Zona SISMica - Giugno 2015

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NUMERO 24|GIUGNO 2015 “VOI DATE BEN POCO QUANDO DATE DEI VOSTRI BENI. È QUANDO DATE VOI STESSI CHE DATE DAVVERO” (KHALIL GIBRAN-IL PROFETA) www.sism.org

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Numero 24 - Giugno 2015

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NUMERO 24|GIUGNO 2015

“VOI DATE BEN POCO QUANDO DATE DEI VOSTRI BENI. È QUANDO DATE VOI STESSI CHE DATE DAVVERO”

(KHALIL GIBRAN-IL PROFETA)

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LA REDAZIONECoordinatore di ProgettoMaria Luisa Ralli - Sede Locale di Siena

RedazioneIlaria Rossiello - Sede Locale di AnconaCarlo Chessari - Sede Locale di CataniaCaterina Pelligra- Sede Locale di ParmaNoemi Streva - Sede Locale di SienaStefania Panebianco - Sede Locale di Messina Lucia Panzeri - Sede Locale di Monza

Publications Group CoordinatorPaolo Miccichè - Sede Locale di Palermo

info: [email protected]

SISMIl SISM - Segretariato Italiano Studenti in Medicina è un’associazione no-profit creata da e per gli studenti di medicina.

Si occupa di tutte le grosse tematiche sociali di interesse medico, dei pro-cessi di formazione di base dello studente in medicina, degli ordinamenti che regolano questi processi, dell’aggiornamento continuo dello studen-te e riesce a realizzare tutto ciò attraverso il lavoro di figure preposte a coordinare i diversi settori sopraddetti sia a livello locale che nazionale.

Il SISM è presente in 37 Facoltà di Medicina e Chirurgia sparse su tutto il territorio.

Aderisce come membro effettivo all’IFMSA (International Federation of Medical Students’ Associations), forum di studenti di medicina provenienti da tutto il mondo riconosciuto come Associazione Non Governativa presso le Nazioni Unite.

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EDITORIALE di Maria Luisa RalliIL SALUTO DEL PGC di Paolo Miccichè 4QUEI RUGGENTI ANNI ‘90

di Francesco Talarico 5SCEGLI UN LAVORO CHE AMI E NON DOVRAI LAVORARE NEPPURE UN GIORNO IN VITA TUA

di Arianna Caracciolo 7IL DONO DI SÈ: UN GESTO DI AMORE INCONDIZIONATO E LIBERTÀ di Beatrice Righetti 10SALUTE PUBBLICA: QUALE RUOLO PER I FUTURI MEDICIdi Cristiano Alicino 12LA NOSTRA ESPERIENZA NELLO SCORA X CHANGE: DAL VIAGGIO IN TUNISIA AL PROGETTO ITALIANO

di Matteo Vismara e Ludovica Ferrari 15ATTIVISMO IN SALUTE: PRIMI APPROCCI CON LA RETE

dei ragazzi che hanno partecipato alla riunione RIISG 18XLVI CONGRESSO NAZIONALE. LA PRIMA ESPERIENZA PERSONALE di Fabio Falcone 24CONCORSO DI ACCESSO ALLE SCUOLE DI SPECIALIZZAZIONE: ISTRUZIONI PER L’USO

di SWG (In)Formazione 26

INDICE

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Ben ritrovati SISMici! Siete pronti per questa caldissima sessione estiva? Af-fannati già sui libri? Bene prendetevi una piccola pausa con questo numerodi ZS e non ne resterete delusi;)

Continua il cammino nei 45 anni del SISM e come?Facile, con Cristiano Alicino , ben due volte presidente del SISM, nel” Salute Pubblica. Quale ruolo per i med-ici del futuro?” ci spiega oggi che cosa significa occuparsi di Salute Pubblica e che ruolo avranno i medici.Francesco Talarico, fondatore della sede locale di Catanzaro e presidente per ben due anni del SISM in “quei ruggenti anni 90” ci parla della storia del percorso forma-tivo in Medicina.

Nelle piazze recentemente, si è par-lato di donazioni e il SISM immancabil-mente è sempre in prima linea: Beatrice Righetti, ne “il dono di sé: un gesto di amore incondizionato e libertà” ci spie-ga il significato più profondo di questo gesto.

L’ultimo Congresso ha segnato ognuno di noi e c’è chi ne vuole rendere partecipe

il SISM tutto: Fabio Falcone ne “la prima esperienza nazionale” ci racconta il suo punto di vista di questo ultimo congres-so.

Arianna Caracciolo,invece, ne “il sis-tema di Buddy: cosa e perché- ovvero: constatazioni di una papera impegnata” ci parla di quanto sia stato entusiasman-te il suo ruolo da Buddy all’interno della SCOME quest’anno.

Il 23 Maggio si è tenuto a Bologna nella sede del CSI l’incontro della RIISG , Rete Italiana per l’Insegnamento della Salute Globale, i ragazzi che vi hanno parteci-pato ce ne parlano nell’ “Attivismo in Salute. Primi approcci con la rete.

Infine ,avete programmato le vostre vacanze? Volete fare un viaggio emozi-onante e impregnato di spirito SCORA? Matteo Vismara e Ludovica Ferrari vi presentano il perfetto connubio in “la nostra esperienza nello Scora X Change : dal viaggio in Tunisia la progetto italiano.

Per adesso è tutto!! IN BOCCA AL LUPO PER QUESTA SESSIONE!

EDITORIALE

Maria Luisa Ralli

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IL SALUTO DEL PGCPaolo Miccichè

In panico per la sessione di esami im-minente?!In depressione post-congresso e in soli-tudine?!La voglia d’estate comincia a essere davvero tanta e irrefrenabile?!

Bè, signore e signorii, questo nu-mero di Zona SISMica vi darà una bella scossa e un bel po’ di carica! La nostra SISM Time Machine oramai è in piena attività e non si fermerà di certo ora, ma la storia è fatta di tanti eventi e tante esperienze, ecco perchè noi non viviamo solo nel passato, ma vi offriamo

tanti spunti di riflessione e di svago dal-lo studio!

L’estate sta arrivando, ma noi non an-diamo in vacanza!Vi abbiamo ingolosito e spronato al Con-gresso, adesso non vi resta che lasciarvi coinvolgere e lanciarvi per il prossimo numero!

Insomma, belli carichi, il sole bacia i belli....E noi lo siamo tanto!

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QUEI RUGGENTI ANNI ‘90

Francesco Talarico è stato fonda-tore della Sede Locale di Catanzaro nel 1988 e Local Exchange Officer per qualche anno. È stato membro del Consiglio Nazionale dal 1990 e per due anni (1991-92) ha rivestito la carica di Presidente Nazionale.Ha raccolto il nostro invito “per-ché ci sarebbero tante cose da rac-contare e questo mi permette di tornare indietro in quegli anni così carichi di aspettative di entusiasmi”.Ci parlerà della storia del percorso formativo in Medicina, dell’evoluzione degli scambi culturali e dei cam-biamenti socio-politici dell’epoca in questo interessante contributo che vedrà una seconda parte nel numero di luglio di Zona SISMica.

Per quanto riguarda il percorso forma-tivo medico, è da premettere che mi sono laureato nel 1992. è importante notare che mio padre, laureatosi in Me-dicina negli anni ‘40, aveva un curricu-lum formativo che, rispetto al percorso formativo in vigore negli anni ‘80 (27 materie), presentava solo una materia in meno, ovvero la biochimica. Quindi a ben 40 anni di distanza c’era una sola materia di differenza tra i corsi di studi.Mi sono trovato nel mezzo della tran-sizione tra il vecchio corso di studi de-gli anni ‘80 e la così detta nuova “Ta-bella XVIII” che in quegli anni veniva applicata in regime sperimentale in alcune Università, tra cui quella di Catanzaro. In seguito la “Tabella XVI-II” sarebbe diventata il percorso di studi a livello nazionale. Ho quindi iniziato con il percorso classico a 27 materie e ho concluso con un numero di materie praticamente raddoppiato.In quegli anni il SISM collaborava attiva-mente con la SIPeM, la Società Italiana di Pedagogia Medica, in particolare sul-la sperimentazione didattica nel nuovo ordinamento. Abbiamo assistito alla smobilitazione della Patologia Medica e Chirurgica che comprendeva tutti gli insegnamenti delle moderne “sistemat-iche”, materia che venne smembrata

in tante materie riferite a specifici organi o apparati. Tale radicale cam-biamento era sicuramente determinato dall’esplosione della conoscenza medi-ca, legata ai progressi della tecnologia che ha comportato una iperspecializ-zazione ed una frammentazione del sa-pere medico. Possiamo dire che negli ul-timi trent’anni c’è stata l’affermazione del medico “tecnologico”, con i pregi e contraddizioni che questa evoluzione ha comportato. Ad oggi, gli ambiti di intervento sono molto più vasti che in passato ma, al tempo stesso, la tecnolo-gia ha creato una distanza tra medico e paziente che rende necessaria un’opera di ricomposizione del rapporto medico-paziente in chiave personale e fiduci-aria, come era consuetudine nei tempi andati. Inoltre, c’è stato un progressivo abbandono della cosiddetta “semeioti-ca fisica” in favore di quella strumen-tale, e questo scenario ha stimolato un’ esigenza di recupero di conoscenze e competenze mediche basate sull’acume clinico e sulla osservazione diretta.È il caso di rammentare che fino al 1994 bastava il semplice Corso di Lau-rea per diventare medici di Medicina Generale, prima dell’introduzione di un percorso formativo specifico di 3 anni, e che solo dal 1991-1992 in poi sarebbe stato possibile specializzarsi con la borsa di studio. Ho avuto la for-tuna di essere il primo specializzando in Igiene ai sensi delle norme CEE del-la mia Università. Il nuovo percorso formativo con frequenza obbligatoria ha sicuramente conferito dignità e sp-essore alla formazione specialistica.Sono anni in cui non solo si modifica solo la figura del medico, ma anche quella del paziente. Infatti, con un’altra significativa transizione si è passati dal cosiddetto “paternalismo medico”, caratterizzato da fiducia in-condizionata del paziente nei riguardi del medico, a una situazione in cui il paziente ha iniziato a essere protago-nista delle proprie scelte di salute. Situazione questa che è poi sconfinata in un’escalation anche di tipo giudizi-

Francesco Talarico

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ario, fino a determinare il fenomeno della cosiddetta “medicina difensiva”.

