaese. Ma succede anche il contrario, ossia che le macchine ludichesiano conformi alle norme europee, ma non lo sono spesso gliimpianti di collegamento elettrico, spesso improvvisati e volanti.

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4 POLITICA La Vedetta - Settembre 2006

IL DOCUMENTOPOLITICO DELL’MPA

Premesso:Che il voto del 28 maggio

ha premiato la determinazionee la linea politica dell'MpA eche tale conferma ha fatto siche l'MpA fosse rappresentatocon tre assessorati nel governoRegionale;

Che alla luce della vittoriadella CdL e del Movimentoper l'Autonomia si è resonecessario, in provincia diAgrigento, ridiscutere sullealleanze e sulla programma-zione per l'azione politica daintraprendere per portare avan-ti le richieste sacrosante deglielettori che hanno dato la lorofiducia;

Che bisogna dare atto cheda quando è nata questa ammi-nistrazione ha fatto tanto, mache non bisogna dimenticareche molto deve essere ancorafatto;

Consapevoli che i prossimiventi mesi devono servire perconcludere la naturale scaden-za di questa amministrazionecomunale e che per consolida-re i risultati raggiunti è neces-sario accelerare la marciaverso altri progetti che sianoindispensabili per la moderniz-zazione e per lo sviluppo eco-nomico di Licata;

Tutto ciò premesso ilMovimento per l' Autonomiavuole procedere ad un vero,forte rilancio delle rappresen-tanze politiche del GovernoRegionale nella Città di Licata.

Non consideriamo questascelta solo come una necessita'per la città, ma come la fortevolontà di rafforzare, su basinuove, una grande intuizionestrategica: unire le forze perprodurre una sintesi fecondadelle forze politiche locali, delgoverno provinciale e delgoverno regionale, sintesi chedeve servire, come già detto,ad individuare e quindi risol-vere i problemi di Licata.

Ed allora è necessario stabi-lire regole comuni per il coor-dinamento e il funzionamentodella coalizione di centrodestra assieme al MpA.Vogliamo stabilire altresì lemodalità democratiche che ciconsentano di scegliere pertempo il futuro Sindaco.

C'e' bisogno, insomma, diun nuovo, grande progettocomune, che aiuti anche lapolitica a recuperare un rap-porto di piena fiducia con i cit-tadini e che consenta a tutte leforze del governo regionale dicontinuare a contribuire alcambiamento di Licata.

I consiglieri comunaliappartenenti all'MpA, pur pro-venendo da diverse identitàpolitiche che facevano e fannoparte della maggioranza attua-le, si augurano che alla costru-zione di questa nuova fasescelgano di partecipare tutte lecomponenti del GovernoRegionale. Per quanto ciriguarda, comunque, e' uncompito al quale non intendia-mo sottrarci: sarebbe davveroimperdonabile se, prevalendodivisioni, particolarismi,incomprensioni, consentissi-mo ad altre formazioni politi-

Proposta MPA di apertura ai partiti della CdL

Biondi: “Nessun problema, ma ecco le condizioni”Attraverso un documento a

firma dei responsabilidell’MPA di Licata viene lan-ciata una proposta con la qualesi chiede l’allargamento dellagiunta ai partiti che, a livelloregionale, fanno parte dellaCasa delle Libertà. il SindacoBiondi, chiamato in causa diret-tamente, interviene affidandoall’Ufficio Stampa il seguentecomunicato, che da una partesembra aprire le porte alle altrecomponenti del centro destra,ponendo, però, delle condizionimolto importanti, ma difficil-mente realizzabili in ventunomesi.

“Da parte mia, - dichiara ilsindaco Biondi - non esiste enon è mai esistito alcun proble-ma, e, quindi, non ho nulla in

contrario, ad allargare la pre-senza in giunta a tutte quelleforze politiche che voglionolavorare per la città. Ma ciò pre-suppone una condizione basila-re: l’allargamento non deveessere legato ad un semplicefattore individualistico, nelsenso di dovere cambiare lacomposizione dell’esecutivoper consentire ai partiti che nevogliono far parte di soddisfarele richieste di loro rappresen-tanti locali, ma la riformulazio-ne della giunta deve scaturire daun coinvolgimento dei verticiregionali dei partiti che fannoparte della CDL e che hanno iloro maggiori esponenti nelPresidente della RegioneCuffaro, nell’Assessore Scalia,nell’On. Di Mauro e nel respon-

sabile regionale di FI Alfano,con i quali discutere e indivi-duare le soluzioni, quanto menoper i quattro principali problemiche da sempre assillano la cittàdi Licata. Mi riferisco, nel casospecifico, alla definitiva solu-zione del problema idrico per la

quale l’attuale Amministrazionecomunale ha già dato delle indi-cazioni ben precise; alla solu-zione definitiva di tutti i proble-mi dell’ospedale S. GiacomoD’Altopasso per il quale sichiedono atti immediati e con-creti per il rilancio della struttu-ra dal punto di vista sanitario;alla necessità di dare risposteprecise e puntuali al settore del-l’agricoltura, mediante il finan-ziamento del progetto tempesti-vamente presentato da questaAmministrazione comunale peril completamento del depurato-re e il riutilizzo delle acquereflue, progetto che da tempogiace, in attesa di finanziamen-to, presso l’ex struttura com-missariale per l’emergenza idri-ca, oggi Agenzia delle Acque e

dei Rifiuti; alla ulteriore neces-sità di far uscire Licata dall’at-tuale emarginazione geograficamediante una politica di svilup-po dei collegamenti marittimi,stradali (completamento del-l’ammodernamento dellaStatale 115) e ferroviario. Alloscopo di dare seguito a quantoda me dichiarato, mi farò subitopromotore di una richiestaall’Assessore regionale On.Scalia, rappresentante di AN,perché avvii i contatti con i rap-presentanti dei vertici regionalidei partiti della CDL qualiappunto il Presidente dellaRegione Cuffaro e gliOnorevoli Alfano e Di Mauroper verificare la loro disponibi-lità all’avvio delle iniziativesopra evidenziate”.

ANGELO BENNICI, FORZA ITALIA

“Allargamento? Temo che non abbia ancora intenzione di farlo”

Ad Angelo Bennici, consigliereprovinciale di F.I. e responsabilelocale del partito del cavaliere,chiediamo come giudica il docu-mento politico diffuso dal diretti-vo locale dell’M.P.A.

“Condivido pienamente i conte-nuti del documento. D’altronde hosempre sostenuto che occorrericompattare la Casa delle Libertà.Il problema non è quello a tutti icosti di andare a ricoprire in que-sta parte residuale di mandatoamministrativo qualche posto ingiunta. F.I. potrebbe anche dareun appoggio esterno all’ammini-strazione. Ma se dovessimo assu-mere responsabilità amministrati-ve dirette, non c’è dubbio che chie-deremo in primis l’azzeramentocompleto dell’attuale giunta e aseguire pretenderemo che non cisiano condizionamenti politici oveti sui nomi che noi andremmo aproporre.

Ma crede che il sindaco Biondisia disposto ad aprire al docu-mento dell’MPA?

“Biondi più volte si è detto dis-ponibile ad estendere agli altripartiti della coalizione di centrodestra la presenza in Giunta, manon l’ha mai fatto e temo che nonabbia ancora intenzione di farlo.Certo è una sua scelta politica, masappia che è però un vero suicidiopolitico. Voglio dire, fatta questaesperienza da sindaco, chiude eper sempre”.

E se si va alla conta inConsiglio e si decide per una sfi-ducia al sindaco?

“Non credo ci siano le intenzionie i numeri in seno al massimo con-sesso cittadino per intraprendereuna avventura del genere. Poi, sa,in politica tutto cambia da unmomento all’altro”.

Il capo gruppo di A.N., Lanza,non ha dato molto peso, a nostroparere al documento dell’MPAdefinendolo per certi aspettianche una sorta di ricatto daparte di Udc e F.I. ed MPA chericoprono posti di governo inregione, i quali chiuderebbero, serestassero fuori dalla maggioran-za a Licata, ogni porta alla nostracittà.

“Intanto devo rispondere che ivertici di A.N. hanno avuto semprein animo di ricompattare la Casadella Libertà, non condividendoquesto anomalo monocolore guida-

to da Biondi. E poi le parole diLanza non hanno alcun peso poli-tico, lui parla come capo gruppoconsiliare. Personalmente non loritengo un interlocutore ufficiale”.

E delle dichiarazioni rilasciatealla stampa da GiuseppeRinascente cosa dice?

“Dico che anche Rinascenteparla come capo gruppo consiliaredi F.I. Se i vertici del partito doves-sero decidere di entrare in giunta,Rinascente dovrà accettare talideliberati”.

Già si fanno con grande antici-po i primi nomi per i futuri candi-dati a sindaco di Licata. Cosa nepensa?

“E’ troppo presto per fare nomi.Si brucerebbero solo delle perso-ne. Certo, non metto paletti pernessuno. Vedremo più avanti, seci saranno le condizioni, ancheuna candidatura comune con gliamici del centro-destra. Altrimentisi corre il rischio che ciascunocorra per conto proprio, ma con irisultati deludenti che potremoimmaginare. In ogni caso ho l’im-pressione che Biondi non vogliapiù ricandidarsi”.

Ma F.I. cosa ha portato aLicata?

“Pur non essendo nella Giuntaprovinciale, ho lavorato molto conil presidente Fontana. Gli studentidel geom. Ines Giganti avrannocon il prossimo 1° settembre lanuova sede nella zona di pianoCannelle, si sono avuti molti inter-venti sulle strade provinciali.Basta vedere il bilancio del 2002.E con il bilancio del 2007 sono pre-visti 2 milioni e 150mila euro perla strada Licata-Riesi”.

c.c.

A Giuseppe Ripellino, capogruppo consiliare dell’Udc,abbiamo chiesto un parere suldocumento politico prodottodall’MPA.

“Lo condividiamo in pienoanche laddove si parla dei rischiche si potrebbero correre perLicata con il prossimo DPEF.Dobbiamo essere, infatti, forti eduniti politicamente se vogliamoche il territorio di Licata sia inse-rito nelle linee guida strategicherelative ai prossimi fondi struttu-rali europei 2007-2013”.

Che significa? “Mi sembra chiaro. Significa

che se Biondi vorrà continuare agovernare da solo, determinerà ilsuicidio politico suo e di Licata.Certo la Regione non ci chiuderàla porta in faccia. Ci darà quelloche strettamente ci spetta perlegge. Ma se la Casa delle Libertàsi ricompatta sicuramentepotremmo ambire a molto di più.In politica le cose vanno così.”

Quindi, anche voi chiedeteche Biondi apra a tutto il centro-destra?

“Certo che lo vogliamo. Lagiunta di Biondi è anacronistica,fuori dalla logica della politica edelle alleanze. Se lui utilizzeràbene la sua intelligenza, questosecondo tempo della partitaamministrativa deve giocarlo connoi tutti del centro-destra, manon alle sue condizioni. Bisognache ci sediamo ad un tavolo e dis-cutiamo su cosa occorre fareentro questo prossimo biennioamministrativo, con quale giuntae con quali uomini”.

Ci pare di capire che voleteandare oltre al rimpasto?

“Il rimpasto è ormai superato.Bisogna azzerare l’attuale giuntae ripartire da capo, con il rispetto

della dignità di tutti gli alleati.Non solo, bisogna anche capirese per le prossime elezioni a sin-daco dovremo correre tutti assie-me con un unico candidato osparpagliati come sempre. Sitenga presente che l’Ars andrà alpiù presto a modificare la leggeelettorale comunale per adeguar-la a quella dell’Ars e sicuramentesi amplierà il mandato ammini-strativo del sindaco che da duepasserà a tre”.

E se Biondi dovesse ripropor-si come candidato?

“Con le condizioni politicheattuali sarebbe sicuramente per-dente. Anche noi come gli altriamici dei partiti del centro-destranon poniamo paletti per nessuno.Se si creano le condizioni politi-che necessarie si potrà ipotizzareuna nuova riproposizione diBiondi, ma le regole le dettiamotutti assieme e non solo lui. E poinon crediamo sia indispensabile.A Licata, anche fuori della politi-ca possiamo trovare persone,professionisti, all’altezza di assu-mersi una responsabilità ammi-nistrativa così onerosa”.

l.c.

GIUSEPPE RIPELLINO, UDC

“Bisogna azzerare l’attuale giunta eripartire da capo”

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POLITICA 5La Vedetta - Settembre 2006

che al di fuori delle alleanzedel Governo Regionale digovernare la città.

Pertanto tutto il Direttivodel MpA invita il Sindaco,quale rappresentante di un'areapolitica del centro destra, aldialogo con tutti i partiti chefanno parte del GovernoRegionale, considerato che, inmolti comuni e provincie dellaSicilia, vedi ad esempio ilTrapanese, in virtù del risulta-to elettorale si stanno adeguan-do ai cambiamenti politici.

Se non si avesse tale corag-gio o lungimiranza politica e sidecidesse di "far tutto da solo",allora si resterebbe isolati,"vittime di se stessi", congrave danno per Licata ed isuoi cittadini, e si sarebberesponsabili del ritardo dellacrescita socio-economica, tra-dendo quella fiducia che i cit-tadini ci hanno riposto nel giu-gno 2003; viceversa, accettan-do il dialogo e rinforzando l'al-leanza si avrebbe la possibilitàdi essere parte attiva al gover-no regionale, quando si tracce-ranno le linee politiche finan-ziare nel prossimo Documentodi ProgrammazioneEconomico Finanziaria e diinserire il Territorio di Licatanelle linee guida strategicherelative ai prossimi fondi strut-turali europei 2007-2013. Il Direttivo Locale dell'MpA

Segue da pag. 4

Il documento politico dell’MPA

SARÀ UNAUTUNNOCALDO?

La risposta diBiondi ai partiti delcentro destra eall’MPA in particolare,anziché ricevere con-sensi e creare unclima di distensione,ha provocato invecedure prese di posizio-ne e accuse di volersnobbare il ConsiglioComunale per trattarecon i vertici regionalisu un’eventualeampliamento dellamaggioranza e su unprogramma ben preci-so.

Fi, Udc e MPA insostanza hanno vistoin questa risposta nonun’apertura, ma unafurbesca chiusura.Polemiche anche inseno all’MPA, i cuivertici locali hannosmentito GiuseppeTerrito, che avevaannunciato l’iter persfiduciare Biondi.

Quindi nessunacrisi in Giunta dove èpresente anche l’MPA.

Contraria alla pro-posta di Biondi anchela lista civica “IlCarciofo”.

Si complica quindila situazione politica.

Sarà un autunnodavvero caldo?

di Gaetano Cardella

Mi scuso con i nostri lettoriper aver mancato all’appunta-mento per alcuni mesi.

Forse ero arrabbiato con mestesso o forse mi dava fastidiol’accusa che qualch’uno mirivolgeva in quanto mi occupa-vo troppo di cose comunali.

Anche quanto dirò si prestaal rimprovero, perché può sem-brare una interferenza nellapolitica Licatese (che a pareredi qualch’uno è da tempoassente).

L’acidità di qualche mioarticolo sulla “Vedetta” miaveva reso intollerante versochi non la pensava come me.Ero costretto ad una “quaresi-ma” giornalistica cercando dicapire se una maggioranzazoppa e una politica insolita,poteva essere da fastidio a certibizantinismi.

In democrazia si sa la mag-gioranza ha diritto di governa-re, ma nel rispetto della mino-ranza.

Altrimenti la democrazia sitrasforma in una “tirannia dellamaggioranza”.

A Licata, nella politica delnostro consiglio comunale laminoranza vuole diventaremaggioranza (sarebbe meglio

dire vorrebbe entrare nellamaggioranza), perché essereesiliati a fare l’opposizionelogora non solo il cervello maanche…

La questione riguarda ilmetodo di concepire il Comunee, quindi, la qualità ammini-strativa, la moralità pubblica,l’efficienza, la legalità, la poli-tica delle poltrone.

In tanti chiedono l’allarga-mento della maggioranza, ma ilSindaco Biondi ha evitatoforme bizantine nella sua mag-gioranza.

L’appoggio di altri partitinon è accettabile perché sareb-be cambiare maggioranza eperciò tradire la volontà deglielettori che hanno votato conun numero impressionante divoti il sindaco Biondi.

A Licata non è mancata,invece, la politica delle poltro-ne, dove si è pensato di affida-re a candidati sconfitti ricom-pense da attribuire a chi mostrad’aver indossati i colori dellamaggioranza di turno o il ves-sillo dello sciacquino del politi-co potente in un sistema becero

e feudale. L’esempio di sicuro è rap-

presentato dalle società ATO –cioè i carrozzoni appositamen-te costituiti per gestire l’emer-genza rifiuti in Sicilia – .Carrozzoni che ci hanno soloregalato un servizio semprescadente, con maxi bollette chehanno portato alle rivolte dipiazza (vedi Agrigento - ma abreve la protesta popolare sipotrebbe avere anche a Licataappena saranno notificate lecartelle della T.I.A. - la nuovatassa della spazzatura). In com-penso, queste società hannoavuto il merito di procederealle assunzioni più clientelaried illegittime mai avute, con lacopertura e complicità di sinda-cati e di alcuni partiti politici(asso piglia tutto) che senzaalcun pudore hanno violato efatto violare le regole di impar-zialità e trasparenza chedovrebbero caratterizzare lesocietà con capitale pubblico.

Però consentiamo che questicialtroni saccheggiano i soldipubblici in quanto ritengonoche la Giustizia può essere

aggirata magari con espedientie raggiri messi ad arte dal soli-to furbetto impunito.

Auguriamoci per il bene deicittadini che i Sindaci facentiparte degli ATO (Unici proprie-tari della società), mandano acasa questi amministratoriinsolenti.

L’ottusità del potere deinostri politici che si sonodistinti per andare là dove sof-fia il vento, ora a destra ora asinistra, sostenuti tra la fintaindignazione dei cortigiani chehanno consentito il formarsi diun regime affaristico - cliente-lare, di lobby, che invoglia tantia tacere, a non pronunciarsi,ma a frequentare le messe can-tate di qualche riunione di con-siglio comunale e far scendereil silenzio sul malaffare cittadi-no.

Ancora in molti non sonousciti dalla soggezione e dallapaura, confermando che ilperiodo di incubazione di unregime fondato sugli interessidi pochi in danno di molti, ègiunto al capolinea.

La concezione del potere

che concede i suoi favori a certisoggetti senza pudore, nonriconosce meriti e diritti pertanti altri.

In effetti, oggi, si può essered’accordo sul fatto che la spe-ranza di un’idea di onestà resi-sta e può essere affidata allafiducia dei giovani, nella cer-tezza che il regime clientelarenon potrà reggere molto alungo, perché il denaro, defini-to da molti “farina del diavolo”non è stato davvero, nella sto-ria, sostegno di grandi disegnipolitici.

Come diceva un famosofilosofo (Aristotele) “il destinodei bugiardi è quello di nonessere creduti, neppure quandodicono la verità”.

Vorremmo, quindi, una clas-se politica fatta da politici chenon siano solo “asini vecchiche fanno la stessa strada”(Pirandello), e che magariaspettano con ansia la pillola direcente invenzione che arrivadalla Germania, che combattecon ottimi risultati la stupidità,anche perché a Licata il servi-zio sanitario Nazionale nonpotrebbe sostenere il costodelle tante prescrizioni medi-che per questa pillola a cui inmolti faranno sicuramentericorso.

“Prove di Maggioranza eTrasparenza a Licata”

Segue da pagina 1

Infatti dalle reazioni delleforze politiche interessate nonpare che siano state preavvisa-te, certamente non c’è stato unincontro per concordare la loroeventuale entrata in Giunta.

