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INTRODUZIONE Caro studente, queste pagine non sono un “libro per le vacanze”, bensì uno strumento per verificare il livello delle tue conoscenze. Quanto proposto costituisce punto di partenza per un buon avvio del primo anno della scuola superiore. Perciò, aiutandoti eventualmente anche con i testi usati nella scuola media, ti suggeriamo di colmare le tue lacune per poter affrontare facilmente le prime prove di verifica. Innanzitutto è necessario che tu sappia: 1. Coniugare (in tutti i modi e i tempi) e riconoscere le forme verbali attive, passive, riflessive (regolari e irregolari), sapere se sono transitive o intransitive 2. Svolgere l'analisi grammaticale 3. Svolgere l'analisi logica 4. Distinguere la principale dalle subordinate (elementi di analisi del periodo) 5. Riassumere un testo in forma orale e scritta 6. Esercitare l'ortografia 7. Esercitare il lessico 8. Sviluppare il piacere della lettura E adesso iniziamo un bel ripasso! PARTE PRIMA: RIPASSIAMO I VERBI! Il verbo è la parte variabile del discorso che fornisce, collocandole nel tempo, informazioni circa il soggetto della frase. Può, per esempio, indicare: un'azione compiuta dal soggetto: "Elena legge il giornale"; un'azione subìta dal soggetto: "Elena è stata promossa"; "Elena ha subìto un furto"; un'azione compiuta e nello stesso tempo subìta dal soggetto: "Elena si lava" uno stato del soggetto: "Elena sta spesso in casa"; un modo di essere del soggetto: "Elena è gentile" Funzioni. Il verbo ha, nella frase, la funzione di "predicato", cioè rappresenta l'elemento della frase che "predica" qualcosa del soggetto, informando circa "cosa fa", "cosa subisce", "cosa è" o "com'è" il soggetto. Implicita nella funzione predicativa è, per il verbo, anche quella di collocare nel tempo l'informazione che esso dà riguardo al soggetto, precisando se l'azione o il modo di essere sono contemporanei, antecedenti o posteriori rispetto al momento in cui si parla. Esercizio: Nel brano seguente evidenzia le voci verbali:

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INTRODUZIONE

Caro studente, queste pagine non sono un “libro per le vacanze”, bensì uno strumento per

verificare il livello delle tue conoscenze. Quanto proposto costituisce punto di partenza per

un buon avvio del primo anno della scuola superiore. Perciò, aiutandoti eventualmente

anche con i testi usati nella scuola media, ti suggeriamo di colmare le tue lacune per poter

affrontare facilmente le prime prove di verifica.

Innanzitutto è necessario che tu sappia:

1. Coniugare (in tutti i modi e i tempi) e riconoscere le forme verbali

attive, passive, riflessive (regolari e irregolari), sapere se sono transitive o

intransitive

2. Svolgere l'analisi grammaticale

3. Svolgere l'analisi logica

4. Distinguere la principale dalle subordinate (elementi di analisi del periodo)

5. Riassumere un testo in forma orale e scritta

6. Esercitare l'ortografia

7. Esercitare il lessico

8. Sviluppare il piacere

della lettura E adesso iniziamo

un bel ripasso!

PARTE PRIMA: RIPASSIAMO I VERBI!

Il verbo è la parte variabile del discorso che fornisce, collocandole nel tempo,

informazioni circa il soggetto della frase. Può, per esempio, indicare:

un'azione compiuta dal soggetto: "Elena legge il giornale";

un'azione subìta dal soggetto: "Elena è stata promossa"; "Elena ha subìto un

furto";

un'azione compiuta e nello stesso tempo subìta dal soggetto: "Elena si lava"

uno stato del soggetto: "Elena sta spesso in casa";

un modo di essere del soggetto: "Elena è gentile"

Funzioni. Il verbo ha, nella frase, la funzione di "predicato", cioè rappresenta

l'elemento della frase che "predica" qualcosa del soggetto, informando circa "cosa fa",

"cosa subisce", "cosa è" o "com'è" il soggetto. Implicita nella funzione predicativa è, per

il verbo, anche quella di collocare nel tempo l'informazione che esso dà riguardo al

soggetto, precisando se l'azione o il modo di essere sono contemporanei, antecedenti o

posteriori rispetto al momento in cui si parla.

Esercizio: Nel brano seguente evidenzia le voci verbali:

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Ormai era diventata un'abitudine. Ogni mattina mi svegliavo alle cinque in punto e abbassavo la

levetta della suoneria della sveglia contento di avere preceduto, come ogni mattina, il trillo. Avevo

la sensazione che durante il mio sonno, una parte della mia mente fosse rimasta sveglia e attenta per

tutta la notte, contando le ore. Poi mi rannicchiavo sotto le coperte, ancora per qualche istante nel

tepore delle coltri, pensando: «Fra due minuti sarò in piedi, fra venti avrò fatto colazione». Sarebbe

stato facile riaddormentarsi, ma avrei perduto la sfida. Ora sorrido di tutto questo.

Esercizio: Analizza le forme verbali elencate:

VERBO MODO TEMPO PERSONA GENERE DIATESI

Es. avendo scritto gerundio passato

transitivo attivo

conterò

vedessimo

camminando

venga

vieni

venite!

furono visti

andavano

siamo accolti

essere cresciuto

siamo stati amati

parleremmo

avessi voluto

Esercizio: Completa le seguenti frasi coniugando i verbi tra parentesi al tempo corretto del

congiuntivo o del condizionale:

1. Se ............................. (rimanere) a casa quella sera, non .............................. (incontrare) Susanna.

2. .................................. (essere) molto contento, se .................................. (rivedere) i miei vecchi

compagni di scuola. 3. ................................................. (avere) alcune cose da dire, ma non credo che

questo sia il momento più opportuno. 4. Nel caso in cui tu non ..................................(potere) venire,

avvertimi. 5. Vorrei che tu ....................................(dimostrare) maggiore lealtà nei miei confronti. 6.

Il professore mi interrogherà ancora una volta, affinché io .............................(potere) rimediare

l’insufficienza in matematica. 7. Che tu ............................. (essere) un ragazzo intelligente non lo

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discuto, ma sei un po’ troppo presuntuoso. 8. Se Ulisse non ........................(escogitare) l’inganno

del cavallo, Troia non sarebbe caduta.

Esercizio: Completa le frasi seguenti coniugando i verbi indicati al tempo opportuno del modo

indicativo.

1. Il cliente otterrà il rimborso solo dopo che .................. (inviare) alla ditta produttrice copia della

fattura a suo tempo pagata. 2. Sono sicuro che presto o tardi Carlo ...................... (pentirsi) della

sua pigrizia. 3. L'inquinamento dell'aria ............................ (provocare) malattie dell'apparato

respiratorio. 4. ........................ (iniziare) la costruzione della casa più di un anno fa: finalmente, tra

poche settimane, sarà finita. 5. Non ........................... (compilare) ancora la denuncia dei redditi, che

va consegnata entro dopodomani! 6. Da bambino mi .......................... (piacere) molto i cartoni

animati. 7. La flotta inglese ......................... (sconfiggere) quella francese nella battaglia di Trafalgar.

8. Oggi, ai grandi magazzini, non ....................... (comprare) niente perché ........................

(dimenticare) a casa sia i soldi sia la carta di credito.

Esercizio: Completa le frasi coniugando opportunamente i verbi irregolari tra parentesi. Aiutati

con il vocabolario per dissipare eventuali dubbi:

1. Lo scorso anno in questo prato io ............(cogliere) delle bellissime viole. 2. Credo che ora la

situazione vi .................(apparire) chiara in tutti i dettagli. 3. Se tu mi .................(dare) retta

qualche volta, non commetteresti errori di questo genere. 4. Ti …....................(condurre) volentieri

nel punto in cui ho trovato i funghi, ma non riesco più a orientarmi in questo bosco. 5. Se ti

..................(dire) chi ho visto ieri, non ci crederesti! 6. Per favore, l’ultimo che esce

....................(spegnere) la luce. 7. Caddi a terra e, avendo battuto il capo, .......................(giacere)

svenuto per qualche istante. 8. Quel giorno io ....................(cuocere) l’arrosto, mentre Gianni

preparò il contorno.

IL GENERE DEI VERBI: TRANSITIVI E INTRANSITIVI

Il genere dei verbi indica il modo in cui organizzano il rapporto tra il soggetto e le altre parole della

frase. A seconda del diverso modo di comportarsi da questo punto di vista, i verbi si dividono in

due categorie: verbi transitivi e verbi intransitivi. Sono transitivi i verbi in cui l'azione compiuta

dal soggetto transita, cioè passa, su qualcuno o qualcosa che ne è l'oggetto:

Elena scrive una lettera.

soggetto verbo

transitivo

oggetto

compie

l'azione

esprime

l'azione

elemento

su cui

passa

l'azione

Nella frase: "Il bambino ha già mangiato?", invece, il verbo è usato in senso assoluto. Esso,

comunque, pur non avendo l'oggetto espresso, continua a essere transitivo a tutti gli effetti.

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Sono intransitivi i verbi che esprimono uno stato o un'azione che non passa direttamente su un

oggetto, ma si esaurisce nel soggetto stesso che la compie o trova il suo compimento in un

complemento indiretto: Es. Elena (soggetto) ride (verbo intransitivo: l’azione non passa su nessun

oggetto). Il verbo intransitivo vede esaurirsi nel soggetto l'azione che esprime e, quindi, non

ammette un complemento oggetto dopo di sé.

Funzionamento transitivo e funzionamento intransitivo

Molti verbi sono esclusivamente transitivi (come leggere, scrivere, mangiare) e molti sono

esclusivamente intransitivi (come andare, arrossire, nascere, partire). Ma numerosi sono anche i

verbi che possono funzionare sia come transitivi sia come intransitivi.

funzione transitiva

funzione

intransitiva

Il contadino brucia le

stoppie.

Il bosco brucia.

Lo zio ha cambiato

l'automobile.

Il tempo è

cambiato.

Laura fischia un allegro

motivo.

Il vento fischia.

Esercizio: Le seguenti frasi, a due a due, contengono lo stesso verbo: distingui i verbi usati in

funzione transitiva da quelli usati in funzione intransitiva.

Frase Transitivi Intransitivi

1. Ogni pomeriggio gioca a tennis.

2. Ho cambiato idea.

3. Improvvisamente girò la testa verso di me.

4. Sulle pendici del monte, il bosco bruciava.

5. Scorreva velocemente i titoli del giornale.

6. Anche stavolta ho bruciato l'arrosto.

7. Con i figli, la vita matrimoniale cambia completamente.

8. La Terra gira attorno al Sole.

Esercizio: Nelle seguenti frasi indica se il verbo essere è usato come ausiliare per formare il

passivo di un verbo transitivo oppure un tempo composto di un verbo intransitivo.

Frase forma passiva verbo intransitivo

1. Sono già usciti tutti?

2. I tulipani sono finalmente fioriti.

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3. Lucio è stato criticato severamente.

4. Tutti i miei appunti sono scomparsi.

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Esercizio: Completa le frasi seguenti coniugando il verbo al modo e al tempo indicati:

1. Vuoi che ................ (venire: cong. pres.) a studiare a casa tua oggi pomeriggio? 2. Speriamo che

Giulia .................. (riuscire: cong. pres.) ad arrivare a casa prima che ..................... (scoppiare: cong.

pres.) il temporale. 3. L'aereo .......................... (atterrare: indic. fut.) alle 18.30 all'aeroporto di

Linate di Milano. 4. Ieri ............................... (incontrare: indic. pass. prossimo) Paola e Luisa alla

Rinascente. 5. Se .............................. (studiare: cong. trapass.) un po' di più, non ..............................

(prendere: cond. pass.) l'insufficienza! 6. Silvia .................................... (camminare: trapass.

prossimo) tutto il giorno ed era stanchissima. 7. Per favore, .......................... (rispondere: imperat.

pres.) alla domanda! 8. Magari .................................... (vincere: cong. imperf.) alla lotteria.

PARTE SECONDA: RIPASSIAMO L'ANALISI GRAMMATICALE

A) I NOMI

Esercizio: Distingui i nomi propri dai nomi comuni sottolineandoli in modo diverso

Paolo, colonna, pulcino, Pietro, tavolo, crema, Danubio, patate, telefono, Vicenza, Marta, Napoli.

Esercizio: Distingui i nomi maschili dai nomi femminili sottolineandoli in modo diverso

Cassa, mare, pollo, finestra, giardino, casco, valigia, colore, maglietta, sole, mucca, motorino,

vento, giacca, carota, verme, atleta, amico, soldo, forza, carta, cestino, pioggia, catena, gelato.

Esercizio: Distingui i nomi singolari dai nomi plurali sottolineandoli in modo diverso

Cartella, secchielli, penna, selva, colori, fiori, porto, giovani, salami, affare, salto, coda, metro,

moglie, fratelli, insalata, compiti, fazzoletti, merende, mele, gioco, scatola, calamaio, scarpe.

