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SABATO 11 NOVEMBRE 2017
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LOMBARDIA
MILANOQuattro notti dormendo all’apertoper guadagnare la prima filadel concerto di Styles all’Alcatrazdi Sara Bettonia pagina 6
OGGI
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Ben L’Oncle Soulnel nome di Sinatradi Paolo Carnevalea pagina 12
In coda con le fan Sul palco
di Giuseppe Bertagna
Idati di Eduscopio 2017(Fondazione Agnelli)sono senza dubbiointeressanti. Anzi:suggestivi. Il giornale ne
ha parlato a lungo in questigiorni e li ha pure illustrati ingrafici e tabelle. Non è suinumeri e sulle graduatorie,però, che pare opportunoriflettere. Infatti, tra risultatidi Eduscopio; prove Invalsicon tutte le loro sofisticatestratificazioni statistiche;rapporti periodici del Miurpiù omeno analoghi; esitiannuali delle indaginiinternazionali Ocse Pisa;prontuari statistici dinumerose riviste eFondazioni; servizi divalutazione regionali, di retidi scuole e di singoleistituzioni scolastiche, unaconclusione è sicura: anchela scuola secondaria stadiventando come l’università.Qui, come è noto, ormai siaffoga nei numeri e nellegraduatorie. Se non sonoquelle spropositatedell’Anvur e nonmenocolossali del Miur, abbiamoogni anno imassmedia checommentano gli elenchidelle universitàmigliori,predisposti dal Times HigherEducation, dal Sole 24 Ore,dal Censis, dall’Arwu diShanghai e così via. Dati egraduatorie, fra l’altro, traloro non omogenee, conscopi e indicatori diversi, cheimpieganometodologie dielaborazione noncomparabili, ma che alla finesono usati, tutti, all’unicoscopo di aiutare giovani efamiglie a scegliere l’istitutosecondario o l’universitàritenuti più affidabili. Il fattoè che i numeri, anchequando precisi, restanonumeri. Non si possonomairiferire all’idiografico (al casosingolo)ma sempre alnomotetico, anche se adiversi livelli digeneralizzazione.
continua a pagina 10
Oltre le classifiche
LA SCUOLAE IL PATTOVINCENTE
Experience Anteprima di evoluzioni aeree
Lo snowboarddà spettacoloStasera le finalidi Coppa delmondo
C atapultati dal trampolino innevatolungo 130 metri e alto 40, ieri gli atleti
del «Big Air» hanno dato un assaggiodelle spettacolari evoluzioni aeree concui appassioneranno i milanesi. Per chiama lo snowboard, l’appuntamento èstasera al Parco Experience, sull’ex sitoExpo: si parte con le finali della Coppadel mondo. Il weekend prossimotoccherà invece ai campioni del freeski.
Petizioni e protesteTra Inter eMilanè derby sulle targheParcoHerrera apre il caso. «Rocco snobbato»
DaNiguarda a LentateAggrediti impiegata emanager
Rapina automobilisti e sparaScatta la caccia all’uomoÈ caccia al rapinatore che ie-
ri ha aggredito in poche oredue automobilisti, urlando esparando in aria. Il primo epi-sodio ieri alle 7.20, in zona Ni-guarda: un’impiegata a bordodi una Ford Ka è stata bloccatada un uomo che le ha rotto ilfinestrino e l’ha obbligata ascendere dall’auto, con cui poiè fuggito. Poco dopo, a Lentatesul Seveso, un imprenditoresulla sua Audi A6 è stato tam-ponato: si è trovato di fronte ilrapinatore, che l’ha strattona-to. L’imprenditore è riuscito aarrivare in auto dai carabinierie a dare l’allarme.
a pagina 7
LAVOROADUEVELOCITÀ
Centomila postiSolo il 20%per i laureati
N ovantamila laureati disoc-cupati, quasi un milione
di persone senza titolo di stu-dio, settemila analfabeti totali.Il mercato del lavoro milaneseresta più aperto per i profilipiù bassi: camerieri, cuochi,commessi e addetti alle puli-zie sono molto più richiesti dibiologi, farmacisti e medici.Ancora in calo i contratti atempo indeterminato.
a pagina 4
La cerimonia di giovedì per battezzare il Giar-dinoHelenioHerrera in piazza Axumverrà ricor-data anche come quella della rivolta milanista innome della par condicio toponomastica. «Mila-no si sta interizzando», attaccano i tifosi rosso-neri in Rete. Parte una petizione online: «Unapiazza per Nereo Rocco». Facendo i conti il der-by delle targhe pende sponda Inter per 6 casi a1. Sala (di fede nerazzurra) promette: «Non homai voluto fare differenze. È il momento di unriconoscimento anche per Rocco».
