che cosa ti sei messo in testa? - La Gazzetta dello Sport · 2014. 1. 31. · Marco Simoncelli,...

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Page 1: che cosa ti sei messo in testa? - La Gazzetta dello Sport · 2014. 1. 31. · Marco Simoncelli, romagnolo, 21 anni, leader del Mondiale 250, in una doppia posa scherzosa. «Una capigliatura

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copertina

marco simoncelli

checosati sei

messo in

testa?

Page 2: che cosa ti sei messo in testa? - La Gazzetta dello Sport · 2014. 1. 31. · Marco Simoncelli, romagnolo, 21 anni, leader del Mondiale 250, in una doppia posa scherzosa. «Una capigliatura

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Testo di Carlo CanzanoFoto di Emanuela Gambazza

che crinieraMarco Simoncelli, romagnolo, 21 anni, leader del Mondiale 250, in una doppia posa scherzosa.

«Una capigliatura che è un marchio

di fabbrica e un’idea

meravigliosa: vincere con la Gilera il

Mondiale 250».Parla l’uomo nuovo della moto che in allenamento

(qualche volta) batte anche Rossi

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46 SPORTWEEK 20 SETTEMBRE 08 sito ufficiale ■ www.marcosimoncelli.it

Non ditegli che potrebbe essere il nuovo Valentino. Lui non ritiene corretto che si

facciano confronti di questo tipo: vuole essere solo Marco Simoncelli, anche se del campionissimo è amico, oltre che estimatore e, spesso, compagno di allenamento. Eppure il leader del Mondiale della classe 250 ha più di un punto in comune con Valerossi, specie quello dei

primi anni. Anche Marco è velocissimo e spumeggiante in pista, istintivamente simpatico, identificato con i soprannomi («Quello di Superpippo mi è stato affibbiato dai telecronisti di Italia 1 a causa della mia andatura ciondolante che ricorda quella del “supereroe” della banda di Topolino; io ho scelto SuperSic, utilizzando l’abbreviazione che mi identifica nelle classifiche sui monitor del cronometraggio»). E poi la capigliatura… Rossi,

in verità, la cambiava (anche nel colore) con una certa frequenza, lui ha solo lasciato crescere i capelli a dismisura e quella sua criniera alla Branduardi è diventata – come talvolta accade nello sport – una sorta di marchio di fabbrica.«Proprio così, ma non mi sono ispirato a nessuno. Tenevo i capelli abbastanza corti, però non trovavo un taglio che mi rendesse giustizia, così li ho

fatti crescere».Però un paio di anni fa l’abbiamo vista rasato a zero.«Avevo perso una scommessa: era il mio primo anno in 250 e io dicevo che avrei fatto un podio entro dieci gare. Non fu così e il mio sfidante, uno parecchio scuro di carnagione che forse sperava di perdere, oltre che per amicizia, per farsi barba e capelli color platino, pegno in caso di sconfitta, rimase moro».Il suo parrucchiere di fiducia non sarà molto contento.

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20 SETTEMBRE 08 SPORTWEEK 47Gilera corse ■ www.it.gilera.com/it_iT/gilera_racing/default.aspx

«Non ne ho: al taglio pensa mia zia, che ci si diverte. E se sbaglia, di capelli ce ne sono così tanti che il danno non si nota».Una vera criniera: vuole sembrare un leone?«No. Il mio simbolo è il giaguaro. I felini mi piacciono e nel giaguaro un po’ mi identifico. Te lo vedi nella savana, steso con la lingua di fuori che non vuole fare niente… Poi, però, quando è il momento della caccia, sente la preda e si mette a correre».Ma non è scomodo quel casco di capelli?«Un po’ sì. Più che altro è una bega quando fa caldo e anche quando si indossa il casco. Quest’anno ho dovuto prenderne uno con la calotta di misura più grande. Ci guadagno in altezza: sono 183 cm, i capelli me ne regalano quattro o cinque in più».Altra caratteristica estetica, la carnagione bianco latte, non proprio il colore del vitellone romagnolo.«Vitellone non lo sono. Certo non faccio belle figure in spiaggia. Ho trovato persino le vecchiette che mi prendevano