Esercizio: Distingui i nomi concreti dai nomi astratti sottolineandoli in modo diverso

Anello, coraggio, esperienza, aria, baco, bagaglio, calore, salute, immortalità, finestra, fiducia,

palla, calcolo, foglio, carbone, eroismo, barca, bolle, felicità, bellezza, creatività, gelo, croce, vetta.

Esercizio: Sottolinea i nomi collettivi e l'insieme di oggetti o persone che designano

Clero, favola, fragola, artiglieria, pentolame, scialuppa, sciame, volontà, branco, orchestra,

pubblico, pelle, poltrona, gallo, arcipelago, condominio, grappa, flotta, costellazione, vittoria.

Esercizio: Tra i nomi invariabili elencati ci sono molti intrusi. Cercali!

Analisi, brindisi, caffè, crisi, piacere, valore, sentimento, dramma, enigma, genesi, grano, identità,

personalità, sintesi, sosia, test, sospiri, amori, asini, varietà.

Esercizio: Sottolinea i nomi difettivi presenti nelle seguenti frasi (sono 10)

1. Michele gestisce un negozio di casalinghi nei dintorni di Firenze 2. Cannella e cumino sono

spezie molto usate nella cucina indiana 3. L'Italia detiene il primato nella produzione di montature

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per occhiali 4. Rossella è sempre pronta a mostrare pietà e generosità verso i deboli 5. Silicio e

vanadio sono elementi chimici usati rispettivamente in elettronica e nella fusione di acciai speciali.

B) GLI ARTICOLI

Esercizio: Premetti ad ogni nome il proprio articolo determinativo, usando anche l'apostrofo

archeologi, zimbello, vocio, zinco, zanzariera, stracci, yeti, eco, scarafaggi, maghi, ciarlatano,

scienziato, esperimento, shopping, soprano, iodio, pseudonimo, pneumatico, psicofarmaco, sisma.

Esercizio: Sottolinea gli articoli indeterminativi

1. Leonardo da Vinci fu uno straordinario artista, scienziato e inventore, una mente superiore che ha

lasciato un'impronta indelebile in un'epoca eccezionale, il Rinascimento 2. Il saluto latino “Vale” (=

Stai bene) era riservato ai soli cittadini di Roma, nessuno lo avrebbe mai rivolto ad uno straniero,

tantomeno a un liberto 3. Titanio, la più grande luna di Saturno, è un mondo sconvolgente, a 180

gradi sotto zero, bagnato da piogge di metano, con un cielo di nubi color ocra e venti che soffiano a

400 km orari.

Esercizio: Quale frase fra quelle riportate di seguito NON contiene articoli indeterminativi?

1. Marco è un mio caro amico 2. Una sorella di Marco si chiama Sabrina 3. Sabrina è una delle tre

sorelle di Marco 4. Sono un'amica di Marco, ma non conosco sua sorella Sabrina

Esercizio: Sottolinea gli articoli partitivi, quando ci sono

1. Ho scattato delle foto incredibili in Amazzonia! 2. Ho comprato dei cuscini lavorati a mano 3.

L'erba del vicino è sempre più verde 4. Al mercato c'erano dei venditori ambulanti che vendevano

delle mele del Trentino 5. Il medico gli ha consigliato di fare dello sport 6. La raccolta dell'uva

quest'anno supererà ogni aspettativa

Esercizio: Inserisci gli opportuni articoli (determinativi, indeterminativi, partitivi)

1. Forse milioni di anni fa nostri antenati ominidi vissero fase acquatica 2. Sedna, _

piccolo pianeta scoperto nel 2004, è poco più piccolo di Plutone e si muove in regione remota

e fredda del sistema solare 3. Si pensa che uomo abbia iniziato ad introdurre carne nella

sua dieta 2,5 milioni di anni fa, nel Paleolitico inferiore, epoca dell'Homo habilis e dell'Homo

erectus 4. scienziati pensano che sia _ ferro, non idrogeno elemento più

abbondante nel cuore del Sole, che non sarebbe comune stella, bensì ex supernova, ma

non tutti concordano con teoria del genere

C) GLI AGGETTIVI

AGGETTIVI QUALIFICATIVI

Esercizio: Abbina e concorda gli aggettivi qualificativi e i nomi elencati in modo coerente.

Ogni aggettivo può essere abbinato a più sostantivi.

Aggettivi: solenne, incolto, accogliente, fragile, improbo, ardente dirotto, pressante, slavato,

succinto Nomi: scusa, pianto, barba, occhi, fatica, jeans, richiesta, tono, messa, abbigliamento,

discorso, atmosfera, amore, cristallo salute, pioggia, sguardo, campagna

Esercizio: Sostituisci l'espressione evidenziata con il corrispondente aggettivo qualificativo.

1. Non mi piacciono le persone che non si fidano di nessuno 2. Sono abbonato ad una rivista di

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musica che esce ogni due mesi 3. In piazza hanno ripulito il colonnato di marmo antistante la

cattedrale 4. Sono ragazze simpatiche e prive di timidezza 5. Stamattina sono senza febbre.

Esercizio: Indica se il grado dei seguenti aggettivi è positivo, comparativo, superlativo

1. Mio fratello è iperattivo, io invece ero un bambino tranquillissimo 2. L'atletica leggera è la

disciplina sportiva più varia e più completa 3. In cantina conservo vini di pregiatissima annata 4.

Diego è tanto secchione quanto Laura, ma almeno lei è sempre prontissima ad aiutare gli altri 5. A

livello sportivo la tecnica di Matteo è migliore della tua, ma lui è meno disponibile di te al gioco di

squadra 6. Al mio amico danese ho regalato un prezioso volume per scoprire i luoghi più

affascinanti dell'Italia, il Paese più bello del mondo.

Esercizio: Scrivi le tre forme di comparativo (maggioranza, minoranza, uguaglianza) di ogni

aggettivo, inserendo un termine di paragone se necessario

1. Il Po è lungo 2. La rosa è profumata 3. Il denaro è necessario 4. Il golf è uno sport rilassante

Esercizio: Costruisci le due forme di superlativo (relativo e assoluto), aggiungendo un termine di

paragone se necessario

1. La serata è stata piacevole 2. Le tariffe dei voli sono convenienti 3. La temperatura è gradevole

AGGETTIVI DETERMINATIVI (possessivi, dimostrativi, indefiniti)

Esercizio: Inserisci la forma corretta fra suo e proprio

1. Vera ha proposto a Marta di andare nella (di Vera) casa di campagna 2. Anna

ha sempre parlato con il figlio delle (del figlio) scelte 3. La nipote accompagnò la

nonna dal (della nipote) medico 4. Luca e Paola chiesero agli amici di vedere le foto

delle

(degli amici) vacanze 5. L'avvocato incontrò Leo nel (di Leo) studio.

Esercizio: Individua i 4 errori nell'uso degli aggettivi dimostrativi

1. Vai a prendere questa sedia verde che è in giardino 2. Ho l'impressione che quei ragazzi laggiù

frequentino la nostra scuola 3. Avvicinati, vieni a vedere che bella veduta si gode da quel terrazzo 4.

A questo punto non ebbero più nulla da dirsi e si lasciarono senza rimpianti 5. In quella valigia che

hanno smarrito all'aeroporto c'era anche un regalo per te 6. Dopo la festa la casa era in queste

condizioni che mia madre si mise ad urlare

Esercizio: Inserisci gli opportuni aggettivi indefiniti di seguito elencati

AGGETTIVI: alquanto, nessuna, qualche, parecchi, tutte, qualsiasi, poco, tale, tanto, troppo,

altrettanto, qualunque, ogni, molto

1. Credi a me, il tempo libero non è mai , persona

ragionevole te lo può confermare 2. Sai darmi suggerimento per convincere i miei a farmi

uscire

sabato sera e non solo quando pare a loro? 3. Il tuo tema presenta una

forma

incerta, infatti vi sono errori ortografici, ma il contenuto

è

ampio e regolare 4. Mirella, oltre ad arrivare in ufficio sempre in ritardo, ha

così

buon senso che non tenta neppure di giustificarsi con una scusa _

5. Non ho voglia di studiare storia, ma devo rimediare le insufficienze prese finora.

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Esercizio: Individua e evidenzia in modo diverso gli aggettivi qualificativi e quelli indefiniti

1. In Europa si possono ammirare paesaggi vari e piacevoli 2. Riguardo alla formazione

dell'universo sono state individuate diverse ipotesi 3. Coraggio, ancora un altro sforzo! 4. Da fonti

certe si è appreso che il ladro è stato ferito gravemente 5. Prima frequentavo un altro istituto appena

fuori città 6. Fai una tale confusione che disturbate tutti 7. Sono ragazzi allegri e simpatici, che

fanno tanta compagnia a tutti i vecchietti dell'ospizio 8. Non sei mai contento dei miei risultati!

D) I PRONOMI

PRONOMI PERSONALI

Esercizio: Qual è il pronome personale corretto?

1. Se fossi te/tu, chiarirei questo problema 2. E' stato lui/egli a rovesciare il sale 3. Ho perso il

cellulare, povero io/me 4. Siete bravi quanto essi/loro 5. L'allenatore ha scelto proprio te/tu 6. Alla

festa Giulio ha portato con sé/lui Paolo 7. Lucio vuole sapere se Sandro andrà con sé/lui alla festa

Esercizio: Correggi gli errori

1. Ma che te ne importa a te se non vesto alla moda! 2. Te che cosa ne dici di una gita a Venezia? 3.

A me non mi piacciono gli sport violenti 4. Chissà se invecchiando diventerai anche te noiosa 5.

Livia è arrabbiata con la figlia: gli rimprovera di non essere abbastanza attiva 6. Ho parlato con

Roberta ma non ho osato dirgli la verità

PRONOMI RELATIVI (che, il quale, cui)

Esercizio: Inserisci il pronome relativo opportuno eventualmente aggiungendo la preposizione

1. La dottoressa Salviati, cure mi sono affidato, è una dentista scrupolosa

2. Emilia frequenta la scuola di ballo è iscritto Lorenzo 3. Sono vicino di

banco di un ragazzo preparazione in matematica è superiore alla mia 4. Dal

momento

sono entrato in squadra mi alleno quotidianamente 5. Ho accostato le

imposte

fessure filtravano i raggi del soleggiato 6. La carta hai

avvolto il regalo si è tutta sgualcita 7. I risultati ho studiato tanto sono arrivati alla fine!

Esercizio: Il pronome relativo CHE ha la funzione logica di soggetto o complemento oggetto?

1. Il materasso che ho acquistato è

morbido e comodo

sog. c.o. 6. La giacca che ho comperato non è

costata molto ma mi pare bellissima

sog. c.o.

2. L'intervista che gli studenti hanno

fatto al Preside è stata pubblicata

7. I bambini che animano il parco tutti i

pomeriggi sono molto rumorosi

3. Il film che è stato proiettato è

commovente e significativo

8. La festicciola che volevo organizzare

per il mio compleanno si farà di Sabato

4. L'appuntamento era al palazzo che si

trova in pieno centro storico

9. Il formato di pasta che preferisco è

senza dubbio quello degli spaghetti

5. La retrospettiva che Dalì dipinse in 10. La pianta che svetta in giardino l'ho

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giovinezza è stata esposta al circolo piantata solo cinque anni fa

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Esercizio: Il CHE è pronome relativo o congiunzione?

1. Il braccialetto che le ho regalato non

le è piaciuto

p.r. con. 6. Le aziende che risentono della crisi

stanno chiudendo una dopo l'altra

p.r. con.

2. Penso che tu sia davvero un'ottima

persona e un amico sincero

7. Vorrei un paio di scarpe che fossero

leggere e resistenti

3. La rivista di viaggi che ricevo pubblica

reportage meravigliosi

8. Ho letto che la polizia postale ha fatto

chiudere un sito molto conosciuto

4. Ho calcolato che, se risparmio sulla

benzina, avrò i soldi per la pizza

9. Gli allievi che si sono impegnati nello

studio verranno promossi sicuramente

5. Gli economisti sostengono che le

multinazionali hanno un futuro sicuro

10. Guarda che ti ho visto mentre di

nascosto copiavi il test di matematica

Esercizio: Collega le proposizioni con un pronome relativo

1. La ragazza non è venuta in spiaggia. Della ragazza mi aveva parlato Renato 2. Con l'arrivo di

Lina l'atmosfera pacifica si è infranta. L'atmosfera pacifica regnava in classe 3. Non è sicuro tenere

gli attrezzi per il giardino in quella rimessa. Le travi del tetto della rimessa sono sconnesse 4. Ho le

ossa rotte per la gara di mountain bike. La gara l'ho disputata ieri con gli amici. Con gli amici mi

trovo ogni Domenica 5. Alla richiesta del controllore la signora frugò più volte nella borsetta alla

ricerca del biglietto, ma non lo trovò. La borsetta la portava a tracolla

PRONOMI POSSESSIVI

Esercizio: Inserisci il pronome possessivo seguendo le indicazioni

1. Queste pizze sono (2 pers. plur.), le (1 pers. plur.) sono con le

verdure

2. La (1 pers. plur.) barca era ormeggiata a Lerici, la (3 pers.

plur.) a Portofino 3. La bici della mamma è in garage, dov'è la (2 pers.

sing.) 4. Anna è tornata con la mia macchina, Nina con (2 pers. sing.) 5. Io manifesto

apertamente i miei sentimenti, invece Sara non manifesta mai i (3 pers.

sing.).

