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Storia della Filosofia
3. La Sofistica in 20 schede____________________________________________
44. Conclusione sul periodo cosmologico
45. Levoluzione del pensiero umano
46. Nascono i Sofisti
47. Chi sono i Sofisti
48. I Sofisti e la societ moderna
49. La Sofistica e lIlluminismo
50. La Sofistica e la rivoluzione pedagogica
51. Protagora (1/2)
52. Protagora (2/2)
53. Gorgia (1/3)
54. Gorgia (2/3)
55. Gorgia (3/3)
56. La modernit della Sofistica: la Storia57. La modernit della Sofistica: la Politica
58. La modernit della Sofistica: la Religione
59. La modernit della Sofistica: luomo e la legge
60. La modernit della Sofistica: la legge e i potenti
61. La modernit della Sofistica: la filosofia del linguaggio
62. La modernit della Sofistica: la potenza del linguaggio
63. La crisi della Sofistica e la sua rivalutazione
Riflessioni personali sul Relativismo1. Il Relativismo etico
2. La filosofia dellimmanenza
3. Chi decide il valore morale
4. Democrazia e relativismo etico
5. Morale e selezione naturale
6. La visione atea del mondo
7. I valori oggettivi
8. Il Dio dei cristiani
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SCHEDA DI FILOSOFIA - 44 -
Conclusione sul periodo cosmologico
Alla fine del periodo cosmologico subentrano nel campo della ricerca filosofica lenovit portate dalla Sofistica. Facciamo allora una breve sintesi della filosofia
presocratica, filosofia che domin il periodo iniziale di questa avventura del
pensiero umano. Questo primo periodo chiamato, come gi anticipato, periodo
cosmologico.
Chiariamo che il termine presocratico non da intendere in sensocronologico bens concettuale.
I Presocratici, o meglio Presofisti, studiano la natura mentre iSofisti e Socrate si occuperanno delluomo.
I Presofisti rifiutano le spiegazioni mitologiche dei fenomeni naturali (physis) e
cercano soluzioni razionali.
Essi si chiedono quale sia l'origine (arch) delle cose, ovvero cosa sia la realt
unica ed eterna di cui la natura solo mutevole manifestazione.
Questo il quadro riassuntivo dei Presofisti.
Il Problema fondamentale Cosmologico ossia la ricerca sulla natura (physis)Scuole Componenti Arch Caratteristiche
Gli Ionici di Mileto
-Talete
-Anassimandro
-Anassimene
-Acqua
-peiron (infinito)
-Aria
Aristotele defin, questi
primi pensatori come
fisiologi, ovvero filosofi
della natura (physis).
I Pitagorici
-Pitagora
(Filolao, Timeo di Locri,
Archita di Taranto)
-NumeroElaborazione scientifica
della matematica.
Gli Eraclitei -Eraclito
-Logs (ragione) di cui
il fuoco ne il principio
fisico.
La vita nasce dalla lotta
dei contrari.
Gli Eleati
-Senfane
-Parmenide
(Zenone, Melisso)
-Terra
-Parmenide non cerca
larch ma lEssere
(Ontologia).
Le cose non sono come
appaiono ai sensi ma
come la ragione le pensa.
I Fisici pluralisti
-Empedocle
-Anassagora
-Democrito e Leucippo
-quattro radici (fuoco,
acqua, terra e aria)
-infiniti semi(sprmata).
-atomi
Non c un solo arch ma i
princpi sono molteplici.
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SCHEDA DI FILOSOFIA - 45 -
Levoluzione del pensiero umano
Affinch qualche cosa possa diventare oggetto di ragionamento coerente necessario che questo qualcosa sia univocamente individuabile e circoscritto
mentre del tutto evidente come non si possa indagare razionalmente una
molteplicit di temi quando questi ci appaiono sconnessi tra di loro.
Ebbene agli albori della ricerca filosofica il cosmo appare un singolo tema
mentre luomo no o meglio luomo considerato facente parte del cosmo ossia
cosa tra le cose senza alcuna posizione privilegiata.
Questo il motivo in base al quale la Filosofia nasce come tentativo di
spiegazione del cosmo e della ricerca del principio del tutto (arch) mentretrascura la comprensione logica della particolare natura dell'uomo.
La Filosofia degli inizi non pu che essere filosofia cosmologica.
Ma il pensiero umano si evolve e quindi solo successivamente, dopo pi di un
secolo, si arriva alla filosofia moralevolta allo studio delluomo.
La filosofia del cosmo ha il suo punto di partenza dallesperienza diretta e da
quanto ci comunicano i sensi. Essa poi si sviluppa riconducendo i diversi
avvenimenti cosmici al principio primo (arch) evidenziandone le loro
connessioni con detto principio.
Allo stesso modo nasce e si sviluppa la filosofia morale.
Essa non pu che partire dai princpi morali correnti e successivamente si
chiede se tali principi morali siano veri/falsi, giustificabili/ingiustificabili.
Se io conosco la natura del leone mi aspetto che questo mi azzanni ed allo
stesso modo, se conosco la natura delluomo, posso definire fondato o
infondato il suo agire.
Pertanto, la condizione necessaria perche sorgesse una filosofia
morale era che venisse prima determinata la natura delluomo
perche essa si differenzia dall'essenza di tutti gli altri esseri.
Se io non conosco la natura delluomo, in che cosa consista la sua essenza, io
non posso sapere che in che cosa si possa realizzare questa natura.
E solo su queste basi, in connessione con l'essenza dell'uomo e della sua
vera aret (Virt), era possibile fissare la determinazione degli autentici
valori: il bene, il giusto, il bello, il santo, e cosi di seguito.
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SCHEDA DI FILOSOFIA - 46 -
Nascono i Sofisti
La ricerca condotta dai filosofi Presofisti sullo studio del cosmo e sullorigine deltuttonon era approdata ad ununica soluzione, le varie scuole e i diversi filosofi
avevano dato risposte diverse. A questo punto la ricerca dei filosofi naturalisti
entr in crisi proprio perch non si era giunti ad una visione organica del mondo.
Ma c anche dellaltro.
Tutte queste filosofie pi o meno ateistiche, nate e sviluppatesi soprattutto nelle
colonie della Ionia e della Magna Grecia, avevano turbato gli aristocratici della
madrepatria, rimasti fermi alla mitologia di Omero ed Esiodo.
Ma nel frattempo era accaduto un importante fatto politico-militare ovvero iltrionfo dei greci sui persiani. A questa vittoria avevano dato il grosso dei
contributi le classi dei mercanti e dei piccoli proprietari terrieri sia in danari e sia
in soldati di fanteria (opliti) che costituivano ora il nerbo dellesercito sostituendo
in tale ruolo la cavalleria rimasta appannaggio dei nobili.
Il nuovo contesto sociale, storico e politico vedeva ormai il trionfo assoluto della
democrazia che trova lapice nella famosa orazione tenuta da Pericle in onore dei
caduti in guerra e nella quale ribadita la specificit della democrazia ateniese
(... Qui ad Atene noi facciamo cos...). Questo periodo storico vede dunque
una notevole trasformazione politica in senso democratico, che riflette una chiara
preponderanza del modello sociale basato su arte e artigianato, edilizia e
cantieristica navale, commercio e professioni liberali e scientifiche, rispetto al
modello tradizionale fondato sull'agricoltura. Ma conseguentemente sorgono
nuove necessit mirabilmente rappresentate da L. Geymonat.
vivere attivamente in democrazia significa partecipare ad assemblee, prendervi
la parola, far valere con efficace discorso la propria opinione frammezzo alle altre
opinioni; e perci saper pesare le varie accezioni e sfumature dei vocaboli, avere
nellorecchio le pi felici espressioni dei poeti, riuscire a disporre i periodi in un
ordine che incateni lattenzione, accenda le fantasie e susciti i consensi: significa,
insomma, possedere quel complesso di cognizioni grammaticali, lessicali,
sintattiche, stilistiche, letterarie, che costituisce larte delleloquenza.
Alla crisi della filosofia naturalista ed alle necessit poste dal nuovo ordine sociale
rispondono i Sofisti. Il termine deriva da sophists (=sapiente) ed sinonimo di
sophs (= saggio).
