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Page 1: [03 TARANTO - 11] QTDN/ATTUALITA/11 07/10/18 · capigliatura corvina a una te-sta completamente bianca (baf-fo e pizzetto compresi), non un filo di grasso sul giro

11Domenica 7 ottobre2018 ATTUALITA’

di Francesco DI BELLA

Può darsi che sia una que-stione di dieta. E ciò conferme-rebbe le parole di quell’arzillavecchietta della provincia diTaranto che qualche tempo fa,a chi le chiedeva il segreto deisuoi splendidi 104 anni, rispo-se: «Mangio di tutto, e soprat-tutto bevo due birre al gior-no». O magari c’entra l’ariapulita delle praterie del Texas,là dove l’unico inquinamentoda piombo in cui si può incap-pare è quello provocato dalleColt 45 o dai Winchester.

O forse - non ce ne vogliail gentil sesso - il segreto ènell’essere riuscito a evitarecoinvolgimenti non tanto senti-mentali quanto matrimoniali, li-mitando questi ultimi a un uni-co episodio (ma per cause diforza maggiore: la scelta erasposarsi o morire al palo dellatortura) conclusosi peraltro inbreve tempo in una vedovanza(non per sua volontà, sia benin-teso).

Comunque sia, Tex Willer isuoi 70 anni, compiuti appenala scorsa settimana, non li di-mostra proprio. Non ha un ca-pello bianco, a differenza delpard Kit Carson che in questisette decenni è passato da una

capigliatura corvina a una te-sta completamente bianca (baf-fo e pizzetto compresi), nonun filo di grasso sul giro vita,né tanto meno quei doloretti ti-pici dell’età che dovrebberoquantomeno rendergli un po’più difficile salire e scendereda cavallo, magari in corsa,schivando quell’inquinamentoda piombo di cui si diceva espesso e volentieri regalando-ne invece una buona dose aimalcapitati avversari di turno.

Del tempo che passa, lui e isuoi compagni di avventuresembrano infischiarsene. Noncosì, purtroppo, le schiere deisuoi affezionati lettori, semprenumerose ma la cui età mediaaumenta col passare degli an-ni. Certo, nel corso delle tregenerazioni che ha attraversatocon le sue storie, il ranger ca-po dei Navajos di lettori ne haconquistati di nuovi e sarebbesbagliato affermare che nessungiovane oggi ami leggere lesue avventure, ma l’appeal cheaveva tra i ragazzi nei decennipassati oggi sembra essere as-sai ridimensionato. Per render-sene conto si guardi, ad esem-pio, alle fiere fumettistiche, ri-trovo di appassionati di ognigenere ed età. E soprattutto al-le sezioni di Cosplay, la modadi partecipare a questi radunimascherandosi, quanto più fe-delmente possibile, come ilproprio personaggio preferito.I manga, i fumetti del lontanoOriente, la fanno da padronetra i più giovani. Seguiti a ruo-ta da tutta la schiera dei supe-reroi di stampo americano, da

Ironman all’Uomo Ragno, daBatman a Superman, e questinon tanto per l’incidenza deirelativi fumetti sui lettori,quanto per la diffusione veico-lata dai film che negli ultimianni hanno invaso i cinema.

Di Tex Willer e dei suoipards, neanche una mascheri-na.

E’ questo il segno deltempo che è passato, deisettant’anni trascorsi daquel 30 settembre del1948 in cui nelle edi-cole fece la sua timi-da comparsa quelgiornalino piccolo,formato striscia,dal titolo “Il totemmisterioso”, il pri-mo con protagoni-sta quel cowboynon ancora ran-ger, anzi pistole-ro e ricercato

dalla legge?Può dar-

si. Dicerto è ils e g n odell’Italia cheè cambiata e conessa la società, i let-tori, giovani e adulti.L’Italia di quel 1948 eraun Paese che ancora si lec-cava le ferite della guerra eche cercava di risollevarsi; ipadri costituenti avevano dapoco varato la Costituzione, adaprile c’erano state le primeelezioni della neonata Repub-blica.

