Download - Ècaral’avventuraeuropea Stxprontaavendereasset XIX pag.13 - Nazionale_0.pdfsarebbe anche interessante capire chi può essere disposto ad acquistare gli impianti in mano al colosso

Transcript
Page 1: Ècaral’avventuraeuropea Stxprontaavendereasset XIX pag.13 - Nazionale_0.pdfsarebbe anche interessante capire chi può essere disposto ad acquistare gli impianti in mano al colosso

13marittimo MARTEDÌ17 FEBBRAIO

2009www.shippingonline.it

http://shippingonline.ilsecoloxix.it/rubriche/porti_e_logistica

GENOVAPORTO ELETTRIFICATOCONTRO L’INQUINAMENTO••• PER ABBATTERE il consumo di Co2 Genova punta «all’elet­trificazione dei bacini delle riparazioni navali», spiega il presi­dente dell’Autorità portuale Luigi Merlo. Novità anche per ilsettore croceristico, poiché «le nuove navi Msc sono idonee»

http://shippingonline.ilsecoloxix.it

OPERA DA 35 MILIONIAUGUSTA, VIA LIBERAAL TERMINAL CONTAINER••• LA COMMISSIONE Attività produttive dell’assemblea re­gionale siciliana ha approvato l’Accordo di programma per larealizzazione nel porto di Augusta di un terminal container perla movimentazione di prodotti petrolchimici e idrocarburi

http://shippingonline.ilsecoloxix.it/rubriche/ambiente

ENERGIA EOLICAIMPIANTI OFFSHOREITALIA FANALINO DI CODA••• L’EUROPEAN wind energy association segnala per l’Italia unasola installazione marina, una turbina al largo della costa di Brin­disi. Il Paese con il maggior numero di impianti è la Gran Breta­gna, con il 39% dei parchi marini operativi nelle acque Ue

mail.:[email protected]: 010.5388417­446

mail.:[email protected]: 010.5388461­419­439

CANTIERI IN DIFFICOLTÀ

È cara l’avventura europeaStx pronta a vendere assetI coreani intendono recuperare una parte del miliardo di euro investito

GENOVA. Secondo indiscrezioniriportate dalla stampa asiatica, ilgruppo coreano Stx Shipbuilding sta­rebbe lavorando per recuperare, al­meno in parte, l’esorbitante cifra daun miliardo di euro investita nellalunga scalata ad Aker Yards, i cantierinorvegesi numero due al mondo nellacostruzione di navi passeggeri allespalle dell’italiana Fincantieri.

Inbaseaquantoriferitodalsitospe­cializzato SteelGuru, l’obiettivo po­trebbe essere quello di mettere in ven­dita alcune delle partecipazioni dellaconsociata Stx Europe, che altro non èse non la vecchia Aker Yards, un im­pero fatto da quindici diversi cantieri,sparsi non solo in Europa, ma anche inAmerica Latina (Brasile) e Indocina(Vietnam).

In parte, Stx Shipbuilding ha giàprovveduto effettivamente a “smon­tare” la realtà di Aker, eliminando unaserie di partecipazioni considerate su­perflue. È il caso dell’azienda tedescaWadan, con cantieri a Rostock e War­nemunde in Germania, più un’unitàproduttiva in Ucraina, che sono stativenduti a Flc West, un fondo control­lato dal governo russo. I Wadan tral’altro nei giorni scorsi sono stati lacentro di uno dei primi salvataggi nelsettore della cantieristica operati inEuropa, che ha permesso a 500 lavo­ratori di non perdere il posto grazie adun prestito garantito dal governo lo­cale del Meclemburgo.

La situazione è invece diversa per laFrancia, dove si trovano i Chantiers del’Atlantique, storici produttori di navi

da crociera, il “gioiello” per sul quale icoreani hanno deciso di puntare tuttele loro carte, per fare finalmente brec­cia in un settore che fino a questo mo­mento era saldamente in mano euro­pea.Madifatto,StxFrance,lacontrol­lata di Stx Shipbuilding che controllanon solo i Chantiers de l’Atlantique,ma anche gli stabilimenti di Lorient,vedono la presenza nell’azionariatodel governo francese, attraverso una

consistente quota del 33,3 per cento.In Finlandia, la controllata Stx Fin­

land Cruise, con stabilimenti a Hel­sinki, Rauma e Turku, ha già messo incassa integrazione un numero consi­stente di persone.