Ed allora, perché un uomodi così provata esperienza poli-tica come l’On. Roberto DiMauro, segretario provincialedel Mpa, ha aperto oggi lacampagna elettorale lanciandoun ultimatum al Sindaco diLicata?

In realtà eravamo abituati aqualche tuono d’agosto comeanni addietro quando sonostate chieste le dimissioni delPresidente del ConsiglioComunale, Dott. DomenicoCuttaia.

Si ricorda che uno dei primiad attaccare il PresidenteCuttaia fu proprio il dott.Rosario Cafà, oggi entrambicompagni di partito.

Gli attacchi portarono lamaggioranza ad un pasticcioamministrativo, che in unprimo momento dimissionò ilPresidente Domenico Cuttaiaper poi subire il legittimo ritor-no di quest’ultimo a presiederenuovamente il ConsiglioComunale. Forse che ora sicerca di indurre alle dimissioniil Sindaco Angelo Biondi?

Ritengo che non accadrà enon perché non ci siano inumeri per come dice qualcheesponente di Forza Italia, maperché non sono capaci.

Perché allargare alle altreforze politiche del centrodestra?

Non voglio certamentedifendere il Sindaco, ma riten-go che questi ne uscirà più raf-forzato nel non concedere unallargamento.

Ed invero, potrà dire chenon ci sta ai ricatti, alle vessa-zioni delle altre forze politicheche governano la regione

Sicilia e che gli impedisconodi attuare il suo programma.Nella nota del Movimentoautonomista si legge:“Consapevoli che i prossimi 20mesi devono servire per con-cludere la naturale scadenzadi questa amministrazionecomunale, e per consolidare irisultati raggiunti è necessarioaccelerare la marcia versoaltri progetti che siano indi-spensabili per la modernizza-zione e per lo sviluppo econo-mico di Licata, riteniamo utileprocedere ad un vero rilanciodelle rappresentanze politichedel governo regionale nellanostra città”.

La lettura del testo eviden-zia l’incapacità dell’Mpa adare un contributo fattivoall’azione amministrativa epolitica di questa amministra-zione.

Ora se per modernizzareLicata e per lo sviluppo econo-mico della Città si deve aprirealle altre forze politiche delcentro destra vuol dire che ilmovimento per l’autonomia diRaffaele Lombardo è incapacedi essere motore propulsore e,quindi, dovrebbe avere ilcoraggio di invitare i propriconsiglieri ed assessori adimettersi e/o passare all’op-posizione se la responsabilitàdovesse attribuirsi al sindaco.

E poi, in questi anni diamministrazione vuol dire cheLicata non ha fatto nessun pro-gresso, quali sono i risultati daconsolidare e quali quelli rag-giunti, spetta al Mpa dircelo.

E se il sindaco Biondi nondovesse aprire alle altre forzedel centro destra, i consiglieridel Mpa passeranno all’oppo-sizione?

Dovranno in certo qualmodo spiegare ai cittadini per-ché “se non si avesse il corag-gio o la lungimiranza politica,di avviare un dialogo con glialtri partiti della coalizione, siresterebbe isolati, vittime di sestessi, con grave danno perLicata ed i suoi cittadini”.

Mi chiedo cosa abbiano ditaumaturgico, di miracolosoForza Italia e l’UDC per solle-vare le sorti di Licata e qualemaestria possa loro attribuirsiper indurre il gotha del Mpa adire che senza di loro “sisarebbe responsabili del ritar-do della crescita socio econo-mica”.

Non ci vuole tanto a capireche il Movimento autonomistastia gridando al fallimentodella politica di questa Giunta.

Ma il movimento autono-mista non è nel governo regio-nale come alleanza nazionale?

Si vede che non hannoalcun peso, che non hannoquella “autonomia” per fareottenere ad un ente locale,nella fattispecie Licata, quellerisorse utili per lo sviluppoeconomico.

E poi sarà vero che ForzaItalia e l’UDC hanno quellecapacità a loro attribuite dalMpa e tali da poter evitare “ungrave danno” a Licata ed aisuoi cittadini.

Quando si parla di “gravedanno” si è dinanzi ad un “pre-giudizio” ed allora bisognaporre i ripari al disastro annun-ziato e dichiarato dal movi-mento per l’autonomia. Unacosa non riesco a capire, nes-sun esponente delle altre forzepolitiche del centro destra hachiesto al Sindaco di voler col-laborare con Lui ed allora

l’Mpa perché sente questanecessità?

E’ perché Forza Italia el’UDC impediscono quellamentato mancato sviluppoeconomico di Licata o perchési è arrivati al capolinea?

Ma cosa dicono Forza Italiaed UDC?

Forza Italia prende subito ledistanze dichiarando che inten-de rimanere coerente alla sualinea politica (quale sia non èdato sapere) e con il capogrup-po consiliare GiuseppeRinascente di contro dichiarache Biondi e la sua ammini-strazione hanno fallito e sidovrebbe sfiduciare il Sindaco.

Consegue che anche l’Mpaviene sfiduciato da ForzaItalia, che con il coordinatorecomunale Angelo Benniciritiene che il Sindaco AngeloBiondi non ha grandi iniziativee tuttavia non lo si può sfidu-ciare perché mancano i nume-ri.

Questo è quanto apprendodai quotidiani, se mancano inumeri mancano anche le ini-ziative da parte di Forza Italiaper eventualmente indurre ilSindaco a cambiare atteggia-mento nell’interesse dellacittà.

Che Forza Italia sia com-patta nel mantenere un distac-co dal Sindaco Biondi lo sievince anche dall’interventodell’avv. Angelo Balsamo,prossimo candidato a Sindacodi Forza Italia, che accusa ilSindaco Biondi di essere lati-tante, non curante dell’ordinepubblico cittadino e di nonessere un gendarme (questoquanto è dato capire da unaSua dichiarazione rilasciata a“La Sicilia”) per evitare che

avvengano selvagge aggressio-ne fra giovani in pieno centro.

Ritengo invece che siaopportuna una corretta politicasociale, familiare e culturale,che richiede l’impegno di tuttianche dell’opposizione.

Lo sviluppo socio culturaleaiuta quello economico.

Ribadisco che anche ForzaItalia a Licata ha manifestatotutti i suoi limiti.

Ma voi pensate cosa possaaccadere se i tre consigliericomunali di Forza Italia doves-sero dare le dimissioni e secoloro che dovessero subentra-re facessero lo stesso e così iconsiglieri dell’UDC edell’Mpa; si andrebbe alle ele-zioni anticipatamente?

Signor Sindaco cosa dice aisuoi alleati dell’Mpa, che cer-tamente non sono stati tenerinel giudicare il suo operato?

Sarà l’UDC ad aiutarLa? In fondo l’intervento più

diplomatico e disponibile aduna collaborazione è statoquello del consigliere comuna-le Piero Santoro.

E’ iniziata la campagnaelettorale!

Il movimento di RaffaeleLombardo cerca nuovi alleatiper imporre la propria candida-tura a Sindaco, ma dovrà tenerconto dell’ormai più volteannunciata candidatura aSindaco dell’Avv. AngeloBalsamo da parte di ForzaItalia e così l’UDC questavolta vorrà un proprio candida-to, mentre è certo che l’uscen-te Sindaco chiederà nuova-mente la fiducia ai licatesi. E ilcentro sinistra?

Sta pensando di candidareuna persona che pone l’interes-se della città al di sopra anchedi ciò che ha più caro, anchedella propria famiglia.

Un soggetto che non puònascere dalle primarie.

Giuseppe Glicerio

È INIZIATA LA CAMPAGNA ELETTORALE

Page 6: La Vedetta · Sped. Abb. Post. art. 1, comma 1, del DL 24/12/2003 n. 353, convertito in L. 27/2/04 n. 46 - CPO di Agrigento La Vedetta IL GIORNALE DI LICATA ANNO XXIV - N° 9 - EURO

6 DENTRO LA CITTÀ La Vedetta - Settembre 2006

Note di ... costume e di ... progressoL’ha deciso l’Amministrazione?

Il pesce si vende per stradaDe profundis clamavi per la

pescheria costruita in via Gen.Dalla Chiesa che nell’intenzio-ne dell’AmministrazioneComunale avrebbe dovuto eli-minare lo sconcio inciviledella vendita del pesce per lepiazze e le strade principali.Ebbene, dopo vari tentativi diimporre ai pescivendoli ilrispetto della legalità e delleregole, l’Amministrazione,diciamo pure sconfitta, haaccettato lo stato di fatto, con-sentendo così ai pescivendolidi consolidare la loro posizio-ne e quindi assegnando loro,tacitamente, alcuni luoghidelle pubbliche vie per la ven-dita al minuto del pesce. Lemoto-api quindi possonosostare, senza essere disturba-te, nel corso Umberto 1°all’angolo di via Rizzo, di viaD’Annunzio e di via Corsica,in piazza Progresso, all’angolodi via Patti, in corso Roma,all’angolo di via Salonia, di viaSanti Buoni e via Amendola, incorso Filippo Re Capriata,angolo via Cairoli, in viaCampobello, poco dopo la vec-chia chiesa delle Sette Spade,in piazza Attilio Regolo,accanto al monumento deicaduti della 2a guerra mondia-le, in via Rettifilo Garibaldi,all’altezza della chiesa di S.Andrea e in piazza Linares,angolo corso Umberto 1°,davanti al bancomat dellaMonte Paschi di Siena. Insostanza l’Amministrazioneanziché allontanare i pesciven-doli dai corsi principali, hariconosciuto con il suo “lascia-re fare” loro il diritto di restar-vi. Un comportamento degnodi encomio. Altrove direbberoche gli amministratori si sonosbragati. A questi ambulanticon moto-api si uniscono icosiddetti venditori del pescefai da te che si piazzano dovevogliono con le loro cassettepoggiate sui marciapiedi dicorso Umberto 1° in particola-re, senza alcuna garanzia igie-nica per i consumatori. Tuttioccupano il suolo pubblicogratuitamente, nessuno rilasciascontrino fiscale, nessuno con-trolla la bontà delle loro bilan-ce e la conservazione delpesce. Nessuno gli impone dinon sporcare e di pulire qualo-ra lo facciano.

In sostanza a Licata esisto-no solo quattro punti venditaregolari del pesce, con tanto dibancone, celle frigorifere, regi-stratori di cassa, autorizzazio-ne sanitaria etc.: in una traver-sa di via Palma, alla Plaia e invia Rettifilo Garibaldi, nelCorso Serrovira.

Ai pescivendoli ambulanti,“autorizzati” ed abusivi, siaggiungono fruttivendoli ederbivendoli di ogni tipo cheoccupano i marciapiedi diCorso Roma e corso Umberto1°. Molti di questi vendonogeneri di “produzione pro-pria”, altri frutta che raccolgo-no sicuramente strada facendo.

Grande tolleranza, dunque,nella nostra città. Il vice sinda-co Federico, anche se non ci

crediamo, avrebbe buttato laspugna. Di fronte al dilemmagarantire la legalità o il biso-gno, l’AmministrazioneComunale ha deciso di tenerconto di quest’ultimo, entran-do così in un vicolo ciecosenza ritorno. Eppure ci fu unsindaco, un ufficiale sanitario,che impedirono la circolazionedelle pecore e delle vacche peril centro storico per la vendita

del latte fresco porta a porta,munto in presenza, così comeci fu un sindaco che proibì allegreggi ed agli armenti di attra-versare i corsi principali ritor-nando la sera dalla campagnanei ricoveri siti nella zona diLicata. Ma non c’è stato maiun sindaco che abbia obbligatoi pescivendoli a trasferirsi inuna pescheria. C’è stato, inve-ce, un sindaco che la pescheria

l’ha fatta costruire e un altroche l’ha fatta ristrutturare, maentrambi hanno solo prodottoun monumento allo spreco,documento della incapacità, unmonumento che diventerà pre-sto un pubblico vespasiano oun’appendice delle vicine gio-stre.

L.S.

A SPASSO PER LA CITTÀ

VILLA ELENA: DEGRADO, SPORCI-ZIA, INCURIA ED ABBANDONO

INCIVILE MUTILAZIONE DEL BUSTO DI

GAETANO DE PASQUALI

Certamente Licata non brilla per interesseverso i luoghi pubblici attrezzati a verde. Perfarsi un’idea, basta vedere in quali condizioniviene mantenuta la villetta dedicata a FilippoRe Capriata nella centralissima piazzaProgresso, a due passi del Palazzo di Città. Main condizioni vergognose si trova la villaElena, una volta vanto della nostra città per imagnifici alberi di alto fusto che la abbelliva-no. Ebbene, oggi è simbolo della sporcizia, del-l’abbandono, dell’incuria e del degrado, conviali indecorosi coperti dai tipici “strummulid-di” putrefatti, con le aiuole, se così si possonochiamare, piene di erbacce, con le piante maltenute.

Un luogo pubblico senza una custodia per-manente. Crediamo che l’AmministrazioneComunale una riflessione debba farla.

Dulcis in fundo incivili vandali hanno dan-neggiato il busto dell’illustre Gaetano DePasquali, mutilandolo dell’orecchio destro.

Un segnale davvero preoccupante.

VERGOGNA

IL CIMITERO È SPORCOE NELL’ABBANDONO

Se il grado di civiltà di una comunità simisura dall'attenzione verso i defunti, consi-derato lo stato di generale abbandono, di incu-ria e di grande sporcizia che domina nei nostricimiteri, dobbiamo dedurre che così civili nonsiamo e crediamo che i nostri amministratoried in capo il sindaco e l'assessore con delega aicimiteri, debbano provare solo una grande ver-gogna.

In data 26 agosto abbiamo visitato per lapietas che ci lega ai nostri defunti solo il cimi-tero vecchio. Cumuli di fiori secchi tra letombe, erbacce e rigogliose piante di capperidappertutto, plastiche, cartacce di ogni tipo,residui di carta stagnola. E non crediamo cheresponsabili di questo diffuso stato di disordi-ne e di sporcizia siano i visitatori, che abbia-mo avuto modo di vedere molto ordinati erispettosi, ma al fatto che la pulizia da partedegli addetti non è garantita, che i recipientiper la raccolta dei fiori secchi sono stracolmie da tempo non svuotati, mentre il vento chespazza periodicamente il campo santo distri-buisce dappertutto ogni tipo di sporcizia.

Riteniamo doveroso un intervento radicale,periodico e coordinato di pulizia da partedell'Amministrazione Comunale, senza che siaspetti, come si è soliti fare, la vigilia del pros-simo 2 novembre.

L.S.

Commercio abusivo

La protesta dei commer-cianti di corso Umberto 1° con-tro gli abusivi e per il ripristinodella legalità lungo le pubbli-che vie di Licata è arrivata sultavolo del Sindaco, con unaarticolata lettera del 26 agostoscorso, e sui tavoli del Prefetto,del settore igiene pubblicadell’Asl, del comando dellaP.U., della Compagnia deiCarabinieri, della Guardia diFinanza, del Difensore Civico edi tutte le testate giornalistichelocali e regionali. Ecco il testodella lettera:

“Egregio Signor Sindaco,la presente per portare allasua attenzione un problemache sembra essere diventatauna piaga per la nostra città eche ci rifiutiamo di credereche anche lei non ne abbiacognizione. Stiamo parlandodel commercio abusivo e senzaregola alcuna che ogni giornotrasforma, specie le vie princi-pali della nostra amata città,in un mercato a cielo aperto dipesce, frutta, verdura, erbe eanche animali (!). Anche leiavrà sicuramente avuto modo

di osservare come questogenere di fenomeno abbiaassunto ormai proporzioninon più tollerabili in una cittàche vuole considerarsi facenteparte dell’Europa e che siappresta ad accogliere, tracirca due anni, frotte di turistifacoltosi che verranno con leloro barche e che certamenterabbrividiranno vedendo lospettacolo osceno che il nostrocentro storico oggi offre e checrederanno di essere sbarcatisulle coste dell’Africa piutto-sto che in quelle europee. Ilfenomeno del commercio abu-sivo di ogni genere di mercan-zia ha raggiunto livelli preoc-cupanti soprattutto lungocorso Umberto, dove, specienella zona terminale, si conta-no almeno cinque-sei com-mercianti abusivi in appena

trenta metri di marciapiedi.Converrà con noi che, vedereil pesce fresco, ma chi garanti-sce che lo è davvero, in casset-te di legno poggiate su sudicimarciapiedi, al sole e con unatemperatura che sfiora i 40°non rappresenta un gran bellospettacolo. Ma allora ci chie-diamo, perché anche Lei tolle-ra tutto questo? Perché non siè intestato una battaglia diripristino della legalità del set-tore? Perché invece i commer-cianti devono essere vessati ditributi, e devono sopportaredavanti alle proprie attivitàcommerciali e alle proprievetrine, costate fior di migliaiadi euro, questo genere di spet-tacolo? Ma, poi, c’è propriobisogno di una denuncia perfarle aprire gli occhi su unasituazione che pensiamo siasotto gli occhi di tutti? Perchéanche lei volge lo sguardoaltrove o mette la testa sotto lasabbia come gli struzzi?Attendiamo impazientementerisposte efficaci. Grazie.

I commercianti di Corso Umberto”

Protestano i commercianti di Corso Umberto

DALL’ALBUM DELLA STORICA SICCITÀ

IN FILA CON CATI, LEMMI E QUARTARE IN ATTESA DELL’ACQUA

Nella foto di Carlo Santamaria ciò accadeva negli anni Sessanta quando anche allo-ra e più di oggi mancava l’acqua. Certo sono cambiate tante cose, ma le scene ancoraoggi, qualche volta si ripetono davanti alle fontanelle di via Palma. Allora, come nellafoto, lungo file di cati, lemmi, quartari, pentole e di primi bidoni di plastica in attesache i militari della Marina aprano le manichette della nave cisterna per distribuire ilprezioso liquido ai licatesi assetati in piazza Attilio Regolo.

Page 7: La Vedetta · Sped. Abb. Post. art. 1, comma 1, del DL 24/12/2003 n. 353, convertito in L. 27/2/04 n. 46 - CPO di Agrigento La Vedetta IL GIORNALE DI LICATA ANNO XXIV - N° 9 - EURO

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7ATTUALITÀLa Vedetta - Settembre 2006

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Appello al Prefetto, al Sindaco, ai VV.UU., ai Carabinieri e alle forze di Polizia

Si ristabilisca l’ordine e la legalità in una città di rassegnatiInterpretando il desiderio di

molti lettori e cittadini, ci per-mettiamo di rivolgere il presen-te appello al Prefetto, al sindaco,ai VV.UU., ai Carabinieri e alleforze dell’ordine tutte, nessunaesclusa, perché restituiscanoalla città di Licata l’ordine e lalegalità che si addicono ad unacittadina civile che ambisce dicrescere e di mostrare a sé e aglialtri un’immagine accettabile.Licata, purtroppo, oggi è ilregno della illegalità e del disor-dine, due aspetti deteriori vissu-ti dai più con molta rassegnazio-ne. Ma se si può comprendere egiustificare la rassegnazione delsingolo cittadino che si scopreimpotente a combattere l’illega-lità, è deplorevole pensare chepiù rassegnati siano quanti pre-posti per legge dovrebberogarantire la presenza dello Statoe l’ordine. La logica della politi-ca e della ragion di stato con-fliggono chiaramente con ilcontinuo ed a tutti evidentedeteriorarsi dell’ordine pubbli-co. Diciamolo con assoluta fran-chezza, lo Stato è assente, moltocarente è il controllo del territo-rio urbano ed extraurbano. Non

è sufficiente la presenza acadenza mensile di un gruppo diuomini della Celere diAgrigento per dei posti di bloc-co ormai routinari. Finiamola dinasconderci dietro l’alibi cheuomini e mezzi disponibili sonoinsufficienti. Può anche darsi,ma quelli che ci sono è opportu-no che il loro dovere lo faccia-no, e bene.