Era forse un’Italia che cer-cava eroi, quella del 1948. Equel cowboy mai visto prima,inventato dall’editore Gian Lui-gi Bonelli e disegnato dal gio-vane Aurelio Galeppini, fecepian piano breccia nella fanta-sia e nei cuori dei lettori. D’al-tro canto di eroi il mondo delfumetto in quegli anni non neaveva molti. Il fascismo avevamesso al bando tutti i perso-naggi che non fossero autarchi-ci, soprattutto quelli americani,e quelli che erano riusciti a“italianizzarsi” avevano persoquasi tutto il loro smalto. Siera salvato Mickey Mouse, masolo perché Topolino piaceva

ai figli del Duce. In quella sor-ta di deserto, Tex Willer, cow-boy del mitico West anche sedi fattura italiana, rappresentòla novità, il segno che le coseerano cambiate davvero.

Eppure lo stesso Bonelli (esua moglie Tea, vera guida del-la casa editrice) quelle primestrisce le mandarono in edico-la abbastanza in sordina, senzacrederci più di tanto. Senza im-maginare che da lì a qualchedecennio, grazie anche al pas-saggio di mano dell’editrice daGian Luigi a suo figlio Sergioe all’arrivo nelle edicole del“Tex Gigante” (il mensile checontinua a uscire ancora oggi

e si appresta a festeggiare il700° numero), quel fumetto sa-rebbe arrivato a vendere anche700mila copie al mese.

Tex Willer divenne quindil’eroe innanzitutto di quella ge-nerazione che usciva dallaguerra e cercava un riscatto.Lui era il difensore degli op-pressi, sempre in lotta per il be-ne contro il male. Era vero chefosse ricercato all’inizio, masolo perché aveva voluto ven-dicare l’uccisione del padre epoi quella del fratello, inse-guendo e uccidendo i malavito-si che ne erano stati responsa-bili. E quando anche la leggedel West lo perdonò, e anzi gli

propose l’ingresso nel corpodei Rangers dove già milita-

va quel Kit Carson destina-to a diventare suo insepara-

bile pard per i decenni avenire, Tex fu davverol’eroe senza macchiae senza paura. E po-co importava se perfar rispettare la leg-ge pestasse a sangue

e uccidesse come mo-sche chiunque si allonta-

nasse dalla retta via. Anzi, isuoi metodi “spicci” erano for-se ciò che più piaceva ai letto-ri, che spesso - ammettiamolo- avrebbero desiderato poter es-sere come lui per raddrizzareun torto subito.

Difendeva la giustizia, piùche la legge, Tex Willer. E di-fendeva i più deboli. E fu unprecursore quando, sposandola bella Lilith figlia del capoindiano NavajoFreccia Rossa (ilmatrimonio lo sal-vò dalla morte, èvero, ma poi fusubito amore), di-venne a sua voltacapo della tribùcon il nome diAquila della Not-te e difensore deidiritti dei nativid’America in an-ni in cui questierano considerati solo selvaggida togliere di mezzo. Lilithmorì quasi subito, uccisa daun’epidemia provocata da unabanda di trafficanti (tutti ovvia-mente sterminati da Tex), mafece in tempo a dagli un figlio,il piccolo Kit che una voltacresciuto (sotto la guida delguerriero navajo Tiger Jack) siunì alla “squadra” del genito-re.

Oggi le 700mila copie rag-giunte dal Tex Gigante sonoun ricordo e la tiratura delmensile è ben al di sotto delle200mila copie. L’Italia è cam-biata, i lettori anche. Gli eroiche conquistano i giovani sonoaltri e spesso non del mondodel fumetto. I supereroi ameri-cani si sono adattati ai tempimoderni, Tex è rimasto lo stes-so di sempre. I suoi 70 anni, al-meno nel fisico, non li dimo-stra ma il tempo passato traspa-re ugualmente. E forse non èun caso che una delle recentis-sime storie pubblicate raccontil’ultima avventura del suo fe-dele Dinamite, il cavallo chefu suo partner sin dalle primeavventure, e si concluda con lamorte del fedele destriero. Eche nel libro-biografia “TexWiller, il romanzo della mia vi-ta” di qualche anno fa unacommovente immagine ritrag-ga il ranger e l’amico Tigernel cimitero Navajo in cui, vi-cino alla tomba di Lilith, c’èanche quella di Kit Carson,l’amico di tante avventure. Peril quale, evidentemente, il tem-po è passato.

