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Album28 il Giornale � Lunedì 11 febbraio 2008

Paola Manciaglida Milano

�Una bambina e un ro-bot, le caprette e le armatu-re spaziali, il silenzio dellamontagna e il clangore dellabattaglia.Nonsipossono im-maginare due personaggi edue storie così agli antipodi,eppure Heidi e Goldrakehanno più d'una cosa in co-mune: trent'anni fa, insieme- come nelle migliori tradi-zioni della letteratura e delcinemaper l'infanzia - lapic-cola montanara dalle goterosse e il colosso di metalloalieno pesante 280 tonnella-te conquistarono la fantasiadei bambini e delle bambineitaliane.

Siamo nel 1978 e il 4 apri-le, con crescente apprensio-nedapartedeigenitorieper-sino di un senatore comuni-sta, compaiono su Raidue gliscontri mortali tra il buonActarus e le flotte di Vega,mentrerisuonalasiglasinco-pata: «Ufo Robot, Ufo Ro-bot». Appena due mesi pri-ma, il 7 febbraio su Raiuno,all'ora della merenda eranoriecheggiatigli jodele lavoci-na infantile della piccolamontanara inventata dallasvizzera Johanna Spyri. So-no i primi cartoni animatigiapponesi a fare irruzionenei nostri palinsesti: il suc-cesso è incredibile. «Ufo Ro-bot fece guadagnare alla Raioltre un miliardo di lire conlavenditadei soli gadget, daipupazzi ai dischi. Un risulta-to inaudito», racconta PaolaDe Benedetti, per quarant'anni colonna portante dellaTv dei ragazzi in Rai. «All'epoca, la produzione di car-toni animati era limitata, laDisney - continua l'ex diri-gente Rai - prediligeva i lun-gometraggi per il cinema el'Europadell'est,dallaCe-coslovacchia all'Un-gheria, si dedicavaa produzioni raffi-nate. Con Heidi eUfo Robot l'Italia conobbela lunga serialità industria-ledi cuigliorientali si face-vanopromotori, soloGol-drake contava più di 70episodi. E nacque il mer-chandising».Comedimenti-care quanto erano famosequelle sigle? Il maestroVinceTempera,orche-strando endecasilla-bi come «mangia li-bri di cibernetica einsalatedimatemati-ca», dichiara di non avermai guadagnato tanto. E i ri-tornelli di Heidi entrano per-

sino nella hit parade dei 45giri, fatto mai accaduto pri-ma, arrivando a vendere ol-tre un milione e mezzo di co-pie, anche grazie alla voceargentinadella cantante Eli-sabetta Viviani.

Anche i gusti dei piccoli te-lespettatori si trasformanoinesorabilmente. I bambiniitaliani, svezzati con le gagdei paperi antropomorfi del-la Disney e dei cavernicoli diHanna & Barbera, si abitua-noa crescere insiemeai per-sonaggi. Più di una genera-

zione si affeziona in un bale-no a Heidi, trasmessa a piùriprese dalla rete democri-stiana. È una bambina checrede nei sentimenti e nellabontà; attorno a sé non hacattivi, ma solo personeunpo' incompresee fragi-

li. «Heidi era nata dallapenna di una scrittrice

svizzera. La serie fuco-prodotta dauna società di Mo-

naco che fece dise-gnare i cartoni in

Giappone persfruttare la tecni-

ca della lunga se-rialità e la manodo-pera a basso costo»,

racconta laDe Bene-detti. Il cartone (ora in

onda la mattina alle 7.20su Italia 1), parla di un'orfa-na affidata alle cure del bur-bero e taciturno nonno, chevive in una malga di altamontagna. Insieme con lui,Heidi è felice. È come se lanatura stessa si prendessecura di lei, tenendola d'oc-chio mentre scorrazza a pie-di nudi per i pascoli assiemealle sue caprette. Finchéuna zia non la reclama perportarla a Francoforte, dovela piccola dovrà fare da da-migella di compagnia a unabambina disabile e gentile,Clara.Ma Heidi, abituata all'

ariapuradelle vette, inquel-lacasariccaeausteragover-nata dall'inflessibile signori-na Rottermeier, si ritrova«comeunpesciolinochedall'acqua se ne va, un uccellinoin gabbia che di noia mori-rà», canta la sigla.