alle pagine 2 e 3 Baroni e Landi
UNFLOP IL PORTALEDELCOMUNE
Monza, il sito delle gaffePrima il link che rimandava a un sito hard,
ora la biografia dell’assessore leghista alla Sicu-rezza confusa con quella del consigliere pdd’opposizione. Quanto a comunicazione il sitodel Comune di Monza è un flop.
a pagina 8 Rosa
Il salto Al via le finali di Coppa del mondo. Ieri i primi atleti si sono esibiti (Fotogramma)
di Giampiero Rossi
Chiedepizzoal ristoranteMaacenaci sono ivigili
L’ESTORSOREFINISCE INMANETTE
a pagina 7
Zuccheri salvavita vietatiRespinta dalla discoteca
MALATADIDIABETE. ILGESTORESI SCUSA
a pagina 5 Andreis
A4annisalesultramesifaungiroincittàSfugge alla babysitter. Polizia e carabinieri mobilitati. Lui era tranquillo al Castello
E ra uscito dalla sua lezionedi musica, in una scuola
nella zona di via Mac Mahon;la babysitter l’aveva preso inconsegna dalla maestra, mapoi l’ha perso di vista per unattimo, probabilmente perchédoveva prendere anche un al-tro bambino. E lui, a 4 anni, hapensato di andarsi a fare un gi-ro. È uscito, allegro e sorriden-te, e s’è infilato su un tram dipassaggio. Erano circa le 17.30di giovedì pomeriggio.È iniziata pochi minuti do-
di Gianni Santucci un passeggero, si è avvicinatoa quel piccoletto che senzaaver chiara direzione era or-mai arrivato nei dintorni delCastello. L’addetto dell’Atm gliha chiesto nome e cognome,ha allertato la Polizia locale, gliagenti hanno cercato subito dirintracciare i genitori e pocodopo hanno chiamato le altrecentrali di emergenza per fer-mare le ricerche: «L’abbiamotrovato, il bambino è tranquil-lo, sta bene, tra poco i genitoriverranno a riprenderlo». L’al-larme s’è chiuso alle 18.10.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
po una ricerca frenetica: la ba-bysitter ha subito avvertito lascuola, l’ha cercato, ha chia-mato i genitori, che hannocontattato il 112, e così tutte lemacchine di polizia e carabi-nieri nella zona sono state al-lertate. Descrizioni, comuni-cazioni via radio, ricerche. Eragià buio. E il bambino, perquasi 40 minut i , è stato«smarrito».Non che lui se ne sia reso
conto, o che abbia mostrato ilminimo segno di preoccupa-zione quando un tranvieredell’Atm, su segnalazione di
Gerenzano (Va) Tel. 02 9668141 sanTinopunTomoda.Com
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12 noVembreorario ConTinuaTo 9:00 - 19:00
ML2 Sabato 11 Novembre 2017 Corriere della Sera
L’altro derbysulle targhe
I milanisti contro i giardinidedicati all’interista Herrera«Così non c’è par condicio»Petizione per Nereo Rocco
Calcisticamente par-lando Fiora Gandolfi èstata soprattutto la si-gnora Herrera. Cosìper rinsaldare il lega-
me delmarito, condottiero del-l’Inter anni 60, ha chiesto che, a20 anni dalla sua morte, il Co-mune gli intitolasse uno spazioall’ombra dello stadio. Forse hasottovalutato il fatto che aMila-
no il derby dura 365 giorni l’an-no. La cerimonia di giovedì perbattezzare il Giardino HelenioHerrera in piazza Axum verràricordata anche come quelladella rivolta milanista in nomedella par condicio toponoma-stica. «Milano si sta interizzan-do», attaccano i tifosi rossoneriin Rete.La contestazione è comin-
ciata fisicamente durantel’inaugurazione. Luigi La Roccaè praticamente laureato in sto-ria del Milan, anche se non esi-ste una carica ufficiale: «È unavita che mi batto per evitareche questa città continui a co-lorarsi di neroazzurro» attaccasnocciolando una serie di pre-cedenti. L’origine di tutto staproprio nello stadio, dal 1979
intitolato a Giuseppe Meazza,bandiera dell’Inter nonostantequalche presenza in rossonero:«San Siro fu costruito nel 1926dall’allora presidente del MilanPiero Pirelli, era la nostra casaancora prima che nel ’35 fossevenduto al Comune» spiega LaRocca. Facendo i conti il derbydelle targhe effettivamentepende sponda Inter per 6 casi a