Per quanto riguarda l’evoluzione degli scambi culturali e della cooperazione internazionale, posso dire, con una pun-ta di orgoglio, che il SISM è stato il pre-cursore dei grandi programmi, tipo Er-asmus, che hanno permesso l’affermarsi degli scambi culturali e professionali in ambito europeo. All’epoca in cui ap-partengo, in effetti, il SISM era l’unica occasione per uno studente medicina di poter svolgere un’esperienza all’estero. Tuttavia, proprio in quegli anni carat-terizzati da fervore ideologico in fa-vore dell’Unione Europea, si stavano affermando nuove modalità di scambio, come appunto il progetto Erasmus, e si andava definendo l’idea del mutuo ri-conoscimento dei curricula che avrebbe permesso la libera circolazione dei pro-fessionisti.Il SISM è stato in prima linea con pro-getti quali “Insert-med” che consist-eva nell’inserire all’interno di Erasmus delle iniziative proposte dal SISM e con la partecipazione al processo di mutuo riconoscimento dei curricula tra i Paesi Europei.

Questi riferimenti non devono essere solo un motivo di orgoglio ma anche di consapevolezza del modo in cui un im-pegno giovanile possa tradursi in con-tributi concreti in grado di influenzare i percorsi storici e culturali della co-munità di appartenenza, nello specifico quella Europea.In quegli anni anche la conoscenza della lingua era un fenomeno poco diffuso, così come la partecipazione agli scambi culturali. Durante il primo anno in cui si condusse la campagna scambi a Catan-zaro, su 10 posti che vennero proposti, 7

andarono deserti per mancanza di parte-cipanti. Infatti, da parte della comunità studentesca dell’epoca c’era una certa diffidenza nell’affrontare un’esperienza all’estero. Dopo il primo anno, i primi tre studenti che erano partiti e ritor-nati con il loro bagaglio di entusiasmo per l’esperienza effettuata fecero da volano per tutti gli altri: alla successiva selezione per 10 posti si presentarono ben 28 studenti.Piccola digressione sullo spirito di quel tempo, molto diverso dall’attuale: mol-ti di noi impegnati nel SISM erano anche coinvolti in associazioni europeiste: io, per esempio, ero iscritto alla “Gioventù Federalista Europea” e all’associazione “Europa una struttura un progetto”. In quegli anni, l’Europa veniva considerata un sogno da costruire e una meta da raggiungere. È paradossale vedere come l’Europa di oggi venga invece vissuta come una sovrastruttura scomoda e pos-sibilmente di cui sbarazzarsi.Eppure lo spirito e l’entusiasmo gio-vanile ha sicuramente contribuito alla costruzione della casa comune europea. Credo che uno dei ruoli che il SISM possa attualmente giocare sia proprio quella di recuperare lo spirito di quegli anni e sostenere la causa europea, questa volta non solo sulla base di aridi indicatori eco-nomici ma sulla scorta di progetti di integrazione culturale e di comunanza valoriale.Non dimentichiamo che lo spirito della Gioventù Federalista Europea era quello di considerare il federalismo come prin-cipale antidoto alla guerra: se si eli-minano i confini si eliminano anche le guerre. Considerando quanto sta av-venendo in questi anni questa visione conferma tutto il suo valore profetico.Continua sul prossimo numero di Zona SISMica

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SCEGLI UN LAVORO CHE AMI E NON DOVRAI LAVORARE NEPPURE UN GIORNO IN VITA TUA

Arianna Caracciolo

Il Sistema di Buddy: cosa e perché – ovvero: Constatazi-oni di una papera impegnata

Quando mi venne chiesto di entrare nella SCOME (la Standing Committee on Medical Education, l’area del SISM che si occupa di Educazione Medica), nel Novembre 2013, ero molto titubante. Avevo paura di non aver il tempo da dedicarle, di non aver l’esperienza per farlo, di non essere all’altezza del compito.Mi chiamo Arianna Caracciolo e una cosa che di sicuro si impara subito conoscendomi è l’enorme passione che metto nelle cose, l’impegno e la forza delle mie parole, la carica emotiva che mi pervade quando faccio qualcosa che mi piace. E la SCOME mi piaceva: mi piaceva, e mi ci son tuffata a capofitto.A circa un anno di distanza riprovai lo stesso brivido: avevano aperto la chiamata per lo SCOME Team, e io non avevo la più pallida idea di cosa mate-rialmente fosse o comportasse. Lessi e rilessi più volte la mail che era stata inviata, e scrissi la motivation letter di getto, senza rileggerla, lasciando che le mie emozioni si riversassero sulla tasti-era del pc tramite le dita; volevo fare di più: volevo che la mia energia fosse impegnata in qualcosa di più grande, volevo mettermi a confronto con i migliori e imparare da loro, volevo crescere e assorbire tutta l’esperienza degli altri riguardo l’educazione medica. E, incredibilmente, fui scelta per il ruolo di referente per le Metodi-che di educazione medica - e ora sono qui a parlarvi.I primi mesi sono stati duri: avevo gli stessi pensieri negativi di inadeg-uatezza e insufficienza che avevo avuto quando mi avevano chiesto di entrare nel mondo della Medical Education: erano tutte persone più adulte di me, più avanti di me negli studi, con più es-perienza nella vita e nell’associazione, persone che conoscevano ogni sigla

possibile (ma vi assicuro che, quando ci si fa un poco la mano, quegli spaventosi acronimi in realtà non fanno più così paura!) e che avevano ben presente come organizzare e strutturare meet-ing, congressi e quant’altro.Poi ho ingranato la marcia, come si suol dire, e mi sono messa più attivamente all’opera. Ora invio mail con animazi-oni di papere alla mailing list SCOME su quello che per ora è il mio compito nel nazionale: organizzare il Sistema di Buddy.

Il Sistema di Buddy si pone come obiet-tivo quello di mettere in comunicazi-one tra di loro persone di area SCOME (inizialmente pensato unicamente per i LOME (Local Officer for Medical Education), ora si sta allargando anche ad Assistant e Collaboratori) al fine di permettere uno scambio di competen-ze, opinioni e pensieri riguardo l’area, i suoi progetti, l’organizzazione degli stessi.Tuttavia - nella mia modesta opin-ione - il Sistema di Buddy è, in primo luogo, uno strumento: un bellissimo strumento che promuove la crescita individuale e collettiva, sia dal punto di vista personale che associativo; è quell’opportunità che diamo ai ragazzi e alle ragazze che lavorano ogni giorno in SCOME di conoscersi, di aver una più ampia panoramica dei progetti, di capire davvero ciò che il mondo della Medical Education cela, di vivere l’area e l’associazione dotati di una marcia in più.Ho toccato in prima persona l’importanza di un sistema del genere in maniera molto semplice: provandolo. Ho preso parte ad alcuni degli OLM (On Line Meeting, solitamente chiamate skype tra più di due persone) previsti tra le Sedi Locali - suddivise, come coppie o triplette, in Team - e ancora una volta mi son tuffata a pesce in un qualcosa che mi sono resa conto di non aver compreso a pieno.Prima di questo Maggio avevo sempre e solo vissuto la mia Sede Locale; prima

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dell’ultimo congresso non avevo mai partecipato a eventi nazionali o extra-SL, quindi conoscevo solo la realtà di Parma. Mi è bastato scambiare qualche parola con i LOME di Messina, di Bari, di Siena, di Catania, di Ferrara, per capire quanto in realtà fosse profondo l’iceberg che si intravedeva appena sopra il livello dell’acqua. Una consa-pevolezza mi ha colpito all’improvviso, una consapevolezza così banale da non esser mai stata neanche intravista dalla sottoscritta in due anni di SISM: esiste un mondo, lì fuori, fatto da persone non migliori o peggiori di noi, ma con vite, sogni, esperienze diverse, per-sone che possono aiutarti a crescere e a migliorarti sotto molti aspetti; mi sono lasciata trascinare dalla passione dei LOME con cui ho parlato, dai loro dubbi e dal diverso modo di impostare i progetti, di vederli; ho rivisto me stessa negli Ass che hanno partecipato al sistema, un poco titubanti o vergog-nosi, e ho rivisto me stessa al congres-so, conoscendo molte persone – come me – molto giovani dal punto di vista SISMico, persone che sono – che erano - come ero io prima di interfacciarmi con il SISM Nazionale, che non avevano idea di cosa fosse un OLM o uno SWG o cosa facessero nel dettaglio il NOME e il LOMEi.Se c’è una cosa che ho capito, questa è che lo strumento che offriamo è una cosa veramente grande; è veramente grande per il semplice motivo che, caspita, ti dona l’opportunità di allar-gare i tuoi orizzonti, di capire perché quel progetto viene organizzato così bene in quella realtà, del perché in

quell’università riescono a fare trenta corsi TCB (Tecniche Chirurgiche di Base) o perché in quella SL non riesce a partire l’Ospedale dei Pupazzi: ti dona l’opportunità di prendere il meglio dagli altri, di sederti e ascoltare per-sone che sono riuscite in cose in cui tu magari hai fallito, cose che magari non hai neanche pensato o provato a fare; l’opportunità di legare con persone con cui non devi per forza diventare amico, ma che hanno delle conoscenze diverse dalle tue, che hanno gli strumenti per aiutarti a essere una persona migliore, un futuro medico migliore.

Ero abbastanza spaventata da questo Congresso di sicuro non mi crederete, ma io ho davvero difficoltà a stringere amicizia, a confrontarmi con gli altri come persone alla pari, e ho assoluta-mente il terrore di parlare in pubblico, mettermi in mostra, essere al centro dell’attenzione.Chi mi ha visto a Chianciano riderà leggendo questa premessa: ho tenuto delle sessioni, ho fatto gruppo, ho fatto partire cori dopo la creazione di un tavolo SCOME alla cena di sabato. Mi sono fatta notare, mi sono fatta valere, ho voluto provare a essere un punto di riferimento per quelle persone che ho visto e conosciuto, quelle persone in cui mi sono, come già detto, rivista; ho provato a esser la persona che avrei voluto avere al mio fianco se fossi stata voi, ho provato a esser la per-sona che voglio essere. E di sicuro non mi crederete neanche in questo, ma ciò lo devo al Sistema di Buddy. L’aver stalkerato molte persone su facebook,

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l’aver mandato mail, l’aver fatto OLM, mi ha permesso di riconoscervi: sono arrivata al mio primo congresso cono-scendo fisicamente solo pochissime persone, ma vi ho riconosciuti, LOME e Ass di tutta Italia, vi ho riconosciuti e l’allegria, la semplicità, la passione dell’essere tutti insieme mi ha cattu-rato e mi ha portato a dare il meglio di me.

Il Sistema di Buddy non è un obbligo; non è solo un qualcosa che bisogna fare perché ce lo impone il Nazionale. Nessuno vuole imporvi niente, nessuno vuole costringervi a fare cose di cui non avete voglia o di cui non vedete l’importanza. Il Sistema di Buddy è il migliore strumento che, a mio parere, ci dà la SCOME per raggiungere un qualcosa di molto sottovalutato: la fratellanza. Perché fratellanza non è solo stare insieme quattro giorni a un congresso, non è solo conoscere un nome e

ricordare un volto: fratellanza è anche stima, è anche rispetto, è riconoscere l’altro come una persona da cui si può imparare. Io ho imparato molto, da ognuno di voi, e spero di continuare a farlo. Il Sistema di Buddy è il metodo tramite cui ci teniamo in contatto in modo mediamente formale, tramite cui discutiamo delle nostre idee riguardo la Medical Education, ci confrontiamo, creiamo, facciamo - e io posso dirmi orgogliosa di farne parte.

