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CIRCOLO SEL
MIRIAM MAKEBA SALERNO
Car* Compagn*,
vorrei utilizzare l’edi-toriale di questo me-se, innanzitutto, per divulgare una notizia a cui i mass-media non hanno dato largo spazio ma che, grazie al popolo della rete, si sta velocemente dif-fondendo in tutta Ita-lia: si sta promuoven-do un referendum per l’abolizione dei privi-legi e delle indennità dei parlamentari ed occorre raccogliere 500.000 firme. Mi rivolgo, quindi, a tutti voi sollecitandovi a recarvi presso la se-greteria del vostro comune di residenza per sottoscrivere i moduli appositamente vidimati. Sono con-vinta che la risposta degli italiani sarà su-periore alle nostre aspettative come quanto accaduto circa un anno fa per il refe-rendum di modifica della legge elettorale; la speranza è che ov-viamente, a differen-za di allora, la volontà popolare sia rispetta-ta e che non ci siano decisioni della Consul-ta che lascino inalte-rate uno stato delle cose divenuto inso-stenibile per la mag-gior parte di noi.
Vi chiedo, inoltre, di leggere con partico-lare attenzione i due articoli riguardante la situazione del CSTP, che sta preci-pitando ogni giorno sempre più; come circolo siamo ferma-mente convinti che gli enti locali abbia-no il dovere di ga-rantire il diritto di ciascun cittadino al trasporto pubblico e per questo, al fianco dei lavoratori, conti-
nuiamo la nostra protesta per la salvaguardia dell’a-zienda, nella convinzione che l’intera vicenda debba essere valutata nella sua dimensione regionale e nazionale. Per concludere, restando in tema di diritti, alquanto infelici sono sta-te le recenti dichiarazioni del Ministro Fornero che, per giustificare la scanda-losa riforma del mercato del lavoro, ha sostenuto che il lavoro non debba essere considerato come un diritto ma che debba essere guadagnato come un sacrificio; consiglio un’attenta rilettura dei principi fondamentali della Costituzione. Di grande interesse, soprattutto per chi non ha vissuto in pri-ma persona come me quel momento storico, sono state le presentazione dei libri “L’ultimodei Mohicani” e “arrendersimai@mov.
Dal ’68 al futuro”, di cui ne consiglio vivamente la lettura; è stato bello leg-gere sui volti dei parteci-panti l’emozione di rive-dersi dopo oltre trent’anni e l’orgoglio per aver con-tribuito alla crescita del movimento studentesco e dei lavoratori negli anni ’70 e 80.
TIZIANA AIELLO
LA NOSTRA STORIA, IL CSTP ED ALTRO
DI TIZIANA AIELLO PORTAVOCE DEL CIRCOLO “MIRIAM MAKEBA”
Basta con i politici comici, occorrono comici politici, professionisti della risata, della battuta sagace, che sappiano portare la loro arte nell’emiciclo. Sarà più facile votare le leggi, pre-sentare emendamenti, il metro di giudizio saranno le risate e le pernacchie, più saranno fragorose, più la legge avrà la possibilità di passare in Parlamento. La maggioranza potrà scegliere tra la risata a denti stretti (poco apprez-zamento per il testo); risata greve (c’e’ da ap-portare qualche modifica); risata breve (emendamenti imprescin-dibili); risata grassa (la legge e’ approvata senza ulteriori variazioni). L’op-posizione avrà due opzio-ni: sghignazzo (la legge non va così come è stata presentata); sorriso aper-to (se ne può discutere, ma senza sforzo eccessi-vo). La frange estreme (parlamentari comici, ve-nuti su nelle feste di piaz-za) avranno a disposizione la pernacchia breve, me-dia o intensa, con la terza il testo di legge sarà ap-provato senza la presenta-zione di emendamenti. Il voto dei conservatori sarà più complicato, perché frutto di mezze risate e di sghignazzo composto, da decifrare da apposita com-missione di comici dell’a-vanspettacolo di vecchio stampo. In un angolo, ultimo residuato della co-micità vetusta, giacerà la deputata Binetti: lei avrà la possibilità di ridere con l’apparecchio ortodontico fissato direttamente alle gengive; potrà affrontare il question time con la corona di spine sulla testa ed il cilicio tra le gambe. La sua sarà una comicità tragica come nella più autentica commedia dell’arte, fino a quando il dolo-re non le farà vedere le stelle (cinque… per la pre-cisione!...).