Calciatore dell’Interdal 1960 al 1967
GIACINTOFACCHETTI1942-2006
CESAREMALDINI1932-2016
ARMANDOPICCHI1935-1971
Calciatore e capitano dell’Interdal 1960 al 1978 (poi dirigente)Campione europeo nel 1968
Calciatore di Triestina, Milan e TorinoTre volte campione europeounder 21 da allenatore dell’Italia
viaFederico
Tesio
SAN SIRO
Lo striscione I tifosi nerazzurri in piazza Axum per Herrera il 9 novembre (LaPresse) Via Tesio Nel 2016 Gianfelice Facchetti, Chiara Bisconti e Paolo Maldini nei giardini
Primo piano La polemica tra i tifosi
Corriere della Sera Sabato 11 Novembre 2017 PRIMO PIANO ML3
❞Il Comune ricordi anche l’altra parte diMilano, quella—oggettivamente—che più è stata vincente e più ha portato lustro internazionale alla città
Il testo della petizione su Change.org❞Noi celebriamo gli sportivi senza guardare i colori dellemaglie. Dellecentinaia di richieste che riceviamo vagliamo quelle che hannomassa critica
Roberta Guaineri e Filippo Del Corno, assessori comunali
ANGELOMORATTI
1909-1981
HELENIOHERRERA
1910-1997
ÁRPÁDWEISZ1896- 1944
Calciatore di Inter,Ambrosiana, Milan,
Juventus, Varese e Atalanta
Presidente dell’Interdal 1955 al 1968
Allenatore dell’Interdal 1960 al 1968 e dal 1973al 1974
Allenatore dell’Intere dell’Ambrosiananei campionati1926-1931e 1932-1934Morì ad Auschwitz
via dei Rospigliosi
SottopassoPatroclo
via Dessiè
piazza Axum
via Achille
via
dei P
icco
lom
ini
GIUSEPPEMEAZZA
1910-1979
1 (contando l’ultimo gol asse-gnato al Mago Herrera). Oltreallo stadio, c’è via ArmandoPicchi, al Gallaratese, il piazza-le dello stadio che durante l’eradi Letizia Moratti (malignaqualcuno) è diventato piazzaleAngeloMoratti. La sala executi-ve intitolata a ArpadWeisz (l’al-lenatore che lanciò Meazza).«Anche quando un anno fa da-vanti a San Siro sono nati i giar-dini in onore della nostra ban-diera CesareMaldini, gli è statoaffiancato un altro grande capi-tano neroazzurro come Giacin-to Facchetti» lamenta La Rocca.Il caso così si è fatto politico.
«Noi celebriamo gli sportivisenza guardare i colori dellesquadre» dice Roberta Guaine-ri, assessore allo Sport del Co-mune. Le questioni di topono-mastica passano dalla porta ac-canto, quella di Filippo DelCorno, assessore alla Cultura:«Delle centinaia di richiesteche riceviamo vagliamo quelleche hanno una massa critica,non quella di ogni privato citta-dino». Ma, mentre online par-tiva la petizione per intitolarepiazza Axum al Paròn Rocco,icona dello spirito casciavit, ilsindaco Sala (di fede nerazzur-ra) prometteva di raddrizzare ilderby delle targhe: «I milanistihanno ragione, io non ho maivoluto fare differenze fra le duesquadre. Nutro grande stima
per Rocco, semi scrivono siste-meremo rapidamente questacosa che obiettivamente non èbella. È il momento di un rico-noscimento anche per lui».Tra i primi a twittare allo
scandalo c’è stato l’avvocato delDiavolo, Giuseppe La Scala,rappresentante dei piccoliazionisti del Milan: «Siamopronti a manifestazioni di di-sobbedienza civile. Se non cidanno uno spazio ce lo prende-remo. Herrera è stato un perso-naggio divisivo, un Mourinhod’altri tempi». E non ha dubbiquando si ragiona sulle causedi questa interizzazione: «Nonpenso dipenda dal fatto che gliultimi sindaci della città sianostati interisti. L’Inter grazie aisuoi ultimi presidenti ha ven-duto meglio il “milanesismo”.Massimo Moratti ad esempio èstato più ecumenico e menoingombrante di Berlusconi.Anche tra le due proprietà ci-nesi quella rossonera oggi èpercepita più distante» diceancora La Scala. Va bene il Pa-ròn, ma per La Rocca la prioritàè un’altra: «Intitolare una via aHerbert Kilpin, l’uomo che fon-dò il Milan nel 1899. Senza dilui non ci sarebbe stata nem-meno l’Internazionale, chenacque nel 1908 da una costoladi soci dissidenti».
