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La Newsletter de nr. 51-2017
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NOTIZIE DAL MONDO DEL BIOLOGICO (e non solo…),
DALL’EUROPA E… DAL TAMISO
Questa settimana parliamo di:
Dal 1° gennaio al supermercato sacchetti a pagamento, o L’Europa dà ancora incentivi al carbone,
L’Agricoltura Bio ha bisogno urgente di un piano
sementiero, Manifesto per un partito che non c’è,
Buon Natale, anche se siamo in guerra…,
o Dopo gli OGM ci nutriranno i Big Data, Tanti Auguri ai fabbricanti di regali,
Una bolla rivoluzionaria: Bitcoin,
Dai panettoni ai prosciutti: l’OGM c’è ma non si vede…, o La manovra “Brancaleone”,
2018: in arrivo una nuova stangata sulle famiglie, L’ultimo miglio… in Sud Sudan,
L’importanza della biodiversità,
o I fumi dei diesel avvelenano i nostri bambini, Inquinamento: rischio di malformazioni alla nascita e
danni al Q.I. dei bambini, OGM: 20 anni di frodi scientifiche e corruzione,
Tre cose necessarie per finanziare la lotta ai cambiamenti climatici,
o Ripensare il modello produttivo agricolo con il biodinamico,
Il pane non è una merce.
DAL 1° GENNAIO I SACCHETTI PER FRUTTA E VERDURA AL
SUPERMERCATO SI DEVONO PAGARE. L’IMPORTO È ANCORA MISTERIOSO: UNA CIRCOLARE AUTORIZZA IL
SOTTOCOSTO
Quanto costeranno i nuovi sacchetti biodegradabili per
la frutta e la verdura in vendita nei supermercati e nei
negozi dal 1 gennaio 2018? L’interrogativo è ancora senza
risposta, anche se tra due settimane tutte le buste ultraleggere
usate per l’ortofrutta e anche quelle impiegate nel banco
gastronomia (*) saranno per legge biodegradabili e a
pagamento.
Il prezzo non è stato deciso, anche se in molti punti vendita
nuovi sacchetti sono già presenti. Il vuoto informativo riguarda anche le istituzioni che non
hanno spiegato perché si è arrivati a questa scelta. La decisione è scaturita da una direttiva
europea che invita gli Stati membri ad adottare misure per diminuire in modo significativo
l’utilizzo di borse di plastica di materiale leggero. L’Italia ha deciso che il miglior sistema sia
quello di di rendere obbligatoria la vendita dei sacchetti.
A distanza di due settimane circa dall’entrata in vigore del provvedimento resta, quindi,
l’incognita sul prezzo da pagare. Abbiamo chiesto alle catene di supermercati (Coop, Conad,
Esselunga, Auchan, Carrefour…) quanto verranno a costare, ma nessuno ha voluto sbilanciarsi,
anche perché la situazione è ancora in divenire. A prescindere dalle decisioni che verranno
prese, i calcoli li abbiamo fatti noi.
I sacchetti attualmente distribuiti gratis costano al supermercato poco più di 1 centesimo di
euro a pezzo. Per quelli nuovi biodegradabili l’importo raddoppia (da 1,8 a 2 centesimi). Per
questo motivo ci sembra corretto fare pagare al massimo di 2 centesimi a busta, equivalenti a
un esborso mensile di circa 1 euro per una famiglia di 3 persone che utilizza una cinquantina
di sacchetti al mese. Facendo pagare di 2 centesimi, la grande distribuzione ne trarrà comunque
un vantaggio economico, perché copre i costi di acquisto, e non deve più accollarsi la spesa
delle buste che adesso sono distribuite gratis. Chi chiederà ai consumatori più di 2 centesimi
avrà qualche difficoltà a giustificarlo.
C’è però un nuovo elemento che potrebbe cambiare le carte in
tavola. Il Ministero dello sviluppo economico ha diffuso una
circolare datata 7 dicembre 2017, che autorizza i supermercati ad
applicare il sottocosto sui sacchetti. In altre parole le buste che
per legge devono essere vendute, potranno essere proposte a 1
centesimo di euro (o meno) anche se sono state acquistate al
doppio. Qualcuno ha già annunciato di voler utilizzare questo
sistema per ridurre al minimo l’aggravio di spesa per i clienti.