CATERINA BIAN-CO
L’ERBA DI KATE L’ERBA DI KATE L’ERBA DI KATE
Rubrica della responsabi-le del giornalino
Sommario:
LETTERA APERTA DI MATTEO CUOMO, LAVO-RATORE DEL CSTP
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ATTIVO DEL SINDACATO: L’INTERVENTO DI G. ARPINO
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ARRENDERSIMAI@MOV DI GIACOMO BATTIPA-GLIA
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INTERVISTA A MATTEO PUCCIARELLI
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L’INTERVISTA AL CASP 6
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MIRIAM MAKEBA
Cari amici, cari conoscenti e cari contatti di faceboock Vorrei esprimervi il mio pensiero sui fatti che in questi mesi si sono susse-guiti giorno dopo giorno contro i lavo-ratori dell’azienda di trasporto pubblico C.S.T.P. S.p.A. sito in Salerno. Sono un lavoratore che ha trascorso 28 anni della sua vita in questa azienda, ve-dendone “di cotte e di crude”, con alti e bassi e di tutti i colori, ecc. ecc.. Non era mai successo quello che si sta veri-ficando oggi. In tutti questi anni coloro che avevano i posti di comando, hanno sempre fatto in modo di accrescere i servizi e la qualità del lavoro, cosa che oggi non accade. Tutti i lavoratori di questa azienda dal 1999 hanno collaborato per far sì che questa grande famiglia fosse un serba-toio di occupazio-ne per i loro concittadini, innalzandola ad un livello di economia azienda in attivo, ed il ricavato fosse reinvestito sui depositi o rimesse periferiche per dar maggiori servizi e confort agli u-tenti. Dopo 11 anni di attività aziendale ottimale è bastata una ostinata politica “dell’ignoranza” per far diventare i sa-crifici di tutti i lavoratori inesistenti, sottraendo al Comune di Salerno ed alla Provincia di Salerno un servizio pubblico essenziale e funzionale, proiettando l’intera utenza ed i lavora-tori del CSTP, nella crisi più nera che mai si sia potuta verificare. Solo per-ché chi amministra, in questo momen-to, la Provincia di Salerno, lo fa eserci-tando una politica disfattista nei con-fronti di tutte le famiglie del CSTP e di tutti i cittadini che usufruiscono di tale servizio. Tutti i salernitani né sono con-vinti, che gli esponenti del PDL ammi-nistrano come se fossero i padroni as-soluti ed indiscussi dell’intero territorio della Provincia di Salerno, nonché dei servizi che sino ad oggi hanno rappre-sentato un eccellenza, distruggendoli e mortificando non solo i lavoratori, ma l’intera utenza. Quest’ultimi per bieco livore e totale incapacità a confrontarsi col Sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca, per colpirlo, abbassano i loro colpi meschini sull’intera popolazione. E’ una vergogna, i veri leader tracciano
il cammino, non distruggono, le loro dimissioni sono un atto dovuto, per lo scempio a cui stiamo assistendo, inve-ce infieriscono contro chi onestamente si alza la mattina per guadagnarsi il proprio salario. Qualche tempo fà, il C.S.T.P., prima A.T.A.C.S., era la più grande azienda del salernitano che nel 1984 vantava 1800 dipendenti che tutti i giorni spostavano migliaia e migliaia di pendolari. Oggi, siamo 610 dipen-denti e riusciamo ancora a trasportare 65.000/70.000 persone al giorno, cosa non da poco. L’amministrazione provin-ciale, sceglie di non ricapitalizzare l’a-zienda, né di aumentare i corrispettivi chilometrici, tagliando in percentuale altri chilometri solo perché ha già ven-
duto alcuni pezzi e non vuole salvare l’unica azienda salernitana. Mentre, sborsa circa 3 milioni di euro per far alzare in volo 3 aerei ogni due giorni traspor-
tando solo poche decine di utenti a fronte di circa 70.000 che trasporta il C.S.T.P. Vergogna, vergogna. Cari u-tenti, non è il momento di otturarvi le orecchie o di chiudere gli occhi, sentite bene cosa sta succedendo e vedete cosa stanno facendo questi signori con-tro Salerno e l’intera provincia. Il mio è un appello agli utenti, se non avete un dignitoso servizio non è per colpa dei lavoratori del CSTP, ma della politica dei politicanti, che non ha messo a disposizioni le risorse economiche ne-cessarie per la manutenzione degli autobus che di conseguenza si soppri-mono continui turni sino a quando non si estinguerà l’intero servizio pubblico dei trasporti salernitano, come questi signori vogliono. Cosa ancora più ver-gognosa, è che mentre il deposito di Salerno ha una disponibilità di appena 35 autobus, a fronte di 90 necessari, ogni giorno svolgono il servizio traspor-ti meno del 50% del fabbisogno della popolazione, in altri depositi tipo esco-no il 99% del fabbisogno della popola-zione, sapete perché? Perché questi politici hanno già svenduto una parte di questa azienda, per motivi prettamente elettorali, a concorrenti privati che de-vono dimostrare di avere un parco macchine di gran lunga più efficiente del nostro, al fine di giustificare la chiusura del CSTP. Cari Colleghi mi
rivolgo a voi affinchè sappiate che l’a-zienda Cotrac non è solo Sita ma sono tante piccole aziende. I risultati sono sotto gli occhi di tutti, ovvero di come alcune società private ci stanno già sosti-tuendo. Si vuole la totale privatizzazione del ser-vizio trasporti salernitano e la si sta at-tuando nel silenzio delle istituzioni ed in danno degli utenti e dei lavoratori del CSTP. Allora cosa si sta attendendo? Uniamoci e mandiamo a casa chi sinora ha sempre fatto, e continua a farlo, poli-tica per soli interessi personali. Un’altra cosa e chiudo. Si è sempre parlato di una perdita giornaliera di 30mila euro, sapete la gran parte di questa somma chi la consuma? Iniziamo a verificare il bilancio dell’azienda CSTP è sarà chiaro a tutti noi. L’invito a tutti voi è distribuire a tutti questo volantino, in cui ho voluto espri-mere il mio pensiero.
