Zona Cambio

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LA RIVISTA ONLINE PER GLI APPASSIONATI DI TRIATHLON Triathlon per tutti Triathlon per tutti QUANDO LA SALITA SI FA DURA... IL FEDAIA 8X8 A SARACINESCO LE GARE DI MAGGIO I TEST DI ZC TRIATLETA DEL MESE Alessandro Degasperi INIZIARE A FARE TRIATHLON I CONSIGLI PER PREPARARE AL MEGLIO LA ZONA CAMBIO Vinci l’iscrizione gratuita ad una gara! www.zonacambio.com

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Online magazine for all the triathlon fans

Transcript of Zona Cambio

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l a r i v i s t a o n l i n e p e r g l i a p p a s s i o n a t i d i t r i a t h l o n

Triathlonper tuttiTriathlonper tutti

Quando la salitasi fa dura... il fedaia

8x8 a saracinesco

le gare di maggio

i test di Zc

triatleta del mesealessandro degasperi

iniZiare a fare triathlon

i consigli per preparareal meglio la Zona cambio

Vinci l’iscrizi

one gratuita ad una gara!

www.zonacambio.com

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Zona Cambio

A cura di

STEFANOLACARASTRONG + Master Runners +

Serena Aureli

Hanno collaborato a questo numero

Antonio De Bonis, Diego Camilli, Espi Rechichi,

Christian “Mac” Ferretti, Ciro Foster, Ironmarz,

Gian Carlo “Runner Blade” Pelliccia,

Gianmarco Pitteri (TheRunningPitt), Luigi Orlando “Magic”,

Marco Bucci, Marco Novelli, Pier aka VeganBiker,

Semper Adamas

Foto

Marco Bucci, Stefano Bigoni “Bellabigo”, Stefano La Cara

Grafica e impaginazione

Serena Aureli

Contatti

[email protected]

[email protected]

[email protected]

EditorialETriathlon per tutti!

di Stefano e Gianluca

gEntE chE si incontra in zona cambioIl demotivato

di STEFANOLACARASTRONG

triatlEta dEl mEsEAlessandro Degasperi

di Christian “Mac” Ferretti

l’abc di zcCome iniziare a fare triathlon

di STEFANOLACARASTRONG

Dieci motivi per cui...di STEFANOLACARASTRONG

Otto consigli per preparare al meglio la Zona Cambiodi Ciro Foster

zona cambioI nuotatori seriali

di Ironmarz

Francy goes to Pescara - Part IIdi Semper Adamas

Filosofia e/o sarcasmo - Part IIdi Marco Bucci

La saga dei... Lunghi!di Gian Carlo “Runnerblade” Pelliccia

Vado di corsa!di Espi Rechichi

Arivace tu... a 50!di Antonio De Bonis

La nostra gara “a braccetto”di Marco Novelli

Quando la salita si fa dura... il Fedaiadi Pier aka VeganBiker

8x8 a Saracinescodi STEFANOLACARASTRONG

garE dEl mEsELe gare di maggio

di Marco Novelli

tEstI test di ZC - Asics Noosa tri 7

di Diego Camilli

quElli chE...Sono un triatelta perché...

di Luigi Orlando “Magic”

classificaRoad to Ironman Italy Pescara 2012

Gli alberghi consigliatidi STEFANOLACARASTRONG

vita da triatlEtaLa giusta ricetta - Omega3 salmonati

di Master Runner

Alimentazionedi Gianmarco Pitteri (TheRunningPitt)

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inviateci il racconto e le foto

delle gare a cui partecipate

e ve lo pubblicheremo...

perché per noi il triathlon

è di chi lo fa e lo vive!

Zona Cambio nasce e si struttura

come raccolta di aneddoti, consigli

ed esperienze personali.

ogni articolo deve dunque considerarsi

privo di fondamenti tecnici o scientifici.

Vinci l’iscriZione gratuita

al 2° triathlon medio del lago

d’orta o al triathlon di FaenZa!

hai tempo fino al 1° maggio.

leggi tutti i dettagli su

www.zonacambio.com!

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ZonaCambio l aprile 2012 3

ed i t o r i a l e

Il nostro sogno è questo. In realtà per iniziare ci vuole molto meno di quello che si può pensare e su questo numero parliamo proprio di questo,

perché si può fare triathlon anche allenandosi male tre volte a settimana. Si può, non si deve.Magari arriverete nelle ultime posizioni, ma a chi importa? Fin quando non ci pagheranno per fare sport non dovremo

rendere conto dei nostri risultati a nessuno!Lo spirito di Zona Cambio, lo avrete capito, è proprio questo, coinvolgere nel mondo del triathlon quelli che non sanno quali

sport ne facciano parte, ma quale sport si fa prima, ma che si fanno tutti lo stesso giorno… insomma quelli che “Triaché????”Questo spirito, qualcuno lo ha potuto toccare con mano il 1° Aprile, nel corso della cicloscalata “8x8” a Saracinesco, primo

evento organizzato da Zona Cambio. Costo zero per i partecipanti, divertimento e premi per tutti.Questo è il nostro stile, e scusate se ce lo diciamo da soli, ma che stile! Stefano

Gianluca

Avvicinarsi al triathlon non è facile, si ha sempre il timore di cominciare uno sport troppo impegnativo, che prende troppo

tempo, e chi lo pratica sono persone che si allenano almeno 10 volte a settimana e quando gareggiano hanno il coltello fra

i denti.

