INTRODUZIONE
Caro studente, queste pagine non sono un “libro per le vacanze”, bensì uno strumento per
verificare il livello delle tue conoscenze. Quanto proposto costituisce punto di partenza per
un buon avvio del primo anno della scuola superiore. Perciò, aiutandoti eventualmente
anche con i testi usati nella scuola media, ti suggeriamo di colmare le tue lacune per poter
affrontare facilmente le prime prove di verifica.
Innanzitutto è necessario che tu sappia:
1. Coniugare (in tutti i modi e i tempi) e riconoscere le forme verbali
attive, passive, riflessive (regolari e irregolari), sapere se sono transitive o
intransitive
2. Svolgere l'analisi grammaticale
3. Svolgere l'analisi logica
4. Distinguere la principale dalle subordinate (elementi di analisi del periodo)
5. Riassumere un testo in forma orale e scritta
6. Esercitare l'ortografia
7. Esercitare il lessico
8. Sviluppare il piacere
della lettura E adesso iniziamo
un bel ripasso!
PARTE PRIMA: RIPASSIAMO I VERBI!
Il verbo è la parte variabile del discorso che fornisce, collocandole nel tempo,
informazioni circa il soggetto della frase. Può, per esempio, indicare:
un'azione compiuta dal soggetto: "Elena legge il giornale";
un'azione subìta dal soggetto: "Elena è stata promossa"; "Elena ha subìto un
furto";
un'azione compiuta e nello stesso tempo subìta dal soggetto: "Elena si lava"
uno stato del soggetto: "Elena sta spesso in casa";
un modo di essere del soggetto: "Elena è gentile"
Funzioni. Il verbo ha, nella frase, la funzione di "predicato", cioè rappresenta
l'elemento della frase che "predica" qualcosa del soggetto, informando circa "cosa fa",
"cosa subisce", "cosa è" o "com'è" il soggetto. Implicita nella funzione predicativa è, per
il verbo, anche quella di collocare nel tempo l'informazione che esso dà riguardo al
soggetto, precisando se l'azione o il modo di essere sono contemporanei, antecedenti o
posteriori rispetto al momento in cui si parla.
Esercizio: Nel brano seguente evidenzia le voci verbali:
Ormai era diventata un'abitudine. Ogni mattina mi svegliavo alle cinque in punto e abbassavo la
levetta della suoneria della sveglia contento di avere preceduto, come ogni mattina, il trillo. Avevo
la sensazione che durante il mio sonno, una parte della mia mente fosse rimasta sveglia e attenta per
tutta la notte, contando le ore. Poi mi rannicchiavo sotto le coperte, ancora per qualche istante nel
tepore delle coltri, pensando: «Fra due minuti sarò in piedi, fra venti avrò fatto colazione». Sarebbe
stato facile riaddormentarsi, ma avrei perduto la sfida. Ora sorrido di tutto questo.
Esercizio: Analizza le forme verbali elencate:
VERBO MODO TEMPO PERSONA GENERE DIATESI
Es. avendo scritto gerundio passato
transitivo attivo
conterò
vedessimo
camminando
venga
vieni
venite!
furono visti
andavano
siamo accolti
essere cresciuto
siamo stati amati
parleremmo
avessi voluto
Esercizio: Completa le seguenti frasi coniugando i verbi tra parentesi al tempo corretto del
congiuntivo o del condizionale:
1. Se ............................. (rimanere) a casa quella sera, non .............................. (incontrare) Susanna.
2. .................................. (essere) molto contento, se .................................. (rivedere) i miei vecchi
compagni di scuola. 3. ................................................. (avere) alcune cose da dire, ma non credo che
questo sia il momento più opportuno. 4. Nel caso in cui tu non ..................................(potere) venire,
avvertimi. 5. Vorrei che tu ....................................(dimostrare) maggiore lealtà nei miei confronti. 6.
Il professore mi interrogherà ancora una volta, affinché io .............................(potere) rimediare
l’insufficienza in matematica. 7. Che tu ............................. (essere) un ragazzo intelligente non lo
discuto, ma sei un po’ troppo presuntuoso. 8. Se Ulisse non ........................(escogitare) l’inganno
del cavallo, Troia non sarebbe caduta.
Esercizio: Completa le frasi seguenti coniugando i verbi indicati al tempo opportuno del modo
indicativo.
1. Il cliente otterrà il rimborso solo dopo che .................. (inviare) alla ditta produttrice copia della
fattura a suo tempo pagata. 2. Sono sicuro che presto o tardi Carlo ...................... (pentirsi) della
sua pigrizia. 3. L'inquinamento dell'aria ............................ (provocare) malattie dell'apparato
respiratorio. 4. ........................ (iniziare) la costruzione della casa più di un anno fa: finalmente, tra
poche settimane, sarà finita. 5. Non ........................... (compilare) ancora la denuncia dei redditi, che
va consegnata entro dopodomani! 6. Da bambino mi .......................... (piacere) molto i cartoni
animati. 7. La flotta inglese ......................... (sconfiggere) quella francese nella battaglia di Trafalgar.
8. Oggi, ai grandi magazzini, non ....................... (comprare) niente perché ........................
(dimenticare) a casa sia i soldi sia la carta di credito.
Esercizio: Completa le frasi coniugando opportunamente i verbi irregolari tra parentesi. Aiutati
con il vocabolario per dissipare eventuali dubbi:
1. Lo scorso anno in questo prato io ............(cogliere) delle bellissime viole. 2. Credo che ora la
situazione vi .................(apparire) chiara in tutti i dettagli. 3. Se tu mi .................(dare) retta
qualche volta, non commetteresti errori di questo genere. 4. Ti …....................(condurre) volentieri
nel punto in cui ho trovato i funghi, ma non riesco più a orientarmi in questo bosco. 5. Se ti
..................(dire) chi ho visto ieri, non ci crederesti! 6. Per favore, l’ultimo che esce
....................(spegnere) la luce. 7. Caddi a terra e, avendo battuto il capo, .......................(giacere)
svenuto per qualche istante. 8. Quel giorno io ....................(cuocere) l’arrosto, mentre Gianni
preparò il contorno.
IL GENERE DEI VERBI: TRANSITIVI E INTRANSITIVI
Il genere dei verbi indica il modo in cui organizzano il rapporto tra il soggetto e le altre parole della
frase. A seconda del diverso modo di comportarsi da questo punto di vista, i verbi si dividono in
due categorie: verbi transitivi e verbi intransitivi. Sono transitivi i verbi in cui l'azione compiuta
dal soggetto transita, cioè passa, su qualcuno o qualcosa che ne è l'oggetto:
Elena scrive una lettera.
soggetto verbo
transitivo
oggetto
compie
l'azione
esprime
l'azione
elemento
su cui
passa
l'azione
Nella frase: "Il bambino ha già mangiato?", invece, il verbo è usato in senso assoluto. Esso,
comunque, pur non avendo l'oggetto espresso, continua a essere transitivo a tutti gli effetti.
Sono intransitivi i verbi che esprimono uno stato o un'azione che non passa direttamente su un
oggetto, ma si esaurisce nel soggetto stesso che la compie o trova il suo compimento in un
complemento indiretto: Es. Elena (soggetto) ride (verbo intransitivo: l’azione non passa su nessun
oggetto). Il verbo intransitivo vede esaurirsi nel soggetto l'azione che esprime e, quindi, non
ammette un complemento oggetto dopo di sé.
Funzionamento transitivo e funzionamento intransitivo
Molti verbi sono esclusivamente transitivi (come leggere, scrivere, mangiare) e molti sono
esclusivamente intransitivi (come andare, arrossire, nascere, partire). Ma numerosi sono anche i
verbi che possono funzionare sia come transitivi sia come intransitivi.
funzione transitiva
funzione
intransitiva
Il contadino brucia le
stoppie.
Il bosco brucia.
Lo zio ha cambiato
l'automobile.
Il tempo è
cambiato.
Laura fischia un allegro
motivo.
Il vento fischia.
Esercizio: Le seguenti frasi, a due a due, contengono lo stesso verbo: distingui i verbi usati in
funzione transitiva da quelli usati in funzione intransitiva.
Frase Transitivi Intransitivi
1. Ogni pomeriggio gioca a tennis.
2. Ho cambiato idea.
3. Improvvisamente girò la testa verso di me.
4. Sulle pendici del monte, il bosco bruciava.
5. Scorreva velocemente i titoli del giornale.
6. Anche stavolta ho bruciato l'arrosto.
7. Con i figli, la vita matrimoniale cambia completamente.
8. La Terra gira attorno al Sole.
Esercizio: Nelle seguenti frasi indica se il verbo essere è usato come ausiliare per formare il
passivo di un verbo transitivo oppure un tempo composto di un verbo intransitivo.
Frase forma passiva verbo intransitivo
1. Sono già usciti tutti?
2. I tulipani sono finalmente fioriti.
3. Lucio è stato criticato severamente.
4. Tutti i miei appunti sono scomparsi.
Esercizio: Completa le frasi seguenti coniugando il verbo al modo e al tempo indicati:
1. Vuoi che ................ (venire: cong. pres.) a studiare a casa tua oggi pomeriggio? 2. Speriamo che
Giulia .................. (riuscire: cong. pres.) ad arrivare a casa prima che ..................... (scoppiare: cong.
pres.) il temporale. 3. L'aereo .......................... (atterrare: indic. fut.) alle 18.30 all'aeroporto di
Linate di Milano. 4. Ieri ............................... (incontrare: indic. pass. prossimo) Paola e Luisa alla
Rinascente. 5. Se .............................. (studiare: cong. trapass.) un po' di più, non ..............................
(prendere: cond. pass.) l'insufficienza! 6. Silvia .................................... (camminare: trapass.
prossimo) tutto il giorno ed era stanchissima. 7. Per favore, .......................... (rispondere: imperat.
pres.) alla domanda! 8. Magari .................................... (vincere: cong. imperf.) alla lotteria.
PARTE SECONDA: RIPASSIAMO L'ANALISI GRAMMATICALE
A) I NOMI
Esercizio: Distingui i nomi propri dai nomi comuni sottolineandoli in modo diverso
Paolo, colonna, pulcino, Pietro, tavolo, crema, Danubio, patate, telefono, Vicenza, Marta, Napoli.
Esercizio: Distingui i nomi maschili dai nomi femminili sottolineandoli in modo diverso
Cassa, mare, pollo, finestra, giardino, casco, valigia, colore, maglietta, sole, mucca, motorino,
vento, giacca, carota, verme, atleta, amico, soldo, forza, carta, cestino, pioggia, catena, gelato.
Esercizio: Distingui i nomi singolari dai nomi plurali sottolineandoli in modo diverso
Cartella, secchielli, penna, selva, colori, fiori, porto, giovani, salami, affare, salto, coda, metro,
moglie, fratelli, insalata, compiti, fazzoletti, merende, mele, gioco, scatola, calamaio, scarpe.
Esercizio: Distingui i nomi concreti dai nomi astratti sottolineandoli in modo diverso
Anello, coraggio, esperienza, aria, baco, bagaglio, calore, salute, immortalità, finestra, fiducia,
palla, calcolo, foglio, carbone, eroismo, barca, bolle, felicità, bellezza, creatività, gelo, croce, vetta.
Esercizio: Sottolinea i nomi collettivi e l'insieme di oggetti o persone che designano
Clero, favola, fragola, artiglieria, pentolame, scialuppa, sciame, volontà, branco, orchestra,
pubblico, pelle, poltrona, gallo, arcipelago, condominio, grappa, flotta, costellazione, vittoria.
Esercizio: Tra i nomi invariabili elencati ci sono molti intrusi. Cercali!
Analisi, brindisi, caffè, crisi, piacere, valore, sentimento, dramma, enigma, genesi, grano, identità,
personalità, sintesi, sosia, test, sospiri, amori, asini, varietà.
Esercizio: Sottolinea i nomi difettivi presenti nelle seguenti frasi (sono 10)
1. Michele gestisce un negozio di casalinghi nei dintorni di Firenze 2. Cannella e cumino sono
spezie molto usate nella cucina indiana 3. L'Italia detiene il primato nella produzione di montature
per occhiali 4. Rossella è sempre pronta a mostrare pietà e generosità verso i deboli 5. Silicio e
vanadio sono elementi chimici usati rispettivamente in elettronica e nella fusione di acciai speciali.
B) GLI ARTICOLI
Esercizio: Premetti ad ogni nome il proprio articolo determinativo, usando anche l'apostrofo
archeologi, zimbello, vocio, zinco, zanzariera, stracci, yeti, eco, scarafaggi, maghi, ciarlatano,
scienziato, esperimento, shopping, soprano, iodio, pseudonimo, pneumatico, psicofarmaco, sisma.