Matteo Cuomo Salerno 21.06.2012
(Continua a pagina 4)
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I CITTADINO HANNO IL DIRITTO DI AVERE IL TRASPORTO PUBBLICO. IL CSTP NON SI DEVE LIQUIDARE.
Abbiamo deciso di pubblicare due interventi di due nostri iscritti e militanti dipendenti del CSTP. Il primo è a firma di Matteo Cuo-mo ed è una sua lettera aperta postata su FaceBook. Il secondo è l’intervento di Gerardo Arpino che ha fatto, per conto di tutti i dipendenti del CSTP all’attivo unitario di CGIL, CISL e UIL. Com’è noto come circolo e come partito siamo impegnati da tempo affianco ai dipendenti e agli utenti in una dura e complicata battaglia in difesa del trasporto pubblico. Il CSTP è una azienda, a detta di esperti, in linea con i parametri di efficienza e di operatività. Se è in crisi oggi dipende esclusivamente dai tagli indiscriminati compiuti dal Governo Berlusconi, dalla giunta Caldoro e dall’amministrazione provinciale Ciriello oltre a una pessima gestione da parte dei vari consigli di amministrazione che si sono succeduti negli ultimi 20 anni.
“Si vuole la totale privatizzazione del servizio trasporti salernitano e la si sta attuando nel silenzio delle istituzioni ed in danno degli utenti e dei lavoratori del CSTP. “
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MIRIAM MAKEBA
Salve a tutti sono Gerardo Arpino lavoratore CSTP e sono qui oggi, a nome di tutti i miei colleghi, per condividere con voi tutta la nostra r a b b i a . La crisi in cui è sprofondata la nostra azienda,una delle più virtuose del sud Italia, é soprattutto il frutto dei pesantissimi tagli che la regione Cam-pania ha apportato al setto-re del trasporto pubblico locale . Al CSTP, la regio-ne ha infatti tagliato circa 9 milioni di euro a cui si è aggiunta un’ulteriore decur-tazione da parte della pro-vincia di circa il 7% delle risorse. Il sovrapporsi degli effetti causati dalle questio-ni appena citate hanno determinato per CSTP la messa in liquidazione e più in generale per l’inte-ro settore una condizione drammatica e senza precedenti nella storia del trasporto pubblico locale. In Campania la qualità e la quantità dei servizi offerti ai cittadini è vergognosa e rischiano il proprio posto migliaia di autoferrotranvieri e di lavoratori occupati nel sistema del’indotto. Il possibile fallimento delle aziende del trasporto pubblico locale della Campania, può aprire delle vere e proprie praterie in cui può inserirsi le aziende della criminalità organizzata. Non aver ricapitalizzato il CSTP è stato un segno di stupidità civica da parte degli enti proprietari con in testa la provincia di Salerno quale socio di maggioranza che invece ha preferito ricapitalizzare soltanto l’aeroporto. Con tale atto, infatti, si è messo a repentaglio il futuro di 620 dipendenti e delle loro famiglie nonché il diritto alla mobilità della cittadi-nanza e in particolare delle fasce più deboli della popolazione che non hanno alternative all’uso del mezzo pub-blico per raggiungere ad esempio gli ospedali le scuole….ecc. Noto sempre più spesso non solo nei miei...ma negli occhi di tutti i colleghi paura e imbarazzo. Paura di risvegliarsi al mattino e non sapere come pagare il mutuo o far continuare a vivere la propria famiglia o addirittura come poter gettare le basi per ten-tare di crearla una famiglia. A maggior ragione oggi non abbia-mo percepito il premio di risultato del 2010 e e quello del 2011, lo stipendio di maggio e con il serio rischio di non percepire né quello di giugno né la 14°.