“Scegli un lavoro che ami, e non dovrai lavorare neppure un giorno in vita tua” – e io sento che la SCOME è questo: il luogo in cui ogni volta che impegno e impiego la mia energia questa mi torna indietro amplificata di cinque – dieci - venti volte, perché il vostro entusiasmo e la vostra passione mi hanno commosso, mi hanno fatto capire che ne vale davvero la pena, mi aiutano ogni giorno a credere davvero che ciò che ho scelto di fare è la cosa giusta.

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IL DONO DI SÈ, UN GESTO DI AMORE INCONDIZIONATO E LIBERTÀ

“Voi date ben poco quando date dei vostri beni. E’ quando date voi stessi che date davvero.”(Khalil Gibran- Il Profeta)

Cercando sul vocabolario la parola “do-narsi” appare la seguente definizione: “Dedicarsi completamente a qualcuno/Dare spontaneamente qualcosa di sé a qualcuno senza un compenso.”Esistono un’infinità di modi in cui uno qualsiasi di noi può decidere di donare sé stesso ad un altro: posso donare il mio tempo ad un amico o ad uno scon-osciuto, posso donare un sorriso ad un passante, ma quanto di ciò che doniamo ci cambia davvero?

La storia che voglio raccontarvi oggi è quella di un giovane ragazzo: Samuele.Samuele si è ammalato nel 2009, all’età di 21 anni, di Leucemia Linfoblastica Acuta PH+.Potete tutti immaginare quanto il suo mondo sia stato sconvolto dalla malat-tia, quanto tutto fosse improvvisamente diverso.Fra una chemioterapia e l’altra, si era profilata una sola possibile soluzione, una sola terapia efficace: il trapianto al-logenico di midollo osseo. Samuele non ha avuto la fortuna di avere un donatore correlato, che appartenesse alla sua famiglia e così ci si è rivolti al database internazionale ed è stato trovato un do-natore non correlato negli Stati Uniti. (Per comodità mi rivolgerò al donatore come ad un lui.)

Uno sconosciuto in quel momento rice-veva una telefonata inaspettata. Una telefonata importante, una telefonata che avrebbe cambiato la sua vita per sempre: avevano trovato una persona compatibile con lui, un essere umano per lui senza un volto, senza un nome, senza una storia, che aveva bisogno del suo aiuto per ricominciare a vivere.Una creatura che per un volto, un nome ed una storia l’aveva e avrebbe potuto continuare ad averla grazie alla sua

In quel momento dall’altra parte del mondo, il donatore iniziava a com-prendere il significato di essere l’unica possibilità di salvezza per un altro es-sere umano e quanto dalla sua deci-sione dipendesse: il futuro di una per-sona, che a quanto ne sapeva poteva essere una giovane madre, un nonno, un bambino, era nelle sue mani, o per essere più precisi: nelle sue ossa.Le speranze di una famiglia intera, di un cerchio di amicizie, le sper-anze di una vita dipendevano da lui.La responsabilità di salvare una vita: quale fardello, quale opportunità, quale onore.

Non ci è dato sapere se lui ab-bia tentennato o meno, ma sap-piamo che sicuramente ha vinto ogni paura e ha scelto di donarsi.

L’1 aprile 2010 si è sottoposto all’intervento per la donazione e il 2 aprile Samuele è stato trapiantato.

Nessuno avrebbe potuto regalare a Sam-uele qualcosa di più importante. Nessu-no avrebbe potuto offrirgli qualcosa di più desiderabile: una seconda chance.

Ma Samuele non avrebbe potuto regalare a lui qualcosa di migliore: la possibilità di fare qualcosa di più che concreto per un altro essere umano. La possibilità di dare un senso alla propria esistenza.

I donatori non vogliono essere definiti come eroi, perché non lo sono. Non sono diversi da una persona qualunque, non indossano un’armatura scintillante come Ironman, non sanno volare come Superman e non si aggirano per Gotham avvolti nell’oscurità della notte.Dalle persone comuni però si diversificano in qualcosa: non conoscono l’indifferenza e sono capaci di un amore infinito.Proprio per questo scelgono l’agire, scelgono il donarsi con tut-ti i sacrifici che ci può comportare.I pazienti spesso, così come le loro famiglie, parlano di “miracolo”

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Beatrice Righetti

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patibile, ma quello che ricevono non è un miracolo perché un mira-colo non è nelle possibilità dell’uomo.Una scelta sì. Un dono sì.

“Ci sono quelli che danno con gioia, e quella gioia è la loro ricompensa. E ci sono quelli che danno con dolore, e quel dolore è il loro battesimo. E ci sono quelli che danno e nel dare non provano dolore, né cercano gioia, né danno pensando alle virtù. Essi danno come in quella valle laggiù, dove il mirto esala nello spazio la sua fragran-za. Per mezzo di gente come loro Dio parla, e dietro i loro occhi egli sorride alla terra.” (Khalil Gibran-Il Profeta)

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SALUTE PUBBLICA: QUALE RUOLO PER I FUTURI MEDICI? Cristiano Alicino

Cosa vuol dire oggi occuparsi di Sa-lute Pubblica? Qual è il ruolo dei med-ici nell’ambito della Salute Pubblica?Per rispondere a queste domande è innanzitutto necessario definire ciò che si intende per Salute Pubblica poiché il suo significato è spesso dif-ferente in relazione ai paradigmi valoriali e culturali di riferimento.Non si tratta di differenze meramente etimologiche, ma ad una diversa visione e definizione della Salute Pubblica cor-rispondono inevitabilmente pratiche e azioni differenti volte alla sua tutela.La definizione di Salute Pubblica, in questo senso, non può prescindere da un approfondimento del significato del ter-mine “Salute”, la cui evoluzione procede di pari passo con quella di Salute Pubblica.Certamente la definizione meglio conosciuta è quella fornita nel 1948 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nel preambolo del suo documento di costituzione: “la Salute è uno stato di completo benessere fi-sico, psichico e sociale dell’individuo e non la mera assenza di malattia”[i]Questa definizione ha avuto l’indiscusso merito di sottolineare l’esigenza di superare una concezione puramente biologica dei fenomeni morbosi. Allo stesso tempo è stata, sin da subito, og-getto di numerose critiche per il suo carattere eccessivamente utopistico nell’individuare molteplici dimensioni del benessere. Ancora oggi, a oltre 60 anni dalla costituzione dell’OMS, la mag-gior parte degli sforzi della medicina cli-nica, di quella preventiva, e in generale della politica sanitaria si concentrano quasi esclusivamente sulla dimensione biologica della salute. Ulteriori critiche hanno riguardato la scarsa operatività dei concetti di “stato” e “completezza”.In particolare, alcuni epocali cambia-menti politici, economici, sociali, de-mografici ed epidemiologici sono esitati, almeno nella parte più ricca del pianeta, in un prolungamento dell’aspettativa di vita e in un fenomeno noto come “transizione epidemiologica” in cui le patologie infettive hanno cessato

di essere la principale causa di malat-tia e morte rimpiazzate dalle malattie cronico-degenerative con le quali mil-ioni di persone convivono talvolta per alcune decine di anni della loro vita.In questo scenario, una delle principali controversie relative alla definizione di salute dell’OMS riguarda la possibilità di trovarsi in una condizione di salute pur convivendo (o adattandosi) con una condizione di patologia organica (a titolo esemplificativo si può parlare di salute di un individuo di 65 anni in stato di benessere fisico, psicologico e sociale ma portatore di by-pass, o affetto da diabete di tipo II in trat-tamento, oppure si può parlare di uno stato di completo benessere in un sog-getto disabile?[ii]).Alla luce di queste riflessioni è parso sin da subito necessario pensare alla sa-lute come “a qualcosa di maggiormente dinamico, più che uno stato definitivo, un processo di interazione continua, alla ricerca di equilibri mutevoli, fra individuo e ambiente, dove con am-biente si deve intendere una serie di innumerevoli e differenti variabili, sia di tipo relazionale, che culturale, che sociale, che propriamente fisico”[ii].Anche sulla base di queste consider-azioni, Antonio Seppilli, ha introdotto nel 1966 alcuni elementi che hanno offerto una chiave di lettura innovativa del concetto di salute: “La salute è una condizione di armonico equilibrio, fisico e psichico, dell’individuo, dinamica-mente integrato nel suo ambiente natu-rale e sociale”. Le parole “armonico equilibrio” all’interno della definizione intendevano per l’appunto conferire una dimensione maggiormente dinam-ica alla salute: “l’equilibrio diventa una costante giuocata tra interno, la capacità di controllo, ed esterno, la situazione favorevole o sfavorevole dell’ambiente reale o percepita” [ii].L’OMS, prendendo spunto da questo e da altri modelli nel frattempo proposti, ha articolato ulteriormente il conc-etto e, in un documento del 1984 sulla promozione della salute redatto in

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vista della preparazione della Carta di Ottawa, ha proposto la seguente definizione: “La salute deve essere vista come una risorsa della nostra vita quotidiana, e non come lo scopo della nostra esistenza; si tratta di un concetto positivo che pone l’accento sia sulle risorse personali e sociali che sulle capacità fisiche” e ancora “per raggiungere uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, un individuo o un gruppo deve essere capace di identificare e realizzare le proprie aspirazioni, di soddisfare i propri bisogni, di cambiare l’ambiente circostante o di farvi fronte”[iii].Accanto al tentativo di fornire una de-scrizione di ciò che la salute rappresen-ta, vi sono almeno altre due dimensioni ,non individuate nelle definizioni sin qui propose, che qualificano ulterior-mente questo concetto e che devono essere tenute in considerazione per in-quadrare il concetto di Salute Pubblica.La prima dimensione è quella della sa-lute come diritto umano, sancita per la prima volta nell’articolo 25 della Dichiarazione Universale dei Diritto dell’Uomo, firmata a Parigi il 10 dicem-bre 1948, e ribadita successivamente in numerosi trattati internazionali. In Italia, la Costituzione Repubblicana ha, fra le prime al mondo, immediatamente recepito questa dimensione, sancendo all’articolo 32 che “la Repubblica tu-tela la salute come fondamentale di-ritto dell’individuo e interesse della collettività”. Tale affermazione è stata successivamente ribadita come primo principio ispiratore dell’istituzione del Servizio Sanitario Nazionale.In particolare, l’articolo 25 della Dichi-arazione Universale dei Diritti Umani stabilisce che “Ogni individuo ha diritto ad un tenore di vita sufficiente a gar-antire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia, con particolare riguardo all’alimentazione, al vestiar-io, all’abitazione, e alle cure mediche e ai servizi sociali necessari; e ha diritto alla sicurezza in caso di disoccupazi-one, malattia, invalidità, vedovanza, vecchiaia o in altro caso di perdita di mezzi di sussistenza per circostanze indipendenti dalla sua volontà”[iv].Questa prospettiva è presente, peraltro, anche nel già citato preambolo dell’atto costitutivo dell’OMS secondo il quale “il possesso del miglior stato di salute che è capace di raggiungere costituisce uno dei diritti fondamentali di ogni essere