In mano a Stx rimangono quindi glialtri cantieri. Se le voci che rimbal­zano sulla stampa asiatica fosserovere, sarebbe interessante riuscire acapire cosa possono vendere i coreani,

e soprattutto, in un momento partico­larmente difficile per la cantieristica,sarebbe anche interessante capire chipuò essere disposto ad acquistare gliimpianti in mano al colosso di Seul.

Sei cantieri (Aukra, Brattvaag, Lan­gsten, Søviknes, Brevik e Florø) si tro­vano in Norvegia, e sono specializzatiin una nicchia redditizia, cioè la co­struzione di unità a supporto dell’in­dustria off­shore e più in generalenella costruzione di navi ad alta spe­cializzazione.

Gli scafi in acciaio per queste navivengono costruite in due cantieri chesi trovano in Romania, e precisa­mente a Tulcea e Braila: quest’ultimoin particolare è l’impianto più mo­derno di tutta la Romania, dove pos­sono essere costruiti fino a cinquescafi contemporaneamente. Moltoimportanti in entrambi i siti sono poile attività di riparazione, conversione,ma anche, all’occorrenza, di costru­zione di unità mercantili complete.

Per quanto riguarda infine i cantieriche si trovano al di fuori dell’Europa,Stx Shipuilding ha un impianto vicinoa Rio de Janeiro, anche questo specia­lizzato nelle attività di supportoall’off­shore (costruzione di unitàAhts) e in Vietnam, dove il gruppo co­reano ­ ma il progetto, va ricordato, ènelle mani di Stx Europe ­ sta co­struendo un nuovo cantiere, e anchequesto dovrebbe essere impiegato so­prattutto per la costruzione di unitàper l’industria estrattiva.ALBERTO [email protected]

Saint­Nazaire. L’ingresso nelle crociere è costato a Stx un miliardo di euro

LA CRISI VISTA DAGLI OPERATORI

Germania, prevale l’ottimismoma i porti continuano a soffrire

BERLINO. Con la crisi economicache occupa le prime pagine dei gior­nali, le case di spedizione tedesche sistanno preparando per la finedell’epoca d’oro. Eppure, nonostantein Germania la recessione sembri lapiù profonda dalla seconda GuerraMondiale, nel bel mezzo della crisi al­cunivedonodelleopportunità.LaGer­mania, maggiore esportatore mon­diale dal 2003, nel dicembre scorso havisto i propri ordini industriali regi­strare il peggiore risultato annuale sindai tempi della riunificazione, mentrela domanda di merci lavorate conti­nuava a calare a livello globale.

Vsm, l’associazione cantieristica na­vale tedesca, ha spiegati che gli ordinisono diminuiti dopo che l’anno prece­dente la produzione industriale avevafatto registrare dei picchi altissimi. Maha anche dichiarato che i fornitoridell’industria cantieristica navalesono particolarmente occupati; i can­tieri navali solitamente restano indie­tro rispetto al ciclo commerciale. «La­voriamo a pieno regime», dice Seba­stian Kerzel, macchinista di 27 annipresso un impianto di costruzione e ri­parazione di navi ad Amburgo, il prin­cipale porto tedesco.

Parte di un fiume di lavoratori che siriversano fuori dallo stabilimento allafine del loro turno, aggiunge che lui e isuoi colleghi stanno ancora lavorandoa ritmi sostenuti: «Non ci sono statitagli agli orari di lavoro».

Tuttavia, non si sa ancora perquanto durerà questa situazione.Manfred Kuhr, vicepresidente della

BLG Logistics Group, azienda che ge­stisce l’80% delle merci che passanoper il porto di Bremerhaven, fa parte diuno dei settori più deboli dell’econo­mia. Bremerhaven è il maggiore portotedesco per quanto riguarda l’impor­tazione e l’esportazione di automobili,le cui vendite sono crollate di quasi il25% in tutto il mondo. «Sono in questosettore da 35 anni», dice. «Non ab­biamo mai visto qualcosa di simileprima d’ora».