Esercizio: Sottolinea gli articoli indeterminativi
1. Leonardo da Vinci fu uno straordinario artista, scienziato e inventore, una mente superiore che ha
lasciato un'impronta indelebile in un'epoca eccezionale, il Rinascimento 2. Il saluto latino “Vale” (=
Stai bene) era riservato ai soli cittadini di Roma, nessuno lo avrebbe mai rivolto ad uno straniero,
tantomeno a un liberto 3. Titanio, la più grande luna di Saturno, è un mondo sconvolgente, a 180
gradi sotto zero, bagnato da piogge di metano, con un cielo di nubi color ocra e venti che soffiano a
400 km orari.
Esercizio: Quale frase fra quelle riportate di seguito NON contiene articoli indeterminativi?
1. Marco è un mio caro amico 2. Una sorella di Marco si chiama Sabrina 3. Sabrina è una delle tre
sorelle di Marco 4. Sono un'amica di Marco, ma non conosco sua sorella Sabrina
Esercizio: Sottolinea gli articoli partitivi, quando ci sono
1. Ho scattato delle foto incredibili in Amazzonia! 2. Ho comprato dei cuscini lavorati a mano 3.
L'erba del vicino è sempre più verde 4. Al mercato c'erano dei venditori ambulanti che vendevano
delle mele del Trentino 5. Il medico gli ha consigliato di fare dello sport 6. La raccolta dell'uva
quest'anno supererà ogni aspettativa
Esercizio: Inserisci gli opportuni articoli (determinativi, indeterminativi, partitivi)
1. Forse milioni di anni fa nostri antenati ominidi vissero fase acquatica 2. Sedna, _
piccolo pianeta scoperto nel 2004, è poco più piccolo di Plutone e si muove in regione remota
e fredda del sistema solare 3. Si pensa che uomo abbia iniziato ad introdurre carne nella
sua dieta 2,5 milioni di anni fa, nel Paleolitico inferiore, epoca dell'Homo habilis e dell'Homo
erectus 4. scienziati pensano che sia _ ferro, non idrogeno elemento più
abbondante nel cuore del Sole, che non sarebbe comune stella, bensì ex supernova, ma
non tutti concordano con teoria del genere
C) GLI AGGETTIVI
AGGETTIVI QUALIFICATIVI
Esercizio: Abbina e concorda gli aggettivi qualificativi e i nomi elencati in modo coerente.
Ogni aggettivo può essere abbinato a più sostantivi.
Aggettivi: solenne, incolto, accogliente, fragile, improbo, ardente dirotto, pressante, slavato,
succinto Nomi: scusa, pianto, barba, occhi, fatica, jeans, richiesta, tono, messa, abbigliamento,
discorso, atmosfera, amore, cristallo salute, pioggia, sguardo, campagna
Esercizio: Sostituisci l'espressione evidenziata con il corrispondente aggettivo qualificativo.
1. Non mi piacciono le persone che non si fidano di nessuno 2. Sono abbonato ad una rivista di
musica che esce ogni due mesi 3. In piazza hanno ripulito il colonnato di marmo antistante la
cattedrale 4. Sono ragazze simpatiche e prive di timidezza 5. Stamattina sono senza febbre.
Esercizio: Indica se il grado dei seguenti aggettivi è positivo, comparativo, superlativo
1. Mio fratello è iperattivo, io invece ero un bambino tranquillissimo 2. L'atletica leggera è la
disciplina sportiva più varia e più completa 3. In cantina conservo vini di pregiatissima annata 4.
Diego è tanto secchione quanto Laura, ma almeno lei è sempre prontissima ad aiutare gli altri 5. A
livello sportivo la tecnica di Matteo è migliore della tua, ma lui è meno disponibile di te al gioco di
squadra 6. Al mio amico danese ho regalato un prezioso volume per scoprire i luoghi più
affascinanti dell'Italia, il Paese più bello del mondo.
Esercizio: Scrivi le tre forme di comparativo (maggioranza, minoranza, uguaglianza) di ogni
aggettivo, inserendo un termine di paragone se necessario
1. Il Po è lungo 2. La rosa è profumata 3. Il denaro è necessario 4. Il golf è uno sport rilassante
Esercizio: Costruisci le due forme di superlativo (relativo e assoluto), aggiungendo un termine di
paragone se necessario
1. La serata è stata piacevole 2. Le tariffe dei voli sono convenienti 3. La temperatura è gradevole
AGGETTIVI DETERMINATIVI (possessivi, dimostrativi, indefiniti)
Esercizio: Inserisci la forma corretta fra suo e proprio
1. Vera ha proposto a Marta di andare nella (di Vera) casa di campagna 2. Anna
ha sempre parlato con il figlio delle (del figlio) scelte 3. La nipote accompagnò la
nonna dal (della nipote) medico 4. Luca e Paola chiesero agli amici di vedere le foto
delle
(degli amici) vacanze 5. L'avvocato incontrò Leo nel (di Leo) studio.
Esercizio: Individua i 4 errori nell'uso degli aggettivi dimostrativi
1. Vai a prendere questa sedia verde che è in giardino 2. Ho l'impressione che quei ragazzi laggiù
frequentino la nostra scuola 3. Avvicinati, vieni a vedere che bella veduta si gode da quel terrazzo 4.
A questo punto non ebbero più nulla da dirsi e si lasciarono senza rimpianti 5. In quella valigia che
hanno smarrito all'aeroporto c'era anche un regalo per te 6. Dopo la festa la casa era in queste
condizioni che mia madre si mise ad urlare
Esercizio: Inserisci gli opportuni aggettivi indefiniti di seguito elencati
AGGETTIVI: alquanto, nessuna, qualche, parecchi, tutte, qualsiasi, poco, tale, tanto, troppo,
altrettanto, qualunque, ogni, molto
1. Credi a me, il tempo libero non è mai , persona
ragionevole te lo può confermare 2. Sai darmi suggerimento per convincere i miei a farmi
uscire
sabato sera e non solo quando pare a loro? 3. Il tuo tema presenta una
forma
incerta, infatti vi sono errori ortografici, ma il contenuto
è
ampio e regolare 4. Mirella, oltre ad arrivare in ufficio sempre in ritardo, ha
così
buon senso che non tenta neppure di giustificarsi con una scusa _
5. Non ho voglia di studiare storia, ma devo rimediare le insufficienze prese finora.
Esercizio: Individua e evidenzia in modo diverso gli aggettivi qualificativi e quelli indefiniti
1. In Europa si possono ammirare paesaggi vari e piacevoli 2. Riguardo alla formazione
dell'universo sono state individuate diverse ipotesi 3. Coraggio, ancora un altro sforzo! 4. Da fonti
certe si è appreso che il ladro è stato ferito gravemente 5. Prima frequentavo un altro istituto appena
fuori città 6. Fai una tale confusione che disturbate tutti 7. Sono ragazzi allegri e simpatici, che
fanno tanta compagnia a tutti i vecchietti dell'ospizio 8. Non sei mai contento dei miei risultati!
D) I PRONOMI
PRONOMI PERSONALI
Esercizio: Qual è il pronome personale corretto?
1. Se fossi te/tu, chiarirei questo problema 2. E' stato lui/egli a rovesciare il sale 3. Ho perso il
cellulare, povero io/me 4. Siete bravi quanto essi/loro 5. L'allenatore ha scelto proprio te/tu 6. Alla
festa Giulio ha portato con sé/lui Paolo 7. Lucio vuole sapere se Sandro andrà con sé/lui alla festa
Esercizio: Correggi gli errori
1. Ma che te ne importa a te se non vesto alla moda! 2. Te che cosa ne dici di una gita a Venezia? 3.
A me non mi piacciono gli sport violenti 4. Chissà se invecchiando diventerai anche te noiosa 5.
Livia è arrabbiata con la figlia: gli rimprovera di non essere abbastanza attiva 6. Ho parlato con
Roberta ma non ho osato dirgli la verità
PRONOMI RELATIVI (che, il quale, cui)
Esercizio: Inserisci il pronome relativo opportuno eventualmente aggiungendo la preposizione
1. La dottoressa Salviati, cure mi sono affidato, è una dentista scrupolosa
2. Emilia frequenta la scuola di ballo è iscritto Lorenzo 3. Sono vicino di
banco di un ragazzo preparazione in matematica è superiore alla mia 4. Dal
momento
sono entrato in squadra mi alleno quotidianamente 5. Ho accostato le
imposte
fessure filtravano i raggi del soleggiato 6. La carta hai
avvolto il regalo si è tutta sgualcita 7. I risultati ho studiato tanto sono arrivati alla fine!
Esercizio: Il pronome relativo CHE ha la funzione logica di soggetto o complemento oggetto?
1. Il materasso che ho acquistato è
morbido e comodo
sog. c.o. 6. La giacca che ho comperato non è
costata molto ma mi pare bellissima
sog. c.o.
2. L'intervista che gli studenti hanno
fatto al Preside è stata pubblicata
7. I bambini che animano il parco tutti i
pomeriggi sono molto rumorosi
3. Il film che è stato proiettato è
commovente e significativo
8. La festicciola che volevo organizzare
per il mio compleanno si farà di Sabato
4. L'appuntamento era al palazzo che si
trova in pieno centro storico
9. Il formato di pasta che preferisco è
senza dubbio quello degli spaghetti
5. La retrospettiva che Dalì dipinse in 10. La pianta che svetta in giardino l'ho
giovinezza è stata esposta al circolo piantata solo cinque anni fa
Esercizio: Il CHE è pronome relativo o congiunzione?
1. Il braccialetto che le ho regalato non
le è piaciuto
p.r. con. 6. Le aziende che risentono della crisi
stanno chiudendo una dopo l'altra
p.r. con.
2. Penso che tu sia davvero un'ottima
persona e un amico sincero
7. Vorrei un paio di scarpe che fossero
leggere e resistenti
3. La rivista di viaggi che ricevo pubblica
reportage meravigliosi
8. Ho letto che la polizia postale ha fatto
chiudere un sito molto conosciuto
4. Ho calcolato che, se risparmio sulla
benzina, avrò i soldi per la pizza
9. Gli allievi che si sono impegnati nello
studio verranno promossi sicuramente
5. Gli economisti sostengono che le
multinazionali hanno un futuro sicuro
10. Guarda che ti ho visto mentre di
nascosto copiavi il test di matematica
Esercizio: Collega le proposizioni con un pronome relativo
1. La ragazza non è venuta in spiaggia. Della ragazza mi aveva parlato Renato 2. Con l'arrivo di
Lina l'atmosfera pacifica si è infranta. L'atmosfera pacifica regnava in classe 3. Non è sicuro tenere
gli attrezzi per il giardino in quella rimessa. Le travi del tetto della rimessa sono sconnesse 4. Ho le
ossa rotte per la gara di mountain bike. La gara l'ho disputata ieri con gli amici. Con gli amici mi
trovo ogni Domenica 5. Alla richiesta del controllore la signora frugò più volte nella borsetta alla
ricerca del biglietto, ma non lo trovò. La borsetta la portava a tracolla
PRONOMI POSSESSIVI
Esercizio: Inserisci il pronome possessivo seguendo le indicazioni
1. Queste pizze sono (2 pers. plur.), le (1 pers. plur.) sono con le
verdure
2. La (1 pers. plur.) barca era ormeggiata a Lerici, la (3 pers.
plur.) a Portofino 3. La bici della mamma è in garage, dov'è la (2 pers.
sing.) 4. Anna è tornata con la mia macchina, Nina con (2 pers. sing.) 5. Io manifesto
apertamente i miei sentimenti, invece Sara non manifesta mai i (3 pers.
sing.).
Esercizio: Sottolinea in modo diverso il pronome possessivo e l'aggettivo possessivo
1. il tuo affetto è sincero, il suo mi sembra interessato 2. La vostra costanza nello studio è meno
forte della loro 3. Non vorrei sembrare tirchio ma neppure rimetterci del mio 4. La sua presenza di
spirito, come del resto la tua, è invidiabile 5. La tua voce è limpida, la mia invece è stridula
PRONOMI DIMOSTRATIVI
Esercizio: Pronome dimostrativo o aggettivo dimostrativo?
1. Anche questa mi doveva capitare! Ho
bucato in autostrada!
P.D. A.D. 6. In fatto di educazione i miei genitori
condividono le stesse idee
P.D. A.D.
2. Il padrone di questo ristorante
conosce mio padre da una vita
7. Quella ragazza mi ha invitato al
cinema ma io ne sono molto intimidito
3. Quello è il ragazzo che mi ha soccorso
dopo l'incidente: gli devo la vita!