Imbarazzo a dover lasciare per strada tanta pove-ra gente che a causa di mezzi super affollati non riescono a raggiungere le proprie destinazioni. Nonostante tutto noi dipendenti continuiamo a lavorare con autobus rattoppati e tra le critiche sempre più incalzanti da parte dell'utenza per le innumerevoli corse che scompaiono da settima-
na in settimana ma sempre e comunque con un bel sorriso e una grande speranza nel cuore.....speranza di continuare a far parte di questa grande azienda. A tale scopo numerose sono state le iniziative che le OO.SS. hanno messo in campo in questa delicata vertenza. In proposito ritengo opportuno ricordare:
- lo sciopero di 6 giorni del tpl nella provincia di Salerno tra fine giugno e inizio luglio dello scorso anno
- il massiccio corteo a Napoli con presidio in Regione a palazzo Santa Lucia del 30 Giugno;
- la manifestazione provinciale del successivo quattro Luglio;
- la straordinaria mobilitazione a difesa del tra-sporto pubblico locale tenutasi a Salerno l’undici aprile scorso
-non ultimo per importanza i 15 giorni di incate-
namento tra stazione e provincia.
A lavoratori e alle OO.SS. sta a cuore il futuro dell’azienda e la sottoscrizione del contratto di solidarietà quale strumento indispensabile per la salvaguardia dei livelli occupazionali ne è la dimo-strazione più evidente, ed è inconcepibile che per un’informazione ufficiosa da parte del ministero del lavoro non vengono applicati. Per quanto ci riguarda, invece, l’accordo sottoscritto l’11 maggio scorso è legittimo dato che dalle norme nn si esclu-de l’applicazione dei contratti di solidarietà difensi-va per le aziende, come la CSTP, che sono in liqui-dazione volontaria. Tale senso di responsabilità dovrebbe far riflettere le istituzioni interessate che invece continuano a scambiarsi accuse allo scopo di una continua quanto inutile ricerca delle respon-sabilità passate e presenti che hanno determinato l’attuale stato di cresi del CSTP. Non è ammissibi-le che lo scontro politico invada, come sta accaden-do, il tema del trasporto pubblico locale che rappre-senta un pezzo fondamentale dello stato sociale del nostro paese. Siamo stanchi e diciamo basta a queste inutili beghe politiche...noi abbiamo fatto la nostra parte, ora chiediamo un impegno concreto e nn chiacchiere, chiediamo:
-alla regione un atto di transizione per la causa vinta dalla cstp
-alla provincia l’adeguamento dei corrispettivi nel rispetto di quanto deliberato nel consiglio provinciale
-all’azienda un piano di risanamento per la ricapitalizzazione
RICAPITALIZZARE il CSTP per sostenere la natura pubblica del sistema dei trasporti. noi non molleremo....non ci fermeremo davanti a nessuno ostacolo per salvare la nostra azien-d a . . . . . perché come diceva Giovanni Falcone " Il coraggioso muore una volta, il codardo cento volte al giorno."
SALVIAMO IL TRASPORTO PUBBLICO LOCALE SALVIAMO IL CSTP
GERARDO ARPINO
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L’INTERVENTO DI GERARDO ARPINO ALL’ATTIVO UNITARIO DI CGIL CISL e UIL
“RICAPITALIZZARE il CSTP per sostenere la
natura pubblica del sistema dei trasporti“
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Salerno 6 giugno.
Una storia, tante storie, tanti
compagni, tanto da fare.
Salerno, 6 giugno, ore 18:00
auditorium “Salerno Energia” presen-
t a z i o n e d e l l i b r o
”arrendersimai@mov – dal ’68 al fu-
turo – racconti e testimonianze di
compagni del Movimento Studente-
sco”. Certo il titolo del volume non è
il “accattivante” ma dà conto appieno
di quello che è: una raccolta di testi-
monianze di militanti del Movimento
Studentesco –Movimento dei Lavora-
tori per il Socialismo, protagonisti di
un’intensa stagione politica e cultura-
le, quella delle lotte studentesche del
’68 e delle lotte operaie dell’Autunno
caldo. 42 autori che raccontano 64
storie ambientate in 19 luoghi d’Ita-
lia, offrendo uno spaccato inedito di
un’irripetibile esperienza di parteci-
pazione politica e umana, che ancora
oggi a distanza di 40 anni aggrega e
fa emergere valori e riferimenti con-
divisi. Momenti esaltanti, speranze,
errori, delusioni, vittorie e sconfitte e
su tutto il filo rosso della difesa della
democrazia. Racconti che rappresen-
tano un passaggio, un messaggio da
offrire ai giovani, perché possano
affrontare le nuove sfide recuperan-
do la memoria storica. Questo è il
promo del volume, l’organizzazione
della sua presentazione e della ven-
dita “militante” è ben altro (i proven-
ti sono destinati ad Emergency), a
Salerno poi una vera sfida. Da molto,
da tanto, da troppo tempo non ci
sono occasioni di “incontro”, di rifles-
sione tra compagni o, come si diceva
“anta” anni fa, “sinceri democratici”.
