I lezione
“La pianificazione dell’integrazione scolastica”
a cura di Loretta Mattioli e Serena Perugini
USP Pesaro e Urbino
18.01.10
Loretta Mattioli - Serena Perugini
Integrazione scolastica e disabilità� Quando la persona è specialmente speciale la complessità del progetto è
implementata
� I bisogni, molto più forti, non sempre permettono una risposta adeguata alle richieste dell’ambiente
� I bisogni del gruppo sono più difficili da conciliare e mediare
� Le potenzialità sono molto più difficili da individuare
� Sono necessarie risorse di supporto competenti in ambito metodologico
� Il successo non si basa sulla risorsa come dato quantitativo ma qualitativo
quindi
il successo dell’integrazione scolastica di un alunno disabile
è perseguibile se
l’integrazione viene progettata e valutata
IN MODO COLLEGIALE
NEL RISPETTO DELLE SPECIFICHE COMPETENZE
Loretta Mattioli - Serena Perugini
Il Progetto Educativo Individualizzato� Il Progetto Educativo Individualizzato è la pianificazione di un
processo caratterizzato da elevatissima complessità per il quale dobbiamo individuare tutte le più opportune forme e i piùadeguati strumenti che ne permettono la realizzazione in termini di qualità
� Non deve essere pensato solo come la documentazione che lo rappresenta
� La documentazione rappresenta il processo e crea le condizioni di qualità
Pertanto …� Un progetto di integrazione può essere definito di qualità se:1. è collegiale cioè condiviso2. è progettato a partire da una efficace valutazione ingresso che
coinvolge direttamente o indirettamente tutti i docenti3. è progettato sulla classe e alla classe ritorna sempre 4. prevede una concreta valutazione sia in itinere che finale
Loretta Mattioli - Serena Perugini
In particolare …� Il PEI non si rivolge solo alla vita scolastica ma tiene conto della
vita dell’alunno (include quindi anche il tempo extra scuola)� È un macro processo che si articola in micro processi che ci
aiutano a gestire la complessità del progetto di vita che andiamo a pianificare prima e realizzare poi per tutto l’arco della formazione
� I micro processi sono 4: � valutazione in ingresso (sono coinvolti attivamente e direttamente tutti i componenti
del GLHO)
� progettazione (sono coinvolti attivamente e direttamente tutti i componenti del GLHO)
� attuazione e (sono coinvolti direttamente tutti i docenti con la funzione di coordinamento delle azioni da parte del docente di sostegno e la famiglia – indirettamente gli operatori sanitari)
� verifica e valutazione in itinere (sono coinvolti attivamente e direttamente tutti i componenti del GLHO)
� verifica finale e valutazione finale (sono coinvolti attivamente e direttamente tutti i docenti – indirettamente la famiglia e gli operatori sanitari)
Il Progetto Educativo Individualizzato
� Per documentare il processo che chiamiamo PEI deve pensata come un unico modello formato da 3 parti
� Le 3 parti permettono di dare giusta rilevanza ai momenti significativi del processo rispetto alla sinergia funzionale della rete che opera alla sua realizzazione (GLHO)
Pertanto il PEI …corrisponde a una triade pedagogica
espressione di un macroprocesso complesso
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Il Progetto Educativo Individualizzato
UN INVITO ALLA RIFLESSIONE … …L’attuazione del progetto è ovviamente la parte determinante
ma implicita che nei modelli non compare e consiste nell’attuazione delle azioni, che quotidianamente vengono svolte, necessarie per garantire:
� apprendimento (conoscenze e abilità)� Integrazione� partecipazione
� Fare attenzione a questo passaggio, troppo spesso dato per scontato, che trasforma il Progetto Educativo Individualizzato in atto puramente formale o azione vera nel senso che spesso viene a mancare la coerenza e corrispondenza fra il progettato e l’attuato
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Il Progetto Educativo Individualizzato
La struttura del documento del P.E.I.(I parte documento PEI)
Valutazione in ingresso = Profilo diagnostico
(II parte documento PEI)Progettazione del percorso = Progetto didattico/educativo
individualizzato
Valutazione in itinere
(III parte documento PEI)Valutazione finale = Relazione finale