Esercizio: Sottolinea in modo diverso il pronome possessivo e l'aggettivo possessivo

1. il tuo affetto è sincero, il suo mi sembra interessato 2. La vostra costanza nello studio è meno

forte della loro 3. Non vorrei sembrare tirchio ma neppure rimetterci del mio 4. La sua presenza di

spirito, come del resto la tua, è invidiabile 5. La tua voce è limpida, la mia invece è stridula

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PRONOMI DIMOSTRATIVI

Esercizio: Pronome dimostrativo o aggettivo dimostrativo?

1. Anche questa mi doveva capitare! Ho

bucato in autostrada!

P.D. A.D. 6. In fatto di educazione i miei genitori

condividono le stesse idee

P.D. A.D.

2. Il padrone di questo ristorante

conosce mio padre da una vita

7. Quella ragazza mi ha invitato al

cinema ma io ne sono molto intimidito

3. Quello è il ragazzo che mi ha soccorso

dopo l'incidente: gli devo la vita!

8. Io e Paolo abbiamo da anni quella

famosa passione per la musica pop

4. Gli esercizi che ripeto per allenarmi

sono sempre gli stessi

9. Questa volta ce la farò: passerò

l'esame pratico di guida

5. Carlo è intelligente e al medesimo

tempo molto modesto

10. Stai lontano da costoro, sono degli

irresponsabili

PARTE TERZA: RIPASSIAMO L'ANALISI LOGICA

Esercizio: Nelle seguenti frasi evidenzia il soggetto:

1. Il fratello di Elena gioca a calcio come portiere nella squadra della scuola. 2. È arrivata una

cartolina di Paolo da Roma. 3. Verrà con noi anche la sorella di Luca. 4. Il discorso di Lucia è stato

apprezzato da tutti. 5. Al mio cane piace molto la carne. 6. Dalla finestra entrava un vento gelido e

pungente. 7. Ci sono dei biscotti per la colazione di domani mattina?

Esercizio: Nelle seguenti frasi evidenzia il predicato:

1. Non abbiamo deciso ancora dove trascorreremo le vacanze. 2. I Green Day daranno presto un

concerto a Milano. 3. Il tuo motorino ha il raffreddamento ad aria o ad acqua? 4. "Minimo" è

sinonimo di "piccolissimo". 5. Le vacanze al mare di quest'anno sono state noiosissime. 6. La

diffusione in Europa del mais e della patata modificò le abitudini alimentari delle classi più povere.

7. Il padre di Laura è un avvocato tra i più noti della nostra cittadina.

LE TRE DIVERSE VITE DEL VERBO ESSERE.

1. Maria è partita.

2. Maria è contenta.

3. Maria è in casa.

In queste tre frasi, il verbo essere è usato in tre funzioni diverse:

1) Nella prima frase, il verbo essere è usato come ausiliare: aiuta il verbo a formare il tempo

composto. Come ausiliare è usato anche per formare le forme passive dei verbi: "Paolo è stato

promosso". In questo primo caso, il verbo essere è parte integrante di un predicato verbale.

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2) Nella seconda frase, il verbo essere è usato come copula del predicato nominale: collega il

soggetto con la parte nominale, che predica qualcosa riguardo al soggetto: "Maria è contenta";

"Maria è una bella ragazza".

3) Nella terza frase, il verbo essere è usato come verbo autonomo: significa "trovarsi" e forma

un predicato verbale: "Maria è (= si trova) in casa". Come verbo autonomo, e quindi come

predicato verbale, è usato anche nel significato di "esistere": es. "Oggi ci sono (= esistono) farmaci

straordinari"; nel significato di "vivere, abitare": es. "La nonna è (= vive) con noi da molti anni";

"Sono di (= abito a) Milano"; nel significato di "trovarsi" usato in senso figurato: es. "Siamo (= ci

troviamo) nei pasticci"; per indicare appartenenza: es. "Di chi è (= a chi appartiene) questo

cappello?"; per indicare destinazione: es. "Questo libro è per te (= è destinato a te)".

Esercizio: Nelle frasi seguenti indica se il verbo essere ha la funzione di copula nel predicato

nominale, di predicato verbale oppure di ausiliare.

Frasi Copula Pred.Verb. Ausiliare

1. Tra i passaporti vidimati, il suo non c'è ancora, signora, mi dispiace.

2. Ma non sei mai stanco, tu?

3. La fortezza della Bastiglia fu assalita dal popolo di Parigi in rivolta il 14

luglio 1789.

4. Ladri di biciclette di V. De Sica è un film tra i più famosi nella storia del

cinema.

5. Molti allenatori di calcio, da giovani, sono stati essi stessi giocatori.

6. Ulisse, dopo il naufragio della sua zattera, fu accolto con generosa ospitalità

dal re dei Feaci Alcinoo.

7. Non trovo più lo scontrino, eppure era qui nel portafogli un attimo fa!

8. Quel maglione è stato rattoppato proprio male.

9. I nostri vicini di casa sono dovuti partire all’improvviso.

10. Secondo le previsioni del tempo, domani ci sarà un netto abbassamento della

temperatura.

Esercizio: Indica se le frasi seguenti contengono un predicato verbale o un predicato

nominale.

Frasi P.V. P. N.

1. Tommaso mangia con una voracità incredibile.

2. Giulio fu proclamato vincitore della gara.

3. Il mio cane si stiracchia sempre dopo i suoi pisolini.

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4. Pietro è nato fortunato.

5. La nostra automobile è stata sorpassata da un'ambulanza.

6. Beatrice è diventata una ballerina bravissima.

7. Costanza sembra più giovane dei suoi anni.

8. Jacopo dorme profondamente.

9. Stasera Sofia è davvero elegante.

10. Leonardo è considerato un architetto molto valido.

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Esercizio: Individua il soggetto e il predicato distinguendo il predicato verbale e nominale.

1. Francesco è arrivato tardi alla lezione. 2. Maria, la sorella di Luigi, cucina molto bene. 3. La torta

è cotta da Maria. 4. Mi piace la pizza calda. 5. Quelli della V B sono simpatici. 6. Sono stato a

Roma di recente. 7. Il viaggio in Egitto mi sembra un’ottima vacanza. 8. Viaggiare è bellissimo. 9.

Ieri sera Paolo e Maria sono rimasti a casa. 10. E’ sempre stata una persona nervosa.

Esercizio: Nelle seguenti frasi evidenzia tutti i complementi oggetto (sono 10):

1. Il padre di Marco ha filmato la recita scolastica, così potremo vedere tutto lo spettacolo anche noi

attori. 2. In quel film ci sono delle scene impressionanti. 3. Ti ho portato dei fiori del mio giardino.

4. Puoi piangere tutte le tue lacrime, ma non riuscirai a cambiare la situazione. 5. Claudio verrà da

noi dopo cena. 6. Ho impiegato delle ore per riordinare la cantina. 7. A causa della pioggia, abbiamo

dovuto rimandare la gita in montagna. 8. Ha telefonato qualcuno? 9. Quando svolgo un tema,

spesso non riesco a esprimere bene le mie idee.

Esercizio: Indica il complemento introdotto dalla preposizione ‘di’:

1. Il padre di Luca è avvocato. 2. Sono appena uscito di casa. 3. Sotto la neve che cadeva fitta, il

cane tremava di freddo. 4. Credi sempre di essere più furbo degli altri? 5. Il mio direttore è un uomo

giovane, di circa quarant'anni. 6. Appena abbiamo saputo, siamo venuti di corsa. 7. Luisa, di mattina,

va sempre a correre sul lungolago. 8. In quel paese di notte fa molto freddo. 9. Secondo me, Paolo è

il migliore di tutti. 10. Quel poveretto vive di elemosina.

Esercizio: Classifica i complementi in corsivo:

1. Ho comprato una spilla d'oro e di perle. 2. Sono stato insultato da Giorgio. 3. Hai reso felice la

mamma. 4. Si è addormentato per la stanchezza. 5. Abbiamo mangiato del pollo arrosto. 6. Giulio è

un ragazzo privo di interessi. 7. Ha vissuto agiatamente per trent'anni. 8. Il lago è a venti chilometri

dal paese. 9. Ho pagato questa moto tremila euro. 10. Rientrerò da Bologna venerdì. 11. Si è

condannato alla solitudine. 12. Carlo, vieni tu al posto di Piero!

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Esercizio: Classifica i complementi introdotti dalla preposizione ‘in’ semplice e articolata:

1. Nelle fredde serate d'inverno ci piace restare in famiglia ….................. , riuniti nel soggiorno

….................. davanti al caminetto acceso. 2. Per scendere in paese .......................... ho preso il

sentiero che passa in mezzo al bosco, ma mi sono perso. 3. Quando esco in motorino ….................. ,

mia madre sta sempre in ansia ….................. 4. Perché state tutti in silenzio ……..................?

Nessuno dice niente in mia difesa .............................. ? 5. In questo paesino ..............................

parlano tutti in dialetto .............................. . 6. Nei lavori ….................. di precisione, Marco è

davvero in gamba .............................. . 7. In tutti questi anni ….................., non ho mai ricevuto in

regalo .............................. da te nemmeno un fiore! 8. Aspettami in strada …..................:

sarò

pronto in un minuto .............................. ! 9. Luca è andato in palestra .............................. in

bicicletta …..................

Esercizio: Classifica i complementi introdotti dalla preposizione ‘con’, semplice o articolata:

1. Ma dove vuoi andare con il motorino .............................. a quest'ora? 2. Con tutti i

problemi

....................... che ha, quell'uomo è sempre gentile e disponibile con tutti ......................... 3. La

ragazza con i capelli biondi .............................. ordinò un caffè con panna......................, mentre

l'uomo che era con lei ....................... non prese nulla. 4. Il prestigiatore eseguì il suo numero con

grande abilità .............................. . Con un semplice gesto .............................., fece apparire un

coniglietto. 5. Partirò con il rapido .............................. delle 18.40. 6. Siccome continuava a

chiacchierare con il suo compagno .............................. di banco, Giovanni è stato punito

dall'insegnante con una nota .............................. sul registro. 7. Siamo arrivati a Bologna con

un'ora .............................. di ritardo perché abbiamo avuto dei problemi con l'auto

............................... 8. Non avevo mai visto un uomo con la barba .............................. tanto lunga!

9. Con tutte queste interferenze .............................. non riesco a sentirti, provo a richiamarti con

l'altro telefono ...............................

Esercizio: Classifica i complementi introdotti dalla preposizione ‘per’.

1. La strada per la Svizzera .............................. è bloccata per una frana ......................................... 2.

Mentre percorrevo la statale per Rieti .............................. , i vigili mi hanno fermato e mi hanno dato

una multa per eccesso .............................. di velocità. 3. Per interessamento..............................

dell'assessore, finalmente anche nella nostra città verrà allestito un centro di ritrovo per gli anziani

.............................. 4. Al museo ci hanno fatto entrare per gruppi .............................. di dieci persone.

5. La proposta di legge è stata approvata in Senato soltanto per pochi voti

............................... 6. Per durata e tenuta di strada .............................. questi pneumatici sono i

migliori sul mercato. 7. Per il tracollo .............................. dell'economia russa, le borse di tutto il

mondo hanno subito un ribasso di parecchi punti. 9. Ho mandato un pacco per corriere espresso

.............................. e mi hanno assicurato che per domani .............................. sarà a destinazione.

Esercizio: Classifica i complementi introdotti dalla preposizione ‘a’:

1. Alla vista .............................. di suo figlio dietro le sbarre, la povera donna si mise a piangere a

dirotto .............................. 2. Siamo andati a piedi .............................. fino alla baita Rondinella, che

si trova a più di cinque chilometri ............................. dal paese. 3. A mio parere ..............................,

se davvero quel ragazzo è stato condannato a due anni .............................. di riformatorio per quel

furtarello, ha pagato a caro prezzo .............................. la sua bravata! 4. A Parigi ..............................

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abbiamo trascorso una settimana indimenticabile. 5. A Natale .............................. andremo tutti a

Cervinia .............................. a sciare. 6. La nonna ha regalato a Luisa .............................. un

copriletto ricamato a mano.............................. 7. L'imperatore Nerone salì al potere

.............................. all'età .............................. di soli 17 anni.