Comunque presa la decisione sin dal-
l’inizio è un crescendo di sorprese e,
non lo nascondo, di emozioni. Chiedo
la disponibilità dell’Auditorium a Fer-
nando Argentino, presidente di Sa-
lerno Energia, che interrompe brusco
la mia prolusione assicurandomi la
sua totale disponibilità. E poi un giro
di contatti. Paolo Petraccaro, dirigen-
te scolastico, e poi Piero Lucia, diri-
gente sindacale e saggista, che ac-
cettano con entusiasmo e senza di-
scussioni. Fulvio Bonavitacola, depu-
tato del PD, negli anni ‘70 segretario
della FGCI, che assicura la sua pre-
senza con parole di simpatia ed af-
fetto. Ed ancora, Antonio Braca, fun-
zionario storico dell'arte della Soprin-
tendenza BSAE, negli anni ’70 segre-
tario di Lotta Continua, che ascolta
sornione la richiesta e non si nega
(inviandomi anche dei post di inco-
raggiamento alla vigilia). E poi Erne-
sto Scelza, docente al liceo Da Proci-
da già consigliere provinciale DS ed
allora cuore e mente di Avanguardia
Operaia, che non si tira indietro. Ed
(Continua a pagina 5)
Nella nostra città in 10 giorni ci sono state due interessantissime iniziative. Due presentazioni di libri tra di loro molto diversi, ARRENDER-SIMAI@ MOV, sulla storia del Movimento Studentesco che diventerà Movimento Lavoratori per il Socialismo, e GLI ULTIMI MOHICA-NI UNA STORIA DI DEMOCRAZIA PROLETARIA. Due “strutture organizzative”. Eppure tantissimi punti di interessi comuni e di “contatto”. Nessuno delle due iniziative è stato un raduno di “reduci e combattenti” anzi chi si aspettava questo ed ha partecipato è rimasto deluso, chi non è venuto perché aveva paura di trovarsi in una sorta di autocoscienza collettiva di reduci ha perso due ottime occasioni di discussioni. Tutti gli intervenuti hanno sottolineato che non sono nè reduci, nè inattivi. In modo diverso, per ragioni diverse, ambedue le iniziative hanno sottolineato la necessità di una ripresa dell’analisi, della proposta e dell’iniziativa politica di sinistra. In particolare l’iniziati-va organizzata e “pensata” unitariamente del circolo SEL Miriam Makeba con il circolo PRC Salerno EST ha rilanciato la proposta di co-struzione del FORUM DELLA SINISTRA SALERNITANA. Proposta che ci vedrà già da settembre in ulteriori iniziative. Ci sarà molto da lavorare ci sarà molta gioia nel farlo. Di seguito pubblichiamo un “resoconto” di Giacomo Battipaglia, uno degli “scrittori” del libro sul Movimento Studentesco e organizzatore dell’iniziativa salernitana, e una intervista, a cura della nostra responsabile del giornalino Caterina Bianco, a Matteo Pucciarelli autore degli Ultimi Mohicani. Buona lettura
Intervista a
Matteo Pucciarelli
Come e' nata l'idea di scri-vere un libro sulla storia di DP dal " di fuori", vista la tua giovane età?
Si sono concatenati più fattori, anzi, direi più passioni. Quella professionale e quella politica. Avevo letto diverse cose sugli anni '60 e '70: libri su Lotta Continua, sui maoisti, ma an-che sull'estrema destra. Mi affascinavano quegli anni di speranze e illusioni totalizzan-ti. Mi sono accorto che su Dp non era mai stato fatto un la-voro storico-giornalistico, così ne ho approfittato.
Dopo un anno di incontri, durante i quali hai presen-tato il tuo lavoro, quali so-no state le sensazioni che hai provato e quali sono stati i momenti che ti han-no colpito più favorevol-mente?
Lo dico sempre: nostalgia di anni non vissuti. Si percepisce un fatto semplice eppure im-menso: c'era l'idea che si po-tesse davvero cambiare il mondo. Si metteva in discus-sione tutto. Compresi i propri affetti, i propri averi, la pro-pria personalità. Quei giovani erano molto più coraggiosi di quelli della mia generazioni. Affamati e folli, si dice oggi citando Steve Jobs. Lo erano anche allora, con una visione non individuale ma collettiva delle cose. I momenti migliori sono quelli in cui ti rendi conto di aver riunito persone che hanno condiviso tante cose
(Continua a pagina 5)
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ancora Mario Postiglione, docen-
te di storia e filosofia al liceo
Severi, medico e specialista in
oculistica, che vide nascere nel
’72, in quel liceo, il primo collet-
tivo del Movimento Studentesco.