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MACROPROCESSO
La valutazione diagnostica� Va svolta a partire dall’avvio delle attività didattiche � Se l’alunno rappresenta un nuovo caso (oppure il docente di sostegno
è nuovo nel consiglio di Classe) debbono essere svolte tutte le necessarie azioni di ricognizione generali che sono:
- analisi della documentazione/fascicolo dell’alunno colloqui con i docenti dell’A.S. precedente
- analisi del registro dell’A.S. precedente- colloqui con le UMEE- colloqui con la famiglia� Tali azioni sono da svolgere fra il 1° - 15° settembre� Il documento conclusivo della valutazione diagnostica va compilato al
termine della valutazione in ingresso dagli insegnanti � Le parti apposite per acquisire i suggerimenti/indicazioni della
famiglia e degli operatori sanitari vengono raccolti in sede di incontro del GLHO che e deve necessariamente avvenire entro il 30 novembre (viceversa non è più incontro progettuale ma di monitoraggio; la scuola se gli incontri vanno oltre il 30 novembre deve comunque incontrarsi con la famiglia e progettare)
� È IMPORTANTE CREARE MOMENTI NEI QUALI LA FAMIGLIA DIVENTI COLLABORATORE E SOGGETTO PROMOTORE ovvero che diventi SOGGETTO ATTIVAMENTE COINVOLTO (di regola viene visto come utenza portatore di bisogni piuttosto che come risorsa!)
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� Nell’incontro di progetto (quello che si deve svolgere entro il 30 novembre) ci si confronta sulla PROPOSTA AVANZATA DALLA SCUOLA e si decide in merito alle linee del progetto
� Il contenuto del Profilo diagnostico (unitamente ai suggerimenti e alle indicazioni emerse durante l’incontro) verràutilizzato dai docenti nella predisposizione del Progetto educativo – individualizzato vero e proprio deve rimanere agli atti della scuola insieme al progetto che verrà sviluppato dalla scuola
� Il documento di valutazione va incollato insieme al progetto sul registro del docente di sostegno in modo da essere utilizzato per monitorare l’attuazione durante l’anno
� La complessità dell’integrazione può infatti far sì che, nel coinvolgimento di tante attività si perda il filo conduttore (un vero e proprio filo di Arianna) che ci permetta nella complessitàdella vita scolastica di gestire con successo quella dell’integrazione speciale
La valutazione diagnostica
� I Fase (sintetica – globale) In questa fase si:
1. selezionano le diverse esigenze (Domanda guida: cosa dobbiamo sapere per progettare?) e si declinano i protocolli delle osservazioni (che vanno pensati molto accuratamente cioè definendo bene il protocollo di osservazione ovvero che cosa, perché, chi, quando, per quando tempo) e le modalità di adattamento delle prove di ingresso;
2. realizzano tutte le azioni di accompagnamento della valutazione in ingresso ovvero colloqui, lettura della documentazione, … che concorrono a realizzare la fase finale di valutazione vera e propria cioè sono dati che dobbiamo inserire e utilizzare nella stesura del documento conclusivo della valutazione diagnostica
� II Fase (analitica)
In questa fase che corrisponde alla raccolta delle osservazioni e valutazioni delle prove si:
1. deve fare grande attenzione che le osservazioni/prove non contengano indicazioni implicite che causino l’effetto alone
� III Fase (sintetica) In questa fase si:
1. fa il punto cioè si raccolgono i risultati delle verifiche/osservazioni in mododa definire la proposta progettuale
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Le fasi della valutazione diagnostica
ATTENZIONE A …1. nella III Fase se non si fa il punto delle valutazioni in ingresso non si riesce
a individuare i punti di forza e debolezza sulla base dei quali progettare2. nella compilazione del profilo diagnostico fare attenzione al modo in cui si
scrivono le rilevazioni evitando di inserire nei diversi ambiti descrittori che contengono informazioni implicite che poi rischiamo di perdere e non condividiamo con il GLHO né utilizziamo per elaborare il progetto vero e proprio
3. le rilevazioni sulle osservazioni delle prove debbono rispondere sempre alla domanda per cui abbiamo deciso di fare quel tipo di osservazione/prova
EsempioSe ci siamo prefissati di valutare l’abilità di lettura, nel descrivere i risultati non
