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13 marittimo MARTEDÌ 17 FEBBRAIO 2009 www.shippingonline.it http://shippingonline.ilsecoloxix.it/rubriche/porti_e_logistica GENOVA PORTO ELETTRIFICATO CONTRO L’INQUINAMENTO ••• PER ABBATTERE il consumo di Co2 Genova punta «all’elet- trificazione dei bacini delle riparazioni navali», spiega il presi- dente dell’Autorità portuale Luigi Merlo. Novità anche per il settore croceristico, poiché «le nuove navi Msc sono idonee» http://shippingonline.ilsecoloxix.it OPERA DA 35 MILIONI AUGUSTA, VIA LIBERA AL TERMINAL CONTAINER ••• LA COMMISSIONE Attività produttive dell’assemblea re- gionale siciliana ha approvato l’Accordo di programma per la realizzazione nel porto di Augusta di un terminal container per la movimentazione di prodotti petrolchimici e idrocarburi http://shippingonline.ilsecoloxix.it/rubriche/ambiente ENERGIA EOLICA IMPIANTI OFFSHORE ITALIA FANALINO DI CODA ••• L’EUROPEAN wind energy association segnala per l’Italia una sola installazione marina, una turbina al largo della costa di Brin- disi. Il Paese con il maggior numero di impianti è la Gran Breta- gna, con il 39% dei parchi marini operativi nelle acque Ue mail.:[email protected] telefono: 010.5388417-446 mail.:[email protected] telefono: 010.5388461-419-439 CANTIERI IN DIFFICOLTÀ È cara l’avventura europea Stx pronta a vendere asset I coreani intendono recuperare una parte del miliardo di euro investito GENOVA. Secondo indiscrezioni riportate dalla stampa asiatica, il gruppo coreano Stx Shipbuilding sta- rebbe lavorando per recuperare, al- meno in parte, l’esorbitante cifra da un miliardo di euro investita nella lunga scalata ad Aker Yards, i cantieri norvegesi numero due al mondo nella costruzione di navi passeggeri alle spalle dell’italiana Fincantieri. In base a quanto riferito dal sito spe- cializzato SteelGuru, l’obiettivo po- trebbe essere quello di mettere in ven- dita alcune delle partecipazioni della consociata Stx Europe, che altro non è se non la vecchia Aker Yards, un im- pero fatto da quindici diversi cantieri, sparsi non solo in Europa, ma anche in America Latina (Brasile) e Indocina (Vietnam). In parte, Stx Shipbuilding ha già provveduto effettivamente a “smon- tare” la realtà di Aker, eliminando una serie di partecipazioni considerate su- perflue. È il caso dell’azienda tedesca Wadan, con cantieri a Rostock e War- nemunde in Germania, più un’unità produttiva in Ucraina, che sono stati venduti a Flc West, un fondo control- lato dal governo russo. I Wadan tra l’altro nei giorni scorsi sono stati la centro di uno dei primi salvataggi nel settore della cantieristica operati in Europa, che ha permesso a 500 lavo- ratori di non perdere il posto grazie ad un prestito garantito dal governo lo- cale del Meclemburgo. La situazione è invece diversa per la Francia, dove si trovano i Chantiers de l’Atlantique, storici produttori di navi da crociera, il “gioiello” per sul quale i coreani hanno deciso di puntare tutte le loro carte, per fare finalmente brec- cia in un settore che fino a questo mo- mento era saldamente in mano euro- pea. Ma di fatto, Stx France, la control- lata di Stx Shipbuilding che controlla non solo i Chantiers de l’Atlantique, ma anche gli stabilimenti di Lorient, vedono la presenza nell’azionariato del governo francese, attraverso una consistente quota del 33,3 per cento. In Finlandia, la controllata Stx Fin- land Cruise, con stabilimenti a Hel- sinki, Rauma e Turku, ha già messo in cassa integrazione un numero consi- stente di persone. In mano a Stx rimangono quindi gli altri cantieri. Se le voci