Partiamo dai vigili urbani.Sono più di 60, ma non riesconoad imporre il rispetto del codicedella strada, la restituzione deglispazi pubblici abusivamenteoccupati e sottratti ai cittadini, ilrispetto delle norme annonarie,l’obbligo delle licenze di ambu-lanti, etc. Ormai hanno perso ilcontrollo della situazione, maanche, e questo è grave, ilrispetto del loro ruolo. Abbiamoper tutto il mese di agosto stu-diato il loro servizio reso allacittà. Se dovessimo dare un giu-dizio di merito, fatte le dovuteeccezioni, daremmo un 5 scarsoper essere generosi. La città,infatti, è ostaggio dei centaurifracassoni che corrono ad altavelocità e senza casco sotto gliocchi dei vigili urbani, caval-

cando anche a tre alla volta ilsellino del motorino, guidandopericolosamente lungo le strade.Davanti ad un tale spettacoloabbiamo visto i vigili impotenti,qualche volta guardare dallaparte opposta. Le cose sono due,o gli amministratori gli hannotarpato le ali, impedendogli difare il loro dovere a scopo elet-toralistico, o manca loro un verocomandante che dia le necessa-rie e rigorose dritte. Sarebbeallora utile che il sindaco e l’as-sessore alla polizia urbana des-sero ai vigili disposizioni benprecise e categoriche: o presta-no il loro servizio di istituto, uti-lizzando in modo ottimale i bol-lettari delle multe o chiedano dismettere la divisa e andare die-tro una scrivania. E il prefettopiù di una volta ha fatto questoinvito e questo richiamo e nonultimo all’inizio dello scorsomese di agosto. Se poi il proble-ma è dovuto al fatto che ai vigi-li manchi un comandante che lisappia ben coordinare e dirige-re, ebbene si licenzi il coman-dante e se ne assuma un altropiù determinato. D’altronde, piùvolte i dirigenti amministrativi

hanno rivestito questo ruolo,indossato la divisa con i gradi dimaggiore e portato anche unapistola nella fondina. Ma conquali risultati? Che gli ammini-strativi, dunque, vadano a gesti-re le carte e che il posto dicomandante sia messo final-mente a pubblico concorso.Basta con gli incarichi di giunta.

Licata, purtroppo, da quelloche abbiamo visto girando per laSicilia, è per eccellenza la terradella illegalità. Ovunque, ingenerale, si guida con il casco,si indossano le cinture, si rispet-ta il codice della strada, si sostaordinatamente, si vende il pescenelle pescherie e non sui mar-ciapiedi. E ovunque il vigileurbano ha un ruolo sociale digrande rispetto. Non ci si puòricordare del codice della stradaa giorni alterni, di inverno sì ed’estate no. Non si possonomultare solo i forestieri e lascia-re correre le infrazioni dei loca-li per paura di essere affrontati econtestati e magari essereaggrediti dal maleducato e dal-l’arrogante di turno. D’altrocanto, più si tollera, più si svuo-ta il ruolo dei vigili urbani. Ci

piacerebbe sapere, ad esempio,quante multe al giorno fanno inostri vigili urbani. Siamo con-vinti che ne fanno di più le tre-quattro persone addette a vigila-re alle zone blu, che non i vigiliurbani.

Queste cose le denunciamoda anni, ma da sempre abbiamoincontrato un muro di gomma.Sarebbe spiacevole citare glisfoghi di singoli amministratorie di vigili urbani. Il problemac’è e va affrontato e risolto.

La presenza dello Stato aLicata è carente se non assente.Non è sufficiente vedere qual-che volta una gazzella deiCarabinieri. Per troppe ore algiorno la città è abbandonata ase stessa, soprattutto nelle orenotturne, momento felice perchi vuole delinquere. Ormai lerapine alle banche sono presso-chè quotidiane. Si è ripreso abruciare le auto e ad intimidiregli imprenditori. Restano irrisol-ti i due efferati omicidi di Ajolae Bottaro. E questo dimostra chea Licata il delitto e l’estorsionenon pagano. Pagano per tutti,però, i soliti spacciatori, quellipiù semplici da catturare.

Qualcosa non funziona davvero.Troppi rappresentanti delle

forze dell’ordine trascorronolunghi anni di servizio in questacittà, molti sono anche nostriconcittadini, mettono su fami-glia, fanno amicizie. Questilegami impediscono loro sicura-mente di lavorare come vorreb-bero. Tuttavia, non vorremmo silasciassero prendere anche lorodalla rassegnazione. Sarebbegrave e sarebbe indispensabileun generale avvicendamento.

Occorre, quindi, che ilPrefetto, non a parole, ma con ifatti, prenda in mano la situa-zione e chiami ad un tavolo sin-daco, assessore alla P.U.,comandante dei VV.UU. ecomandanti delle varie forzedello Stato, le quali devonointervenire in presenza di uncorpo di Vigili che non riesce agarantire l’ordine e la legalità.Non si possono creare rigidisteccati di competenza, altri-menti in questa città non cresce-rà più un filo d’erba, ma germo-glierà solo gramigna.

C.C.

Comunicato di Forza Nuova

OSSERVATORIO ANTIRAZZISTAIN DIFESA DEGLI ITALIANI

Ricordiamo che le prime vittime dell'immigrazione extraco-munitaria sono i cittadini italiani, sempre più soggetti a vere eproprie discriminazioni razziste.

Il pericolo è urgente! Nel nome di una solidarietà ipocrita e suicida, gli italiani sono

quotidianamente sopraffatti nell'assegnazione delle case popolarie nella ricerca di un posto di lavoro, direttamente colpiti nellasicurezza del proprio quartiere ridotto a terra di nessuno dalla cri-minalità straniera e nella difesa della propria integrità culturale ereligiosa.

Per fronteggiare l'emergenza e porre un freno ai privilegi degliimmigrati, che conoscono bene i Diritti ma non i Doveri, ForzaNuova ha deciso di creare un "Osservatorio antirazzista in difesadegli Italiani" istituendo un numero verde gratuito (800-910263)per la denuncia di situazioni di discriminazione, per ottenere con-sigli ed eventuale sostegno legale.

Dott. Armando Antona(Resp. Prov. di FORZA NUOVA)

Salvatore Di Prima(Resp. Prov. Giovanile di FORZA NUOVA)

Per contatti:[email protected]@hotmail.com

Ancora sul documento MPA, il consiglierecomunale Francesco Mugnos

“Da soli non si va da nessuna parte”

Al consigliere comunale Francesco Mugnos, già capo gruppoconsiliare di A.N., oggi indipendente ma vicino all’MPA, chiedia-mo cosa pensa della posizione assunta da questo Movimento.

“Condivido pienamente i contenuti espressi in tale documentoe mi auguro che Biondi lo studi attentamente e dia le necessarierisposte politiche. Peraltro, si tratta di un tema che già ebbi a farepersonalmente al sindaco quando ero capo gruppo di A.N. Biondisa bene che da solo non si va da nessuna parte e deve fare inmodo perché a Licata si esca dall’anomalia politica e si costitui-sca lo stesso schieramento di centro-destra che esiste all’Ars ealla Provincia regionale di Agrigento. Mi preme però sottolinea-re che qualora il sindaco decidesse di aprire al centro destra nondeve modificare la struttura numerica della giunta municipale, aldi là della possibilità di ampliamento prevista dalla modificadello Statuto comunale. Già otto assessori sono tanti. La nostracittà non potrebbe sopportare il costo finanziario di altri due”.

AL SINDACO ED ASSESSORE ALLE FINANZE RAG. BIONDI

LICATA

Oggetto: Esenzione pagamento tassa sulla spazzatura (TARSU)edifici comunali, a seguito nuova gestione della società DedaloAmbiente Spa.

Si chiede di sapere se a seguito del passaggio di gestione delservizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani (TARSU) dal comu-ne alla societa’ Dedalo Ambiente Ag3 SpA , con decorrenza 20ottobre 2003, l’Ente risulti esentato dal pagamento del tributoda apposita convenzione.

Ci si augura che il comune non risulti essere “un grande eva-sore”!

Si chiede urgente risposta scritta ai sensi della legge 241/90.

Rag. Domenico Cantavenera

Licata, 11 agosto 2006

SPAZIO CANTAVENERA

LA DEDALO, CANTAVENERA ED AUGUSTO

In merito alla lettera del rag. Domenico Cantavenerasulla Dedalo Ambiente apparsa sul n. 8 di questo mensi-le, riteniamo doveroso precisare che questa testata non siriconosce nelle opinioni espresse nella stessa in meritoalla professionalità del collega Angelo Augusto, respon-sabile della pagina di Licata del Giornale di Sicilia.Conosciamo da anni Augusto, peraltro valido collabora-tore per lungo tempo de La Vedetta, e siamo certi che l'in-carico professionale avuto conferito dalla DedaloAmbiente non è e non sarà mai motivo per censurare sulquotidiano notizie che la riguardano e ciò in ragione deisuoi indiscussi doveri deontologici verso l'informazione.Cogliamo pertanto l'occasione di questa precisazione perfare le nostre scuse al collega Augusto per il nostro invo-lontario coinvolgimento.

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8 La Vedetta - Settembre 2006ATTUALITÀ

C osì come necessario per il nostro sosten-tamento è il concorso dei due clubs ser-vices locali: Lions Club e Rotary Club.

Ma un profondo grazie va ai tanti lettori e agliabbonati che ci sostengono da ogni parte d’Italiae che sottoscrivono quote di abbonamento spessoda Sostenitori e Benemeriti. Grazie a loro possia-mo fin da ora garantire alla città la presenza delnostro giornale per almeno altri cinque anni.

Il nostro 24° anniversario lo abbiamo festeg-giato riservatamente con i nostri collaboratori, ungrazie anche a loro, senza alcuna enfatizzazione,senza squilli di trombe, senza annunci sui massmedia, senza rumori mediatici. Però, il 25° saràforiero di varie attività culturali a favore dellanostra città. LA VEDETTA, con i suoi alti e bassi,quindi, fa parte ormai della storia della nostracittà, non ha bisogno di festini per mettere radici.Certo lo spazio che ci eravamo guadagnati con lanostra serietà nella informazione ce lo dobbiamoconservare, non rinunciando al nostro stile, almodo rispettoso di fare informazione, senza col-tivare la presunzione di essere i soli ed unicidepositari della “vera verità”. Velleità che lascia-mo ad altri. Noi abbiamo l’assoluta certezza deinostri limiti, pronti con molta umiltà a chiederescusa quando sbagliamo o a rettificare le nostreinesattezze. Peraltro, nonostante anche chi scrivesu LA VEDETTA sia stato in modo allucinanteincluso e definito in maniera sprovveduta edavventata “abusivo della professione”, ha avutola capacità di tenere vivo a Licata per un quarto disecolo il dibattito sui più gravi ed annosi proble-mi che storicamente assillano la nostra comunità.

Tante sono state le nostre battaglie in difesadel nostro eco sistema, contro la centrale a carbo-ne prima e contro l’inceneritore dopo, in difesadel nostro porto, dei nostri beni culturali cheabbiamo promosso ovunque. Abbiamo lottato sututti i fronti, in difesa degli interessi dei Licatesie puntato più volte l’indice contro i detrattori, ipoliticanti da quattro soldi, i galoppini dei burat-tinai agrigentini. Abbiamo lottato a favore dell’i-dentità della nostra città, entrando direttamentenel dibattito sulla questione morale. Abbiamoregistrato la cronaca dei fatti, richiesto l’interven-to dei protagonisti della politica, abbiamo fatto lenostre proposte e ne abbiamo viste diverse accol-te. Abbiamo aperto un grande dibattito sulla cul-tura, sul recupero e sul potenziamento dellabiblioteca, illustrato i licatesi che si sono distintinelle lettere, nelle arti e nelle scienze, recuperan-do quanti erano stati cancellati dalla memoria, siache appartenessero a momenti del passato che delrecente presente. Tra quest’ultimi abbiamo fattoriscoprire la figura del più grande slavista del XXsecolo, saggista, poeta e figlio di poeta: AngeloMaria Ripellino, sul quale, finalmente si terrà unconvegno, da lungo tempo richiesto ed atteso daAntonio Pane, suo profondo conoscitore.Abbiamo promosso persino una casa editrice cheoggi annovera ben 33 titoli che ci ha permessonon solo di recuperare attraverso la ristampa ana-statica opere ormai scomparse di illustri licatesi,ma di scoprire nuovi talenti letterari nella nostracittà. E abbiamo creato un sito internet,www.lavedettaonline.it, visitatissimo non solo inItalia, ma anche all’estero. Abbiamo promosso unmuseo dello sbarco e un monumento ai caduticivili della guerra, due iniziative fatte prontamen-te proprie dal sindaco Biondi che le ha realizzate.

Certo abbiamo, per scelta, volutamente esclu-si alcuni settori: notizie sensazionali, scandalisti-che, gossip, l’elenco dei promossi e le pagelled’oro dei maturi. Abbiamo escluso ogni spazioalle foto ricordo. Avremmo sicuramente vendutomolte copie in più. Ma se l’avessimo fatto avrem-mo rinunciato al nostro stile. Abbiamo evitato lepolemiche sterili e strumentali e gli inutili edinfruttuosi scontri. Abbiamo seguito la via dellamediazione e del rispetto verso chi è stato chia-mato a governare la nostra città, mantenendo lanostra autonomia di pensiero e di giudizio, apertialla critica, ma anche al riconoscimento di meriti.

Il successo di questo mensile è quindi da ricer-care nella sua stessa esistenza. 25 anni di attivitànon sono pochi e speriamo di servire la nostracittà ancora per altri 25 anni, anche se non abbia-mo spazi gratuiti di pubblicità sulle radio e le tvlocali che ci sostengono. Grande ambizione la

nostra? Forse, ma non disperiamo, convinti comesiamo di avere il consenso dei lettori. Il nostrosuccesso, quindi, non lo misuriamo solo con ilnumero di copie che vendiamo mensilmente nelleedicole, ma anche attraverso altri parametri cheattestano il livello di gradimento raggiunto daquesta Testata.

Qualche volta ci sorge il dubbio sulle notizieche diffondiamo. Vogliamo dire: è giusto riferirela realtà dei fatti così come sono anche se spiace-voli? Si crea un danno all’immagine della nostracittà? Ma dopo ci confortiamo con le esigenzeche l’etica e l’onestà professionale ci impongonose vogliamo fare davvero informazione. La realtànon può essere mistificata. Licata, la nostra città,purtroppo è quella che è. Una comunità danneg-giata dalla sua perifericità, dalla mancanza di unavera classe politica, dall’assenza di un ricambiogenerazionale nella classe dirigente, una cittàostaggio di certe spinte che ne frenano il progres-so e di alcune schegge della delinquenza organiz-zata e non che fanno paura e minacciano quoti-dianamente. E’ la città ancora senz’acqua, dovenon si riescono a risolvere alcuni gravi omicidi(Ajola e Bottaro) e ad impedire alcune concretemanifestazioni di chi ha deciso di delinquere.Una città senza regole e rispetto della legalità,dove vige l’autorefenzialità di chi amministra unpubblico servizio e dove purtroppo pesa la rasse-gnazione.

Una città, che i giovani assennati ed ambizio-si di crescere bene, purtroppo lasciano. E iLicatesi che migrano, ovunque funzionano beneed arrivano ad occupare posti anche assai presti-giosi. E quando la cultura migra, la città impove-rita resta in generale in mano ai politicanti medio-cri, agli arrampicatori e ai cosiddetti “firri farri”.E quella fetta di cultura che resta, purtroppo tace,e, timorosa, non partecipa all’agone politico esubisce, anch’essa rassegnata.

Sono tutte cose che scriviamo e denunciamoda 24 anni e se qualcuno prende in mano la colle-zione del nostro mensile, si accorgerà che in que-sto quarto di secolo descritto da LA VEDETTA,la nostra città non ha fatto grandi passi avanti,ma, al contrario, ne ha fatti tanti indietro.

E questo umilia la sensibilità dei Licatesi cheguardano con profondo rincrescimento a questainnaturale affezione al nanismo, d’altronde favo-rito dall’abbandono da parte di chi ci governa adAgrigento, a Palermo, a Roma. D’altronde lanostra città non ha alcun assessore nella giuntaprovinciale, alcun deputato all’assemblea regio-nale, alcun deputato o senatore al Parlamentonazionale, mentre non c’è paese della nostra pro-vincia, che numericamente ha meno cittadini diLicata, che non abbia una sua persona seduta alposto giusto.

Ma se vogliamo, in questi 25 anni non è cam-biata neanche la mentalità del popolo licatese,ingrato ed ingeneroso con chiunque, disposto acriticare, ma, tranne in rare occasioni della nostrastoria, mai disposto a scegliere una causa sino infondo. Il nostro purtroppo è ancora il popolo dellapiazza e dei bar.

Calogero Carità

Segue dalla prima pagina

AGOSTO 1982 – SETTEMBRE 2006

PER “LA VEDETTA” INIZIA IL 25° ANNO

Il prof. Calogero Carità, ns. direttore, con ilprof. Enzo Damanti, durante la presentazionedel libro “Una piccola nobile storia” (Foto A.C.)

Toponomastica - I Vigili Urbani non hanno fornito le mappe richieste

Se la politica è andata in vacanza, la commis-sione per la toponomastica, presieduta dall’asses-sore alla cultura Francesco La Perna ha lavoratoin pieno agosto per dare un nome a strade e piaz-ze nei quartieri di nuova urbanizzazione e ciònonostante il comandante dei vigili urbani, da piùparti formalmente richiesto e sollecitato, non hafornito gli strumenti di lavoro, ossia le mappe,indispensabili per comprendere lo stato del terri-torio. Un comportamento che l’amministrazionecomunale deve assolutamente censurare, trattan-dosi, a nostro parere, data la struttura paramilita-re del corpo, di un vero atto di insubordinazione.Le mappe necessarie il vicepresidente della com-missione, prof. Calogero Carità, le ha avute, sep-pur non aggiornate, dall’arch. SalvatoreCipriano. Così la Commissione, convocata alleore 9,30 del 22 agosto presso l’ufficio del dott.Carmina, dirigente del dipartimento anagrafe ecultura, ha lavorato per ben quattro intense oremettendo ordine nella toponomastica di alcuniquartieri, quali Comuni Camera e Gaffe, que-st’ultimo zona residenziale frequentata in granparte da cittadini di Palma e Camastra, a favoredel quale era pervenuta una sollecitazione delsindaco Angelo Biondi datata 5 giugno 06.

In conformità alla delibera del 27 gennaio 06la Commissione ha intitolato le strade senzanome del quartiere Comuni-Camera alle capitalieuropee: Madrid, Lisbona, Londra, Parigi,Bruxelles, Copenaghen, Amsterdam, Oslo,Stoccolma, Atene, Berlino, Berna, Riga, Vienna ePraga.

Su proposta dell’assessore La Perna e delprof. Carità, le strade di Gaffe sono state intitola-te, nel rispetto della storia che accomuna Licata ePalma, a: On. Ignazio La Lumia, ultimo proprie-tario del feudo di Gaffe, all’archeologo GiacomoCaputo, a Giovanni e Palmerio Caro, baroni diMontechiaro, a Francesca Caro, baronessa diMontechiaro, a Pompeo Grugno, duca di Gaffe,al duca santo Giulio Tomasi, a Rosalia Traina,duchessa di Palma, a madre Enrichetta Fanara,badessa del monastero di Palma, al pittoreDomenico Provenzani, allo scrittore GiuseppeTomasi di Lampedusa, alla Venerabile SuorMaria Crocefissa della Concezione, a CalogeroProvenzani, fondatore della borgata di Gaffe,all’on. Giosuè Fiorentino, ai poeti NinoMartoglio, Giovanni Meli, Alessio Di Giovanni,Domenico Tempio e Leonardo Vigo, agli scritto-ri Leonardo Sciascia e Vitaliano Brancati e alloscienziato Giovan Battista Odierna.

