ZORBA NEWS N. 1

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Samuel Marco Fabio Luisa Alessandro Massimo Gregor Tommaso Andrea Un nuovo progetto della nostra Associazione: un Centro terapeutico e rieducativo per bambini con difficoltà A partire dall’autunno 2010 l’associazione Zorba aprirà a Montevarchi un Centro terapeutico e rieduca- tivo per bambini con difficoltà quali: -alterazione della comunicazione e delle interazioni sociali; -difficoltà nella sfera del linguaggio; -incapacità di iscriversi in un processo di apprendi- mento scolastico e prescolastico; -disturbi gravi del comportamento e dello sviluppo (agitazione, aggressività,…) Per rispondere a quale bisogno Questo progetto nasce dall’idea di creare un luogo di trattamento per bambini che nel loro percorso di cre- scita hanno incontrato un ostacolo insormontabile: tale ostacolo si riferisce al loro vissuto nei confronti del rapporto con gli altri, rappresentati dapprima dalle figure parentali e successivamente dal mondo esterno (scuola, gruppo dei pari, altre istituzioni o ambienti di socializzazione). In molte occasioni abbiamo ascoltato le testimo- nianze di genitori, insegnanti, educatori, allenatori di bambini dal comportamento apparentemente bizzarro: bambini che restano in disparte non instau- rando un legame con i compagni; che sono impegnati per la gran parte del tempo a “giocare” sempre con uno stesso oggetto che non può essergli tolto pena una reazione di angoscia; bambini che in un gruppo tengono tutti gli altri sotto controllo e che verificano in continuazione di non perdere il loro posto all’in- terno della classe. Il bambino in difficoltà è spesso caratterizzato da una grande diffidenza verso le persone dell’ambiente circostante: questo può essere determinato dalla diffidenza che il bambino ha nei confronti degli altri che sono percepiti come intrusivi. Obiettivi La socializzazione e il reinserimento sociale e scola- stico costituiscono gli obiettivi fondamentali delle attività terapeutiche e rieducative. Per raggiungere tali obiettivi l’équipe stabilisce all’inizio del trattamento un programma che tiene conto dell’insieme degli aspetti problematici e delle potenzialità presentate dal bambino. Il programma di intervento Ogni bambino partecipa a diversi ateliers (laboratori) educativi durante la settimana. I contenuti di questi ateliers –che sono pedagogici, terapeutici, artistici, sportivi o ludici- rispondono a diversi obiettivi: 1) circoscrivere e districare le difficoltà e gli ostacoli del bambino; 2) sviluppare gli strumenti della comunicazione e delle abilità sociali (autonomia, linguaggio, orienta- mento,…) 3) favorire l’accesso alla formazione, sviluppare cioè i requisiti dell’orientamento spazio-temporale, il grafismo, la capacità di espressione, ecc.. Incontri con i genitori Incontri regolari con i genitori permettono all’équipe di rendere conto delle difficoltà e dei progressi del bambino e ai genitori di testimoniare le loro preoccu- pazioni e le loro osservazioni sul cammino percorso dal loro figlio. Giacomo Gherardini La domanda è: che cosa ti ricordi più volentieri di aver fatto con zorba? Qual è la cosa che ti è piaciuta di più? INTERVISTE AI RAGAZZI: A me è piaciuto andare in piscina da Cristina. In quest’ anno con “Zorba” mi ci son trovato bene. Ab- biamo un pulmino, ci siamo andati a Montemarciano. Io ed altri facciamo il Cal- ciosociale e lì si fanno tornei. Ci sono tanti ragazzi. (magari con questo giornalino ritrovo la bicicletta). Sono contento di aver fatto Zorba in questi anni…i mercatini..le varie cose… Anche il prossimo anno ci voglio tornare.. ma anche a 60 anni. La cosa che mi è piaciuta di più in questi mesi è stata la gita a Borgoforra, ma anche il mare e la piscina. Quando abbiamo fatto i gavettoni mi sono nascosto nel bagno al secondo piano e da lì ho fatto il bagno a tutti! In una partita di Calciosociale ho fatto 2 goal. Il calciosociale mi piace è una nuova esperienza molto bella. Mi è piaciuta la gita al mare, mi sono divertita… è stata una bella giornata. Da “Zorba” ho conosciuto nuovi amici. Mi piace mostrare i muscoli quando sono da “Zorba”. Mi piace giocare a calcio e fare gli scherzi. Mi è piaciuta la gita al