che rimbal- zano sulla stampa asiatica fossero vere, sarebbe interessante riuscire a capire cosa possono vendere i coreani, e soprattutto, in un momento partico- larmente difficile per la cantieristica, sarebbe anche interessante capire chi può essere disposto ad acquistare gli impianti in mano al colosso di Seul. Sei cantieri (Aukra, Brattvaag, Lan- gsten, Søviknes, Brevik e Florø) si tro- vano in Norvegia, e sono specializzati in una nicchia redditizia, cioè la co- struzione di unità a supporto dell’in- dustria off-shore e più in generale nella costruzione di navi ad alta spe- cializzazione. Gli scafi in acciaio per queste navi vengono costruite in due cantieri che si trovano in Romania, e precisa- mente a Tulcea e Braila: quest’ultimo in particolare è l’impianto più mo- derno di tutta la Romania, dove pos- sono essere costruiti fino a cinque scafi contemporaneamente. Molto importanti in entrambi i siti sono poi le attività di riparazione, conversione, ma anche, all’occorrenza, di costru- zione di unità mercantili complete. Per quanto riguarda infine i cantieri che si trovano al di fuori dell’Europa, Stx Shipuilding ha un impianto vicino a Rio de Janeiro, anche questo specia- lizzato nelle attività di supporto all’off-shore (costruzione di unità Ahts) e in Vietnam, dove il gruppo co- reano - ma il progetto, va ricordato, è nelle mani di Stx Europe - sta co- struendo un nuovo cantiere, e anche questo dovrebbe essere impiegato so- prattutto per la costruzione di unità per l’industria estrattiva. ALBERTO QUARATI [email protected] Saint-Nazaire. L’ingresso nelle crociere è costato a Stx un miliardo di euro LA CRISI VISTA DAGLI OPERATORI Germania, prevale l’ottimismo ma i porti continuano a soffrire BERLINO. Con la crisi economica che occupa le prime pagine dei gior- nali, le case di spedizione tedesche si stanno preparando per la fine dell’epoca d’oro. Eppure, nonostante in Germania la recessione sembri la più profonda dalla seconda Guerra Mondiale, nel bel mezzo della crisi al- cuni vedono delle opportunità. La Ger- mania, maggiore esportatore mon- diale dal 2003, nel dicembre scorso ha visto i propri ordini industriali regi- strare il peggiore risultato annuale sin dai tempi della riunificazione, mentre la domanda di merci lavorate conti- nuava a calare a livello globale. Vsm, l’associazione cantieristica na- vale tedesca, ha spiegati che gli ordini sono diminuiti dopo che l’anno prece- dente la produzione industriale aveva fatto registrare dei picchi altissimi. Ma ha anche dichiarato che i fornitori dell’industria cantieristica navale sono particolarmente occupati; i can- tieri navali solitamente restano indie- tro rispetto al ciclo commerciale. «La- voriamo a pieno regime», dice Seba- stian Kerzel, macchinista di 27 anni presso un impianto di costruzione e ri- parazione di navi ad Amburgo, il prin- cipale porto tedesco. Parte di un fiume di lavoratori che si riversano fuori dallo stabilimento alla fine del loro turno, aggiunge che lui e i suoi colleghi stanno ancora lavorando a ritmi sostenuti: «Non ci sono stati tagli agli orari di lavoro». Tuttavia, non si sa ancora per quanto durerà questa situazione. Manfred Kuhr, vicepresidente della BLG Logistics Group, azienda che ge- stisce l’80% delle merci che passano per il porto di Bremerhaven, fa parte di uno dei settori più deboli dell’econo- mia. Bremerhaven è il maggiore porto tedesco per quanto riguarda l’impor- tazione e l’esportazione di automobili, le cui vendite sono crollate di quasi il 25% in tutto il mondo. «Sono in questo settore da 35 anni», dice. «Non ab- biamo mai visto