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IL PROBLEM SOLVING COME METODO DIDATTICOD
EF
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I
Il problem solving è un approccio didattico teso a sviluppare, sul piano psicologico, comportamentale ed operativo, l'abilità di risoluzione di problemi.
Il problem solving viene associato allo sviluppo delle abilità logico-matematiche di risoluzione di problemi. Ma questa non è l’unica area d’impiego.
Nell’ottica interdisciplinare, problem solving vuol dire uso corretto dell'abilità di classificazione di situazioni problematiche e capacità di risolvere problemi.
Problem setting: fase precedente che definisce il problema in tutti i suoi aspetti.
Problem setting e problem solving sono processi articolati e complessi, che si svolgono secondo le modalità di un determinato progetto:• il problem setting definisce le incognite e delimita le aree d’incertezza;• il project management ne gestisce la soluzione con il problem solving.
(Scompone il problema in problemi più piccoli, li affida ai responsabili,pianifica la successione delle operazioni nel tempo e gestisce l’esecuzionedelle remedial actions fino alla sua conclusione del progetto.
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Ogni società sviluppa il suo approccio al problem solving partendo dall’assioma che: “ogni problema è di fatto una opportunità di miglioramento e di esperienza da acquisire”.
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PROBLEM SOLVING METACOGNITIVO
Il processo di problem solving è una routine metacognitiva che prevede diversi momenti, durante i quali possono essere sviluppati diversi processi di controllo
ATTIVITA' METACOGNITIVE DI CONTROLLO PROBLEM SOLVING
Prima di lavorare rifletti:
- Quello che vai ad affrontare è proprio un problema?
- Cosa sai su come si fa? - Hai incontrato problemi simili? Comprensione
Prima di lavorare prevedi:
- Chi ti può aiutare?
- Quanto tempo hai? - Di quali/quanti strumenti hai bisogno?
- Qual è l'ambiente in cui svolgerai il compito?
Previsione
Organizzati:- Identifica il problema. - Vuoi/puoi lavorare da solo o in gruppo?
- Reperisci materiali e strumenti.
- Scegli i metodi di rappresentazione dei dati.
- Stabilisci i tempi di lavoro.
Pianificazione
Mentre svolgi il compito risolutivo controlla:
- Sei sulla strada giusta? - Cosa va eliminato o invece salvato?
- Il compito ti sembra facile o difficile? Se non riesci ad andare avanti, cosa fai?
- Quella che hai trovato è la soluzione?
Monitoraggio
Quando hai risolto il problema, guarda indietro:
- Le tue previsioni e la tua pianificazione ti sono stati utili? - Hai lavorato bene?
- Si sarebbe potuto fare in un altro modo? C'è stato un problema insuperabile ?
- Questa procedura di risoluzione può esserti utile in altri compiti?-
Valutazione
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LA RISOLUZIONE PRATICA DEI PROBLEMI AZIENDALI
La costante ricerca del miglioramento porta all’eccellenza del business
RISOLVILO SUBITO: al più presto possibile (problem solving quickly are solved more easily).Invece, quando si prolungano, le persone si abituano e non li riconoscono più come tali. Allora, i problemi diventano anch’essi molto più resistenti al cambiamento.
NON GIRARE LA COLPA AD ALTRI: i solvers managers accettano direttamente le loro responsabilità, hanno il controllo delle situazioni e prendono le decisioni per risolverli.
I PROBLEMI SONO NORMALI, accadono nella vita e in ogni organizzazione. La differenza è
che nelle aziende eccellenti la maggior parte delle persone lavora seriamente per risolverli. Per
loro i problemi sono opportunità per fare meglio.
I PROBLEMI SI RISOLVONO MEGLIO IN GRUPPO: non servono i cavalieri solitari, eroi
tuttofare. La pluralità d’idee dà un contributo risolutivo alla ricerca delle soluzioni.