umano, quali che siano la sua razza, la sua religione, le sue opinioni politiche, la sua condizione economica e sociale”[i].Tale prospettiva introduce un’ulteriore dimensione della salute, intimamente intrecciata con quella del diritto uma-no: l’equità (da non confondersi con il termine uguaglianza). Il termine equità infatti si riferisce alla necessità etica di garantire a tutti gli individui la pos-sibilità di raggiungere il miglior stato di salute possibile agendo sui fattori che contribuiscono a determinare lo stato di salute di un individuo e delle comunità (cioè la Salute Pubblica).Questi fattori, definiti dall’OMS “de-terminanti di salute”, sono certamente alcuni agenti biologici e includono i comportamenti individuali (i due ambiti su cui il Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia fornisce certamente le con-oscenze più approfondite), ma abbrac-ciano anche un ventaglio più ampio di fattori – educativi, sociali, economici, lavorativi, politici – che giocano un ru-olo fondamentale nel plasmare la dis-tribuzione di fattori biologici e compor-tamentali e più in generale a definire le condizioni di vita nell’ambito del quale gli individui devono poter rag-giungere il più alto livello di salute.Nella già citata Carta di Ottawa, l’OMS sostiene che “le condizioni e le risorse fondamentali per la salute sono la pace, l’abitazione, l’istruzione, il cibo, un reddito, un ecosistema stabile, le risorse sostenibili, la giustizia sociale e l’equità. Il miglioramento dei livelli di salute deve essere saldamente basato su questi prerequisiti fondamentali”[iii].Il riconoscimento di questi prereq-uisiti sottolinea i complessi legami esistenti tra le condizioni sociali ed economiche, l’ambiente fisico, gli stili di vita individuali e la salute.In quest’ottica, la Salute Pubblica si pone come un progetto politico per-manente volto ad agire sui determi-nanti di salute al fine di garantire equamente la possibilità di raggiungere il più alto livello di salute possibile.Come è chiaro dalla varietà e dalla complessità dei fattori che contribuis-cono a determinare la salute delle co-munità, tale progetto non è responsa-bilità esclusiva del settore sanitario, ma chiama in causa in maniera inter e trans-disciplinare tutti i settori della so-cietà. Infatti, l’approccio complessivo alla salute implica che tutti i sistemi e le strutture deputate a governare le con-

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dizioni socio-economiche e l’ambiente fisico, debbano agire considerando l’impatto che il loro operato avrà sulla salute e sul benessere dei singoli indivi-dui e dell’intera comunità. Un richi-amo a tale responsabilità condivisa è l’appello lanciato all’OMS, nel rapporto conclusivo dei lavori della Commissione sui determinanti sociali di salute, in cui viene ribadita la necessità di ricercare “la Salute in tutte le politiche”[v].Nel nostro paese e nella nostra cornice concettuale di riferimento, il termine inglese Public Health viene più spesso traslato con il termine di Sanità Pub-blica (anziché Salute Pubblica) definita come la “scienza rivolta a migliorare la salute della popolazione tramite sforzi organizzati della società, utiliz-zando tecniche di prevenzione delle malattie,di protezione e di promozione della salute”.

Tuttavia pur considerando questa tra-duzione, il concetto rimane intriso di un altissimo valore sociale e politico.Perché un medico e un futuro medico dovrebbero interessarsi di Salute Pub-blica o di Sanità Pubblica?Esiste un preciso dovere deontologico per il quale il medico è contestual-mente impegnato nella tutela della salute dell’individuo e della collettività (articolo 1 Codice di Deontologia Med-ica). Inoltre, pur avendo già indicato come la tutela della Salute Pubblica sia responsabilità tutt’altro che esclu-siva del mondo sanitario, il medico, più di qualsiasi altro professionista, è testimone diretto degli esiti di scelte che ledono la salute dei singoli e delle comunità ed è pertanto portatore di un’altissima responsabilità sociale nell’adottare personalmente e incorag-giare pubblicamente atti e politiche volte alla promozione della salute.

(Cristiano Alicino è stato Presidente Nazionale 2008-2009, adesso Socio Ono-rario SISM e Alumni SISM; è specialista

in Igiene e Medicina Preventiva)

[i] Preambolo della Costituzione dell’Organizzazione Mondiale della

Sanità, 1948[ii] Adattato da L. Zanini “Salute,

Malattia e Cura. Teoria e percorsi di clinica della formazione per gli opera-

tori sanitari” Ed. Franco Angeli[iii] Organizzazione Mondiale della San-ità. Carta di Ottawa per la promozione

della Salute. 1986[iv] Dichiarazione Universale dei Diritti

dell’Uomo[v] Organizzazione Mondiale della

Sanità. Rapporto finale della Commis-sione sui Determinanti Sociali di Salute “Closing the gap in a generation”. 2008

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Matteo Vismara e Ludovica Ferrari

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LA NOSTRA ESPERIENZA NELLO SCORA X-CHANGE: DAL VIAGGIO IN TUNISIA AL PROGETTO ITALIANO

Ciao SCORAngels e SISMici tutti!! Eccomi qui di nuovo a parlarvi dello SCORA X Change (SXC)!! SCORA che cosa?? Davvero non ne avete ancora sen-tito parlare!?!? Beh, se non siete stati al fantastico e indimenticabile congresso di Chianciano siete giustificati. Al con-gresso, infatti, abbiamo dedicato mol-to tempo alla presentazione dello SXC esponendolo in Project Presentation, in Project Fair (di cui abbiamo vinto il primo premio), a una Joint Session con l’area SCOPE/SCORE ( siamo rius-citi a fare emozionare gli scambisti!! ) e a un momento dedicato in Plenary. Innanzitutto sono qui a scrivervi sia in veste di Coordinatore Nazionale del pro-getto SXC ITLAY 2015, insieme a Pietro della SL di Torino e Ilaria la NORA ( e gra-zie anche a Carmine e Denise che sono i rispettivi Coordinatori Locali a Messina e Torino), sia come partecipante dello SXC in Tunisia 2014 insieme a Ludovica, che vi racconterà la nostra esperienza. Il viaggio indimenticabile che ho vis-suto l’anno scorso è stata la molla che mi ha spinto a dedicare anima e corpo per la realizzazione di questo progetto in Italia. Essere Coordinatore Nazion-ale non è facile: fare una selezione tra 37 Motivation Letter, andare 5 volte in stazione per scoprire che i treni indicati sul sito non esistono, riscrivere la pre-sentazione di Power Point a mezz’ora prima della Plenary perchè non era in “Corporate” sono solo alcuni degli as-petti negativi di questo ruolo, ma tut-ti superati dal desiderio di regalare la possibilità ad altri SCORAngels di rivi-vere quello che ho vissuto io in Tunisia.OKAY, ma ci dici cosa è questo progetto? E’ la fusione delle emozioni culturali e professionali di una Clerkship con il coinvolgimento e la passione che car-atterizza l’area SCORA! Rispetto a una Clerkship normale non si sta un mese fermi nella stessa città ma si gira gen-eralmente su 3-4 città. Inoltre, non si svolge semplicemente attività clinica di reparto ma gli argomenti trattati, a tematica SCORA, possono essere affron-tati tramite attività professionalizzanti

effettivamente svolte in reparto, o con sessioni organizzate dalla sede locale, training, cineforum, peer education, attività in ambulatori sparsi sul terri-torio, collaborazioni con associazioni e chi più ne ha più ne metta! Si tratta di uno scambio Unilateral perciò anche se la vostra SL non accoglierà studenti che partecipano allo SXC Italy 2015 voi potete applicare per vari paesi. Quest’anno le nazioni che realizzano il loro progetto sono state, oltre a noi, il Portogallo, la Polonia, la Turchia, la Tunisia, l’Egitto, il Messico e il Nigeria. Con piccole differenze per ogni paese, il numero di partecipanti si aggira sugli 8-10, la quota di partecipazione è di 200/300 euro e i criteri di selezione sono sul Curriculum Vitae, la conoscenza del-la lingua inglese e la Motivation Letter.Un altro lato positivo di questo pro-getto è la possibilità di essere vissuto da ognuno di voi in duplice ruolo: da un lato mettete il costume nella vali-gia e via, partite per questi fantastici paesi, dall’altro l’anno prossimo po-tete essere voi stessi a organizzare lo SXC nelle vostre sedi locali, e perché no, diventare coordinatore nazionale!! L’esperienza di avere studenti strani-eri nella propria città che condividono con voi la passione SCORA è unica e rispetto a una Clerckhsip,nella quale dovete organizzare attività in ospedale per un mese intero, qui l’impegno è solo per circa 10 giorni e per le attività liberate i recinti della vostra fantasia!!Lo SXC Italy compie quest’anno tre anni, (ri)nato in terra sicula, tra Catania e a Palermo (infatti tre anni fa è stato rilan-ciato, dopo che anni fa non aveva attec-chito, stavolta avendo grande succes-so). Quest’anno stiamo procedendo alla grande, e con tutti gli scongiuri ( ragazzi ce ne servono!! ) 8 ragazzi verranno in Italia dal 17 agosto al 13 settembre. Il programma prevede 10 giorni a Messina e 12 a Torino,con 3 giorni a Genova come Social Program e 3 giorni a Firenze come Extra Program. Ma vogliamo fare le cose in grande: quest’anno lo SXC Italy è di-ventato progetto Endorsed (un nuovo

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step intermedio introdotto quest’anno dalla Project Suport Division per raggiungere il tito-lo di progetto Nazionale) e vor-remmo che l’anno prossimo di-venti appunto progetto Nazionale!!Ora lascio la parola a Ludovica, che vi parlerà meglio della nostra espe-rienza in Tunisia l’anno scorso. Ho già parlato tanto, ma vi voglio solo dire che per me lo SXC tunisino è stato una esperienza che mi ha veramente cambiato la vita, mi ha aiutato a crescere, grazie alla gente del luogo che è veramente speciale e all’avere trovato anche l’amore…OKAY, dopo questo momento alla Maria de Filip-pi lascio la parola a Ludovica :-)