La Commissione ha accolto la proposta delsindaco Biondi di intitolare una strada al prof.Salvatore Malfitano per vari decenni preside delLiceo Classico Vincenzo Linares, stabilendo didedicargli parte di via Tripoli, proprio la stradache ospita il liceo cittadino, partendo dall’angolodi via Bengasi sino all’angolo di via Salato.Contestualmente, la Commissione recependo

varie istanze dei residenti di via Macello, ha deli-berato di reintitolare questa via dedicandola aCiccino Vedda, scomparso nel 1993, scultore econfratello della Misericordia di San Gerolamo.La traversa L di contrada Fondachello è stata,invece, intitolata al licatese Angelo Cavaleri(classe 1921), disperso in Russia nel 1942, appar-tenente alla squadra panettieri del nostro esercitoal quale il presidente Cossiga ha concesso lamedaglia d’oro alla memoria il 6 febbraio 1992.

La Commissione ha proceduto anche alla inti-tolazione dei due ponti sul Salso: quello che uni-sce corso Umberto 1° con rettifilo Garibaldiall’imperatore Federico II di Svevia che incluseLicata tra le città demaniali e le diede il titolo di“Dilettissima” e il più recente che collega viaSalso con via Mazzini al Pontefice GiovanniPaolo II. Infine è stato dato parere favorevole perla collocazione in piazza della Vittoria, nello spa-zio verde attiguo alla caserma della G. di F., delmonumento dei caduti civili a seguito dello sbar-co del 10 luglio 1943, mentre la Commissione haproposto di intitolare la villa di Piano Cannelle alnotaio Bartolomeo Germani che fu sindaco diLicata per oltre un ventennio dalla fine dell’ ‘800alla prima decade del ‘900.

Le proposte, dopo che saranno adottate dallaGiunta Municipale, saranno inviate in prefetturaper il richiesto visto da parte dell’apposita com-missione per la storia patria. Dopo di che ilDipartimento per l’Urbanistica dovrà provvederealla collocazione delle tabelle toponomastichenel rispetto delle caratteristiche che laCommissione indicherà. Entro l’anno, questol’impegno assunto dalla Commissione, tutte lestrade di Licata potranno finalmente avere unnome. La Commissione ha rilevato come il pre-detto Dipartimento non ha mai provveduto a col-locare le tabelle toponomastiche in alcune zoneoltre Salso nelle vie già intitolate dalle preceden-ti amministrazioni, permanendo ancora l’anacro-nistica indicazione con una lettera alfabetica (adesempio: trav. A).

Viva la soddisfazione dell’assessore La Perna.“Al di là delle sterili e strumentali polemichecostruite ad arte - ha detto - la Commissione hafatto un buon lavoro e su questa strada procede-rà. Ben vengano le proposte”.

Infine, in merito ai compensi ai componenti laCommissione per la Toponomastica, quanto hariferito il rag. Francesco Pira nell’ultimo numerodel suo foglio di informazione, è l’ultima bufalaestiva. Infatti il gettone non è affatto di 80 euro aseduta, bensì di 30 euro lordi a seduta, come hadichiarato il vice presidente della Commissione,prof. Calogero Carità, sul numero di agosto de LaVedetta a pag. 5. Le informazioni non veritierealimentano solo il clima del sospetto e a Licata cen’è già abbastanza su tutto e su tutti.

A.D.C.

Intitolate strade, piazze, ponti e ville

Lido dei Sogni - Salvato da sicuro annegamento un uomo di Butera

Giuseppe Carità e Salvatore Manuello, eroi per caso, candidati all’encomio

Giuseppe Ripellino, capogruppo consiliare del movi-mento politico Udc, involon-tario testimone del salvatag-gio a mare di una personaaffetta da una grave forma dihandicap, ha ritenuto dovero-so sollecitare il sindaco adencomiare a nome e perconto della città i due licatesiche grazie alla loro prontezzahanno salvato un uomo dasicuro annegamento. Unadrammatica vicenda conlieto fine, grazie a GiuseppeCarità, 36 anni, con esperien-za di bagnino, e SalvatoreManuello, luogotenente deicarabinieri, comandante delnucleo operativo e radiomo-

bile. Teatro della vicenda avve-

nuta domenica 21 agostoscorso nello specchio dimare antistante la battigiadella spiaggia Due Rocchenel tratto denominato “lidodei Sogni” verso le ore 13.00l’intuito investigativo delluogotenente SalvatoreManuello nel veder correreun bagnante lungo la battigiail quale nell’indicare lo spec-chio di mare gridava “staannegando” non ha esitatoun istante a lasciare la pro-pria famiglia e lanciarsi inmare unitamente a GiuseppeCarità per trarre in salvo unbagnante 36 anni di Butera

(CL) che caduto dal materas-sino era finito con faccia abocconi. Il prezioso quantotempestivo intervento deidue “Angeli” licatesi ha con-sentito di strappare da un tri-ste destino l’uomo, che tra-sportato in ospedale è statoricoverato presso il reparto dimedicina generale.

“Mi auguro che il sindaco– dichiara GiuseppeRipellino - prenda in seriaconsiderazione la richiestaavanzata dal gruppo consilia-re di dare la meritoria ricom-pensa ai nostri due concitta-dini per aver salvato la vitada un bagnante”.

Francesco Cacciatore

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ATTUALITÀ 9La Vedetta - Settembre 2006

CORSI PER STUDENTI CHE VOGLIONO RECUPERARE GLI ANNI PERDUTI - CORSI PER LAVORATORI - RINVIO MILITAREPer informazioni rivolgersi presso le segreterie degli istituti, dalle ore 8.30-13.00 e dalle ore 16.00-20.00

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Ato - Colianni, Assessore Regionale agli EntiLocali: “Non funzionano”. Cimino, presidenteCommissione Bilancio Ars: “Un emendamentoper scioglierli”

Ato-rifiuti – Le società al capolineaDalla Regione 48 milioni per ripianare le perdite

La Regione ha stanziato 48milioni per far fronte alle perditeregistrate dagli Ato-rifiuti.L’Assessore Colianni (nella foto afianco), ha messo a punto il prov-vedimento che attiva un fondo dirotazione destinato a finanziare lesocietà create dai Comuni e dalleProvince per l’organizzazione del

servizio della raccolta dei rifiuti. Inizialmente gli Ato dovevanoessere 9, uno per Provincia, ma invece ne sono stati creati 27 congrave nocumento per gli Enti che li finanziano e con grave ricadu-ta sugli utenti (i cittadini) costretti a pagare salassi, per un servizioche funziona a sprazzi, almeno dalle nostre parti. Alla fine lecomunità devono mantenere 27 consigli di amministrazione bensapendo quanto costano i singoli componenti facenti parte di que-sti apparati burocratici. E quando si parla di perdite economiche dibilancio qualcuno le mani in tasca se le dovrà mettere. Non certola Regione con la costituzione di un fondo di rotazione. Questoqualcuno in genere è il contribuente.

L’Assessore Colianni ha invitato il governo a “riflettere sullaloro utilità”. Tali dubbi sono condivisi dal presidente della com-missione Bilancio dell’Ars,Michele Cimino (nella foto afianco), che annuncia un emen-damento alla Finanziaria per loscioglimento degli Ato e trasferi-re le competenze alle Province. Ilprovvedimento messo a punto daColianni, che attende la ratificadi Cuffaro: “Prevede che gli Atoche si trovino in perdita chieda-no di poter attingere al fondo perarrivare al pareggio del bilan-cio. Funzionerà come un presti-to. Gli Ato presenteranno un pro-getto che verrà finanziato al 75% e un piano di rientro dal debitoche indichi le fonti di copertura finanziaria. In più dovranno pre-sentare un bilancio previsionale (ma quale bilancio? Chi control-la la bontà dei bilanci?) dell’anno a cui si riferisce la richiesta dianticipazione”.

Poi l’analisi dell’Assessore Colianni che dice: “Porrò allagiunta un problema politico. Le somme destinate al fondo potreb-bero essere elargite ai Comuni per altre attività. Invece continuia-mo a finanziare gli Ato che a mio avviso stanno dando risultatimodesti e non all’altezza delle previsioni”. Così Cimino (Fi), pre-sidente Commissione Bilancio: “Nella prossima Finanziaria inse-rirò un emendamento che punta alla soppressione degli Ato e altrasferimento alle Province dei loro compiti. Si tratta di enti che sistanno trasformando in carrozzoni che creano anche nuovi preca-ri. Sono nati tanti consigli di amministrazioni e altrettanti presi-denti quando invece si doveva arrivare a una semplificazioneburocratica del settore. In più gravano sui bilanci pubblici, perchéi soci sono Comuni e Province che sono obbligati a coprire le per-dite di bilancio”.

Come si dice a Licata, Colianni e Cimino “scupreru i pospiri icira”. Il rag. Cantavenera da tempo parla degli Ato come dei verie propri “carrozzoni”. Ora aspettiamo l’esito di questa telenovela.

Fonte Giornale di Sicilia, 30 agosto 06, Giacinto Pipitone

Il sindaco di Palma di Montechiaro ieri chiedeva l’annullamento di tutti gli atti

ATO: Il sindaco seduto nel C.d.A. sarà coerente?Ecco cosa scriveva il sindaco diPalma di Montechiaro, RosarioGallo, in data 1 agosto 06 inmerito all’ATO. Ora che èentrato nel Consiglio diAmministrazione sarà coerentecon le sue proteste?

“Nelle riunioni dell’assem-blea della società del 28 giugnoe del 21 luglio sono emerseirregolarità, contestate dai sin-daci soci, che di seguito sirichiamano per sollecitare l’a-dozione dei provvedimentinecessari:

1. Il c.d.a. attuale è scadutoil 31 dicembre 2005. Sulla basedi quanto previsto dal c.c. edallo Statuto, lo stesso ritiene dioperare in piena legittimità finoall’approvazione del bilancio.Lo scrivente al riguardo non haancora compreso le motivazio-ni per le quali il c.d.a. ha porta-to il bilancio all’esame dell’as-semblea in prima convocazioneil 28 giugno, in seconda con-vocazione il 27 luglio e chiede,appunto, di conoscere le preci-se ragioni che hanno impeditodi convocare l’assemblea agennaio o febbraio ed hannocostretto a convocarla il 28 giu-gno. La richiesta è esplicita-mente finalizzata ad accertarel’esistenza o meno di motivivalidi per la dilatazione deitempi di approvazione delbilancio e della artificiosa pro-roga delle funzioni del c.d.a.;

2. La Dedalo ambiente spanon è una società ordinaria, sot-toposta esclusivamente allenorme del codice civile, ma unasocietà di natura particolare,interamente a capitale pubbli-co. Come tate rientra nella fatti-specie prevista dal D.L16.5.1994, n. 293, convertitocon la L. 15.7.1994, n. 444. Lapredetta legge disciplina la pro-roga degli organi amministrati-vi, tra l’altro, “delle personegiuridiche a prevalente parteci-pazione pubblica”, stabilendo(art. 3) che gli organi ammini-strativi non ricostituiti nel ter-mine della durata del mandato“sono prorogati per non più diquarantacinque giorni, decor-renti dal giorno della scadenzadel termine medesimo”. L’art.6 della stessa legge stabilisceche “decorso il termine massi-mo di proroga senza che si siaprovveduto alla loro ricostitu-

zione, gli organi amministratividecadono. Tutti gli atti adottatidagli argani decaduti sononulli.”

3. Dalla normativa richia-mata discendono la decadenza,a far data al 15 febbraio, del-l’attuale c.d.a. e la conseguentenullità di tutti gli atti deliberatidal medesimo organo dallastessa data ad oggi, nonchè diquelli emanati nel periodo 1gennaio - 14 febbraio eventual-mente in contrasto con il dispo-sto del c. 2 dell’art. 3 della stes-sa legge.

4. Lo scrivente ha appreso il21 luglio, durante la riunioneassembleare, dalla lettura delverbale della seduta preceden-te, che l’arch. Lucchesi, fino aqualche settimana fa ammini-stratore delegato, svolge fun-zioni di direttore generale. Haappreso altresì, dalla nota n.1197 del 21.7.2006, che sonostati sottoscritti con n. 23 sog-getti contratti a progetto e con-tratti di inserimento per la dura-ta di mesi 18 per un non meglioprecisato Piano diComunicazione. Nella stessanota si dà notizia in modo strin-

gato della situazione del perso-nale, ma non viene data alcunainformazione in merito alla tra-sformazione del rapporto conl’arch. Lucchesi, né viene pre-cisato se oltre che con l’ammi-nistratore delegato si sia instau-rato altro rapporto di lavoro conaltro componente del c.d.a.,l’ing. Lazzaro, come è datoritenere da notizie ufficiose.

Colleghi sindaci e lo scri-vente hanno rivolto richiesta dinotizie e di atti, in particolaresulle questioni appena richia-mate, ma hanno sin qui ricevu-to dal presidente decaduto ilrifiuto di esibire gli atti, a suodire non ostensibili neanchealla proprietà della società.Poichè non è dato conoscere leprocedure adottate, è da presu-mere che il c.d.a. decaduto,operando in violazione dellalegge richiamata, abbia posto inessere,con atti nulli, rapporti dilavoro in violazione di qualsia-si criterio di evidenza pubblicae di imparziale selezione, pre-tendendo, per di più, di vincola-re il c.d.a., che deve subentrare,con incarichi fiduciari che deb-bono poggiare sulla fiducia dei

nuovi amministratori e non suquella dei precedenti.Evidentemente il c.d.a. decadu-to ha ritenuto di poter ammini-strare denaro pubblico conmetodi da società segreta.

Per quanto esposto lo scri-vente, come ha avuto modo didichiarare nella assemblea del21 luglio, ritiene che ai sensidell’art. 2386 del C.C., compe-ta al Collegio sindacale svolge-re l’amministrazione dellasocietà fino alla nomina delnuovo c.d.a. e che lo stessoabbia il dovere:

- di esibire ai soci gli attirichiesti;

- di dichiarare la nullità ditutti gli atti che nulli sono perlegge, adottando i provvedi-menti consequenziali a tuteladegli interessi della società;

- di recuperare dagli ammi-nistratori decaduti le indennitàindebitamente percepite.

Si rimane in attesa di cono-scere le iniziative della S.V. edal Collegio intraprese e siinviano distinti saluti.

Il sindacoRosario Gallo”

Fumata bianca allaDedalo Ambiente S.p.A., lasocietà d’ambito territorialeottimale che si occupa delciclo dei rifiuti in setteComuni dell’agrigentino.L’assemblea dei soci ha elet-to il nuovo consiglio diamministrazione, il presiden-te ed il vice della società.

Del Cda fanno parte, gra-zie ad una modifica dello sta-tuto approvata nel corso del-l’assemblea di oggi, i sindacidei Comuni soci della DedaloAmbiente. Insieme a loro unrappresentante nominatodalla Provincia Regionale diAgrigento.

I soci hanno eletto MariaGrazia Brandara, sindacodi Naro, presidente dellasocietà, e Rosario Gallo, sin-daco di Palma di

Montechiaro, vice presidente.E’ stata eliminata dallo statu-to la figura dell’amministra-tore delegato.

Confermato nella personadell’architetto PietroLucchesi il direttore generaledella Dedalo AmbienteS.p.A.

Ecco i componenti ilnuovo consiglio di ammini-strazione: il sindaco di LicataAngelo Biondi, quello diCanicattì Vincenzo Corbo, ilsindaco di Palma diMontechiaro Rosario Gallo,il sindaco di Naro MariaGrazia Brandara, il vicesindaco di Camastra AlessiaDi Caro, e Filippo Arcieri,nominato dalla ProvinciaRegionale di Agrigento.

Ieri non erano presentiall’assemblea, per improro-

gabili impegni istituzionali, ilsindaco di RavanusaGiuseppe Bonaventura ed iCommissari del Comune diCampobello di Licata . Ilprimo ha però fatto sapereche accetterà la nomina dicomponente il consiglio diamministrazione, mentre icommissari di Campobello diLicata incontreranno giànelle prossime ore il nuovoCda della Dedalo Ambientedel quale saranno chiamati afar parte.

All’inizio dei lavori del-l’assemblea i soci hanno esa-minato il bilancio dellaDedalo Ambiente S.p.A. edal termine di un ampio dibat-tito lo hanno approvato.

L’assemblea dei soci, ini-ziata alle 10 del mattino, si èconclusa alle 17.

Nuovo CdA alla Dedalo Ambiente. I sindaci dei 7 comuni dell’ambitohanno occupato le poltrone. Approvato il bilancio

Maria Grazia Brandara, sindaco di Naro, è presidente Rosario Gallo, sindaco di Palma, è il vice

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10 CULTURA La Vedetta - Settembre 2006

Giuseppe Tomasinacque a Palermosul finire del 1896

e morì a Roma a fineluglio del 1957; scrisseun solo romanzo e fu uncapolavoro. Opera unica- Il Gattopardo - tardiva epostuma, a tutt’oggimantiene inalterato inte-resse e successo; critica-ta aspramente quandouscì, è tuttora oggetto dinotevoli studi da partedei critici di professione,che si son dovuti ricrede-re dei primi affrettati giu-dizi negativi.

Moltissime cose sonostate dette, molte inter-pretazioni sono statefatte, sono state spiegate,commentate, analizzatefrasi, situazioni, giudizistorici ed estetici, senti-menti e personaggi, siadai critici di destra che disinistra, e col metro este-tico e col metro morale.

Dall’angolo del miopiccolo, vorrei soffermar-mi su un particolare ditrascurabile importanza,quasi una inezia; unafrase di un solo verbo“Sorrise”, che non misembra sia stata finorapresa in considerazioneda quelli che se ne sonooccupati. E’ tratta dalprimo capitolo delromanzo, poco primadella chiusa finale.Capitolo che ha un ina-spettato andamentoproustianamente circola-re: inizia, infatti, con lafrase finale del Paternoster (in latino) per larituale recita serotina deRosario e termina con lafrase iniziale del SalveRegina (pure in latino).

Il Principe è sedutoanzi sprofondato suldivano, e con lo sguardorivolto in alto osserva,forse sbadatamente, ilsoffitto; la sua menteinsegue cupi pensieri(“era preoccupato ... perònascondeva l’ansia nongrave nelle profondità delsuo cuore”). Si trova inuno stato d’animo parti-colare: il giorno primasono sbarcati a Marsala iPiemontesi; l’aristocraziapalermitana è in subbu-glio; il nipote Tancredi siè associato ai rivoltosi; ilfiglio Paolo non ha capitoi tempi e si comportacome il “tonto contro ilragazzo di spirito”, pren-dendosi da parte delpadre una levata di capofin troppo pesante.Girando distrattamentelo sguardo, il Principenota sul soffitto la raffi-gurazione del dioVulcano, questo barbutoe deforme dio zoppo malegittimo consorte dellabellissima dea Venere.

“Sedette su un divanoe, mentre aspettava, notòcome il Vulcano del soffit-

to rassomigliasse un pòalle litografie di Garibaldiche aveva visto a Torino.Sorrise. “Un cornuto” ”.

Il fatto che a questopunto sorride e dice “uncornuto” mi ha sempreincuriosito e mi ha spin-to a cercare una qualchepur valida spiegazione.