8. Io e Paolo abbiamo da anni quella
famosa passione per la musica pop
4. Gli esercizi che ripeto per allenarmi
sono sempre gli stessi
9. Questa volta ce la farò: passerò
l'esame pratico di guida
5. Carlo è intelligente e al medesimo
tempo molto modesto
10. Stai lontano da costoro, sono degli
irresponsabili
PARTE TERZA: RIPASSIAMO L'ANALISI LOGICA
Esercizio: Nelle seguenti frasi evidenzia il soggetto:
1. Il fratello di Elena gioca a calcio come portiere nella squadra della scuola. 2. È arrivata una
cartolina di Paolo da Roma. 3. Verrà con noi anche la sorella di Luca. 4. Il discorso di Lucia è stato
apprezzato da tutti. 5. Al mio cane piace molto la carne. 6. Dalla finestra entrava un vento gelido e
pungente. 7. Ci sono dei biscotti per la colazione di domani mattina?
Esercizio: Nelle seguenti frasi evidenzia il predicato:
1. Non abbiamo deciso ancora dove trascorreremo le vacanze. 2. I Green Day daranno presto un
concerto a Milano. 3. Il tuo motorino ha il raffreddamento ad aria o ad acqua? 4. "Minimo" è
sinonimo di "piccolissimo". 5. Le vacanze al mare di quest'anno sono state noiosissime. 6. La
diffusione in Europa del mais e della patata modificò le abitudini alimentari delle classi più povere.
7. Il padre di Laura è un avvocato tra i più noti della nostra cittadina.
LE TRE DIVERSE VITE DEL VERBO ESSERE.
1. Maria è partita.
2. Maria è contenta.
3. Maria è in casa.
In queste tre frasi, il verbo essere è usato in tre funzioni diverse:
1) Nella prima frase, il verbo essere è usato come ausiliare: aiuta il verbo a formare il tempo
composto. Come ausiliare è usato anche per formare le forme passive dei verbi: "Paolo è stato
promosso". In questo primo caso, il verbo essere è parte integrante di un predicato verbale.
2) Nella seconda frase, il verbo essere è usato come copula del predicato nominale: collega il
soggetto con la parte nominale, che predica qualcosa riguardo al soggetto: "Maria è contenta";
"Maria è una bella ragazza".
3) Nella terza frase, il verbo essere è usato come verbo autonomo: significa "trovarsi" e forma
un predicato verbale: "Maria è (= si trova) in casa". Come verbo autonomo, e quindi come
predicato verbale, è usato anche nel significato di "esistere": es. "Oggi ci sono (= esistono) farmaci
straordinari"; nel significato di "vivere, abitare": es. "La nonna è (= vive) con noi da molti anni";
"Sono di (= abito a) Milano"; nel significato di "trovarsi" usato in senso figurato: es. "Siamo (= ci
troviamo) nei pasticci"; per indicare appartenenza: es. "Di chi è (= a chi appartiene) questo
cappello?"; per indicare destinazione: es. "Questo libro è per te (= è destinato a te)".
Esercizio: Nelle frasi seguenti indica se il verbo essere ha la funzione di copula nel predicato
nominale, di predicato verbale oppure di ausiliare.
Frasi Copula Pred.Verb. Ausiliare
1. Tra i passaporti vidimati, il suo non c'è ancora, signora, mi dispiace.
2. Ma non sei mai stanco, tu?
3. La fortezza della Bastiglia fu assalita dal popolo di Parigi in rivolta il 14
luglio 1789.
4. Ladri di biciclette di V. De Sica è un film tra i più famosi nella storia del
cinema.
5. Molti allenatori di calcio, da giovani, sono stati essi stessi giocatori.
6. Ulisse, dopo il naufragio della sua zattera, fu accolto con generosa ospitalità
dal re dei Feaci Alcinoo.
7. Non trovo più lo scontrino, eppure era qui nel portafogli un attimo fa!
8. Quel maglione è stato rattoppato proprio male.
9. I nostri vicini di casa sono dovuti partire all’improvviso.
10. Secondo le previsioni del tempo, domani ci sarà un netto abbassamento della
temperatura.
Esercizio: Indica se le frasi seguenti contengono un predicato verbale o un predicato
nominale.
Frasi P.V. P. N.
1. Tommaso mangia con una voracità incredibile.
2. Giulio fu proclamato vincitore della gara.
3. Il mio cane si stiracchia sempre dopo i suoi pisolini.
4. Pietro è nato fortunato.
5. La nostra automobile è stata sorpassata da un'ambulanza.
6. Beatrice è diventata una ballerina bravissima.
7. Costanza sembra più giovane dei suoi anni.
8. Jacopo dorme profondamente.
9. Stasera Sofia è davvero elegante.
10. Leonardo è considerato un architetto molto valido.
Esercizio: Individua il soggetto e il predicato distinguendo il predicato verbale e nominale.
1. Francesco è arrivato tardi alla lezione. 2. Maria, la sorella di Luigi, cucina molto bene. 3. La torta
è cotta da Maria. 4. Mi piace la pizza calda. 5. Quelli della V B sono simpatici. 6. Sono stato a
Roma di recente. 7. Il viaggio in Egitto mi sembra un’ottima vacanza. 8. Viaggiare è bellissimo. 9.
Ieri sera Paolo e Maria sono rimasti a casa. 10. E’ sempre stata una persona nervosa.
Esercizio: Nelle seguenti frasi evidenzia tutti i complementi oggetto (sono 10):
1. Il padre di Marco ha filmato la recita scolastica, così potremo vedere tutto lo spettacolo anche noi
attori. 2. In quel film ci sono delle scene impressionanti. 3. Ti ho portato dei fiori del mio giardino.
4. Puoi piangere tutte le tue lacrime, ma non riuscirai a cambiare la situazione. 5. Claudio verrà da
noi dopo cena. 6. Ho impiegato delle ore per riordinare la cantina. 7. A causa della pioggia, abbiamo
dovuto rimandare la gita in montagna. 8. Ha telefonato qualcuno? 9. Quando svolgo un tema,
spesso non riesco a esprimere bene le mie idee.
Esercizio: Indica il complemento introdotto dalla preposizione ‘di’:
1. Il padre di Luca è avvocato. 2. Sono appena uscito di casa. 3. Sotto la neve che cadeva fitta, il
cane tremava di freddo. 4. Credi sempre di essere più furbo degli altri? 5. Il mio direttore è un uomo
giovane, di circa quarant'anni. 6. Appena abbiamo saputo, siamo venuti di corsa. 7. Luisa, di mattina,
va sempre a correre sul lungolago. 8. In quel paese di notte fa molto freddo. 9. Secondo me, Paolo è
il migliore di tutti. 10. Quel poveretto vive di elemosina.
Esercizio: Classifica i complementi in corsivo:
1. Ho comprato una spilla d'oro e di perle. 2. Sono stato insultato da Giorgio. 3. Hai reso felice la
mamma. 4. Si è addormentato per la stanchezza. 5. Abbiamo mangiato del pollo arrosto. 6. Giulio è
un ragazzo privo di interessi. 7. Ha vissuto agiatamente per trent'anni. 8. Il lago è a venti chilometri
dal paese. 9. Ho pagato questa moto tremila euro. 10. Rientrerò da Bologna venerdì. 11. Si è
condannato alla solitudine. 12. Carlo, vieni tu al posto di Piero!
Esercizio: Classifica i complementi introdotti dalla preposizione ‘in’ semplice e articolata:
1. Nelle fredde serate d'inverno ci piace restare in famiglia ….................. , riuniti nel soggiorno
….................. davanti al caminetto acceso. 2. Per scendere in paese .......................... ho preso il
sentiero che passa in mezzo al bosco, ma mi sono perso. 3. Quando esco in motorino ….................. ,
mia madre sta sempre in ansia ….................. 4. Perché state tutti in silenzio ……..................?
Nessuno dice niente in mia difesa .............................. ? 5. In questo paesino ..............................
parlano tutti in dialetto .............................. . 6. Nei lavori ….................. di precisione, Marco è
davvero in gamba .............................. . 7. In tutti questi anni ….................., non ho mai ricevuto in
regalo .............................. da te nemmeno un fiore! 8. Aspettami in strada …..................:
sarò
pronto in un minuto .............................. ! 9. Luca è andato in palestra .............................. in
bicicletta …..................
Esercizio: Classifica i complementi introdotti dalla preposizione ‘con’, semplice o articolata:
1. Ma dove vuoi andare con il motorino .............................. a quest'ora? 2. Con tutti i
problemi
....................... che ha, quell'uomo è sempre gentile e disponibile con tutti ......................... 3. La
ragazza con i capelli biondi .............................. ordinò un caffè con panna......................, mentre
l'uomo che era con lei ....................... non prese nulla. 4. Il prestigiatore eseguì il suo numero con
grande abilità .............................. . Con un semplice gesto .............................., fece apparire un
coniglietto. 5. Partirò con il rapido .............................. delle 18.40. 6. Siccome continuava a
chiacchierare con il suo compagno .............................. di banco, Giovanni è stato punito
dall'insegnante con una nota .............................. sul registro. 7. Siamo arrivati a Bologna con
un'ora .............................. di ritardo perché abbiamo avuto dei problemi con l'auto
............................... 8. Non avevo mai visto un uomo con la barba .............................. tanto lunga!
9. Con tutte queste interferenze .............................. non riesco a sentirti, provo a richiamarti con
l'altro telefono ...............................
Esercizio: Classifica i complementi introdotti dalla preposizione ‘per’.
1. La strada per la Svizzera .............................. è bloccata per una frana ......................................... 2.
Mentre percorrevo la statale per Rieti .............................. , i vigili mi hanno fermato e mi hanno dato
una multa per eccesso .............................. di velocità. 3. Per interessamento..............................
dell'assessore, finalmente anche nella nostra città verrà allestito un centro di ritrovo per gli anziani
.............................. 4. Al museo ci hanno fatto entrare per gruppi .............................. di dieci persone.
5. La proposta di legge è stata approvata in Senato soltanto per pochi voti
............................... 6. Per durata e tenuta di strada .............................. questi pneumatici sono i
migliori sul mercato. 7. Per il tracollo .............................. dell'economia russa, le borse di tutto il
mondo hanno subito un ribasso di parecchi punti. 9. Ho mandato un pacco per corriere espresso
.............................. e mi hanno assicurato che per domani .............................. sarà a destinazione.
Esercizio: Classifica i complementi introdotti dalla preposizione ‘a’:
1. Alla vista .............................. di suo figlio dietro le sbarre, la povera donna si mise a piangere a
dirotto .............................. 2. Siamo andati a piedi .............................. fino alla baita Rondinella, che
si trova a più di cinque chilometri ............................. dal paese. 3. A mio parere ..............................,
se davvero quel ragazzo è stato condannato a due anni .............................. di riformatorio per quel
furtarello, ha pagato a caro prezzo .............................. la sua bravata! 4. A Parigi ..............................
abbiamo trascorso una settimana indimenticabile. 5. A Natale .............................. andremo tutti a
Cervinia .............................. a sciare. 6. La nonna ha regalato a Luisa .............................. un
copriletto ricamato a mano.............................. 7. L'imperatore Nerone salì al potere
.............................. all'età .............................. di soli 17 anni.
Esercizio: Esegui l’analisi logica delle seguenti frasi:
1. La maestra aveva ricevuto il nuovo numero del giornale murale «Le notizie di Roma» destinato a
essere affisso sulla porta della scuola. (I. Silone) 2. C'è una ragione perché sono tornato in questo
paese, qui e non invece a Canelli, a Barbaresco o in Alba. Qui non ci sono nato, è quasi certo; dove
son nato non lo so. (C. Pavese) 3. Noi tutti in classe chiamiamo Roberto, il mio compagno di banco,
«Pitagora», per la sua abilità nella matematica. 4. Nel periodo dei saldi si possono trovare bellissimi
oggetti per pochi euro. 5. Il termine «docente» deriva dal verbo latino docere che significa
«insegnare». 6. Ho litigato con Sabrina ormai da una settimana: è una persona dal carattere
impossibile! 7. Con questi errori il tuo compito di italiano sarà il peggiore di tutti. 8. Il consiglio
comunale ha approvato il progetto per la costruzione di case popolari per i senzatetto. 9. Per quel
quattro, Sabrina è tornata a casa con gli occhi pieni di lacrime (e), senza una parola, è corsa in
camera sua, chiudendo la porta a chiave. 10. Chi di voi è più bravo di Alberto nella risoluzione dei
problemi di geometria? 11. Alcuni dei miei amici quest'estate lavoreranno come camerieri in una
pizzeria del centro. 12. Francesco Petrarca nacque ad Arezzo in Toscana nel 1304 da una famiglia
fuoriuscita da Firenze.