inseriamo “gli piace leggere … ” ma solo se e come legge facendo attenzione anche, eventualmente, all’espressività
(N. B. l’espressività è rilevante per es. nei casi di disturbi generalizzati dello
sviluppo con un buon funzionamento per cui la lettura è efficace rispetto alla
comprensione mentre risulta spesso monocorde e limitata rispetto ai tratti
Prosodici ovvero all’espressività)
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Le fasi della valutazione diagnostica
Gli strumenti di valutazione (approfondimento II Fase)
� Le osservazioni possono essere descrittive e/o sistematiche, analisi funzionale
� Le osservazioni di solito vengono utilizzate per casi di particolare complessità o dove sono presenti problematiche comportamentali (autismo, ritardo mentale medio – grave –gravissimo, disturbi della condotta, ADHI)
� Sono strumento prevalente alla scuola dell’infanzia e nei primi due anni della scuola primaria
� Nelle problematiche comportamentali è molto utile l’analisi funzionale del comportamento (vedi esempio fare link)
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Gli strumenti di valutazione (approfondimento II Fase)
� Le prove di ingresso possono essere invece: � della classe con facilitazioni cognitive garantite da
dilatazione del tempo di esecuzione e/o strumenti compensativi(tabelle delle regole, tavola pitagorica, schema di sviluppo per la produzione scritta di italiano, vocabolari digitali, computer, schemi di comprensione, calcolatrice, …)
� differenziate per cui si possono produrre prove di ingresso con obiettivi diversi
� Interessante soprattutto alla primaria utilizzare le cosiddette prove cognitive trasversali (lettura, ascolto, comprensione, saper stabilire nessi logici, …)
� Attenzione alla gradualità delle prove
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Alcuni suggerimenti
� La valutazione in ingresso è preferibile rivolgerla quasi sempre alla totalità dei bambini e non solo a quello disabile
� In particolare nella valutazione in ingresso dobbiamo prevedere sempre delle osservazioni e prove volte a stabilire la capacità di inclusività del gruppo classe cioè di tutti i bambini (soprattutto quando sono piccoli)
� La componente di osservazione prevale sulle prove nel caso di gravitàcognitiva o se si tratta di bambini molto piccoli
� Tuttavia, impariamo a pensare che si possono fare anche prove semplici tipo di comprensione anche alla scuola dell’infanzia
Esempio la maestra legge una fiaba poi si chiede ai bambini quale è il protagonista (di chi ha raccontato la maestra oppure la maestra presenta i due personaggi in forma di bambole e chiede il riconoscimento)
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Osservazioni conclusive sulla valutazione
in ingresso
� È la I fase del macroprocesso “Progetto Educativo individualizzato”
� È determinante ai fini della definizione delle linee generali delprogetto
� Una valutazione in entrata = diagnostica = in ingresso è definibile di qualità se:
1. vengono rispettate tutte le fasi nelle quali si articola
2. condivisa a scuola dai docenti (anche se fattivamente viene coordinata dal docente specializzato per il sostegno)
3. ha considerato l’extra scuola
4. viene poi completata in sede di GLHO con gli apporti della sanità e della famiglia
5. contiene la proposta progettuale, da sviluppare poi nel dettaglio nel progetto didattico/educativo individualizzato
6. tiene conto nella proposta progettuale anche dell’extra scuola
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Osservazioni conclusive sulla valutazione in
ingresso: la proposta progettuale� Proposta progettuale = linee generali dell’intero progetto educativo/didattico
individualizzato = finalità generali del progetto e/d individualizzato indica la strada da seguire nel declinare il progetto vero e proprio
1. È fondamentale al termine della valutazione diagnostica proporre le linee generali del progetto che poi si andrà a declinare negli obiettivi, attività, metodologie, tempi di attuazione e verifica per condividerla con il GLHO
2. Sulla base della proposta che andiamo ad avanzare al GLHO si definisce la suddivisione del monte ore delle risorse (tipo 3 ore area antropologica, ecc.)