Quando ho cominciato ad entrare in punta di piedi dentro questo nuovo mondo mi sono spaventato, navigando nella rete

si leggono articoli o discussioni che addirittura sconsigliano di praticarlo se non si ha alle spalle un ottima tecnica natatoria. E

allora torno nuovamente sul discorso nuoto perchè credo sia l’ostacolo più grande da superare per buttarsi in questo mondo

divertente, e voglio smentire una volta per tutte questa falsa storia del nuoto, raccontandovi la mia.

Vengo dal podismo e ho cominciato a correre con tuta, felpa rigorosamente con cappuccio e scarpe alla moda, e la cosa

più importante era avere i colori coordinati. Oggi tutto è cambiato, abbigliamento minimale, scarpe comode dai colori im-

pensabili e inguardabili. Corro per 8 anni, a Novembre 2011 decido di partecipare al 70.3 di Pescara, da zero, senza nessuna

gara di triathlon fatta, e avevo solo un pensiero, tornare a nuotare. Da Novembre 2010 ho cominciato ad andare in piscina,

nuotavo esclusivamente a rana, il crawl (quello che chiamiamo stile libero) era faticoso e non riuscivo a finire una vasca da

50m. Il giorno in cui sono riuscito a nuotare a rana consecutivamente per 1900m mi sono iscritto a Pescara, e da lì è partito

tutto. La costanza alla fine mi ha premiato, in pochi mesi di allenamento sono riuscito a migliorare grazie anche ai consigli

degli amici, anche se nuotavo come uno scorfano sulla battigia. Le critiche poi dei tanti che mi dicevano che non ce l’avrei

mai fatta, che non avevo speranze, che la stavo prendendo troppo come un gioco, che stavo rischiando, sono state le mie

motivazioni principali. A Pescara poi ci sono andato, e dopo 7 mesi di allenamenti faidate ho chiuso la frazione in mare in 37

minuti. Dunque posso sinceramente dire che se ce l’ho fatta io a diventare un triathleta ce lo può fare veramente chiunque,

basta volerlo. Vi aspetto in zona cambio!

Triathlon per tutti!

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27 MAGGIO 2012PETTENASCO

2°TRIATHLON

MEDIO

DEL LAGO D’ORTA

INDIVIDUALE E A STAFFETTA

www.cusiocup.it

Cusio Cup conferma anche quest’anno il 2° Triathlon Medio del Lago d’Orta, appuntamento che contiamo di fare crescere e di rendere un classico della stagione del Triathlon in Italia. Quest’anno viene introdotta, oltre alla gara individuale, anche la novità della gara a staff etta di 3 elementi per rendere ancora più accessibile l’evento agli sportivi. Il percorso di nuoto si snoda davanti all’abitato di Pettenasco per un totale di 1,9 km, mentre la frazione ciclistica vedrà gli atleti impegnati in un doppio giro del Lago d’Orta, che si preannuncia impegnativo ed aff ascinante. La frazione di corsa si snoderà nell’abitato di Pettenasco.

1,9 Km a nuoto, 85 Km in bicicletta e 21 Km di corsa, ti sembrano troppi? Vuoi provare a fare triathlon ma ti “manca”

qualcosa? Adesso puoi competere nella PROVA A STAFFETTA nel 2° TRIATHLON MEDIO del Lago d’Orta a Pettenasco il

prossimo 27 MAGGIO. Le squadre saranno composte da 3 CONCORRENTI e ognuno percorrerà una frazione.

La cosa ti interessa? Coinvolgi i tuoi amici (o contatta l’organizzazione che ti potrà mettere in contatto con altri atleti, che

come te vorrebbero provare, ma non trovano compagni) e iscriviti! Ti serve solo un certifi cato medico agonistico in corso

di validità e procedere con l’iscrizione. Ulteriori informazioni le puoi trovare sul sito www.cusiocup.it, scrivendo a:

[email protected] o telefonando al 340 6068179 (Filippo). TI ASPETTIAMO.

COSTO ISCRIZIONE GARA INVIDUALE: 65€ IN PROMOZIONE FINO AL 7 MAGGIOCOSTO ISCRIZIONE STAFFETTE: 20€ + 6€ TESSERA

Partecipando aiuterai anche la ricerca sulla SLA.

Il giorno della gara saràpossibile fare una donazione a favore del Centro esperto SLA di Novara.

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di STEFANOLACARASTRONG

di solito ha già 8-9 anni di triathlon alle spalle, alcuni dei quali (i primi soprattutto) a buon li-vello amatoriale. ha sempre almeno un podio regionale da raccontare e conosce mille trucchi e segreti per guadagnare una manciata di se-condo in zona cambio.

appartiene alla prima generazione dei triatleti, quelli provenienti dall’agonismo di un altro sport e che hanno scoperto di poter ottenere ottimi

risultati nel triathlon. Però negli ultimi anni pian piano

questi sportivi hanno perso interesse. I motivi possono

essere diversi: molta altra gente scopre il triathlon, c’è

più concorrenza e dunque maggior difficoltà ad ottenere

piazzamenti; si lasciano con la ragazza (triathleta) e non

vogliono più frequentare quell’ambiente; trovano nuovi

stimoli in altri interessi tipo il teatro futurista contempora-

neo o la meditazione tibetana; si interrogano su dilemmi

esistenziali agonistici e decidono di continuare a nuotare,

pedalare e correre ma quando e quanto cazzo vogliono

loro. In realtà, però, visto che il triathlon è una dipen-

denza, non riescono mai ad uscirne veramente, e allora

li vedi che comunque ogni tanto si aggirano tra forum

di triathlon, vanno a vedere qualche gara con la scusa di

accompagnare un amico (salvo poi criticare la gente che

c’è) e sono comunque aggiornatissimi sull’ultimo grup-

po Campagnolo in uscita. Di fatto sono degli asceti che

per espiare qualche colpa (di cui loro sono a conoscenza)

si privano del piacere (per loro massimo) di fare ciò che

amano veramente fare: il triathlon.