Esercizio: Esegui l’analisi logica delle seguenti frasi:

1. La maestra aveva ricevuto il nuovo numero del giornale murale «Le notizie di Roma» destinato a

essere affisso sulla porta della scuola. (I. Silone) 2. C'è una ragione perché sono tornato in questo

paese, qui e non invece a Canelli, a Barbaresco o in Alba. Qui non ci sono nato, è quasi certo; dove

son nato non lo so. (C. Pavese) 3. Noi tutti in classe chiamiamo Roberto, il mio compagno di banco,

«Pitagora», per la sua abilità nella matematica. 4. Nel periodo dei saldi si possono trovare bellissimi

oggetti per pochi euro. 5. Il termine «docente» deriva dal verbo latino docere che significa

«insegnare». 6. Ho litigato con Sabrina ormai da una settimana: è una persona dal carattere

impossibile! 7. Con questi errori il tuo compito di italiano sarà il peggiore di tutti. 8. Il consiglio

comunale ha approvato il progetto per la costruzione di case popolari per i senzatetto. 9. Per quel

quattro, Sabrina è tornata a casa con gli occhi pieni di lacrime (e), senza una parola, è corsa in

camera sua, chiudendo la porta a chiave. 10. Chi di voi è più bravo di Alberto nella risoluzione dei

problemi di geometria? 11. Alcuni dei miei amici quest'estate lavoreranno come camerieri in una

pizzeria del centro. 12. Francesco Petrarca nacque ad Arezzo in Toscana nel 1304 da una famiglia

fuoriuscita da Firenze.

PARTE QUINTA: COME SCRIVERE UN RIASSUNTO

A) COS’E’ UN RIASSUNTO

Il riassunto è testo breve, funzionale e oggettivo.

- Breve perché deve riferire con poche parole il contenuto del testo di partenza.

- Funzionale perché chi legge deve capire il contenuto del testo di partenza senza averlo letto.

- Oggettivo perché deve riferire i fatti senza commenti, opinioni personali, uso della 1^ pers.

Sing.

COME SI FA IL RIASSUNTO

1. Leggere due o tre volte il testo da riassumere per individuare l’argomento, l’idea generale (il

titolo aiuta, non sottovalutarlo!). Usare il dizionario.

2. Dividere il testo in paragrafi, ricordando che il paragrafo può spesso coincidere con un

capoverso

3. Dare un titolo ad paragrafo con una frase di sintesi

4. Riformulare il testo attraverso l’ampliamento delle frasi di sintesi, usando

opportunamente i connettivi adeguati

SUGGERIMENTI

- Il riassunto si scrive in 3^ persona singolare, anche se il testo di partenza è in 1^ pers. sing.

- Il riassunto è privo di commenti personali e informazioni non presenti nel testo di partenza

- Il discorso diretto va trasformato al discorso indiretto

- Il tempo verbale è preferibilmente il presente, comunque non ci devono essere salti

temporali

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- Il lessico è preciso ma non identico a quello del testo di partenza (e non si copiano frasi)

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Esercizio: Tra quelli proposti scegli quello che ti sembra migliore e spiega il perché, spiega

anche perché hai scartato gli altri

Testo di partenza

IL VECCHIO LEONE, IL CINGHIALE, IL TORO E L'ASINO (Fedro)

Sfinito dagli anni e abbandonato dalle forze, il leone languiva a terra e covava la sua fine. A

vendicarsi contro di lui venne il cinghiale che gli sferrò un fulmineo colpo di zanne. Poi venne il

toro che con le corna micidiali trafisse il corpo del suo nemico. L'asino, non appena vide che la fiera

poteva essere aggredita impunemente, lo colpì con un tremendo calcio nella fronte. Allora il leone,

spirando disse: “Con amarezza ho sopportato l'assalto di quei forti, ma dopo il tuo colpo, vergogna

della natura, mi sembra di morire due volte”.

Riassunto A: Un leone sta per morire, un cinghiale, un toro e un asino lo colpiscono per vendicarsi

dei torti subiti. Al colpo dell’asino, esalando l’ultimo respiro, il leone riflette sull’umiliazione subita.

Riassunto B: Un leone sta per morire, un cinghiale, un toro e un asino lo colpiscono per vendicarsi

dei torti subiti. Quando anche l’asino ha dato il suo colpo, il leone dice: “Con amarezza ho

sopportato l'assalto di quei forti, ma dopo il tuo colpo, vergogna della natura, mi sembra di morire

due volte”.

Riassunto C: Un leone sta per morire, a vendicarsi contro di lui viene un cinghiale che gli sferrò un

fulmineo colpo di zanne. Poi venne il toro che con le corna micidiali e lo ha trafitto, infine venne

l'asino e lo colpisce con un tremendo calcio nella fronte.

PARTE SESTA: RIPASSIAMO L'ORTOGRAFIA A)

L'ACCENTO GRAFICO

Per iniziare: ricorda che l'ortografia italiana prevede l'obbligo di segnare l'accento in un numero

limitato di casi:

1.A.1) sui polisillabi tronchi (accentati sull'ultima sillaba): quaggiù, partirà, ventitré etc.

1.A.2) sui monosillabi con due grafemi vocalici: ciò, già (eccezioni: qui e qua) etc.

1.A.3) sui monosillabi omofoni (con suono uguale) che rischierebbero di confondersi se fossero

anche omografi . Esempio: Ne (pron. pers.) e Né (congiunzione), Da (preposizione) e Dà (verbo

dare), Li (pron pers) e Lì (avverbio) ecc…

Esercizio: Correggi gli errori, se necessario

1) Da il tuo aiuto a chi tè lo chiede. 2) Luca da l'impressione di aspettarsi molto da tè. 3) Mi e

caduta la cartellina e i fogli si sono sparsi qua e la. 4) Dà Giovanni mi sarei aspettata un

atteggiamento diverso. 5) Qual è il bar in cui servono un ottimo te? 6) Fa un po' più dì attenzione!

7) Ce lo diceva ieri, Tina, che là prof di storia abita in quella via. 8) In questo negozio non si fa più

credito a nessuno 9) Credo che presto nevichera10) Di un po', perche non ti ricordi mai dì portare il

libro a scuola? 119 Cio che dici non e accettabile 12) Qui o la per me fà lo stesso 13) Questo

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servizio da te proviene dal negozio di antichita la in fondo 14) Nicola andava su e giu dalla via 15)

Se fosse per tè, saremmo ancora bloccati lassu 16) Vieni qui!

Esercizio: Scrivi una frase per ciascuna delle seguenti coppie

da-dà, la-là, e-è, li-lì, ne-nè, si-sì, te-tè, di-dì, se-sè

B) APOSTROFO, ELISIONE,

TRONCAMENTO Per iniziare: ricorda che l'apostrofo

si usa per segnalare:

1) la caduta della vocale non accentata in fine di parola davanti alla parola successiva

iniziante per vocale. Tale caduta si chiama elisione e avviene con:

- gli articoli una, lo, la Es. un'amica, l'asino, l'automobile

- le preposizioni articolate composte con gli articoli lo e la Es. nell'osso, dall'angolo, sull'acqua

- gli aggettivi questo, quello bello, santo al singolare Es. quest'abito, bell'uomo, sant'Antonio

- la preposizione di Es. d'argento, d'incanto

- la particella ci seguita dai verbi essere ed entrare Es. c'è, c'era, c'entrano

2) la caduta della parte finale di una parola (una singola vocale o un'intera sillaba) nei

seguenti casi:

- po' (poco) Es. Fa ancora un po' freddo

- di' imperativo del verbo dire Es. Di' sempre la verità!

- da' imperativo del verbo dare Es. Da' acqua alle piante!

- fa' imperativo del verbo fare Es. Fa' il tuo dovere!

- va' imperativo del verbo andare Es. Va' via da qua!

- sta' imperativo del verbo stare Es. Sta' un po' fermo!

3) la riduzione delle cifre indicanti un anno Es. il '48 per il 1948

Quando NON viene usato l'apostrofo? L'apostrofo NON viene usato nei casi di

TRONCAMENTO, cioè:

- uno, ciascuno, alcuno, nessuno al maschile Es. un albero, ciascun animale, alcun modo,

nessun arbitro

- l'aggettivo buono al maschile singolare Es. buon anno

- quello al maschile singolare ma solo davanti a consonante Es. quel portone N.B. Davanti a

vocale, come abbiamo ripassato prima, vi è l'elisione Es. quell'ostacolo

- tale, quale Es. era un tal disastro! Es. qual è il tuo numero di telefono?

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- gli aggettivi bello, grande, santo al maschile singolare ma solo davanti a consonante

Es. bel discorso, gran film, san Carlo

- frate, suora seguiti da nomi propri Es. fra Galdino, Suor Gertrude

- i nomi dottore, ingegnere, professore, signore seguiti da nome proprio Es. dottor

Martini, ingegner Rossi, professor Zanni, signor Rossi

Da non confondere: coppie di sillabe unite, separate, con h, con apostrofo

La seguente tabella è fondamentale per evitare errori di ortografia:

Me lo

Es. Me lo ha

detto ieri

Me la

Es. Me la

presti?

Me l'ha

Es. Me l'ha

rubata

Melo

Es. Il melo è in

fiore

Mela

Es. Buona

questa mela!

Te lo

Es. te lo sogni,

caro mio!

Te la

Es. Te la presto

volentieri

Te l'ho

Es. Te l'ho già

spiegato

Te l'ha

Es. Te l'ha già

spiegato

Telo

Es. Il telo si sta

asciugando

Tela

Es. La tela del

ragno

Glielo

Es. Glielo dico

io!

Gliela

Es. Gliela offra

al miglior

prezzo

Gliel'ho

Es. Gliel'ho

fatto avere in

tempo

Gliel'ha

Es. Gliel'ha

prestata ieri

Ce lo

Es. Ce lo farà

recapitare

Ce la

Es. Ce la

rispiegherà

Ce l'ho

Es. Ce l'ho già,

grazie mille!

Ce l'ha

Es. Ce l'ha

detto

gentilmente

Ve lo

Es. Ve lo dissi

tempo fa

Ve la

Es. La ricerca?

Ve la studiate!

Ve l'ho

Es. Ve l'ho

trovato, no?

Ve l'ha

Es.Ve l'ha

messo per

iscritto

Velo

Es. Il velo era

strappato

Vela

Es. Barca a vela

Me ne

Es. Me ne

interesserò!

Me n'è

Es. Me n'è

rimasto poco

Te ne

Es. Te ne

prego,

Te n'è

Es. Te n'è

ascoltami! rimasto un po'?

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Gliene

Es. Gliene dirò

quattro!

Glien'è

Es. Glien'è

rimasto poco

Ce ne

Es. Ce ne sono

di schiocchi!

Ce n'è

Es. Ce n'è a

sufficienza

Cene

Es. Le cene

aziendali

Ve ne

Es. Ve ne parlo

subito

Ve n'è

Es. Ve n'è in

frigorifero!

Vene

Es. Le vene del

corpo umano

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E per finire... i monosillabi DI, DA, FA, STA, VA: senza accento, con accento, con apostrofo

SENZA ACCENTO CON ACCENTO CON APOSTROFO

Di, preposizione semplice

Es. Un vaso di terracotta

Dì, nome

Es. Ho lavorato tutto il dì

Di', imperativo, 2 pers. Sing.

Es. Dì a tutti cosa pensi

Da, preposizione semplice

Es. Vengo da Milano

Dà, verbo dare, indic. Pres., 3

pers. Sing.

Es. Egli dà un esempio a tutti

Da', imperativo, 2 pers. Sing.

Es. Da' un bacio alla nonna!

Fa

1) verbo fare, indic. Pres.,

3 pers. Sing. Es. Paolo fa

confusione

2) avverbio Es. Un anno fa

ero qui

3) nota musicale Es. Una

sonata in fa

Fa', imperativo, 2 pers. Sing.

Es. Fa' un piacere a tua sorella!

Sta, indic. Pres., 3 pers. Sing. Sta', imperativo, 2 pers. Sing.

Es. Sta' fermo almeno un

Es. Papà sta preparando la cena attimo!

Va, indic. Pres., 3 pers. Sing.

Es. Il fiume va verso il mare

Va', imperativo, 2 pers. Sing.

Es. Va' pure, altrimenti fai tardi

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Esercizio: Riscrivi ogni frase inserendo l'elisione ogni volta che è possibile:

1) Quella estate lo avevamo ospitato al mare 2) I due vanno sempre di amore e di accordo 3) Nello

stagno ci era una anatra 4) A Padova ci è il santuario di Santo Antonio 5) Quello uomo ha

spaventato la amica di Susanna 6) Anche io desidero mangiare una albicocca

Esercizio: Nelle frasi seguenti sottolinea tutte le parole che hanno subito un troncamento:

1) Ho voglia di mangiare un buon gelato 2) Quel turista porta sulle spalle uno zaino pesante 3)

L'insegnante di religione è suor Anna 4) Oggi nessun alunno è assente 5) San Pietro è il patrono del

paese 6) sto leggendo un bel libro sulla natura.