Eccomi SCORAngels! Mi presento, sono Ludovica e sono stata una dei partecipanti allo SXC tenu-tosi l’’estate scorsa in Tunisia!!!Devo dire che sono partita alla cie-ca, non avevo mai fatto neanche una Clerkship prima, quindi non sapevo proprio che cosa aspettarmi e non avrei immaginato nulla del genere!Il nostro gruppetto era formato da sette persone: io, Vism, che come potete aver capito ha ado-rato quest’esperienza, Francesca, un’altra grandissima ragazza di Milano, due ragazzi polacchi, una ragazza olandese e un ragazzo ma-rocchino. Un bel miscuglio diciamo.Già dalla prima sera siamo stati accol-ti come star da tutto lo staff tunisino, tutti i Local Coordinator e la NORA sono venuti a Tunisi per salutarci.I primi dieci giorni li abbiamo pas-sati all’ostello di Tunisi, la capi-

tale, insieme agli incoming prima di Luglio e poi di Agosto. Erano state organizzate talmente tante cose per noi, che a ripen-sarci ora mi rendo conto di quanto cuore ci sia stato messo. Oltre al Social Program, veramente intenso, abbiamo fatto un sac-co di attività SCORA: abbiamo incontrato un membro attivo dell’unico movimento LGBT in Tunisia e grazie a lui abbiamo conosciuto la difficile realtà del mondo LGBT nel paese, siamo andati a urologia dove ci è stata spiegata l’importanza della circoncisione per il mondo arabo e tante altre cose interessantissime.La cosa più bella però, è stata legare tan-tissimo con i ragazzi tunisini che erano sempre pronti a vivere quest’esperienza con noi e dedicarci tutte le loro energie.Da Tunisi ci siamo mossi verso Sousse, altra città bellissima. Anche lì, non-ostante il fatto di essere arrivati tard-issimo, di nuovo l’accoglienza è stata davvero massima. A Sousse il tema si è spostato più sulla salute della donna in gravidanza ed è stato altrettanto inter-essante, abbiamo avuto l’occasione di andare qualche giorno in reparto a gine-cologia e di nuovo di vedere la cultura araba anche sotto questo punto di vista.Forse Sousse è stata la pun-ta di diamante del nostro viaggio!Dopo ci siamo spostati a Monastir, la città più piccina ma che merita davve-ro. Lì siamo stati poco, giusto qualche giorno, ospitati in casa. In quei gior-ni abbiamo fatto trainings sulle MST.L’ultima città è stata Sfax, la meno bella delle quattro ma anche lei col suo fascino proprio perché è l’unico col-legamento per tutte le cittadine del Sud che si trovano in mezzo al deserto.

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A conclusione del nostro viaggio in-fine, abbiamo passato tre mag-nifici giorni nel deserto e vi assi-curo che è davvero emozionante!È stato proprio di più di uno scambio, è stato vivere la SCORA e tutto il suo entusiasmo in un altro paese, per di più mussulmano, insieme a per-sone provenienti da tutto il mondo.Ogni volta che cambiavamo città e ci presentavamo agli incoming dice-vano “Ah! Voi siete gli SCORA!”, era-vamo preceduti dalla nostra fama!!Se siete di animo SCORA è lo scambio giusto per voi! Fatelo perché torner-ete davvero arricchiti. Certo nel caso della Tunisia armarsi di pazienza è d’obbligo, diciamo che l’organizzazione non è il loro punto forte, ma il cuore che ci mettono invece, lo è eccome!

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ATTIVISMO IN SALUTE: PRIMI APPROCCI CON LA RETE

I ragazzi che hanno partecipato alla riunione RIISGÈ strana la sensazione entrando nell’Istituto di Igiene di Bologna, sede del CSI ( Centro Salute Internazionale ). Per la maggior parte dei SISMici è la pri-ma riunioner RIISG (http://www.educa-tionglobalhealth.eu/it/chi-siamo/riisg ), quindi sentirsi giovani e inesperti è già facile essendo gli ultimi arrivati tra i presenti, ma lo è ancor di più vedendo per la prima volta i volti di persone tan-to nominate e citate nell’ambito della salute globale sui cui testi molti di noi si sono documentati nel preparare un Lab-Mond o per approfondire la tematica.Parlare per mesi e mesi della tesi di Chi-ara Bodini e del suo libro con il Dott. Stefanini o del testo “Salute Globale” del professor Maciocco, e poi ritro-varseli davanti fa un certo effetto, ma fa ancora più effetto capire che oggi ve-ramente collaboreremo con loro in un reciproco scambio di idee ed opinioni.Ci ritroviamo in quella che è stata, as-sieme all’OISG [1](Osservatorio Italiano sulla Salute Globale), la prima inesauri-bile fonte di risorse per la creazione dei primi incontri che si tennero a Bologna, e dai quali successivamente nacquero la mailing list “quellidibologna”, tutt’ora mezzo principale per l’organizzazione di ogni LabMond, e il primo LabMond del 2007 svoltosi a Roma.Il Laborato-rio di Mondialità nasce come un work-shop di tre giornate in cui vengono sviscerate alcune tematiche, la mag-gior parte delle quali proviene proprio dalle discussioni nate in seno al CSI. Fra queste: determinanti, disuguaglianze, medicina delle migrazioni, studio dei sistemi saniatari, cambiamento clima-tico. Ieri ,come oggi, noi studenti ab-biamo l’opportunità di raffrontarci con una realtà molto diversa dall’ambiente accademico ma altrettanto, se non di più per certi aspetti, formativa.Ad accoglierci c’è una tavola ap-parecchiata per una veloce colazi-one a buffet ricca di frutta e biscotti, attorno alla quale piccoli ca-pannelli chiacchieranti di persone sor-ridenti si scambiano abbracci e saluti.Il tempo però è tiranno

e subito ci dobbiamo spostare al piano superiore per iniziare i lavori. Ci ac-coglie una vecchia biblioteca che ci os-piterà per tutta la giornata. Il legno in-tagliato e i volumi di medicina coprono ogni centimetro, l’ampia libreria si svi-luppa su tutta l’altezza delle pareti, e solo le scricchiolanti scalette a chiocci-ola permettono di accedere al ballatoio dal quale si potrebbe godere la vista della bizzarra scena: studenti, profes-sori, ricercatori, specializzandi stringo-no le loro sedie in un ovale regolare per far spazio a tutti, intorno al massiccio tavolo che segna il centro della stanza. Noi, in perfetto stile SCORP, tentiamo di sederci a terra in mancanza di sedie, ma è tutto inutile: è imprescindibile il fatto che tutti abbiano un posto uguale a questa “tavola rotonda”, così come tutti hanno un eguale diritto di parola.Qui possiamo notare una prima dif-ferenza tra questo “ mondo “ e quello accademico/universitario che non pre-vede nessun momento di confronto, partendo dal presupposto che neces-sariamente da un lato abbiamo “ colui che sa molto “ e dall’altro abbiamo “ coloro che non sanno “, quindi dovranno ascoltare senza porsi molte domande ,con il solo fine di imparare. A contrap-porsi a questa realtà, c’è quella della RIISG e dell’insegnamemto della Salute Globale, dove uno degli aspetti cardine è il confronto, siamo in un campo comp-lesso e vastissimo dove spesso i conte-nuti e le metodiche si fondono tra loro attraverso un legame imprescindibile.Ma che cos’è questa RIISG da cui parte tutto questo calore?Quando i lavori iniziano, gli onori di casa spettano al Dott. Stefanini, Diret-tore Scientifico dello stesso CSI di Bolo-gna, che spiega a tutti i nuovi arrivati in cosa consiste la Rete e da dove è nata.I primi passi di quella che è poi diven-tata la Rete Italiana per l’Insegnamento della Salute Globale si muovono nel 2007, a partire della prima edizione del progetto europeo Equal opportuni-ties for health: action for development.Il progetto prevede la collaborazione

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di numerose organizzazioni non gov-ernative, associazioni, società scienti-fiche, di cui Medici con l’Africa Cuamm è l’organizzazione capofila, e mira a rendere consapevole l’opinione pub-blica europea dello stretto legame tra salute e sviluppo e a responsabilizzare la comunità medico-sanitaria ad agire.Tra i grandi attori del progetto vi sono anche singoli collaboratori, ad esempio docenti universitari, specializzandi o studenti che abbracciano l’idea di voler ampliare la discussione sul macro tema della Salute Globale, ma avvertono come impellente il bisogno di partire proprio dalle università e dalla formazione dell’area medico-sanitaria. La volontà di continuare la proficua collaborazione e discussione anche oltre il termine del progetto, porta tra il 2009 e il 2010 alla nascita di quella che oggi è la RIISG.La scelta del nome rete è stata det-tata proprio dalla sua naturale con-formazione: in particolare agli albori, essa si basava sui contatti che le per-sone tenevano tra loro per supportarsi a vicenda nell’idea, ad esempio, di far partire corsi di autoformazione sulla Salute Globale tra gli studenti, oppure nel più ambizioso progetto di inser-ire corsi curriculari nelle Università.La Rete è anche uno spazio virtuale (e tre volte l’anno, circa, anche fisico grazie alle riunioni) di confronto e dis-cussione, nella quale dalla domanda di qualcuno può nascere uno spunto di approfondimento o un’idea di azione concreta. Essa è dinamica e mutevole, per via del continuo arrivo di nuovi col-laboratori, e aperta ad altre idee, ma mira anche ad espandersi geografica-mente (per raggiungere una copertura capillare del territorio ed essere quanto più attiva in tutta Italia) ed a poten-ziare il suo aspetto interdisciplinare.L’approccio interdisciplinare è

una buona pratica metodologi-ca che non viene mai dimentica-ta ed è attorno a questo che ruota l’insegnamento della salute globale.Noi tutti dovremmo rifarci alla defi-nizione di salute dell’OMS “ La salute è uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non semplicemente l’assenza di malattia e infermità “; quindi chiediamoci: “ È solo attraverso il SSN, le Facoltà di Medicina e Chirur-gia e delle Professioni Sanitarie ad essa correlate che promuoviamo e tuteliamo la salute delle persone, o piuttosto sono molti i fattori e le relazioni, in cui una persona è immersa, che vanno a modi-ficare fortemente il suo stato di salute?Un esempio banale potrebbe essere il caso di un operaio, non fumatore, che sviluppa una patologia respiratoria cron-ica, semplicemente perchè costretto a vivere molto vicino al posto di lavoro, un’industria metallurgica, respirando quell’aria per 20/30 anni. In questo caso si percepisce come i fattori che vanno a incidere sulla sua salute non siano l’accesso al SSN o una buona prevenzi-one basata sulle norme comportamen-tali, ma siano piuttosto l’ambiente, il lavoro e la rete sociale in cui è inserito.