gente che si incontra in zona cambio

27 MAGGIO 2012PETTENASCO

2°TRIATHLON

MEDIO

DEL LAGO D’ORTA

INDIVIDUALE E A STAFFETTA

www.cusiocup.it

Cusio Cup conferma anche quest’anno il 2° Triathlon Medio del Lago d’Orta, appuntamento che contiamo di fare crescere e di rendere un classico della stagione del Triathlon in Italia. Quest’anno viene introdotta, oltre alla gara individuale, anche la novità della gara a staff etta di 3 elementi per rendere ancora più accessibile l’evento agli sportivi. Il percorso di nuoto si snoda davanti all’abitato di Pettenasco per un totale di 1,9 km, mentre la frazione ciclistica vedrà gli atleti impegnati in un doppio giro del Lago d’Orta, che si preannuncia impegnativo ed aff ascinante. La frazione di corsa si snoderà nell’abitato di Pettenasco.

1,9 Km a nuoto, 85 Km in bicicletta e 21 Km di corsa, ti sembrano troppi? Vuoi provare a fare triathlon ma ti “manca”

qualcosa? Adesso puoi competere nella PROVA A STAFFETTA nel 2° TRIATHLON MEDIO del Lago d’Orta a Pettenasco il

prossimo 27 MAGGIO. Le squadre saranno composte da 3 CONCORRENTI e ognuno percorrerà una frazione.

La cosa ti interessa? Coinvolgi i tuoi amici (o contatta l’organizzazione che ti potrà mettere in contatto con altri atleti, che

come te vorrebbero provare, ma non trovano compagni) e iscriviti! Ti serve solo un certifi cato medico agonistico in corso

di validità e procedere con l’iscrizione. Ulteriori informazioni le puoi trovare sul sito www.cusiocup.it, scrivendo a:

[email protected] o telefonando al 340 6068179 (Filippo). TI ASPETTIAMO.

COSTO ISCRIZIONE GARA INVIDUALE: 65€ IN PROMOZIONE FINO AL 7 MAGGIOCOSTO ISCRIZIONE STAFFETTE: 20€ + 6€ TESSERA

Partecipando aiuterai anche la ricerca sulla SLA.

Il giorno della gara saràpossibile fare una donazione a favore del Centro esperto SLA di Novara.

A5 PETTENASCO.indd 2 11/04/2012 13:47:23

il demotivato

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t r i a t l e ta de l mese

anzitutto, e chissà che finalmente entri nelle te-ste dei più: si scrive Degasperi, tutto attacca-to e non con il “De” particella, quello era il suo

conterraneo Alcide, uno dei padri della Patria, per ca-rità, ma non risulta che praticasse la triplice disciplina. Ciò premesso, veniamo a noi: la scelta di questo mese non è stata difficile, sebbene gli altri candidati fossero certa-mente prestigiosi, uno su tutti un certo Craig Alexander, che al rientro alle competizioni che contano dopo il tito-lo mondiale a Kona, strapazza e tutti e vince per distac-co nella sua terra natale. Ma ha prevalso il patriottismo, quindi atleta italiano, e ha prevalso il sentimento, per un atleta che ha avuto qualche noia che gli ha tolto in qual-che occasione alcune soddisfazioni che avrebbe meritato. Alessandro Degasperi ha vissuto nel recente passato alcuni infortuni, magari non gravi come il problema al ginocchio sofferto nel 2010, ma nei momenti topici, ad esempio a ridosso della finale del circuito 5i50, in cui avrebbe certa-mente potuto dire la sua, da atleta eclettico e comunque avvezzo anche alle corte distanze, e forte dei risultati di Darmstadt (medaglia d’argento) e Liverpool (quarto classi-ficato). Ma ormai il suo campo è la media distanza, il 70.3, detto anche “the perfect distance”. E che sia la distanza perfetta per lui, Alessandro lo sta dimostrando alla grande in questo primi 3 mesi del 2012, oltre ai risultati più che eccellenti raggiunti negli anni passati (ricordiamo su tutti, il decimo posto a Las Vegas l’anno scorso, presenti ovvia-