in giro. “Ehi, in moto andrai anche forte, ma al mare…”. Quest’anno ho esordito in spiaggia prima della gara del Sachsenring, ne sono tornato quasi “rosso Gilera”, solo un po’ più chiaro».Capelli a parte, che cosa si è messo in testa quest’anno?«L’idea meravigliosa. Quella del Mondiale. Ci penso, ma non mi metto a fare calcoli, cerco solo di fare il meglio possibile. Ho iniziato il campionato dopo essere stato veloce in prova su tutte le piste. Ma non pensavo “vinco io”, e dopo le prime due gare (un doppio ritiro), mi sono detto “altro che titolo: pensa a prendere punti”».Stoner, Dovizioso, Lorenzo, Bautista, Talmacsi, Locatelli, già titolati, e poi Barbera, Kallio, Pasini. Tutta gente che ha corso con lei in 125: lei però a essere in lizza per il Mondiale ci è arrivato solo quest’anno. Un po’ tardi?«Il pilota è una persona e ogni persona è diversa dalle altre, si comporta a modo suo. Stoner, per esempio: qualsiasi cosa ha avuto sotto il sedere è sempre andato forte ma ha picchiato

predestinatoMarco era capellone già a pochi mesi, subito in sella sulla moto di papà e campione “gigante” con le minimoto.

legatissimiNei campi dietro

la casa di Coriano (Rn) dove vive con

la famiglia che con lui divide, in

camper, i viaggi ai GP: papà Paolo,

“baciato” da Max, la sorella Martina,

sua prima tifosa, mamma Rossella. Marco è fidanzato

con una ragazza di Bergamo, Katy.

LA SCHEDA“europeo” nel 2002

nome Marco Simoncelli.nato a Cattolica (Rn) il 20 gennaio 1987.Carriera Prima gara nel ’96 con le minimoto di cui è campione italiano nel ’98 e 2000, anno in cui è vicecampione d’Europa. Dal 2001 è in gara con le moto (125): è campione d’Europa nel 2002 quando disputa il primo GP iridato a Brno. Sino al 2005 in 125 (50 GP, 2 vittorie, 7 podi), poi in 250 su Gilera (foto) 45 GP (3 vittorie, 8 podi, 4 pole, tutti nel 2008). Guida il Mondiale con 26 punti su Kallio e 27 su Bautista.

gigi

sold

ano

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48 SPORTWEEK 20 SETTEMBRE 08 motomondiale ■ www.motogp.com

anche grandi legnate. Io di andare forte appena salito su una moto non me la sono sentita, preferisco fare le cose in sicurezza. Poi ci sono le coincidenze, le storie diverse. Guardate Bautista: qualche bella gara nel 2004 poi un anno disastroso con la Honda; pareva dovesse smettere. Ma è arrivato Jorge Martinez, lo ha tirato fuori dal bidone dell’immondizia e nella sua squadra Bautista ha dominato il Mondiale. Io il primo anno in 250 non mi sono trovato in sintonia con la squadra, sul piano umano. Ho cambiato formazione e l’anno scorso nel team diretto da Aligi Deganello ho trovato l’ambiente ideale».E ora è protagonista del derby Italia-Spagna: loro giocano con tante punte, noi con due – lei e Pasini – e i gol li fa Simoncelli.«Siamo partiti con il gruppo Piaggio (Aprilia e Gilera) che puntava sugli spagnoli. E a noi non ci filava nessuno. Ma alla fine sono riuscito a stargli davanti più volte, agli spagnoli, prima con la moto standard poi, da quando ho avuto la moto ufficiale al Sachsenring, anche con quella. E confesso: ci ho provato proprio tanto gusto».Non sono mancate le scintille, con Barbera soprattutto, e con Bautista.«L’incidente con Barbera al Mugello, per il quale mi sono preso un’ammonizione, è purtroppo una cosa che può capitare, soprattutto all’ultimo giro. Gli spagnoli mi hanno accusato di essere troppo