Nel V secolo a. C. i Sofisti indicarono gli intellettuali
che insegnavano dietro compenso il loro saperee che per questo motivo destavano scandalo.
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SCHEDA DI FILOSOFIA - 47 -
Chi sono i Sofisti
Con i Sofisti cambia loggetto della ricerca filosofica e, dallo studio della natura, sipassa allo studio delluomo: si tratta di una vera e propria rivoluzione culturale.
Abbandonato il cosmo i Sofisti affrontano i problemi delle leggi,della politica, della socialit, delleducazione e cos
diventano i filosofi delluomo e della polis.
Nei tempi antichi si indicavano come Sofisti gli uomini sapienti e illustri, Pitagora
era certamente un Sofista, i mitici Sette Savi (secondo Platone:Talete di Mileto,
Solone da Atene, Biante di Priene, Pittaco da Mitilene, Cleobulo da Lindo, Chilone
di Sparta, Misone di Chene) erano Sofisti.
Ma nel V secolo chi erano i Sofisti? Come erano considerati?
Il quel secolo i Sofisti erano intellettuali, certamente sapienti, che insegnavano la
loro sapienza dietro remunerazione e proprio qui, secondo gli aristocratici, si
annidava lo scandalo.
Furono definiti prostituti della cultura da Senofonte mentre Platone e
Aristotele li demonizzarono come falsi sapienti e venditori di merce spirituale.
Tanto stata forte linfluenza dei due grandi filosofi che ancora oggi sofista haassunto il significato di sottile cavillatore, di colui che, in male fede, agisce solo
formalmente in modo corretto per raggirare il prossimo ed il cibo sofisticato
indica appunto cibo adulterato. La critica moderna ha per rivalutato la Sofistica
dando atto della sua importanza storica e filosofica.
Abbiamo detto che alle necessit poste dal nuovo ordine sociale rispondono i
Sofisti. Il loro scopo rendere gli uomini, ceto dirigente, politici e avvocati in
particolare, pi abili nello svolgimento delle competizioni civili. Sono
sorprendentemente moderni perch rendono servizio dietro pagamento.Il loro insegnamento verteva principalmente sulla retorica ovvero larte del
parlare e dello scrivere in modo ornato ed efficace (Treccani) e dove si insegna la
distinzione tra lessere vero e il sembrare vero.
In democrazia tutti i liberi cittadini partecipano alle cariche pubbliche e ciascuno
fornisce contributi alla vita politica. I Sofisti educano i membri delle assemblee
alla conoscenza dei mezzi con i quali lindividuo pu acquistare successo negli
affari e potenza fra il popolo, indirizzandolo alla scelta del giusto, non pi
ordinando, ma spiegando e convincendo.
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SCHEDA DI FILOSOFIA - 48 -
I Sofisti e la societ moderna
Abbiamo gi osservato come il primo momento della storia della filosofia siastato rappresentato dai filosofi naturalisti Presocratici, anzi Presofisti, la cuiattenzione era rivolta al mondo naturale ovvero al mondo oggettivo. Apparequindi spiegabile come allinteresse dei primi filosofi per il mondo oggettivo,esteriore - la natura -, sia seguito un periodo di attenzione indirizzata al mondosoggettivo ossia nelluomo.Sono proprio i Sofisti ad essere gli autori di una rivoluzione culturale, si direbberivoluzione antropologica nella Filosofia, perch al naturalismo orientato allaconoscenza delloggetto, di ci che esterno a noi, fanno seguire una filosofia
che si rivolge al mondo propriamente umano, al mondo dei soggetti, a ci che interno a noi.Da Talete ad Anassagora furono condotti studi e meditazioni sullessere, sul lanatura, ma quasi mai discorsi sulluomo, sui rapporti umani, sulla politica, sul
contratto sociale, sulla convivenza civile, sulla morale: questo invece loggetto
del secondo grande momento della storia della filosofia, la Sofistica.I Sofisti costituiscono un momento obbligatorio nella storia della filosofia.Sta nelle cose che dopo i naturalisti non possono che apparire loro, e, a lorovolta, loro non possono che essere successivamente superati dalle posizioni diSocrate e di Platone. I Greci ritenevano giustamente che ci sia una logica in tuttele cose, ma se ci vero, ed vero, ci sar ineluttabilmente una razionalitanche nella storia della filosofia: la storia della filosofia segue un cammino disviluppo ben solido.
Lepoca odierna sofistica, segnata dal dominio dellopinione,dalla certezza che la verit non possa essere perseguita.
Viviamo in un tempo dominato dallopinione, dalla sfiducia nellopportunit di raggiungere la verit, dallo scetticismo, e il dominio
dellopinione si fa sentire oggi con i mezzi pi potenticio con i mezzi di comunicazione di massa.
I modelli di esistenza vengono imposti dagli opinion leader di turnoe non sono di certo ispirati da filosofi o da chi indaga la verit.
I Sofisti teorizzano il relativismo e lo scetticismo nella conoscenza, fattori che
comportano lindividualismo e legoismo nella vita pratica e tuttavia vedremo
come, alla luce della filosofia di Socrate e di Platone, queste culture possonoessere battute perch (a mio avviso) sono logicamente prive di fondamento.
Riassumendo i tratti della Sofistica affermiamo che Sofistica vuol dire regno
dellopinione, sfiducia nella possibilit di raggiungere la verit, quindi
relativismo, scetticismo, soggettivismo, e di conseguenza individualismo.
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SCHEDA DI FILOSOFIA - 49 -
La Sofistica e lIlluminismo
Secondo Hegel i Sofisti sono i maestri della Grecia. Sono consideratiilluministi, perch sono i primi che confrontano il tutto con il lume del pensiero,
del pensiero soggettivo.
Prima i Naturalisti, ovvero i Presofisti o Presocratici, avevano studiato la naturamentre era mancata lindagine filosofica sulluomo, la morale, la politica. Sulle
questioni umane valeva lautorit della tradizione, delle caste sacerdotali,
dellaristocrazia.
I Sofisti contestano invece queste autorit rifiutando la fede nelle divinit olimpiche,essi immettono il ragionamento al posto della passivit, distruggono i contenuti
morali e introducono una mentalit critica abituando al confronto col pensiero.Positivo nella Sofistica che essa Illuminismo, tentativo di illuminare colpensiero il dogma, cio le credenze non dimostrate. La Sofistica controlatteggiamento fideistico e dogmatico di ossequio allautorit e alla tradizioneperch i contenuti non sono stati filtrati dal pensiero. Questo pensa il Sofista, e inquesto svolge unazione innovativa nella civilt. Dice Hegel: Il termine di cultura indeterminato, significa in generale coltivare, elevare coltivando, se lo vogliamoprecisare ha questo significato: ci che il pensiero libero deve conquistare lo deve
trarre da s come propria convinzione. I Sofisti accettano solo quello di cui si
convinti, e respingono la regola tramandata o il comando di unautorit; lautorit ela tradizione devono essere filtrati alla luce del pensiero, devono diventare liberaconvinzione e quindi allatteggiamento fideistico subentra latteggiamento riflessivo.
Illuminismo significa richiesta di legittimazione: se mi si vuol imporre qualchecosa, mi si deve addurre il motivo della sua validit, non me lo si pu imporresulla base di unautorit.
Il pensiero diventa il punto di riferimento.
Per primi i Sofisti hanno introdotto la riflessione allinterno dei rapporti umani,
quindi nella morale, nella politica e nella societ, mettendo luomo al centrodella realt hanno compiuto una rivoluzione antropologica. La ragione noninvestiga pi lessere, la natura, ma gli stessi rapporti umani.
Per i Sofisti il pensiero la suprema istanza, il supremo tribunale. Niente vieneaccettato se non passato davanti al tribunale del pensiero: Il pensiero,dunque, il pensiero identico a s volge la sua forza negativa (si manifesta comecritica, perci Hegel parla di forza negativa) contro le molteplici manifestazioni
particolari della teoria e della pratica, contro le verit della coscienza naturale
(cio della coscienza ingenua) contro le leggi e i principi vigenti nella loro
immediatezza. Tutto deve essere spiegato.