La circolare offre quindi una via di uscita onorevole ai supermercati e aspettiamo fiduciosi le
reazioni, ma non bisogna dare nulla per scontato, visto che le shopper biodegradabili vendute
alle casse a 10-15 centesimi di euro costano alla grande distribuzione 5 a 7 centesimi.
Di fronte all’idea di dover pagare il sacchetto alcuni propongono di usare buste portate da casa
o sacchetti di carta, ma le catene hanno già detto di no per motivi igienici (poco plausibili),
logistici (impossibilità di controllare i prodotti e le quantità effettivamente acquistate se i
sacchetti non sono trasparenti), e di sicurezza (contenitori di materiale inadatto al contatto con
gli alimenti).
Qualcuno propone il ritorno alle vecchie borse a rete, una volta molto utilizzate, ma poi cadute
in disuso proprio a favore dei sacchetti di plastica. Altri pensano di poter insacchettare più
prodotti nella stessa busta (peperoni insieme a zucchine, mele e arance), ma l’idea non è molto
apprezzata (Conad si dichiara favorevole, Esselunga contraria). La soluzione di una borsa, di
carta, stoffa o di plastica riutilizzabile dovrebbe essere percorribile quando si compra la frutta
e la verdura dal fruttivendolo di fiducia o presso le bancarelle del mercato.
Su questo argomento è necessario usare il condizionale perché
la circolare del Ministero dello sviluppo economico del 7
dicembre 2017 ammette la possibilità di usare borse
riutilizzabili, anche se rimanda per il benestare definito a un
parere del Ministero della salute che dovrebbe valutare gli
aspetti igienici e quelli sanitari. Il costo per il supermercato di
un sacchetto biodegradabile per frutta e verdura è di 2
centesimi di euro.
(*) Sacchetti e shopper per la spesa dovranno contenere almeno il
40% di materia prima da fonte rinnovabile. La percentuale salirà al 50% nel 2020 e al 60% dopo. Per i sacchetti destinati a venire a contatto con il cibo è richiesta l’idoneità alimentare.
(da Il Fatto Alimentare – dicembre 2017)
**torna al sommario**
L’EUROPA DÀ ANCORA INCENTIVI AL
CARBONE
Il Consiglio europeo ha adottato il 18 dicembre
l’accordo preliminare sulla riforma del pacchetto
energia denominato “Clean Energy for All
Europeans” (Energia Pulita per tutti gli Europei).
La definizione è una beffa perché i ministri dell’energia
riuniti a Bruxelles hanno deciso di privilegiare carbone
e altri combustibili fossili, anziché puntare sulle energie rinnovabili, e hanno confermato
discutibili incentivi per le fonti fossili, decidendo di finanziare anche alcune tra le più inquinanti
centrali a carbone del Continente.
Inoltre hanno indebolito la proposta della Commissione Europea per quanto riguarda il diritto
di cittadini, cooperative energetiche e Comuni di produrre e vendere la propria energia da fonti
rinnovabili. Il Consiglio ha infine ignorato l’invito del Parlamento europeo ad aumentare
l’obiettivo al 2030 per quanto riguarda la produzione di energia da fonti rinnovabili. Tutto
questo nonostante l’attuale obiettivo sia troppo basso per rispettare gli impegni che l’UE ha
preso con gli Accordi di Parigi. “Per l’industria dei combustibili fossili il Natale è arrivato in
anticipo, grazie ai ministri UE che si sono pronunciati in favore di sussidi persino per alcune tra
le centrali a carbone più inquinanti d’Europa”, ha commentato Luca Iacoboni, responsabile della
campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia. “Il potenziale dei cittadini europei, invece, non
è stato minimamente tenuto in considerazione, dato che il Consiglio Europeo sta
sostanzialmente svuotando la proposta della Commissione per quanto riguarda il diritto di tutti
di produrre e vendere energia da fonti rinnovabili”.
Secondo Greenpeace, l’Italia ha giocato un ruolo molto marginale. Il ministro Calenda, assente
a Bruxelles, ha infatti appoggiato tutte le richieste delle grandi aziende legate all’uso di carbone,
petrolio e gas, boicottando completamente l’idea di supportare la produzione rinnovabile per i
cittadini, le cooperative e i Comuni.
