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S ono ancora parecchi, non solo a Milano, che ricordanola professoressa Sofia Vanni Rovighi e l'insegnamentoche ha svolto per oltre mezzo secolo nella facoltà di Let-

tere e filosofia dell'Università Cattolica, dove lei stessa si eralaureata nel 1930. Era nata nel 1908 a San Lazzaro di Save-na, nel Bolognese, ma fin dal liceo era «approdata» nella no-stra città, dove trascorrerà il resto della sua vita. Sempregentile con chiunque, ma severa (anzitutto con se stessa),Vanni Rovighi offriva l'immagine vivente di chi alla ricerca eall'approfondimento dei temi filosofici ha dedicato l'interavita, trascorsa nelle biblioteche e negli archivi a leggere librie a decifrare documenti inediti.

Il Medioevo è stato il vero mondo, l'ambiente ideale in cuiVanni Rovighi ha saputo muoversi con straordinaria compe-tenza, come sa bene chi conosce le sue ricerche su Sant'Ansel-mo d'Aosta o sant'Agostino, su San Bonaventura o San Tom-maso d'Aquino: ciascuno fatto argomento di tanti suoi corsiuniversitari, svolti per far conoscere e, soprattutto, per aiu-tare a capire il pensiero di quei «grandi» del pensiero occi-

dentale. Ogni volta insistendosu quella che Vanni Rovighi con-siderava una simbolica regolaaurea: «Per me — ripeteva —il fatto che una filosofia si im-ponga o non si imponga, nonha alcuna importanza. Una filo-sofia deve essere vera, e ba-sta».

Anche negli anni, più confusie infausti, della famigerata contestazione, Vanni Rovighi riu-sciva ad avvicinare e convincere gli studenti, perché li coin-volgeva nell'analisi dei temi e dei problemi più vari che han-no occupato secoli di dibattiti filosofici. Lo sanno bene quan-ti alla Cattolica hanno avuto la fortuna di seguire le sue lezio-ni di filosofia teoretica ma non l'hanno dimenticato neppurequanti, già durante il liceo, hanno potuto avvicinarsi a inten-dere la storia della filosofia moderna e della filosofia contem-poranea attraverso i suoi manuali scolastici.

Comunque, Vanni Rovighi — scomparsa nel 1980 — pos-sedeva un'altra dote preziosa, nel senso che non ha mai pre-teso di imporre i propri convincimenti, perché con quel suocristianesimo, limpido e convinto, sapeva far convivere le re-gole della ragione e i principi della fede. Ecco perché, anche adistanza di tempo, nel ricordare la sua personalità, occorreconvincersi che quella di Sofia Vanni Rovighi è destinata arimanere un'esemplare lezione di metodo, condotta con ilsuo stile inconfondibile, tipico di chi sa di poter dispensare ilpane del sapere filosofico e storico, perché possiede la «vir-tù» di una coscienza onesta.

La Riccardifesteggiail terzotricolore

La scheda

Il Milan festeggia i suoi 113 anni. In un libro tutte le maglie della leggenda

CENTRO: c.so Europa, 12;via Torino, 52; c.so Magenta,32 ang. via Carducci,11; c.soGaribaldi ang. via Pontaccio,22; via Lamarmora, 2 ang.c.so Porta Romana.NORD: via Mac Mahon,111; via degli Imbriani, 28ang. via Ugoni; via Casarsa,13; v.le Fulvio Testi, 90; viaV. Viviani, 2 (v.le dellaLiberazione).SUD: p.za Bonomelli, 4; viaM. Pichi, 9; l.go PromessiSposi, 4 (Q.re Torretta); viaLodovico il Moro, 163.EST: p.le Oberdan, 4; p.zaCaiazzo, 2; via Chavez, 19ang. via Padova; p.za MonteTitano; via Pacini, 30 ang.via Ponzio; via Negroli, 42ang. via Smareglia, 1; v.lePremuda, 28 ang. viaSottocorno, 1; via CiceriVisconti, 10.OVEST: via Troya, 11, ang.via Savona; via S.Gimignano, 13a; via ForzeArmate, 386 ang. viaFaccioli, 2; via Washingtonang. via Caboto; viaMorgantini, 14; via Trenno,15; v.le Cassiodoro, 12; p.zaBaiamonti, 1.NOTTURNE: p.za CinqueGiornate, 6; v.le Zara, 38;c.so San Gottardo, 1; p.zaPrincipessa Clotilde, 1; viaBuonarroti, 5; p.za Argentina(ang. via Stradivari, 1); v.leRanzoni, 2; via Canonica, 32;p.za Firenze (ang. via R. diLauria, 22); Ripa di PortaTicinese, 33; c.so di PortaTicinese, 50.SEMPRE APERTE: Staz.Centrale, piano binari; Staz.P.ta Genova, p.le Staz. P.taGenova 5/3 (ang. viaVigevano 45); Staz.Garibaldi, p.za S. Freud; viaBoccaccio, 26; c.so Magenta,96 (ang. p.z.le Baracca),p.zza Duomo, 21 (ang. via S.Pellico); v.le Lucania, 6; v.leF. Testi, 90.PRONTO FARMACIA:Numero verde 800-801185.

Alla TriennaleUn libro e una mostra.Così il Milan festeggiail proprio 113˚compleanno con unapubblicazione,«Seconda pelle» cheracconta la storia dellamaglia rossonera, conprefazione di BarbaraBerlusconi. LaTriennale ospiterà,oggi, ancheun’esposizione di operedi 50 giovani artistidell’Accademia dellebelle arti di Brera cheinterpretano la magliadel club rossonero. Ilricavato contribuirà asostenere i progetti diFondazione Milan.