Esercizio: Segna l'apostrofo dove è necessario:

1) Ho prestato a Gianni un libro di storia 2) Di subito al papà quello che hai combinato 3) Da a

Michele il tuo zaino 4) Arrivi adesso da Roma 5) Spegni la televisione e fa i compiti 6) Fa è la

quarta nota musicale della scala del do 7) Sandro va sempre a scuola a piedi 8) Va subito in camera

tua 9) Sta zitto, ho mal di testa

Esercizio: Nelle frasi seguenti sottolinea le parole con elisione e cerchia quelle con troncamento,

ricordando che il troncamento è tale solo in pochi casi:

1) Ricordo ancora quell'episodio increscioso 2) Nessun albero per fortuna ha riportato danni dal

temporale 3) Quel romanzo è davvero avvincente 4) A quell'epoca Sandro aveva solo tre anni 5)

Questo gioco non m'interessa affatto 6) Quell'auto ci è passata vicino a gran velocità, schizzandoci

di fango senza nessun riguardo 7) Qual è il tuo cantante preferito? 8) Da' il tuo gioco a quel

bambino piccolo! 9) C'era un'aria fresca che ci faceva sentire pieni d'energia 10) Nella chiesetta di

San Mauro si tengono anche concerti

Esercizio: Controlla la correttezza di apostrofi e accenti, riscrivendo correttamente le frasi:

1) Il fumo mi da proprio fastidio 2) Mario ha molta fiducia in sé stesso 3) Gli ho scritto di

venire quì subito 4) Non mi piacciono ne i cani ne i gatti 5) Ha un buon carattere, dice sempre si 6)

Se fossi in tè, mi comporterei diversamente 7) Ti dò un consiglio 8) Non beve piu caffè perche gli fà

maleEsercizio: Completa le frasi inserendo opportunamente:

di'-di-dì a) Il diario _ Carlo è rotto b) Anche se non sei d'accordo, pure la tua opinione c)

Un ritorneremo sui Monti Urali d) punto in bianco si alzò e se ne andò e) un po':

hai studiato storia?

da'-da-dà a) Il sole allegria b) Vengo Roma, non Adria c) Clara, una mano a

tuo padre

fa'-fa a) La lavapiatti fastidio rumore b) piano o sveglierai i vicini c) di tutto per darmi

sta'-sta a) Martina un'ora davanti allo specchio b) Non bene c)

attento a come parli!

va'-va a) A causa di un guasto il treno a rilento b) bene, vengo subito c) più veloce,

è tardi!

Esercizio: In queste coppie metti l'apostrofo dove necessario.

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Un obolo - Un idea - Un ostruzione - Un ala - Un isola - Un orco - Un urlo - Un abbaino - Un asta –

Un occhio - Un elicottero - Un aereo - Un estate - Un etichetta - Un orologio - Un inno - Un ancora

- Un alunna - Un eco - Un attacco - Un altra - Un autostrada - Un oca - Un uovo - Un astuzia -

Un orco - Un addio - Un anno - Un erba - Un ombra

Esercizio: Correggi gli errori di ortografia:

a) Luisa ha dimenticato da noi questo bello cappello b) Non ho alcuno motivo per rifiutare il

suo invito c) Quando sono arrivato, gli amici non ci erano ancora d) Paolo ha la febbre: verrà il

dottore Vanni e) Qual'è il nome di tuo zio? f) Dovresti evitare quel amicizie g) Sandro è un'amico

prezioso

h) Nello appartamento ci era molto disordine i) Lo anno scorso abbiamo passato insieme le vacanze

l) Ci è Mario in casa?

Esercizio: Completa le parole inserendo SCE o SCIE

1) Bisogna sempre attraversare sulle stri . 2) Vi siete comportati da autentici inco nti. 3)

Non abbiamo ancora potuto gliere il vettore opportuno. 4) L’u _re seppe indicarmi se il

funzionario era ancora in ufficio. 5) I prossimi decenni vedranno la maggiore concentrazione di

nziati della storia. 6) Credevo di aver svolto co nziosamente il mio compito. 7) Il

numero di brevetti testimonia del livello ntifico di una nazione. 8) E’ stato uno spettacolo

veramente o no

Esercizio: Completa con CU - QU - CQU - QQU

1) In corrispondenza dell’e inozio, il latte ha cominciato ad assumere una consistenza a

osa.

2) Con quanta fre _nza si beve un bicchierino di li ore? 3) Gli in ilini non sono

responsabili dell’in namento delle a e. 4) Non ti permetto di interlo ire con un oco

così otato. 5) La borsa di oio si è s cita tutta: alcuno può aggiustarla

senza farmi spendere troppo? 6) Uno s librato mise a so adro la sede della estura. 7) Per in

ietare e in tere paura, gli basta avvicinarsi al dro elettrico. 8) Tutta questa promis ità rischia di s

alificare una s _ola molto otata.

Esercizio: Inserisci i segni di interpunzione tra quelli proposti

Il settimo e ultimo libro della serie di Harry Potter stabilirà un nuovo record (: ;) sarà stampato in

12 milioni di copie (, ;) la tiratura più alta di tutti i tempi (. ?) Lo ha annunciato l’editore

statunitense Scholastic Inc. (, ;) che per il lancio di (“ :) Harry Potter and the Deathly Allows

(“ ,) (, ;) previsto nelle librerie di Gran Bretagna e Stati Uniti per la mezzanotte del prossimo

21 luglio (, ;) ha organizzato una campagna pubblicitaria senza precedenti (, ;) con un budget

di milioni di dollari (. !) La saga del maghetto creata dalla scrittrice scozzese J.K. Rowling

avrebbe sinora venduto (, ;) in base a recenti dati statistici (, ;) 325 milioni di copie (, :)

con traduzioni in 64 lingue.

PARTE SETTIMA: ESERCITIAMO IL LESSICO!

Esercizio: Trova quanti più sinonimi possibili dei seguenti termini:

sottile, dolore, ansia, maniera, residenza, litigio, racconto, cassa, messaggio, guerra, flora, giovane,

antico, rapido, macchina, età, lampada, lavare, bianco, scuro

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Esercizio: Sostituisci il verbo «fare» con un altro verbo più preciso ed adatto al contesto.

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1. Proprio i miei più cari amici, le persone dalle quali meno me lo aspettavo, mi hanno fatto un

brutto scherzo. 2. Tutti i professori del corso di laurea hanno fatto a Laura le loro più vive

congratulazioni perché è stata l’unica studentessa di tutto il corso a conseguire la laurea con lode. 3.

Uno dei segreti per poter essere un buono studente, è quello di fare attenzione alle spiegazioni dei

professori in classe. 4. Faccio la prima superiore. 5. Abbiamo fatto un ricorso legale alle autorità

competenti. 6. All’esame di Licenza Media i miei professori mi hanno fatto delle domande davvero

facili. 7.Come ogni domenica, la nonna ci fa un pranzo squisito. 8. Il caffè non mi fa dormire.

Esercizio: Sostituisci il verbo «prendere» con un altro verbo più preciso ed adatto al contesto.

1. Con un balzo il leone assalì il cacciatore di frodo e lo prese con i denti selvaggiamente. 2. Dopo

un lungo periodo di separazione, la madre prese i figli tra le braccia li coprì di baci. 3. Il generale si

prese la responsabilità del fallimento dell’operazione di guerra contro i barbari. 4. Eletto pontefice,

il Cardinale Carafa prese il nome di Paolo IV. 5. Gli fu data quella triste notizia durante il pranzo; e

lui fu preso da una tristezza così profonda che rifiutò di prendere altro cibo. 6. Gli alunni che si

saranno distinti nel corso dell’anno scolastico per il loro profitto prenderanno un premio. 7. Il

latitante fu preso nell’appartamento dove si nascondeva da ormai più di vent’anni. 8. Il sasso,

lanciato dal cavalcavia da alcuni idioti irresponsabili, prese in pieno il parabrezza della macchina.

Esercizio: Sostituisci il verbo «dire» con un altro verbo più preciso ed adatto al contesto.

1. Al telegiornale hanno appena detto che, a breve, il Governo deciderà per un taglio delle tasse.

2.«Ma non è possibile!», disse la professoressa di Francese. 3. Ho detto a tutti i miei colleghi di

venire con me per un week-end sulla neve. Non mi aspettavo che tutti avrebbero accettato così

entusiasticamente: e adesso... dove li metto? 4. L’accusato, per l’ennesima volta, disse davanti a tutti

che era innocente ed estraneo ai fatti. 5. La compagna di banco era in grande difficoltà durante

l’interrogazione. Fu per questo che Luigi si espose e le disse la risposta giusta. 6. Ogni lunedì

mattina, la mia collega mi dice tutto quello che ha fatto nel fine settimana. 7. Se mi vedi così

scosso, è perché Luisa mi ha detto un avvenimento della sua vita di cui ben poche persone sono a

conoscenza. 8. Questa è la sua versione dei fatti, Signora. È pronta a dire ufficialmente che le cose

stanno così anche davanti ad un giudice?

Esercizio: Sostituisci gli aggettivi «buono», «grande» e «forte» con altri aggetti più precisi ed

adatti al contesto.

1.Questo arrosto è davvero buono. Complimenti alla cuoca! 2. Abito nel condominio alle spalle di

quel vecchissimo rudere abbandonato da decenni; ho sempre paura che possa crollare da un

momento all’altro: le sue fondamenta non devono essere particolarmente forti. 3. Durante la scalata

al Sasso Piatto fummo quasi investiti da una valanga di grandi rocce, smosse da chissà quale

irresponsabile. 4. Enrico di Sassonia lasciò a suo figlio Ottone una grande eredità: il futuro Sacro

Romano Impero Germanico. 5. Hai commesso due errori piuttosto grandi nella traduzione. È il caso

che tu ripassi. 6. I soldati di Cesare, nonostante le perdite dei compagni, si dimostrarono comunque

molto forti. 7. Il metodo di insegnamento del mio professore di Storia è molto buono.

Esercizio: Sostituisci il termine generico “cosa” con uno più adeguato e specifico:

1. La cosa più difficile, parlando con i genitori, è far valere le proprie ragioni con calma 2.

Nell'azienda in cui lavoro le cose vanno male per colpa della generale crisi economica 3. Claudio è

caduto e si è fratturato un braccio: purtroppo sono cose che capitano 4. Conservo le cose di valore

in cassaforte 5. E' stata una cosa imbarazzante 6. Mettere le auto in doppia fila è una cosa

detestabile

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Esercizio: Trova i contrari

rigido – litigioso – svogliatamente – ostile – calvo – operoso – artificiale – adorare – microscopico

– disperato – eccezionale – servo - sposato – aggiustare – vivo – uscire – vicino – buono - povero -

attivo – colpevole – innocuo – intensamente – sacro – soleggiato – segreto – arretrata – risolvere –

bonaccia - colmo – colpire – minaccia – speranza – accendere – parlare – andare – premio - premere

Esercizio: Componi più frasi con le parole proposte (una per significato)

albero – stadio – cella - raggio - materia – arco – cotta - tasso – rotta – stagno – cera – fiera – disco -

morso –pianta – fuoco

Esercizio: Individua gli aggettivi qualificativi presenti nelle frasi e sostituiscili con sinonimi più

comuni

1. Daria è una ragazza arguta 2. Il capoufficio è un uomo tronfio 3. Quell'armonia era fittizia 4. La

sua speranza si rivelò fallace 5. Sono stati puniti per aver scritto frasi salaci sui compagni 6. Con

atteggiamento bellicoso si preparò ad affrontare il nemicoEsercizio: Cosa significano questi

aggettivi?

1. Intimidatorio a) che intimidisce b) che intimorisce

2. Pusillanime a) debole b) vile

3. Inerme a) incapace b) indifeso

4. Versatile a) contraddittorio b) abile in diversi campi

5. Angusto a) strano b) stretto

PARTE SETTIMA: SVILUPPIAMO IL PIACERE DELLA LETTURA!

J. Gaadner, La ragazza delle arance

P. Grossi, Pugni

M. Haddon, Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte

P. Mauresing, La variante di Luneburg

PARTE OTTAVA: PRODUZIONE SCRITTA (complessivamente quattro elaborati)

Svolgi tre elaborati scritti tra i titoli elencati di seguito (obbligatorio quello sull’Odissea):

1. Scegli una foto della tua famiglia, osservala, quindi descrivi ciò che vedi e i ricordi e le emozioni che

hai provato quando è stata scattata quell’immagine. (Allegala al compito)

2. Descrivi un vecchio giocattolo ritrovato in cantina, prima in modo oggettivo e poi in modo soggettivo

(lasciando riemergere emozioni e ricordi della tua infanzia)

3. Anche noi come gli antichi abbiamo bisogno di eroi. Qual è il tuo eroe? Descrivilo.

4. Racconta un episodio allegro delle tue vacanze prima come narratore esterno e poi interno.

5. Parla del testo di una canzone o di un film che ti ha particolarmente colpito e spiega quali

emozioni e riflessioni suscita in te.