PARTE QUINTA: COME SCRIVERE UN RIASSUNTO
A) COS’E’ UN RIASSUNTO
Il riassunto è testo breve, funzionale e oggettivo.
- Breve perché deve riferire con poche parole il contenuto del testo di partenza.
- Funzionale perché chi legge deve capire il contenuto del testo di partenza senza averlo letto.
- Oggettivo perché deve riferire i fatti senza commenti, opinioni personali, uso della 1^ pers.
Sing.
COME SI FA IL RIASSUNTO
1. Leggere due o tre volte il testo da riassumere per individuare l’argomento, l’idea generale (il
titolo aiuta, non sottovalutarlo!). Usare il dizionario.
2. Dividere il testo in paragrafi, ricordando che il paragrafo può spesso coincidere con un
capoverso
3. Dare un titolo ad paragrafo con una frase di sintesi
4. Riformulare il testo attraverso l’ampliamento delle frasi di sintesi, usando
opportunamente i connettivi adeguati
SUGGERIMENTI
- Il riassunto si scrive in 3^ persona singolare, anche se il testo di partenza è in 1^ pers. sing.
- Il riassunto è privo di commenti personali e informazioni non presenti nel testo di partenza
- Il discorso diretto va trasformato al discorso indiretto
- Il tempo verbale è preferibilmente il presente, comunque non ci devono essere salti
temporali
- Il lessico è preciso ma non identico a quello del testo di partenza (e non si copiano frasi)
Esercizio: Tra quelli proposti scegli quello che ti sembra migliore e spiega il perché, spiega
anche perché hai scartato gli altri
Testo di partenza
IL VECCHIO LEONE, IL CINGHIALE, IL TORO E L'ASINO (Fedro)
Sfinito dagli anni e abbandonato dalle forze, il leone languiva a terra e covava la sua fine. A
vendicarsi contro di lui venne il cinghiale che gli sferrò un fulmineo colpo di zanne. Poi venne il
toro che con le corna micidiali trafisse il corpo del suo nemico. L'asino, non appena vide che la fiera
poteva essere aggredita impunemente, lo colpì con un tremendo calcio nella fronte. Allora il leone,
spirando disse: “Con amarezza ho sopportato l'assalto di quei forti, ma dopo il tuo colpo, vergogna
della natura, mi sembra di morire due volte”.
Riassunto A: Un leone sta per morire, un cinghiale, un toro e un asino lo colpiscono per vendicarsi
dei torti subiti. Al colpo dell’asino, esalando l’ultimo respiro, il leone riflette sull’umiliazione subita.
Riassunto B: Un leone sta per morire, un cinghiale, un toro e un asino lo colpiscono per vendicarsi
dei torti subiti. Quando anche l’asino ha dato il suo colpo, il leone dice: “Con amarezza ho
sopportato l'assalto di quei forti, ma dopo il tuo colpo, vergogna della natura, mi sembra di morire
due volte”.
Riassunto C: Un leone sta per morire, a vendicarsi contro di lui viene un cinghiale che gli sferrò un
fulmineo colpo di zanne. Poi venne il toro che con le corna micidiali e lo ha trafitto, infine venne
l'asino e lo colpisce con un tremendo calcio nella fronte.
PARTE SESTA: RIPASSIAMO L'ORTOGRAFIA A)
L'ACCENTO GRAFICO
Per iniziare: ricorda che l'ortografia italiana prevede l'obbligo di segnare l'accento in un numero
limitato di casi:
1.A.1) sui polisillabi tronchi (accentati sull'ultima sillaba): quaggiù, partirà, ventitré etc.
1.A.2) sui monosillabi con due grafemi vocalici: ciò, già (eccezioni: qui e qua) etc.
1.A.3) sui monosillabi omofoni (con suono uguale) che rischierebbero di confondersi se fossero
anche omografi . Esempio: Ne (pron. pers.) e Né (congiunzione), Da (preposizione) e Dà (verbo
dare), Li (pron pers) e Lì (avverbio) ecc…
Esercizio: Correggi gli errori, se necessario
1) Da il tuo aiuto a chi tè lo chiede. 2) Luca da l'impressione di aspettarsi molto da tè. 3) Mi e
caduta la cartellina e i fogli si sono sparsi qua e la. 4) Dà Giovanni mi sarei aspettata un
atteggiamento diverso. 5) Qual è il bar in cui servono un ottimo te? 6) Fa un po' più dì attenzione!
7) Ce lo diceva ieri, Tina, che là prof di storia abita in quella via. 8) In questo negozio non si fa più
credito a nessuno 9) Credo che presto nevichera10) Di un po', perche non ti ricordi mai dì portare il
libro a scuola? 119 Cio che dici non e accettabile 12) Qui o la per me fà lo stesso 13) Questo
servizio da te proviene dal negozio di antichita la in fondo 14) Nicola andava su e giu dalla via 15)
Se fosse per tè, saremmo ancora bloccati lassu 16) Vieni qui!
Esercizio: Scrivi una frase per ciascuna delle seguenti coppie
da-dà, la-là, e-è, li-lì, ne-nè, si-sì, te-tè, di-dì, se-sè
B) APOSTROFO, ELISIONE,
TRONCAMENTO Per iniziare: ricorda che l'apostrofo
si usa per segnalare:
1) la caduta della vocale non accentata in fine di parola davanti alla parola successiva
iniziante per vocale. Tale caduta si chiama elisione e avviene con:
- gli articoli una, lo, la Es. un'amica, l'asino, l'automobile
- le preposizioni articolate composte con gli articoli lo e la Es. nell'osso, dall'angolo, sull'acqua
- gli aggettivi questo, quello bello, santo al singolare Es. quest'abito, bell'uomo, sant'Antonio
- la preposizione di Es. d'argento, d'incanto
- la particella ci seguita dai verbi essere ed entrare Es. c'è, c'era, c'entrano
2) la caduta della parte finale di una parola (una singola vocale o un'intera sillaba) nei
seguenti casi:
- po' (poco) Es. Fa ancora un po' freddo
- di' imperativo del verbo dire Es. Di' sempre la verità!
- da' imperativo del verbo dare Es. Da' acqua alle piante!
- fa' imperativo del verbo fare Es. Fa' il tuo dovere!
- va' imperativo del verbo andare Es. Va' via da qua!
- sta' imperativo del verbo stare Es. Sta' un po' fermo!
3) la riduzione delle cifre indicanti un anno Es. il '48 per il 1948
Quando NON viene usato l'apostrofo? L'apostrofo NON viene usato nei casi di
TRONCAMENTO, cioè:
- uno, ciascuno, alcuno, nessuno al maschile Es. un albero, ciascun animale, alcun modo,
nessun arbitro
- l'aggettivo buono al maschile singolare Es. buon anno
- quello al maschile singolare ma solo davanti a consonante Es. quel portone N.B. Davanti a
vocale, come abbiamo ripassato prima, vi è l'elisione Es. quell'ostacolo
- tale, quale Es. era un tal disastro! Es. qual è il tuo numero di telefono?
- gli aggettivi bello, grande, santo al maschile singolare ma solo davanti a consonante
Es. bel discorso, gran film, san Carlo
- frate, suora seguiti da nomi propri Es. fra Galdino, Suor Gertrude
- i nomi dottore, ingegnere, professore, signore seguiti da nome proprio Es. dottor
Martini, ingegner Rossi, professor Zanni, signor Rossi
Da non confondere: coppie di sillabe unite, separate, con h, con apostrofo
La seguente tabella è fondamentale per evitare errori di ortografia:
Me lo
Es. Me lo ha
detto ieri
Me la
Es. Me la
presti?
Me l'ha
Es. Me l'ha
rubata
Melo
Es. Il melo è in
fiore
Mela
Es. Buona
questa mela!
Te lo
Es. te lo sogni,
caro mio!
Te la
Es. Te la presto
volentieri
Te l'ho
Es. Te l'ho già
spiegato
Te l'ha
Es. Te l'ha già
spiegato
Telo
Es. Il telo si sta
asciugando
Tela
Es. La tela del
ragno
Glielo
Es. Glielo dico
io!
Gliela
Es. Gliela offra
al miglior
prezzo
Gliel'ho
Es. Gliel'ho
fatto avere in
tempo
Gliel'ha
Es. Gliel'ha
prestata ieri
Ce lo
Es. Ce lo farà
recapitare
Ce la
Es. Ce la
rispiegherà
Ce l'ho
Es. Ce l'ho già,
grazie mille!
Ce l'ha
Es. Ce l'ha
detto
gentilmente
Ve lo
Es. Ve lo dissi
tempo fa
Ve la
Es. La ricerca?
Ve la studiate!
Ve l'ho
Es. Ve l'ho
trovato, no?
Ve l'ha
Es.Ve l'ha
messo per
iscritto
Velo
Es. Il velo era
strappato
Vela
Es. Barca a vela
Me ne
Es. Me ne
interesserò!
Me n'è
Es. Me n'è
rimasto poco
Te ne
Es. Te ne
prego,
Te n'è
Es. Te n'è
ascoltami! rimasto un po'?
Gliene
Es. Gliene dirò
quattro!
Glien'è
Es. Glien'è
rimasto poco
Ce ne
Es. Ce ne sono
di schiocchi!
Ce n'è
Es. Ce n'è a
sufficienza
Cene
Es. Le cene
aziendali
Ve ne
Es. Ve ne parlo
subito
Ve n'è
Es. Ve n'è in
frigorifero!
Vene
Es. Le vene del
corpo umano
E per finire... i monosillabi DI, DA, FA, STA, VA: senza accento, con accento, con apostrofo
SENZA ACCENTO CON ACCENTO CON APOSTROFO
Di, preposizione semplice
Es. Un vaso di terracotta
Dì, nome
Es. Ho lavorato tutto il dì
Di', imperativo, 2 pers. Sing.
Es. Dì a tutti cosa pensi
Da, preposizione semplice
Es. Vengo da Milano
Dà, verbo dare, indic. Pres., 3
pers. Sing.
Es. Egli dà un esempio a tutti
Da', imperativo, 2 pers. Sing.
Es. Da' un bacio alla nonna!
Fa
1) verbo fare, indic. Pres.,
3 pers. Sing. Es. Paolo fa
confusione
2) avverbio Es. Un anno fa
ero qui
3) nota musicale Es. Una
sonata in fa
Fa', imperativo, 2 pers. Sing.
Es. Fa' un piacere a tua sorella!
Sta, indic. Pres., 3 pers. Sing. Sta', imperativo, 2 pers. Sing.
Es. Sta' fermo almeno un
Es. Papà sta preparando la cena attimo!
Va, indic. Pres., 3 pers. Sing.
Es. Il fiume va verso il mare
Va', imperativo, 2 pers. Sing.
Es. Va' pure, altrimenti fai tardi
Esercizio: Riscrivi ogni frase inserendo l'elisione ogni volta che è possibile:
1) Quella estate lo avevamo ospitato al mare 2) I due vanno sempre di amore e di accordo 3) Nello
stagno ci era una anatra 4) A Padova ci è il santuario di Santo Antonio 5) Quello uomo ha
spaventato la amica di Susanna 6) Anche io desidero mangiare una albicocca
Esercizio: Nelle frasi seguenti sottolinea tutte le parole che hanno subito un troncamento:
1) Ho voglia di mangiare un buon gelato 2) Quel turista porta sulle spalle uno zaino pesante 3)
L'insegnante di religione è suor Anna 4) Oggi nessun alunno è assente 5) San Pietro è il patrono del
paese 6) sto leggendo un bel libro sulla natura.