“Un comportamento incomprensibile, visto che l’Italia abbandonerà il carbone entro il 2025 e
ha tutte le possibilità per diventare leader nella produzione di energia da fonti rinnovabili”,
sottolinea Iacoboni aggiungendo: “Calenda continua però a vedere solo un futuro pieno di gas,
con impianti come il TAP a farla da padrone, senza considerare che l’unica strada per essere
meno dipendenti dall’estero è quella di puntare su sole, vento ed efficienza energetica”.
La palla ora passa nuovamente al Parlamento europeo, che dovrebbe finalizzare la propria
posizione sulla direttiva sulle energie rinnovabili in un voto in plenaria previsto per la seconda
metà di gennaio. A marzo è invece programmato il voto per la normativa denominata ‘Electricity
Market Design'. Per quanto riguarda il Consiglio europeo ci si attende la conferma, il prossimo
26 febbraio, dell’accordo preliminare raggiunto il 18 dicembre sull’intero pacchetto. Successivi
negoziati tra le tre parti coinvolte (Parlamento Europeo, Commissione e Consiglio) partiranno
poi in primavera. **torna al sommario**
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Urge un piano sementiero per l’agricoltura bio Serve un nuovo piano sementiero per l’agricoltura biologica. È
questa la richiesta espressa durante il convegno che AIAB e
ANABIO hanno organizzato a Roma, in collaborazione con
FIRAB e Rete Semi Rurali, il 18 dicembre all’Auditorio Giuseppe
Avolio. A fronte di una crescita di superfici e operatori superiore
al 20%, correlata ad una ancor più consistente crescita della
domanda, si registra una forte contrazione nella disponibilità di
sementi e di altri materiali di propagazione per l’agricoltura
biologica, che continua a dover operare con varietà selezionate
per altri modelli agricoli e moltiplicate in modo convenzionale. **torna al sommario**
(dal Bollettino Bio di Greenplanet – dicembre 2017)
Manifesto per un partito che non c’è di Maurizio Pallante
Tre valori che non trovano riscontro nei programmi di
nessuno dei partiti esistenti, perché costituiscono i pilastri
di un paradigma culturale diverso da quello vigente
nelle società in cui l’economia è stata finalizzata alla
crescita della produzione di merci: la sostenibilità
ambientale, un’equità estesa alle generazioni future
e ai viventi non umani, la solidarietà.
Si tratta di tre valori che si sostengono reciprocamente e,
anche se apparentemente possono sembrare dettati da un idealismo ingenuo, hanno una
grande concretezza perché non sono definiti soltanto in termini etici, ma sono sostenuti da
argomentazioni scientifiche. Se non si rispettano, non si viola una legge morale o una legge
giuridica, che rispondono a criteri di valutazione soggettivi, variabili nello spazio e nel tempo,
ma si generano reazioni di causa ed effetto che possono avere conseguenze molto negative
sulla specie umana, fino a determinarne l’estinzione. **torna al sommario**
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Buon Natale, anche se siamo in guerra di Ascanio Celestini
La produzione di armi cresce in tutto il mondo, intanto
l’Italia mantiene in piedi diverse missioni militari. Tuttavia,
il rifiuto della guerra può alimentarsi anche con le storie di
Natale, quelle poco note, quando diverse truppe hanno
smesso di spararsi. **torna al sommario**
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Dopo gli OGM ci nutriranno i Big Data di Vandana Shiva
Negli anni Novanta ci dicevano che gli Ogm avrebbero
assicurato la crescita di cibo ovunque, compresi i deserti
e le discariche di materiali tossici. Oggi sono rimaste solo
due applicazioni degli Ogm, la resistenza agli erbicidi e le
colture BT, ma le multinazionali non smettono di imporre
le proprie ricette.
Un completo fallimento costato miliardi e veleni. Intanto
sono ancora i piccoli contadini a produrre il 70 per cento del cibo globale. L’ultima notizia delle
multinazionali è che i «big data» ci nutriranno. Monsanto parla di «agricoltura digitale» basata
sui «big data» e sull’«intelligenza artificiale» e prefigura un’agricoltura senza contadini.
In realtà, spiega Vandana Shiva, l’unica strada resta quella del “rinnovamento del pianeta
grazie all’agroecologia, al ripristino della biodiversità, al rispetto del suolo, dell’acqua e delle
piccole unità agricole, affinché tutti nel mondo possano avere accesso a un’alimentazione
sana”. **torna al sommario**
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Tanti auguri ai fabbricanti di regali… di Pier Paolo Pasolini
«Siamo arrivati all’insopportabile Natale. Tanti
auguri ai fabbricanti di regali pagani!