qualcosa di simile prima d’ora». Nonostante il volume d’affari sia scarso, Kuhr spiega che si aspetta che la flessione raggiunga il suo livello più basso a metà dell’anno in corso, e ag- giunge che la BLG sta investendo in in- frastrutture per il trasporto di auto- mobili in Russia. «In questi tempi dif- ficili, come dirigenti dobbiamo essere coraggiosi ed effettuare investimenti ulteriori e mirati». «La gente com- prerà di nuovo automobili», dice. «Quindi ho bisogno di farlo. Devo ac- collarmi dei debiti, cercando di limi- tarli, e aspettare prima di effettuare altri investimenti qui». In questo modo sarà pronto per un’eventuale ri- presa, «e potrò guadagnare immedia- tamente, perché sarò in una posizione favorevole». Ci sono già alcuni indizi (forse inaffidabili) che indicano una ri- presa, o perlomeno un punto basso della flessione, all’orizzonte. A gen- naio il morale aziendale tedesco, se- condo quanto misurato da un indice del clima commerciale dall’istituto economico Ifo di Monaco, si è risolle- vato per la prima volta in otto mesi, grazie al miglioramento delle aspetta- tive d’affari. Martedì il Baltic Dry Freight index, indice principale delle spedizioni della Baltic Exchange e indicatore dei prezzi di merci come minerale di ferro, car- bone e grano sulle maggiori rotte di esportazione, è aumentato di più dell’8% rispetto agli ultimi quattro mesi. «Lo scenario non è così buono per il 2009, ma non è neanche così ter- ribile» dice Jürgen Sorgenfrei, presi- dente della Port of Hamburg Marke- ting, che redige statistiche sul porto ed è finanziata dalle autorità cittadine e dagli operatori portuali. Questi ultimi stanno pianificando di investire nelle infrastrutture, dopo che gli affari in espansione degli ultimi anni si sono ri- velati improduttivi. «Dobbiamo essere pronti a una ripresa». Thomas Straubhaar, direttore dell’istituto di ricerca economica Hwwi di Amburgo, spiega che non si può negare che le esportazioni tede- sche stiano precipitando. «Ma questa caduta parte da un’altezza incredibil- mente alta», aggiunge. «Dopo questo crollo nel 2009 ci sarà una ripresa nel 2010, perchè i mercati emergenti si svilupperanno rapidamente. E queste nazioni hanno bisogno di merci mo- derne, e non antiche, su cui investire». (© Reuters. Traduzione di Carlo Abbona) Per molte aziende è finita l’epoca d’oro, anche se l’occupazione non sta subendo effetti pesanti. Preoccupa la crisi dell’auto Il porto di Bremerhaven ••• LONDRA. Il consorzio for- mato dal fondo nelle infrastrut- ture creato dal gruppo di pri- vate equity “3i” e da due fondi pensione canadesi si è ritirato dall’asta per l’aeroporto londi- nese di Gatwick. È quanto ha ri- ferito ieri una fonte vicina alla vicenda, sottolineando che il consorzio non è disposto a of- frire il prezzo richiesto da Fer- rovial, il gruppo spagnolo a cui fa capo Gatwick, ovvero, se- condo le stime degli analisti, circa 2 miliardi di sterline. «Dopo aver valutato la situa- zione con grande attenzione, il consorzio ha deciso di conge- lare le attività legate al deal», ha spiegato la fonte. Se Ferro- vial dovesse abbassare le pre- tese di prezzo, il consorzio con “3i”, Ontario Teachers’ Pension Plan e Canada Pension Plan tor- nerebbe in corsa. Ferrovial, che controlla Baa, ovvero il gestore di sette aeroporti britannici, ha messo in vendita Gatwick l’anno scorso, allo scopo di ricavare fondi da destinare alla riduzione del debito, che a fine settembre ammontava a 28,6 miliardi di euro. All’inizio di febbraio, l’ad di Ferrovial, Joaquin Ayuso, ha detto che punta a chiudere la cessione entro la fine di marzo o