mare, gli educatori sono bravi, mi piace lavorare con loro.. Abbiamo imparato a fare da mangiare, siamo stati in gita con la barca, a mangiare il gelato… e in diversi altri posti. Mi piace anche fare i lavorini con il legno e mi è piaciuto quando si sono colorati i sassolini. Mi piacerebbe anche andare in altri posti e fare le passeggiate. Mi è piaciuto andare in giro con il pulmino e in piscina insieme a tutti quanti i ragazzi di “Zorba”. Io quando sono con i ragazzi di “Zorba” mi piace molto fare il corso di cucina e anche quando facciamo altre cose all’ora di merenda preparo sempre il caffè per tutti. Il giorno più divertente è stato quando siamo stati in gita in barca ed io ho addirittura pilotato. Grazie mille ad Annalisa e Giacomo che ci insegnano tante cose. Delle attività con i ragazzi di “Zorba” mi è piaciuto andare in gita in Barca a Bandella nella Valle dell’Inferno, soprattutto quando ab- biamo navigato con la barca. A partire dal mese di febbraio, in collaborazione con il Comune di Montevarchi e con i Servizi Sociali , ci troviamo due volte la settimana nel locali del Centro Pastorale della Parrocchia del Giglio a Montevarchi. Nei primi mesi eravamo 11: due educatori, uno scout volontario e 8 ragazzi…poi nei mesi suc- cessivi sono arrivati altri tre ragazzi … e presto se aggiungeranno ancora. Siamo di Arezzo, Montevarchi, ma anche di San Gio- vanni, Cavriglia … aperti a chi può e vuole venire. Quando ci ritroviamo facciamo “il laboratorio”. Le attività vengono pensate insieme ai ragazzi in uno spazio settimanale, chiamato “la riunione di parola” in cui possono esser fatte da parte di ciascu- no delle proposte per gli appuntamenti successivi. Nel corso di quest’anno è stato fatto un laboratorio di cucina e un laboratorio di lavorazione del legno, alternati a delle uscite nel territorio. I ragazzi hanno partecipato alla progettazione dei lavori e alla ricerca del materiale di lavoro. Nei mesi caldi si sono favorite di più le uscite a piedi in vari posti di Montevarchi, o più lontane, con il nostro pulmino, come a San Giovanni, Reggello, Cavriglia, Loro Ciuffenna, all’oasi di Bandella, senza farsi mancare qualche tuffo in piscina e addirittura una gita al mare. Nel mese di Maggio eravamo all’iniziativa Monte- varchi Socialmente Responsabile organizzata dal comune di Montevarchi con uno stand nel quale abbiamo fatto il gioco “Gira la ruota” con premi pre- parati dai ragazzi stessi e da un gruppo di volonta- rie che aiutano la nostra dell’associazione. Anche chi poteva avere delle difficoltà a mantenere un impegno o inserirsi in un gruppo è venuto con regolarità. In alcuni mesi si è creata una piccola “rete”..ognuno con la sua personalità dà il suo tocco originale …. e quando uno manca … si sente. Abbiamo effettuato anche un caso di laboratorio individuale: un luogo e uno spazio disponibile per chi magari ancora non è pronto a condividere un’ esperienza di gruppo, ma a cui tentiamo di garan- tire un posto con delle attività che rispondono ai Mi piace “Zorba” perché si fa tante cose…si va in giro…al mare. Mi è piaciuto andare a Follonica. Mi piace il mare anche se l’acqua è salata. Vorrei far venire tutti i ragazzi da “Zorba”. Con il calciosociale, che c’è il gio- vedì dalle 7 alle 9, facciamo le partite e ci alleniamo. Siamo andati anche a Roma. Noi dovremmo tornare là, oppure verranno i ragazzi di Napoli o di Scampia a trovarci. Siete tutti invitati. suoi interessi. Lo scopo è quello di essere punto di incontro in cui ciascuno può portare e proporre quello che più gli interessa. Questo anche per i genitori, sui quali noi educatori sappiamo di poter contare e loro sanno di poter contare su di noi. Per loro infatti abbiamo riservato uno spazio ogni tre settimane per po- terci incontrare, se lo desiderano, si sono fatti dei buoni incontri si è creato un clima di fiducia, confidenza e collaborazione. La volontà dell’associazione Zorba è quella di provare a crescere insieme, a essere un’ occasione per tutti per esprimersi e rendersi autonomi, a essere punto di ri- ferimento per chi rischia di essere “lasciato fuori” dai legami sociali. Legami che si creano nel tempo… e che hanno tutta l’intenzione di continuare. Annalisa R z z z z