La riunione continua poi con un giro di presentazioni che ci fanno rendere an-cora più conto dell’eterogeneità dello spazio in cui ci troviamo: studenti, spe-cializzandi, ricercatori, medici e pro-fessori di un po’ tutte le età, da tutta Italia, ma tutti con lo stesso scopo.Ed ecco che nella prima sessione emerge una domanda semplice ma illuminante: “si fa ospedale solo per fare ospedale o per fare salute?” è così che alle 11.30 del mattino, l’iniziale titubanza lascia il posto all’assoluta certezza di trovarsi nel posto giusto, al momento giusto, a svis-cerare il giusto problema che accomuna

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un po’ tutte le persone di quella stanza.

Per noi studenti la domanda potrebbe diventare: “si fa formazione medica per accumulare nozioni, o si fa formazi-one per imparare ad essere medici completi e promotori della salute aperta a tutti?”. Lo stupore nasce dal vedere come questo senso di disagio dato dall’inadeguatezza, per certi versi, del nostro percorso formativo, spinga docenti e studenti a confrontar-si, mettendo sul piatto le idee e i punti di vista di ognuno per cercare soluzioni, senza dare per scontato che la verità stia nelle parole dell’uno piuttosto che dell’altro, ma semplicemente con la voglia di mettere la propria energia a disposizione del cambiamento.Si percepisce proprio la sinergia cre-atasi tra i membri della RIISG già da tempo attivi, mentre procedono nel raccontarci come sono andati i lavori dell’ultimo semestre.Essendovi solo, mediamente, tre riun-ioni l’anno, è necessario organizzarsi in piccoli sottogruppi che focalizzino la loro attenzione su un determinato obiettivo. I vari gruppi portano avanti il loro lavoro soprattutto tramite meet-ing Skype, per permettere la collabo-razione tra membri RIISG provenienti da tutta Italia. Gli obiettivi del gruppo variano nel tempo adattandosi agli sviluppi delle discussioni e dei confronti tra i membri stessi. Durante la riunione ufficiale RIISG, poi, è riservato uno spazio affinché ciascun gruppo possa fare un resoconto del cammino fatto e dei traguardi raggiunti, rispondere ad eventuali domande e raccogliere gli spunti di tutti gli altri membri

della RIISG non inseriti nel gruppo di lavoro. Anche i gruppi di lavoro sono estremamente dinamici e si adattano all’evoluzione degli eventi: accolgono spesso e volentieri nuovi collabora-tori, o ricalibrano gli obiettivi sulla base delle nuove considerazioni fatte.Un esempio è il gruppo che si occupa della mappatura delle palestre , intese come tutte quelle attività extracurrico-lari e svolte al di fuori dell’ambito pret-tamente universitario (es. negli ambu-latori per migranti, lungo le strade, nei centri di accoglienza) che danno modo allo studente di confrontarsi con situ-azioni pratiche e contesti molti distanti dal reparto ospedaliero. L’obiettivo che questo gruppo si è posto rientra perfettamente nella prima fase di la-voro della Rete: capire a che livello la Salute Globale o attività ad essa con-nesse sono già proposte nei diversi corsi di studio, per poi da lì impegnarsi ad ampliare l’offerta e il target raggiunto.Qui si inserisce il Laboratorio di Mon-dialità come palestra. Questa defi-nizione è stata a lungo discussa in RIISG e ritrova un razionale nel fatto che con palestra si intenda uno spazio sia fisico che virtuale, dove chiunque possa appli-care o approcciarsi per la prima volta, in questo caso, ai fondamenti della Sa-lute Globale, esplorandone i vari as-petti per poi riproporli alla propria co-munità o al contesto sociale in cui si è inseriti. Nel caso del LabMond siamo di fronte ad un workshop di 3 giorni, or-ganizzato da studenti per altri studen-ti, non necessariamente di medicina, dove persone vergini di queste temat-iche o di questo approccio possonotrovare uno spazio di confronto nel quale mettere a frutto il proprio spir-

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ito critico; in questo percorso sono facilitati da quella parte di studen-ti che a loro volta, avendo già vis-suto esperienze di Salute Globale, si mettono in gioco nell’organizzazione dal punto di vista contenutistico e metodologico di questo evento.

Il tempo è volato, è ormai l’ora del pranzo. Ora che il ghiaccio è rotto, viene estremamente naturale sfruttare ogni attimo di tempo per sviluppare i molteplici spunti emersi dal lavoro della mattinata, e così, tra un trancio di pizza e una crostata fatta in casa, ci si pre-senta di persona e si parla di possibili idee di collaborazione per il futuro. È forse proprio questo il livello base di rete: dalle chiacchiere occasionali di un pranzo nascono idee di corsi o di con-ferenze a tema, al fine di portare la Sa-lute Globale in atenei dove l’argomento non è ancora trattato, o di altri modi per espandere la rete e farsi sentire.Dopo un caffè doppio, ci tuffiamo nel programma del pomeriggio che prevede la parte più operativa della giornata. Il focus viene portato sul documento re-centemente redatto dal gruppo di la-voro “pubblicazioni” e divulgato dalla RIISG. Questo analizza lo stato attuale della formazione medica, con tutte le sue criticità e lacune e nasce sostanzial-mente in risposta ad una ricerca di con-fronto dell’Ordine dei Medici su quali potrebbero essere degli eventuali punti di riforma della stessa, riconoscendo il ruolo sempre più ampio della Rete nel promuovere e sostenere la nascita di corsi di Salute Globale. Naturalmente la RIISG ha colto al balzo l’occasione per

riordinare in un unico scritto la mag-gior parte delle considerazioni fatte sul metodo di formazione dei Medici in Italia. L’insegnamento della Medicina presenta ancora le caratteristiche di in-adeguatezza che il professor Macaccaro denunciava negli anni ’70: una preoc-cupante mancanza di stimolo all’etica medica e un forte approccio bioriduzi-onista sono solo alcuni degli elementi che gettano le basi ideali per la creazi-one di un sistema basato sullo special-ismo e l’individualismo professionale.Tali problemi e limiti del sistema formativo non sono circoscritti alla laurea magistrale, bensì si estendono anche alla formazione post laurea, ul-tima chance di prepararsi in maniera realmente adeguata al ruolo di gar-anti della salute che andremo a rico-prire nella nostra vita professionale.Per quanto riguarda la nostra figura di studenti e la nostra preparazione pre-laurea vorremmo riportare le motivazi-oni dalle quali nacque il LabMond ( 2007 ) ormai quasi 10 anni fa. La nostra as-sociazione si stava affacciando sempre più sul panorama delle cooperazioni in-ternazionali in ambito sanitario e pari-menti stava crescendo all’interno di un gruppo di studenti un profondo senso di inadeguatezza nei confronti del proprio ruolo di studenti e futuri medici inseriti in un contesto di promotori della salute.Probabilmente il loro dubbio era lo stesso che affligge ognuno di noi oggi: saremo in grado di rispondere ai bi-sogni e alle reali esisegenze della pop-olazione e del paziente che un giorno avremo di fronte? Come altrettanto validi furono i dubbi che riguardavano

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la loro partecipazione alle varie mis-sioni di cooperazione internazionale : essi si chiedevano se stessero effetti-vamente partendo per rispondere ve-ramente ai bisogni della popolazione che andavano ad aiutare oppure parti-vano per mascherare un bisogno ego-istico di fare del bene mascherato con esigenze filantropiche. Da qui il bisogno di interrogarsi criticamente su come è impostata la nostra formazione ormai indirizzata verso una iperspecializzazi-one e ipermedicalizzazione perdendo di vista completamente il paziente e il suo stato di salute a favore della malattia e delle terapie che girano intorno ad essa.Il concetto di salute globale deriva da quello di medicina tropicale che a sua volta era strettamente correlata al do-minio coloniale dei grandi stati europei, infatti i maggiori centri di medicina trop-icale nacquerò nelle grandi città portu-ali dove attraccavano navi sulle quali si veniva curati e/o mantenuti in quarante-na prima di sbarcare nello scalo europeo.Progressivamente alcuni contenuti di questa disciplina, sotto il nome di “ sa-lute internazionale” sono ricaduti negli ambiti di igiene e dell’epidemiologia, dell’infettivologia, della dermatologia e della venereologia. Essendo concentrata sul sud del mondo si venne a delineare una sempre maggior centralità sui prob-lemi sanitari connessi alla povertà nelle aree rurali, all’urbanizzazione, ai prob-lemi ambientali, alle ricadute in termini di salute di conflitti locali e migrazioni, operando nell’ambito di programmi di cooperazione sanitaria promossi da is-tituzioni governative e non governative.I programmi di salute internazionale divennero un fenomeno largamente dif-fuso dopo la seconda guerra mondiale, connessi alla politica estera delle na-zioni industrializzate che continuavano a utilizzare gli interventi sanitari come strategia di controllo post o neocoloniale.L’utilizzo di salute globale non è recente, ma lo sembra perchè è dalla metà degli anni novanta che l’aggettivo viene a es-sere ampiamente adottato da svariati at-tori che operano nel campo della salute.Il passaggio dalla salute internazionale alla salute globale è avvenuto sotto la spinta della stessa OMS, nel tenta-tivo di difendere o recuperare una po-sizione di leadership internazionale nel quadro di un crescente numero di attori bilaterali e multilaterali, pub-blici e privati che entravano sempre di più nella governance del sistema.

Nel corso degli anni la Salute Globale ha assunto differenti accezioni che sono state perseguite da differenti at-tori creando molta confusione attorno a questo termine : Salute Globale che coincide con politica estera intesa come aiutare un paese a sviluppare il pro-prio sistema sanitario al fine di string-ere con lui un’alleanza commerciale o militare,Salute Globale che coincide con il termine sicurezza in quanto si vuole proteggere la propria popolazi-one da malattie esotiche ( intese come lontane e non frequenti in quel deter-minato paese ) o dal bioterrorismo ;Sa-lute Globale intesa come beneficienza considerando la salute un elemento chiave per combattere la povertà ; Sa-lute Globale intesa come sviluppo eco-nomico attraverso la protezione delle fasce produttive a rischio come i gio-vani e infine Salute Globale intesa come sanità pubblica indirizzata alla riduzi-one del carico mondiale di malattia e all’individuazione e al contrasto dei principali fattori che la determinano.Facendo riferimento a quest’ultima ac-cezione, intesa come sanità pubblica, configurando la Salute Globale come la salute di tutti in termini di equità e la salute dell’individuo, che dipende da una vasta gamma di attori, tentiamo di “ tenere insieme “ le componenti socio-economiche, politiche, demografiche, giuridiche e ambientali della salute e dell’assistenza sanitaria, indagando il rapporto tra globalizzazione e salute in termini di equità, diritti umani, sos-tenibilità. Queste considerazioni ci consentono di riconfigurare il nostro studio per improntarlo sulla ricerca e l’identificazione dei determinanti e delle disuguaglianze che ci portano a riformu-lare il nostro concetto di rischio spostan-do la nostra attenzione dalla responsa-bilità individuale ai fattori strutturali che determinano quei comportamenti.Questo approccio non è sempre contem-plato nei discorsi che fanno appello alla salute globale, nè tanto meno nel nostro percorso di studi. Questo è il motivo per cui una salute globale così posizionata assume connotazioni di attivismo, recu-perando quel significato originario con sui la sanità pubblica era nata e la RIISG rappresenta una forma di attivismo nel quale noi studenti possiamo ritrovarci e di cui possiamo fare attivamente par-te in un processo di forma-Azione che non trova mai fine ma continua attra-verso un alternarsi di infinite domande