Qui ci sorregge lamitologia: che ci narrache Efesto-Vulcano ildodicesimo figlio di Zeus-Giove e di Hera-Giunone,aveva auto in moglie atitolo di risarcimentodella sua bruttezza labellissima Afrodite-Venere, ‘desiderio degliuomini e degli dei’ perdirla con le parole delpoeta Lucrezio. Era ladea dell’amore e dellabellezza; ed i greci nellaloro immensa fantasial’avevano idealizzataritraendola non nelleingenue trepide forme diacerba giovinetta, macome una donna bell’efatta nella pienezza delsuo splendore, puressendo già madre di trefigli avuti da Vulcano -quasi a voler dimostrareche l’amore si sublimasolo quando al divinoEros si associa l’afflatomaterno.

Ma poichè il matrimo-nio era mal combinato, lescappatelle extra-coniu-gali erano fin troppo pre-vedibili. Infatti Veneresfacciata, tradiva abbon-dantemente e frequente-mente il marito, specie epiù di ogni altro conAres-Marte, giovane ebellissimo corrucciatodio della guerra. Stancodi questo menage, ilpovero Vulcano allestìnella sua fucina una finemaglia di ferro con laquale avvolse e legò alletto gli amanti fedifra-ghi; indi convocò tutti glidei, increduli, per farcostatare loro la flagran-za del misfatto. La mito-logia ci narra che gli deivennero, e sfilando aipiedi del letto, videro - eche cosa fecero? - sorri-sero! Infatti il sorriso erauna loro precipua prero-gativa ‘divina’ - assiemealla caratteristica di nondover abbassare mai lepalpebre.

Qui finisce la mitolo-gia.

E torniamo alPrincipe.

Il Principe associa -forse freudianamente - lafigura di Vulcano a quel-la di Garibaldi, questoincredibile eroe dei duemondi, già entrato nel-l’immaginario popolarecome uomo leggendario,con la barba bionda el’immancabile poncho,così come disegnato neifogli clandestini dellaGiovane Italia; e già da

tutti acclamato entusia-sticamente comeGenerale Garibaldi: macon incredibili storpiatu-re del suo cognome (per isiciliani, quasi da stra-niero) di indubbie originelongobarde (come delresto tutti i nomi che fini-scono in ‘aldo’ -Adaloaldo, Baldo,Reginaldo, Romualdo,Ronaldo, Ubaldo, o alfemminile Mafalda,Adalgisa, o Fuscaldo,piccolo centro longobar-do del cosentinate).Inoltre si sussurra - voxpopuli - che fosse ‘un cor-nuto’ (come Vulcano).

Il Principe cosa fa?Sorride come gli dei. Eper due motivi.

Ha un certo subcon-scio convincimento che iltrambusto di quei giorni,che alcuni chiamanorivoluzione, finirà colcambio di una dinastiacon un’altra, e se possi-bile, alla dinastia cattiva- “Ma i re [Borboni]... nondevono scendere , nonpossono scendere, pergenerazioni, al di sotto diun certo livello; se no,caro cognato, anche l’ideane patisce.” - ne potràsuccedere una migliore -“Ma se il Galantuomo[Savoia] lo ha fatto venirequaggiù vuol dire che èsicuro di lui. Lo imbriglie-ranno.”. Nelle pagine cheprecedono questo brano,ci sono le riflessioni piùconcettuose e importantiche sorreggono l’ideolo-gia storico-esistenzialedel Principe: “Se vogliamoche tutto rimanga com’è,bisogna che tutto cambi” -“e, dopo, tutto sarà lostesso mentre tutto saràcambiato” - “perchè tuttoresti com’è”. Ce n’è abba-stanza per poter pensareche dopotutto il Principeera preoccupato sì, manon eccessivamente; anzisi potrebbe affermare cheera di una serenità quasi... olimpica.

Ed in effetti come glidei doveva sentirsi e con-seguentemente compor-tarsi, se per tutta la vitasi sentì quasi tale. E lodisse e lo scrisse.

Lo disse - come riportail Vitello - in una confi-denza al nipote nel corsodi una visita al museo diAgrigento, dinnanzi allastatua di un dio greco.

Lo scrisse - nel famo-sissimo colloquio conChevalley, parlando dialcuni ufficiali di marinainglesi: “Vengono perinsegnarci le buonecreanze ma non lo potran-no fare, perchè noi siamodei”.

E pertanto giustamen-te lui “Sorrise”. E aggiun-se “Un cornuto”.

al.ba.

Il sorriso del Principe,il sorriso degli Dei

Elzeviri letterari Dal 10 al 13 agosto oltre 3.000 i visitatori

Grande successo per la mostra “Il calcio a Licata dal 1931 al 2006”

Notevole successo hariscosso la mostra fotografica“Il calcio a Licata”, organizza-ta dal mensile “La Vedetta” conla partecipazione del Comunedi Licata. Nei quattro giorni dimostra, difatti, oltre 3.000 sonostate le presenze registratedagli organizzatori.

La manifestazione, che si èsvolta nel suggestivo chiostroSan Francesco, ha ripercorso,tramite fotografie e pagine digiornali, le vicende della squa-dra del Licata dalle sue origini(1931) fino ai nostri giorni, conun angolo particolare dedicatoalla grande scalata del calcio incittà iniziata negli anni ottantasotto le presidenze di AntonioVella e Giuseppe Alabiso econtinuata con i “picciottipalermitani” allenati daZeman, fino alla storica promo-zione in serie B, che ha per-messo ad una squadra di unpaese del profondo sud, di sali-re alla ribalta nazionale.

Particolarmente apprezzatidai visitatori gli “scatti” deglianni della serie B, con gli stori-ci incontri del Licata con Inter,Milan, Torino e Fiorentina,nelle cui file militava la stellaRoberto Baggio, ma anchequelle “in bianco e nero” delleformazioni degli anni cinquan-ta e sessanta dove in gialloblùmilitavano talentuosi calciatoridel calibro di Parla, Tarantino,Bifarelli, Cibardo e Sereni.

Tra le presenze registrate,anche quelle di molti ex gioca-tori gialloblù (Bifarelli,Bonsignore, Damanti,Cipriano, Incorvaia, Di Mauro,Lombardo, Di Franco, Curella)e dei loro figli (Capri,

Bonsignore, Gennari, Moscatoed altri).

Venerdì 11 agosto, semprenel corso della manifestazione,è stato presentato anche il librosulla storia del Licata Calcio“Una piccola nobile storia”,attualmente in edicola a Licata(ma anche a Campobello di

Licata ed in alcune librerie diPalermo, Agrigento, Treviso ePesaro), scritto da AngeloBenvenuto e SalvatoreSantamaria.

A presentare la pubblicazio-ne, che contiene anche foto,statistiche e curiosità, sono statil’assessore allo sport GiuseppeFragapani, il direttore de “LaVedetta” Calogero Carità, ilgiornalista Diego Saporito, giàcorrispondente de “La Sicilia”edella “Gazzetta dello Sport”,fratello di Calogero, a cui èdedicato il secondo impiantosportivo di Licata ed il prof.

Enzo Damanti, commercialistae vecchia gloria del Licata cal-cio negli anni sessanta.

Numerosi gli aneddoti(spesso davvero curiosi) chel’ex mediano, famoso per avermarcato il liparota FrancoScoglio, ha raccontato nelcorso della serata, che hanno

entusiasmato e divertito ilnumeroso pubblico presente.

Stuzzicato dal moderatoreElio Arnone, il prof. Damantiha anche fatto qualche accennoal Licata di Zeman, alla situa-zione del calcio attuale ed allarecente promozione in serie Ddel Licata, con l’augurio e lasperanza, condivisa da tutti,che la promozione dei ragazzidi Capodicasa possa inaugurareuna nuova stagione di successi.Unico neo della serata, nessunrappresentante del Licata cal-cio era presente.

A.C.

Nella foto di A. Carità un momento della presentazione. Dasinistra: Calogero Carità, Vincenzo Damanti e SalvatoreSantamaria, uno degli autori del libro sulla storia del Licatacalcio “Una piccola nobile storia”

Dall’album dei ricordi

I podisti del Liceo Linares edizione 1962Nella foto la squadra atletica

del Liceo Classico “V. Linares”che nel marzo del 1962 parteci-pò alla 3 mila metri campestri aSan Leone (Agrigento). In piedi,da sinistra a destra: LuigiCellula, oggi dirigente scolasti-co a Palermo, Calogero Marotta,dirigente scolastico della ScuolaMedia “Quasimodo”, il dott.Salvatore Falzone, allora docen-te di educazione fisica, GigiMonsignore, oggi medico affer-mato a Milano, il nostro diretto-re Calogero Carità.Accovacciati, da sinistra adestra: Angelo Dainotto, prema-turamente scomparso in giova-

nissima età, Augusto Sorriso, giàsindaco di Licata, oggi negliUsa, Francesco Mugnos, ex

maresciallo dei Carabinieri, oggiimprenditore e consiglierecomunale da diversi mandati.

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La Vedetta - Settembre 2006 ITINERARI DELLA MEMORIA 11

di Angelo Luminoso

uel grosso volumerilegato, con tantidisegni a colori, su

carta patinata, di finan-zieri nelle uniformi dellevarie epoche, lo ebbi,ragazzino, tra le mani,non tanto per la storiadel Corpo, che non miinteressava, quanto perle immagini che non esi-tai a staccare e a disper-dere. Mio padre deveaverlo portato quando, aguerra terminata, fu con-gedato, nel 1919, dopooltre cinque anni dall’ar-ruolamento. Il titolo (ecredo di non incorrere inerrore) era “I Fasti dellaRegia Guardia diFinanza”. Alla Guardia diFinanza mio padre tornò,richiamato, nella secon-da guerra mondiale, e virimase altri quattro anni,ma le vicende più recentinon cancellarono le espe-rienze di Udine,Cervignano, Monfalcone,Pieris, Ronchi, quandocol XII (o XIII) battaglionemobilitato affrontò i per-corsi del fronte carsico-isontino e, successiva-mente, i servizi nelle sedidi Genova e Roma. Dopooltre sessant’anni ricor-dava luoghi e persone,tra cui due ufficiali delsuo battaglione: Pelligrae Recupero, due nomiche tornarono nella miavita di studente, perchéRaffaele Pelligra eBonafede Recupero furo-no miei presidi al regioginnasio “Armando Diaz”di Licata. Lo sbarco allea-to lo sorprese nella suapostazione armata dellabrigata di Falconara.Fortunosamente incolu-me, subì una breve pri-gionia, in Algeria, cuiseguì, in febbraio, uninsperato rientro, permotivi di salute, e un gra-devole soggiorno aPalermo, alle dipendenzedella 13a Legione “DeiMille”, dove ritrovò un excollega del corso allieviguardie di Maddaloni, nel1914: il capitanoGiovanni Grillone, la cuifiglia fu mia compagna distudi alla facoltà di lette-re e filosofia. Di questoperiodo palermitanoricordava il comandantela legione, colonnelloRaffaele Biondo, il mag-giore Osnato e il capitanoBrancato.

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a vado oltre. Forseper mia naturalecuriosità o anche

per un certo fenomeno diosmosi familiare, allaGuardia di Finanza ioascrivo alcuni ricordi diragazzino e di adolescen-te. Fino ai primi anni ’30Licata fu comando ditenenza e io ricordo untenente di finanzaospite,

in una serata estiva, deinostri cugini Licata, nellacasa di campagna diMarianello. Eravamo nel1932. Da lì a qualcheanno il comando fu tra-sformato in sezione e lacaserma trovò una nuovasede nelle case Barrile, inzona Portannese.

In quegli anni a Licatac’erano guardie di terra (il termine finanziere fuintrodotto verso la finedel decennio) e guardie dimare; queste disponeva-no di una modesta lanciaa remi con la quale siaggiravano nel nostroporto. I finanzieri dimare, anche se non piùgiovani e anziani di servi-zio, indossavano l’unifor-me dei marinai, col solli-no azzurro a strisce gial-le, il colore del Corpo. Ilberretto dei sottufficiali edegli appuntati nonaveva il fregio del Corpo,ma quello della Marinacon al centro lo scudo diCasa Savoia al posto del-l’ancora. Le fiamme gialleal bavero della giacca,che vediamo ora, eranoinconcepibili.

I finanzieri di terraerano addetti ai servizid’istituto e portuali, masi vedevano anche coppiedi finanzieri percorrere,in perlustrazione, lalunga spiaggia che, aovest, da Marianello arri-va alla Caduta e alla pic-cola baia della Mollarella.Appesantiti, anche d’e-state, della divisa dipanno grigioverde,moschetto a spalla, eranoosservati con infantilecuriosità da me e da miocugino Felice Licata; perquella tendenza mimeticapropria dei ragazzini, necopiavamo il portamento:armati di un legno espago a mo’ di fucile,scorrevamo, sotto lacanicola, da un viottoloall’altro nelle scosceseargille (u’ trubazzu) delleLa vanghe che precipita-no sul mare.

Ma altri ricordi miriportano a quel tempo,come l’arrivo, qualcheanno dopo, di un grup-petto di tre novelli sotto-brigadieri, come alloracredo si chiamassero,appena usciti dalla scuo-la allievi sottufficiali. Eraancora in adozione il cap-pello alpino e portavanola sciabola che era stataestesa a tutti i sottufficia-

li dell’esercito, dei carabi-nieri e della finanza. Unnotevole accrescimentodi prestigio. Erano giova-ni che avevano frequen-tato la scuola secondariae perciò non tardarono afare la conoscenza dellaintellighenzia giovaniledel paese, con la quale, lasera, tessevano su e giù inostri ampi corsi.Naturalmente in unifor-me. Il pane del governo eil prestigio della divisaerano una forte attrattivaper le ragazze da marito eparecchie, in quegli anni,andarono spose a finan-zieri e a sottufficiali,prendendo, però, per iseveri regolamenti vigen-ti, le vie di altre localitàdel nostro bel Paese. Mivengono in mente lesignorine Amato,Marano, Nicosia eVirgadamo, da me cono-sciute. E perché nonricordare che AntoniettaLongo, nostra compagnaal ginnasio inferiore, erafiglia del maresciallocomandante la finanza diLicata?

Venne la guerra e neiprimi giorni di giugno del’40 la caserma di viaBarrile si impinguò diuno stuolo di finanzieririchiamati: ultraquaran-tenni che rivivevano unaseconda giovinezza. Nonpersero tempo ad appari-re eleganti: sostituironole fasce-gambiere con igambali di cuoio e ilcopricapo, detto bustina,con il cappello alpino,graziosi prestiti dei colle-ghi in servizio permanen-te. Anche mio padre fecesistemare una delle dueuniformi avute dal bravosarto Balistreri, ma con-servò la bustina. I gam-bali li ebbe in dono dalcapitano Antonio Barrile,invalido della grandeguerra. Tra i richiamatilicatesi ricordo RobertoDominaci, RaffaeleBosco, VincenzoManuguerra, AngeloPintacorona, SalvatorePerez e uno della marina,che dal contingente marefu trasferito a quelloterra. I richiamati furonoassegnati alle postazionidi mitragliatrici costituitelungo la costa. Una era aTorre S. Nicola. Qui furo-no colti anch’essi dallosbarco alleato e parecchifinirono nei campi di pri-gionia, ai quali sfuggiro-no, invece, i finanzieridella caserma di Licata,considerati forze di poli-zia. Un bel bracciale di“fiscal police” e la vitacontinuò. Ma non sfuggìal solleone africano il lorocomandante, marescialloTermini, “reo”, per ilcomune sentire, di averecontrastato la borsa nerache consentiva alla gentedi alimentarsi oltre leristrette razioni dellecarte annonarie. Il “cru-

cifige” della folla inferoci-ta, che io non vidi, potevafar ricordare l’episodiomanzoniano della richie-sta di morte del “vicariodi provvisione”, ritenutoresponsabile della care-stia del pane, nellaMilano del ‘600.

Non so se sui finanzie-ri circolassero le tantebarzellette che alloracanzonavano simpatica-mente i carabinieri. Certo

gli epiteti dissacratorinon mancavano e miopadre che, prima dellamobilitazione, trascorse,nel 1915, alcuni mesisulla costa ionica dellaprovincia di ReggioCalabria, mi diceva che lìerano chiamati “caini”.Ma un soprannomescherzoso, quasi affet-tuoso, assai diffuso, eraquello di “canarini”. Iopenso che nomignolicarichi di astio fosserodiversi da un luogo all’al-tro, specialmente dove lafinanza contrastava traf-fici illeciti e contrabban-do, come i porti e le zonedi confine.

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icata è stata sempreun vivaio di arruola-menti e, come tutto

il meridione d’Italia, hadato un notevole contri-buto al reclutamentodelle Fiamme Gialle. Giànei primi decenni del‘900, poté annoverarealcuni ufficiali: i due fra-telli Carrubba, uno deiquali, pervenuto al gradodi colonnello, è ricordato,nel Museo Storico delCorpo, tra i protagonistidello sbarco in Libia,nella guerra italo-turcadel 1911-12, i colonnelliPisano e Verderame e,più tardi, il generale dibrigata Angelo Zagra, checonobbi quando, neglianni ’50, comandava laZona, a Palermo. Zagraaveva frequentato lascuola allievi ufficiali diCaserta nel periodo in cuimio padre era allievodella Legione AllieviGuardie, a Maddaloni.Compagno di Zagra, miraccontava mio padre,era un altro licatese,Caputo, mancato in quel-lo stesso periodo per unapolmonite. Durante laseconda guerra mondialepassò dall’esercito alla

finanza, come ufficiale dicomplemento, AldoPeritore, della famiglia dispedizionieri marittimi.Tra gli alti ufficiali diepoca recente è da ricor-dare, infine, il generale didivisione Aldo Vitale,figlio di un nostro concit-tadino, maresciallo-mare. Vitale concluse lacarriera nell’89 comecapo dell’ispettorato delnord-est, con sede a

Venezia.Molto numerosa è poi

la schiera di sottufficiali,appuntati e finanzierilicatesi. Colleghi di miopadre furono GiuseppeSaffiotti e il direttoredella nostra banda musi-cale, il napoletano mae-stro Marco Monaco,entrambi musicanti nellafanfara legionale diMaddaloni. E di quellagenerazione, ma di qual-che anno più giovani,erano Carmelo Recca,guardia, SalvatoreCellura, fratello del sotto-tenente Angelo, cadutonella grande guerra, e ilmedico dottor AndreaMangione che feceroparte del Corpo per brevetempo, entrambi sottuffi-ciali. Nella loro vita c’era-no altre prospettive.

Agli anni ’30 apparten-gono Enzo Zagra, fratellodel generale, (un altroZagra, figlio di Michele,fu giovane appuntatonella banda del Corpo, aRoma), Giuseppe LoGatto, Salvatore Bennici,tutti e tre marescialli,Rosario Profumo, miocompagno di classe, cheda vicebrigadiere fuaddetto allaCommissione italiana diarmistizio con la Francia,e Rosario Lo Vacco,anch’egli mio compagnodi classe, che fece laguerra sul naviglio dislo-cato nel mare Egeo, navi-glio che dopo l’8 settem-bre del ’43 operò alledipendenze della marinabritannica, nelMediterraneo orientale.Rividi Rosario nel ’46 aPalermo, al rientro inItalia e, parecchi annidopo, già maresciallo,ancora a Palermo, doveprestava servizio anchel’appuntato-mare DiBlasi, il cui padre avevaun laboratorio che confe-zionava scarpe chiodatedi campagna, in piazza

Progresso, vicino al cafféRestivo.