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1' NUMERO DEL GIORNALINO DELL'ASSOCIAZIONE

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Page 1: ZORBA NEWS N. 1

Samuel

Marco

Fabio

Luisa

Alessandro

Massimo

Gregor

Tommaso

Andrea

Un nuovo progetto della nostra Associazione: un Centro terapeutico e rieducativoper bambini con difficoltà

A partire dall’autunno 2010 l’associazione Zorba aprirà a Montevarchi un Centro terapeutico e rieduca-tivo per bambini con difficoltà quali:

-alterazione della comunicazione e delle interazioni

sociali;-difficoltà nella sfera del linguaggio;-incapacità di iscriversi in un processo di apprendi-mento scolastico e prescolastico;-disturbi gravi del comportamento e dello sviluppo (agitazione, aggressività,…)

Per rispondere a quale bisogno

Questo progetto nasce dall’idea di creare un luogo di trattamento per bambini che nel loro percorso di cre-scita hanno incontrato un ostacolo insormontabile: tale ostacolo si riferisce al loro vissuto nei confronti del rapporto con gli altri, rappresentati dapprima dalle figure parentali e successivamente dal mondo esterno (scuola, gruppo dei pari, altre istituzioni o ambienti di socializzazione).

In molte occasioni abbiamo ascoltato le testimo-nianze di genitori, insegnanti, educatori, allenatori di bambini dal comportamento apparentemente bizzarro: bambini che restano in disparte non instau-rando un legame con i compagni; che sono impegnati per la gran parte del tempo a “giocare” sempre con uno stesso oggetto che non può essergli tolto pena una reazione di angoscia; bambini che in un gruppo tengono tutti gli altri sotto controllo e che verificano in continuazione di non perdere il loro posto all’in-terno della classe. Il bambino in difficoltà è spesso caratterizzato da una grande diffidenza verso le persone dell’ambiente circostante: questo può essere determinato dalla diffidenza che il bambino ha nei confronti degli altri che sono percepiti come intrusivi.

Obiettivi

La socializzazione e il reinserimento sociale e scola-stico costituiscono gli obiettivi fondamentali delle attività terapeutiche e rieducative.Per raggiungere tali obiettivi l’équipe stabilisce all’inizio del trattamento un programma che tiene conto dell’insieme degli aspetti problematici e delle potenzialità presentate dal bambino.

Il programma di intervento

Ogni bambino partecipa a diversi ateliers (laboratori) educativi durante la settimana.I contenuti di questi ateliers –che sono pedagogici, terapeutici, artistici, sportivi o ludici- rispondono a diversi obiettivi:1) circoscrivere e districare le difficoltà e gli ostacoli del bambino;2) sviluppare gli strumenti della comunicazione e delle abilità sociali (autonomia, linguaggio, orienta-mento,…)3) favorire l’accesso alla formazione, sviluppare cioè i requisiti dell’orientamento spazio-temporale, il grafismo, la capacità di espressione, ecc..

Incontri con i genitori

Incontri regolari con i genitori permettono all’équipe

di rendere conto delle difficoltà e dei progressi del bambino e ai genitori di testimoniare le loro preoccu-pazioni e le loro osservazioni sul cammino percorso dal loro figlio.

Giacomo Gherardini

La domanda è:che cosa ti ricordi più volentieri di aver fatto con zorba? Qual è la cosa che ti è piaciuta di più?

interviste ai ragazzi:

A me è piaciuto andare in piscina da Cristina.In quest’ anno con “Zorba” mi ci son trovato bene. Ab-biamo un pulmino, ci siamo andati aMontemarciano.Io ed altri facciamo il Cal-ciosociale e lì si fanno

tornei. Ci sono tanti ragazzi.(magari con questo giornalino ritrovo la bicicletta).Sono contento di aver fatto Zorba in questi anni…i mercatini..le varie cose… Anche il prossimo anno ci voglio tornare.. ma anche a 60 anni.

La cosa che mi è piaciuta di più in questi mesi è stata la gita a Borgoforra, ma anche il mare e la piscina. Quando abbiamo fatto i gavettoni mi sono nascosto nel bagno al secondo piano e da lì ho fatto il bagno a tutti! In una partita di Calciosociale ho fatto 2 goal. Il calciosociale mi piace è una nuova esperienza molto bella.

Mi è piaciuta la gita al mare, mi sono divertita…è stata una bella giornata.

Da “Zorba” ho conosciuto nuovi amici.