Esercizio: Segna l'apostrofo dove è necessario:
1) Ho prestato a Gianni un libro di storia 2) Di subito al papà quello che hai combinato 3) Da a
Michele il tuo zaino 4) Arrivi adesso da Roma 5) Spegni la televisione e fa i compiti 6) Fa è la
quarta nota musicale della scala del do 7) Sandro va sempre a scuola a piedi 8) Va subito in camera
tua 9) Sta zitto, ho mal di testa
Esercizio: Nelle frasi seguenti sottolinea le parole con elisione e cerchia quelle con troncamento,
ricordando che il troncamento è tale solo in pochi casi:
1) Ricordo ancora quell'episodio increscioso 2) Nessun albero per fortuna ha riportato danni dal
temporale 3) Quel romanzo è davvero avvincente 4) A quell'epoca Sandro aveva solo tre anni 5)
Questo gioco non m'interessa affatto 6) Quell'auto ci è passata vicino a gran velocità, schizzandoci
di fango senza nessun riguardo 7) Qual è il tuo cantante preferito? 8) Da' il tuo gioco a quel
bambino piccolo! 9) C'era un'aria fresca che ci faceva sentire pieni d'energia 10) Nella chiesetta di
San Mauro si tengono anche concerti
Esercizio: Controlla la correttezza di apostrofi e accenti, riscrivendo correttamente le frasi:
1) Il fumo mi da proprio fastidio 2) Mario ha molta fiducia in sé stesso 3) Gli ho scritto di
venire quì subito 4) Non mi piacciono ne i cani ne i gatti 5) Ha un buon carattere, dice sempre si 6)
Se fossi in tè, mi comporterei diversamente 7) Ti dò un consiglio 8) Non beve piu caffè perche gli fà
maleEsercizio: Completa le frasi inserendo opportunamente:
di'-di-dì a) Il diario _ Carlo è rotto b) Anche se non sei d'accordo, pure la tua opinione c)
Un ritorneremo sui Monti Urali d) punto in bianco si alzò e se ne andò e) un po':
hai studiato storia?
da'-da-dà a) Il sole allegria b) Vengo Roma, non Adria c) Clara, una mano a
tuo padre
fa'-fa a) La lavapiatti fastidio rumore b) piano o sveglierai i vicini c) di tutto per darmi
sta'-sta a) Martina un'ora davanti allo specchio b) Non bene c)
attento a come parli!
va'-va a) A causa di un guasto il treno a rilento b) bene, vengo subito c) più veloce,
è tardi!
Esercizio: In queste coppie metti l'apostrofo dove necessario.
Un obolo - Un idea - Un ostruzione - Un ala - Un isola - Un orco - Un urlo - Un abbaino - Un asta –
Un occhio - Un elicottero - Un aereo - Un estate - Un etichetta - Un orologio - Un inno - Un ancora
- Un alunna - Un eco - Un attacco - Un altra - Un autostrada - Un oca - Un uovo - Un astuzia -
Un orco - Un addio - Un anno - Un erba - Un ombra
Esercizio: Correggi gli errori di ortografia:
a) Luisa ha dimenticato da noi questo bello cappello b) Non ho alcuno motivo per rifiutare il
suo invito c) Quando sono arrivato, gli amici non ci erano ancora d) Paolo ha la febbre: verrà il
dottore Vanni e) Qual'è il nome di tuo zio? f) Dovresti evitare quel amicizie g) Sandro è un'amico
prezioso
h) Nello appartamento ci era molto disordine i) Lo anno scorso abbiamo passato insieme le vacanze
l) Ci è Mario in casa?
Esercizio: Completa le parole inserendo SCE o SCIE
1) Bisogna sempre attraversare sulle stri . 2) Vi siete comportati da autentici inco nti. 3)
Non abbiamo ancora potuto gliere il vettore opportuno. 4) L’u _re seppe indicarmi se il
funzionario era ancora in ufficio. 5) I prossimi decenni vedranno la maggiore concentrazione di
nziati della storia. 6) Credevo di aver svolto co nziosamente il mio compito. 7) Il
numero di brevetti testimonia del livello ntifico di una nazione. 8) E’ stato uno spettacolo
veramente o no
Esercizio: Completa con CU - QU - CQU - QQU
1) In corrispondenza dell’e inozio, il latte ha cominciato ad assumere una consistenza a
osa.
2) Con quanta fre _nza si beve un bicchierino di li ore? 3) Gli in ilini non sono
responsabili dell’in namento delle a e. 4) Non ti permetto di interlo ire con un oco
così otato. 5) La borsa di oio si è s cita tutta: alcuno può aggiustarla
senza farmi spendere troppo? 6) Uno s librato mise a so adro la sede della estura. 7) Per in
ietare e in tere paura, gli basta avvicinarsi al dro elettrico. 8) Tutta questa promis ità rischia di s
alificare una s _ola molto otata.
Esercizio: Inserisci i segni di interpunzione tra quelli proposti
Il settimo e ultimo libro della serie di Harry Potter stabilirà un nuovo record (: ;) sarà stampato in
12 milioni di copie (, ;) la tiratura più alta di tutti i tempi (. ?) Lo ha annunciato l’editore
statunitense Scholastic Inc. (, ;) che per il lancio di (“ :) Harry Potter and the Deathly Allows
(“ ,) (, ;) previsto nelle librerie di Gran Bretagna e Stati Uniti per la mezzanotte del prossimo
21 luglio (, ;) ha organizzato una campagna pubblicitaria senza precedenti (, ;) con un budget
di milioni di dollari (. !) La saga del maghetto creata dalla scrittrice scozzese J.K. Rowling
avrebbe sinora venduto (, ;) in base a recenti dati statistici (, ;) 325 milioni di copie (, :)
con traduzioni in 64 lingue.
PARTE SETTIMA: ESERCITIAMO IL LESSICO!
Esercizio: Trova quanti più sinonimi possibili dei seguenti termini:
sottile, dolore, ansia, maniera, residenza, litigio, racconto, cassa, messaggio, guerra, flora, giovane,
antico, rapido, macchina, età, lampada, lavare, bianco, scuro
Esercizio: Sostituisci il verbo «fare» con un altro verbo più preciso ed adatto al contesto.
1. Proprio i miei più cari amici, le persone dalle quali meno me lo aspettavo, mi hanno fatto un
brutto scherzo. 2. Tutti i professori del corso di laurea hanno fatto a Laura le loro più vive
congratulazioni perché è stata l’unica studentessa di tutto il corso a conseguire la laurea con lode. 3.
Uno dei segreti per poter essere un buono studente, è quello di fare attenzione alle spiegazioni dei
professori in classe. 4. Faccio la prima superiore. 5. Abbiamo fatto un ricorso legale alle autorità
competenti. 6. All’esame di Licenza Media i miei professori mi hanno fatto delle domande davvero
facili. 7.Come ogni domenica, la nonna ci fa un pranzo squisito. 8. Il caffè non mi fa dormire.
Esercizio: Sostituisci il verbo «prendere» con un altro verbo più preciso ed adatto al contesto.
1. Con un balzo il leone assalì il cacciatore di frodo e lo prese con i denti selvaggiamente. 2. Dopo
un lungo periodo di separazione, la madre prese i figli tra le braccia li coprì di baci. 3. Il generale si
prese la responsabilità del fallimento dell’operazione di guerra contro i barbari. 4. Eletto pontefice,
il Cardinale Carafa prese il nome di Paolo IV. 5. Gli fu data quella triste notizia durante il pranzo; e
lui fu preso da una tristezza così profonda che rifiutò di prendere altro cibo. 6. Gli alunni che si
saranno distinti nel corso dell’anno scolastico per il loro profitto prenderanno un premio. 7. Il
latitante fu preso nell’appartamento dove si nascondeva da ormai più di vent’anni. 8. Il sasso,
lanciato dal cavalcavia da alcuni idioti irresponsabili, prese in pieno il parabrezza della macchina.
Esercizio: Sostituisci il verbo «dire» con un altro verbo più preciso ed adatto al contesto.
1. Al telegiornale hanno appena detto che, a breve, il Governo deciderà per un taglio delle tasse.
2.«Ma non è possibile!», disse la professoressa di Francese. 3. Ho detto a tutti i miei colleghi di
venire con me per un week-end sulla neve. Non mi aspettavo che tutti avrebbero accettato così
entusiasticamente: e adesso... dove li metto? 4. L’accusato, per l’ennesima volta, disse davanti a tutti
che era innocente ed estraneo ai fatti. 5. La compagna di banco era in grande difficoltà durante
l’interrogazione. Fu per questo che Luigi si espose e le disse la risposta giusta. 6. Ogni lunedì
mattina, la mia collega mi dice tutto quello che ha fatto nel fine settimana. 7. Se mi vedi così
scosso, è perché Luisa mi ha detto un avvenimento della sua vita di cui ben poche persone sono a
conoscenza. 8. Questa è la sua versione dei fatti, Signora. È pronta a dire ufficialmente che le cose
stanno così anche davanti ad un giudice?
Esercizio: Sostituisci gli aggettivi «buono», «grande» e «forte» con altri aggetti più precisi ed
adatti al contesto.
1.Questo arrosto è davvero buono. Complimenti alla cuoca! 2. Abito nel condominio alle spalle di
quel vecchissimo rudere abbandonato da decenni; ho sempre paura che possa crollare da un
momento all’altro: le sue fondamenta non devono essere particolarmente forti. 3. Durante la scalata
al Sasso Piatto fummo quasi investiti da una valanga di grandi rocce, smosse da chissà quale
irresponsabile. 4. Enrico di Sassonia lasciò a suo figlio Ottone una grande eredità: il futuro Sacro
Romano Impero Germanico. 5. Hai commesso due errori piuttosto grandi nella traduzione. È il caso
che tu ripassi. 6. I soldati di Cesare, nonostante le perdite dei compagni, si dimostrarono comunque
molto forti. 7. Il metodo di insegnamento del mio professore di Storia è molto buono.
Esercizio: Sostituisci il termine generico “cosa” con uno più adeguato e specifico:
1. La cosa più difficile, parlando con i genitori, è far valere le proprie ragioni con calma 2.
Nell'azienda in cui lavoro le cose vanno male per colpa della generale crisi economica 3. Claudio è
caduto e si è fratturato un braccio: purtroppo sono cose che capitano 4. Conservo le cose di valore
in cassaforte 5. E' stata una cosa imbarazzante 6. Mettere le auto in doppia fila è una cosa
detestabile
Esercizio: Trova i contrari
rigido – litigioso – svogliatamente – ostile – calvo – operoso – artificiale – adorare – microscopico
– disperato – eccezionale – servo - sposato – aggiustare – vivo – uscire – vicino – buono - povero -
attivo – colpevole – innocuo – intensamente – sacro – soleggiato – segreto – arretrata – risolvere –
bonaccia - colmo – colpire – minaccia – speranza – accendere – parlare – andare – premio - premere
Esercizio: Componi più frasi con le parole proposte (una per significato)
albero – stadio – cella - raggio - materia – arco – cotta - tasso – rotta – stagno – cera – fiera – disco -
morso –pianta – fuoco
Esercizio: Individua gli aggettivi qualificativi presenti nelle frasi e sostituiscili con sinonimi più
comuni
1. Daria è una ragazza arguta 2. Il capoufficio è un uomo tronfio 3. Quell'armonia era fittizia 4. La
sua speranza si rivelò fallace 5. Sono stati puniti per aver scritto frasi salaci sui compagni 6. Con
atteggiamento bellicoso si preparò ad affrontare il nemicoEsercizio: Cosa significano questi
aggettivi?
1. Intimidatorio a) che intimidisce b) che intimorisce
2. Pusillanime a) debole b) vile
3. Inerme a) incapace b) indifeso
4. Versatile a) contraddittorio b) abile in diversi campi
5. Angusto a) strano b) stretto
PARTE SETTIMA: SVILUPPIAMO IL PIACERE DELLA LETTURA!
J. Gaadner, La ragazza delle arance
P. Grossi, Pugni
M. Haddon, Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte
P. Mauresing, La variante di Luneburg
PARTE OTTAVA: PRODUZIONE SCRITTA (complessivamente quattro elaborati)
Svolgi tre elaborati scritti tra i titoli elencati di seguito (obbligatorio quello sull’Odissea):
1. Scegli una foto della tua famiglia, osservala, quindi descrivi ciò che vedi e i ricordi e le emozioni che
hai provato quando è stata scattata quell’immagine. (Allegala al compito)
2. Descrivi un vecchio giocattolo ritrovato in cantina, prima in modo oggettivo e poi in modo soggettivo
(lasciando riemergere emozioni e ricordi della tua infanzia)
3. Anche noi come gli antichi abbiamo bisogno di eroi. Qual è il tuo eroe? Descrivilo.
4. Racconta un episodio allegro delle tue vacanze prima come narratore esterno e poi interno.
5. Parla del testo di una canzone o di un film che ti ha particolarmente colpito e spiega quali
emozioni e riflessioni suscita in te.
6. I due momenti più importanti della giornata: il mattino e la sera.
Seconda Sezione
COMPETENZA TESTUALE
In questa sezione troverai dei testi in prosa dei quali dovrai svolgere l’analisi secondo la struttura alla quale siamo
abituati, struttura tipo, analessi e prolessi, ricostruzione della fabula, personaggi, ambientazioni e narratore.
Dovrai svolgerle ordinatamente su fogli (protocollo a righe) che allegherai al presente quaderno.