Ed infine, Eduardo Scotti, capo-
servizio del quotidiano La Re-
pubblica, in quegli anni in forza
a Radio Salerno 1, che pur di
essere presente si prenderà un
giorno di ferie. E poi l’aiuto inso-
stituibile e generoso di Angelo
Orientale. Ore 17:00 iniziano ad
arrivare alla spicciolata le prime
presenze. Arrivano i compagni
dalla provincia di Avellino e le
delegazioni dalla Calabria e da
Napoli. L’incontro inizia con un
po’ di ritardo. I compagni inviati
alla stazione non trovano Alfon-
so Gianni che così arriva da solo
ed a piedi. La sala si riempie, si
prende posto. Gli occhi ed i volti
dei presenti si fanno attenti e
concentrati. Inizia Amedeo Borzillo,
uno dei quattro curatori del volume,
che spiega le ragioni del volume ed il
taglio dei racconti raccolti. E poi si
susseguono gli interventi. Si rompe
l’argine, il muro del silenzio di tanti
anni. Si accende il confronto su tut-
to, su come eravamo, sul domani,
sulla responsabilità che abbiamo di
difesa di un patrimonio enorme u-
mano e politico. Si marcano le diffe-
renze, ma si rivalutano valori e lotte
comuni. Appassionati gli interventi di
Antonio Braca ed Ernesto Scelza.
Razionalmente analitico quello di
Piero Lucia. Partito Comunista e
CGIL rientrano in quello di Ferdinan-
do Argentino. Ricorda le battaglie
referendarie Donato Salzano, segre-
tario del Partito Radicale. Emoziona-
to ed emozionante il contributo del
(Continua da pagina 4) Prof. Postiglione. Entusiasta quello del
prof. Petraccaro. Da parte mia spiego le
ragioni della partecipazione alla stesura
del volume: le incalzanti pressioni di
alcuni amici e la responsabilità di difen-
dere il nostro patrimonio di lotte e con-
quiste. Eduardo Scotti cerca di moderare
quel fiume in piena, ma, alla fine si la-
scia coinvolgere dalla discussione. E poi
le canzoni di Massimo Mollo e Gianfranco
Amodeo (ex Commissione Artistica del
MS di Napoli) si intercalano agli inter-
venti ed aumentano l’emozione e le pul-
sazioni. Alfonso Gianni ricorda gli anni
’70, la nostra sfida, la figura di Salvatore
Toscano, il nostro impegno per la difesa
della democrazia e tanto altro. Manca
purtroppo Fulvio Bonavitacola, impego-
lato nelle votazioni alla Camera che invia
per sms: “Grazie molto del caro pensie-
ro d’invitarmi. Spero che avremo una
prossima occasione. Un abbraccio.” Non
è l’incontro di reduci. Non c’è nostalgia.
Non c’è vis polemica. C’è il piacere di
rincontrarsi, il piacere di discutere anco-
ra, di vedersi e nello scoprire che siamo
ancora “impegnati”. Certo in modo di-
verso, con altri ruoli, con altre compe-
tenze e professionalità. Consapevoli di
aver chiuso dietro una porta anni infiam-
mati dalla passione e dalla militanza
senza ma e senza però. Anni con cui e di
cui è necessario fare un bilancio sereno.
Erano le 21:00, non c’è stato tempo per
il dibattito e molti ancora resistevano,
non andavano via, si voleva continuare.
Magari una nuova occasione, magari un
po’ più di tempo disponibile. In tanti mi
hanno ringraziato per la serata. Alcuni il
giorno dopo mi hanno anche telefonato.
Per me rimarrà per sempre la soddisfa-
zione di essere riuscito ad organizzare
una serata fantastica, e lo sguardo stu-
pefatto dei miei figli. Bilancio dell’incon-
tro: Partecipanti: picco massimo presen-
za di 80, media tra i 40 e i 60 (la sala ha
capienza di 150 posti). Libri venduti 30
(in totale venduti a Salerno 50 copie).
Dott. GIACOMO BATTIPAGLIA
ma che da anni non si vedevano né si parlavano: basta poco e riscatta una scintilla che li riporta indietro di de-cenni, sembra di rivederli ragazzi.
Credi ci sia più nostalgia per il passato o desiderio di un riscatto per il futuro?
Credo più la prima. Appena si tocca il tema del presente si finisce per rac-contarci del "coma della sinistra". La mancanza di un'alternativa è reale, ed è un peso opprimente per tutti. Soprattutto per chi ha vissuto un so-gno che poi non si è realizzato: si di-venta doppiamente diffidenti.