6. I due momenti più importanti della giornata: il mattino e la sera.

Seconda Sezione

COMPETENZA TESTUALE

In questa sezione troverai dei testi in prosa dei quali dovrai svolgere l’analisi secondo la struttura alla quale siamo

abituati, struttura tipo, analessi e prolessi, ricostruzione della fabula, personaggi, ambientazioni e narratore.

Dovrai svolgerle ordinatamente su fogli (protocollo a righe) che allegherai al presente quaderno.

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Parte seconda – Analisi del testo narrativo

Edgar Allan Poe

Il ritratto ovale

Il castello nel quale il mio servitore si era arrischiato a entrare a viva forza, piuttosto che permettermi di passare la notte

all’aria aperta, data la grave condizione della mia ferita, era una di quelle costruzioni miste di tristezza e splendore che per

tanto tempo hanno innalzato la loro fronte accigliata in mezzo agli Appennini nella realtà non meno che nella fantasia della

signora Radcliffe1: sembrava temporaneamente abbandonato e solo da poco tempo. Ci stabilimmo in una delle camere più

piccole e meno riccamente ammobiliate, situata in una torre appartata: il suo arredamento era ricco, ma vecchio e in cattive

condizioni. I muri erano ricoperti di arazzi e ornati di numerosi trofei araldici di tutte le forme e da una quantità veramente

favolosa di pitture moderne in cornici di ricchi dorati arabeschi. Di questi quadri che pendevano non solo dalle pareti

principali, ma anche in tutti i molti angoli che la bizzarra architettura del castello aveva reso necessari, di questi quadri forse

il delirio incipiente mi spinse ad interessarmi profondamente, tanto che ordinai a Pedro di chiudere tutte le pesanti imposte

della camera poiché era già notte, di accendere le candele di un gran candelabro che era posto vicino al mio letto e di aprire

completamente tutte le tende di velluto nero ornate di frange che circondavano il mio letto. Desideravo tutto questo perché,

se non fossi riuscito a dormire, mi sarei potuto almeno distrarre alternativamente, contemplando quei quadri e leggendo un

piccolo volume che avevo trovato sul cuscino e che parlava appunto del valore di essi e ne faceva una minuta descrizione.

Lessi per molto, per moltissimo tempo e contemplai ogni oggetto religiosamente e devotamente; le ore passarono rapide e

piacevoli finché udii sonare mezzanotte. Poiché non ero contento della posizione del candelabro, stesi con difficoltà la mano

per non scomodare il mio servitore che dormiva e lo collocai in modo che la luce cadesse tutta sul libro. Ma questa

operazione produsse un effetto del tutto inatteso: la luce delle numerosa candele (erano infatti molte) si posò sopra una

nicchia della camera che fino a quel momento era

stata nascosta da una colonna del letto in un’ombra profonda; vidi così in una luce viva un quadro che dapprima mi era

sfuggito; era il ritratto di una giovinetta, già quasi donna; gettai un rapido sguardo al quadro e chiusi gli occhi, senza

nemmeno comprenderne il motivo; ma, mentre le mie palpebre rimanevano così chiuse, analizzai rapidamente la ragione che

me le aveva fatte chiudere; era stato un movimento impulsivo per guadagnare tempo e per riflettere, per essere sicuro che i

miei occhi non mi avevano ingannato, per calmare e preparare il mio spirito ad una contemplazione più fredda e serena.

Dopo pochi istanti guardai di nuovo il quadro. No, non potevo più dubitare in nessun modo, anche se lo avessi voluto, di

vedere ogni cosa così chiaramente, poiché la prima luce di quelle candele sulla tela sembrava aver distrutto la trasognata

meraviglia dalla quale erano stati presi i miei sensi e avermi richiamato di colpo alla vita reale.

Ho già detto che era il ritratto di una giovane: si trattava soltanto della testa e delle spalle, eseguite in quella maniera che in

linguaggio tecnico si chiama a mezzo busto e che ricordava assai nello stile le testine favorite di Sully2. Le braccia, il petto e

persino il contorno della capigliatura luminosa si confondevano in maniera impercettibile nell’ombra vaga, ma profonda che

faceva da sfondo al quadro. La cornice era ovale, splendidamente dorata e filigranata in stile moresco; come opera d’arte

nulla era più ammirevole del quadro in se stesso, ma non furono né la perfezione dell’opera, né l’immortale bellezza di quel

viso che mi impressionarono così all’improvviso e così fortemente; meno ancora era da supporre che la mia immaginazione

scossa da un mezzo torpore potesse aver preso quella testa per quella di un essere vivente. Vidi subito che i particolari del

disegno, il mezzo busto e l’aspetto della cornice avrebbero dissipato

immediatamente un simile incantesimo e mi avrebbero salvato da ogni illusione anche momentanea. Meditando seriamente

su tutto ciò, restai forse un’ora, mezzo seduto, mezzo sdraiato, con gli occhi fissi su quel ritratto. Alla fine, avendo scoperto il

vero segreto del suo effetto, mi lasciai ricadere sul letto; avevo trovato che il fascino di quel dipinto era un’espressione di

vitalità assolutamente simile alla stessa vita, che mi aveva fatto prima trasalire e poi mi aveva confuso, vinto e spaventato. In

preda ad un timore riverente e profondo, collocai il candelabro nella posizione precedente; dopo di essermi così tolta dalla

vista la causa della mia agitazione, cercai con ansia il libro che conteneva la descrizione dei quadri e le loro storie. Ricercato

subito il numero che designava il ritratto ovale, io vi lessi questo vago e strano racconto:

«Era una giovinetta della più rara bellezza, tanto amabile, quanto piena di allegria. Maledetto sia il momento in cui vide il

pittore poiché lo amò e divenne sua sposa. Egli era un giovane appassionato, studioso e austero e aveva già una sposa nella

sua arte; ella era una giovinetta della più rara bellezza, tanto amabile, quanto piena di allegria, tutta luce e sorrisi, gaia come

un giovane cerbiatto. Innamorata di tutto alla follia, ella odiava soltanto l’arte che era sua rivale; nulla temeva all’infuori dei

pennelli, della tavolozza e degli altri odiosi arnesi che la privavano della vista del suo amore. Fu una cosa terribile per lei

udire il pittore esprimere il desiderio di ritrarre anche la sua giovane moglie, ma ella era ubbidiente ed umile e posò per

lunghe settimane nell’oscura alta camera della torre, dove la luce filtrava sulla tela bianca solo da un’apertura del soffitto, ma

il pittore metteva tutta la sua gloria in questo lavoro che avanzava di giorno in giorno, d’ora in ora. Era un uomo

appassionato, bizzarro e pensieroso che si perdeva in continue fantasticherie, cosicché non si accorgeva che quella luce che

così tetramente scendeva in quella torre solitaria minava la salute e lo spirito della sua sposa che dimagriva visibilmente agli

occhi di tutti, tranne che ai suoi. Ella tuttavia continuava a sorridere sempre, senza mai lamentarsi, perché vedeva che il suo

pittore, che già era famoso, provava vivo e ardente piacere nel suo lavoro e si affannava giorno e notte per ritrarre colei che

tanto l’amava e che ogni giorno diveniva più debole e sfinita. Coloro che vedevano il ritratto parlavano a bassa voce della

sua rassomiglianza come di un’opera meravigliosa e di una prova non minore della potenza dell’amore profondo che il

pittore portava a colei che ritraeva così mirabilmente, ma alla fine, avvicinandosi il lavoro al suo compimento, non fu più

ammesso nessuno nella torre, poiché il pittore era quasi pazzo per l’ardore del suo lavoro e levava raramente gli occhi dalla

tela persino per guardare il viso della sua amata; egli non si accorgeva che i colori che stendeva sulla tela erano tolti dalle

gote di colei che era lì seduta vicino. E quando furono passate parecchie settimane e restava ormai ben poco da fare, forse

solo l’ultimo tocco alla bocca e un tratto agli occhi, lo spirito della signora palpitò ancora un momento, come l’ultima

fiamma di una candela. Quando l’ultimo tocco fu dato e l’ultimo tratto fu posto, per un attimo il pittore rimase in estasi

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dinanzi al proprio lavoro, quel lavoro uscito dalle sue mani, ma poi, mentre ancora guardava, incominciò a tremare e a impallidire e, preso da grande spavento, urlando con voce potente: - In verità, questa è la vita stessa! – Si volse per guardare

la sua amata: ella era morta!». 1 Ann Radcliffe: scrittice inglese del Settecento.

2 Thomas Sully: pittore americano dell’Ottocento.

Beppe Fenoglio

L’acqua verde

Era venuto al fiume nell’ora di mezzogiorno, e non c’era nessuno sul fiume, nemmeno il martin pescatore. Aveva

attraversato il ponte perché pensava che era meglio succedesse sulla sponda opposta alla città, e poi aveva continuato ad

allontanarsi per un sentiero che andava a perdersi nel sabbione. Da dove s’era fermato e seduto, poteva vedere il ponte,

lontano come se fosse incollato all’orizzonte, e gli uomini e i carri che ci passavano sopra gli apparivano formiche e

giocattoli.

Era già un pezzo che stava lì seduto sotto il pioppo, con in grembo l’ombra dell’albero e le gambe stese al sole. Perché non

l’aveva già fatto? S’era lasciato distrarre a lungo da un uccellino venuto a posarsi su una lingua di terra ghiaiosa e sterposa

che rompeva l’acqua proprio di fronte a lui. L’uccellino s’era messo a esplorare quella terra saltellando a zampe giunte tra gli

sterpi e storcendo la testa a destra e a manca come avesse nel collo un meccanismo. Era grazioso, col dorso color tabacco e

una fettuccia turchina intorno al collo bianchissimo. L’aveva preso un’incredibile curiosità di saperne la razza, si disse

persino che se fosse tornato in città avrebbe potuto descriverlo al suo amico Vittorio che se ne intendeva e così saperne il

nome. Ma lui in città non ci tornava. Addio, Vittorio. Ti farà effetto, lo so. Per un lungo tempo non misurato seguì con gli

occhi l’uccellino, e per tutto quel tempo ebbe sulla bocca un gentile e pieno sorriso che quando s’accorse d’averlo, gli lasciò

dentro un profondo stupore. Sbatté un poco le ciglia e dopo non riuscì più a rintracciare l’uccellino. Sparito l’uccellino, aveva

abbassato lo sguardo sul quadrato di sabbia davanti ai suoi piedi, così pura e distesa che lui poteva seguirci l’ombra del volo

d’insetti minutissimi. Poi si sentì sete e con gli occhi cercò tra l’erbaccia, dove le aveva gettate, le due bottigliette

d’aranciata. Si disse che aveva fatto male a berle tutt’e due subito, ma ritardando l’aranciata si sarebbe fatta calda e

disgustosa come orina, e poi lui non credeva che ci avrebbe messo tanto a far la cosa. Si ricordava di mentre comperava le

aranciate. Era andato dal barista Ottavio, che era un suo mezzo amico.

«Dammi due aranciate.»

«Perché due?»

«Perché credo d’averne bisogno di due. Avrò sete. Vado fuori in questo calore.»

Era chiaro che Ottavio si faceva nella sua testa l’idea che lui uscisse con una donna, ma Ottavio disse solamente: «Allora te

le porti con te? I vuoti sono a rendere. Ricordati di portarmeli stasera». «Non sono mica sicuro di riportarteli.» «Allora ci

vuole una cauzione di venti lire per bottiglietta. Fa quaranta lire. Te le rimborso stasera, se mi

riporti i vuoti. Grazie, ciao.» “Sai , Ottavio, non mi rimborserai mai più il mio deposito. Ho idea che stasera o domani

cercherai nel tuo cassetto i miei quattro biglietti da dieci e quando crederai d’averli trovati, te li metterai sul palmo della

mano e li guarderai e ci mediterai sopra un bel po’.” Però si sentiva sempre sete. Si disse: “Perché mi preoccupo della sete?

Non son venuto qui per l’acqua? Perché la faccio tanto lunga?” e si alzò. Uscì dall’ombra dell’albero e camminò nel sole

verso l’acqua. Si guardò tutt’intorno per vedere se c’erano pescatori vicini o lontani: nessuno, non una canna che oscillasse

sopra il verde o che sporgesse dalle curve dell’argine. Decise di studiare il fiume, ma prima volle accendersi una sigaretta. Se

n’era comprate di quelle di lusso, mai comprate in vita sua, ma oggi era diverso. Però trovava che quelle famose sigarette da

signori gli impastavano la lingua e gli irritavano con la loro troppa dolcezza la gola. Dopo quattro o cinque boccate gettò la

sigaretta. Faceva da terra un fumo straordinariamente azzurro e denso, che si spiralava perspicuamente nell’aria dorata.