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SCHEDA DI FILOSOFIA - 50 -
La Sofistica e la rivoluzione pedagogica
I Sofisti furono ben consapevoli del valore educativo del sapere e si deve a loro ilconcetto occidentale di cultura (paidia) da considerare come formazione
globale della persona e non come somma di nozioni specialistiche.
Prima di loro accadeva che i cittadini della Polis fossero istruiti nella casa
paterna, dal padre stesso o dagli schiavi pedagoghi. Il sapere inteso come
privilegio di casta e consiste essenzialmente in una formazione psico-fisica ed
etica ottenuta attraverso linsegnamento di poesia, musica e ginnastica,
ginnastica che si era per estesa a un numero crescente di cittadini.
Quindi, dicono i sofisti, se si insegna laret (virt, vigore fisico e morale) oltre ilimiti di casta, deve essere possibile farlo anche con laret intellettuale, cio con
un tipo di sapere spendibile nella vita pubblica della Polis.
Laret non si fonda sulla nobilt del sangue ma sul sapere.
I Sofisti insegnano le tecniche e le conoscenze che rendono tutti i liberi cittadini
eccellenti nella partecipazione democratica alla gestione del potere. Ma i cittadini
liberi, per eccellere, devono primeggiare nellagor con parole adeguate e
argomenti persuasivi (retorica) e attraverso la capacit di prevalere nelloscontro verbale (dialettica).
Pertanto i Sofisti non si pongono come indagatori bens come educatori ovvero
come dispensatori di sapere.
Limportanza storica di tenere uniti sapere e pratica della vita stato
puntualizzato da L. Geymonat:
non pu venir ritenuto secondario o inferiore rispetto a quello della ricerca
originale poich le epoche pi ricche di energia intellettuale (...) sono sempre
state epoche in cui riconosciuta tutta limportanza della divulgazione e in cui gliuomini pi preparati hanno dedicato ad essa una notevole parte della loro
preziosa attivit. Non ci si pu illudere infatti di incrementare seriamente la
ricerca senza allargare il campo di reclutamento dei ricercatori e per fare ci
bisogna cominciare ad attirare allinteresse culturale il maggior numero di
persone attive della societ. Anche sotto questo punto di vista il lavoro compiuto
dai Sofisti va considerato come uno dei pi benemeriti per lo sviluppo della
societ greca.
Negando il valore della tradizione e delleducazione intesa come privilegio
aristocratico i Sofisti entrano in conflitto con lordine costituito della Polis.
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SCHEDA DI FILOSOFIA - 51 -
Protagora (1/2)
Protagora (Abdera 486 a.C. mar Ionio, 411 a.C.) considerato il padre dellaSofistica, fu uomo di non comune eloquenza e di grande fascino intellettuale.
Lasserzione che lo consegna alla storia , appunto, famosissima:
L'uomo la misura di tutte le cose di quelle che sono in quanto sono
e di quelle che non sono in quanto non sono.
I critici hanno dato diverse interpretazioni sul significato di uomo e cose.
1. Uomo inteso come singolo individuo e cose come oggetti percepitiattraverso i sensi: lo stesso cibo pare sapido a me e insipido a te;
2. Uomo inteso come comunit, civilt e cose come valori: la mentalitgreca diversa da quella persiana;
3. Uomo inteso come umanit e cose come visione della realt universale.Ma possibile che Protagora intendesse luomo nella sua totalit, ai vari livelli di
sviluppo della sua umanit ossia come singolo, come comunit, come specie.
Le cose, in questa visione, sono gli oggetti fisici, i valori e la realt tutta.
Dal momento che luomo il metro di valutazione si pu definire la posizione di
Protagora una forma di umanismo.
Peraltro luomo di Protagora non si pu confrontare con la realt coscom (larealt avrebbe un solo aspetto, sarebbe un assoluto) ma con la realt coscome appare (detta fenomeno). Quindi lapproccio del grande Sofista ilrelativismoconoscitivo e morale.
Per Protagora non esiste dunque ununica verit ma una miriade di
interpretazioni soggettive.
La filosofia di Protagora si pu riassumere cos:
(spunto tratto dall Abbagnano-Fornero)
Uomo Cose Teoria filosofica
individuo oggetti percepiti Umanismo: luomo giudice
comunit valori Fenomenismo: la realt come appare
umanit la realt in generale Relativismo: la verit relativa
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SCHEDA DI FILOSOFIA - 52 -
Protagora (2/2)
Poich L'uomo la misura di tutte le cose consegue che per Protagora laverit relativa. Ciascun essere, ciascuna comunit si sceglie dunque la
propria verit, decide la propria legge, concorda le regole di convivenza civile
senza per questo contravvenire ad un Ordine superiore che non esiste.
La filosofia di Protagora sfocia allora in un soggettivismo anarchico che legittima
ogni comportamento?
Le cose non stanno proprio cos. Lo stesso Protagora ritiene che esista pur
sempre un criterio di scelta che, beninteso pu sempre cambiare in quanto non
assoluto.
Lunico criterio di scelta il principio dellutilit privata o pubblica.
Le teorie del vivere sociale devono aver riguardo soltantoal bene del singolo ed al bene della comunit.
Protagora sostituisce alla verit assoluta e oggettiva il concetto di verit utile al
singolo, alla comunit, alla specie che cosa ben differente dalla verit
soggettiva anarchica.Sembrerebbe che la verit utile protagorea si fondi su un pragmatismo
amoralistico e tuttavia la si pu intendere anche come un primo sforzo teso alla
responsabilizzazione delluomo nei confronti di se stesso e della societ e forse la
nascita embrionale del concetto di pubblica utilit.
In definitiva secondo Protagora il Sofista deve essere un propagandista dellutile,
egli un intellettuale che attraverso labilit nella padronanza della parola
modifica le opinioni dei cittadini per il raggiungimento dellutilit comune.
Se guardiamo gli intellettuali di oggi il pensiero di Protagora di 2.500 anni fa
sorprendentemente attuale.
Quando Protagora afferma che compito del Sofista rendere migliore il discorso
peggiore intende che occorre trasformare lopinione meno utile in quella pi utile.
Ma chi che nella Polis stabilisce che cosa sia lutile se non i pi forti, i pi ricchi,
i pi potenti?
Questo fu lesito negativo finale del Sofismo che divenne lideologia
dellaristocrazia.
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SCHEDA DI FILOSOFIA - 53 -
Gorgia (1/3)
Gorgia, discepolo di Empedocle,nacque aLentini, Siracusa, nel 480-485 a.C. emor circa un secolo dopo a Larissa (Grecia).
Se il pensiero di Protagora nasce dal relativismo, Gorgia parte invece da una
posizione di nichilismo (dal latino medievale nichil, "nulla"). Gorgia sostenevatre tesi interconnesse:
1.l'Essere (Verit assoluta) non esiste, ossia nulla esiste;
2. se esistesse,non sarebbe comprensibile;
3.se fosse comprensibile,non sarebbe comunicabile n spiegabile.
La dimostrazione delle tre proposizioni ha il fine di escludere la possibilit
dell'esistenza d'una verit oggettiva.
Secondo Protagora esisteva una verit relativa perch ciascun uomo ha una
sua verit, per Gorgia invece non esiste alcuna verit e tutto falso, perch
l'Essere non c e se ci fosse non sarebbe n conoscibile n esprimibile.
1. l'Essere non esiste, ossia nulla esiste: Gorgia contrappone fra loro lediverse (opposte) concezioni dei filosofi Fisici sullEssere le quali sono tali da
annullarsi reciprocamente con risultato nullo;
2. se lEssere esistesse, non sarebbe comprensibile: se due fenomeni (ad
es. vista e udito) avessero propriet diverse non sarebbe possibile esprimere un
giudizio su uno di essi (vista) in base alle caratteristiche dellaltro (udito). Lo
stesso accade per la ragione e lesperienza. In base alla ragione non si pu
affermare la verit o la falsit dellesperienza e quindi se lEssere esistesse non
sarebbe comprensibile dalla ragione.
3. se lEssere fosse comprensibile, non sarebbe comunicabile n
spiegabile: La terza tesi dimostrata da Gorgia negando alla parola la sua
capacit di significare, in modo veritativo, qualcosa che sia altro da s.
Noi diremmo pi semplicemente che la parola tradisce il pensiero.