Mi piace mostrare i muscoli quando sono da “Zorba”. Mi piace giocare a calcio e fare gli scherzi.

Mi è piaciuta la gita al mare, gli educatori sono bravi, mi piace lavorare con loro..Abbiamo imparato a fare da mangiare, siamo stati in gita con la barca, a mangiare il gelato…e in diversi altri posti.Mi piace anche fare i lavorini con il legno e mi è piaciuto quando si sono colorati i sassolini.Mi piacerebbe anche andare in altri posti e fare le passeggiate.

Mi è piaciuto andare in giro con il pulminoe in piscina insieme a tutti quanti i ragazzi di “Zorba”.

Io quando sono con i ragazzi di “Zorba” mi piace molto fare il corso di cucinae anche quando facciamo altre cose all’oradi merenda preparo sempre il caffè per tutti.Il giorno più divertente è stato quando siamo stati in gita in barca ed io ho addirittura pilotato.Grazie mille ad Annalisa e Giacomoche ci insegnano tante cose.

Delle attività con i ragazzi di “Zorba”mi è piaciuto andare in gita in Barca a Bandella nella Valle dell’Inferno, soprattutto quando ab-biamo navigato con la barca.

A partire dal mese di febbraio, in collaborazione con il Comune di Montevarchi e con i Servizi Sociali , ci troviamo due volte la settimana nel locali del Centro Pastorale della Parrocchia del Giglio a Montevarchi. Nei primi mesi eravamo 11: due educatori, uno scout volontario e 8 ragazzi…poi nei mesi suc-cessivi sono arrivati altri tre ragazzi … e presto se aggiungeranno ancora.Siamo di Arezzo, Montevarchi, ma anche di San Gio-vanni, Cavriglia … aperti a chi può e vuole venire.Quando ci ritroviamo facciamo “il laboratorio”.

Le attività vengono pensate insieme ai ragazzi in uno spazio settimanale, chiamato “la riunione di parola” in cui possono esser fatte da parte di ciascu-no delle proposte per gli appuntamenti successivi. Nel corso di quest’anno è stato fatto un laboratorio di cucina e un laboratorio di lavorazione del legno, alternati a delle uscite nel territorio.I ragazzi hanno partecipato alla progettazione dei lavori e alla ricerca del materiale di lavoro. Nei mesi caldi si sono favorite di più le uscite a piedi in vari

posti di Montevarchi, o più lontane, con il nostro pulmino, come a San Giovanni, Reggello, Cavriglia, Loro Ciuffenna, all’oasi di Bandella, senza farsi mancare qualche tuffo in piscina e addirittura una gita al mare. Nel mese di Maggio eravamo all’iniziativa Monte-varchi Socialmente Responsabile organizzata dal comune di Montevarchi con uno stand nel quale abbiamo fatto il gioco “Gira la ruota” con premi pre-parati dai ragazzi stessi e da un gruppo di volonta-rie che aiutano la nostra dell’associazione. Anche chi poteva avere delle difficoltà a mantenere un impegno o inserirsi in un gruppo è venuto con regolarità. In alcuni mesi si è creata una piccola “rete”..ognuno con la sua personalità dà il suo tocco originale …. e quando uno manca … si sente. Abbiamo effettuato anche un caso di laboratorio individuale: un luogo e uno spazio disponibile per chi magari ancora non è pronto a condividere un’ esperienza di gruppo, ma a cui tentiamo di garan-tire un posto con delle attività che rispondono ai

Mi piace “Zorba” perché si fa tante cose…si va in giro…al mare.

Mi è piaciuto andare a Follonica. Mi piace il mare anche se l’acqua è salata. Vorrei far venire tutti i ragazzi da “Zorba”. Con il calciosociale, che c’è il gio-vedì dalle 7 alle 9, facciamo le partite e ci alleniamo. Siamo andati anche a Roma. Noi dovremmo tornare là, oppure verranno i ragazzi di Napoli o di Scampia a trovarci. Siete tutti invitati.

suoi interessi. Lo scopo è quello di essere punto di incontro in cui ciascuno può portare e proporre quello che più gli interessa.

Questo anche per i genitori, sui quali noi educatori sappiamo di poter contare e loro sanno di poter contare su di noi. Per loro infatti abbiamo riservato uno spazio ogni tre settimane per po-terci incontrare, se lo desiderano, si sono fatti dei buoni incontri si è creato un clima di fiducia, confidenza e collaborazione.