Tanti auguri ai carismatici industriali che producono
strenne tutte uguali! Tanti auguri a chi morirà di rabbia
negli ingorghi del traffico e magari cristianamente
insulterà o accoltellerà chi abbia osato sorpassarlo o abbia
osato dare una botta sul didietro della sua santa Seicento! **torna al sommario**
(da comune-info – dicembre 2017)
Una bolla rivoluzionaria: Bitcoin Il valore della criptomoneta è slegato dalla realtà.
Chi la compra lo fa solo nella speranza di guadagnare soldi.
Ma questa nuova tecnologia ha le potenzialità per trasformare
radicalmente il sistema economico. **torna al sommario**
(da Internazionale – dicembre 2017)
Dai panettoni ai prosciutti: l’OGM c’è ma non si
vede L’Italia vieta la coltivazione di organismi geneticamente
modificati, non l’importazione. Anatre, faraone, tacchini, polli,
ovini, bovini e maiali. Tortellini, formaggi, latte, uova. Il pranzo
di Natale è servito, con gli Ogm nel piatto. Panettoni compresi.
Formaggi morbidi, duri, grattugiati, prosciutti di grande marca,
come i salmoni, le anguille e i capitoni cresciuti negli
allevamenti. La nostra normativa è ambigua: vieta la
coltivazione degli organismi geneticamente modificati, non la
loro importazione, né la commercializzazione. Se produco un
biscotto che contiene soia Ogm devo dichiararlo nell’etichetta, ma se vendo uno zampone di
maiale nutrito per mesi esclusivamente con mangimi Ogm non sono tenuto a dirlo. Sono
allergico al lattosio e bevo latte di soia? La soia venduta in Italia è per il 90% Ogm. Ogni giorno
l’Italia ne importa diecimila tonnellate. **torna al sommario**
(da Altragricoltura Nord Est – dicembre 2017)
La Manovra Brancaleone Per chi conoscesse poco il nostro Paese, la manovra varata
la settimana scorsa dal Parlamento potrebbe funzionare da
corso accelerato di italianità. Per come è andata a finire,
verrebbe da pensare che il relatore del provvedimento sia
Brancaleone da Norcia, disposto a imbarcare chiunque nella
sua armata per affrontare le crociate. **torna al sommario**
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Stangata sulle famiglie: più 952 euro a famiglia da
gennaio Dalle bollette della luce ai pedaggi autostradali. Passando per
assicurazioni, servizi bancari, prodotti per la casa e spese
scolastiche. Con il nuovo anno arriva anche la consueta
stangata di prezzi e tariffe che toccherà quota +952 euro annui
per una famiglia media. **torna al sommario**
(da Altrenotizie – dicembre 2017)
NELL’ULTIMO MIGLIO DOVE È PIÙ FACILE
INCONTRARE GESÙ Una testimonianza di Giovanni Dall’Oglio, medico
CUAMM in servizio a Rumbek in Sud Sudan
In Sud Sudan, nello Stato dei Laghi, Medici con l’Africa
Cuamm è presente da dieci anni, ma negli ultimi due il suo
intervento si è esteso notevolmente. Oggi il Cuamm, tramite
fondi di un pool di grandi donatori (HPF), nonché
della Cooperazione Italiana, Unicef e WFP, si fa carico di tenere in piedi il sistema sanitario
governativo che include novanta unità sanitarie di cui tre ospedali: Yirol Hospital, Cuibet
Hospital e Rumbek Hospital.
È il più importante impegno del Cuamm in Africa in termini finanziari, ma anche organizzativi
visto che si realizza in aree di difficile accesso e pericolose per i continui conflitti tribali volti per
lo più al possesso del bestiame. Scontri che rendono arduo e rischioso il lavoro degli operatori
e del personale sanitario locale che adesso supera le 750 unità.