Nonostante il volume d’affari siascarso, Kuhr spiega che si aspetta chela flessione raggiunga il suo livello piùbasso a metà dell’anno in corso, e ag­giunge che la BLG sta investendo in in­frastrutture per il trasporto di auto­mobili in Russia. «In questi tempi dif­ficili, come dirigenti dobbiamo esserecoraggiosi ed effettuare investimentiulteriori e mirati». «La gente com­prerà di nuovo automobili», dice.«Quindi ho bisogno di farlo. Devo ac­collarmi dei debiti, cercando di limi­tarli, e aspettare prima di effettuare

altri investimenti qui». In questomodo sarà pronto per un’eventuale ri­presa, «e potrò guadagnare immedia­tamente, perché sarò in una posizionefavorevole». Ci sono già alcuni indizi(forse inaffidabili) che indicano una ri­presa, o perlomeno un punto bassodella flessione, all’orizzonte. A gen­naio il morale aziendale tedesco, se­condo quanto misurato da un indicedel clima commerciale dall’istitutoeconomico Ifo di Monaco, si è risolle­vato per la prima volta in otto mesi,grazie al miglioramento delle aspetta­tive d’affari.

Martedì il Baltic Dry Freight index,indice principale delle spedizioni dellaBaltic Exchange e indicatore dei prezzidi merci come minerale di ferro, car­bone e grano sulle maggiori rotte diesportazione, è aumentato di piùdell’8% rispetto agli ultimi quattromesi. «Lo scenario non è così buonoper il 2009, ma non è neanche così ter­ribile» dice Jürgen Sorgenfrei, presi­dente della Port of Hamburg Marke­ting, che redige statistiche sul porto edè finanziata dalle autorità cittadine edagli operatori portuali. Questi ultimistanno pianificando di investire nelleinfrastrutture, dopo che gli affari inespansione degli ultimi anni si sono ri­velati improduttivi. «Dobbiamo esserepronti a una ripresa».

Thomas Straubhaar, direttoredell’istituto di ricerca economicaHwwi di Amburgo, spiega che non sipuò negare che le esportazioni tede­sche stiano precipitando. «Ma questacaduta parte da un’altezza incredibil­mente alta», aggiunge. «Dopo questocrollo nel 2009 ci sarà una ripresa nel2010, perchè i mercati emergenti sisvilupperanno rapidamente. E questenazioni hanno bisogno di merci mo­derne, e non antiche, su cui investire».(© Reuters. Traduzione di Carlo Abbona)

Per molte aziende è finital’epoca d’oro, anche sel’occupazione non stasubendo effetti pesanti.Preoccupa la crisi dell’auto

Il porto di Bremerhaven

••• LONDRA. Il consorzio for­mato dal fondo nelle infrastrut­ture creato dal gruppo di pri­vate equity “3i” e da due fondipensione canadesi si è ritiratodall’asta per l’aeroporto londi­nese di Gatwick. È quanto ha ri­ferito ieri una fonte vicina allavicenda, sottolineando che ilconsorzio non è disposto a of­frire il prezzo richiesto da Fer­rovial, il gruppo spagnolo a cuifa capo Gatwick, ovvero, se­condo le stime degli analisti,circa 2 miliardi di sterline.«Dopo aver valutato la situa­zione con grande attenzione, ilconsorzio ha deciso di conge­lare le attività legate al deal»,ha spiegato la fonte. Se Ferro­vial dovesse abbassare le pre­tese di prezzo, il consorzio con“3i”, Ontario Teachers’ PensionPlan e Canada Pension Plan tor­nerebbe in corsa. Ferrovial, checontrolla Baa, ovvero il gestoredi sette aeroporti britannici, hamesso in vendita Gatwick l’annoscorso, allo scopo di ricavarefondi da destinare alla riduzionedel debito, che a fine settembreammontava a 28,6 miliardi dieuro. All’inizio di febbraio, l’addi Ferrovial, Joaquin Ayuso, hadetto che punta a chiudere lacessione entro la fine di marzo oall’inizio di aprile. Escludendo lacordata guidata da “3i”, Ga­twick vede in corsa ancora treconsorzi. L’Antitrust britannicaha imposto a Baa­Ferrovial lacessione di alcuni scali per in­crementare la concorrenza. Diconseguenza, oltre a Gatwick,dovrebbero finire presto sulmercato Stansted e un aero­porto scozzese.