La volontà dell’associazione Zorba è quella di provare a crescere insieme, a essere un’ occasione per tutti per esprimersi e rendersi autonomi, a essere punto di ri-ferimento per chi rischia di essere “lasciato fuori” dai legami sociali. Legami che si creano nel tempo… e che hanno tutta l’intenzione di continuare.

Annalisa R

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Page 2: ZORBA NEWS N. 1

UNA NUOVA ESPERIENZA... IL CALCIOSOCIALENella primavera dello scorso anno

siamo venuti a conoscenza di una

bella esperienza che ormai da anni

viene praticata a Roma, il CALCIO-

SOCIALE. Ci siamo ben documen-

tati ed il 1’ Giugno, con un gruppo

di “pionieri” siamo partiti alla volta

di Formello per conoscere meglio

questa esperienza. Ne siamo tor-

nati entusiasti e così anche noi ad

Ottobre abbiamo iniziato a proporre

questa nuova attività a chiunque lo

desideri … abbiamo iniziato in pochi

ma quando a Luglio ci siamo salutati

per la pausa estiva eravamo già una

quarantina e adesso non vediamo

l’ora di ricominciare ….

Ma cosa è il Calciosociale? E’ a tutti

gli effetti la pratica dello sport più

amato dagli italiani, il calcio, tanto

è vero che nel Calciosociale ci sono

alcune norme base del calcio, la dif-

ferenza sostanziale tra i due risiede

nella finalità e in alcune regole che

rendono il Calciosociale capace di

ristabilire quel corretto uso dei valori

che il calcio moderno ha perso ormai

da tempo.

In sintesi il Calciosociale è una nuova

tipologia di calcio, dove l’autenticità

dei valori e del buon gioco contribu-

iscono allo sviluppo di un agonismo

sano e la massima apertura rende le

persone libere di partecipare a pre-

scindere dalle loro qualità tecniche

e fisiche.

Può partecipare al campionato di

Calciosociale ogni persona di sesso

maschile o femminile, di età com-

presa tra i 10 e i 90 anni, anche in

presenza di alcune disabilità. In ogni

squadra sono presenti un educato-

re, responsabile della squadra, e un

capitano. Il capitano ha il compito di

motivare i compagni e aiutarli nella

crescita tecnico – tattica, mentre

l’educatore ha il compito di facilitare

i suoi compagni nel vivere l’espe-

rienza del campionato in modo ricco

e costruttivo, accompagnandoli

nella crescita personale, cercando

di aiutarli a mettersi in gioco nella

relazione con se stessi e con gli altri,

e cercando di farli diventare una

“squadra” perché al Calciosociale

non si aderisce con una ns. squadra

già pre-costituita ma vi si aderisce

personalmente … le squadre ven-

gono poi fatte da un apposito comi-

tato dopo un’attenta valutazione di

ogni giocatore, al quale viene dato

un coefficiente valutativo, in modo

tale che risultino il più equilibrate

possibili tra di loro. In ogni squadra

deve, infatti, esserci la presenza di

un disabile, di una donna, di uno

straniero e devono essere presenti

tutti i coefficienti di valutazione.

I due capitani delle squadre che

giocano, si occupano direttamen-

te dell’arbitraggio prendendo di

comune accordo le decisioni neces-

sarie perché nel Calciosociale la pre-

senza del’’arbitro non è contemplata

ma ogni giocatore deve abituarsi ad

“auto-giudicarsi”.

Uno degli obiettivi del Calciosocia-

le è, inoltre, aiutare ragazzi e adulti

a entrare in una logica di collabo-

razione e condivisione, in campo

come nella vita. È importante che le

capacità dei singoli vengano messe

a disposizione del gruppo, non solo

facendo goal per la propria squa-

dra, ma anche aiutando i compagni

a segnare. Per questo ogni giocatore

non può segnare più di tre goal a

partita e il rigorista è sempre il gioca-

tore con minor coefficiente valutati-

vo, in sua assenza il rigore è affidato

al giocatore con minor coefficiente

in campo, questo perché tutti pos-

sono diventare leader, anche colui

che sulla carta sembra non avere

nessuna possibilità.

Altra regola fondamentale del calcio-

sociale è che sono previsti cambi dei

giocatori ogni 5/10 minuti perché

nessuno deve rimanere in panchina

…. a tutti devono essere date varie

opportunità nel gioco come nella

vita.