Tra gli arruolati deglianni ’30 c’era ancheFrancesco Omero, figliodi un vecchio finanzierecalabrese dei aprimi annidel secolo, quando ilCorpo non aveva ancorale stellette. Una volta,prima della guerra, lamotovedetta, sulla qualeera imbarcato, attraccòalla banchina del nostroporto e Ciccino, sceso aterra, accennando scher-zosamente all’uniformedi marinaio che indossa-va, disse:”Che voletefarci, siamo balilla!”Infatti i balilla e gli avan-guardisti delle localitàmarittime vestivano damarinaio.

Dello stesso periododovette essere VirgilioAlotto, figlio del maestroGaetano e fratello diNestore, maresciallo-mare che, verso la finedegli anni ’60 comandavauna brigata del litoraleorientale del Veneto,forse Caorle.

Negli stessi anni ’30 sivedeva circolare perLicata, sempre correndo,un certo Naccarato, suitrent’anni, che, puressendo in congedo, con-tinuava a indossare ipantaloni grigioverdi e igambali dell’uniforme.Nostalgia per un percorsorimasto incompiuto?

I miei ricordi si ferma-no alla fine della guerra,ma tanti ragazzi licatesientrarono in finanzanegli anni immediata-mente successivi; tra imiei conoscenti un fratel-lo di padre Conti, AlfonsoGigante e PeppuccioVicari che prestò serviziosul naviglio del nord-est.Ritengo che Licata abbiacontinuato a essere unvasto bacino di recluta-mento per la Guardia diFinanza, nella quale gio-vani delle nuove genera-zioni, per necessità e pertradizione, hanno trovatoun dignitoso percorso.Sono le generazioni chenon hanno subito la tra-gedia della guerra, allaquale alcuni licatesihanno pagato un tributodi sangue dentro quelladivisa: GabrieleCammilleri, caduto inAlbania, AntoninoIncorvaia, caduto nelMediterraneo centrale,Giovanni Grillo, GaetanoRusso e GiacintoCultrera, morti in territo-rio metropolitano.

Nelle foto: Marzo1924 - Ufficiali e guar-die della 1a compa-gnia allievi; La bandadel Corpo nel 1926,anno della sua costi-tuzione (dalCalendario Storicodella Guardia diFinanza 2003).

Finanzieri a Licata e licatesi finanzieri 70 anni fa

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12 La Vedetta - Settembre 2006STORIAEROI DEL RISORGIMENTO SICILIANO - Nel 1860, prima dell’arrivo di Garibaldi, le campane del convento della Gancia annuncianola rivolta antiborbonica di Palermo. La guida Francesco Riso, il mastro fontaniere che vuole dare dei martiri alla Sicilia. Tradito da un monaco,viene massacrato e pubblicamente umiliato dai Borboni.

Riso, la libertà e gli ideali innanzituttodi Gaetano CelluraNo, Palermu nun s’arrenni…

c’è na via, ‘na sula strata:o cacciari li Burbuna,o arristari ccà abbruciata!

Vito Mercadante

C’è fermento: la rivolta ènell’aria a Palermo in quellaprimavera del 1860 cheavrebbe visto lo sbarco diGaribaldi e dei Mille aMarsala. Nobiltà, borghesiae popolo sono in sintonia, lapensano allo stesso modo.Bisogna liberare la Siciliadalle “catene di Napoli” e daquel regime borbonico che èla “negazione di Dio”.Incitano gli animi le notizie

vento. Lo scontro è violentoe i ventisette rivoltosi hannola peggio. Possono ancorascappare e salvarsi. Alcunisono propensi a farlo. Ma liguida Francesco Riso, unmastro fontaniere palermi-tano per il quale la libertà egli ideali contano più ditutto. Egli vuole dare allaSicilia quello che la Siciliaancora non ha: dei martiri.Chiede agli altri eroi chesono con lui di resistere treore. Tre ore! E poi…

E poi sarebbero arrivati irinforzi: dalla contrada deiColli e da Misilmeri.

Ma nessun aiuto può più

L’imbarco di Garibaldi per la Sicilia

fa credere ancora vivo alfiglio: con la falsa promessadi salvargli la vita in cambiodelle sue rivelazioni.

Ma chi era - è ora di par-larne - SalvatoreManiscalco?

E’ il direttore generaledella polizia dell’isola. Unosbirro esperto e spietato. Uningegno acuto e malizioso lodefinisce Gaetano Falzone.

Giunto a Palermo alseguito del principe diSatriano, fa amicizia con inobili, ne frequenta i salotti,ma ne diventa nemico acerri-mo quando scopre che cospi-rano contro il regime borbo-nico. E’ certo che sono loro,i nobili, i “signori”, i veriispiratori della rivolta in pro-cinto di scoppiare. E chesono loro a commissionarlaai capi del popolo, il fonta-niere Riso e il sensale dibovini La Placa.

Non si sbagliava. Perchéun ruolo l’hanno i nobilinella preparazione dellarivolta di Palermo del 1860,come ce l’ha la borghesia.

Ma il vero motore è ilpopolo, quella parte di popo-lo guidata da Riso e formatada fontanieri, falegnami,droghieri, carbonai, piccolipossidenti rurali. I nobilihanno una posizione mode-rata e prudente. E non sifidano di Riso. Che, a suavolta, non si fida di loro.

Analizzando le ragionisociali ed economiche dellarivolta, scrive GaetanoFalzone: “Clero e nobiltàerano antiborbonici per pri-vilegi perduti, offese ricevu-te, convincimenti culturali…Il dramma dell’artigiano edel piccolo borghese paler-mitani è nel vedersi, o rite-nersi, respinti da orizzonti eprogrammi economici ancheangusti, e costretti a una vitadi monotonia e ristagno. Percomprendere le dimensionidel dramma nel dupliceriflesso psicologico ed eco-nomico occorre tenere pre-sente quella che era la situa-zione dell’Europa, il livellodella rivoluzione industriale,il traffico mediterraneo, lestesse prospettive atlantichedei commerci di altri Paesi.Gli individui più attivi edotati di iniziativa si sentiva-no ingiustamente tagliatidalle vie del progresso…Tutta l’area sociale cittadinaera quindi colorata dalla pro-testa antiborbonica, che tro-vava facile e istintivo raffor-zamento nel tradizionalesentimento antinapoleta-no…”

Non solo i nobili, tutto ilpopolo di Palermo odia

Maniscalco. Un odio ricam-biato dal capo della polizia.Che sguinzaglia i suoi sbirriper la città, ne soffoca la vitae la libertà, fa torturare amorte i prigionieri, in tutti imodi - anche i più crudeli -adoperandosi contro i cospi-ratori per impedire quellarivolta che non sfugge al suofiuto di poliziotto. Dopo ifatti del convento dellaGancia, estende il terrorealle campagne, dove non sisono spenti i focolai insurre-zionali; fa arrestare e tortura-re come malfattori alcuninobili; ordina di bastonare ipadri di famiglia che passeg-giano con i figli per le stradedi Palermo e di sparare sullafolla che grida viva VittorioEmanuele.

Nel frattempo, tredici ese-cuzioni di rivoltosi vengonoeseguite. Il nuovo re,Francesco II, ha ordinato disospenderle, ma il suoLuogotenente in Sicilia, ilPrincipe di Castelcicala, li fafucilare ugualmente, dicendopoi di essersi sbagliato. Se ilterrore non dà i frutti speratida Maniscalco e, al contra-rio, fortifica l’odio contro dilui e la sua sbirraglia, è per-ché una forte speranza ormaipervade gli animi: che da unmomento all’altro sarebbearrivato il Liberatore. Il libe-ratore vero: Garibaldi. Che il13 maggio sbarca a Marsala.

Ma perché tardò tantoGaribaldi ad arrivare?

Nei giorni in cui aPalermo scoppia la rivolta diRiso, l’eroe dei due mondi èa Torino; e si aggira “cupo efurente tra i deputati, cercan-do di suscitare opposizione -scrivono Montanelli e Nozza- contro il mercato diNizza”, la città dove è nato,che Cavour ha passato sottobanco, con la Savoia, allaFrancia, per ricompensarladell’appoggio nella II Guerrad’Indipendenza e per otte-nerne il tacito assenso all’an-nessione della Toscana edell’Emilia al Piemonte. E’informato da Rosolino Pilodella rivolta palermitana, checonsidera velleitaria.Garibaldi diffida delle popo-lazioni meridionali. Sa chein Sicilia lo aspettano. Maquanto è successo a Pisacanee ai fratelli Bandiera esoprattutto le contraddittorienotizie che arrivano daPalermo sulla sorte dell’in-surrezione lo sconsiglianodal tentare una spedizionenell’isola. Inoltre attendequelle assicurazioni “politi-che” che l’odiato Cavour,l’uomo che lo ha reso stra-niero in patria, non può dar-

gli, perché nella spedizionecrede meno di lui. Ne è, anzi,contrario.

Garibaldi tergiversa alungo. E quando si decide asalpare per la Sicilia - pres-sato da Crispi, Bixio, Pilo eBertani - il sacrificio diRiso si è da molti giorni con-sumato.

L’esito catastrofico del-l’insurrezione palermitana èdeterminato dalla mancanzadi un vero coordinamento edi una unanimità di vedutetra la nobiltà, la borghesia eil popolo nel momento cru-ciale. Uniti nel patto antibor-bonico e antinapoletano per

di guerriglia e moti nellealtre città, preparando così ilterreno all’arrivo diGaribaldi.

Anche se fallita militar-mente, la rivolta si può per-ciò ritenere, per gli sviluppifuturi, un successo “politico”e merita di entrare a pienotitolo nella storia delRisorgimento siciliano enazionale.

Non è del tutto certo chenon vi siano stati traditori.Dumas dice che a tradireFrancesco Riso è un monaco- il cui nome è “rimastoignoto” - il quale, alcune oreprima della rivolta, informa

Barricate a Palermo in via Porta di Castro nel 1860

delle annessioni dellaToscana, dell’Emilia, deiducati e delle legazioni alPiemonte: il sogno dellalibertà, della pace e delbenessere sotto un nuovomonarca, un monarca pro-gressista come VittorioEmanuele II, ha contagiatotutti; tutti ha reso impazienti,fino all’imprudenza. Palermodeve dare alla Sicilia ilsegnale della sollevazione,come è avvenuto altre volte.E all’incirca un mese primache il Piemonte e ilLombardo, le navi garibaldi-ne, prendano il largo allavolta della Sicilia, la cittàinsorge contro un regime tra ipiù reazionari, e “dilapidato-re della proprietà, generatoredi avvilimento e di miseria” -scrive Dumas ne I garibaldi-ni.

Male organizzata, la rivol-ta viene soffocata sul nasce-re, nel sangue, dall’esercitoborbonico, che eccede inspietatezza e barbarie. Teatrodello scontro, il conventodella Gancia, luogo di medi-tazione e di preghiera dive-nuto campo di battaglia. Etrappola per gli insorti. Da lìdoveva partire la rivolta. Dalì parte, annunciata dal suonodelle campane del convento,una notte di primavera: masenza più costituire una sor-presa per l’esercito borboni-co che, avvertito dalla poliziadi Maniscalco, ha già circon-dato e posto d’assedio il con-

venirgli, sfumato l’effettosorpresa, dalle campagne,dalle altre città in rivoltadella Sicilia con l’esercitoche presidia e occupa salda-mente la capitale. Le forzeborboniche irrompono facil-mente nel convento. Lo deva-stano. Uccidono il superioree altri monaci. Rubano l’ar-gento. In dieci giorni repri-mono il moto. Colpito amorte ma ancora vivo, Risoviene caricato su una carrettae portato in giro per Palermocome trofeo di guerra. “Lacarretta - racconta Dumas -si ferma a tutti gli incroci, intutte le piazze; gli sbirri, igendarmi, gli uomini dellapolizia arrampicati sulleruote sputano sulla faccia delmorente…”

Maniscalco ordina poi ditrasportare Riso all’ospedalee di curarlo, per allungargli lavita di qualche giorno. Iltempo di farlo parlare, di far-gli rivelare i nomi dei com-plici, dei “signori” che lohanno istigato. Maniscalcousa un ricatto infame. Faarrestare il padre di Riso, chenon era tra gli insorti. Lo facondannare a morte (è unadelle tredici vittime dellesuccessive esecuzioni som-marie). Poi chiede al figlio disalvargli la vita facendo inomi dei complici. FrancescoRiso non si piega e muorenella notte. Suo padre è statofucilato la mattina: è cioè giàmorto quando Maniscalco lo

l’unificazione della Sicilia alPiemonte, non lo sono pernulla quando bisogna impu-gnare le armi e agire.

I nobili e i borghesi, alli-neati su posizioni lafarinianee tenuti sotto controllo dai“taschittari”, le spie diManiscalco, non ritengonomaturi i tempi per la rivolta.Dicono di aspettare. E di spe-rare. In Cavour o nella venu-ta di Garibaldi. Riso invecescalpita. Il patriota siciliano èper l’insurrezione immediata,pronto a versare il sangue perla libertà. E passa all’azione,con gli amici disposti aseguirlo. Come scriveGaetano Falzone vuole arri-vare per primo, morendo,nella corsa per il “traguardoromantico del sacrificio”. Edè questo sacrificio, suo edegli altri eroi, che mette inmoto le cose, genera inquie-tudini nelle campagne, azioni

Maniscalco di quanto sareb-be successo nella notte. E’ lanotte tra il 3 e il 4 aprile del1860. Come dodici anniprima, nel 1848, è ancora ilsuono delle campane dellaGancia a dare al popolo diPalermo il segnale della sol-levazione.

(Per saperne di più:Alessandro Dumas – I gari-baldini; Gaetano Falzone –Sicilia 1860; Montanelli eNozza – Garibaldi; I.Montanelli – L’Italia delRisorgimento; AlfonsoScirocco – GiuseppeGaribaldi; Rosario Villari,intervistato da GiorgioDell’Arti, - Mille camicierosse sbarcano a Marsala,supplemento al quotidiano“la Repubblica”; D. MackSmith - Il Risorgimento ita-liano e Storia della Siciliamedioevale e moderna.)

Post@lavedettaLa Vedetta è una presenza attiva aLicata da 24 anni. Da sempre al fian-co dei cittadini. Per la posta al giornale scrivi i tuoimessaggi al seguente indirizzo diposta elettronica:

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EVENTILa Vedetta - Settembre 2006 13

Promosso dall’Associazione Studi Poleis con il patrocinio del Comune di Licata

FINALMENTE UN CONVEGNO PER RICORDARE LO SLAVISTA

ANGELO MARIA RIPELLINO

Finalmente Licata onorerà lafigura di Angelo Maria Ripellino(Palermo 4 dicembre 1923 -Roma 21 aprile 1978), il piùgrande slavista che la critica let-teraria dei nostri tempi ricordi. Atal proposito, il prossimo 18ottobre presso il teatro “Re” siterrà un interessante convegnopromosso dall’Ass. Studi Poleis,presieduta da Giuseppe LaRocca, giovane giornalista inerbe, parente dell’illustre saggi-sta, con il patrocinio del Comunedi Licata che ha concesso comeconcorso alle spese un contribu-to di 4 mila euro.

Abbiamo detto finalmente,perché Giuseppe La Rocca, alquale va il nostro sincero plauso,è riuscito a realizzare quanto noi,anche per questioni di lontanan-za e soprattutto per la insensibi-lità di qualche amministratorecomunale, non siamo riusciti acondurre in porto almeno quin-dici anni fa, quando AntonioPane, profondo studioso diRipellino, ci contattò per orga-nizzare, appunto, un convegnosull’illustre figlio di un nostroconcittadino, Carmelo, docentedi latino e greco prima nei Liceipalermitani e poi in quelli roma-ni, egli stesso poeta. Con la pre-side del Liceo Classico “V.Linares”, prof.ssa BrunaMontana, avevamo iniziato apensare ad un appuntamento cul-turale nell’ambito dei festeggia-menti per la fondazione del liceolicatese, ma non si riuscì a con-cretizzare nulla. Ben venga oral’iniziativa dell’AssociazionePoleis.

Di Ripellino ci siamo comun-que più volte occupati su LaVedetta, gli abbiamo fatto intito-lare una strada, sollecitammoanche la stampa quotidiana aparlarne. “Stilos”, la rubrica

periodica de La Sicilia, gli dedi-cò un intero inserto di numerosepagine, abbiamo pubblicatoanche numerose poesia dei que-sto poliedrico personaggio edinfine, nella riedizione del nostrovolume Alicata Dilecta abbiamoinserito un suo ampio ritrattobiografico tra gli illustri licatesi.

Per parlare di Ripellino, lette-rato, poeta, saggista, germanista,slavista, critico letterario, registae narratore verranno a LicataElisa Hlochovà , moglie dell’il-lustre docente universitario, cheinsieme al marito lavorò a nume-rose edizioni di scrittori cecoslo-vacchi, Antonio Pane, docente,scrittore, critico e studioso di let-teratura italiana contemporanea,biografo di Ripellino, curatore diuna raccolta delle sue opere cheverrà prossimamente pubblicatain due volumi, MicheleCometa , docente di letteraturecomparate all’Università diPalermo e direttore delDipartimento di Arti eComunicazioni della stessaUniversità, Giuseppe Dierna,uno degli ultimi discepoli diRipellino, docente universitario,scrittore, critico e autore didiverse traduzioni dal ceco,Rossana Puccio, regista teatralee docente di latino e greco alLiceo Classico “T. Fazello” diSciacca, Vito Coniglio, docentedi latino e greco al LiceoClassico “V. Linares” di Licata,Bruna Montana Malfitano,preside emerita dello stessoLiceo.

Ad Angelo Maria Ripellino sidevono le traduzioni diPasternàk, Blok, Majaakovskij,Chlèbnikov, Capek, Hasek, hra-bal, Halas. Rimane grande il suocapolavoro “Praga magica”(Einaudi, 1973).

Calogero Carità

“Serata della Moda 2006” - Sogno di una notte di mezz’estate per il grande pubblico presente

La moda, l’eleganza e la bellezza in passerellaGiò, Indaco e Tiffany con le loro spose e il pret’ a porter

Domenica 13 agosto nellaPiazza Progresso circa 3.000persone hanno assistito allaprestigiosa “Serata della Moda2006”. Tre le aziende locali chehanno dato vita alle sfilate eche hanno messo in mostraarticoli veramente mozzafiato:Giò e Indaco, hanno portato inpasserella le collezioni daSposa per il 2007; Tiffany,invece il Pret’ a Porter, autunnoinverno 2006/07.

Quaranta ragazze e ragazzihanno indossato i capi per le treaziende e lo hanno fatto inmodo veramente professionale,meritando gli applausi dell’in-teressata platea, veramenteorgogliosa, come gli organiz-zatori, di questa manifestazio-ne, tutta licatese, che si pone alvertice dell’intero programmadell’Estate Licatese.

La serata è stata coordinatada Renato Falzone, esponentedi Tiffany, soggetto molto crea-tivo e dinamico che ha saputodare un’impronta artistica

degna delle migliori piazzedella moda. Renato è stato col-laborato da Roberta Peritore,che ha curato le coreografie enel finale ha fatto la sua appa-rizione in passerella sfilandocon molta grazia.

La manifestazione, ha avutol’ausilio del Comune di Licatae trova nel sindaco Biondi unvero sostenitore, tant’è che haassicurato il suo pieno appog-gio anche per la prossima edi-zione.

“Questo è il volto della cittàche lavora onestamente – hadetto il sindaco, salito in passe-rella a dare i saluti di chiusura–, della città che produce, lacittà che tutti vogliamo”.

La manifestazione è stataripresa da Tv Alfa, mentre l’ad-dobbo floreale è stato curatodalla ditta Di Salvo. Le accon-ciature di Mariuccia e Alfonso.