HARD CON I PROBLEMI E SOFT CON LE PERSONE: evitare la personalizzazione dei problemi. Concentrarsi sulle soluzioni, non su quanto dannoso appare il problema in sè.
LE DECISIONI INDIVIDUALI risultano migliori quando la risposta richiede immediatezza.
LE SOLUZIONI DAL TEAM sono migliori quando si affrontano problemi complessi che richiedono il contributo plurimo di esperti.
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LE SEI FASI DEL PROCESSO DI PROBLEM SOLVING
1°) Definire il
problema:
descrivendolo
nei termini più chiari especifici possibile edelimitandolo.
2°) Brainstorm delle possibili cause: quali sono i fattori che possono contribuire e quali ti fatti, anche esterni, che possono causare il problema identificato?
In questa fase è importante che tutti i membri del team si focalizzino sulle cause e contribuiscano secondo capacità
3°) Analisi dei dati: il team raccoglie dati e studi sul problema si esaminano le sue cause e si valutano le conseguenze, anche su altri servizi e si stima la portata e magnitudo dell’eventuale rischio.
In questa fase si verifica se veramente esiste un problema tale da dover coinvolgere tutto il team
4°) Brainstorm delle soluzioni possibili: il team deve generare il massimo delle possibili alternative, oltre il giudizio di chi presenta il problema..
Massimizzate in quantità e qualità le possibili, soluzioni e valutare quelle di maggior efficacia e impatto.
5°) Ricerca del consenso alle soluzioni prospettate: si cerca l’unificazione dell’azione del team attraverso la ricerca del consenso. Questo può essere “puro” quando ciascuno arriva a condividere la stessa idea finale o “pratico” quando si concorda di agire insieme, secondo il parere della maggioranza.
6°) Sviluppare un Piano d’Azione: niente è stato fatto se non siprogramma il da farsi.
Il team gestisce sestesso quando trova la soluzione dei problemie produce azioni realistiche per metterlein atto.
L’insoddisfazione creativa è un forte incentivo al problem solving: la consapevolezza del gap fra come siamo oggi e come vorremmo essere in futuro, spinge alla ricerca di come colmarlo con il contributo della creatività di tutti.
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TECNICHE METODOLOGICHE
ESIGENZE STRUMENTI
GENERARE IDEE BRAINSTORMING
STUDIARE LE
RELAZIONI DI
CAUSA-EFFETTO
DIAGRAMMA
DI ISHIKAWA
STRUTTURARE
I DATI PER
SCOPRIRE
ELEMENTI CHE
POSSONO DARE
UNA CHIAVE DI
SOLUZIONE
RACCOLTA
DATI E
TRATIFICAZIONE
PROCEDERE
IN TERMINI
DEI FATTORI
PIÚ
IMPORTANTI
DIAGRAMMI
DI
PARETO
ESIGENZE STRUMENTI
VERIFICARE
DAI DATI
LEGAMI
FRA DUE
PARAMETRI
DIAGRAMMI
DI
CORRELAZIONE
INQUADRAMENTO
STATISTICO
DELLA
VARIABILITÁ DEI
DATI
ISTOGRAMMI,
CARTE DI
CONTROLLO
Di queste tecniche daremo soltanto
alcune definizioni e nozioni basilari
al solo scopo di illustrate i metodi
pratici d’utilizzo in azienda.
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LA TECNICA DI BRAINSTORMING
È una tecnica creativa che ha l’obiettivo di generare idee riguardo ad un problema o
ad una soluzione, cogliendone tutte le possibili dimensioni.
Il brainstorming è usato per aiutare un gruppo di lavoro a creare il maggior numero
possibile d’idee nel minor tempo possibile.
FA
SE
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bra
inst
orm
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uò
ess
ere: Strutturato: ogni persona del gruppo deve fornire un’idea quando arriva il
proprio turno in un giro di tavolo, oppure “passare” fino al prossimo giro. Questo metodo forza le persone a partecipare, ma crea una certa pressione non sempre positiva.