Chiunque desidera partecipare o saperne di più può contattare:

Maurizio 335/5443307Mirio 347/5767111

numero 1 - settembre 2010

ChI SIAMO E COSA fACCIAMO

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TI INFORMIAMO ChE LE OFFERTE EFFETTUATE A:"ZORBA" ASSOCIAZIONE DI PROMOZIONE SOCIALE ONLUSSONO FISCALMENTE DEDUCIBILI SIA SE EFFETTUATE DA PERSONE

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per diventAre soCio...

“zorba…. amico gatto… ti chiedo di farmi tre promesse… Promettimi che non ti mangerai l’uovo … Promettimi che ne avrai cura fino a quando non sarà nato il piccolo … e promettimi che gli insegnerai a volare …” (Luis Sepùlveda)

E’ con questi desideri che il 9 Apri-le 2008 è iniziato il viaggio di Zorba Associazione di promozione Sociale ONLUS. Ancora i chilometri fatti sono pochi ma tutti vissuti molto intensa-mente insieme a tanti meravigliosi gabbiani. I protagonisti del nostro viaggio sono tanti ragazzi con diffi-coltà fisiche o psichiche con i quali cerchiamo di raggiungere dei “piccoli-grandi” traguardi. “volare mi fa paura” stridette Fortunata alzandosi. “quando succederà io sarò con te” miagolò zorba …(Luis Sepùlveda)Il nostro principale desiderio è quel-lo di stare vicino ad ogni ragazzo per cercare di conquistare la sua fiducia, aiutarli ad acquisire fiducia in se stessi, dargli delle piccoli autonomie e sti-molarli a tirar fuori alcune loro belle capacità che altrimenti rimarrebbero sopite. Cerchiamo di farlo attraverso vari tipi di laboratori, dal legno, ai sassi colorati, al laboratorio di cucina …., attraverso incontri di socializzazione, attraverso varie gite per la conoscenza del territorio.

“Sei una gabbiana …. ti vogliamo tutti bene, Fortunata. e ti vogliamo bene per-ché sei una gabbiana. non ti abbiamo contraddetto quando ti abbiamo sentito stridere che eri un gatto, perché ci lusin-ga che tu voglia essere come noi, ma sei diversa e ci piace che tu sia diversa … ti abbiamo protetta fin da quando sei uscita dall’uovo. ti abbiamo dato tutto il nostro affetto senza alcuna intenzione di fare di te un gatto. ti vogliamo gab-biana. Sentiamo che anche tu ci vuoi bene, che siamo i tuoi amici, la tua fa-miglia, ed è bene che tu sappia che con te abbiamo imparato qualcosa che ci riempie di orgoglio: abbiamo imparato ad apprezzare, a rispettare e ad amare un essere diverso.” (Luis Sepùlveda)

Prendere coscienza ed accettare le di-versità che ci sono in ogni persona di-venta quindi un passaggio obbligato-rio per poter superare, purtroppo non tutti, ma sicuramente molti ostacoli che via via incontriamo. In quest’an-no sono state tante le avventure che abbiamo vissuto sia nei pomeriggi d’inverno, sia in quelli d’estate, ma, probabilmente, l’avventura più bella è stata l’introduzione del Calciosociale, un nuovo modo di vedere e vivere il calcio, dove nessuno rimane mai in panchina, dove l’autenticità dei valori e del buon gioco è priorità rispetto all’agonismo e alla ricerca del risultato.

“… e’ molto facile accettare e amare chi è uguale a noi, ma con qualcuno che è diverso è molto difficile e tu ci hai aiuta-to a farlo…”(Luis Sepùlveda)Il nostro viaggio è appena iniziato, for-se stiamo ancora godendo dell’euforia dei primi momenti o forse, più proba-bilmente, la spontaneità, la generosità, la bontà dei nostri protagonisti sono cose che davvero contagiano e non possono lasciarci indifferenti. “volo! zorba! So volare” strideva eufori-ca Fortunata dal vasto cielo grigio.(Luis Sepùlveda)

Ogni traguardo raggiunto poi, anche se piccolo, è sempre una gioia così grande che diventa per ognuno di uno stimolo, anzi, oserei dire quasi un obbligo, a voler continuare, a voler an-dare avanti, a voler fare ancora di più, con moderazione, con “giudizio” ma anche con un pizzico di spregiudica-tezza ed una buona dose di coraggio perché …. l’umano accarezzò il dorso del gatto. “bene, gatto. ci siamo riusciti.” Disse sospirando. “Si, sull’orlo del baratro ha capito la cosa più importante” miagolò zorba……” che vola solo chi osa farlo”. (Luis Sepùlveda) “Zorba APS ONLUS” Cristina

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