all’inizio di aprile. Escludendo la cordata guidata da “3i”, Ga- twick vede in corsa ancora tre consorzi. L’Antitrust britannica ha imposto a Baa-Ferrovial la cessione di alcuni scali per in- crementare la concorrenza. Di conseguenza, oltre a Gatwick, dovrebbero finire presto sul mercato Stansted e un aero- porto scozzese. >> AEROPORTI GATWICK, SI RITIRA LA CORDATA DEL FONDO “3I” SUEZ SOFFRE. A gennaio il traffico nel Canale di Suez è stato il più basso degli ultimi 5 anni, con 1.313 navi rispetto alle 1.690 del gennaio 2008. Ne ha dato notizia l’Autorità del Canale, precisando che il calo è motivato dalla crisi economica mondiale e dalla pirateria in Somalia >> TRAFFICI IN CALO Da destra: Davide Pronzato, Alfedo Tosato e Arne Mileken L’EVENTO A GENOVA Maxi-convegno sulle dogane GENOVA. Si è chiusa la tre giorni dedicata alla semplifica- zione doganale, che ha visto l’arrivo in città, a fianco dei più importanti rappresentanti dello shipping eu- ropeo, di Michael Lux, responsabile per l’Unione europea della com- missione per la legislazione e le procedure doganali. «Un progetto partito nel 1994, con la pubblicazione del Codice co- munitario doganale - spiega Davide Pronzato, segretario generale Anpan, l’associazione nazionale che riunisce i provveditori navali, e che ha curato l’organizzazione dell’intero evento - e che tecnica- mente dovrebbe concludersi entro giugno del 2009». Di fatto, però, tra le domande poste al convegno, che nella sua sessione pubblica si è tenuto a pa- lazzo San Giorgio, è stato fatto pre- sente che l’Italia - al pari di molti altri Paesi europei, come Spagna o Portogallo - si trova ancora molto indietro da questo punto di vista. Difficile pensare a una dogana “senza carta” già a partire da que- st’estate. E il fatto che la commissione sulla semplificazione doganale - composta da tecnici e funzionari di governi europei diversi - non veda la suo interno nemmeno un ita- liano, e che sia la prima volta che la commissione si è riunita in Italia, è di per sé un fatto significativo. Lux ha potuto visitare le realtà più importanti del porto di Genova, dalla sede dell’Agenzia delle Do- gane fino al Vte, passando per un in- contro in Costa Crociere. Oltre all’Anpan, gli operatori erano rap- presentati da Ocean (l’organizza- zione europea dei provveditori), Anasped (Federazione nazionale spedizionieri doganali), Confindu- stria Genova e Atri (Associazione travel retail Italia) sotto il patroci- nio dell’Autorità portuale, della Ca- mera di commercio e del Comune di Genova. È la prima volta che la commissione guidata da Michael Lux approda in Italia. Organizzazione in mano all’Anpan Da destra: Vito Totorizzo, Tosato, Michael Lux, Paolo Pissarello, D’Aste TRASPORTI Sale a 450 il numero di portacontainer ferme GENOVA. Le portacontainer in disarmo sono salite a 450, quasi il 10 per cento della flotta mondiale in termini di numero di navi ed il 7,5 per cento in termini di capa- cità. Di queste unità, 41 hanno una capacità superiore ai 5.000 teu e 71 sono nella fascia tra i 2.500 ed i 5.000 teu. Tra ottobre 2008 e febbraio 2009 la capacità delle navi messe in disarmo sia passata da 150 mila a circa 800 mila teu. PORTI ASIATICI Gennaio: Singapore e Hong Kong in caduta GENOVA. A gennaio il porto di Singapore ha movimentato 1,9 milioni di teu, con una flessione del 19,6 per cento rispetto ai 2,4 milioni di gennaio 2008. Situa- zione ancora peggiore nel porto di Hong Kong, che nello stesso periodo ha movimentato 1,6 mi- lioni di teu, con una flessione del 23,2 per cento rispetto ai 2,1 mi- lioni di teu di gennaio dello scorso anno.