Peppe Indaco, uno dei pro-tagonisti, ci riferisce: “Ciò cheabbiamo visto sfilare in passe-rella è solo un piccolo flash di

quelle che saranno le collezio-ni dell’Alta Moda Sposa, Madein Italy, di Indaco Boutique, da

anni ormai punto di riferimen-to delle giovani coppie che siaccingono ad effettuare il

passo più importante della pro-pria vita: il matrimonio”.

Questa è stata la vostra terzapartecipazione a questa rasse-gna.

“Devo confessarti che l’im-pegno che abbiamo profusoper allestire il nostro spazio inpasserella quest’anno è statonotevole in quanto non abbia-mo lasciato nulla di intentato,come nel nostro modo di vesti-re i futuri sposi. La scelta degliabiti, la scelta dei modelli edelle modelle, della musica,degli accessori, sono state det-tate da un forte spirito che cianima da sempre, che ci da laspinta di mettere addosso alleclienti tutto quanto di megliopossa offrire il suggestivomondo delle spose, curando iltutto nei minimi dettagli”.

Ci sei apparso un pò emo-zionato quando hai ringraziatoil pubblico presente.

“E’ vero nel mese di gen-naio di quest’anno siamo statiinvitati ad Agrigento in occa-

sione di un defilè dedicato aglisposi, è stata un’ottima oppor-tunità per noi in quanto siamostati premiati da una giuriaspecializzata per il gusto inno-vativo che esprimono le nostrecollezioni, che prediligonosempre qualcosa di nuovo e diparticolare. Essere invece aLicata, come ormai da anni, inpasserella, con la Serata dellaModa, davanti ai miei compae-sani, mi ha emozionato, pen-sando a tutto il lavoro svoltonei giorni prima, fatto di sudo-re, impegno e determinazione,sia da parte mia che dei mieicollaboratori, impegno apprez-zato dagli spettatori che hannoseguito con molta attenzionel’intera serata. Un plauso par-ticolare va alle aziende chehanno partecipato alla serata”.

Allora vi rivedremo allaprossima edizione?

“Speriamo di sì”. A.E.

Nella foto: La Sposa di Indaco

Ha riscosso particolariapprezzamenti ed ha espressoindescrivibili emozioni il con-certo organizzato dall’associa-zione culturale “LuigiCherubini” che ha visto esibir-si il nostro concittadino iltenore Gaetano Torregrossa, ilsoprano Anna Minutoliaccompagnati al pianofortedal M° Anna Bevacqua,entrambe di Messina, e alflauto Luca Giordano, cheaveva già suonato con laPolifonica Luigi Cherubinidurante i concerti dello scorsoNatale.

Il concerto, inserito nel-l’ambito delle manifestazionidell’estate licatese, si è tenutolo scorso 22 agosto nell’arti-stica cornice del chiostro SanFrancesco, dove gli artistihanno proposto le più bellearie e romanze della tradizio-ne musicale. Il concerto haregistrato un grande afflussodi persone che fino all’ultimohanno potuto gustare dellabuona musica e, sotto le notedelle famose arie, quali Elucean le stelle, Libiamo neilieti calici e in O Sole mio, sisono lasciate trasportare versoun pieno coinvolgimento alconcerto stesso.

Del tenore GaetanoTorregrossa sappiamo del suoimpegno e dei suoi sforzi permigliorare sempre più la suaprestanza vocale; del sopranoEleonora Minutoli abbiamoapprezzato la limpidezza, ladocilità e la bellezza della suavoce nelle interpretazioni ese-guite.

Dal canto loro, le artistemessinesi sono rimaste sor-prese dal calore e dall’entusia-smo con le quali sono stateaccolte dal pubblico presenteed anche dalle bellezze artisti-che e monumentali di Licatache hanno avuto la fortuna dipoter visitare ed ammirare ilgiorno dopo il concerto. Sisono ripromesse di tornare dinuovo nella nostra città e,magari, cantare nel Teatro Reper far rivivere le stesse edineguagliabili emozioni.

Per intanto, l’Associazione“Luigi Cherubini” continua amantenere l’impegno ad esse-re un’attiva realtà musicale eculturale nella nostra città,offrendo non solo piacevoliconcerti ma anche portandoavanti l’attività dellaPolifonica, unico coro cittadi-no a quattro voci.

Pierangelo Timoneri

GRANDI EMOZIONI AL CONCERTO DELL’ASSOCIAZIONE CULTURALE

“LUIGI CHERUBINI”

I cento anni di Nonna Elvira

Sabato 26 agosto, presso la propria abitazione di via Principedi Napoli, dove abita con la figlia Franca, ha festeggiato i suoiprimi 100 anni la signora Elvira Lauricella, nata a Ravanusa il 26agosto 1916, residente a Licata dal 1958. Sposata con RoccoD’Antona, insegnante, deceduto nel 1942, la signora Elvira haavuto quattro figli: Rocco, Totò, purtroppo deceduto, Gigi eFranca.

Per l’occasione la signora Elvira ha ricevuto la visita ufficiale,per conto dell’Amministrazione Comunale, della dottoressaFrancesca Santamaria, capo dipartimento Servizi Sociali, e del-l’assessore Francesco La Perna, in sostituzione del SindacoBiondi. L’Amministrazione Comunale ha donato alla centenariauna bella targa ricordo e un bel mazzo di rose, doni accolti congioia dalla festeggiata, ancora molto lucida e pimpante.

Dopo le foto ufficiali, scattate da Josè Costanza, è iniziata l’in-dimenticabile festa. Presenti, oltre ai figli, i nove nipoti (Rossella,Patrizia, Gabriella, Fabio, Elvira, Concita, Toni, Fiorella eMarina) e i cinque pronipoti (Oreste, Ada, Valentina, Roberta eAlice). Alla signora Elvira il Direttore e tutta la Redazione de “LaVedetta” augurano “lunga vita”.

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14 DEDICATO A ROSA La Vedetta - Settembre 2006

Leggi e diffondi

La Vedettamensile

licatese di approfondimentoCultura, storia,politica, sport.

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Rosa Balistreri e Licata

Il rito del rimorsodi Gaetano Callea

E’ successo a Rosa Balistreri quel-lo che è successo a tanti altri.Disconosciuta e ignorata in vita,viene ricordata e celebrata dopo lamorte. Libri, memorial musicali, reci-tazione delle sue canzoni dialettaliservono a conservare viva la memoriadi questa licatese che ha dovutolasciare la città, per vedere ricono-sciuto e apprezzato il proprio talento

artistico. I riconoscimenti post mortem sono impor-tanti, ma non possono fare dimenticare l’atteggia-mento, tutt’altro che di stima, che Licata ha tenutonei confronti di questa sua figlia, quando era ancorain vita e, attraverso le canzoni, raccontava lamenti estorie amare di passione e di tormento. L’ultima, voltache ho avuto il piacere di vederla e di ascoltarla, dalvivo è stato, credo, nei primi anni novanta, al teatroRe, per la nenia di Natale del 23 dicembre. Ero insie-me a mia figlia, ancora ragazzina ma già una patitadelle sue canzoni.

Ebbene, il teatro Re era quasi deserto. Poche per-sone e nessun rappresentante dell’Amministrazionecomunale. C’erano le vecchie amiche d’infanzia e digioventù di Rosa, legate a lei da un grandissimo rap-porto affettivo; e qualcuno dei suoi “compagni” del Pcilicatese o di quello che era stato il Pci licatese. C’erainsomma, in minima parte, la città reale del popolo.Mancava la città ufficiale. La città, della politica. Delleistituzioni. Della cultura. Quella delle celebrazioni edei riconoscimenti postumi, per intenderci.

L’ascoltammo trascinati dall’impeto e dalla passio-nalità delle sue canzoni. Alla fine, di fronte al teatrovuoto, Rosa disse con amarezza a mia figlia, che avevavoluto conoscerla, che questa città, che continuava aignorarla, non meritava niente. E’ il caso di ribadireche davvero nessuno è profeta in patria. E forse nelmutato atteggiamento di oggi, Licata prova verso que-sta sua figlia un tardivo rimorso.

“VI° Memorial Rosa Balistreri” a cura del Lions Club Licata

Omaggio a Rosa: successo di pubblicoNel mese di agosto, il Lions

Club di Licata, PresidenteFrancesco Racalbuto, nellasuggestiva cornice dei chiostriBadia e S. Angelo, ha realizza-to, con il patrocinio delComune di Licata il "VI°Memorial Rosa Balistreri",articolandolo in due giornate,quale evento commemorativo ecelebrativo della personalitàcreativa di Rosa. La manifesta-zione è soprattutto un eventoculturale di promozione e visi-bilità di nuovi talenti che inpoesia e musica sanno esprime-re universalità di umano senti-re, in lingua dialettale, antica evitale alla stesso tempo.

La cittadinanza ha recepitocon sensibilità l'invito a parte-cipare, riconoscendo la valenzaculturale dell'evento stesso:circa 400 persone all'AtrioBadia, 200 all'atrioSant'Angelo, tra le autorità

l'Ass. alla Cultura FrancescoLa Perna e l'Ass. allo spettaco-lo Alfredo Quignones, presentiil Governatore Distrettuale delLions Francesco Salmè, il PDGValerio Contrafatto, ilCoordinatore delle Attivitàdell'Area di Agrigento MicheleDi Franco, l'Officer Luigi Milo.Ha presentato la manifestazio-ne Nicola La Perna organizza-tore e promotore del concorsostesso.

Il concorso ha visto conflui-re a Licata poeti e cantanti datutte le nove province siciliane.Si sono esibiti 15 concorrentinella sezione poesie (i parteci-panti alla sezione poesie inedi-te sono stati 54) e 10 concor-renti nella sezione canzoni ine-dite (i partecipanti alla sezionecanzoni sono stati 30).

I numerosi lavori pervenutial vaglio della giuria, formatada soci Lions e da esponenti

della cultura letteraria e musi-cale licatese esprimono passio-ni, tormenti di amore non corri-sposto, di amore ostacolato esofferto, di amore materno efiliale, sentimenti dolci dirimembranze, introspezione,ricordi e bozzetti di vita emestieri del passato, impegnosociale di emancipazione edintegrazione, alternandomomenti musicali di contami-nazione afro-folk a momenti dipiù classica musicalità.

Premiati Sezione Poesia1° Classificata: L'Urtimu car-ritteri di Gaetano Petralia diCatania; 2° Classificata: Siddru ti viu diLiliana di Arrigo di Agrigento;3° Classificata: p. m. Matruzzamia di Giulio Teresi di TerminiImprese (Pa); 3° Classificata p. m. L'ummiradi Arena Maria Pia di Licata; 4° Classificata: Ricordidi Vincenzo Schembri di Palmadi Montechiaro; 5° Classificata: Stiddri di lanna

di Rosaria Ines Riccobene diLicata. Premio Città di Licata: Sballur'amuri di Fabio Messina diModica (Rg)Premiati Sezione Canzoni1° Classificata: Sirinatad'Amuri di Graziano Mossutodi Favara; 2° Classificata: Fimmini diAlessandra Ristuccia diCaltanissetta; 3° Classificata p.m. Canto diPrimavera di Amato Pietro; 3° Classificata p.m. Ninnananna di Irene Bonanno diCastelvetrano (Tp);4° Classificata Comu un muli-nu a ventu di GiuseppeVultaggio di Trapani; 5° Classificata: Sira d'estati diTanino Gaglio di Partitico (Tp) Premio Citta di Licata:Taranteddra siciliana magicae arcana di Pino Giuliana diCaltanissetta

Nelle foto: Gaetano Petralia,1° nella poesia; AlessandraRistuccia, 2^ nella canzone.Un vero successo l’omaggio tributato dal

Lions a Rosa Balistreri

Ricordata l’opera della grandecantatrice folk licatese

E' stato un omaggio caloroso quello che il Lions Clubdi Licata, presieduto dal dott. Francesco Ragalbuto, hatributato domenica 27 agosto alla grande cantatrice folkRosa Balistreri che, dopo la sua prematura scomparsa,Licata dal 1996 ha iniziato ad apprezzare. E per questomotivo, grazie all'impegno profuso dal dott. Nicolò LaPerna, cerimoniere del Club, in tanti sono intervenutinella romantica cornice del chiostro ex carmelitano diSant'Angelo per ricordare Rosa con le loro testimonian-ze. Tra questi il dott. Giuseppe Cantavenere, il prof.Calogero Carità, entrambi autori di due distinte biografiesull'artista licatese, il critico Melo Freni, che contribuì adiffondere l'arte e le cantate di Rosa, il dott. VincenzoMarrali. Altri sono intervenuti per ricordarla recitandopoesie dialettali ed intonando le sue più belle cantate. Ilsaluto dell'amministrazione comunale è stato portatodall'assessore Alfredo Quignones.

L'attento, numeroso e qualificato pubblico che hamolto apprezzato questo momento che il Lions ha volu-to dedicare alla conoscenza di Rosa, dopo la serata del6° memorial-concorso di poesie e canzoni tenuto nelchiostro della Badia ex benedettina, si aspettava però unmaggior coordinamento nei tempi dati a chi è intervenu-to con la propria testimonianza. Eccessivo, infatti, iltempo concesso al dott. Cantavenere che alla fine si èlimitato solo a dare una semplice lettura di numerosepagine della sua biografia, mettendo in luce soprattuttogli aspetti più tragici e penosi della vita di Rosa, senza farrisaltare la sua arte, ciò che il pubblico si aspettava.Sintetico ed incisivo l'intervento del prof. Carità, che neha promosso la conoscenza a Licata e fuori anche attra-verso La Vedetta, altrettanto interessante l'intervento deldott. Marrali, che ha dichiarato di aver conosciuto Rosae di averla avuta per qualche tempo compagna di giuochiin piazza Duomo, esaltante l'intervento di Melo Freni cheha fatto risaltare le qualità umane e artistiche di questadonna. Non è stata trasmessa, invece, la più volta annun-ciata intervista che video Faro fece a Rosa Balistreri incoda al suo spettacolo tenuto a Licata. In molti ne cono-scevano il contenuto ed avrebbero davvero graditoriascoltare e rivedere questo importante documento sto-rico.

L’URTIMU CARRITTERI

di Gaetano Petralia

Urtimu carritteri sfurtunatu ca vai longu la strata senza fretta, supra di lu carrettu assunnachiatuccu lu pinzeri fermu a cu t’aspetta. Fastusu omu di ‘n tempu passatu, di vita laburiusa, sana e schetta

longu li strati ci hai lassatul’imblimi di l’immagini pirfetta.

Ora non canti ch’iù li canzuneddi di zuccuru e d’amuri ‘ntramiscati,

pi spasimusi allegri picciutteddi cantu divinu di li ‘nnamurati. Li toni acuti ccu li girateddi,

di vuci armuniusa accumpagnati ‘mmiscati cu lu cantu di l’aceddrie lu sgrusciu di busciuli sfàrdati.

Urtimu carritteri di ‘na vota cerca di iri ancora strata strata,

non firmari lu giru di la rota rimanna ancora l’urtima spajata. Fai ca non resti a l’epuca rimota, ca ccu lu tempu veni tramannata;

va ancora pi la strata a gira e svota jennu “ntunannu l’urtima zuttata.

SIRINATA D’AMURI

Graziano Mossuto

Amuri miu, amuri un nun mi lassariamuri un fari chianciri stu coripicchì la notti è jornu senza tiaÈ comu un suli ca nun spunta mai

Ci sunnu milli stiddi ni lu celuca brillanu pi vui amuri miuè l’amuri ca v’haiu senza finisulu pi vui ardiri si voli

Amuri amuri dunni è chi vinistila luci ni lu cori mi purtastiun cori chinu di focu e arsu d’amurini la me vita ora mi lassasti

Un focu c’ardi forti nu me coriÈ l’amuri ca v’haiu senza finicomu na rosa di milli culurié lu jardinu di lu me amuri.

UN’EPIGRAMMA DI IGNAZIO BUTTITTAA Rosa, ca cadiu 'nterraE nuddru a vitti cadiri.

S'innacchianò 'nceluE tutti a vitturu.

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FESTA DI SANT’ANGELO

IMPORTANTE IL RECUPERODELLE TRADIZIONI

La festa di agosto in onore di Sant’Angelo che abbiamo avutola gioia di celebrare il mese scorso ha un suo fondamentale valo-re storico e devozionale, infatti ricorda la liberazione della città diLicata dalla peste per l’intercessione del suo santo patrono nel1625 e la conseguente edificazione ed inaugurazione della chiesapatronale voluta dai Licatesi, e questa festa fino al 1850 era quel-la principale. Purtroppo oggi la festa è intesa ed è detta da molticome il ripetersi della processione durante l’estate per gli emigra-ti che ritornano in città, ignorando forse il vero motivo perchéSant’Angelo viene festeggiato due volte ogni anno.

Dopo la paura che si è avuta a maggio per la caduta del ferco-lo in piazza Sant’Angelo nell’ultima corsa al rientro dell’urna, siè vista una pronta, accorta e prudente attenzionedell’Associazione “Pro Sant’Angelo”, a cui va un particolare rico-noscimento per l’impegno che continua ad assumere nell’onorareil Santo Patrono, con la compostezza e l’ordine che li ha contrad-distinti durante la processione, tenendo in mano delle fiaccoleaccese, segno di rispetto e di fede, così come si faceva un tempo.

Si deve inoltre rilevare con molta soddisfazione come attornoalla festa si sono e si stanno recuperando alcune tradizioni chetempo addietro la caratterizzavano e che richiamavano a quelclima di grande fede e gioia che viveva la città nel rendere onoreal suo Santo Patrono. Un incessante e festoso scampanio si è sen-tito dalla chiesa di Sant’Angelo all’uscita e all’entrata di corsadell’urna ed anche di quelle della Chiesa Madre che hanno suo-nato con giubilo al passaggio dell’urna. È stato ripreso quello cheera il tradizionale raduno della Insigne Secolare Collegiata inChiesa Madre che, al suono della banda musicale, si recava la seradel 5 maggio nel Santuario di Sant’Angelo per celebrare la Messae partecipare alla processione. Abbiamo rivisto le “mula parate”(nella foto di A. Carità), le offerte delle primizie al Santo, i bam-bini votati a Sant’Angelo e i giochi al porto, il “palio a mare” e il“palio antenna”, tradizioni che ancora fortunatamente resistono.

C’è purtroppo ancora da risolvere il problema della fiera dimaggio che oggi non è altro che un ammasso di bancarelle, simi-le al mercato del giovedì, che durante la festa di maggio occupa-no i corsi principali della città, fiera che un tempo era fatta solo diprodotti artigianali.

Ma quello che più ci addolora ed è più sconfortante è la man-canza delle ‘ntorce durante la processione dell’urna diSant’Angelo che davano un effetto suggestivo nel tragitto, così daattribuire caratteristici appellativi alla festa, quali “Sant’Angilu‘nmenzu ‘ntorci” o “u cinque d’aremi”. Infatti il restauro delle‘ntorce avvenuto tra il 2002 ed il 2003 ha particolarmente inde-bolito la loro struttura facendole perdere di staticità e di stabilità,per cui in queste condizioni non potranno ritornare ad essere por-tate in processione, ma l’assessore La Perna ci ha assicurati che sista adoperando perché esse, sotto un intervento di consolidamen-to, possano ritornare a seguire il Santo in quanto facenti parteintegrante del cerimoniale religioso e tradizionale della festa.Sappiamo benissimo dell’impegno e dell’operato dell’assessoreLa Perna, il quale è sensibile nel recupero dei beni culturali e nelrispetto delle nostre tradizioni religiose.

È dunque importante ripristinare e recuperare l’organizzazionedella festa di Sant’Angelo così come ci è stata tramandata per unritorno alle radici, alle spesso dimenticate o offuscate tradizioniche rendono originale, caratteristica ed unica la festa del nostroSanto Patrono.