3. La proposta deve dire a grandi linee se il progetto per quel A. S. seguirà gli obiettivi di classe o meno, se si ritiene necessario dare ampio spazio alle autonomie o altro … poche parole chiare dalle quali si capisce che cosa e come andremo a fare
Esempio Se dedichiamo ampio spazio alle autonomie sociali non solo dobbiamo definire obiettivi, attività, ecc. in relazione alle autonomie ma dobbiamo considerare, nelle aree didattiche cosa dovremo snellire, come adattare se vogliamo far sì che l’alunno non faccia un miglioramento in un settore e regredisca degli altri
Loretta Mattioli - Serena Perugini
Osservazioni conclusive sulla valutazione in
ingresso: il progetto specifico per l’integrazione
1. Alla fine del profilo diagnostico dobbiamo proporre un progetto specifico per l’integrazione (che è, per definizione, per tutti gli alunni)
2. Non è obbligatorio ma è auspicabile che venga fatto perchécoinvolge tutta la classe, permette di garantire soddisfazione evera valorizzazione dell’alunno
3. È da considerarsi obbligatorio nei casi particolarmente complessi!
4. Il Progetto specifico per l’integrazione è dunque un momento dell’intero progetto educativo/didattico non va confuso con quello
5. È interpretabile come un momento di valorizzazione a carattere fortemente trasversale perché coinvolge più aree/campi di esperienza
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Il progetto didattico educativo
individualizzato
� Finalità di ogni progetto didattico educativo individualizzato:
“ Garantire a ogni alunno, sulla base delle capacitGarantire a ogni alunno, sulla base delle capacitàà lette sia in termini dilette sia in termini di
potenzialitpotenzialitàà che di bisogno, lche di bisogno, l’’acquisizione di abilitacquisizione di abilitàà a caratterea carattere
trasversale che poi gli servano, procedendo nel progetto di vitatrasversale che poi gli servano, procedendo nel progetto di vita, a costruire, a costruire
performance tali da raggiungere il massimo dellperformance tali da raggiungere il massimo dell’’integrazione socialeintegrazione sociale”
NON DOBBIAMO MAI PERDERE DI VISTA CHE
IL PROGETTO DI UN ANNO
E’ UNO STEP
DI UN PROGETTO PIU’ GRANDE: QUELLO DELLA VITA!!!
� Per questo motivo nel Progetto educativo individualizzato debbono essere previste anche azioni riguardanti la giornata del bambino/ragazzo
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Il progetto didattico educativo
individualizzato� Nell’incontro collegiale del GLHO si è dibattuto, riflettuto e integrato,
con l’apporto della sanità e della famiglia, sulla proposta avanzata dalla scuola come conseguenza della valutazione in ingresso
� Dopo l’incontro del GLHO la scuola formula nel dettaglio il progetto didattico – educativo individualizzato (entro 10 gg. circa)
� Nell’elaborare il progetto la scuola definisce in modo dettagliato, chiaro e soprattutto condiviso obiettivi, contenuti, attività, metodologiemetodologie, modalità e tempi di verifica sia per quanto riguarda l’ambito più prettamente educativo che per quello didattico
� Durante l’elaborazione del progetto il docente specializzato collabora contutti i colleghi
� Vanno incluse anche le azioni che riguardano l’extrascuola� Va declinato l’orario di intervento frontale del sostegno � L’orario del sostegno determina la modulazione (azione implicita ma
imprescindibile!) dell’orario interno di sezione/classe� L’orario del sostegno sulla base dei momenti di specializzazione
stabiliti per l’alunno
� L’orario interno deve adeguarsi ai bisogni
Loretta Mattioli - Serena Perugini
Il progetto didattico educativo
individualizzato� Il progetto di integrazione deve essere delineato a partire dalla programmazione di
classe cioè deve tenere conto degli obiettivi, ma soprattutto dei contenuti e delle attività previste per la classe (di cui quel alunno fa parte!!!)