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Page 1: Ècaral’avventuraeuropea Stxprontaavendereasset XIX pag.13 - Nazionale_0.pdfsarebbe anche interessante capire chi può essere disposto ad acquistare gli impianti in mano al colosso

13marittimo MARTEDÌ17 FEBBRAIO

2009www.shippingonline.it

http://shippingonline.ilsecoloxix.it/rubriche/porti_e_logistica

GENOVAPORTO ELETTRIFICATOCONTRO L’INQUINAMENTO••• PER ABBATTERE il consumo di Co2 Genova punta «all’elet­trificazione dei bacini delle riparazioni navali», spiega il presi­dente dell’Autorità portuale Luigi Merlo. Novità anche per ilsettore croceristico, poiché «le nuove navi Msc sono idonee»

http://shippingonline.ilsecoloxix.it

OPERA DA 35 MILIONIAUGUSTA, VIA LIBERAAL TERMINAL CONTAINER••• LA COMMISSIONE Attività produttive dell’assemblea re­gionale siciliana ha approvato l’Accordo di programma per larealizzazione nel porto di Augusta di un terminal container perla movimentazione di prodotti petrolchimici e idrocarburi

http://shippingonline.ilsecoloxix.it/rubriche/ambiente

ENERGIA EOLICAIMPIANTI OFFSHOREITALIA FANALINO DI CODA••• L’EUROPEAN wind energy association segnala per l’Italia unasola installazione marina, una turbina al largo della costa di Brin­disi. Il Paese con il maggior numero di impianti è la Gran Breta­gna, con il 39% dei parchi marini operativi nelle acque Ue

mail.:[email protected]: 010.5388417­446

mail.:[email protected]: 010.5388461­419­439

CANTIERI IN DIFFICOLTÀ

È cara l’avventura europeaStx pronta a vendere assetI coreani intendono recuperare una parte del miliardo di euro investito

GENOVA. Secondo indiscrezioniriportate dalla stampa asiatica, ilgruppo coreano Stx Shipbuilding sta­rebbe lavorando per recuperare, al­meno in parte, l’esorbitante cifra daun miliardo di euro investita nellalunga scalata ad Aker Yards, i cantierinorvegesi numero due al mondo nellacostruzione di navi passeggeri allespalle dell’italiana Fincantieri.

Inbaseaquantoriferitodalsitospe­cializzato SteelGuru, l’obiettivo po­trebbe essere quello di mettere in ven­dita alcune delle partecipazioni dellaconsociata Stx Europe, che altro non èse non la vecchia Aker Yards, un im­pero fatto da quindici diversi cantieri,sparsi non solo in Europa, ma anche inAmerica Latina (Brasile) e Indocina(Vietnam).

In parte, Stx Shipbuilding ha giàprovveduto effettivamente a “smon­tare” la realtà di Aker, eliminando unaserie di partecipazioni considerate su­perflue. È il caso dell’azienda tedescaWadan, con cantieri a Rostock e War­nemunde in Germania, più un’unitàproduttiva in Ucraina, che sono stativenduti a Flc West, un fondo control­lato dal governo russo. I Wadan tral’altro nei giorni scorsi sono stati lacentro di uno dei primi salvataggi nelsettore della cantieristica operati inEuropa, che ha permesso a 500 lavo­ratori di non perdere il posto grazie adun prestito garantito dal governo lo­cale del Meclemburgo.

La situazione è invece diversa per laFrancia, dove si trovano i Chantiers del’Atlantique, storici produttori di navi

da crociera, il “gioiello” per sul quale icoreani hanno deciso di puntare tuttele loro carte, per fare finalmente brec­cia in un settore che fino a questo mo­mento era saldamente in mano euro­pea.Madifatto,StxFrance,lacontrol­lata di Stx Shipbuilding che controllanon solo i Chantiers de l’Atlantique,ma anche gli stabilimenti di Lorient,vedono la presenza nell’azionariatodel governo francese, attraverso una

consistente quota del 33,3 per cento.In Finlandia, la controllata Stx Fin­

land Cruise, con stabilimenti a Hel­sinki, Rauma e Turku, ha già messo incassa integrazione un numero consi­stente di persone.