I progetti in corso includono anche la componente nutrizionale grazie al sostegno di Unicef e
WFP che ha scelto Medici con l’Africa come l’unica organizzazione non governativa affidabile e
capace di andare ad erogare i servizi in questo vasto territorio riuscendo a raggiungere gli
ultimi e più vulnerabili. Progetti che a pieno titolo si realizzano “nell’ultimo miglio”! Il terzo dei
tre ospedali prima citati, quello di Rumbek, è di riferimento per 4 contee e ha una popolazione
totale stimata per il prossimo anno di quasi 570.000 persone, di cui il 45,8% di età inferiore ai
15 anni ed una popolazione stimata di donne in gravidanza di 33.000 unità, di cui per quasi
5.000 ci si aspetta che avranno delle complicanze di parto.
È facile capire, anche per i non addetti ai lavori, quanto grande possa essere la responsabilità
di portare avanti un tale impegno. Una sfida che si può vincere solo contando su personale
motivato e pronto a farsi carico, ben oltre le ore di lavoro di contratto, di un lavoro difficile, in
contesto ambientale che spesso ti mette a dura prova, dove oltre le sette di sera vige il
coprifuoco e il caldo nel periodo secco dell’anno, da febbraio a giugno, è torrido e leva il respiro.
Ma in questi contesti noi operatori del Cuamm ci ritroviamo a interfacciarci con persone speciali
che hanno fatto voto di dedicare la propria vita agli altri, prima di tutto i più sofferenti, gli
abbandonati, i disabili, i più fragili. Tra loro i missionari Comboniani e le missionarie della
Carità, le Sorelle di Madre Teresa che a Rumbek Town, a poche centinaia di metri dall’ ospedale,
hanno da tanto tempo una loro casa di accoglienza.
La specialista pediatra del Cuamm che lavora in ospedale, Grace Idrako, e le altre nutrizioniste
parte del nostro team (Jane Aloyo, Gloria Ciadia, Rebecca Amat e Kasara Rukia) sono assidue
frequentatrici di questa casa speciale. In pochi mesi hanno preso in cura tutti i bambini lì
presenti, molti dei quali gravemente malnutriti, perché arrivati qui per miracolo, così come
Irina, la bimba di 4 mesi che stavano per seppellire insieme alla sua mamma deceduta al
momento del parto, pensando impossibile che fosse ancora viva. E come lei ce ne sono tanti
altri di bambini miracolati che sono custoditi da queste suore missionarie eccezionali. Quando
le condizioni dei bambini sono gravi vengono ricoverati in ospedale e, una volta stabilizzati,
riaccompagnati alla casa delle Sorelle di Madre Teresa.
Sono stato invitato a vistare questa realtà tre giorni fa, il 18 dicembre, a poca distanza dal
Natale. I bambini e le loro mamme mi hanno accolto con canti e danze, con un affetto sincero.
È stata una forte emozione incontrarli e vedere il grande lavoro che il nostro personale sta
svolgendo lì da tanti mesi. Un impegno di cui dobbiamo essere fieri e che riflette l’essenza del
nostro essere qui. In quei bambini, in quegli occhi luminosi e nei loro sorrisi, davvero si sente
pulsante la forza della vita nuova, della speranza, dell’amore che il Bambino Gesù ci è venuto
a portare e che qui, senza ombra di dubbio, si trova a proprio agio e si fa riconoscere.