� All’interno del progetto didattico/educativo debbono essere inseriti sia momenti di normalizzazione (personalizzazione basati su cioè che l’alunno sa fare) che momenti di specializzazione (individualizzazione basati sul recupero dei bisogni)
� Occorre considerare i punti di forza soprattutto quando elaboriamo, all’interno del percorso educativo/didattico individualizzato, il progetto specifico di integrazione per quella classe
� Il progetto di integrazione specifico (non il PEI) deve coinvolgere necessariamente tutti gli alunni
� Anch’esso deve prevedere l’alternanza di momenti individualizzati e momenti di personalizzazione
� I modi di interventomodi di intervento debbono essere veramente concordati e condivisi nel senso che sia quando c’è/non c’è il sostegno ogni docente segue l’approccio metodologico/didattico individuato
� Anche le collaborazioni fra docente specializzato/assistente e docenti non specializzati debbono essere concordati
� Vanno stabiliti e condivisi le modalità di verifica e valutazione sia in itinere (formativa) che finale (sommativa)
Loretta Mattioli - Serena Perugini
La progettazione di classe
� È necessario che sia ben strutturata in tutti i suoi aspetti
Loretta Mattioli - Serena Perugini
PRIMA (SITUAZIONE INIZIALE)
DOPO(SITUAZIONE FINALE)
PERCHE’
COME
CHI
QUANDO
Il progetto educativo didattico individualizzato si inserisce nel percorso della progettazione di classe rendendo più articolato il percorso fra PRIMA e DOPO
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� Dopo aver effettuato la valutazione in ingresso quindi definito le capacità e i livelli di performance dell’alunno, avanzato la proposta al GLHO quindi, all’interno del GLHO, aver assunto le decisioni dobbiamo:
1. Declinare nel dettaglio l’orario del sostegno sulla base delle esigenze dell’integrazione
2. Adeguare l’articolazione dell’orario interno sulla base di quello del sostegno
3. Scegliere degli adattamenti dei contenuti e delle attività di classe insieme ai colleghi sia per quanto riguarda le lezioni in compresenza con il docente specializzato che in assenza
4. Concordare tutte le modalità relative all’assegnazione e allo svolgimento delle consegne a casa nonché alle attività per le autonomie da svolgere anche a casa
5. Concordare le modalità e gli eventuali adattamenti delle di verifiche in itinere
6. Definire i criteri e le modalità per la valutazione formativa e sommativa7. Stabilire le modalità di comunicazione al BAMBINO e alla
famiglia dei risultati
Le azioni nel dettaglio
Loretta Mattioli - Serena Perugini
Le macro - aree del progetto educativo
individualizzato
Area delle autonomie:
personale – sociale - didattica
o È strettamente connessa all’area
dell’integrazione
Area dell’integrazione
o gestione delle risorse materiali (adattamenti, per es., per un alunno non vedente) e umane (i compagni di classe, i collaboratori scolastici, l’alunno disabile, …) umane
o progetti, percorsi, momenti di
attività specifici per creare le
condizioni dell’integrazione
Area degli apprendimenti
o discipline scolastiche
Area cognitiva trasversale
o scelte metodologiche per
supportare logica, memoria di lavoro = breve termine,
strutturazione spazio-temporale
(fattibili in classe, individuabili nelle
attività di classe)
o attività di recupero specifiche, individualizzate
1. Ogni Progetto educativo individualizzato comprende le seguenti aree di intervento
2. Queste assumono maggiore o minor rilevanza a seconda della condizione dell’alunno
Loretta Mattioli - Serena Perugini
Le azioni nel dettaglioPer ogni area di intervento si debbono definire e scrivere:1. Se la progettazione segue gli obiettivi di classe o meno2. Gli obiettivi elencandoli (scriverli sia che sono della classe che differenziati o
ridotti all’obiettivo minimo)3. I contenuti che si intendono sviluppare4. Le attività che si svolgeranno (attenzione le attività dove c’è il sostegno saranno
diverse perché c’è l’intervento frontale in classe mentre dove l’insegnante disciplinare non specializzato è solo saranno fornite le indicazioni su come far lavorare tutti nel rispetto dei bisogni!)