arrembante, però quando stanno davanti loro non ci fanno molto caso. Si arrabbiano quando prendono paga, e si arrabbiavano molto soprattutto quando li battevo con la moto non ufficiale. Per quanto riguarda Barbera, a Misano, una volta di più, si è visto di che pasta è fatto: è uno suonato».Tanti incontri troppo ravvicinati, in pista, poi vi ritrovate vicini anche nel paddock. Al Mugello, per andare via col camper ha

dovuto aspettare che il vicino, Barbera, spostasse il suo… «Per fortuna a Misano non è stato così: sarebbe stato complicato. Ma nel paddock, dove passo molto tempo, sono abituato, sin da quando correvo con le minimoto, a condividere gli spazi sia con quelli antipatici sia con quelli simpatici. Vado d’accordo con Pasini (correvamo assieme con le minimoto di suo padre), con Valentino e con De Rosa

con cui ci vediamo anche fuori dalle piste. Con altri, anche se non ci parlo non cambia molto».Valentino Rossi: è vero che in allenamento con la moto da cross lei lo batte?«Lo scorso inverno io ero più allenato e gli davo paga spesso, poi lui ha iniziato a scaldarsi e mi ha superato. Anzi, a un certo punto mi ha dato una paga così forte che avevo le orecchie basse e non riuscivo a capire come avesse fatto. Diciamo che quella volta ha

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20 SETTEMBRE 08 SPORTWEEK 49news sul motomondiale ■ www.gpone.com

celebri acconciature quando nello sport il capello è d’autore

ruud gullitUno degli assi olandesi del grande Milan, inconfondibile con le sue nerissime treccine.

ANdrEA luCCHEttACapelli a spazzola in diagonale. Anche per questo il campione di volley fu chiamato Crazy Lucky.

CArlos vAldErrAmAÈ stato il più celebre calciatore colombiano, anche per la sua capigliatura. Oggi ha 47 anni.

doN KiNgIl più grande e celebre manager della boxe da sempre ha una capigliatura più che originale.

atleticoMarco si esibisce

in qualche piccola acrobazia. Ama

giocare (da punta) a calcio, tifa

Milan, si appassiona alle

gare di mezzofondo

dell’atletica, ma solo da spettatore:

«Perché», dice, «sono troppo

faticose».

«NoN ho uN parrucchiere

di fiducia: al taglio

peNsa mia zia. e se sbaglia…

pazieNza, taNto il daNNo

NoN si vede»

voluto fare il Rossi».Era il suo idolo, sognava di fare il pilota già da bambino?«Prima no. Ricordo che mio nonno mi raccontava che volevo fare l’ingegnere. Ma ero troppo piccolo per capire. Quando ho intuito che cosa significava fare l’ingegnere ho cambiato idea. Prima ancora di andare in moto – ho cominciato a sette anni grazie a mio padre – volevo già fare il pilota. Sì, Vale era il mio idolo. Io correvo con le minimoto e lui era già un campione».

Per fare il pilota ha lasciato la scuola?«No. E a scuola rendevo anche piuttosto bene: mai bocciato. Poi, però, finita la quarta scientifico con qualche debito, quando non riuscivo più a conciliare corse e studio, volevo mollare. Per fortuna, mamma ha insistito. Ho cambiato e ho preso il diploma alla scuola di dirigente di comunità. Non chiedetemi di preciso che cosa si possa fare

con questo diploma, ma almeno se a 40 anni vorrò iscrivermi all’università, potrò farlo».A fine stagione non lascerà la 250. Perché?«Ho avuto più offerte per la MotoGP, ma ho preferito restare qui in 250 e con questa squadra. Mi sembra giusto. Mi trovo bene, vado forte e mi diverto: voglio sfruttare il momento e concedermi un’altra chance. Se non vincerò il titolo potrò riprovarci, se lo conquisterò potrò tentare il bis».