Cosil divorzio fra essere e pensiero diventa anche divorzio (altrettanto radicale)
fra parola, pensiero e essere.
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SCHEDA DI FILOSOFIA - 54 -
Gorgia (2/3)
La Verit e la verit di Gorgia. Poich Gorgia distrugge la possibilit diraggiungere la Verit assoluta, ossia l'aletheia, non rimarrebbe che lopinione,
cio la doxa. Ma Gorgia considera la doxala pi infida delle cose. Il Filosofo
cerca dunque una terza via fra l'Essere (Verit) e lopinione (doxa). Non la Verit
assoluta la via ma la verit delle esperienze umane che illumina la vita degli
uomini di tutti i giorni.
C' una virt relativa a ciascuna azione e a ciascuna et, e per
ciascuna opera per ognuno di noi. E cos ritieni il vizio.
La potenza della parola. Se per Gorgia non esiste una Verit assoluta e
neanche relativa (come invece riteneva Protagora), chiaro che la parola viene
ad acquistare una sua autonomia pressoch sconfinata, perch non legata dai
vincoli dell'Essere (Verit assoluta).
Gorgia scopre cos quellaspetto della parola per cui essa portatrice (a
prescindere da ogni vero) di suggestione, di persuasione e di credenza.
Ed propriola retorica l'arte che sfrutta a fondo questo aspetto della parola.La retorica pu essere cos definita l'arte del persuadereche prescinde dalla
Verit (che non esiste) bens legata alla pura credenza.
[La retorica ] l'esser capaci di persuadere i giudici nei tribunali, i consiglieri nel
Consiglio, i membri dell'assemblea popolare nellAssemblea e cos in ogni altra
riunione che si tenga fra cittadini.
Si spiega cos anche l'enorme successo che, come Protagora, Gorgia raccolse
ovunque si rec. Il suo successo fu dovuto alla taumaturgica potenza della parola
capace di persuadere tutti su tutto si credeva di poter trovare lo strumento
insostituibile per dominare.
Definizione della poesia. Anche l'arte come la retorica, non mira al vero, bens
alla mozione dei sentimenti; ma, mentre la retorica con la mozione dei
sentimenti persegue fini pratici, mirando a ingenerare persuasione e credenza in
relazione a questioni etiche, sociali e politiche, l'arte persegue fini teoreticamente
quanto praticamente disinteressate.
Gorgia non solo intravede, ma in una certa misura esplicita la valenzaestetica
del sentimento, e quindi della parola che lo produce.
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SCHEDA DI FILOSOFIA - 55 -
Gorgia (3/3)
Un altro aspetto importante del pensiero gorgiano il pensiero tragico dellavita: Gorgia dellavviso che lesistenza sia qualcosa di sostanzialmente
irrazionale e oscuro. Per lui lagire dellumanit non sostenuto da logica o verit
bens da circostanze, menzogne, passioni e un destino sconosciuto, che lo
rendono determinato e incolpevole. Questa teoria affermata nell Encomio
di Elena.
Sappiamo che Elena tradisce il marito Menelao, re di Sparta, con Paride, principe
di Troia, scatenando con la sua infedelt la famosa e tragica guerra omerica.
Il Filosofo dimostra come Elena sia innocente, poich il movente del suo gesto esterno alla sua responsabilit.
Schematizzando, Elena pu aver agito per questi motivi:
1. Per decreto degli di non si era potuta opporre al Fato:Elenanon ha colpa, in quanto nemmeno gli di stessi potevano
opporsi al Fato;
2. Era stata rapita con la forza:Elena non ha colpa perch unavittima, e la colpa da assegnare a Paride;
3.Era stata persuasa dalle parole di Paride:Elena non ha colpaperch nelle parole presente una fortissima carica
persuasiva se queste sono pronunciate da un abile oratore;
4. Era stata vinta dalla passione amorosa:Elena non ha colpaperch una vittima dal momento che fu Afrodite a farla
innamorare.
Ebbene Gorgia, consapevole della fragilit e della nullit umana, giustifica Elena
perch ritiene tutta lumanit incolpevole.
Intelligenza tormentata, dal fondo tragico, Gorgia costituisce uno dei casi pi
atipici del pensiero greco. Nonostante lincomprensione dei secoli, da cui stato
ridotto a puro giocoliere della parola, nella sua opera c qualcosa di profondo e
di inquietante, che solo la mentalit moderna pu adeguatamente recepire.
Purtroppo la mancanza di testi non permette di svelare a fondo tutto lenigma del
suo pensiero. (Abbagnano-Fornero)
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SCHEDA DI FILOSOFIA - 56 -
La modernit della Sofistica: la Storia
Si vuole ricordare che la visione della storia degli antichi Greci si basava sul mitodi Esiodo per il quale la civilt era una decadenza progressiva dell'umanit da
una iniziale et dell'oro.
La Sofistica sostituisce alla concezione regressiva una teoria della storia come
progresso che spiega il lento emergere delluomo dal suo essere primitivo al fine
di raggiungere larmonia della convivenza civile mediante le tecniche e le leggi.
A dire di Protagora l'uomo si differenzia dagli animali e supera le sue naturali
debolezze entrando in societ e creando le tecniche, cio quel complesso di arti
(dall'agricoltura all'urbanistica) mediante le quali trasforma il mondo circostantea proprio vantaggio.
La tecnica di tutte le tecniche la politica, ossia l'arte di vivere insieme nella
citt, che il sofista, non concepiva come un'arte che riguarda ogni uomo poich
tutti si uomini della polis.
Teorie simili esprime Prodicosecondo il quale luomo, dalla condizione iniziale di
brutalit e soggezione alla natura, giunge alla fondazione di societ organizzate
sul lavoro e sulle leggi.
Egli appare ottimista sulle possibilit umane ed esalta il lavoro come via che
conduce gli uomini alle conquiste pi elevate.
Antifonte accenna all'idea della concordia fra gli uomini vissuta come
condizione e scopo della societ.
Il filosofo prova un sentimento melanconico dell'esistenza tanto da essere
paragonato a Leopardi pur nella diversit del contesto storico culturale dei due.
La rilevanza di queste teorie sulla storia e sul progresso ragguardevole.
Al di l di Protagora, di Prodico e di Antifonte, le manifestate teorie indicano
come l'Atene delle tecniche, della democrazia e dei Sofisti si sia sviluppata in un
concetto di civilt inteso come sforzo progressivo di modifica dell'ambiente
naturale e sociale a vantaggio dell'uomo.
Smarrita in parte con la successiva filosofia greca e medioevale, tale
concezione filosofica ricomparir nel Rinascimento e nel mondo
moderno, divenendo tipica dell'Occidente sino ai nostri giorni.
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SCHEDA DI FILOSOFIA - 57 -
La modernit della Sofistica: la Politica
La Sofistica ritiene che l'uomo sia tale non soltanto perch possiede letecniche che governano la societ ma anche l'arte del vivere insieme ossia la
politica, politica che appartiene a ciascun uomo. Questa visione
magnificamente rappresentata nel mito di Prometeo esposto nel Protagoradi
Platone di cui se ne trascrive il riassunto (Abbagnano-Fornero).
Quando gli Di ebbero plasmato le stirpi animali, incaricarono Prometeo (pro + mtis = il preveggente) ed
Epimeteo (epi + mtis = l'imprevidente) di distribuire ad esse le facolt di cui ciascuna stirpeconveniva che
fosse dotata per poter sopravvivere. Epimeteo fece la distribuzione. Assegn ad alcunianimali la forza senza la
velocit, ad altri, i pi deboli, assegn la velocit perch potessero salvarsicon la fuga di fronte ai pericoli; ad
altri dette mezzi di difesa e di offesa o altra capacit che rendessepossibile la loro conservazione. Agli animali
pi piccoli dette la possibilit di fuggire con le ali o dinascondersi sotto terra. A quelli pi grandi, dette, appunto
con la grandezza, il modo di conservarsi.
E cos distribuendo ad ognuno una facolt appropriata, fece in modo da evitare che qualche razza si spegnesse.
Distribu inoltre spesse pelli e pellicce per difendere gli animali contro il freddo invernale e i calori estivi. E
procur ad ogni specie animale un cibo diverso: o le erbe, o i frutti degli alberi, o le radici o, ad alcuni animali,
la carne degli altri animali. Ai carnivori tuttavia assegn prole poco numerosa, mentre dette una prole
abbondante alle loro vittime in modo da garantire la conservazione delle loro specie.