mente tutti i migliori specialisti del mondo, e partendo dal

secondo gradino del podio al 70.3 italiano, attraverso altri

podi e piazzamenti in top ten in giro per l’Europa e il mon-

do, solo per limitarsi al 2011). A febbraio, ha sfiorato il po-

dio a Singapore, giungendo quarto dopo aver accumulato

un ritardo di circa 2’ a nuoto dai primi, ed aver fatto, per

sua stessa ammissione, una gara forse troppo conserva-

tiva. Errore che evidentemente non ha ripetuto nel mese

di marzo, in cui ha conquistato un terzo posto battendosi

pugnale fra i denti, con grandi atleti, magari non dai nomi

stranoti o altisonanti, ma non per questo meno preparati

ed agguerriti. Terzo quindi, e gli e ci auguriamo che sia solo

l’inizio di una stagione al top, finalmente libera da incon-

venienti fastidiosi, e certi che alla finale in terra americana

ci farà riassaporare il gusto di passare qualche oretta con

il live tracking e la diretta streaming. Se fossero necessari

ulteriori elementi per confermare le motivazioni per il gra-

dino più alto del podio attribuitogli qui su Zona Cambio, si

sappia che è anche e soprattutto padre di famiglia, e che

negli anni passati, uno fra i pochi con Ivan Risti e una non

folta pattuglia di atleti elite, si è anche laureato in econo-

mia, ed è fra i sostenitori del programma di allenamento

e studio Uni.Team dell’Università di Trento. Giornate piene

per lui, cosa che ce lo fa apprezzare e sentire ancor più vici-

no, e che fa rinnovare il tifo per la stagione appena iniziata

sotto i migliori auspici. Forza Ale!

di Christian “Mac” Ferretti

Alessandro Degasperi

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l ’ abc d i z c

8 ZonaCambio l aprile 2012

se state cominciando ad iniziare a pensare di tentare a provare di cercare di fare triathlon, benvenuti ! Sicuramente non vi pentirete di far parte di una disciplina così affascinante che per evitare di annoiarsi ha inserito

tre sport in uno! (In realtà di motivi per pentirsene ce ne sono in grande quantità, ma questa è un’altra storia…)Scopo di questo articolo è di (sperare di) chiarire qualche dubbio su quello che c’è da fare PRIMA di infilarsi costume, ca-

schetto e scarpe da ginnastica (magari non tutti insieme) e cominciare ad allenarsi. Prima di tutto le cose fondamentali.Per gareggiare c’è bisogno di un certificato medico agonistico per il triathlon. Se ne hai già uno per l’atletica leggera (quin-

di per le corse podistiche) in teoria non va bene. La FIDAL (Federazione Atletica Leggera) e la FITRI (Federazione Triathlon) sono appunto due Federazioni diverse e l’abilitazione per una gara agonistica deve essere specifica per quello sport. (In real-tà, anche se non si potrebbe, qualche società chiude un occhio e vi iscrive lo stesso… i problemi maggiori potrebbero esserci in caso di infortunio in gara e quindi di mancanza di copertura assicurativa). Paradossalmente, se avete un certificato medico agonistico per il nuoto, uno per il ciclismo ed uno per la corsa, comunque non potreste partecipare ad una gara di triathlon…

La visita medica agonistica per il triathlon, comunque, è tale e quale a quella degli altri sport. I prezzi di una visita medica agonistica variano più o meno tra i 30 e le 60 euro. Se vi chiedono di più probabilmente sono ladri con il camice.

Seconda cosa, per partecipare ad una gara di triathlon devi essere necessariamente tesserato con una società di Triathlon. I costi dei tesseramenti variano molto dall’offerta, dal momento che possono includere più o meno obbligatoriamente

anche il prezzo del body (di solito i prezzi dei tesseramenti senza body sono tra i 30 ed i 50 euro). Da regolamento è obbli-gatorio indossare un body di una squadra (per essere identificabile in gara), tuttavia se vi presentate con un body “no logo” nessuno vi verrà a dire niente… (i body li trovate dai 40 euro in su, ma anche più su...)

A meno che la prima gara da affrontare non si farà a Luglio od Agosto, è meglio avere una muta. Lì i prezzi cominciano a salire (un usato entry level discreto può costare tra i 100-150 euro), spesso però si può anche affittare in qualche servizio di noleggio presente sul campo di gara (meglio informarsi prima, comunque). È vivamente consigliabile provare PRIMA ad infilare e togliersi una muta, perché se ci si mette 10 minuti, allora è meglio congelarsi le palle e nuotare solo col body…

Per la bici, per favore non chiedete se si può partecipare con una mountain bike. Sì, si può, però io ho un’avversione innata a quelle cose con le ruote larghe ed il manubrio orizzontale… secondo me, a questo punto, è meglio riprendere in garage il ferraccio di nonno e sistemare quello! Di fatto, per iniziare, un bici entry level a basso costo (che in effetti non troverete a meno di 500 euro) è più che sufficiente!

Per la corsa, per fortuna, all’inizio basta quello che avete già…Ora che più o meno sapete quello che ci vuole per iniziare, non vi resta che fare quella cosa che riempirà ogni vostra gior-

nata, vi farà litigare con vostra moglie, non vi permetterà più di vedere i vostri figli, vi rovinerà gli studi, vi priverà di ogni piacere culinario e vi farà svegliare presto l’unico giorno di riposo settimanale: l’allenamento!

Come iniziare

a fare triathlon

di steFanolaCarastrong

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ZonaCambio l aprile 2012 9

diecimotivipercuiho deciso di iscrivermi alla mia PRIMA gara di triathlon

di STEFANOLACARASTRONG

1. perché mi piace nuotare

2. perché mi piace pedalare

3. perché mi piace correre

4. perché mi piace fare tutte e tre le cose insieme

5. perché ho una scusa per depilarmi

6. perché quando mi alleno e trovo uno più forte di me posso sempre dirgli “sto

facendo un allenamento specifico per il triathlon”

7. perché, vada come vada, alla fine c’è sempre il pasta party

8. perché puoi scrivere le cazzate sulle gambe col pennarello

9. perché quando alla “gente” dici che hai fatto un triathlon, la “gente” pensa che hai

fatto un ironman

10. perché ho una cosa in più da raccontare ai miei figli (e mi piace pensare che

gliene possa fregare qualcosa)

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10 ZonaCambio l aprile 2012

l ’ abc d i z c

otto

consigli

per preparareal meglio

la zona cambio

1Quando posizionerai la bici sulla rastrelliera metti un rapporto agile altrimenti non solo farai fatica a partire, ma rischi la caduta nella ripartenza... ho

detto agile, il 39 x 27 è TROPPO agile!2. Una volta scelto il rapporto, entra nella zona cambio,

calzando il casco allacciato (è obbligatorio da regolamen-to), e cerca la tua “piazzola”. Focalizza qualcosa fuori dalla zc che ti faccia ritrovare la bici al primo colpo. Si vede sem-pre un sacco di gente che fa avanti e indietro come agli scaffali de supermercato.