Dall'altra parte, sulla retepiù moderna e socialista, lanatura è ridotta a un campodibattagliaper lemazzate ti-taniche dei primi robot ap-parsi in video. Il bell'Acta-rus, dai lunghi capelli, è unalieno che combatte per di-fendere la Terra dagli attac-chi del Re Vega. Manovra ungigantesco robot, Goldrake,alto 30 metri, capace di cor-rerea700kml'ora,equipag-giato con le sensazionali La-me rotanti, la risolutiva Ala-barda spaziale e il temutoDoppio maglio perforante.

Oggiquestearmifannosor-ridere sin dal nome, ma allo-ra parecchi genitori rimase-ro impressionati e vietaronola Tv ai bambini: «Non a ca-so - ricorda la De Benedetti -Ufo Robot veniva trasmessosullarete “alternativa”e nel-la fasciapreserale,nondesti-nata ai piccoli». Non bastò aplacare gli animi perché unsenatore leader della sini-stra comunista, Silverio Cor-visieri, presentò un'interpel-lanzaparlamentare per can-

cellaredaipalinsesti il gigan-te guerriero. Ma non ebbesoddisfazione,anzi.Gli indicid'ascolto della Rai - aggiun-ge ancora la De Benedetti -continuarono a salire allestellee l'Italiadivenne ilmag-giore acquirente occidentaledi cartoni giapponesi. A UfoRobot presto vennero a daremanforteMazingaZeta, l'af-fascinate pirata spaziale Ca-pitan Harlock e la coraggio-sa Lady Oscar. Insomma, icreatoridi«anime», comesichiamano i cartoni anima-ti del Sol Levante, hannotenuto laposizioneehan-no preparato il terreno

agli invincibili combattentidi Dragon Ball, ai Pokémon ea tutti quei personaggi che

ogginasconogiàperdiven-tare fenomeni, per viva-

cizzare le cartelle discuola e, perché no?,sbarcare sul gran-de schermo.

Ferruccio Gattusoda Milano

�Armato di megafono econ parecchie cose da dirci den-tro. Enrico Bertolino si ripre-senta su un palcoscenico manon per fare il guru con la veri-tà in tasca. Quel ruolo lo lasciaad altri colleghi, più rabbiosi,meno pettinati e altrettanto me-no coerenti. Lui, faccia azienda-le e modi di fare british, non al-za la voce ma poi, come fa nelsuo ultimo spettacolo, ti conse-gna Lampi accecanti di ovvie-tà. Ecco perché, seppur gratifi-cato dalla tv (la sit-com Piloti èuna scommessa vinta: la Raicontinua a mandare repliche;la nuova edizione di Glob partead aprile) Enrico Bertolino inteatro ci torna sempre: per dire

la sua guardando in faccia lagente. Da domani a domenicalo fa al Teatro Ciak di Milano,casa sua.Bertolino, nel nuovo spettaco-lo Lampi accecanti di ovvietàce l'ha in particolare con qual-cuno?«No, piuttosto con qualcosa.Un virus che in Italia attecchi-sce facilmente: quello della sop-portazione. Ormai non si discu-te più: si accetta come normaleun ritardo di due ore all'aero-porto, così come l’assenza di sti-moli nella coppia».Non è diventato nervosetto?«Ma no. Io le cose le raccontosempre con ironia. Ma lo scopo

è quello di far ridere per far ri-flettere».Riflettere sui massimi siste-mi? Sicuro di trovare un pub-blico disposto?«I massimi sistemi li lascio adaltri. Io racconto di quest'Italiacontemporanea, anzi facciocronaca. Lo show è un work inprogress: di giorno guardo le

agenzie e decido cosa dire la se-ra. La prima parte dello spetta-colo è tutta così: rassegna stam-pa, con titoli e foto dai giornali.A Cesano Maderno ho dato indiretta la notizia della cadutadel governo».E nella seconda parte?«Vado sui grandi temi: come ilteatrino pre-elettorale, in cui i

politici afferrano poltrone pri-ma di sapere come voteremonoi italiani. E poi questi duepresidenti cuccatori, Sarkozye Chavez, che fanno sbellica-re: al posto delle banlieue ilneo-Cyrano de Bergerac pen-sa alla Bruni, mentre Chavez,quando non flirta con Naomi,racconta di come mastica co-

ca. Qualsiasi altro leader delgenere a casa nostra sarebbemassacrato».Guardi che se tocca Chavezpoi le dicono che è vero, allo-ra, che è un comico di destra...«Sì, ci hanno provato. Ma ioho sempre distribuito satira adestra e a manca. E se poi midanno del cerchiobottista, pa-zienza. Ho sempre un secondolavoro nella formazione azien-dale».A quando il ritorno in tv?«Il 3 aprile riparte Glob su Rai-tre, dieci puntate al venerdì, co-me al solito a mezzanotte. Poivedremo».Un pensierino al cinema?«Figuriamoci, io faccio faticaa fare i filmini delle cresime.Ma se mi cercassero Avati oD'Alatri...».