Ora Epimeteo, che non era abbastanza saggio, non si accorse di aver distribuite tutte le facolt agli animali
irragionevoli: il genere umano rimaneva ancora sfornito di tutto e Prometeo, che intervenne ad esaminare la
distribuzione fatta da Epimeteo, vide che mentre tutti gli altri animali erano attrezzaticonvenientemente per la
loro conservazione, l'uomo era nudo, scalzo, indifeso e inerme. Fu allora che Prometeo pens di rubare a Efestoe ad Atena il fuoco e l'abilit meccanica e di fame dono all'uomo.
Con l'abilit meccanica e col fuoco l'uomo fu cos in grado di procurarsi la protezione, la difesa, le armi e gli
strumenti per procurarsi il cibo, dei quali l'incauta distribuzione di Epimeteo l'aveva lasciato privo.
Mediante l'abilit meccanica e il fuoco l'uomo pot inventare le case, le calzature, gli indumenti, nonch gli
strumenti e le armi per procurarsi il cibo. Cominci anche ad articolare la voce con arte in modo da formarne
parole e nomi. E fu anche il solo essere mortale che, in quanto partecipe di un'abilit divina, onor gli di e
costru altari e immagini sacre. Ma tutto ci non bastava ancora a garantire la vita degli uomini perch essi
vivevano dispersi e non erano in grado di combattere le fiere. Cercavano bens di riunirsi e di fondare citt per
difendersi; ma quando si riunivano, non possedendo l'arte politica, cio l'arte di vivere insieme, si facevano
torto a vicenda e quindi di nuovo si disperdevano e perivano.
Dovette allora intervenire Zeus a salvare per la seconda volta il genere umano dalla dispersione: egli mand
Hermes a portare fra gli uomini il rispetto reciproco e la giustizia affinch fossero principi ordinatori delle
comunit umane e creassero presso i cittadini vincoli di solidariet e di benevolenza. E a differenza delle arti
meccaniche che non furono date tutte a tutti, giacch, per esempio, un sol medico basta a molti profani, Zeus
stabil che tutti partecipassero dellarte politica, cio del rispetto reciprocoe della giustizia, e che coloro che si
rifiutassero di parteciparne fossero allontanati dalla comunit umana od uccisi.
Emergono due verit:
a) che il genere umano non pu conservarsi senza politica e senza
tecniche di governo;
b) che queste arti (non sono istinti o impulsi) devono essere apprese.
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SCHEDA DI FILOSOFIA - 58 -
La modernit della Sofistica: la Religione
La problematica religiosa dei Sofisti risulta storicamente e
filosoficamente importante perch rompe la concezione sacrale
dell'esistenza nella Grecia antica e svela che l'uomo
indipendentemente da ogni ordine gi dato, indipendentemente dalla
necessit di una legge divina, egli stesso che costruisce il suo
mondo, si costituisce in ordine civile, amministra la sua casa e la
citt, fonda colonie e d nuove leggi. (F. Adorno)
Protagora afferma che Degli di non sono in grado di sapere n se sono n se
non sono n quali sono: molte sono infatti le difficolt che si frappongono: la
grande oscurit della cosa e la limitatezza della vita umana.
Questa rappresenta la prima affermazione filosofica di agnosticismo religioso,
cio di quella teoria secondo cui Dio non razionalmente affermabile o negabile,
in quanto non si possiedono strumenti mentali adeguati per ammetterne od
escluderne l'esistenza.
Prodico sostiene invece che:
Gli antichi consideravano di, in virt dell'utilit che ne derivava, il sole, la luna,
i fiumi, le fonti e in generale tutte le cose che giovano alla nostra vita, come per
esempio, gli Egiziani, il Nilo. E per questo il pane era considerato come Demetra,
il vino come Dioniso ....
Egli riduce gli di a proiezioni dell'utile e del vantaggioso, e sotto sottintende
un'ipotesi sull'origine umana del fenomeno religioso che solo nel mondo moderno
conoscer radicali sviluppi.Crizia rivendica che gli di sono invenzione dei governanti i quali non potendo
opprimere direttamente i governati, fanno loro credere che esista una divinit
invisibile che conosce e punisce i comportamenti illegali stabiliti da chi governa.
La divinit come la polizia segreta che controlla le coscienze dei sudditi!
Anche la teoria di Crizia della genesi politica della religione anticipa quei filoni
della filosofia moderna, quali ad esempio dell'illuminismo e del marxismo, che
tenderanno a ridurre la religione a stratagemma sociale o a strumento di dominio
delle classi dominanti, ad oppio dei popoli.
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SCHEDA DI FILOSOFIA - 59 -
La modernit della Sofistica: luomo e la legge
Anticamente si credeva che le norme sociali derivassero dagli di. I Sofistiproclamano invece la loro origine tutta umana. Del resto gi nella democrazia
ateniese cera dibattito di pareri nellassemblea che poi si traduceva in leggi, e
quindi si evinceva la coscienza del carattere umano e sociale delle norme.
Ma se le leggi sono opera umana, che cosa obbliga a rispettarle?
Secondo Protagora l'uomo diventa uomo soltanto entrando in societ e
inventando le tecniche tra cui la pi alta la politica senza la quale si tornerebbe
allo stato belluino. proprio la genesi umana delle leggi ad implicare la
giustificazione della loro validit: pur non derivando dagli di e pur essendoinvenzione umana, le leggi devono essere rispettate, perch senza di esse non ci
sarebbe la societ e quindi l'uomo.
In Protagora esiste continuit fra natura e legge perch l'uomo, attraverso la
societ, realizza in pieno la propria natura ed il proprio utile. Invece nei Sofisti
posteriori c una antitesi fra natura e legge.
Ippia distingue nettamente fra legge naturale immutabile valida in ogni paese e
nel medesimo modoe legge umana mutevole. Egli preferisce la legge naturale
perch ritiene che unisca gli uomini al di l dello spazio e del tempo, mentre la
seconda li divide. Da questa distinzione Ippia fa derivare un ideale
cosmopolita ed egualitario che, gi presente in Democrito, rappresenta una
novit per il mondo greco e per la civilt antica in genere.
Antifonte porta alle estreme conseguenze questa teoria e compie un ulteriore
passo verso la totaledissacrazionedelle leggi. Infatti egli ritiene verasolo la
legge di natura, mentre quella umana la reputa opinabile, oppure decisamente
falsa.
Ma che cos', precisamente, tale legge di natura? Secondo Antifronte
la legge di natura si identifica con la spinta verso il conveniente e la
concordia, cio con valori che la legge della citt, che opprime
l'individuo e lo mette contro i suoi simili, tende a ridurre a zero.
Su questa via, Antifonte riprende in modo pi marcato le idee cosmopolite di
Ippia, affermando, contro ogni pregiudizio, l'uguaglianza di natura fra gli uomini.
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SCHEDA DI FILOSOFIA - 60 -
La modernit della Sofistica: la legge e i potenti
Trasimaco afferma che la pretesa giustizia costituisce una semplice mascherache nasconde gli interessi dei potenti.
La giustizia l'utile del pi forte e le leggi sono soltanto strumenti
di cui si servono i gruppi al potere per tutelare i propri interessi.
Anche secondo Crizia le leggi sono soltanto paraventiattraverso cui i potenti
tutelano i propri interessi. Ed proprio per fare rispettare le leggi che essi, come
si visto, inventano il timore degli di.
Callicle estremizza ancora questa visione sostenendo che la legge di natura si
identifica e deve identificarsi conil diritto del pi fortee che le leggi civili sono
soltanto mezzi di difesainventatidai deboli per salvaguardarsi dai potenti.
In altre parole i deboli, non reggendo lo scontro sul piano immediato
della forza, avrebbero cercato di difendersi da essa
con la mediazione della politica e delle leggi.
Licofrone e Alcidamante, seguendo Antifonte, approfondiscono il tema
delluguaglianza, giungendo alla soluzione che anche la stessa divisione fra
uomini liberi e schiavi frutto di un arbitrio convenzionale, perch tutti gli uomini
sono uguali per natura:
Il dio dette la libert a tutti la natura non ha fatto alcuno schiavo.