Destrutturato: ognuno dei partecipanti propone nuove idee così come gli vengono in mente. Questo metodo tende a produrre un’atmosfera rilassata, ma si corre il rischio che i più “ciarlieri” dominino la riunione.
In entrambi i metodi di brainstorming le regole sono le stesse: non criticare mai le idee immediatamente; trascrivere sulla flip-chart ogni idea: riportando le parole del proponente.
Fare in fretta: 10 / 15 minuti sono il tempo giusto.
FASE ANALITICA: dopo la fase creativa occorre prevedere un momento analitico
per comprendere in dettaglio, criticare, analizzare e selezionare le idee migliori.
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EFFICACIA DEL BRAINSTORMING
È EFFICACE QUANDO:
il modus operandi è consensuale.È stabilito sul momento dal team stesso.
i partecipanti agiscono contando sullareciproca fiducia;
la discussione delle idee è la piùampia possibile;
le idee insolite sono incoraggiate,non osteggiate o peggio tacitate;
i partecipanti ascoltano con attenzione senza pregiudizi;
i progressi del processo creativo sonoregistrati sul momento;
tutti sono coinvolti emotivamente;
NON FUNZIONA QUANDO:
il gruppo è costituito secondo i trattidella struttura piramidale;
il morale è basso e le debolezzepersonali sono coperte;
partecipanti sono agnostici e seguonola discussione senza impegno;
espressamente o tacitamente, sonobanditi alcuni argomenti tabù;
la comunicazione interpersonale nonfunziona o viene fraintesa.
Alcuni autori negano il valore creativo dei brainstorming sostenendo che il prodotto non è altro che il comun denominatore delle opinioni ordinarie dei membri.. “Se effettivamente si manifestano idee originali, queste sarebbero frutto di cogitazioni individuali anteriori alla riunione”.
all’interno del team prevalgono legerarchie aziendali;
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RACCOLTA DATI E STRATIFICAZIONE
Ogni azione di miglioramento deve basarsi sulla raccolta e sulla elaborazione di dati
relativi al fenomeno oggetto dello studio.
Raccolta dati che deve essere preparata ed organizzata in modo scientifico per
rappresentare nel modo piú attendibile il fenomeno in esame.
I dati raccolti
devono
soddisfare
requisiti di :
significativitá, devono avere un’adeguata consistenza numerica;
rappresentativitá, i criteri secondo cui i dati sono stati raccolti devono essere tali da garantire una interpretazione corretta del fenomeno relativamente a quegli aspetti che si devono analizzare.
L’elaborazione dei dati deve essere fatta mediante un impiego corretto degli strumenti statistici.
É necessario abituarsi a discutere un problema sulla base dei dati ed a rispettare cióche essi evidenziano, senza fare illazioni o “manipolazioni” dei dati.
La stratificazione é un metodo di classificazione in gruppi omogenei dei dati relativi
ad un certo fenomeno
Fattori di stratificazione: sono le suddivisioni logiche secondo le quali vengono raggruppati i dati.
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PARETO: LA RICERCA DELLE PRIORITA’
Legge universale delle priorità: in ogni situazione esistono pochi aspetti importanti e
tanti di scarsa rilevanza. Pareto: il 20% delle cause produce circa l’80% degli effetti
DIAGRAMMA DI PARETO: é un metodo di rappresentazione grafica di un
insieme di dati che consente di individuare quali sono gli aspetti prioritari da
affrontare nel fenomeno in esame.