In mano a Stx rimangono quindi glialtri cantieri. Se le voci che rimbal­zano sulla stampa asiatica fosserovere, sarebbe interessante riuscire acapire cosa possono vendere i coreani,

e soprattutto, in un momento partico­larmente difficile per la cantieristica,sarebbe anche interessante capire chipuò essere disposto ad acquistare gliimpianti in mano al colosso di Seul.

Sei cantieri (Aukra, Brattvaag, Lan­gsten, Søviknes, Brevik e Florø) si tro­vano in Norvegia, e sono specializzatiin una nicchia redditizia, cioè la co­struzione di unità a supporto dell’in­dustria off­shore e più in generalenella costruzione di navi ad alta spe­cializzazione.

Gli scafi in acciaio per queste navivengono costruite in due cantieri chesi trovano in Romania, e precisa­mente a Tulcea e Braila: quest’ultimoin particolare è l’impianto più mo­derno di tutta la Romania, dove pos­sono essere costruiti fino a cinquescafi contemporaneamente. Moltoimportanti in entrambi i siti sono poile attività di riparazione, conversione,ma anche, all’occorrenza, di costru­zione di unità mercantili complete.

Per quanto riguarda infine i cantieriche si trovano al di fuori dell’Europa,Stx Shipuilding ha un impianto vicinoa Rio de Janeiro, anche questo specia­lizzato nelle attività di supportoall’off­shore (costruzione di unitàAhts) e in Vietnam, dove il gruppo co­reano ­ ma il progetto, va ricordato, ènelle mani di Stx Europe ­ sta co­struendo un nuovo cantiere, e anchequesto dovrebbe essere impiegato so­prattutto per la costruzione di unitàper l’industria estrattiva.ALBERTO [email protected]

Saint­Nazaire. L’ingresso nelle crociere è costato a Stx un miliardo di euro

LA CRISI VISTA DAGLI OPERATORI

Germania, prevale l’ottimismoma i porti continuano a soffrire

BERLINO. Con la crisi economicache occupa le prime pagine dei gior­nali, le case di spedizione tedesche sistanno preparando per la finedell’epoca d’oro. Eppure, nonostantein Germania la recessione sembri lapiù profonda dalla seconda GuerraMondiale, nel bel mezzo della crisi al­cunivedonodelleopportunità.LaGer­mania, maggiore esportatore mon­diale dal 2003, nel dicembre scorso havisto i propri ordini industriali regi­strare il peggiore risultato annuale sindai tempi della riunificazione, mentrela domanda di merci lavorate conti­nuava a calare a livello globale.

Vsm, l’associazione cantieristica na­vale tedesca, ha spiegati che gli ordinisono diminuiti dopo che l’anno prece­dente la produzione industriale avevafatto registrare dei picchi altissimi. Maha anche dichiarato che i fornitoridell’industria cantieristica navalesono particolarmente occupati; i can­tieri navali solitamente restano indie­tro rispetto al ciclo commerciale. «La­voriamo a pieno regime», dice Seba­stian Kerzel, macchinista di 27 annipresso un impianto di costruzione e ri­parazione di navi ad Amburgo, il prin­cipale porto tedesco.

Parte di un fiume di lavoratori che siriversano fuori dallo stabilimento allafine del loro turno, aggiunge che lui e isuoi colleghi stanno ancora lavorandoa ritmi sostenuti: «Non ci sono statitagli agli orari di lavoro».

Tuttavia, non si sa ancora perquanto durerà questa situazione.Manfred Kuhr, vicepresidente della

BLG Logistics Group, azienda che ge­stisce l’80% delle merci che passanoper il porto di Bremerhaven, fa parte diuno dei settori più deboli dell’econo­mia. Bremerhaven è il maggiore portotedesco per quanto riguarda l’impor­tazione e l’esportazione di automobili,le cui vendite sono crollate di quasi il25% in tutto il mondo. «Sono in questosettore da 35 anni», dice. «Non ab­biamo mai visto qualcosa di simileprima d’ora».