Si osservi che il dibattito sofista sulle leggi, attraverso le diversificate posizioni,
appare assai ricco e stimolante.
In particolare, la distinzione generale fra leggi di natura (non scritte)
e leggi umane (scritte) costituisce una delle loro eredit pi preziose,
in quanto rappresenta lo schema teorico che star alla base di gran
parte della filosofia giuridica occidentale e delle moderne
Dichiarazioni dei diritti dell'uomo.
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SCHEDA DI FILOSOFIA - 61 -
La modernit della Sofistica: la filosofia del linguaggio
Gli antichi filosofi ponevano in relazione la realt, il pensiero che la conosce e laparola che l'esprime per cui il linguaggio non costituiva un problema. Anzi,
ritenevano (Parmenide) che pensiero = essere = verit.
I Sofisti invece demoliscono queste originarie certezze e mettono in crisi il
rapporto fra il linguaggio da una parte, la verit e la realt dall'altra.
L'importanza della parola una delle grandi scoperte dei Sofisti. Ma essi non si
limitarono a celebrarne la forza dirompente ma la portarono sul piano filosofico e
ne approfondirono i rapporti con la realt e la verit.
Protagora, che aveva concepito luomo a misura di tutte le cose, sosteneva ilmetodo dell'antilogia (anti = contro e logos = discorso) o del discorso doppio
(antitesi), cio l'arte di costruire, su ogni questione, due discorsi contrastanti.
Secondo Platone il criterio dell'antilogia dimostrava la poca autorevolezza
filosofica dei Sofisti. Ma tale giudizio rimane valido per i Sofisti dellultimo periodo
mentre gli studiosi attuali tendono a vederne anche gli aspetti positivi se riferiti
ai fondatori della Sofistica.
un fatto per che il principio dell'antilogia perda istantaneamente il suo
caratterescandalisticoe mostri un impensabile spessore filosofico, non appena
si conducano le osservazioni che seguono.
Gli antichi pensavano che su ogni questione esistesse un solo e vero punto di
vista ed un unico discorso che lo potesse esprimere. Protagora ritiene invece
che non ci possa essere una situazione che non possa essere sviluppata da una
diversa visione e che quindi non possa dare luogo ad una interpretazione
differente.
L'antilogia pu intendersi quindi come sana reazione allassolutismoteorico e pratico secondo cui una sola (possibile) interpretazionedella verit e della realt coincida con la Verit e la Realt stessa,ignorando la molteplicit delle opinioni sulle cose e la complessitinestinguibile delle prospettive da cui pu essere osservata la realt.
Se il punto di vista dogmatico esclude lapertura verso, l'altro, il metodo
antilogico ha il merito, di far posto aldiversoe alnuovo e quindi l'antilogia
in connessione storico-politica con la democrazia secondo cui intorno ad ogni
problema vi possono essere opinioni opposte e che il dibattito indica apertura a
coloro che la pensano diversamente.
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SCHEDA DI FILOSOFIA - 62 -
La modernit della Sofistica: la potenza del linguaggio
Ricordiamo che per Protagora, non esistendo nessuna Verit, lunico criterio discelta il principio dellutilit privata o pubblica. Ci premesso lantilogia del
Filosofonon pu rompere del tutto il legame linguaggio-realt perch essa deve
pur confrontarsi con l'utile: il linguaggio deve essere finalizzato allutile e lutile
realt.
Secondo la retorica gorgiana invece la parola non pu dire nulla della realt e
diventa qualcosa di completamente autonomo da essa e il legame essere-
pensiero-linguaggio ne esce frantumato.
Poich nulla esiste la parola tutto, aumenta la sua importanza e
potenza acquistando un'illimitata capacit seduttrice: La parola ungran dominatore che con un corpo piccolissimo e invisibilissimo
divinissime opere sa compiere.
Per Gorgia la retorica, intesa come arte del ben parlare, diviene dunque l'arte
della suggestione e della persuasione, per cui chi la detiene pu dire di avere in
mano le chiavi della citt e quindi la politica si riduce a retorica. Con lui il
relativismo sofistico perviene cos ai suoi esiti estremi. Le sue tesi paradossali
stimolarono tuttavia la meditazione filosofica sul problema del linguaggio e dopo
Gorgia non fu pi possibile evitare il problema se il linguaggio sia natura o
artificio convenzionale. Ci si chiese se il linguaggio abbia un'origine naturale, che
possa spiegare la connessione fra parola significante e cosa significata,
oppure se esso sia convenzionale e quindi autonomo rispetto alla realt.
Anche Prodico di Ceo si occup della connessione linguaggio-realt. Egli,
studioso dei sinonimi, da un lato accetta la teoria dell'autonomia e
convenzionalit del linguaggio (infatti esistono i sinonimi, termini differenti che
indicano lo stesso oggetto) e dall'altro non esclude una certa connessione,
almeno primitiva, di esso con la realt, come dimostra l'etimologia delle
parole (etymo = vero e logos = discorso) ovvero lorigine reale delle parole.
Le discussioni sul rapporto linguaggio-realt indicano il passaggio da uno stadio
acritico dell'identit fra i due termini ad uno stadio critico del loro rapporto. Si
pongono quindi una serie di problematiche che formano ancor oggi tema di
dibattito tra i filosofi.
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SCHEDA DI FILOSOFIA - 63 -
La crisi della Sofistica e la sua rivalutazione
Con la seconda generazione dei Sofisti (VI secolo) abbiamo la crisi e ildisfacimento del movimento. Portando alle estreme conseguenze il metodo
antilogicodi Protagora e la teoria di Gorgia dell'autonomia del linguaggio nei
confronti della realt, la sofistica giunge infatti alla creazione della cosiddetta
eristica (da iro = dico) ossia l'arte di vincere nelle contese, contestando le
dichiarazioni dell'avversario, senza guardare alla loro sostanziale verit o falsit
concettuale.
Questa la Sofistica contro la quale lotteranno Platone ed Aristotele, trascinando
per nella comune condanna laprima Sofistica.La storia dei Sofisti, a cominciare dal mondo greco, una storia di condanne. I
Sofisti sono sempre stati visti nei loro aspetti pi negativi e degradati e sono
apparsi come una sorta di demoni della pseudoscienzada opporre agli angeli
del vero sapere: Socrate, Platone ed Aristotele. soltanto nell'Ottocento che
abbiamo timide avvisaglie di rivalutazione. Uno dei primi a porsi su questa via
G.F. Hegel, che tuttavia li considera ancora in funzione di Platone e di Aristotele,
interpretati come loro necessariosuperamento.
W. Jaeger, uno dei maggiori studiosi del pensiero greco, muovendosi in
quest'ottica, scrive ad esempio che I Sofisti sono un fenomeno cos necessario
come Socrate e Platone; questi, anzi, senza di quelli sono affatto
impensabili.
Unaltra corrente della critica novecentesca ha osservato la Sofistica con
maggiore apertura, insistendo sulle dimensioni filosoficamente pi vivaci e
profonde del loro pensiero. In base a questa visione si concluso che la
Sofistica: a) un momento decisivo della storia intellettuale dei Greci; b)
importante non solo in relazione a Platone ed Aristotele, ma anche perch ha
dibattuto con acume problemi ragguardevolidel pensiero filosofico quali la teoriadell'uomo-misura, la contestazione gorgiana della metafisica (impotenza umana
di parlare dellessere e delle strutture del reale), la tematica delle leggi e del
linguaggio. Si imparato a distinguere nettamente fra i grandi maestri della
prima generazione e quelli della seconda, evitando di ridurre i Sofisti ad un
blocco unico, riassumibile in uno stesso giudizio di condanna.
Tale approfondimento critico ha reso questi enfants terribles dellafilosofia greca storicamente pi veri, pi interessanti
e provocatoriamente attuali.
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RIFLESSIONE PERSONALE - 1Il Relativismo etico
Nellanno 1936, per la prima volta e a firma Guido Calogero, fine intellettuale e
filosofo morto nel 1986, il lemma relativismo compare nel XXIX volume
dellEnciclopedia italiana. La definizione : Termine filosofico, designante in
generale ogni concezione che considera la conoscenza come incapace di
attingere la realt nella sua assolutezza oggettiva.