L'incontro, che hai tenuto a Saler-no, organizzato dal nostro Circolo Sel Miriam Makeba insieme a Fds, è stato utile per un dibattito serio ed unitario che possa guardare ad obiettivi politici concreti per il fu-turo?
Credo di sì. Non tanto per le cose che si sono dette o non dette e che spes-so lasciano il tempo che trovano per-ché ci si scorda sempre tutto molto in fretta. Ma il solo fatto di condividere un evento, di riparlarsi, di fare delle iniziative in comune, basta questo molto spesso per riallacciare dei ca-nali di comunicazione e per capire che in fondo le cose che si hanno in co-mune sono molte più di quelle che ci dividono. I rapporti personali in politi-ca sono fondamentali: la sinistra, per ritrovarsi unita, può e deve ripartire
(Continua da pagina 4)
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Come in tutte le università italiane,
anche quella di Fisciano presenta al
suo interno una fitta rete di associazio-
ni e attività studentesche: si dividono
tra collettivi, associazioni attive,
fornendo servizi (più o meno) agli stu-
denti, e altre estremamente inattive e/
o disorganizzate, facendo dei disservizi
dell'amministrazione universitaria uno
dei loro punti di forza, organizzando
frequentemente feste e party, con lo
scopo “di aiutare gli studenti a socializ-
zare”, secondo loro, ma semplice-
mente per aumentare i personali
introiti, secondo noi. In realtà tali
feste sono mero fumo, finalizzate e-
sclusivamente alla raccolta di voti in
vista delle elezioni studentesche. Un
esempio lo forniscono le ultime elezioni
del 2010 per il Consiglio Nazionale
degli Studenti Universitari (CNSU),
organo consultivo del MIUR del tutto
privo di una utilità concreta, almeno in
apparenza, la cui unica funzione è fare
da trampolino di lancio per giovani
politicanti stipendiati.
In tale occasione l’Università fu
scenario di un feroce attacchinag-
gio, a qualsiasi ora del giorno e
della notte, e vera e propria fucina
di militanti.
Neanche Berlusconi fece così schifo.
Del tutto lontano da questo conte-
sto, il Collettivo Autonomo di
Scienze Politiche prende vita un
paio di anni fa proprio con lo scopo
di supportare tutti gli studenti che
vogliono un vero aiuto e non fumo
negli occhi, organizzando attività
culturali inerenti alle tematiche poli-
tiche e sociali, senza però fare né
assistenza agli studenti in modo
sistematico e costante né organiz-
zare feste. “Noi del Collettivo Auto-
nomo di Scienze Politiche” – affer-
ma Angelo Minelli, uno degli idea-
tori del Collettivo – “abbiamo deciso di
rimanere lontani dalla struttura ingor-
da, mai paga di voti e soldi, cercando
di coinvolgere le giovani menti più atti-
ve e critiche che sarebbero disposte ad
impegnarsi nel sociale solo se trovasse-
ro qualcosa di buono di cui far parte.
Noi vogliamo essere quel qualcosa di
buono e riteniamo che l'elezione dei
rappresentanti all'interno dell'Universi-
tà, anche se risponde ad un principio
democratico rappresentativo, viste le
modalità e i risultati, non sia la strada
giusta da percorrere, preferendo piutto-
sto una partecipazione diretta di tutta
la componente studentesca alla vita e
alle decisioni dell'Università, allo scopo
di elevare il livello del controllo sociale
ed evitare gerarchie e strutture di co-
mando estremamente corruttibili tipi-
che della rappresentanza a cui siamo
abituati.”
Oltre ciò, cosa ha veramente deter-
minato la nascita del vostro Collet-
tivo?
“Le cause vanno ricercate nel momento
storico determinato della facoltà di
Scienze Politiche dell'Ateneo di Salerno.
Nel contesto specifico della nostra fa-
coltà, le interazioni sociali fra gli stu-
denti hanno favorito la formazione di
un gruppo di amici accomunati dai
valori della giustizia sociale, dell'anti-
capitalismo, dell’eguaglianza tra classi
e generi senza discriminazione di alcu-
na categoria sociale, dell’ambientali-
smo radicale e dall'animalismo, la cui
esigenza o volontà comune è quella di
portare un dibattito politico all'interno
della facoltà, dibattito che va fatto in
funzione sia delle problematiche che ci
interessano più direttamente, come ad
esempio le varie manovre economi-
che, la riforma universitaria, la ridu-
zione dei servizi e dei diritti a fronte di
un progressivo aumento delle tasse,
sia delle problematiche di più ampio
respiro che interessano l'Europa e il
mondo.