Parte seconda – Analisi del testo narrativo
Edgar Allan Poe
Il ritratto ovale
Il castello nel quale il mio servitore si era arrischiato a entrare a viva forza, piuttosto che permettermi di passare la notte
all’aria aperta, data la grave condizione della mia ferita, era una di quelle costruzioni miste di tristezza e splendore che per
tanto tempo hanno innalzato la loro fronte accigliata in mezzo agli Appennini nella realtà non meno che nella fantasia della
signora Radcliffe1: sembrava temporaneamente abbandonato e solo da poco tempo. Ci stabilimmo in una delle camere più
piccole e meno riccamente ammobiliate, situata in una torre appartata: il suo arredamento era ricco, ma vecchio e in cattive
condizioni. I muri erano ricoperti di arazzi e ornati di numerosi trofei araldici di tutte le forme e da una quantità veramente
favolosa di pitture moderne in cornici di ricchi dorati arabeschi. Di questi quadri che pendevano non solo dalle pareti
principali, ma anche in tutti i molti angoli che la bizzarra architettura del castello aveva reso necessari, di questi quadri forse
il delirio incipiente mi spinse ad interessarmi profondamente, tanto che ordinai a Pedro di chiudere tutte le pesanti imposte
della camera poiché era già notte, di accendere le candele di un gran candelabro che era posto vicino al mio letto e di aprire
completamente tutte le tende di velluto nero ornate di frange che circondavano il mio letto. Desideravo tutto questo perché,
se non fossi riuscito a dormire, mi sarei potuto almeno distrarre alternativamente, contemplando quei quadri e leggendo un
piccolo volume che avevo trovato sul cuscino e che parlava appunto del valore di essi e ne faceva una minuta descrizione.
Lessi per molto, per moltissimo tempo e contemplai ogni oggetto religiosamente e devotamente; le ore passarono rapide e
piacevoli finché udii sonare mezzanotte. Poiché non ero contento della posizione del candelabro, stesi con difficoltà la mano
per non scomodare il mio servitore che dormiva e lo collocai in modo che la luce cadesse tutta sul libro. Ma questa
operazione produsse un effetto del tutto inatteso: la luce delle numerosa candele (erano infatti molte) si posò sopra una
nicchia della camera che fino a quel momento era
stata nascosta da una colonna del letto in un’ombra profonda; vidi così in una luce viva un quadro che dapprima mi era
sfuggito; era il ritratto di una giovinetta, già quasi donna; gettai un rapido sguardo al quadro e chiusi gli occhi, senza
nemmeno comprenderne il motivo; ma, mentre le mie palpebre rimanevano così chiuse, analizzai rapidamente la ragione che
me le aveva fatte chiudere; era stato un movimento impulsivo per guadagnare tempo e per riflettere, per essere sicuro che i
miei occhi non mi avevano ingannato, per calmare e preparare il mio spirito ad una contemplazione più fredda e serena.
Dopo pochi istanti guardai di nuovo il quadro. No, non potevo più dubitare in nessun modo, anche se lo avessi voluto, di
vedere ogni cosa così chiaramente, poiché la prima luce di quelle candele sulla tela sembrava aver distrutto la trasognata
meraviglia dalla quale erano stati presi i miei sensi e avermi richiamato di colpo alla vita reale.
Ho già detto che era il ritratto di una giovane: si trattava soltanto della testa e delle spalle, eseguite in quella maniera che in
linguaggio tecnico si chiama a mezzo busto e che ricordava assai nello stile le testine favorite di Sully2. Le braccia, il petto e
persino il contorno della capigliatura luminosa si confondevano in maniera impercettibile nell’ombra vaga, ma profonda che
faceva da sfondo al quadro. La cornice era ovale, splendidamente dorata e filigranata in stile moresco; come opera d’arte
nulla era più ammirevole del quadro in se stesso, ma non furono né la perfezione dell’opera, né l’immortale bellezza di quel
viso che mi impressionarono così all’improvviso e così fortemente; meno ancora era da supporre che la mia immaginazione
scossa da un mezzo torpore potesse aver preso quella testa per quella di un essere vivente. Vidi subito che i particolari del
disegno, il mezzo busto e l’aspetto della cornice avrebbero dissipato
immediatamente un simile incantesimo e mi avrebbero salvato da ogni illusione anche momentanea. Meditando seriamente
su tutto ciò, restai forse un’ora, mezzo seduto, mezzo sdraiato, con gli occhi fissi su quel ritratto. Alla fine, avendo scoperto il
vero segreto del suo effetto, mi lasciai ricadere sul letto; avevo trovato che il fascino di quel dipinto era un’espressione di
vitalità assolutamente simile alla stessa vita, che mi aveva fatto prima trasalire e poi mi aveva confuso, vinto e spaventato. In
preda ad un timore riverente e profondo, collocai il candelabro nella posizione precedente; dopo di essermi così tolta dalla
vista la causa della mia agitazione, cercai con ansia il libro che conteneva la descrizione dei quadri e le loro storie. Ricercato
subito il numero che designava il ritratto ovale, io vi lessi questo vago e strano racconto:
«Era una giovinetta della più rara bellezza, tanto amabile, quanto piena di allegria. Maledetto sia il momento in cui vide il
pittore poiché lo amò e divenne sua sposa. Egli era un giovane appassionato, studioso e austero e aveva già una sposa nella
sua arte; ella era una giovinetta della più rara bellezza, tanto amabile, quanto piena di allegria, tutta luce e sorrisi, gaia come
un giovane cerbiatto. Innamorata di tutto alla follia, ella odiava soltanto l’arte che era sua rivale; nulla temeva all’infuori dei
pennelli, della tavolozza e degli altri odiosi arnesi che la privavano della vista del suo amore. Fu una cosa terribile per lei
udire il pittore esprimere il desiderio di ritrarre anche la sua giovane moglie, ma ella era ubbidiente ed umile e posò per
lunghe settimane nell’oscura alta camera della torre, dove la luce filtrava sulla tela bianca solo da un’apertura del soffitto, ma
il pittore metteva tutta la sua gloria in questo lavoro che avanzava di giorno in giorno, d’ora in ora. Era un uomo
appassionato, bizzarro e pensieroso che si perdeva in continue fantasticherie, cosicché non si accorgeva che quella luce che
così tetramente scendeva in quella torre solitaria minava la salute e lo spirito della sua sposa che dimagriva visibilmente agli
occhi di tutti, tranne che ai suoi. Ella tuttavia continuava a sorridere sempre, senza mai lamentarsi, perché vedeva che il suo
pittore, che già era famoso, provava vivo e ardente piacere nel suo lavoro e si affannava giorno e notte per ritrarre colei che
tanto l’amava e che ogni giorno diveniva più debole e sfinita. Coloro che vedevano il ritratto parlavano a bassa voce della
sua rassomiglianza come di un’opera meravigliosa e di una prova non minore della potenza dell’amore profondo che il
pittore portava a colei che ritraeva così mirabilmente, ma alla fine, avvicinandosi il lavoro al suo compimento, non fu più
ammesso nessuno nella torre, poiché il pittore era quasi pazzo per l’ardore del suo lavoro e levava raramente gli occhi dalla
tela persino per guardare il viso della sua amata; egli non si accorgeva che i colori che stendeva sulla tela erano tolti dalle
gote di colei che era lì seduta vicino. E quando furono passate parecchie settimane e restava ormai ben poco da fare, forse
solo l’ultimo tocco alla bocca e un tratto agli occhi, lo spirito della signora palpitò ancora un momento, come l’ultima
fiamma di una candela. Quando l’ultimo tocco fu dato e l’ultimo tratto fu posto, per un attimo il pittore rimase in estasi
dinanzi al proprio lavoro, quel lavoro uscito dalle sue mani, ma poi, mentre ancora guardava, incominciò a tremare e a impallidire e, preso da grande spavento, urlando con voce potente: - In verità, questa è la vita stessa! – Si volse per guardare
la sua amata: ella era morta!». 1 Ann Radcliffe: scrittice inglese del Settecento.
2 Thomas Sully: pittore americano dell’Ottocento.
Beppe Fenoglio
L’acqua verde
Era venuto al fiume nell’ora di mezzogiorno, e non c’era nessuno sul fiume, nemmeno il martin pescatore. Aveva
attraversato il ponte perché pensava che era meglio succedesse sulla sponda opposta alla città, e poi aveva continuato ad
allontanarsi per un sentiero che andava a perdersi nel sabbione. Da dove s’era fermato e seduto, poteva vedere il ponte,
lontano come se fosse incollato all’orizzonte, e gli uomini e i carri che ci passavano sopra gli apparivano formiche e
giocattoli.
Era già un pezzo che stava lì seduto sotto il pioppo, con in grembo l’ombra dell’albero e le gambe stese al sole. Perché non
l’aveva già fatto? S’era lasciato distrarre a lungo da un uccellino venuto a posarsi su una lingua di terra ghiaiosa e sterposa
che rompeva l’acqua proprio di fronte a lui. L’uccellino s’era messo a esplorare quella terra saltellando a zampe giunte tra gli
sterpi e storcendo la testa a destra e a manca come avesse nel collo un meccanismo. Era grazioso, col dorso color tabacco e
una fettuccia turchina intorno al collo bianchissimo. L’aveva preso un’incredibile curiosità di saperne la razza, si disse
persino che se fosse tornato in città avrebbe potuto descriverlo al suo amico Vittorio che se ne intendeva e così saperne il
nome. Ma lui in città non ci tornava. Addio, Vittorio. Ti farà effetto, lo so. Per un lungo tempo non misurato seguì con gli
occhi l’uccellino, e per tutto quel tempo ebbe sulla bocca un gentile e pieno sorriso che quando s’accorse d’averlo, gli lasciò
dentro un profondo stupore. Sbatté un poco le ciglia e dopo non riuscì più a rintracciare l’uccellino. Sparito l’uccellino, aveva
abbassato lo sguardo sul quadrato di sabbia davanti ai suoi piedi, così pura e distesa che lui poteva seguirci l’ombra del volo
d’insetti minutissimi. Poi si sentì sete e con gli occhi cercò tra l’erbaccia, dove le aveva gettate, le due bottigliette
d’aranciata. Si disse che aveva fatto male a berle tutt’e due subito, ma ritardando l’aranciata si sarebbe fatta calda e
disgustosa come orina, e poi lui non credeva che ci avrebbe messo tanto a far la cosa. Si ricordava di mentre comperava le
aranciate. Era andato dal barista Ottavio, che era un suo mezzo amico.
«Dammi due aranciate.»
«Perché due?»
«Perché credo d’averne bisogno di due. Avrò sete. Vado fuori in questo calore.»
Era chiaro che Ottavio si faceva nella sua testa l’idea che lui uscisse con una donna, ma Ottavio disse solamente: «Allora te
le porti con te? I vuoti sono a rendere. Ricordati di portarmeli stasera». «Non sono mica sicuro di riportarteli.» «Allora ci
vuole una cauzione di venti lire per bottiglietta. Fa quaranta lire. Te le rimborso stasera, se mi
riporti i vuoti. Grazie, ciao.» “Sai , Ottavio, non mi rimborserai mai più il mio deposito. Ho idea che stasera o domani
cercherai nel tuo cassetto i miei quattro biglietti da dieci e quando crederai d’averli trovati, te li metterai sul palmo della
mano e li guarderai e ci mediterai sopra un bel po’.” Però si sentiva sempre sete. Si disse: “Perché mi preoccupo della sete?
Non son venuto qui per l’acqua? Perché la faccio tanto lunga?” e si alzò. Uscì dall’ombra dell’albero e camminò nel sole
verso l’acqua. Si guardò tutt’intorno per vedere se c’erano pescatori vicini o lontani: nessuno, non una canna che oscillasse
sopra il verde o che sporgesse dalle curve dell’argine. Decise di studiare il fiume, ma prima volle accendersi una sigaretta. Se
n’era comprate di quelle di lusso, mai comprate in vita sua, ma oggi era diverso. Però trovava che quelle famose sigarette da
signori gli impastavano la lingua e gli irritavano con la loro troppa dolcezza la gola. Dopo quattro o cinque boccate gettò la
sigaretta. Faceva da terra un fumo straordinariamente azzurro e denso, che si spiralava perspicuamente nell’aria dorata.
Poteva esser visto da lontano, così colorato e tardo a svanire, far da
richiamo: andò a soffocarlo accuratamente col piede. Poi, a due passi dall’acqua, esaminò il fiume. Ne prese e tenne
sott’occhio una lunghezza di trenta passi, il tratto dove lui sapeva che l’avrebbe fatta finita, e si stupì di come l’acqua variava
di colore. Le correnti erano grigio-ferro e gli specchi d’acqua profonda color verde. Studiò la corrente più vicina e lo
specchio in cui essa si placava. Raccolse una pietra, oscillò tre volte il braccio e la mandò a cadere a piombo sullo specchio.