3. Posiziona le scarpe da bicicletta già sui pedali e con un elastico (per scarpa) vincolale alle pedivelle o al telaio della bici in modo che rimangano entrambe parallele al terreno (una di fianco all’altra).

4. Appendi la bicicletta alla rastrelliera per la sella.5. Posiziona sia sulla bici che in terra, in perfetto ordine,

tutto l’abbigliamento che ti occorrerà in bicicletta e di cor-sa nella sequenza che pensi di indossare. Gli occhiali fissali alla bici, avrai tempo in gara per indossarli. il numero di gara deve essere appoggiato al manubrio della bici e indos-sato al tuo arrivo in zc. Deve essere tenuto dietro la schiena durante la frazione ciclistica e davanti durante quella po-distica. Le calze NON servono!! Il materiale in ZC va posto sul lato catena, ossia guardando la bici dal manubrio, alla tua sinistra (da regolamento).

6. Uscita di corsa con la bici tenuta “a mano” per la sella (si risparmia qualche secondo rispetto alla corsa tenendola per il manubrio), oltrepassi la linea che delimita la fine della zona cambio e monti sulla bicicletta “alla bersagliera”... farai un volo della madonna!! Varie escoriazioni, sotto l’ila-rità generale. Li per li ti gireranno i coglioni, ma con questa storiella avrai anni di racconti agli amici! Infili direttamente i piedi dentro le scarpe e con una pedalata decisa spezzi gli elastici precedentemente messi per vincolarle, che ti arrive-ranno direttamente sul tendine di Achille. E capirai perché Achille era debole di tendine. Prime pedalate, per prendere velocità, chiudi i velcri delle scarpe concludendo la transi-zione nuoto-bici.

7. Conclusa la frazione ciclistica, a qualche decina di me-tri dalla linea di inizio della zona cambio, apri le scarpe, tiri fuori i piedi e li posizioni di nuovo sui pedali fai le ultime pedalate e poi scendi sempre alla “bersagliera” , cercando di non bissare lo spettacolo precedente. Se ti riesce……….dito medio alla folla!

8. Guidando sempre la bici per la sella, arrivi alla piaz-zola, posizioni la bici (sempre per il sellino), togli il casco dopo aver appeso la bici, infili le scarpe da corsa, giri il numero davanti e “voli” fuori il più velocemente possibile dalla zona cambio per affrontare l’ultima frazione.

N.B. Una volta posizionata tutta la tua attrezzatura nella zona cambio è opportuno ripercorrere esattamente il per-corso che dovrai poi affrontare una volta uscito dall’acqua. Devi considerare il rincoglionimento post-natatorio e le sberle prese in acqua. Gel, integratori e quant’altro sono soggettivi. Metti un asciugamano per terra al fianco della bici. Il più assurdo/brutto/ridicolo che hai. Lo vedrai al primo colpo d’occhio e t servirà a pulire i piedi dalla sabbia.

di andrèpowered by cirofoster.blogspot.com

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zona camb io

ogni bracciata è come remare nel minestrone. Dopo ogni bracciata mi fermo e riparto. I piedi sbandano a destra e sinistra senza controllo come un pupo

siciliano. Ho la galleggiabilità di una pietra e in acqua mi muovo in verticale anziché in orizzontale. Respiro sempre in affanno e ogni volta devo tirare dentro tutta l’aria che posso come se fosse l’ultimo mio respiro sulla terra. In più non faccio parte di nessuna squadra e quindi posso nuo-tare solo durante le ore di “nuoto libero”, per cui devo incontrare ogni volta in acqua solo dei rimbambiti come me, o anche di più.

L’anno scorso un amico Uomo Lupo, nuotatore e ex palla-nuotista, ha perso molte ore per mettermi in riga. E appena ho imparato un po’ di tecnica giusta mi sono fatto male alla spalla. Per cui nuotatori bravi, io non vi sopporto! :)))))

Arrivate con i vostri fisiconi e quell’espressione arrogan-te. A noi non ci vedete, il vostro sguardo ci attraversa. I bagnini vi salutano rispettosamente, normalmente entrate con le borse di qualche sponsor che abbandonate a bordo piscina e dentro avete tutti gli strumenti della goduria: pa-lette, pinne, corde, pull buoy, dieci cuffie vecchie tutte di gare epiche. I più hanno anche le borracce con liquidi gialli e verdi che tengono vicino al blocco di partenza. Se siete proprio imbalinati avete un foglio di plastica con dentro gli allenamenti perché non vi ricordate un bel niente. I vostri

esercizi di stretching sono sempre seguiti da quelle sbrac-ciate in aria che fa anche Phelps.