d Con i suoi 70 anni di vi-ta, Tex Willer è uno dei fu-metti italiani più longevi.Un fenomeno editoriale sen-za precedenti, studiato e di-ventato argomento di dibatti-ti, decine di libri, tesi di lau-rea. E se nel corso degli an-ni ha conquistato con le sueavventure milioni di lettori,è ovvio che tra questi ci sia-no anche personaggi pubbli-ci, esponenti politici, vip, at-

tori, cantanti.Come non

ricordare, ade s e m p i o ,l ’ o m a g g i oche il cantau-tore Piero Pe-lù ha dedica-to al fumettoquando nel1988 ha scrit-to e cantatocon i Litfibala canzone in-titolata, ap-

punto, “Tex”.E se il calciatore Alessan-

dro De Piero qualche annofa, ha acquistato in bloccoun’intera collezione di Tex,l’attore premio Oscar Rober-to Benigni in più occasioniha avuto modo di esternarein pubblico il suo “amore”per questa serie di fumetti egià nel 1993 in un commen-to sulle inchieste contro laPrima Repubblica, disse: “Imagistrati di Milano sonocome il mio fumetto preferi-to: Tex Willer. Di Pietro èTex, Tiger Jack è Borrelli eKit Carson è Ghitti...”.

Anche l’europarlamenta-re Sergio Cofferati è lettoreincallito nonché collezioni-sta di Tex. E nel 1998 è sta-to autore del libro “Il mioamico Tex” in cui, da esper-to, passa in rassegna l’interaserie di avventure del ran-ger. E non è Cofferati l’uni-co esponente politico checondivide la medesima pas-sione. Fausto Bertinotti, in-fatti, ha confermato di esse-re fan del ranger e una voltaaffermò senza titubanze:“Sono il Tex Willer comuni-sta”.

Ma l’elenco è lungo ecomprende lo scrittore scom-parso Umberto Eco (autoredi numerosi articoli su Tex),gli attori Teo Teocoli e Da-vid Riondino, il cantanteFrancesco Guccini. E chissàquanti altri, rimasti nell’om-bra ma magari con un Texsul comodino.

Tex Willer

Da Cofferati a Eco,Benigni e RiondinoE Pelù gli dedicòanche una canzone

E Topolino compie 90 anni

Con le sue storieha attraversatotre generazionidi fedeli lettori

I 70 anni dell’eroeI 70 anni dell’eroeche restituì i sogniche restituì i sogni

all’Italia feritaall’Italia feritaDall’intuizione (in sordina) di BonelliDall’intuizione (in sordina) di Bonelli

ai 700 albi di un mito che invecchia beneai 700 albi di un mito che invecchia bene

I LETTORI FAMOSI

d Tex Willer ha appena festeggiato i suoisettant’anni, ma il mondo del fumetto si stagià apprestando a celebrare un altro com-pleanno importante. Il prossimo 18 novem-bre, infatti, saranno 90 anni dal giorno incui sullo schermo del Colony Theater diNew York visse la sua prima avventura ci-nematografica un piccolo topo dalle grandiorecchie e con i calzoncini rossi: MickeyMouse. Era il 1928 e quel primo breve cor-tometraggio era intitolato “Steamboat Wil-lie”. Iniziò lì la storia di quel topo inventatodal giovane Walt Disney, che nel gennaiodel 1930 esordì poi nei fumetti e due annipiù tardi, con il nome di Topolino, arrivò inItalia. Una storia che continua anche oggi.

L’ALTRA RICORRENZAQui soprail primo fumettodi Tex apparso

nelle edicole,la striscia

“Il totemmisterioso”.

In alto a sinistrainvece il primo

numero delTex Gigante

“La mano rossa”.Sopra a destra

il ranger davantialla tomba

della moglieindiana Lilith

e, qui accanto,con il cavallo

Dinamite.In alto a destra,infine, l’editoreSergio Bonelli