Nel campo etico, il relativismo non ammette che ci siano
leggi, norme e valori morali validi sempre, senza se e senza ma,in ogni luogo, in ogni tempo, in ogni circostanza.
Il relativismo afferma che i valori etici non hanno carattere di assolutezza e di
immutabilit, ma sono relativiallevoluzione storica delle idee e delle culture.
Tali valori possono cambiare e anche perdere ogni validit attraverso:
- il mutare dei tempi e delle condizioni di vita;
- il mutare delle idee e dei modi di comprendere il senso e il fine della vita;
- le nuove acquisizioni scientifiche e tecniche.
Il progresso della scienza apre infatti vie nuove al progresso umano, migliora la
vita fisica e psichica delle persone e risponde ai bisogni sempre crescenti delle
moderne societ complesse che non possono pi vivere secondo le norme morali
adatte alle societ agricole del passato.
Cos le vecchie norme morali e i vecchi valori etici possono, anzi oggi devono,
essere sostituiti da nuove norme morali e da nuovi codici e valori etici, alternativiad essi.
Per il relativismo etico:
I valori etici non hanno un fondamento oggettivo e una basestabile, e perci sono soggetti al variare dei tempi, dei luoghi,
delle culture e dei modi di sentire e di pensare, sono quindirelativi, cio sono quelli che le persone e le societ
liberamente si danno in piena autonomia.
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RIFLESSIONE PERSONALE - 2La filosofia dellimmanenza
Alla radice del relativismo moderno c la filosofia dellimmanenza, secondo la
quale tutto nelluomo, nella sua storia e nel suo mondo e niente al di fuoridelluomo (niente trascende luomo).
Per il filosofo pre-socratico Protagora Luomo la misura di tutte le cose. Lafilosofia del Novecento ha interpretato la parola "uomo" con "comunit" (o civilt)e con "cose" i valori, o gli ideali, che ne sono fondamento: solo luomo,quindi, che giudica e decide i valori della societ di cui fa parte.
Non esiste nulla che trascenda, che superi, luomo e il mondo.
La filosofia dellimmanenza, affermando che tutto nelluomo, nega che nel
pensiero ci sia una verit trascendente (al di fuori delluomo) e quindi che cipossa essere un bene assoluto da riconoscere e a cui si debba aderire.
Afferma invece che la sapienza delluomo dentro luomo e ogni conoscenza
una rappresentazione mentale immanente e dunque soggettiva.
Inoltre nel campo dellagire morale luomo che nella sua sovrana indipendenza
determina i beni da perseguire e i valori da attuare.
Luomo stesso arbitro e misura ultima del bene e del male,di ci che giusto e di ci che ingiusto.
Luomo in quanto individuo decide per quanto riguarda la sua vita e la sua
attivit di privato cittadino, e luomo in quanto cittadino facente parte di unacomunit politica, di un popolo, decide per quanto riguarda il bene comune dellacomunit stessa. La conseguenza logica che
Il relativismo moderno, confinato nelluomo, radicalmente ateo.
Per il relativismo etico esistono soltanto opinioni soggettive, non verit ncertezze obiettive, e quindi queste non possono imporsi a tutti.
Il Relativismo mette in primo piano la libert umana, come ci che propriamentecostituisce luomo, per cui questi non legato da nessuna norma morale che a lui
si imponga dallesterno del proprio io - ad esempio, da Dio e dalla Chiesa - ma libero di fare quello che vuole, con lunico limite di non fare danno agli altri e di
non impedire agli altri di fare quello che essi vogliono o ritengono necessario eutile al proprio benessere o al libero svolgimento della propria attivit.
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RIFLESSIONE PERSONALE - 3Chi decide il valore morale
In una societ democratica, fondata sul relativismo etico, chi dovrebbedeterminare ci che giusto o sbagliato?
In un paese democratico, e quindi tollerante, non c dubbio che la decisione
spetti alla maggioranza del popolo che, periodicamente, si alterna a seguito di
libere elezioni.
Se in un dato momento la maggioranza delle opinioni personali tra i cittadini
elettori di una comunit, di un paese, di una nazione dovesse ritenere che ... il
cannibalismo, ... la pedofilia, ... leutanasia, ... la poligamia, ... la tortura, ... lo
stupro, ... laborto, ... lolocausto, ... fossero un bene per la societ, o fosserocomunque accettabili in nome di un superiore interesse generale, allora queste
pratiche diverrebbero vigenti e attuate in quella societ.
Cosa si potrebbe logicamente opporre?
In una societ permeata di relativismo etico parlare di sempre
sbagliato sarebbe un errore logico perch tutto dipende
inevitabilmente ed esclusivamente dalle credenze
del popolo di quel dato momento e in quelle datecircostanze e potremo quindi legittimamente
affermare, ad esempio, che
lapedofilia non sempre sbagliata.
Nel campo del Relativismo etico sempre un avverbio di troppo.
Per dirla con lo scrittore non credente Samuel Butler (1835-1902):
La moralit il costume del proprio paese e lattuale sensazione dei propricoetanei.
Il cannibalismo morale in un paese cannibalista.
Se non c nessun Altro a cui fare appello, allora non esiste nulla di giusto o
sbagliato in modo oggettivo e ad esempio labuso di bambini, dunque, non pu
essere considerato sbagliato in modo definitivo, ma dipender sempre
dallopinione che la maggioranza della societ, in un preciso momento storico e
in particolari, limitate e circoscritte condizioni (il politicamente corretto impone di
dire cos), ha espresso con un libero referendum.
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RIFLESSIONE PERSONALE - 4Democrazia e relativismo etico
In base a che cosa posso dire allassassino, allo stupratore, al pedofilo, al
nazista, al cannibale che le loro azioni sono sbagliate? Posso dire che sbagliano
sol perch io la penso diversamente da loro, perch la mia unopinione
personale? Che diritto avrei di imporre la mia opinione personale di condanna al
nazista? Lui mi risponderebbe, legittimamente, che i suoi valori morali sono
diversi dai miei e prevedono, impongono e giustificano lolocausto. E poich le
opinioni sono personali il mio parere vale quanto il suo, mi ricorderebbe che i
valori morali sono soggettivi e che in ogni caso la maggioranza vince.
Una democrazia fondata sul relativismo etico, inteso come apertura e accoglienzaacritica di tutte le opinioni, rischia di far scomparire ogni confine morale nel
Potere.
Il relativismo spesso presentato come necessario, in quanto atteggiamento
autenticamente democratico che consente di accogliere di buon grado tutte le
opinioni e di adeguarsi con velocit ai cambiamenti sociali. Nella visione
relativista, infatti, la democrazia concepita come mero strumento, idoneo a
fissare le regole del gioco, cio del confronto (e talora dello scontro) tra culture e
interessi, e a garantire, nel contempo, la pace sociale.
Non essendo riconosciuta a priori alcuna verit, come unico criterio
pratico di discernimento dei valori si assume la maggioranza come
regola aurea, al di l del bene e del male. Ogni scelta che riesca ad
avere il consenso dei pi diventa, per ci stesso, vincolante per tutti.
Se non esistono valori in grado di offrire un fondamento razionale e di porre un
limite, anche giuridico, alle decisioni della maggioranza, scompare ogni confinemorale al potere della maggioranza fino a ritenere inesistente un criterio
oggettivo e universale a fondamento della corretta gerarchia dei valori.
L'alleanza fra democrazia e relativismo etico toglie alla convivenza
civile ogni sicuro punto di riferimento morale e la priva, pi
radicalmente, del riconoscimento della verit.
Unautentica democrazia si giustifica, e rivela il suo valore, nella
misura in cui consente la libera ricerca della verit, il confronto delle
opinioni, la correzione delle decisioni che si rivelano sbagliate.
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RIFLESSIONE PERSONALE - 5 -Morale e selezione naturale
Quando si confrontano i valori dellateismo e i valori religiosi si deve rimanere nel
campo della razionalit e non dei singoli comportamenti.
Infatti verissimo che esistono dei non cristiani, non credenti, laici, atei
(chiamiamoli come vogliamo), non solo nei paesi cristiani ma anche in quelli non
cristiani, che sono migliori dei credenti in Cristo.