Nonostante il volume d’affari siascarso, Kuhr spiega che si aspetta chela flessione raggiunga il suo livello piùbasso a metà dell’anno in corso, e ag­giunge che la BLG sta investendo in in­frastrutture per il trasporto di auto­mobili in Russia. «In questi tempi dif­ficili, come dirigenti dobbiamo esserecoraggiosi ed effettuare investimentiulteriori e mirati». «La gente com­prerà di nuovo automobili», dice.«Quindi ho bisogno di farlo. Devo ac­collarmi dei debiti, cercando di limi­tarli, e aspettare prima di effettuare

altri investimenti qui». In questomodo sarà pronto per un’eventuale ri­presa, «e potrò guadagnare immedia­tamente, perché sarò in una posizionefavorevole». Ci sono già alcuni indizi(forse inaffidabili) che indicano una ri­presa, o perlomeno un punto bassodella flessione, all’orizzonte. A gen­naio il morale aziendale tedesco, se­condo quanto misurato da un indicedel clima commerciale dall’istitutoeconomico Ifo di Monaco, si è risolle­vato per la prima volta in otto mesi,grazie al miglioramento delle aspetta­tive d’affari.

Martedì il Baltic Dry Freight index,indice principale delle spedizioni dellaBaltic Exchange e indicatore dei prezzidi merci come minerale di ferro, car­bone e grano sulle maggiori rotte diesportazione, è aumentato di piùdell’8% rispetto agli ultimi quattromesi. «Lo scenario non è così buonoper il 2009, ma non è neanche così ter­ribile» dice Jürgen Sorgenfrei, presi­dente della Port of Hamburg Marke­ting, che redige statistiche sul porto edè finanziata dalle autorità cittadine edagli operatori portuali. Questi ultimistanno pianificando di investire nelleinfrastrutture, dopo che gli affari inespansione degli ultimi anni si sono ri­velati improduttivi. «Dobbiamo esserepronti a una ripresa».

Thomas Straubhaar, direttoredell’istituto di ricerca economicaHwwi di Amburgo, spiega che non sipuò negare che le esportazioni tede­sche stiano precipitando. «Ma questacaduta parte da un’altezza incredibil­mente alta», aggiunge. «Dopo questocrollo nel 2009 ci sarà una ripresa nel2010, perchè i mercati emergenti sisvilupperanno rapidamente. E questenazioni hanno bisogno di merci mo­derne, e non antiche, su cui investire».(© Reuters. Traduzione di Carlo Abbona)

Per molte aziende è finital’epoca d’oro, anche sel’occupazione non stasubendo effetti pesanti.Preoccupa la crisi dell’auto

Il porto di Bremerhaven

••• LONDRA. Il consorzio for­mato dal fondo nelle infrastrut­ture creato dal gruppo di pri­vate equity “3i” e da due fondipensione canadesi si è ritiratodall’asta per l’aeroporto londi­nese di Gatwick. È quanto ha ri­ferito ieri una fonte vicina allavicenda, sottolineando che ilconsorzio non è disposto a of­frire il prezzo richiesto da Fer­rovial, il gruppo spagnolo a cuifa capo Gatwick, ovvero, se­condo le stime degli analisti,circa 2 miliardi di sterline.«Dopo aver valutato la situa­zione con grande attenzione, ilconsorzio ha deciso di conge­lare le attività legate al deal»,ha spiegato la fonte. Se Ferro­vial dovesse abbassare le pre­tese di prezzo, il consorzio con“3i”, Ontario Teachers’ PensionPlan e Canada Pension Plan tor­nerebbe in corsa. Ferrovial, checontrolla Baa, ovvero il gestoredi sette aeroporti britannici, hamesso in vendita Gatwick l’annoscorso, allo scopo di ricavarefondi da destinare alla riduzionedel debito, che a fine settembreammontava a 28,6 miliardi dieuro. All’inizio di febbraio, l’addi Ferrovial, Joaquin Ayuso, hadetto che punta a chiudere lacessione entro la fine di marzo oall’inizio di aprile. Escludendo lacordata guidata da “3i”, Ga­twick vede in corsa ancora treconsorzi. L’Antitrust britannicaha imposto a Baa­Ferrovial lacessione di alcuni scali per in­crementare la concorrenza. Diconseguenza, oltre a Gatwick,dovrebbero finire presto sulmercato Stansted e un aero­porto scozzese.