Frequenza
0
20
40
60
80
100
120
140
160
C F H A M ALTRIVoci di Classificazione
10%
100%
E’ una tecnica di supportonel problem-solvingConsiste nell’ordinareper sequenza decrescentei fenomeni rilevati
F
H
A
M
O
C screpolature
soffiature
deformazioni
difetti di finitura
cricche
altri difetti
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ISHIKAWA: DIAGRAMMA CAUSE - EFFETTO
DISATTENZIONE,DISINTERESSE E
SBADIGLI IN AULA
CARENZE DEL
DOCENTE
ARGOMENTIDELLA LEZIONE
AMBIENTE,SISTEMAZIONE
COMUNICAZIONE
INEFFICACE
QUALITA’
DELL’AUDITORIO
STATO FISICO
DEI DISCENTI
Capacità didattica
Logica del discorso
Esposizione
Conoscenza del tema
Interattività
Qualità audivisivi
Barriereidiomatiche Atteggiamento oratorio
Qualità dell’ascolto
Percezione dell’aula
Attrattività del messaggioQualità del messaggio
Troppo tecnici
Troppo generici
Obsoleti
Fuoritema
Conflittivi
Autocelebrativi
Disparità culturale
Formazione carente
Ignoranza dell’inglese
Nessun lavoro di gruppo
Tendenzialmente conflittivi
Scarsamente innovativi
Fortemente demotivati
Illuminazione
Riscaldamento Affollamento
Ventilazione
Rumori
Condizionamento
Visione difficoltosa
Digestione pesante
Stanchezza accumulata
Stress continuativo
Postuminottata
Orarioinsolito
Lezione troppolunga
scarsa esperienza
dispersivo
empatia carente
citazionifuori luogo
presentazione caotica
nessun“fil rouge
superficiale
minuziosa
lenta
piatta monotona
teoricopuro
nessun know how
risposte evasive
scarsa monologo
incompleti
carenti poveri
tecnicismiinutili
lingua:parole inusuali
pronuncia pessima
sguardo
gestualità eccessiva
distanza interpersonale
interferenze semantiche pregiudiziideologici
feed back assente barriere psicologiche
scarsa concentrazione
emozioneassente
ripetitivobanale
tono e volume della voce
molto lento
molto bassomonocorde
alto, enfatico
ritmo
troppo veloce
scarsa
discontinuasbagliata
eccesssivo
assurdo
eccessivo
carente
da lavori in corso
da traffico interno
insufficienterumorosa
spento eccessivo schermo decentrato
proiezione ridotta
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CARENZE DEL
DOCENTE
14 %
COMUNICAZIONE
INEFFICACE
24%
QUALITA’
DELL’AUDITORIO
28%
ARGOMENTIDELLA LEZIONE
20 %8 %AMBIENTE,
SISTEMAZIONE
STATO FISICO
DEI DISCENTI
6%
Interattività
scarsa monologo
Esposizione minuziosa
monotona
Percezione dell’aula
interferenze semantiche
feed back assente barriere psicologicheQualità
dell’ascolto
scarsa concentrazione
Disparità culturale
Formazione carente
Ignoranza dell’inglese
Troppo tecniciAffollamento
eccesssivo
Rumori
da traffico interno
Lezione troppolunga
DISATTENZIONE,DISINTERESSE E
SBADIGLI IN AULA
RISULTATO: lezione troppo tecnica ad un aula non preparata, esposta unilateralmentein un tempo lungo senza curarne l’ascolto, in ambiente affollato con eccessivo via vai.
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UN ULTIMO SUGGERIMENTO, RICORDATI CHE…
OGNI MATTINA IN AFRICA, IL LEONE SI
SVEGLIA E SI PREPARA A CORRERE PER
NON RESTARE DIGIUNO;
OGNI MATTINA, ANCHE LA GAZZELLA
APPENA SVEGLIA SI PREPARA A
SCHIZZARE VELOCEMENTE PER
SOPRAVVIVERE;
OGNI MATTINA, TU CHE TI SVEGLI
IN LOMBARDIA, NON INDUGIARE A
CHIEDERTI SE REALMENTE SEI LEONE
O GAZZELLA: COMINCIA A CORRERE IL
PIÙ VELOCEMENTE CHE PUOI!
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