Dovete far finta di non avere mai freddo nella doccia e nell’acqua polare. Noi abbiamo delle maschere da abissi, voi gli occhialini dei pescatori di perle. Se non avete corsie riservate, mentre noi siamo ingorgati in corsie una croce uncinate, cercate i vostri simili. E chiaramente entrate con un tuffo di testa o di piedi e partite subito come se non ci fosse domani. Quando vi fermate guardate un po’ di taglio gli orologi con le quattro lancette colorate ogni volta che vi fermate e, apposta, le virate le picchiate alte, piedi in faccia a chi bambana (ed è vero che bambaniamo).

Durante le pause tra serie di “gambe rana-piedi stile-braccia a delfino-respirazioneogni5minuti”, se siete con i vostri simili commentate tutti gli sfigati della piscina. E re-golarmente dite: “oggi non vado proprio...”.

Se per caso noi “figli di un dio minore” siamo in mezzo alle scatole (ed è vero che lo siamo) durante una vostra vasca ci dovete superare in terza corsia perché rallentiamo la vostra tabella e vi impediamo con la nostra presenza di vincere le prossime olimpiadi. Non so come, ma riuscite a guardarci con compatimento mentre ci superate.

Quando avete finito non potete uscire dalla scaletta, per cui vi issate (alcuni con un braccio solo) sul bordo piscina. E lì il nostro odio raggiunge il massimo.

I nuotatoriserialidi Ironmarz

Sono uno di quegli emeriti “cazzoni” a cui Dio non ha regalato niente.E in piscina, quando provo a nuotare, diventa lampante...

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ZonaCambio l aprile 2012

zona camb io

F R A n c ygoes to

PescARApart. 2

“Ti blocco le ruote, sai!”di Semper Adamas

no, non è la minaccia del gentile consorte per farmi stare ferma. Sono io che sto cercando di convincere mio figlio, il nanerottolo duen-

ne, a stare fermo nel suo lettino, anziché fare le ripe-tute sul materasso, avanti e indietro, avanti e indietro finchè il lettino, giustamente, me lo ritrovo in mezzo alla stanza. Finisce così, col rito della nanna, una gior-nata massacrante.

Beh, no dai. Non massacrante. Intensa!Ultimamente sono stata presa da un pizzico d’ango-

scia per l’avvicinarsi del mio appuntamento agonisti-co, per l’appropinquarsi e il materializzarsi dell’incubo IronMan. Ok, ok, lo so che è un mezzo IronMan, ma un po’ di timore il nome, anche se dimezzato, lo incute!

Per cui sto lavorando intensamente, soprattutto d’immaginazione. La notte mi sogno Aldo Rock che mi apostrofa col suo mitico ed energico “Uomo...!” e io che me la prendo perché sono una donna…

No, non va niente bene: bisogna nuotare, bisogna pedalare!!

Col nuoto, dove tutto sommato non vado neanche malaccio, faccio i conti in una tranquilla mattina di sa-bato.

Approfittando del fatto che in corsia sono sola, evento più unico che raro, paragonabile per singolarità ad un’eclissi totale di sole, mi butto in corsia e attacco il mio monotono allenamen-to: blocco da 500, blocco da 500, blocco da 500 e avanti così fino allo sfinimento fisico e psichico. D’altra parte, dopo una settimana trascorsa in un ufficio ripieno di gente urlante, coi telefoni che squillano a ripetizione, starmene da sola in acqua (il posto più silenzioso del mondo), mi rigenera, qualunque sia il “lavoro” da fare.

Comunque, dicevamo… finito il primo 500 (stile, dorso, stile, dorso) mi sento prendere dall’ansia. Che sarà di me, nell’affron-tare 1.900 metri a stile, in mare?! E così faccio la bella pensata di cimentarmi sull’intera distanza. Che per carità, riconosco che sia sbagliatissimo, ma perché non provare?!

Almeno mi tolgo una curiosità.Detto, fatto. Ecco, non proprio con questa rapidità, però me

la son cavata. Avanti e indietro, avanti e indietro, faccio la spo-la da un capo all’altro della vasca, tocco e scivolo dolcemente (vabbè, lasciatemi le mie certezze!) nell’acqua, avanti e indietro, avanti e indietro, sotto gli occhi allibiti di una Signora (ha persi-no lo chignon sotto la cuffia, oppure è una cofana di capelli da fare invidia a Wanda Osiris!) che è entrata e passeggia (sì, non ho sbagliato verbo, sta proprio camminando nell’acqua) nella corsia a fianco la mia.

Lei passeggia ed io nuoto, e chissà chi fra noi due è la più stupita dello “show” che si vede accanto!

Mi nuoto i miei 1.900 metri (precisi, eh... non mi sono persa nemmeno un centimetro!) fino alla fine: 34 minuti.

Ci piace! Per dirla con Facebook. Vabbè, sono consapevole che non vuol dire niente, ma io,

almeno, un’ansia me la sono tolta ed ora sono un poco più tranquilla. Certo che dovrei proprio provare in acque libere, mi dico. Eh, raggiunta una meta, si guarda avanti…

Posso sopravvivere nuotando due chilometrini scarsi senza fer-marmi, adesso resta da vedere come me la posso cavare con 90 km di bici! Il punto dolente. Diciamo che in bici non brillo per capacità atletiche. Diciamo così, oppure possiamo affermare che ho spazio per migliorare, che suona in maniera più rassicurante.

Comunque, arrivata a casa, trovo il gentile consorte alle prese con la pappa del grazioso nanerottolo che abbiamo generato insieme.