Stefano Landi© RIPRODUZIONE RISERVATA
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La ScalaProntiad attidi disobbe-dienzacivile: ciprendiamolo spazioche ci spetta
❞
SalaImilanistihannoragione, ionon homaivoluto faredifferenzefra le duesquadre
Carlo Muraro
«Il Mago era un mitoFaceva rigare drittoanche i senatoriMazzola e Suarez»
A veva diciannove anni. E a San Sirofaceva freddo. Del resto era gennaio.Carletto Muraro da Villapizzone, la
sua prima volta con l’Inter.«Già. Eravamo nel 1974. C’erano ancora
frammenti della Grande Inter in campo esoprattutto in panchina».Helenio Herrera.«Proprio lui. Il Mago. Mi buttò nella
mischia contro il Cagliari. Uno a zero per loro.Ma il risultato, quella volta, per me, non era lacosa più importante».Il Mago rimase colpito dalla sua velocità.«Mi chiamavano il Jair bianco. Un po’
pesante come responsabilità. Anche perché ilJair vero giocava ancora».Un giovane calciatore di 19 anni davanti al
Mago. Paura, rispetto, voglia di fare?«Il Mago era un grande. Unmito per me che
ero all’inizio. Ma anche ai senatori, i Mazzola,Facchetti e Suarez incuteva rispetto e paura. Lifaceva rigare dritto. Gente che aveva vintoscudetti e coppe. Da lui ho capito cosa volevadire la parola carisma. Herrera era il carismafatto persona».
Però anche Rocco...«Non ci sto a fare il derby se meritava la
piazza più uno o più l’altro. Stiamo parlandodi due grandissimi. Io parlo per quello che hovisto. Herrera se lo merita un riconoscimentodel genere».Magari, però, ci siamo dimenticati di altri
che avrebberomeritato?«Sicuro, anche gente che chissà che bene
ha fatto per Milano e nessuno ricorda più. Glisportivi hanno dato molto. Non facciodistinzioni tra interisti e milanisti»Il Mago eMilano.«Herrera aveva un bel rapporto conMilano.
Era un uomo che sapeva come entrare nellatesta della gente. Azzeccata anche la scelta delluogo da dedicargli: vicino a San Siro, il suostadio».Un salto all’oggi. L’Inter di Spalletti?«Mi piace. Vincere ti dà autostima,
convinzione.Basta arrivare quarti...«Così poco?».
Carlo Baroni© RIPRODUZIONE RISERVATA
Combattenti Carletto Muraro (a destra) con Spillo Altobelli
Giovanni Lodetti
«Lo champagnenella stanza del ritiroprima della finaleChe uomo il Paròn»
Bandiere Giovanni Lodetti (a destra) con Gianni Rivera
La criticaHerreraè statoun perso-naggiocalcisticodivisivo, unMourinhod’altri tempi
La rispostaHo grandestima perRocco, semi scrivonosistemerò intempi rapidiquesta cosanon bella
I eri la partita era a scopa d’assi: «È andatabene, li ho sistemati». Giovanni Lodetti,mitico centrocampista del Milan anni
Sessanta, è uno abituato a vincere.Il debutto nel derby. In panchina Nereo
Rocco.«Me lo disse che eravamo negli spogliatoi.
Passai mezz’ora in bagno per l’emozione. Perdire che personaggio era il Paròn».Lamaglia era la numero 7, come quella
della canzone di De Gregori. Anche se irigori li tirava sempre Rivera.«Uno come Rocco dovevate conoscerlo. Vi
racconto questa: la sera prima di Milan-Estudiantes, finale di coppa Intercontinentale,io, Malatrasi, Anquiletti, Sormani e Hamrin citroviamo in camera con una bottiglia dichampagne, giusto per addolcire un po’ latensione. Una volta scolata, bisognava farsparire il corpo del reato».Ci pensa lei, naturalmente?«Esco e incrocio Rocco. “Dont te ve mona”,
mi dice. Non so cosa rispondere, sonoparalizzato. E lui: “La prossima volta meconvochi anca mi”. Il giorno dopo vinciamotre a zero, giusto per dire».
Ma i giardini li hanno intitolati a Herrera.«Non ci faccio un dramma. Anzi trovo
giusto ricordare un grande allenatore che haregalato tanti successi a Milano. E dicoMilano, al di là di Inter e Milan».Ma a tanti milanisti non va giù che ci
siano più strade dedicate ai cugini.«Ma no, non facciamo polemiche. Meazza
se lo meritava un riconoscimento del genere.E anche Herrera. E poi non so neanche quantevie in più hanno gli interisti, tanto per dire».Però per unmilanista come lei tra Rocco e
Herrera la differenza si sentiva.«Mi hanno allenato tutte e due. Herrera in
nazionale, Rocco per dieci anni al Milan. IlParòn era un uomo straordinario».Parliamo della milanesità del Paròn.«C’era, ovvio. Ma Rocco si è sempre sentito
molto triestino. Si vedeva anche dal rapportoche aveva conMaldini e Cudicini».E il Milan di oggi, giusto per non
aggrapparsi troppo al passato?«Troppi doppioni, bisognava puntare su
due o tre di qualità. Anzi di personalità. Sonofiducioso però: il Milan sta tornando». (c.bar.)
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