Ricerca appassionata

L’intervento

1950 1963

Atletica

1969 1988 2012

Quanti ricordi si riaffaccia-no alla mente scorrendo il ma-gnifico volume «Seconda pel-le», edito da Mondadori, cheoffre una spettacolare rasse-gna delle maglie adottate dalMilan in 113 anni di storia. Perlungo tempo, nell'iconografiadel mio universo di tifoso natonel 1961, le strisce rossonerenon potevano che essere mol-to sottili. Quelle della magliache i giocatori del Milan indos-savano a Madrid nel 1969,quando il Diavolo si laureòcampione d'Europa per la se-conda volta, poi nella «fatal Ve-rona» in cui perdemmo lo scu-detto del 1973, quindi nel cam-pionato 1978-79 della sospira-tissima stella e dell'addio diGianni Rivera.

Solo da vecchie foto vistequa e là avevo appreso che unavolta le bande erano molto piùlarghe, simili a quelle nerazzur-re dell'Inter e bianconere della

Juve, come nella casacca che in-dossavano Gunnar Nordahl,Nils Liedholm. Pepe Schiaffi-no: non c'era il web e non esi-steva il bel sito amatoriale ma-gliarossonera.it, dove la storiadel Diavolo è ripercorsa per fi-lo e per segno. Identificavo ilMilan con le striscioline, erano

un segno di distinzione, nonsoltanto in Italia.

Subito dopo la stella ci fuuna sorta di piccola rivoluzio-ne: strisce larghe, diavolettosul petto, nome del giocatoresul retro, sopra il numero (inquesto fummo anticipatori).Dopo un po' arrivò anche lo

sponsor. E sul campo furonodisastri: tanto che trovai prov-videnziale, per ragioni scara-mantiche ancor più che esteti-che, il ritorno al passato nellagestione di Giussy Farina.Quindi l'era di Silvio Berlusco-ni segnò la restaurazione defi-nitiva delle strisce larghe, mo-dello anni Cinquanta, conun’infinità di varianti.

Eppure la maglia più glorio-sa dell'ultimo quarto di secolo,quella che Franco Baresi, Mau-ro Tassotti e Paolo Maldini ave-vano addosso mentre alzavanola coppa più ambita, impu-gnandola per le sue «grandiorecchie», era bianca con i ri-svolti colorati. Dopo la sconfit-ta subita in rossonero a Mona-co nel 1993, il Milan ha semprescelto la casacca candida nellefinali europee, nella convinzio-ne (non sempre dimostratasifondata) che portasse bene.

«Seconda pelle» si spinge

molto più indietro di quantonon possa la mia memoria, ciriporta a quando tutto ebbe ini-zio. Si scopre così che il Milandelle origini (parliamo di uncalcio pionieristico, datato1899) esibiva le strisce sottili,poi recuperate negli anni Ses-santa, e sul petto portava loscudo bianco con croce rossadello stemma comunale: unadivisa disegnata personalmen-te dal fondatore della squadra,l'inglese Herbert Kilpin.

Non è solo in suo onore che«Seconda pelle» ha un testo bi-lingue, in italiano e nell'idio-ma del Regno Unito. Siamo inanni di globalizzazione e il Dia-volo conta innamorati sparsiovunque sul globo terracqueo.Anche a loro è dedicata questastrenna per il compleanno del-la prima squadra di Milano, lapiù titolata del mondo.

Antonio Carioti© RIPRODUZIONE RISERVATA

Farmacie

Docente di filosofia,condusse ricerchesu Sant’Anselmoe San Bonaventura

Sofia Vanni RovighiAttualità dell’antico

Dalla prima casacca indossata da Herbert Kilpin fino a El Shaarawy

Quando la «Seconda pelle» è rossonera

Niente scudetto per Milan eInter nel 2012 e nemmenoper l’Armani E7, ma c’è unasquadra di Milano che haportato a casa il titolo dicampione d’Italia. È la vecchia(ma solo per via della data difondazione: 1946) AtleticaRiccardi, che ha festeggiato iltricolore maschile (presente ilnuovo presidente dellafederazione, Giomi),conquistato a Modena, ilterzo dopo quelli del 2009 edel 2011. Una conferma che ilclub, presieduto da sempredall’intramontabile RenatoTammaro, è sempre ilmigliore. La Riccardi resta unesempio, per la capacità ditrovare la giusta sintesi, fraatletica di base e di vertice,con grande attenzione ad unacittà, Milano, che negli ultimiani ha sempre più trascuratol’atletica. Nella Riccardi non èmai venuto meno il lavoro discoperta e di costruzione deitalenti, attraverso i corsi diatletica e l’organizzazione del«Ragazzo più veloce diMilano». L’ultimo campioneesploso con la maglia verderamarro è Giacomo Puccini,che ha vinto il titolo italianodi giavellotto. Senzadimenticare Fabio Cerutti eDiego Marani, due deglistaffettisti che hannopartecipato ai Giochi diLondra.

Fabio Monti© RIPRODUZIONE RISERVATA

Nasce l’AcMilan

L’anno delGre-No-Li

La prima coppadei Campioni

Gianni RiveraPallone d’oro

L’era degliolandesi

Esplode ElShaarawy

Mostra I visitatori alla mostra rossonera allestita alla Triennale.Sono esposte anche le opere di giovani artisti sul tema Milan

1899

di ARTURO COLOMBO

9Cronaca di MilanoCorriere della Sera Domenica 16 Dicembre 2012

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