Ad oggi, che si sappia, un simile
"folle" tentativo all'interno della nostra
facoltà, di realizzare un collettivo che
non si preoccupi solo di organizzare le
più disparate attività tipiche delle mi-
gliori associazioni (soddisfare piena-
mente le esigenze studentesche che si
presentano giorno dopo giorno, dal-
l'assistenza agli studenti all'organizza-
zione di seminari e attività culturali e
ludiche del genere più disparato), non
è mai stato fatto, nonostante le te-
matiche da noi affrontate, come stu-
denti di Scienze Politiche, inducano
naturalmente a verificare sul campo
quanto è oggetto di studio teorico.
Nessuno oggi potrà dire se l'esperi-
mento che stiamo tentando avrà suc-
cesso o meno, ma riteniamo giusto
tentare non perché abbiamo fiducia
nella nostra interpretazione della
realtà studentesca e nemmeno per-
ché la vita ci annoia eccessivamente,
ma perché riteniamo che fare questo
sia necessario per la nostra crescita
e la nostra maturazione politica.”
(Continua a pagina 7)
LA SINISTRA DIFFUSA E ATTIVA NEL SALERNITANO. Con questo articolo “inauguriamo” una pagina specifica del nostro mensile. Una sorta di “indagine” , per meglio conoscerla e farla conoscere, sulla sinistra salernitana composta da movimenti, associazioni, collettivi ecc. ecc. Abbiamo deciso di ini-ziare con il COLLETTIVO AUTONOMO DI SCIENZE POLITICHE. Probabilmente una delle realtà più at-tive all’interno dell’Università di Salerno. L’articolo/intervista è stato realizzato e curato dalla com-pagna Sara Avossa.
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Come mai avete scelto la forma del colletti-
vo e non quella, più schematica, di una as-
sociazione?
“Si è ritenuto che la migliore struttura organizza-
tiva per il conseguimento degli obiettivi preposti
è il collettivo. La struttura di un collettivo, a dif-
ferenza delle associazioni, è caratterizzata dalla
mancanza di un presidente eletto che lo rappre-
senti e lo condizioni nelle scelte, dalla mancanza
di una struttura burocratica, dalla mancanza di
una gerarchia e da una maggiore flessibilità tipi-
ca delle strutture "organico - adattive" che
caratterizzano le adhocrazie. Ogni iniziativa
intrapresa è quindi decisa dai membri del collet-
tivo in seguito ad un dibattito ed il confronto fra
le diverse posizioni.”
Usate il termine Autonomo nel vostro nome.
Autonomia? In cosa?
“Il concetto di autonomia è ben difficile da spie-
gare in ogni suo aspetto ma facilmente intuibile
nelle sue linee generali. Sarebbe ridicolo pensare
che esista qualcosa di senziente ma totalmente
libero e indipendente, perché, per quanto un
uomo possa essere libero, dipenderà sempre dai
pensieri e dalle idee sviluppate nel corso della
sua vita, idee che sono una rielaborazione del-
l'interpretazione della realtà esterna. La stessa
cosa vale per il nostro collettivo autonomo, di-
pendente solo ed esclusivamente dalle idee e la
volontà dei suoi membri che a loro volta dipen-
dono esclusivamente dal loro pensiero. Ad esem-
pio il CASP ha attualmente inclinazioni marxiste
perché la maggioranza dei suoi membri ricono-
sce, perlomeno alla base del proprio pensiero
politico, l’apporto dell'ideologia sviluppata in
buona parte dal filosofo economista Karl Marx.
In termini pratici il CASP pur agendo nei limiti
consentiti, È AUTONOMO DA PARTITI e da
ogni forma di autorità istituzionale. La nostra
eventuale collaborazione con le associazioni, con
le organizzazioni politiche, con gli organi del si-
stema universitario e con qualsivoglia iniziativa
spontanea, avviene sulla base della definizione di
obiettivi comuni da raggiungere.”
http://spcollettivoautonomo.allalla.com/
Intervista a cura di Sara Avossa – Circolo
Miriam Makeba
(Continua da pagina 6) Le compagne e i
compagni del circolo Miriam Makeba si riuniscono ogni
mercoledi
Su FB ci trovi qui: https://
www.facebook.com/groups/
miriammakeba.sel/
contatto skype: circoloselmiriammakeba
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Nella foto da sinistra:
Prof. Postiglione;
Eduardo Scotti;
Amedeo Borzillo;
Alfonso Gianni;
Antonio Braca;
Giacomo Battipaglia.
Presentazione del libro ARRENDERSIMAI@MOV — dal 68 al futuro — racconti e testimonianze di compa-gni del Movimento Studen-tesco
Salerno, 6 Giugno 2012
Da sinistra: Massimo Angrisano; Angelo Orientale; Guido Pollice; Daniele Procida; Matteo Pucciarelli; Giovanni Russo Spena
Presentazione del libro: GLI ULTIMI MOHICANI UNA STORIA DI DEMOCRAZIA PROLETARIA Salerno, 15 giugno 2012
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