5. I tempi6. Le verifiche (quelle della classe, adattate e semplificate, …)� PER SVOLGERE BENE QUESTA PARTE FONDAMENTALE E CHE RICHIEDE
CONFRONTO CON I COLLEGHI E REFLESSIONE TENIAMO PRESENTE SEMPRE ALCUNE DOMANDE GUIDA:
1. Quali sono le cose che QUESTA CLASSE farà?2. L’alunno le può fare tutte?3. Quelle che non può fare come posso fargliele fare (scelta di metodo diverso)4. Quante delle scelte “alternative” che faccio per questo alunno possono essere
adottate per tutti? (integrazione vera e propria)
Loretta Mattioli - Serena Perugini
La valutazione finale
� La valutazione del progetto si rivolge all’alunno anzi alle abilità e competenze che ha/non ha acquisito
� Di conseguenza determina una rilettura del progetto che ci obbliga a individuare con chiarezza:
- cosa abbiamo veramente realizzato
- cosa non siamo riusciti a realizzare e perché
� Il perché serve infatti a comprendere se è possibile reinserire il non attuato nel successivo progetto oppure non lo è
� Avere relazioni finali ben fatte permette nell’A. S. successivo di avviare consapevolmente e in modo sempre più adeguato la nuova fase diagnotica, pre – progettuale sia sono sempre io il docente oppure ce ne sia un altro
� Le indicazioni sulla modalità di compilazione sono le stesse del profilo diagnostico: usare linguaggi chiari, senza indicazioni implicite o generiche, fornendo informazioni corrispondenti agliindicatori che andiamo a valutare
Normativa relativa alla
valutazione� La normativa di riferimento
1. L. 104/92 (art. 16)
2. T. U. Scuola = D. Lgs. 297/94 (art. 318)
3. O. M. 128/99
4. O. M. 127/00
5. O. M. 90/01 (art. 15)
6. D.P.R. /09
Loretta Mattioli
In generale …� Usare un linguaggio facilmente comprensibile nel redigere i documenti e il registro
� Evitare termini generici che non significano niente o quasi (es. non si scrive comportamento inadeguato ma si specifica quale esso sia)
� Illustrare alla famiglia i contenuti sai della valutazione diagnostica che del progetto educativo/didattico
� Incollare sul registro i documenti in modo da poterli verificare in itinere
� Verificare l’andamento del percorso anche laddove non si è presenti
� Fornire ai colleghi ogni forma di supporto e collaborazione possibili
� Garantire una comunicazione trasparente e costante con la famiglia stabilendo però delle regole di comportamento (no celullari o colloqui quotidiani …)
� Tutta la documentazione relativa al PEI contiene dati altamente riservati e sensibili pertanto:
1. debbono essere consegnati ad esterni, inclusa la famiglia, solo dal dirigente scolastico (legale rappresentante della Scuola) MAI DAL DOCENTEMAI DAL DOCENTE
2.2. IL REGISTRO GARANTISCE LA TUTELA DELLA PRIVACYIL REGISTRO GARANTISCE LA TUTELA DELLA PRIVACY3. l’accesso ai documenti a scuola da parte del docente deve avvenire in modo da
garantire tutela della privacy e secondo le regole che la Scuola si è data in merito
4. Nel momento in cui consultiamo documenti o usiamo il registro nediventiamo responsabili (per es. evitare di lasciare tali documenti sul tavolo in aula professori o altrove se ci assentiamo anche solo per pochi minuti)
Grazie a tutti!!!Grazie a tutti!!!Grazie a tutti!!!Grazie a tutti!!!
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