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a cui troviamo risposte che necessari-amente genereranno altre domande.Durante la riunione, affinché lo spazio di dibattito e confronto a partire dal documento stesso risulti più interat-tivo e proficuo, ci dividiamo in gruppi di discussione rispettando un criterio di eterogeneità dei componenti. Così in una piccola tavola rotonda di circa otto persone, ci ritroviamo faccia a faccia studenti, docenti universitari, medici, specializzandi e neo-laureati, tutti interpellati per raccogliere idee su come si potrebbe muovere ora la RIISG per dare sempre più risonanza al tema.Proprio il fatto che non esista differenza tra noi e loro in questo spazio di collab-orazione, evidenzia la genuina volontà di ciascuno di battersi per un migliora-mento della formazione medica, in ris-posta ad un bisogno di cambiamento che viviamo tutti allo stesso modo, chi da una parte della cattedra e chi dall’altra.La giornata volge al termine; in seguito a una restituzione dei singoli gruppi, lo spazio di dibattito si chiude, più per necessità che per reale esauri-mento degli argomenti: è chiaro che sul tema tutti hanno ancora molto da dire e proprio da quel “molto” ri-partono i gruppi di lavoro per un nuo-vo semestre di attività e confronto.La maggior parte di noi esce da questa giornata bolognese con una visuale di-versa e più consapevole della RIISG: veramente è facile travisarne il ruolo o fraintenderne la funzione finché non la si guarda sufficientemente da vi-cino; ma una volta messa a fuoco, la Rete appare come uno straordinario mezzo di divulgazione e un potente sup-porto all’azione con cui collaborare.

[

[1] OISG, Osservatorio Italiano Salute Globale, è un’associazione formata da un gruppo composito di esperti sui di-versi temi della salute con l’obiettivo di promuovere il diritto alla salute a

livello globale e più in particolare nel dibattito nazionale attraverso lo studio

e l’osservazione di problematiche as-sai rilevanti a spiegare le implicazioni

della realizzazione diritto, ovvero delle sue violazioni. Una delle azioni

principali dell’OISG a questo riguardo è la periodica pubblicazione di rapporti

sulla salute globale.

Riferimenti Bibliografici

Chiara Bodini. IL PERSONALE (medico) E’ POLITICO Salute Globale e processi

tras/formativi in Italia. Tesi di Special-izzazione. A.A. 2012/2013

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XLVI CONGRESSO NAZIONALE. LA PRIMA ESPERIENZA PERSONALE Fabio Falcone

Dopo ‘una serie di sfortunati eventi’ dal 14 al 17 Maggio ho finalmente partecipato al mio primo Congresso Nazionale! Da più di due anni, infat-ti, sono attivo nel SISM, nella realtà della mia SL, a Palermo. Ho applicato già per i due precedenti congressi, ma eventi come “simpatiche gastroen-teriti” o “influenze burlone” non mi hanno mai permesso di partecipare.Non sapevo bene cosa aspettarmi: i racconti dei delegati ai preceden-ti eventi hanno di sicuro riscosso la mia attenzione, ma senza dub-bio è un’esperienza da vivere.Le riunioni pre-congresso a cui ho preso parte in SL, nelle quali abbia-mo parlato di mozioni, emendamenti e policy da ridiscutere, mi hanno fat-to percepire una certa responsabilità ancor prima di partire e sicuramente una dimensione diversa del SISM, con la quale mi sarei dovuto confrontare.A Chianciano il primo appunta-mento sull’agenda è stata proprio la plenary. Devo ammettere che mi ha stupito molto la serietà con la quale si tenevano: nulla lasciato al caso, dall’approvazione formale dei membri del tavolo della presidenza, alle presentazioni ufficiali; un ambi-ente con delle regole precise e delle formule specifiche per proposizio-ni, votazioni e approvazioni. Tutto segue fedelmente un regolamento.

Ambiente del tutto diverso, invece, era quello delle sessioni di area. Da quando sono entrato nel SISM, sono rimasto affascinato dall’area scambi e quest’anno mi occupo della SCOPE in qualità di LEO. A Palermo l’area scambi ha una dimensione parecchio importante, gestiamo 78 scambi Pro-fessional e 8 Research ed è facile im-maginare la mole di lavoro che c’è dietro. Ma a fronte di questo, i nostri numeri ci permettono di creare una realtà ed una situazione per certi versi paradossale durante il mese di Agosto, durante il quale li ac-cogliamo. L’accoglienza agli studenti

stranieri è un mese speciale, durante il quale viviamo tutti insieme (com-missione locale e studenti stranieri) in un ostello universitario, abbiamo la possibilità di conoscere meglio loro e noi stessi, in quanto ci ritro-viamo a vivere da turisti la nostra stessa città e realtà. È come “viag-giare in 80 paesi diversi, rimanendo a casa propria”. Allo stesso tempo il concorso ci permette di “spe-dire” colleghi in tutto il mondo. Tanti colleghi che per partire spesso si interfacciano con realtà nuove, documenti complessi ma, riescono a raccontare al mondo la nostra re-altà e tornare qui arricchiti, avendo trascorso esperienze meravigliose. Si creano dei rapporti di amicizia, che sarà bello ritrovare in futuro sia per una cooperazione professionale, sia –forse ancor di più- per il sem-plice lato umano della questione.Bene, la cosa che mi è piaciuta di più in sessione è stata trovare per-sone di tutta Italia che, nonostante le distanze geografiche, le problem-atiche diverse, qualche studente da gestire in meno, erano animate da-gli stessi identici propositi e queste sono le cose che più motivano!Altro momento fondamentale del congresso è stato il Social Program. Appunto, fondamentale. Il Social Program è stato un argomento parec-chio dibattuto, si è parlato del tema, presentato forse in toni eccessivi e dell’uso degli alcolici alle feste. Non voglio entrare nel merito della discussione ed essere polemico, ma ritengo che sia un argomento di discussione paradossale. Piuttosto avrei preferito che si fosse rispet-tata l’agenda e che il Social Program non fosse cominciato alle 2 del mat-tino, rendendo tutto più pesante.A mio parere, il social program dovrebbe essere un momento di so-cializzazione, attraverso il quale i membri delle delegazioni stringono dei rapporti, che li spingano a collab-orare con più vivacità per i progetti

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del SISM ed per un futuro profession-ale. Non un momento “cuscinetto”, facoltativo, saltando il quale si può recuperare il sonno perduto. Capisco la burocratizzazione dell’associazione, la strutturazione di uno scheletro di norme che possano tutelare il SISM, oggi e nel futuro. Penso che, però, sarebbe meglio non dimenticare il senso della nostra associazione, che dovrebbe es-sere quello di aprire le nostre menti, fornirci una marcia in più e renderci delle persone e dei medici migliori.La frenesia che ho riscontrato nell’agenda, a mio avviso, non ci rende tanto diversi da quello che è il mondo di oggi. Ossessione e smania di fare tutto e subito, senza curarsi sp-esso di come questo viene svolto e senza interrogarsi sui propri obiettivi. Meglio, secondo me, rallentare, af-frontare tutto con più attenzione, ma essere sicuri di farlo da svegli e ap-portando il miglior contributo possibile.

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Ovviamente con le mie con-siderazioni cerco solo di forni-re degli spunti di riflessione.Questa esperienza mi ha lasciato qualco-sa di nuovo: tante energie e tanti spunti da cui ripartire. Mi ha fatto scoprire una rete di colleghi e nuovi amici che come me lavorano per un mondo migliore, che sono interessati al mondo che li circon-da. L’ambiente di un evento nazionale ci fa riflettere su quanto il SISM debba essere un mezzo per parlare, diffon-dere e mettere in pratica degli ideali giusti e in cui crediamo. Il SISM non è altro che tante persone che lavorano in-sieme per qualcosa di più grande, che lavorano ad un progetto comune, che si mettono in gioco per migliorare se stes-si e la propria associazione, creando un background solido per coloro che come noi intraprenderanno questo percorso.

“Gli uomini passano, le idee restano. …”

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CONCORSO DI ACCESSO ALLE SCUOLE DI SPECIALIZZAZIONE: ISTRUZIONI PER L’USO SWG (In)Formazione

appendice un file “vademecum”, che riassume in maniera sistematica tutte le date, scadenze, punteggi e tempistiche della prova d’esame, che vuole essere un promemoria per tutti i candidati.

Ammissione alla scuola

Le borse stanziate per questo anno accademico sono in totale 6383, di cui 6000 statali, 354 finanziate da Regioni e Province Autonome e 29 finanziate da altri enti pubblici e/o privati.Possono partecipare al test di ac-cesso gli studenti laureati in Medicina e Chirurgia entro la data di scadenza della domanda di partecipazione, che abbiano conseguito l’abilitazione entro l’inizio dell’attività didattica delle scuole.La data di inizio delle attività di-dattiche per i medici immatricolati nell’A.A. 2014/2015 alle scuole di spe-cializzazione di area sanitaria è fissata al 1° novembre 2015.

Domanda di ammissione al concorsoCiascun candidato può iscriversi al concorso esclusivamente in modalità on line attraverso il portale Universitaly (www.universitaly.it). La procedura di caricamento dell’iscrizione on line al concorso è attiva da mercoledì 3 giug-no 2015 e si chiude inderogabilmente alle ore 13.00 (GMT+1) di martedì 23 giugno 2015.

Si potranno esprimere massimo 3 pref-erenze di scuole, di cui massimo due nella stessa area.Il candidato, all’atto dell’iscrizione, deve specificare le tipologie di Scu-ola prescelte, indicandole in ordine di preferenza. All’interno di ogni tipologia prescelta il candidato deve elencare le specifiche Scuole rientranti nella Tipo-logia, in ordine di preferenza di sede.Tutti gli Atenei sono chiamati a fornire una certificazione, nell’apposita area informatica del CINECA alla pagina https://ateneo.cineca.it/ssm, nella

Premessa

L’accesso alle scuole di specializzazione avviene tramite un concorso annuale che è disciplinato da un regolamento e da un bando di concorso.Il regolamento per l’accesso alle scuole di specializzazione è stato presentato tramite il Decreto Ministeriale 30 Giugno 2014 n.105 che stabiliva che il bando di concorso doveva essere emanato entro il 28 Febbraio di ogni anno. Tale scadenza, quest’anno, non è stata rispettata ed è stata comunicata l’intenzione del MIUR di rivedere il suddetto regolamento per permettere delle modifiche al concorso.Il Decreto Ministeriale 20 aprile 2015, n. 48, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 30 aprile, reca il nuovo regolamento che prevede che il bando di concorso venga pubblicato il 30 aprile di ogni anno. La scadenza per la pubblicazione del bando è stata disattesa e posticipata diverse volte.Il Decreto Ministeriale del 21 maggio 2015 n.307 definisce la ripartizione dei contratti statali per le scuole di special-izzazione. Il bando di concorso è stato infine emanato il 27 maggio (Decreto Ministeriale 26 maggio 2015 n. 315) e rettificato successivamente mediante un nuovo Decreto Ministeriale (Decreto Ministeriale 29 maggio 2015 n. 321).