Fece un gran tonfo e un alto spruzzo, con le spalle aggricciate lui guardò farsi i cerchi e poi si disse ridiscendendosi: “Non
sono pratico del fiume, ma dev’essercene d’avanzo”. Si chinò sui ginocchi e pensava: “È semplice. Vado nella corrente, mi ci
lascio prendere e lei mi porta da sola nell’acqua alta. Sarà come andarci in macchina. Sono contento che non so nuotare; mi
ricordo che da ragazzo e da giovanotto mi dispiaceva, ma adesso sono contento di non aver mai imparato. Così una volta
nella corrente, più niente dipenderà da me”.
Restando chino sui ginocchi e trascinando avanti una gamba e poi l’altra andò nell’acqua e ci infilò dentro un dito. Era calda,
più in là lo sarebbe stata meno, ma non tanto. C’erano con lui sulla riva sei o sette strane mosche col dorso che mandava
lampi azzurri, scalavano le pietre e i detriti, passeggiavano la sabbia e parevano non aver paura di lui. Lui sventolò una mano
e le mosche si ritirarono, ma mica tanto lontano. Con le mani sui ginocchi, guardava il pelo dell’acqua e si lasciava riempir le
orecchie del suo rumore. Levando gli occhi dall’acqua, vide come se la terra scappasse contro corrente. “La terra parte.” Si
sentiva una vertigine nel cervello e pensò che quella vertigine gli veniva buona per fare la cosa. Ma come si alzò, già gli era
passata.
Dentro la tasca il pacchetto delle sigarette gli faceva borsa sulla coscia. Lo tirò fuori e fece per gettarlo. Ma frenò la mano,
cercò una pietra prominente all’asciutto e andò a posarci sopra il pacchetto. “È ancora quasi pieno, a qualcuno farà piacere
trovarlo, lo troverà uno di quei disgraziati che vengono qui per legna marcia.”
Raccoglieva pietre e una dopo l’altra se le cacciava in seno. Per quel peso ora non poteva più star ben eretto con la schiena.
Levò gli occhi al cielo, il sole glieli chiuse, e disse: «Papà e mamma, dove che siete, non so se mi vedete, me se mi vedete
non copriteli gli occhi. Non è colpa vostra, ve lo dico io, non è colpa vostra! Non è colpa di nessuno».
Camminava già nell’acqua al ginocchio ed avanzando raccoglieva ancora pietre sott’acqua e se le cacciava in seno grondanti.
Arrivò tutto curvo dove più forte era la corrente che portava all’acqua verde.
Giuseppe Tomasi di Lampedusa
La gioia e la legge
Quando salì in autobus infastidì tutti. La cartella stipata di fogli altrui, l’enorme involto che gli faceva arcuare il braccio
sinistro, il fasciacollo di felpa grigia, il parapioggia sul punto di sbocciare, tutto gli rendeva difficile l’esibizione del biglietto
di ritorno; fu costretto a poggiare il paccone sul deschetto del bigliettaio, provocò una frana di monetine imponderabili, tentò
di chinarsi per raccattarle, suscitò le proteste di coloro che stavano dietro di lui e cui le sue more incutevano il panico di
avere le falde dei cappotti attanagliate dallo sportello automatico. Riuscì ad inserirsi nella fila di gente aggrappata alle
passatoie; era esile di corporatura ma l’affardellamento suo gli conferiva la cubatura di una suora rigonfia di sette sottane.
Mentre si slittava sulla fanghiglia attraverso il caos miserabile del traffico, l’inopportunità della sua mole propagò il
malcontento dalla coda alla testa del carrozzone: pestò i piedi, gliene pestarono, suscitò rimproveri e quando udì perfino
dietro di sé tre sillabe che alludevano a suoi presunti infortuni coniugali, l’onore gl’ingiunse di voltare la testa e s’illuse di
aver posto una minaccia nell’espressione sfinita degli occhi. Si percorrevano intanto strade nelle quali facciate di un rustico
barocco nascondevano un retroterra abietto che per altro riusciva a saltar fuori ad ogni cantone; si sfilò davanti alle luci
giallognole di negozi ottuagenari. Giunto alla sua fermata suonò il campanello, discese, incespicò nel parapioggia, si ritrovò
finalmente isolato sul suo metro quadrato di marciapiede sconnesso; si affrettò a constatare la presenza del portafoglio di
plastica. E fu libero di assaporare la propria felicità. Racchiuse nel portafoglio erano trentasettemila duecentoquarantacinque
lire, la “tredicesima” riscossa un’ora fa, e cioè l’assenza di parecchie spine: quella del padrone di casa, tanto più insistente in
quanto bloccato ed al quale doveva due trimestri di pigione; quella del puntualissimo esattore delle rate per la giacca di
“lapin” della moglie ( “ Ti sta molto meglio di un
mantello lungo, cara, ti snellisce”); quella delle occhiatacce del pescivendolo e del verduraio. Quei quattro biglietti di grosso
taglio eliminavano anche il timore per la prossima bolletta della luce, gli sguardi affannosi alle scarpette dei bambini,
l’osservazione ansiosa del tremolare delle fiammelle del gas liquido; non rappresentavano l’opulenza certo, no davvero, ma
promettevano una pausa dell’angoscia, il che è la vera gioia dei poveri; e magari un paio di migliaia di lire sarebbe
sopravvissuto un attimo per consumarsi poi nel fulgore del pranzo di Natale. Ma di “tredicesime” ne aveva avute troppe
perché potesse attribuire all’esilarazione fugace che esse producevano l’euforia che adesso lo lievitava, rosea. Rosea, sì,
rosea come l’involucro del peso soave che gli indolenziva il braccio sinistro. Essa germogliava proprio fuori del panettone di
sette chili che aveva riportato dall’ufficio. Non che egli andasse pazzo per quel miscuglio quanto mai garantito e quanto mai
dubbio di farina, zucchero, uova in polvere e uva passa. Anzi, in fondo in fondo, non gli piaceva. Ma sette chili di roba di
lusso in una volta sola! Una circoscritta ma vasta abbondanza in una casa nella quale i cibi entravano a etti e mezzi litri! Un
prodotto illustre in una dispensa votate alle etichette di terz’ordine! Che gioia per Maria! Che schiamazzi per i bambini che
durante due settimane avrebbero percorso quel Far-West inesplorato, una merenda! Queste però erano le gioie degli altri,
gioie materiali fatte di vaniglina e di cartone colorato, panettoni insomma. La sua felicità personale era ben diversa, una
felicità spirituale, mista di orgoglio e di tenerezza; sissignori, spirituale. Quando poco prima il Commendatore che dirigeva il
suo ufficio aveva distribuito buste-paga e auguri natalizi con l’altezzosa bonomia di quel vecchio gerarca che era, aveva
anche detto che il panettone di sette chili che la Grande Ditta Produttrice aveva inviato in omaggio all’ufficio sarebbe stato
assegnato all’impiegato più meritevole, e che quindi pregava i cari collaboratori di voler democraticamente ( proprio così
disse) designare il fortunato, seduta stante. Il panettone intanto stava lì, al centro della scrivania, greve, ermeticamente
chiuso, “onusto di presagi” come lo stesso Commendatore avrebbe detto venti anni fa, in orbace. Fra i colleghi erano corse
risatine e mormorii; poi tutti, e il Direttore per il primo, avevano gridato il suo nome. Una grande soddisfazione,
un’assicurazione della continuità dell’impiego, un trionfo, per dirlo in breve; e nulla poi era valso a scuotere quella
tonificante sensazione, né le trecento lire che aveva dovuto pagare al bar di sotto, nel duplice lividure del tramonto
burrascoso e del neon a bassa tensione, quando aveva offerto il caffè agli amici, né il peso del bottino, né le parolacce intese
in autobus; nulla, neppure il balenare nelle profondità della sua coscienza che si era trattato di un attimo di sdegnosa pietà per
il più bisognoso fra
gli impiegati; era davvero troppo povero per permettere che l’erbaccia della fierezza spuntasse dove non doveva. Si diresse
verso casa sua attraverso una strada decrepita cui i bombardamenti quindici anni prima avevano dato le ultime rifiniture.
Giunse alla piazzetta spettrale in fondo alla quale stava rannicchiato l’edificio fantomale. Ma salutò gagliardamente il
portinaio Cosimo che lo disprezzava perché sapeva che percepiva uno stipendio inferiore al proprio. Nove scalini, tre scalini,
nove scalini: il piano dove abitava il cavaliere Tizio. Puah! Aveva la millecento, è vero, ma anche una moglie brutta, vecchia
e scostumata. Nove scalini, tre scalini, uno sdrucciolone, nove scalini: l’alloggio del dottor Sempronio: peggio che mai! Un
figlio scioperato che ammattiva per Lambrette e Vespe, e poi l’anticamera sempre vuota. Nove scalini, tre scalini, nove
scalini: l’appartamento suo, l’alloggetto di un uomo benvoluto, onesto, onorato, premiato, di un ragioniere fuoriclasse. Aprì
la porta, penetrò nell’ingresso esiguo già ingombro dell’odore di cipolla soffritta; su di una cassapanchina grande come un
cesto depose il pesantissimo pacco, la cartella gravida d’interessi altrui, il fasciacollo ingombrante. La sua voce squillò:
“Maria! Vieni presto! Vieni a vedere che bellezza!”.
La moglie uscì dalla cucina, in una vestaglia celeste segnata dalla fuliggine delle pentole, con le piccole mani arrossate dalle
risciacquature posate sul ventre deformato dai parti. I bimbi col moccio al naso si stringevano attorno al monumento roseo, e
squittivano senza ardore toccarlo. “Bravo! E lo stipendio lo hai portato? Non ho più una lira, io” “Eccolo, cara; tengo per me
soltanto gli spiccioli, duecento quarantacinque lire. Ma guarda che grazia di Dio!”. Era stata carina, Maria, e fino a qualche
anno fa aveva avuto un musetto arguto, illuminato dagli occhi capricciosi. Adesso le beghe con i bottegai avevano arrochito
la sua voce, i cattivi cibi guastato la sua carnagione, lo scrutare incessante di un avvenire carico di nebbie e di scogli spento il
lustro degli occhi. In lei sopravviveva soltanto un’anima santa, quindi inflessibile e piva di tenerezza, una bontà profonda
costretta ad esprimersi con rimbrotti e divieti; ed anche un orgoglio di casta mortificato ma tenace, perché essa era nipote di
un grande cappellaio di via Indipendenza e disprezzava le non omologhe origini del suo Girolamo che poi adorava come si
adorava un bambino stupido ma caro. Lo sguardo di lei scivolò indifferente sul cartone adorno. “Molto bene. Domani lo
manderemo all’avvocato Risma, al quale siamo
molto obbligati.” L’avvocato, due anni fa, aveva incaricato lui di un complicato lavoro contabile, e, oltre ad averlo pagato, li
aveva invitati ambedue a pranzo nel proprio appartamento astrattista e metallico nel quale il ragioniere aveva
sofferto come un cane per via delle scarpe comprate apposta. E adesso per questo legale che non aveva
bisogno di niente, la sua Maria, il suo Andrea, il suo Saverio, la piccola Giuseppina, lui stesso, dovevano rinunziare all’unico
filone di abbondanza scavato in tanti anni! Corse in cucina, prese il coltello, e si slanciò a tagliare i fili dorati che un’industre
operaia milanese aveva bellamente annodato intorno all’involucro; ma una mano arrossata gli toccò stancamente la spalla:
“Girala, non fare il bambino. Lo sai che dobbiamo disobbligarci con Risma.” Parlava la Legge, la Legge emanata dai
cappellai intemerati. “Ma cara, questo è un premio, un attestato di merito, una prova di considerazione!” “ La scia stare. Bella
gente quei tuoi colleghi pe ri sentimenti delicati! Una elemosina, Girì, nient’altro che un’elemosina.” Lo chiamavo col
vecchio nome di affetto, gli sorrideva con gli occhi nei quali lui solo potava
rintracciare gli antichi incanti.
“Domani comprerai un altro panettone piccolino, per noi basterà; e quattro di quelle candele rosse a tirabuscò
che sono esposte alla Standa; così sarà festa grande”. Il giorno dopo, infatti, lui acquistò un panettoncino
anonimo, non quattro ma due delle stupefacenti candele e, per mezzo di una agenzia, mandò il mastodonte
all’avvocato Risma, il che gli costò altre duecento lire.
Dopo Natale, del resto, fu costretto a comprare un terzo dolce che, mimetizzato in fette, dovette portare ai
colleghi che lo avevano preso in giro perché non aveva dato loro nemmeno un briciolo della preda sontuosa.
Una cortina di nebbia calò poi sulla sorte dl panettone primigenio. Si recò all’agenzia “Fulmine” per
reclamare. Gli venne mostrato con disprezzo il registrino della ricevute sul quale il domestico dell’avvocato
aveva firmato a rovescio.