Leggi anche:
ANNUAL MEETING 2017 - PRIMA LE MAMME E I BAMBINI - 1000 DI QUESTI GIORNI
(da Medici con l’Africa CUAMM – dicembre 2017)
**torna al sommario**
L'importanza della biodiversità Si parla troppo poco spesso di biodiversità, o forse è più
vero il contrario, e cioè che soprattutto negli ultimi anni se
ne parla sì più spesso, ma purtroppo in termini sempre più
allarmistici. **torna al sommario**
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Come i fumi dei diesel stanno avvelenando i nostri bambini. il monitoraggio davanti le scuole Quanto smog respirano i bambini davanti alle scuole che
frequentano tutti i giorni? Purtroppo molto, come è uscito
fuori dai monitoraggi effettuati da Greenpeace sull’aria
vicina ad alcuni edifici scolastici di Milano. La nota
associazione ha effettuato dei monitoraggi nei pressi di
dieci scuole dell’infanzia e primarie di Milano proprio nell’orario di entrata dei bambini, dalle
7:30 alle 8:30, con lo scopo di valutare la qualità dell’aria che respirano i più piccoli. Lo scenario
che è emerso non è molto rincuorante: le concentrazioni di biossido di azoto (NO2) sono
sempre al di sopra della media e anche di molto rispetto al limite fissato dall’OMS, ovvero 40
μg/m3, microgrammi per metro cubo. **torna al sommario**
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L'inquinamento aumenta il rischio di
malformazioni alla nascita e può influire sul quoziente intellettivo dei bambini Inquinamento. Quali conseguenze dell’esposizione nei
bambini? Un nuovo scioccante studio ha rivelato una
significativa associazione tra smog, problemi alla nascita e
rischio di malformazioni. Lo studio, pubblicato su Journal
of Pediatrics, ha evidenziato come le donne esposte
all'inquinamento atmosferico durante il periodo di gestazione vedono aumentare il rischio che
i loro figli nascano con difetti e malformazioni come labbro leporino o palato anormale. **torna al sommario**
(da Greenme.it – dicembre 2017)
20 anni di corruzione e frodi scientifiche, dal cotone alla senape OGM di Vandana Shiva
La corruzione per introdurre illegalmente il cotone BT in India
si sta ripetendo con la senape OGM. Gli agricoltori e la
biodiversità vengono sacrificati in nome del profitto della
Monsanto. Il cartello dei veleni, le sei multinazionali
produttrici di pesticidi e OGM che hanno in mano le sementi
del mondo, sta corrompendo i nostri governi, le nostre agenzie di regolamentazione e alcuni
nostri scienziati per promuovere i loro organismi geneticamente modificati (OGM), che sono
pericolosi e non funzionano, e per richiedere brevetti e royalty sulla base di frodi scientifiche. **torna al sommario**
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Le tre cose che servono per finanziare la lotta ai cambiamenti climatici Trovare i soldi per la lotta ai cambiamenti climatici: è
l'obiettivo del One Planet Summit e ci stanno lavorando
governi, aziende, filantropi. Secondo Nature Conservancy,
sono tre i pezzi da mettere sulla scacchiera. Nonostante i
ritardi, le difficoltà e lo scetticismo, la lotta
ai cambiamenti climatici è ormai in cima alla lista delle
priorità di qualsiasi governo, azienda e cittadino che abbia
a cuore il futuro.
A questo punto, però, sorge una domanda che può sembrare fin troppo banale: chi la
finanzia? **torna al sommario**
(da LifeGate – dicembre 2017)
Metodo biodinamico, per ripensare il modello produttivo
agricolo «Produrre di più con meno». Questa apparente contraddizione è già da
alcuni anni terreno di confronto su come rendere più efficiente l’uso
delle risorse ambientali in un contesto mondiale di forte pressione d’uso
e prezzi crescenti. Si fa largo la consapevolezza della finitezza delle
risorse a disposizione, e si va imponendo un’accelerazione della
transizione verso un’economia generativa e circolare in cui i prodotti
siano progettati in modo che ogni componente possa essere rimosso e
riciclato con l’utilizzo di energia rinnovabile.
La sfida potrebbe essere l’occasione per un’interazione più stretta tra il
mondo della ricerca e gli agricoltori del settore. **torna al sommario**
(da Terra é Vita – dicembre 2017)
Il pane non è una merce Piccoli produttori, grandi antichi, mulini a pietra:
panificare il futuro.
Domenica, ore 10, sole ammiccante che invita allo struscio
sul corso, dominato dalla gigantesca statua di Eraclio, dove
emise i primi vagiti e combinò le prime impertinenze, il
pittore impressionista Giuseppe De Nittis.
Un corteo di macchine, sbuffanti per le centinaia di
chilometri percorse, imbocca la bretella della Statale 16 bis
e plana, dopo la Caserma dei Vigili del Fuoco, davanti
al panificio “Il Fornaio dei Mulini Vecchi” nella zona
industriale di Barletta.
Ne scende un nutrito gruppo di panificatori, provenienti dall’Abruzzo, dalla Campania e dalla
Calabria. Volti sinceri, radiosi ed allegri, nelle cui rughe si nascondono le fatiche di una penosa
vita di sacrifici e le profonde inquietudini per il futuro dell’azienda, dei consumatori, della
propria persona, delle mogli e dei figli. **torna al sommario**
(da comune-info – dicembre 2017)
A tutti i nostri affezionati lettori auguriamo un sereno e felice Anno Nuovo!!!
… e buona lettura!!!
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