Poteva esser visto da lontano, così colorato e tardo a svanire, far da

richiamo: andò a soffocarlo accuratamente col piede. Poi, a due passi dall’acqua, esaminò il fiume. Ne prese e tenne

sott’occhio una lunghezza di trenta passi, il tratto dove lui sapeva che l’avrebbe fatta finita, e si stupì di come l’acqua variava

di colore. Le correnti erano grigio-ferro e gli specchi d’acqua profonda color verde. Studiò la corrente più vicina e lo

specchio in cui essa si placava. Raccolse una pietra, oscillò tre volte il braccio e la mandò a cadere a piombo sullo specchio.

Fece un gran tonfo e un alto spruzzo, con le spalle aggricciate lui guardò farsi i cerchi e poi si disse ridiscendendosi: “Non

sono pratico del fiume, ma dev’essercene d’avanzo”. Si chinò sui ginocchi e pensava: “È semplice. Vado nella corrente, mi ci

lascio prendere e lei mi porta da sola nell’acqua alta. Sarà come andarci in macchina. Sono contento che non so nuotare; mi

ricordo che da ragazzo e da giovanotto mi dispiaceva, ma adesso sono contento di non aver mai imparato. Così una volta

nella corrente, più niente dipenderà da me”.

Restando chino sui ginocchi e trascinando avanti una gamba e poi l’altra andò nell’acqua e ci infilò dentro un dito. Era calda,

più in là lo sarebbe stata meno, ma non tanto. C’erano con lui sulla riva sei o sette strane mosche col dorso che mandava

lampi azzurri, scalavano le pietre e i detriti, passeggiavano la sabbia e parevano non aver paura di lui. Lui sventolò una mano

e le mosche si ritirarono, ma mica tanto lontano. Con le mani sui ginocchi, guardava il pelo dell’acqua e si lasciava riempir le

orecchie del suo rumore. Levando gli occhi dall’acqua, vide come se la terra scappasse contro corrente. “La terra parte.” Si

sentiva una vertigine nel cervello e pensò che quella vertigine gli veniva buona per fare la cosa. Ma come si alzò, già gli era

passata.

Dentro la tasca il pacchetto delle sigarette gli faceva borsa sulla coscia. Lo tirò fuori e fece per gettarlo. Ma frenò la mano,

cercò una pietra prominente all’asciutto e andò a posarci sopra il pacchetto. “È ancora quasi pieno, a qualcuno farà piacere

trovarlo, lo troverà uno di quei disgraziati che vengono qui per legna marcia.”

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Raccoglieva pietre e una dopo l’altra se le cacciava in seno. Per quel peso ora non poteva più star ben eretto con la schiena.

Levò gli occhi al cielo, il sole glieli chiuse, e disse: «Papà e mamma, dove che siete, non so se mi vedete, me se mi vedete

non copriteli gli occhi. Non è colpa vostra, ve lo dico io, non è colpa vostra! Non è colpa di nessuno».

Camminava già nell’acqua al ginocchio ed avanzando raccoglieva ancora pietre sott’acqua e se le cacciava in seno grondanti.

Arrivò tutto curvo dove più forte era la corrente che portava all’acqua verde.

Giuseppe Tomasi di Lampedusa

La gioia e la legge

Quando salì in autobus infastidì tutti. La cartella stipata di fogli altrui, l’enorme involto che gli faceva arcuare il braccio

sinistro, il fasciacollo di felpa grigia, il parapioggia sul punto di sbocciare, tutto gli rendeva difficile l’esibizione del biglietto

di ritorno; fu costretto a poggiare il paccone sul deschetto del bigliettaio, provocò una frana di monetine imponderabili, tentò

di chinarsi per raccattarle, suscitò le proteste di coloro che stavano dietro di lui e cui le sue more incutevano il panico di

avere le falde dei cappotti attanagliate dallo sportello automatico. Riuscì ad inserirsi nella fila di gente aggrappata alle

passatoie; era esile di corporatura ma l’affardellamento suo gli conferiva la cubatura di una suora rigonfia di sette sottane.

Mentre si slittava sulla fanghiglia attraverso il caos miserabile del traffico, l’inopportunità della sua mole propagò il

malcontento dalla coda alla testa del carrozzone: pestò i piedi, gliene pestarono, suscitò rimproveri e quando udì perfino

dietro di sé tre sillabe che alludevano a suoi presunti infortuni coniugali, l’onore gl’ingiunse di voltare la testa e s’illuse di

aver posto una minaccia nell’espressione sfinita degli occhi. Si percorrevano intanto strade nelle quali facciate di un rustico

barocco nascondevano un retroterra abietto che per altro riusciva a saltar fuori ad ogni cantone; si sfilò davanti alle luci

giallognole di negozi ottuagenari. Giunto alla sua fermata suonò il campanello, discese, incespicò nel parapioggia, si ritrovò

finalmente isolato sul suo metro quadrato di marciapiede sconnesso; si affrettò a constatare la presenza del portafoglio di

plastica. E fu libero di assaporare la propria felicità. Racchiuse nel portafoglio erano trentasettemila duecentoquarantacinque

lire, la “tredicesima” riscossa un’ora fa, e cioè l’assenza di parecchie spine: quella del padrone di casa, tanto più insistente in

quanto bloccato ed al quale doveva due trimestri di pigione; quella del puntualissimo esattore delle rate per la giacca di

“lapin” della moglie ( “ Ti sta molto meglio di un

mantello lungo, cara, ti snellisce”); quella delle occhiatacce del pescivendolo e del verduraio. Quei quattro biglietti di grosso

taglio eliminavano anche il timore per la prossima bolletta della luce, gli sguardi affannosi alle scarpette dei bambini,

l’osservazione ansiosa del tremolare delle fiammelle del gas liquido; non rappresentavano l’opulenza certo, no davvero, ma

promettevano una pausa dell’angoscia, il che è la vera gioia dei poveri; e magari un paio di migliaia di lire sarebbe

sopravvissuto un attimo per consumarsi poi nel fulgore del pranzo di Natale. Ma di “tredicesime” ne aveva avute troppe

perché potesse attribuire all’esilarazione fugace che esse producevano l’euforia che adesso lo lievitava, rosea. Rosea, sì,

rosea come l’involucro del peso soave che gli indolenziva il braccio sinistro. Essa germogliava proprio fuori del panettone di

sette chili che aveva riportato dall’ufficio. Non che egli andasse pazzo per quel miscuglio quanto mai garantito e quanto mai

dubbio di farina, zucchero, uova in polvere e uva passa. Anzi, in fondo in fondo, non gli piaceva. Ma sette chili di roba di

lusso in una volta sola! Una circoscritta ma vasta abbondanza in una casa nella quale i cibi entravano a etti e mezzi litri! Un

prodotto illustre in una dispensa votate alle etichette di terz’ordine! Che gioia per Maria! Che schiamazzi per i bambini che

durante due settimane avrebbero percorso quel Far-West inesplorato, una merenda! Queste però erano le gioie degli altri,

gioie materiali fatte di vaniglina e di cartone colorato, panettoni insomma. La sua felicità personale era ben diversa, una

felicità spirituale, mista di orgoglio e di tenerezza; sissignori, spirituale. Quando poco prima il Commendatore che dirigeva il

suo ufficio aveva distribuito buste-paga e auguri natalizi con l’altezzosa bonomia di quel vecchio gerarca che era, aveva

anche detto che il panettone di sette chili che la Grande Ditta Produttrice aveva inviato in omaggio all’ufficio sarebbe stato

assegnato all’impiegato più meritevole, e che quindi pregava i cari collaboratori di voler democraticamente ( proprio così

disse) designare il fortunato, seduta stante. Il panettone intanto stava lì, al centro della scrivania, greve, ermeticamente

chiuso, “onusto di presagi” come lo stesso Commendatore avrebbe detto venti anni fa, in orbace. Fra i colleghi erano corse

risatine e mormorii; poi tutti, e il Direttore per il primo, avevano gridato il suo nome. Una grande soddisfazione,

un’assicurazione della continuità dell’impiego, un trionfo, per dirlo in breve; e nulla poi era valso a scuotere quella

tonificante sensazione, né le trecento lire che aveva dovuto pagare al bar di sotto, nel duplice lividure del tramonto

burrascoso e del neon a bassa tensione, quando aveva offerto il caffè agli amici, né il peso del bottino, né le parolacce intese

in autobus; nulla, neppure il balenare nelle profondità della sua coscienza che si era trattato di un attimo di sdegnosa pietà per

il più bisognoso fra

gli impiegati; era davvero troppo povero per permettere che l’erbaccia della fierezza spuntasse dove non doveva. Si diresse

verso casa sua attraverso una strada decrepita cui i bombardamenti quindici anni prima avevano dato le ultime rifiniture.

Giunse alla piazzetta spettrale in fondo alla quale stava rannicchiato l’edificio fantomale. Ma salutò gagliardamente il

portinaio Cosimo che lo disprezzava perché sapeva che percepiva uno stipendio inferiore al proprio. Nove scalini, tre scalini,

nove scalini: il piano dove abitava il cavaliere Tizio. Puah! Aveva la millecento, è vero, ma anche una moglie brutta, vecchia

e scostumata. Nove scalini, tre scalini, uno sdrucciolone, nove scalini: l’alloggio del dottor Sempronio: peggio che mai! Un

figlio scioperato che ammattiva per Lambrette e Vespe, e poi l’anticamera sempre vuota. Nove scalini, tre scalini, nove

scalini: l’appartamento suo, l’alloggetto di un uomo benvoluto, onesto, onorato, premiato, di un ragioniere fuoriclasse. Aprì

la porta, penetrò nell’ingresso esiguo già ingombro dell’odore di cipolla soffritta; su di una cassapanchina grande come un

cesto depose il pesantissimo pacco, la cartella gravida d’interessi altrui, il fasciacollo ingombrante. La sua voce squillò:

“Maria! Vieni presto! Vieni a vedere che bellezza!”.

La moglie uscì dalla cucina, in una vestaglia celeste segnata dalla fuliggine delle pentole, con le piccole mani arrossate dalle

risciacquature posate sul ventre deformato dai parti. I bimbi col moccio al naso si stringevano attorno al monumento roseo, e

squittivano senza ardore toccarlo. “Bravo! E lo stipendio lo hai portato? Non ho più una lira, io” “Eccolo, cara; tengo per me

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soltanto gli spiccioli, duecento quarantacinque lire. Ma guarda che grazia di Dio!”. Era stata carina, Maria, e fino a qualche

anno fa aveva avuto un musetto arguto, illuminato dagli occhi capricciosi. Adesso le beghe con i bottegai avevano arrochito

la sua voce, i cattivi cibi guastato la sua carnagione, lo scrutare incessante di un avvenire carico di nebbie e di scogli spento il

lustro degli occhi. In lei sopravviveva soltanto un’anima santa, quindi inflessibile e piva di tenerezza, una bontà profonda

costretta ad esprimersi con rimbrotti e divieti; ed anche un orgoglio di casta mortificato ma tenace, perché essa era nipote di

un grande cappellaio di via Indipendenza e disprezzava le non omologhe origini del suo Girolamo che poi adorava come si

adorava un bambino stupido ma caro. Lo sguardo di lei scivolò indifferente sul cartone adorno. “Molto bene. Domani lo

manderemo all’avvocato Risma, al quale siamo

molto obbligati.” L’avvocato, due anni fa, aveva incaricato lui di un complicato lavoro contabile, e, oltre ad averlo pagato, li

aveva invitati ambedue a pranzo nel proprio appartamento astrattista e metallico nel quale il ragioniere aveva

sofferto come un cane per via delle scarpe comprate apposta. E adesso per questo legale che non aveva

bisogno di niente, la sua Maria, il suo Andrea, il suo Saverio, la piccola Giuseppina, lui stesso, dovevano rinunziare all’unico

filone di abbondanza scavato in tanti anni! Corse in cucina, prese il coltello, e si slanciò a tagliare i fili dorati che un’industre

operaia milanese aveva bellamente annodato intorno all’involucro; ma una mano arrossata gli toccò stancamente la spalla:

“Girala, non fare il bambino. Lo sai che dobbiamo disobbligarci con Risma.” Parlava la Legge, la Legge emanata dai

cappellai intemerati. “Ma cara, questo è un premio, un attestato di merito, una prova di considerazione!” “ La scia stare. Bella

gente quei tuoi colleghi pe ri sentimenti delicati! Una elemosina, Girì, nient’altro che un’elemosina.” Lo chiamavo col

vecchio nome di affetto, gli sorrideva con gli occhi nei quali lui solo potava

rintracciare gli antichi incanti.

“Domani comprerai un altro panettone piccolino, per noi basterà; e quattro di quelle candele rosse a tirabuscò

che sono esposte alla Standa; così sarà festa grande”. Il giorno dopo, infatti, lui acquistò un panettoncino

anonimo, non quattro ma due delle stupefacenti candele e, per mezzo di una agenzia, mandò il mastodonte

all’avvocato Risma, il che gli costò altre duecento lire.

Dopo Natale, del resto, fu costretto a comprare un terzo dolce che, mimetizzato in fette, dovette portare ai

colleghi che lo avevano preso in giro perché non aveva dato loro nemmeno un briciolo della preda sontuosa.