>> AEROPORTI

GATWICK, SI RITIRALA CORDATADEL FONDO “3I”

SUEZ SOFFRE. A gennaio il traffico nel Canale di Suez è stato il piùbasso degli ultimi 5 anni, con 1.313 navi rispetto alle 1.690 del gennaio2008. Ne ha dato notizia l’Autorità del Canale, precisando che il calo èmotivato dalla crisi economica mondiale e dalla pirateria in Somalia

>> TRAFFICI IN CALO

Da destra: Davide Pronzato, Alfedo Tosato e Arne Mileken

L’EVENTO A GENOVA

Maxi­convegno sulle dogane

GENOVA. Si è chiusa la tregiorni dedicata alla semplifica­zione doganale, che ha visto l’arrivoin città, a fianco dei più importantirappresentanti dello shipping eu­ropeo,diMichaelLux,responsabileper l’Unione europea della com­missione per la legislazione e leprocedure doganali.

«Un progetto partito nel 1994,con la pubblicazione del Codice co­munitario doganale ­ spiega DavidePronzato, segretario generaleAnpan, l’associazione nazionaleche riunisce i provveditori navali, eche ha curato l’organizzazionedell’intero evento ­ e che tecnica­mente dovrebbe concludersi entrogiugno del 2009».

Di fatto, però, tra le domandeposte al convegno, che nella suasessione pubblica si è tenuto a pa­lazzo San Giorgio, è stato fatto pre­

sente che l’Italia ­ al pari di moltialtri Paesi europei, come Spagna oPortogallo ­ si trova ancora moltoindietro da questo punto di vista.Difficile pensare a una dogana“senza carta” già a partire da que­st’estate.

E il fatto che la commissionesulla semplificazione doganale ­composta da tecnici e funzionari digoverni europei diversi ­ non vedala suo interno nemmeno un ita­liano, e che sia la prima volta che lacommissione si è riunita in Italia, èdi per sé un fatto significativo.

Lux ha potuto visitare le realtàpiù importanti del porto di Genova,dalla sede dell’Agenzia delle Do­ganefinoalVte,passandoperunin­contro in Costa Crociere. Oltreall’Anpan, gli operatori erano rap­presentati da Ocean (l’organizza­zione europea dei provveditori),Anasped (Federazione nazionalespedizionieri doganali), Confindu­stria Genova e Atri (Associazionetravel retail Italia) sotto il patroci­nio dell’Autorità portuale, della Ca­mera di commercio e del Comunedi Genova.

È la prima volta chela commissione guidatada Michael Lux approdain Italia. Organizzazionein mano all’Anpan

Da destra: Vito Totorizzo, Tosato, Michael Lux, Paolo Pissarello, D’Aste

TRASPORTI

Sale a 450 il numerodi portacontainer fermeGENOVA. Le portacontainer indisarmo sono salite a 450, quasi il10 per cento della flotta mondialein termini di numero di navi ed il7,5 per cento in termini di capa­cità. Di queste unità, 41 hanno unacapacità superiore ai 5.000 teu e71 sono nella fascia tra i 2.500 ed i5.000 teu. Tra ottobre 2008 efebbraio 2009 la capacità dellenavi messe in disarmo sia passatada 150 mila a circa 800 mila teu.

PORTI ASIATICI

Gennaio: Singaporee Hong Kong in cadutaGENOVA. A gennaio il porto diSingapore ha movimentato 1,9milioni di teu, con una flessionedel 19,6 per cento rispetto ai 2,4milioni di gennaio 2008. Situa­zione ancora peggiore nel portodi Hong Kong, che nello stessoperiodo ha movimentato 1,6 mi­lioni di teu, con una flessione del23,2 per cento rispetto ai 2,1 mi­lioni di teu di gennaio delloscorso anno.