AUGURICARTOONS

IL DISEGNATORE

TORNA L’UMORISTA PIÙ BRITISH

Bozzetto: «Che rivoluzionePortarono da noitecniche spettacolari»

Bertolino: in palcoscenico e in tvsbeffeggio «l’Italia che sopporta»

EROI A FUMETTIGoldrake andòin onda per laprima volta il 4aprile del 1978su Raidue. Heididue mesi prima:

il 7 febbraiosu Raiuno. A

destra Bozzetto

Prima c’eranosolo la Disneye i prodottidell’Europa

dell’Est

Heidi e Goldrake:trent’anni falo sbarco dal Giappone

Nel 1978 furono le prime seriedi animazione importate dal SolLevante che fecero impazzire i

bambini. Contro Ufo robot ci fu pureun’interpellanza parlamentare

da Milano

�«Le trame erano piuttosto scialbe,ma i giapponesi le avevano sceneggiate inmodo spettacolare». Bruno Bozzetto sene intende. È il più famoso creatore dicartoni animati in Italia, autore di tantifilmati di Carosello, ma anche sperimen-tatore di nuove tecniche di animazione:nel 1991 è stato nominato al premioOscar per il cortometraggio animato Ca-vallette. Oggi ha 70 anni e ricorda perfet-tamente i suoi figli incollati alla televisio-ne, a bocca aperta davanti ai nuovi eroimade in Japan. «I combattimenti di Gol-drake venivano inquadrati dall’alto, dalbasso, da sotto l’ascella del mostro, da inmezzo alle gambe del robot, proprio co-me accade nei fumetti. La tecnica si rivelòefficacissima. I nostri bambini, trent’annifa, erano abituati alle inquadrature fissedegli Antenati di Hanna & Barbera, per-ciò rimanevano incantati guardando Hei-di, Ufo Robot e le altre “anime” che daallora divennero un appuntamento fissodel pomeriggio. Si è formata così un’inte-ra generazione di disegnatori italiani as-sai influenzata dallo stile giapponese».

Anche le sigle erano importantissime.«Fondamentali, ma non solo per la Tv deiragazzi. All’epoca le sigle godevano diun’altissima considerazione. Erano l’uni-co elemento fisso, riconoscibile dei pro-grammi, quello che non cambiava mai eche quindi restava più impresso nei tele-spettatori. Venivano composte con curamaniacale». Oggi i cartoni animati sonomolto cambiati: «Heidi e Ufo Robot eranosemplici, essenziali. Adesso i disegni sonopiù raffinati e realistici, anche quando svi-luppano trame fantasiose». E nonostantei cartoni giapponesi siano ancora protago-nisti nella gran parte del palinsesto dedi-cato ai più piccoli, la nuova rivoluzionesembra arrivare dall’America. «L’ha fat-ta Matt Groening creando i Simpson, poisi sono aggiunti i Griffin e South Park.Piacciono ai ragazzini perché sono buffi edivertenti, ma anche agli adulti dato chetrattano temi della vita quotidiana, pro-blemi all’ordine del giorno. In pratica,possono essere letti a più livelli e hannoallargato il bacino del pubblico». Ora co-me allora, la vera rivoluzione in Tv passaper l’Auditel.

[PMan]

Il comico porta a teatro «Lampi

accecanti di ovvietà». In aprile

sarà su Raitre con «Glob»

IMPROVVISATOREEnrico Bertolino. Ilcomico da domanisarà al Ciakdi Milano con il suonuovo spettacolo«Lampi di accecanteovvietà». Spiega:«Di giorno guardole agenzie e decidocosa dire la sera. Poinella seconda partevado sui grandi temi.Il cinema?Se mi chiamanoAvati o D’Alatri»