Costoro vivono la legge naturale, che Dio ha messo nel cuore di ogni uomo,
sono docili alla voce dello Spirito che soffia dove vuole, pi di molti battezzati
credenti e magari anche praticanti.
Ma questo non vuol dire nulla. Qui si parla di una legge morale codificata e valida
per tutti e in tutti i tempi, non della situazione personale di alcune o molte
persone.
Michael Ruse, zoologo e professore di filosofia presso la Florida State University,
ateo convinto e dichiarato, ha detto che la pedofilia immorale e questa una
verit oggettiva e non soggettiva.
La mia posizione che la biologia evolutiva pone su di noi alcuni assoluti. Si
tratta diadattamenti proposti dalla selezione naturale.
La morale allora non una cosa tramandata a Mos sul monte Sinai. E qualcosa
forgiata nella lotta per lesistenza e la riproduzione, qualcosa modellato dalla
selezione naturale.
Ma se anche fosse che oggi esistessero valori oggettivi derivati dalla selezione
naturale, come ad esempio la condanna della pedofilia, con lo stesso criterio
dellevoluzione perch dovremmo escludere che domani, magari tra centomila
anni, la pedofilia non venga accettata? Sempre di evoluzione si tratta, o no?
Non essendoci nulla di prescritto, di tramandato da Dio agli uomini
attraverso una rivelazione, arrivando integralmente dalla selezione
naturale, il fatto che una cosa sia giusta o sbagliata, dunque,
puramente una scelta emozionale del momento. Lunica cosa
che rende sbagliata una crudelt sterminata il fatto che
ora quella cosa sia personalmente spiacevole (e domani?).
http://chronicle.com/blogs/brainstorm/scientism-continued/42332http://chronicle.com/blogs/brainstorm/scientism-continued/423327/30/2019 3_Storia della Filosofia
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RIFLESSIONE PERSONALE - 6 -La visione atea del mondo
Nella visione atea del mondo lessere umano non nientaltro che un primatedalla posizione eretta, e i sistemi di valori hanno un significato identico a quello
degli abitanti della giungla. Immaginare che luomo sia qualcosa di pi quasi
una bestemmia per lapparato culturale riduzionista-neodarwinista. Lamoralit
degli atei (ovvero limpossibilit ad affermare qualcosa come perennemente
giusto o perennemente sbagliato, ma sempre relativo) si trasforma in una forma
di debolezza sociale nel contrastare i terribili mali che attanagliano la nostra
societ. Il relativismo morale infatti pu gettare le basi filosofiche, ad
esempio, per aprire la strada allaccettazione e allapprovazione della pedofilia (ealtro).
assiomatico dire che in una societ atea non vi qualcosa di
morale o di immorale, ma solo lamoralit.
Nella comunit atea la morale un termine utilizzato per descrivere il sistema
che un individuo (o una societ di individui) preferisce soggettivamente. I
valori dunque non sono altro che riflessi delle preferenze soggettive
prevalenti, i quali ovviamente si adatteranno alle mutevoli esigenze. Non c
nulla di perennemente giusto o perennemente sbagliato.
Secondo il neodarwinista ateo Jerry Coyne in una visione atea della vita, non
pu esservi nulla di intrinsecamente sbagliato, non oggettivamente
sbagliata la pedofilia come non lo qualsiasi altra cosa. Lamorale laicasi basa
sulle preferenze personali del momento della societ: oggi la pedofilia
sbagliata, ma non detto lo debba essere sempre. Dipender dai gusti che
avremo domani e dalla capacit della societ (movimenti politici, intellettuali,
stampa, TV, cinema, ...) di condizionarci.
In una societ che ha espulso Dio, una societ radicalmente laica,
implicito lassenza di valori morali. Secondo Joel Marks, professore emerito
di filosofia presso lUniversity of New Haven Anche se parole come peccato e
male vengono usate abitualmente nel descrivere per esempio le molestie su
bambini, esse per non dicono nulla .... Il ragionamento pare coerente: senza
unAutorit Superiore, nulla giusto e sbagliato. Dipende dallopinione
sociale, dai media. Lopposizione alla pedofilia, ha continuato il filosofo non
credente, si basa solo su una sorta di preferenza: oggi preferisco cos ma domanisono libero di cambiare idea. Cos !
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mario cina padova - 2013
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RIFLESSIONE PERSONALE - 7 -I valori oggettivi
Chiediamoci se oggi, per come si evoluta la nostra societ, esistano valorimorali oggettivi ossia validi a prescindere, valori validi senza se e senza ma, in
una parola se esistono valori morali sempre validi.
Affermare che lomicidio sempre sbagliato, lo stupro sempre sbagliato,
torturare i figli sempre sbagliato, la pedofilia sempre sbagliata ecc.,
significa dichiarare valori morali oggettivi.
Diremmo forse che questi giudizi di condanna totale di omicidio, stupro, tortura,
pedofilia, sono opinioni personali?
Diremmo che lo stupro non sempre sbagliato ma dipende da fatti e
circostanze?
Diremmo che la pedofilia non sempre sbagliata ma dipende da fatti e
circostanze?
Un valore morale ritenuto oggettivo quando rappresenta una veritche si ritiene indiscutibile ovvero non negoziabile e la mia
conclusione che s, nella nostra societ esistono valorimorali oggettivi, valori che valgono
sempre in ogni circostanza, tutte incluse, nessuna esclusa.
Quando non esistono valori morali oggettivi subentra il relativismo etico
e tutte le ignominie sono possibili e moralmente accettabili.
In una societ relativista se io e il nazista manifestiamo valori morali diversi che
godono entrambi degli stessi diritti di cittadinanza, non possibile definire un
valore giusto o sbagliato.
In tali circostanze sarebbe invece possibile definire soltanto un valore valido,
valido in quanto deciso come tale dalla maggioranza del momento. Nella societ
relativista non esiste la moralit assoluta ma quella relativa a quel momento.
Affinch i miei valori siano sempre validi e quelli del nazista dichiarati semprefuorilegge occorre necessariamente un Giudice terzo che non cambia idea comeil popolo che, nel tempo e democraticamente, ha il diritto di cambiare opinione.
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mario cina padova - 2013
RIFLESSIONE PERSONALE - 8 -Il Dio dei cristiani
Ma chi potrebbe essere il Giudice terzo che impone i suo volere allumanit?
Potrebbe mai essere un uomo, o una comunit di uomini, dal momento che tutti
gli uomini sono uguali? Come potrebbero, il singolo o la comunit, esprimere
valori assoluti? Da cosa deriverebbe la loro autorit sugli altri uomini se sono
uomini anchessi?
Per dare valori assoluti necessario che questa Autorit sia al di fuori, anzi al di
sopra, degli uomini e al si sopra degli uomini si pone soltanto Dio.
Chi non crede in Dio pu certamente vivere una vita etica o morale (lo abbiamo
gi detto), ma senza Dio non ci pu essere un valido fondamento logico su cui
basare i valori morali oggettivi.
Non a caso il grande laico Norberto Bobbioaffermava: La morale razionale chenoi laici proponiamo lunica che abbiamo, ma in realt irragionevole (nel
senso che priva di logica perch fondata sulla supremazia di unopinione
sullaltra).
In genere si pensa che basti appellarsi alla coscienza per avere sufficienti
motivazioni per la moralit. La Chiesa dice che bisogna agire secondo
coscienza, ma la coscienza illuminata dalla Fede e dalla Parola di Dio, di
quel Dio che si fatto uomo, non la coscienza personale di ciascuno.
Luomo non pu essere norma e giudice di se stesso, sopra di lui c il Creatore.
La morale laica non ha altro chiodo a cui attaccarsi che la coscienza personale e
il consenso popolare a una certa norma o comportamento.
Abbiamo compiuto un lungo percorso e penso che siamo arrivati a due importanti
conclusioni logiche:
1) Nella morale atea non possono esistere valori oggettivi ma solo soggettivi;
2) I valori morali oggettivi per esistono.
Se esistono i valori morali oggettivi, logica vuole che
deve esistere un Dio;
Chi non crede in Dio non ha un fondamento logico per i suoi valori
morali (e questo, ripetiamo, non significa che non ne possiede!).
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