Gorgheggiano felici nel vedermi entrare, col tatuaggio degli occhialini intorno alle orbite, sugli zigomi arrossati, i capelli ar-ruffati sotto il berretto perché me li sono asciugati in fretta e furia per correre a casa. La pappa gliela voglio dare io, al nano. Dopotutto, triatleta o no, rimango sempre la sua mamma!

Il nanerottolo reclama da subito la mia attenzione: “Mamma, mamma, pappa!!” (sto figlio pensa sempre al cibo!) mentre il marito runner, e triatleta in fieri, una versione decisamente più adulta e meno paffuta del nanerottolo, mi apostrofa con: “Sa-bato mattina si va in bici!”.

Mai che mi dica semplicemente ciao…!

To be continued…

F R A n c ygoes to

PescARApart II

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filosofiae/o

sarcasmopart IIdi Marco Bucci

È bello sapere che anche se ti stai allenando bene, una bella influenza può annientare i tuoi sforzi... Ed è per questo che sono contento, perché, alla fine avevo pro-

prio bisogno di un po’ di ferie dal lavoro (qui sono meno “contento”) e dagli allenamenti, ferie forzate, non obbligato-rie, ma per piacere. Il piacere di prenderti, grazie a due gior-nate di vento freddo, una bella influenza.

Ma ancora più meraviglioso chiamare il dottore e chiedere di prescriverti degli anti-influenzali e lui ti chiede «cosa vuole che le prescriva», «ma non so di efedrina non ne ho bisogno, EPO già ne ho diverse scatole come anche di GH, quindi que-sta volta andrebbe bene della morfina per non sentire que-sto tremendo mal di gola, magari calma anche la tosse e poi mah... dicono che l’aspirina sia miracolosa! Sempre se il cor-tisone secondo lei non sia meglio», c’era anche da aspettarsi la risposta «ma non so mi dica lei»...

I giorni passano e sono sempre più triste, perché l’influenza sta passando e fuori le giornate diventano sempre più lunghe e calde, l’unica cosa che mi fa tornare il buon umore è il dover aprire il computer e lavorare da casa, che bello lavorare da casa con febbre e tosse, si riesce a pensare «molto» meglio.

Dopo 4 giorni che sono chiuso in casa, la mia ragazza ed il mio gatto ancora non si sono abituati, ed ogni tanto si pren-dono un colpo a vedermi lì sdraiato sul divano, ogni tanto la mia ragazza mi chiede «a che ora torni stasera dall’alle-namento?» dimenticandosi il motivo per cui sono chiuso in casa...

Sono distrutto dall’entusiasmo, quando venerdì mattina rientro al lavoro, e vengo ribollato come «quello che pensa solo ad allenarsi invece che al lavoro» (che in parte è pure vero...), e non importa che ho un certificato medico che atte-sta che non sono stato in un Tri-Camp a Fuerteventura; per il mega capo ormai MARCO MALE! E senza lavoro non si può essere contenti e neanche fare i sarcastici...

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i lunghi sono l’allenamento fondamentale per un mara-toneta. Servono per abituare

il corpo ad uno sforza prolun-gato e far sì che si creino i giusti

adattamenti - sia a livello cardiaco, sia a livello mentale, sia a livello muscolo-scheletrico - ma, soprattutto, servono ad abituarci a bruciare i grassi che abbiamo in abbondanza.

La Maratona è una gara micidiale. Mediamente ogni at-leta, durante questa gara, brucia un numero di calorie pari al peso del suo corpo moltiplicato per i km. Percorsi.

Es: 70-71(peso)*42,2(km)= 3000(circa).

Praticamente nessuno ha nelle proprie scorte zuccheri a sufficienza per riuscire a completare una distanza così lunga.

Regola vuole che, dopo aver percorso (circa) 30 km, la benzina(zuccheri) finisca e a quel punto arrivare alla fine di-venta un’impresa e si va a sbattere contro il famoso muro.

Come riuscire ad evitarlo ?

1) Banalmente, cercando di non tenere un ritmo troppo sollecito che più rapidamente porti all’esaurimento delle scorte di zuccheri.

2) Correndo in allenamento i lunghi necessari agli adat-tamenti sopra citati, magari provando a farli in leggera progressione di ritmo o, anche, a sovrapporli (2 ravvicinati da 20km possono valere uno da 30km).

3)Alimentandosi in maniera adeguata… quindi molto e con molti carboidrati prima di fare un lungo, quando non si è certi di finirlo, ma anche alimentandosi pochissimo in totale deplezione di carboidrati quando invece si è certi di poter percorrere la distanza.

Esempio: chi deve fare 30km ed è ai primi tentativi è meglio se corre con le scorte cariche… ma lo stesso atleta se ne deve correre 22-25 e sa che a quel livello sicuramen-te ce la fa… allora meglio sarebbe se decidesse di correre “scarico” in modo che negli ultimi km di quell’allenamen-to relativamente lungo comunque “costringe” il suo corpo ad utilizzare i grassi.

L’atleta che corre da molti anni e che ha corso molte maratone ha già creato quegli adattamenti e a lui servono soltanto dei “richiami” necessari per ricordare al proprio corpo(che ha memoria storica) cosa si deve preparare ad affrontare.

Per il neofita i lunghi necessari a correre una maratona teoricamente non sono mai abbastanza… ma è altresì vero che ad ogni lungo da una parte ci si abitua(adatta), dall’al-tra ci si stanca e di sicuro quando ci si presenta al via di una maratona la regola numero 1 vuole che si sia riposatissimi.