Questo articolo si pone l’obiettivo di guidare alla lettura e comprensione del concorso nazionale, riportando e riassu-mendo i punti salienti dello stesso con maggiore organicità e chiarendone le modalità.

L’articolo è una sorta di abstract del documento informativo che ogni let-tore potrà trovare su ISSUU sfogliabile e anche scaricabile, in cui è compresa un’analisi dettagliata e approfondita del concorso nazionale, facendo anche un confronto con la vecchia modalità di accesso alle scuole di specializzazi-one e facendone desumere le criticità ed i cambiamenti avvenuti negli anni. Inoltre, nel documento è presente in

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1) prima parte, comune a tutte le tipol-ogie di scuola, comprendente 70 quesiti inerenti la parte clinica del corso di lau-rea;

2) la seconda parte, comprendente 40 quesiti relativi all’area e alla tipologia di scuola, che viene così ripartita:a. parte specifica di area: è costituita da 30 quesiti comuni a tutte le scuole appartenenti ad una stessa area (clini-ca, chirurgica, servizi). Tali quesiti sono definiti in relazione a scenari predefini-ti, in modo tale che ad ogni scenario corrispondano da 1 a 5 quesiti, con par-ticolare riferimento alla valutazione di dati clinici, diagnostici, analitici nonché di dati epidemiologici.b. parte specifica per tipologia di scu-ola: è costituita da 10 quesiti specifici per ciascuna tipologia di scuola. Analo-gamente ai quesiti precedenti, saranno basati su scenari a cui corrispondano da 1 a 5 quesiti.

MaterieLe materie oggetto d’esame per la sec-onda parte dei quesiti appartengono ai seguenti settori scientifico-disciplinari:

quale sia riportata la media ponderata degli esami sostenuti dal candidato.

L’Ateneo dovrà altresì caricare nell’apposita finestra la certificazione della laurea con relativo voto e de-gli esami di profitto sostenuti dal can-didato, completa di tutte le necessarie informazioni per ogni singolo esame (voto ottenuto, CFU totali di ogni es-ame, i settore/settori scientifico dis-ciplinari che compongono il corso di insegnamento cui l’esame si riferisce con di fianco ad ogni ssd i relativi CFU).

Prova d’esame

Le prove si svolgono telematicamente, almeno 60 giorni dopo la pubblicazione del bando. I candidati sono tenuti a pren-dere visione della Gazzetta Ufficiale del 2 luglio 2015 per la comunicazione della conferma delle date delle prove, che ver-rà inserita anche sul sito www.universi-taly.it

La prova d’esame consiste in una prova scritta che prevede la soluzione di 110 quesiti a risposta multipla, ciascuno dei quali con quattro possibili risposte.La prova d’esame è divisa nelle seguenti parti:

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Punteggi

Per la prova d’esame è attribuito un punteggio massimo di 120 punti.

I punteggi sono così distribuiti:

Svolgimento della provaL’elenco delle Istituzioni universitarie sedi di svolgimento della prova di am-missione verrà pubblicato lunedì 6 lug-lio 2015 sul sito www.universitaly.it. Le Istituzioni universitarie di assegnazione provvederanno entro giovedì 9 luglio 2015 a rendere note ai candidati loro assegnati, nell’area riservata del sito www.universitaly.it le informazioni rela-tive allo specifico orario e luogo di pre-sentazione.

Date delle prove d’esameLe prove si svolgeranno in tre diversi giorni, in base alla tipologia dei quesiti:28 Luglio, per i 70 quesiti comuni a tutte le tipologie di scuola;29 Luglio, per i quesiti di area medica;30 Luglio, per i quesiti di area chirur-gica;31 Luglio, per i quesiti di area dei servi-zi.

Commissione giudicatriceIl Regolamento vigente prevede che, mediante decreto del Ministro dell’Istruzione, venga istituita un’unica commissione nazionale giudicatrice, composta da un direttore di scuola, che funge da presidente, e da almeno cinque professori universitari per ogni area, anche in quiescenza, individuati fra professori dei settori scientifico-dis-ciplinari di riferimento delle tipologie di scuola rientranti nella relativa area. La

commissione elabora e valida i quesiti delle prove.

Valutazione titoli

Ai titoli sono attribuiti fino a 15 punti: 2 per voto di laurea e 13 per il curricu-lum.

Per quanto riguarda il voto di laurea, i punteggi sono così suddivisi:110 e lode -> 2 punti;110 -> 1,5 punti;108-109 -> 1 punto;105-107 -> 0,5 punti

Per il curriculum, invece, ci sono tre categorie considerate:a. Media ponderata (fino ad un massimo di 5 punti)

media >= 29,5: 5 puntimedia >= 29: 4 puntimedia >= 28,5: 3 puntimedia >= 28: 2 puntimedia >= 27,5: 1 puntoNello specifico, nel calcolo della media ponderata il voto 30 e lode deve essere considerato pari al voto 30/30 e l’ateneo deve, altresì, tenere conto che la media ponderata deve essere arrotondata alla prima cifra decimale (es. 28,44=28,4; 28,45=28,5).

b. Esami fondamentali e caratteriz-zanti (fino ad un massimo di 5 punti):

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per ogni 30 e 30 e lode -> 1 puntoper ogni 29 -> 0,7 puntiper ogni 28 -> 0,5 puntiper ogni 27 -> 0,2 punti

c. Altri titoli (fino ad un massimo di 3 punti):1 punto -> per la tesi sperimentale in una disciplina di uno dei settori scien-tifico- disciplinari della tiplogia di scu-ola;2 punti -> per il Dottorato di ricerca in una disciplina di uno dei settori sci-entifico - disciplinari della tipologia di scuola.I punti per l’attinenza della tesi ed il dottorato non saranno attribuiti a chi ha già il titolo di specialista o ha usu-fruito della borsa di specializzazione per almeno un anno.

Graduatoria

Viene elaborata una graduatoria nazi-onale per ogni tipologia di scuola.

Giovedì 6 agosto 2015 sono pubbli-cate sul sito riservato www.universi-taly.it le graduatorie nominative per ogni tipologia di Scuola - che tengono conto dell’ordine di preferenza espres-so dal candidato sulle tre tipologie di Scuola prescelte - con l’indicazione, per ogni candidato, del punteggio ot-tenuto, della posizione in graduatoria con indicazione del relativo status, della sede universitaria in cui lo stesso si collocherebbe tenendo conto della posizione in graduatoria di tutti i can-didati che lo precedono e delle rela-tive preferenze di sede.Entro martedì 25 agosto 2015 ogni Università, mediante il proprio sito ris-ervato, comunica al CINECA i nominati-vi dei candidati che hanno provveduto ad iscriversi alla Scuola.

L’iscrizione dei candidati presso cias-cuna Scuola è disciplinato secondo mo-dalità definite dalle singole Università.

Preferenzea. I candidati collocatisi in prima pref-erenza sia di sede che di tipologia di Scuola decadono automaticamente dalle altre preferenze. Devono com-pletare la loro iscrizione nel periodo che va dal 7 Agosto al 24 Agosto 2015;b. I candidati collocatisi in prima pref-erenza della tipologia di scuola, ma in sede diversa rispetto alla prima pref-

erenza, permangono nelle preferenze di sede migliori rispetto a quella in cui si sono collocati. Tali candidati possono o completare l’iscrizione, decandendo da qualsiasi altra graduatoria, oppure atten-dere successivi scorrimenti in base alla preferenza di sede;c. I candidati collocatisi in graduatoria dalla seconda preferenza, sia in termini di sede che di tipologia di scuola, possono o completare l’iscrizione entro e non ol-tre il 24 Agosto 2015, oppure attendere gli esiti dei successivi scorrimenti.

ScorrimentiMercoledì 26 agosto 2015 il CINECA pro-cede alla pubblicazione dei nuovi scorri-menti per ogni tipologia di Scuola aggior-nati.Con la pubblicazione dello scorrimento il candidato assegnato alla sua prima prefer-enza utile deve provvedere all’iscrizione entro 4 giorni decorrenti dal giorno della pubblicazione stessa (incluso il giorno della pubblicazione ed esclusi il sabato ed i giorni festivi).L’ultimo scorrimento si dovrà effettuare entro e non oltre il 20 ottobre 2015.Una volta terminate le procedure di scor-rimento, i posti rimasti liberi (in seguito a rinunce o mancate immatricolazioni) non possono essere assegnati. Questi ultimi, compatibilmente con le procedure min-isteriali, possono eventualmente essere resi disponibili per i contratti del Con-corso di Specializzazione per il successivo anno accademico.E’ precluso lo scambio di sedi tra i vinci-tori.

Conclusioni

L’eliminazione di prove altamente dis-crezionali, la diminuzione dell’importanza del curriculum nel punteggio finale non-chè la graduatoria nazionale stessa costi-tuiscono importanti passi avanti rispetto alle precedenti modalità concorsuali.Nonostante questo, il concorso risulta an-cora perfettibile in numerosi suoi aspetti.L’altra questione prioritaria rimane la programmazione della formazione medi-ca e specialistica nel nostro Paese, finora completamente assente, che porta alla mancata corrispondenza tra numero di laureati e numero di posti disponibili in formazione specialistica.“Ciò sarà possibile qualora il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ed il Ministero della Sanità agis-cano di concerto per organ-

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corso formativo che tenga conto delle effettive necessità del Sistema Sanitario Nazionale e che consenta una prosecuzi-one di carriera lineare e pertinente con il percorso di specializzazione scelto”.Con tale presupposto il SISM ha più volte espresso il suo forte disappunto e contin-uerà a farlo fin quando non saranno ga-rantite le corrette modalità concorsuali ed il rispetto delle scadenze delle stesse.

Per maggiori informazioni consultare il documento presente sul nostro profilo ISSUU oppure in allegato all’articolo sul sito www.zonasismica.sism.org

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SISM - Segretariato Italiano Studenti MedicinaUfficio Nazionale: Padiglione Nuove Patologie, Policlinico Sant’Orsola,

via Massarenti 9, 40138 Bologna.tel/fax: +39 051 399507 – e-mail: [email protected]

web: www.sism.org Codice Fiscale 92009880375

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