Giorgio Scerbanenco
Non furto ai grandi magazzini
Era il giorno ideale, molta gente, ma non era sabato quando c'è troppa sorveglianza.
I pullover di lana angora erano proprio lì a pianterreno, una commessa sola doveva badare a tre banchi, era poi giorno di
pioggia, quando piove si porta l'impermeabile, sotto l'impermeabile, rapidamente, si può sistemare un paio di golf, e poi
voleva passare anche al reparto profumeria, non aveva più un profumo, né un rossetto,
sapeva che sorvegliavano anche con la televisione, doveva stare attenta, ma anche
con la televisione non possono vedere tutto, la settimana prima si era presa un ombrello e non se ne era accorto nessuno. «
Stai attenta a quella con l'impermeabile corto corto », disse il giovanotto davanti al visore del circuito chiuso televisivo, « è la
stessa che la settimana scorsa si è portata via l'ombrello e non abbiamo fatto in tempo a fermarla. »
La ragazza, che stava davanti a un altro visore, Io bloccò e spinse l'ingranditore
al massimo, così che si vide la bionda in impermeabile corto corto, quasi in primo piano, il volto giovane chiuso in
un'espressione seria e altera.
« Vuole ingannarci perché ha la borsetta piccola piccola », disse la ragazza,
« come se non Io sapessimo che si mette la roba sotto l'impermeabile. »
"Con una borsa così piccola non possono sospettare", pensà la ragazza, girando tra gli alti manichini che indossavano
luminose e piumescenti maglie di lana angora. Sotto l'impermeabile ce ne stavano anche tre o quattro.
« Chiama la caporeparto del pianterreno », disse la ragazza al visore inquadrando spietatamente la bionda in impermeabile,
inseguendola passo passo,
« sta andando dalla Zucchelli, le piacciono i golf di lana angora. »
Il giovanotto formò due numeri al telefono. « Sono Brossi del controllo TV, c'è una bionda con l'impermeabile corto nel
reparto della Zucchelli. È una ladra, la prenda in pieno. »
Lei si slacciò l'impermeabile, ignara di essere seguita in ogni suo gesto dalla telecamera, era proprio davanti al banco dei golf
gemelli, quello con le maniche
e quello senza. Ignara anche che era seguita in ogni gesto dalla caporeparto
e dal poliziotto. Levò la rnano dalla tasca dell'impermeabile.
Eccola che becca », disse la ragazza al visore.
Paola », disse lui. Era un giovane alto, bruno, magro.
Lei alzò il viso di scatto, come avesse già rubato e fosse stata
sorpresa.
« È un po' che non ci vediamo », disse lui, stringendole un braccio
"Ma non era stato lui che l'aveva piantata?" lei pensò. « Già », disse, soltanto già.
« Ti accompagno a far spese », lui disse, invitante, seduttore, « dopo ti faccio fare un giretto, ho la macchina nuova. »
« Possiamo uscire subito », disse lei, « ero qui solo a curiosare. » Era così felice di rivederlo.
La ragazza al visore continuò a spostare il mirino finché non vide la bionda in impermeabile corto corto uscire col
giovanotto. « Non ha beccato », disse.
« Ha trovato l'amico. »
Giorgio Scerbanenco
Prova per scegliersi la ragazza
Lui aveva undici anni, era come un uomo e aveva fatto le cose da uomo, le aveva detto di andare fino in fondo alla via di
casa, dove c'erano i giardinetti, e aspettarlo lì; poi l'aveva raggiunta e avevano finto come le altre volte di giocare, ma in
realtà lui sorvegliava l'arrivo del tram che fermava proprio davanti ai giardinetti e appena il tram era arrivato, di corsa erano
saliti, il capolinea del tram era proprio alla stazione, e una volta saliti sul treno non li avrebbero ripresi più. Lei aveva dieci
anni, era forse la più carina della strada dove abitavano, ma lui non si fidava, era uomo e d'istinto non si fidava delle donne, e
voleva essere sicuro che non fosse una pappa molle. "Hai paura?", le chiese. Lei lo guardò quieta. "No", disse. Non sapeva di
che cosa doveva aver paura, lui era il suo ragazzo e lei non poteva temere niente.
Scesero alla stazione, era il crepuscolo, a casa stavano preparando il pranzo e li attendevano. Egli andò alla biglietteria e finse
di prendere i biglietti, aveva due vecchi cartoncini e glieli mostrò: "Siamo a posto, non andremo più a casa, a Genova
prenderemo il piroscafo, c'è un marinaio che ci tiene di nascosto nella sua cuccetta", e stette a guardarla. La Silvia, che pure
aveva undici anni come lui, l'Ilaria che sembrava così spavalda, la Dumbina che pure diceva le parolacce, quando aveva detto
così, si erano messe a piangere, lì, tra la folla della stazione, per tornare tra le braccia della mammina.
Ma quella no. Alzò il viso quieto, inflessibile, pieno di fiducia in lui e disse inflessibile: "Andiamo". Egli le scompigliò i
capelli, felice. "Era una prova", disse, "volevo vedere se hai fegato. Non voglio una ragazza pappa molle: torniamo a casa."
Luis Sepulveda
Le Rose di Atacama Fredy Taberna aveva un quaderno con la copertina di cartone e vi annotava coscienziosamente le meraviglie del mondo, che
erano più di sette: erano infinite e continuavano a moltiplicarsi. Il caso aveva voluto che nascessimo lo stesso giorno dello
stesso mese e dello stesso anno, ma separati da circa duemila chilometri di terra arida, perché Fredy era nato nel deserto di
Atacama, quasi sul confine fra il Cile e il Perù, e questa coincidenza era stata uno dei tanti motivi che avevano cementato la
nostra amicizia. Un giorno, a Santiago, lo vidi contare tutti gli alberi del Parque Forestal e poi annotare sul suo quaderno che
il viale centrale era bordato da trecentoventi platani più alti della cattedrale di Iquique, e che quasi tutti avevano tronchi così
grossi da non riuscire ad abbracciarli. Scrisse anche che lì vicino scorreva fresco il
fiume Mapocho, e che faceva allegria vederlo passare sotto i vecchi ponti di ferro. Quando mi lesse i suoi appunti, gli dissi
che mi sembrava assurdo menzionare quegli alberi, perché Santiago aveva un gran numero di parchi con platani altrettanto
alti, e anche di più, e che parlare in modo così poetico del fiume Mapocho, un rigagnolo d’acqua color fango che trascina con
sé spazzature e animali morti, mi pareva esagerato. «Tu non conosci il nord, per questo non capisci» rispose Fredy, e
continuò a descrivere i piccoli giardini che portano al colle Santa Lucia. Dopo essere trasaliti al colpo di cannone che
segnava mezzogiorno a Santiago, andammo a bere birra in Plaza de Armas, perché avevamo l'incredibile sete che si ha
sempre a vent’anni. Qualche mese dopo Fredy mi mostrò il nord. Il suo nord. Arido, riarso, ma pieno di ricordi e sempre
pronto al miracolo. Lasciammo Inique all’alba di un 30 marzo e prima che Inti, il sole, s'innalzasse sulle montagne a levante,
viaggiavamo già sulla Panamericana, dritta e lunga come un ago interminabile, a bordo della
vetusta Land Rover di un amico. Alle dieci del mattino il deserto di Atacama si mostrava in tutto il suo spietato splendore, e
io capii definitivamente perché la pelle dei suoi abitanti appare vecchia prima del tempo, segnata dal sole e dai venti
impregnati di salnitro. Visitammo villaggi fantasma dalle case perfettamente conservate, le stanze in bell’ordine con tavoli e
sedie che sembravano aspettare i commensali, e poi teatri operai, sedi sindacali bramose di rivendicazioni, e scuole con le
loro lavagne nere pronte per scrivervi la lezione che avrebbe spiegato la morte improvvisa degli impianti di sfruttamento del
salnitro. «Da qui è passato Buenaventura Durruti. Ha dormito in questa casa. Ha parlato della libera associazione degli
operai» spiegava Fredy illustrando la propria storia. Al tramonto ci fermammo in un cimitero con le tombe ornate da
rinsecchiti fiori di carta e io pensai che fossero le famose rose di Atacama. Sulle croci erano incisi cognomi spagnoli, aymara,
polacchi, italiani, russi, inglesi, cinesi, serbi, croati, baschi, asturiani, ebrei, uniti dalla solitudine della morte e dal freddo che
piomba sul deserto non appena il sole si inabissa nel Pacifico. Fredy annotava dati sul quaderno o controllava l’esattezza di
vecchi appunti. Stendemmo i sacchi a pelo vicinissimo al cimitero e ci mettemmo a fumare e ad ascoltare il silenzio: il
mormorio tellurico di milioni di sassi che, riscaldati dal sole, si schiantano all’infinito per il violento sbalzo di temperatura.
Ricordo che mi addormentai stanco di osservare le migliaia e migliaia di stelle che illuminano la notte del deserto, e all’alba
del 31 marzo il mio amico mi scosse per svegliarmi. I sacchi a pelo erano fradici. Gli chiesi se aveva piovuto e Fredy rispose
di sì, che aveva piovuto come quasi ogni 31 marzo nell’Atacama. Quando mi tirai su, vidi che il deserto era rosso,
intensamente rosso, coperto
di minuscoli fiori color sangue. «Eccole. Sono le rose del deserto, le rose di Atacama. Le piante sono sempre lì, sotto la terra
salata. Le hanno viste gli antichi indios atacama, e poi gli inca, i conquistatori spagnoli, i soldati della guerra del Pacifico, gli
operai del salnitro. Sono sempre lì e fioriscono una volta all’anno. A mezzogiorno il sole le avrà già calcinate» spiegò Fredy
annotando dati sul quaderno. Quella fu l’ultima volta che vidi il mio amico Fredy Taberna. Il 16 settembre 1973, tre giorni
dopo il golpe militare fascista, un plotone di soldati lo condusse in un terreno abbandonato nei dintorni di Iquique. Fredy
riusciva a stento a muoversi, gli avevano rotto varie costole e un braccio, e quasi non poteva aprire gli occhi perché il suo
volto era tutto un ematoma. «Per l’ultima volta, si dichiara colpevole?» chiese un aiutante del generale Arellano Stark, che
contemplava da vicino la scena. «Mi dichiaro colpevole di essere un dirigente del movimento studentesco, di essere un
militante socialista e di aver lottato in difesa del governo costituzionale» rispose Fredy. I militari lo assassinarono e
seppellirono il suo corpo in qualche posto segreto in mezzo al deserto. Anni
dopo, in un caffè di Quito, un altro sopravvissuto all'orrore, Giro Valle, mi raccontò che Fredy aveva raccolto
le pallottole cantando a squarciagola l’inno socialista. Sono passati venticinque anni. Forse ha ragione Neruda quando dice:
Noi, quelli di allora, non siamo più gli stessi, ma in nome del mio compagno Fredy Taberna continuo ad annotare le
meraviglie del mondo su un quaderno con la copertina di cartone.
Per gli studenti promossi con debito formativo in italiano
Svolgere un elaborato per ciascuno dei titoli forniti sopra (in totale sei).
Svolgere le analisi testuali (tutte) dei racconti sopra indicati (complessivamente 6 elaborati)
Letture estive Come sopra
Come sopra
Come sopra
Grammatica Ripassare le coniugazioni dei verbi sia nella forma attiva sia in quella passiva, il concetto di valenza, il
soggetto logico ed il soggetto grammaticale, il complemento oggetto e la diatesi attiva e passiva.
Programma per gli alunni con giudizio sospeso in Storia
Gli alunni con debito oppure aiuto in storia devono
● Ripassare e conoscere in dettaglio gli argomenti fondamentali del programma svolto, tutti, e
soprattutto non devono trascurare le seguenti civiltà: gli Egizi, la civiltà cretese e micenea, i Fenici, gli
Ebrei, la civiltà greca (i secoli bui, le poleis greche: Sparta e Atene, Pisistrato e Clistene.
● Studiare ex novo (elaborando schemi che mi mostreranno all’esame e svolgendo gli esercizi proposti
dal libro alla fine delle Unità citate) i capitoli con le guerre persiane, la guerra del Peloponneso e
Alessandro e i Regni ellenistici
● Svolgere il lavoro di webquest sulla Grecia antica le cui fasi sono elencate in un powerpoint che
allegherò al registro elettronico nella sezione Materiale didattico.
La prova per gli alunni con debito consisterà in una verifica scritta.
Per gli alunni con aiuto invece sul lavoro svolto sarà svolta una verifica immediatamente al rientro delle
vacanze.
Top Related