Una cortina di nebbia calò poi sulla sorte dl panettone primigenio. Si recò all’agenzia “Fulmine” per

reclamare. Gli venne mostrato con disprezzo il registrino della ricevute sul quale il domestico dell’avvocato

aveva firmato a rovescio.

Giorgio Scerbanenco

Non furto ai grandi magazzini

Era il giorno ideale, molta gente, ma non era sabato quando c'è troppa sorveglianza.

I pullover di lana angora erano proprio lì a pianterreno, una commessa sola doveva badare a tre banchi, era poi giorno di

pioggia, quando piove si porta l'impermeabile, sotto l'impermeabile, rapidamente, si può sistemare un paio di golf, e poi

voleva passare anche al reparto profumeria, non aveva più un profumo, né un rossetto,

sapeva che sorvegliavano anche con la televisione, doveva stare attenta, ma anche

con la televisione non possono vedere tutto, la settimana prima si era presa un ombrello e non se ne era accorto nessuno. «

Stai attenta a quella con l'impermeabile corto corto », disse il giovanotto davanti al visore del circuito chiuso televisivo, « è la

stessa che la settimana scorsa si è portata via l'ombrello e non abbiamo fatto in tempo a fermarla. »

La ragazza, che stava davanti a un altro visore, Io bloccò e spinse l'ingranditore

al massimo, così che si vide la bionda in impermeabile corto corto, quasi in primo piano, il volto giovane chiuso in

un'espressione seria e altera.

« Vuole ingannarci perché ha la borsetta piccola piccola », disse la ragazza,

« come se non Io sapessimo che si mette la roba sotto l'impermeabile. »

"Con una borsa così piccola non possono sospettare", pensà la ragazza, girando tra gli alti manichini che indossavano

luminose e piumescenti maglie di lana angora. Sotto l'impermeabile ce ne stavano anche tre o quattro.

« Chiama la caporeparto del pianterreno », disse la ragazza al visore inquadrando spietatamente la bionda in impermeabile,

inseguendola passo passo,

« sta andando dalla Zucchelli, le piacciono i golf di lana angora. »

Il giovanotto formò due numeri al telefono. « Sono Brossi del controllo TV, c'è una bionda con l'impermeabile corto nel

reparto della Zucchelli. È una ladra, la prenda in pieno. »

Lei si slacciò l'impermeabile, ignara di essere seguita in ogni suo gesto dalla telecamera, era proprio davanti al banco dei golf

gemelli, quello con le maniche

e quello senza. Ignara anche che era seguita in ogni gesto dalla caporeparto

e dal poliziotto. Levò la rnano dalla tasca dell'impermeabile.

Eccola che becca », disse la ragazza al visore.

Paola », disse lui. Era un giovane alto, bruno, magro.

Lei alzò il viso di scatto, come avesse già rubato e fosse stata

sorpresa.

« È un po' che non ci vediamo », disse lui, stringendole un braccio

"Ma non era stato lui che l'aveva piantata?" lei pensò. « Già », disse, soltanto già.

« Ti accompagno a far spese », lui disse, invitante, seduttore, « dopo ti faccio fare un giretto, ho la macchina nuova. »

« Possiamo uscire subito », disse lei, « ero qui solo a curiosare. » Era così felice di rivederlo.

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La ragazza al visore continuò a spostare il mirino finché non vide la bionda in impermeabile corto corto uscire col

giovanotto. « Non ha beccato », disse.

« Ha trovato l'amico. »

Giorgio Scerbanenco

Prova per scegliersi la ragazza

Lui aveva undici anni, era come un uomo e aveva fatto le cose da uomo, le aveva detto di andare fino in fondo alla via di

casa, dove c'erano i giardinetti, e aspettarlo lì; poi l'aveva raggiunta e avevano finto come le altre volte di giocare, ma in

realtà lui sorvegliava l'arrivo del tram che fermava proprio davanti ai giardinetti e appena il tram era arrivato, di corsa erano

saliti, il capolinea del tram era proprio alla stazione, e una volta saliti sul treno non li avrebbero ripresi più. Lei aveva dieci

anni, era forse la più carina della strada dove abitavano, ma lui non si fidava, era uomo e d'istinto non si fidava delle donne, e

voleva essere sicuro che non fosse una pappa molle. "Hai paura?", le chiese. Lei lo guardò quieta. "No", disse. Non sapeva di

che cosa doveva aver paura, lui era il suo ragazzo e lei non poteva temere niente.

Scesero alla stazione, era il crepuscolo, a casa stavano preparando il pranzo e li attendevano. Egli andò alla biglietteria e finse

di prendere i biglietti, aveva due vecchi cartoncini e glieli mostrò: "Siamo a posto, non andremo più a casa, a Genova

prenderemo il piroscafo, c'è un marinaio che ci tiene di nascosto nella sua cuccetta", e stette a guardarla. La Silvia, che pure

aveva undici anni come lui, l'Ilaria che sembrava così spavalda, la Dumbina che pure diceva le parolacce, quando aveva detto

così, si erano messe a piangere, lì, tra la folla della stazione, per tornare tra le braccia della mammina.

Ma quella no. Alzò il viso quieto, inflessibile, pieno di fiducia in lui e disse inflessibile: "Andiamo". Egli le scompigliò i

capelli, felice. "Era una prova", disse, "volevo vedere se hai fegato. Non voglio una ragazza pappa molle: torniamo a casa."

Luis Sepulveda

Le Rose di Atacama Fredy Taberna aveva un quaderno con la copertina di cartone e vi annotava coscienziosamente le meraviglie del mondo, che

erano più di sette: erano infinite e continuavano a moltiplicarsi. Il caso aveva voluto che nascessimo lo stesso giorno dello

stesso mese e dello stesso anno, ma separati da circa duemila chilometri di terra arida, perché Fredy era nato nel deserto di

Atacama, quasi sul confine fra il Cile e il Perù, e questa coincidenza era stata uno dei tanti motivi che avevano cementato la

nostra amicizia. Un giorno, a Santiago, lo vidi contare tutti gli alberi del Parque Forestal e poi annotare sul suo quaderno che

il viale centrale era bordato da trecentoventi platani più alti della cattedrale di Iquique, e che quasi tutti avevano tronchi così

grossi da non riuscire ad abbracciarli. Scrisse anche che lì vicino scorreva fresco il

fiume Mapocho, e che faceva allegria vederlo passare sotto i vecchi ponti di ferro. Quando mi lesse i suoi appunti, gli dissi

che mi sembrava assurdo menzionare quegli alberi, perché Santiago aveva un gran numero di parchi con platani altrettanto

alti, e anche di più, e che parlare in modo così poetico del fiume Mapocho, un rigagnolo d’acqua color fango che trascina con

sé spazzature e animali morti, mi pareva esagerato. «Tu non conosci il nord, per questo non capisci» rispose Fredy, e

continuò a descrivere i piccoli giardini che portano al colle Santa Lucia. Dopo essere trasaliti al colpo di cannone che

segnava mezzogiorno a Santiago, andammo a bere birra in Plaza de Armas, perché avevamo l'incredibile sete che si ha

sempre a vent’anni. Qualche mese dopo Fredy mi mostrò il nord. Il suo nord. Arido, riarso, ma pieno di ricordi e sempre

pronto al miracolo. Lasciammo Inique all’alba di un 30 marzo e prima che Inti, il sole, s'innalzasse sulle montagne a levante,

viaggiavamo già sulla Panamericana, dritta e lunga come un ago interminabile, a bordo della

vetusta Land Rover di un amico. Alle dieci del mattino il deserto di Atacama si mostrava in tutto il suo spietato splendore, e

io capii definitivamente perché la pelle dei suoi abitanti appare vecchia prima del tempo, segnata dal sole e dai venti

impregnati di salnitro. Visitammo villaggi fantasma dalle case perfettamente conservate, le stanze in bell’ordine con tavoli e

sedie che sembravano aspettare i commensali, e poi teatri operai, sedi sindacali bramose di rivendicazioni, e scuole con le

loro lavagne nere pronte per scrivervi la lezione che avrebbe spiegato la morte improvvisa degli impianti di sfruttamento del

salnitro. «Da qui è passato Buenaventura Durruti. Ha dormito in questa casa. Ha parlato della libera associazione degli

operai» spiegava Fredy illustrando la propria storia. Al tramonto ci fermammo in un cimitero con le tombe ornate da

rinsecchiti fiori di carta e io pensai che fossero le famose rose di Atacama. Sulle croci erano incisi cognomi spagnoli, aymara,

polacchi, italiani, russi, inglesi, cinesi, serbi, croati, baschi, asturiani, ebrei, uniti dalla solitudine della morte e dal freddo che

piomba sul deserto non appena il sole si inabissa nel Pacifico. Fredy annotava dati sul quaderno o controllava l’esattezza di

vecchi appunti. Stendemmo i sacchi a pelo vicinissimo al cimitero e ci mettemmo a fumare e ad ascoltare il silenzio: il

mormorio tellurico di milioni di sassi che, riscaldati dal sole, si schiantano all’infinito per il violento sbalzo di temperatura.

Ricordo che mi addormentai stanco di osservare le migliaia e migliaia di stelle che illuminano la notte del deserto, e all’alba

del 31 marzo il mio amico mi scosse per svegliarmi. I sacchi a pelo erano fradici. Gli chiesi se aveva piovuto e Fredy rispose

di sì, che aveva piovuto come quasi ogni 31 marzo nell’Atacama. Quando mi tirai su, vidi che il deserto era rosso,

intensamente rosso, coperto

di minuscoli fiori color sangue. «Eccole. Sono le rose del deserto, le rose di Atacama. Le piante sono sempre lì, sotto la terra

salata. Le hanno viste gli antichi indios atacama, e poi gli inca, i conquistatori spagnoli, i soldati della guerra del Pacifico, gli

operai del salnitro. Sono sempre lì e fioriscono una volta all’anno. A mezzogiorno il sole le avrà già calcinate» spiegò Fredy

annotando dati sul quaderno. Quella fu l’ultima volta che vidi il mio amico Fredy Taberna. Il 16 settembre 1973, tre giorni

dopo il golpe militare fascista, un plotone di soldati lo condusse in un terreno abbandonato nei dintorni di Iquique. Fredy

riusciva a stento a muoversi, gli avevano rotto varie costole e un braccio, e quasi non poteva aprire gli occhi perché il suo

volto era tutto un ematoma. «Per l’ultima volta, si dichiara colpevole?» chiese un aiutante del generale Arellano Stark, che

contemplava da vicino la scena. «Mi dichiaro colpevole di essere un dirigente del movimento studentesco, di essere un

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militante socialista e di aver lottato in difesa del governo costituzionale» rispose Fredy. I militari lo assassinarono e

seppellirono il suo corpo in qualche posto segreto in mezzo al deserto. Anni

dopo, in un caffè di Quito, un altro sopravvissuto all'orrore, Giro Valle, mi raccontò che Fredy aveva raccolto

le pallottole cantando a squarciagola l’inno socialista. Sono passati venticinque anni. Forse ha ragione Neruda quando dice:

Noi, quelli di allora, non siamo più gli stessi, ma in nome del mio compagno Fredy Taberna continuo ad annotare le

meraviglie del mondo su un quaderno con la copertina di cartone.

Per gli studenti promossi con debito formativo in italiano

Svolgere un elaborato per ciascuno dei titoli forniti sopra (in totale sei).

Svolgere le analisi testuali (tutte) dei racconti sopra indicati (complessivamente 6 elaborati)

Letture estive Come sopra

Come sopra

Come sopra

Grammatica Ripassare le coniugazioni dei verbi sia nella forma attiva sia in quella passiva, il concetto di valenza, il

soggetto logico ed il soggetto grammaticale, il complemento oggetto e la diatesi attiva e passiva.

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Programma per gli alunni con giudizio sospeso in Storia

Gli alunni con debito oppure aiuto in storia devono

● Ripassare e conoscere in dettaglio gli argomenti fondamentali del programma svolto, tutti, e

soprattutto non devono trascurare le seguenti civiltà: gli Egizi, la civiltà cretese e micenea, i Fenici, gli

Ebrei, la civiltà greca (i secoli bui, le poleis greche: Sparta e Atene, Pisistrato e Clistene.

● Studiare ex novo (elaborando schemi che mi mostreranno all’esame e svolgendo gli esercizi proposti

dal libro alla fine delle Unità citate) i capitoli con le guerre persiane, la guerra del Peloponneso e

Alessandro e i Regni ellenistici

● Svolgere il lavoro di webquest sulla Grecia antica le cui fasi sono elencate in un powerpoint che

allegherò al registro elettronico nella sezione Materiale didattico.

La prova per gli alunni con debito consisterà in una verifica scritta.

Per gli alunni con aiuto invece sul lavoro svolto sarà svolta una verifica immediatamente al rientro delle

vacanze.