>> AEROPORTI

GATWICK, SI RITIRALA CORDATADEL FONDO “3I”

SUEZ SOFFRE. A gennaio il traffico nel Canale di Suez è stato il piùbasso degli ultimi 5 anni, con 1.313 navi rispetto alle 1.690 del gennaio2008. Ne ha dato notizia l’Autorità del Canale, precisando che il calo èmotivato dalla crisi economica mondiale e dalla pirateria in Somalia

>> TRAFFICI IN CALO

Da destra: Davide Pronzato, Alfedo Tosato e Arne Mileken

L’EVENTO A GENOVA

Maxi­convegno sulle dogane

GENOVA. Si è chiusa la tregiorni dedicata alla semplifica­zione doganale, che ha visto l’arrivoin città, a fianco dei più importantirappresentanti dello shipping eu­ropeo,diMichaelLux,responsabileper l’Unione europea della com­missione per la legislazione e leprocedure doganali.

«Un progetto partito nel 1994,con la pubblicazione del Codice co­munitario doganale ­ spiega DavidePronzato, segretario generaleAnpan, l’associazione nazionaleche riunisce i provveditori navali, eche ha curato l’organizzazionedell’intero evento ­ e che tecnica­mente dovrebbe concludersi entrogiugno del 2009».

Di fatto, però, tra le domandeposte al convegno, che nella suasessione pubblica si è tenuto a pa­lazzo San Giorgio, è stato fatto pre­

sente che l’Italia ­ al pari di moltialtri Paesi europei, come Spagna oPortogallo ­ si trova ancora moltoindietro da questo punto di vista.Difficile pensare a una dogana“senza carta” già a partire da que­st’estate.

E il fatto che la commissionesulla semplificazione doganale ­composta da tecnici e funzionari digoverni europei diversi ­ non vedala suo interno nemmeno un ita­liano, e che sia la prima volta che lacommissione si è riunita in Italia, èdi per sé un fatto significativo.

Lux ha potuto visitare le realtàpiù importanti del porto di Genova,dalla sede dell’Agenzia delle Do­ganefinoalVte,passandoperunin­contro in Costa Crociere. Oltreall’Anpan, gli operatori erano rap­presentati da Ocean (l’organizza­zione europea dei provveditori),Anasped (Federazione nazionalespedizionieri doganali), Confindu­stria Genova e Atri (Associazionetravel retail Italia) sotto il patroci­nio dell’Autorità portuale, della Ca­mera di commercio e del Comunedi Genova.

È la prima volta chela commissione guidatada Michael Lux approdain Italia. Organizzazionein mano all’Anpan

Da destra: Vito Totorizzo, Tosato, Michael Lux, Paolo Pissarello, D’Aste

TRASPORTI

Sale a 450 il numerodi portacontainer fermeGENOVA. Le portacontainer indisarmo sono salite a 450, quasi il10 per cento della flotta mondialein termini di numero di navi ed il7,5 per cento in termini di capa­cità. Di queste unità, 41 hanno unacapacità superiore ai 5.000 teu e71 sono nella fascia tra i 2.500 ed i5.000 teu. Tra ottobre 2008 efebbraio 2009 la capacità dellenavi messe in disarmo sia passatada 150 mila a circa 800 mila teu.

PORTI ASIATICI

Gennaio: Singaporee Hong Kong in cadutaGENOVA. A gennaio il porto diSingapore ha movimentato 1,9milioni di teu, con una flessionedel 19,6 per cento rispetto ai 2,4milioni di gennaio 2008. Situa­zione ancora peggiore nel portodi Hong Kong, che nello stessoperiodo ha movimentato 1,6 mi­lioni di teu, con una flessione del23,2 per cento rispetto ai 2,1 mi­lioni di teu di gennaio delloscorso anno.