Pierangelo Timoneri

PRECISAZIONE

Dino Liotta era imbarcato sull’incrociatore Bolzano

Egregio Signor Direttore,nel libro Una piccola nobile storia, Ed. La Vedetta, gli autori,

di cui apprezzo l’impegno e il lavoro certosino profusi nel descri-vere la storia del calcio licatese, sono incorsi in una inesattezzarelativa alla eroica morte di Dino Liotta, a cui è intitolato il nostrocampo sportivo. Si legge, infatti, che sia morto “a seguito dell’af-fondamento del sommergibile da lui comandato nelle acque delMediterraneo”.

In realtà Dino Liotta, S.T. Vascello, era imbarcato sull’incro-ciatore pesante Bolzano, che venne silurato dai famosi aerosilu-ranti Swordfish inglesi, provenienti dalla base aeronavale diMalta, provocando gravissimi danni alla nave e la morte di nume-rosi marinai. L’operazione di siluramento avvenne nelle acque diMessina il 26 agosto 1941 (proprio oggi ricorre il 65° anniversa-rio del Suo sacrificio).

Il sommergibile Diamante menzionato nel libro, comandatodal T. Vasc. Angelo Parla, nostro concittadino, invece, era statoaffondato dagli inglesi nel Mediterraneo orientale il 20 giugno1940.

Cordiali saluti.Giuseppe Profumo

La foto dell’incrociatore pesant e Bolzano è tratta dall’AlmanaccoNavale 1942 – XX, 13 (Biblioteca Profumo)

LICATESI CHE SI DISTINGUONO

All’Ing. Monica SantamariaL’ “Hans-Jurgen Engell Prize”

Un riconoscimento davvero lusinghieroper la licatese Monica Santamaria, ingegne-re chimico, ricercatrice nel 2001 presso ilPolitecnico di Milano nel dipartimento diingegneria elettronica e oggi presso la facol-tà di ingegneria di Palermo con una espe-rienza lavoratrice presso il Corrosion andProtection Centre dell’Università di Parigi.Le è stato, infatti, conferito il premio “Hans-Jurgen Engell Prize” dalla InternationalSociety of Electrochemistry di Losanna cheriunisce più di 1400 membri di 60 paesi chesi occupano di ricerca scientifica in ambitoelettronico e corrosionistico. Nelle due pre-cedenti edizioni il premio è stato conferitoad un giapponese e ad un americano.

SONO IN TUTTE LE LIBRERIE E LE EDICOLE

I LIBRI DI MARIA CANNARELLA DISCUDERI E DI CARMELA ZANGARA

Sono già disponibili in tutte le edicole e in tutte lelibrerie di Licata le recenti pubblicazioni, edite de LaVedetta, della N.D. Maria Cannarella di Scuderi, RimeSparse (€ 13,00), e della prof.ssa Carmela Zangara,Inventari della memoria - Luglio 1943: Vincitori e Vinti(€ 14,00).

Gli stessi possono essere richiesti alla redazione deLa Vedetta per posta elettronica, per posta ordinaria oper telefono.

Bilancio dell’estate che è finita

Volendo fare un bilan-cio dell'estate appena con-clusa non si può che esse-re nel complesso soddi-sfatti di Licata e dei licate-si. Infatti si comincia adintravedere anche nellanostra cittadina uno spiri-to d'iniziativa nuovo circala gestione e lo sfrutta -mento delle sue notevolipotenzialità in campo turi-stico.

Bisogna riconoscereche il comune ha fattoegregiamente la sua parteper dare impulso a questo"nuovo corso" promuoven-do un'ampia serie di ini-ziative quali concerti o lacollaudata fiera, capace diattrarre numerose perso-ne.

Ma è soprattutto nelcampo dei privati che si èpotuto chiaramente perce-pire la volontà di darelustro al paese con investi-

menti ed iniziative tali darendere Licata una localitàturistica di tutto rispetto.

In numerosi locali,soprattutto nella zona delporto, si sono viste le esi-bizioni di numerosi artisti,che hanno concorso a ral-legrare le serate estive.

Ben organizzate e capa-ci di richiamare un nume-roso pubblico giovanilesono state le serate dan-zanti nelle spiagge ed inparticolare quelle proposteda alcuni gestori di localidel lido Mollarella.

Inoltre un ruolo impor-tante per animare le sera-te estive è stato svoltodalle numerose bancarellepresenti sul lungomare edattive fino a tarda sera.

C'è quindi da augurarsiche in molti fra coloro chein questi anni sono emi -grati in cerca di lavoro econ la ferma intenzione di

ritornare il meno possibileci ripensino e magari deci-dano di trascorrere nellaloro terra il periodo delleferie estive.

Certo da questo puntodi vista la strada è ancoralunga ed in salita; inoltre èancora troppo presto perscorgere dei risultatiapprezzabili.

Non si è ancora inverti-to il trend degli anni pas-sati che vedeva sempremeno persone che avevanolasciato il paese tornare inestate.

Di contro, però, è cre-sciuto l'interesse dellapopolazione dei paesi del-l'interno per Licata: la loropresenza infatti è sembra-ta superiore a quella deglialtri anni.

Ciononostante bisognafrancamente riconoscereche l'unico breve periodoin cui la nostra cittadina si

è animata al punto dapotersi considerare unavera e propria località turi-stica è stato durante lasettimana di ferragosto.

Purtroppo questi sonogli effetti dell'emorragia digiovani e meno giovanilicatesi emigrati negli ulti-mi anni con il cuore pienodi amarezza: una feritaquesta che non si rimargi-na certo da un giornoall'altro.

Ci vorrà sicuramenteun bel po' di tempo, etanta perseveranza sullastrada intrapresa nell'am-bito di una efficace gestio-ne delle risorse turisticheperché il periodo per cosìdire "clou" dell'estate lica-tese si allarghi ben oltre lasettimana di ferragosto,ma indubbiamente la cittàed i suoi abitanti sonosulla strada giusta.

Marco Tabone

A chi è piaciuta...

Page 16: La Vedetta · Sped. Abb. Post. art. 1, comma 1, del DL 24/12/2003 n. 353, convertito in L. 27/2/04 n. 46 - CPO di Agrigento La Vedetta IL GIORNALE DI LICATA ANNO XXIV - N° 9 - EURO

16 SPORT La Vedetta - Settembre 2006

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Aspettando il vero LicataContinua da pagina 1

Per ciò che concerne il torneo di CND non sihanno certezze sulla data d'inizio che rimane fissa-ta per il 17. Gli sviluppi delle vicende nazionalipotrebbero far slittare l'inizio del campionato alprimo ottobre, e si utilizzerebbero le date del 17,20 e 24 per il secondo turno della Coppa Italia, cheverrebbe così anticipato con gironi a due e tre sfi-danti, per non far rimanere ferme le squadre. Unvantaggio indiretto per il Licata che per giocarenon sarebbe costretto a chiedere ospitalità neicampi dell'hinterland e potrebbe esordire al Liotta

già l'8 ottobre sul nuovo fondo campo in erba sin-tetica.

Le quattro gare amichevoli che hanno segnatole tappe di avvicinamento della squadra al campio-nato di serie D, hanno visto la formazione diAntonello Capodicasa maturare sul piano atleticoe tattico col passare dei giorni. La prima gara colCollesano del 6 agosto, dopo una settimana di pre-parazione a Piano Torre, è finita sul risultato di 9 a0. Una settimana dopo, sabato 12, i ragazzi diritorno dal ritiro dove in mattinata avevano svoltoun pesante allenamento, nel pomeriggio si sonoritrovati a Palma di Montechiaro per affrontare laGattopardo del tecnico Falsone. E' finita 1 a 1 e DiSomma e compagni, nonostante avessero sullegambe due settimane di preparazione, si sonoimpegnati al massimo per onorare l'incontro. Laterza amichevole si è svolta al Dino Liotta, dome-nica 20 agosto, proprio nel giorno in cui in cittàc'erano i festeggiamenti per il santo patrono S.Angelo e l'avversario di turno era la Pro Favaradell'ex Peppe Balsamo, che in squadra aveva ben 6ex giocatori del Licata. L'amichevole è terminatasul risultato di 5 a 1 e, nonostante l'assenza all'ul-timo minuto di Lasmè, che costringerà il giocatorea sottoporsi ad una risonanza magnetica al ginoc-chio e ad un esame di artroscopia, per accertare lacausa dell'infortunio, i giocatori hanno mostratonotevoli progressi sul piano atletico e tattico. Ilsabato successivo è stata la volta del Ragusa, garaterminata sul risultato di 2 a 2 con una formazionedi pari categoria che ritroveremo in campionato, amettere in evidenza "a sprazzi", come ha dichiara-to Capodicasa, il lavoro svolto nel corso degli alle-namenti. Ma non è ancora la squadra che desiderail tecnico, per velocità, intensità e continuità digioco per diversi motivi: i giocatori non hannoancora terminato la terza fase della preparazione,per questo il loro rendimento non può essere almassimo, e poi perchè la squadra era priva, oltreche di Lasmè, anche di Rolla e Semprevivo, chestanno recuperando il lavoro perso a Piano Torre.

Per tamponare l'assenza di Lasmè al centro del-l'attacco, Capodicasa ha spostato Cordaro in quelruolo. La gara col Ragusa ha permesso al tecnicodi utilizzare gli ultimi giocatori arrivati in casagialloblù. Si tratta di tre atleti uruguaiani, segnala-ti dall'osservatore Luis Chabat, che sarebberodovuti arrivare prima della partenza per il ritiro,

ma una serie di contrattempi e le vicende terrori-stiche di Londra, hanno ritardato ulteriormente illoro arrivo a Licata. Si tratta del portiere CarlosMendez, classe '88, che ha giocato nel Fenix diMontevideo, e ha fatto parte della nazionale under15, Oscar Gallo, difensore centrale classe '81 cheha giocato in diverse squadre come il CentralEspanol, il Deportivo Maldonado, il Paysandu e hafatto parte della nazionale under 20, vincendo inIrlanda la Milcup, e l'attaccante NicolasRodriguez, classe '88, che ha giocato neiWanderers di Montevideo. Il portiere Mendez èstato utilizzato sin dall'inizio, si è reso protagoni-

sta di diversi interventi, e nel finale è stato sosti-tuito da Lo Galbo. Il difensore centrale Gallo adinizio di ripresa ha sostituito Gnoffo, mentre l'at-taccante Rodriguez nel finale ha sostituito Cordaroche, insieme a Di Somma, è stato uno dei marca-tori della gara, e ha colpito pure un palo. I trehanno trovato in squadra il connazionale AndreasManfrini. Sul taccuino delle partenze c'è da regi-strare l'uscita dell'attaccante Roberto Cortese, pre-levato insieme a Russello dalla Pro Favara, che hachiesto di essere ceduto perché non si è ambienta-to, e la società ha soddisfatto le richieste del gio-catore, che è ritornato alla Pro Favara. La societàsta valutando diverse ipotesi per sfoltire la rosa eha ceduto, con la formula del prestito, il difensoreMarco Inguglia al Terrasini, il portiere RosarioPaternò al Raffadali e Gerlando Russelloall'Akragas.

Le prime gare amichevoli che precedono l'ini-zio del campionato hanno impressionato positiva-mente l'ambiente sportivo locale che vede con par-ticolare attenzione ed interesse la nuova stagionecalcistica che va ad iniziare. Una stagione che sipreannuncia impegnativa, lunga, non fosse altroche per la forza delle squadre che compongono ilgirone e aspirano a fare il salto tra i professionisti.Anche in queste gare amichevoli è emerso il talen-to e la classe indiscussa del giocatore più rappre-sentativo: Giovanni Di Somma, che si è assunto laresponsabilità di condurre per mano la squadralungo i pericoli del campionato, dividendo leresponsabilità, rispetto allo scorso anno, con altricampioni giunti quest'anno. Se è vero che la squa-dra si è rinnovata nei giocatori, è certo che non haperso la sua fisionomia, la sua caratteristica, la suaidentità, che è poi quella voluta e determinata daltecnico, di avere, cioè, dei giocatori capaci di faregruppo e di mettere le loro potenzialità al serviziodella squadra, per soddisfare le aspettative dellasocietà, dei tifosi e di una città che assiste alle par-tite per divertirsi, per sognare e realizzare nuovitraguardi sportivi al grido di: "Forza Licata, vinciper noi".

Gaetano Licata

Nella foto di G. Licata: Pecorella, Milanesio, DiSomma, Zoro, Paterò, Grillo; Lasmé,Consagra, Manfrini, Accetta, Nave N.

I giovani del Licata e PintoQuando arrivò a Licata era un giovane tornan-

te di origine campana che con le sue finte, il suomoto perpetuo e la sua corsa faceva ammattire ledifese avversarie, adesso, che in riva al Salso c’èrimasto, è un tecnico stimato e che ha ricevutoparecchi riconoscimenti per quel che riguarda igiovani. L’ultima sua esperienza lo ha portato aMalta dove per conto del Messina ha visionatoparecchi giovani, ha curato una scuola calcio edha allenato in serie B. Adesso è tornato a Licataed ha sposato la causa della società gialloblù gui-data dal presidente Piero Santamaria. Stiamo par-lando di Tonino Pinto, attuale responsabile delsettore giovanile del Licata e che cura con parti-colare attenzione la squadra juniores che a suodire annovera parecchi giovani dal roseo futuro.Nel corso della sua attività di allenatore tanti igiovani scoperti e cresciuti, da capitan Grillo adUmberto Armenio passando per Buscemi e perfinire a Piero Concialdi, giovane atleta palermita-no che si sta allenando con il Licata e che è inorganico alla prima squadra guidata daCapodicasa.

Mister Pinto, l’anno scorso l’esperienza aMalta, adesso il ritorno a Licata. Come mai?

“Quella dell’anno scorso è stata un’esperienzaimportante e grazie al Messina ho avuto la possi -bilità di conoscere il calcio anche a livello inter-nazionale. Sono tornato perché il Licata mi haofferto un progetto importante e lavorare con igiovani mi permette di rimanere come loro”.

Nel corso della sua storia tanti i giovani cal-ciatori da lei cresciuti e scoperti.

“Tutti i licatesi che si trovano in prima squa-dra sono stati cresciuti dal sottoscritto a comin-ciare dal capitano Fabrizio Grillo che quando eracon me nell’Alicata fu ceduto al Palermo, cosìcome Armenio e Buscemi che andarono alTrapani”.

Perché lasciò l’Alicata.“Lasciai l’Alicata, società da me fondata

insieme ad altre persone, perché non c’erano i

presupposti per continuare a lavorare così comeavevamo cominciato. In quella società, con i mieisacrifici e grazie al lavoro degli altri collaborato-ri tecnici riuscimmo a conseguire importantirisultati sia a livello provinciale, che regionale enazionale. Grazie al mio lavoro, collaborato dalpresidente Franco Curella e non da altri dirigenticompresi quelli attuali, riuscimmo a cedere diver-si atleti a squadre professioniste”.

Adesso ritorna a Licata e cura il settore gio-vanile della formazione gialloblù.

“Il nostro obiettivo è quello di creare unagrande struttura capace di fare da supporto e daserbatoio alla prima squadra. Abbiamo presoparecchi giovani interessanti e nel corso della sta-gione gli sportivi licatesi avranno modo di veder-li all’opera nei vari campionati”.

Cura il settore giovanile, ma non fa piùscuola calcio?

“Non è esatto considerato che faccio parteanche della Santa Sofia, società che fa scuola cal-cio, e dove il Licata si appoggia per seguire lacrescita del vivaio locale”.

Tonino Pinto è un tecnico con le idee chiare,parecchio apprezzato nell’ambiente calcistico eche non lascia nulla al caso. Nella società licate-se ha scelto, di comune accordo con la dirigenza,Angelo Zappulla e Basilio Foti quali suoi piùstretti collaboratori considerato che il primo gui-derà la squadra Allievi ed il secondo quellaGiovanissimi. Un Licata che pensa in grande eche sta programmando per il futuro consideratoche, tra le altre cose, la società del presidenteSantamaria è una delle poche formazioni ad averetutti gli juniores di proprietà. Il lavoro delle squa-dre giovanili è già cominciato con Pinto che hafatto svolgere la prima partitella ai suoi ragazzi,che hanno pareggiato per 2 a 2 con ilCampobello.

Giuseppe Alesci

Alicata, parte un’altra intensa stagioneRiprende l’attività dell’ACSD Alicata Calcio.

L’anno calcistico 2005/06 è stato abbastanza positi-vo in termini di risultati. La società ha partecipato atutti i campionati giovanili organizzati dalla F.I.G.C.e dall’ACSI. Nel campionato regionale Juniores haraggiunto un brillante quarto posto piazzandosiprima di società quali Licata, Gattopardo,Casteltermini, San Giovanni Gemini e Racalmuto.Una squadra a battere il Kamarat di Renato Maggio.La squadra Juniores è stata allenata da PeppuccioSchembri, tecnico serio e competente, bandiera delLicata Calcio degli anni 60 e 70 ed allenatore dellegiovanili nell’era Zeman. Nel torneo Allievi i ragaz-zi guidati da Schembri, hanno ottenuto un buonpiazzamento ed hanno vinto la Coppa Disciplina.Tre calciatori Allievi sono stati convocati nella rap-presentativa provinciale di categoria (SalvatoreAmato, Angelo Licata e Calogero Puzzo). Buonpiazzamento nel torneo Giovanissimi. I ragazziallenati da Gaetano Pira hanno avuto una bella cre-scita nel ritorno. Ecco i ragazzi alla prima esperien-za: Daniele Curella, Alessandro Curella, Luca Casa,Lorenzo Peritore, Vincenzo Piacenti, EmanueleNinotta e Mehdi.

Nel campionato ACSI la squadra è arrivata insemifinale mentre nel torneo internazionale Città diScalea si è classificata al secondo posto.

Nel torneo Esordienti grende crescita tecnica efisica dei ragazzi guidati da Angelo Zappulla.

Nella categoria Pulcini e Primi calci la societàha ottenuto grandi soddisfazioni ottenendo primiposti e secondi posti in tutti i tornei ai quali ha par-tecipato. Schembri per i Pulcini e Giacomo Sabini

per i Primi calci, i tecnici. La società attraverso l’opera di Tommaso

Napoli, ex calciatore del glorioso Licata, attualeallenatore in seconda del Gela, nonché responsabi-le della Scuola Calcio Alicata, mira alla valorizza-zione dei giovani più interessanti. Nella stagione2005/06 l’Alicata ha ceduto al Gela il giovaneIgnazio Puccio, classe ’90, ora nel mirino di socie-tà di categorie superiori. Per la stagione calcisticache si avvia all’inizio sempre al Gela sono staticeduti, per partecipare al torneo Beretti nazionale, igiovani Domenico Avanzato e Antonino Gueli,ambedue classe ’88.

Per la nuova stagione l’Alicata si avvarrà dellacollaborazione tecnica di Peppuccio Schembri(Juniores regionale ed Esordienti), Luigi Romano(Allievi regionali), Gaetano Zarbo (Giovanissimiregionali), Gaetano Zarbo e Luca Sciurba (Pulcini ePrimi calci).

Un plauso alla società ACSD Alicata Calcio,composta da Angelo Curella (presidente), AngeloPuccio e Beniamino Nuara (vice-presidenti),Salvatore Avanzato (segretario) e Domenico Puccio(consigliere).

In bocca al lupo all’Alicata.

Fiocco azzurroIl 16 luglio scorso Ornella Avanzato eAntonello Pira sono diventati per la primavolta genitori. Ad allietare la loro vita è arri-vato il piccolo Mario. Ai novelli genitori,nostri abbonati, gli auguri della Direzione e ditutta la Redazione de “La Vedetta”.