A che ritmo correre i lunghi e che tempo aspettarsi di fare su una 42km ?

Il ritmo con cui è più efficace correre i lunghi è stretta-mente dipendente dal tempo che ragionevolmente si può sperare di fare in Maratona. Diciamo che stando tra i 10 e 15 secondi più lenti del Ritmo Gara non si rischia di fare fesserie… semmai è difficile prevedere il ritmo gara.

Attenzione: non è facile centrare il proprio target, talvol-ta si è troppo prudenti, talvolta troppo baldanzosi.

Diciamo che prendendo a riferimento il tempo al km che si tiene su un 10.000 e raffrontandolo con il tempo che riu-sciamo a tenere sulla mezza è possibile provare a supporre il giusto ritmo per una Maratona raddoppiando i secondi che differenziano le prime 2 prestazioni.

Gli atleti d’élite e qualche amatore di alto livello, media-mente perdono solo 6-8 secondi a km tra i 10 e i 21.1km e altri 12-15 secondi al km tra i 21.1 e i 42.2km.

Gli atleti evoluti (anche medi… “tipo me”), quelli che si allenano da molti anni preparando sempre le maratone, di solito perdono 10 max 15 secondi tra i 10km e i 21.1km e il doppio - quindi altri 20 max 30 secondi - tra i 21.1 e i 42.2km

Di solito più si è lenti e più è difficile stare in questi pa-rametri.

Questi Parametri ci dicono che, normalmente, chi fa 10km in 40.00 (4 al km) dovrebbe fare la mezza sicura-mente in meno di 1h e 30(4.15) e la maratona ampiamen-te sotto le 3h e 20 (4.45)

In questo momento io valgo circa 40 netti su 10km(4.00); 1h 28.30 sui 21.1(4.12) e circa 3h e 15(4.36 in Maratona).

Quindi, perdo 12 secondi tra 10km e 21.km e il doppio 24 tra mezza e maratona.

Chi fa 42.30 sui 10.000 basta che aggiunga i 15 secondi a tutti i tempi precedenti e ottiene: 1h e 35 sulla mezza e 3h e 30 in Maratona.

Un altro parametro previsionale che spesso viene usato(secondo me è un po’ troppo ottimistico e vale solo per chi è allenato alla grande) è quello che suggerisce di aggiungere 1 secondo ad ogni km in più di qualsiasi di-stanza dai 5km ai 42km.

La saga dei... Lunghi!zona camb io

di Gian Carlo ‘Runnerblade’ Pelliccia

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Certo, chi fa 50.00 su 10km è molto più difficile che possa sperare di perdere allo stesso modo di chi fa 40.00.

Si parla infatti di un indice di deflessione tanto più alto quanto più lenti sono i tempi.

Ciò non toglie che un’atleta che corre 10km solo in 50.00, ma che si allena da molti anni e ha corso molte maratone, possa ragionevolmente correre la mezza in 1h e 52 a 5.20 (+ 20) e la Maratona tranquillamente sotto i 6.00(+40) al km quindi in 4h e 10.

In realtà, tra gli atleti che corrono da poco, è facile con-statare che corrono i 10.000 ad un ritmo migliore ( ben oltre il minuto al km) paragonato al quello tipico per una maratona.

Quando il differenziale tra le 2 gare (10km-42.2) sta ben oltre il minuto è segno che o la maratona non la si è ben preparata o che, gli “adattamenti” prima citati, non sono affatto riusciti; in tal caso si può affermare che l’atleta non è ancora evoluto ed è un maratoneta incompleto.

Quando alcuni maratoneti (e sono la maggioranza) dico-no che fino al 30esimo(ma anche 35esimo) stavano bene e poi “qualcosa” è andata storta e hanno impiegato tempi biblici per fare gli ultimi km, è segno che o non hanno fat-to una giusta preparazione o che ancora non sono padroni della distanza o, anche, che hanno veramente presunto troppo (tentativi di PB velleitari).

i lunghi per un triathletaOvviamente qui è tutto più complicato perché le diffe-

renze tra un’atleta e l’altro diventano ancora maggiori ri-spetto ai “solo” runners.

Proviamo superficialmente a soffermarci su due grandi sotto categorie: Il runner migrante dalla corsa al triathlon e il runner “obbligato” per necessità specifica.

Il distinguo non è banale, in quanto il primo dei due è già costruito sul versante corsa e dovrà solo adattare le sue peculiarità alla difficoltà di correre con la muscolatura affa-ticata in modo inusuale dalle precedenti attività; mentre il secondo dovrà badare di più alla tenuta specifica.

Al primo, consiglierei di correre al ritmo più easy possibi-le, non necessariamente per distanze siderali, ma di farlo sempre e soltanto dopo essere sceso dalla bici.

Al secondo, di affrontare il lungo a riposo e di mantener-si sui parametri di velocità specificati in precedenza… an-che se, ragionevolmente, risulteranno fin troppo ottimistici rispetto a quelli che gli sarebbe possibile mantenere nella maratona di un Iron Man.

Del resto, la scelta di andare troppo piano non sareb-be allenante in senso assoluto, così come, a mio avviso, l’affrontare un allenamento così stressante partendo molto stanco, finirebbe per inibirgli le energie fisiche e mentali necessarie a completarlo… cosa invece di importanza as-soluta.

Lunghe corse a tutti!

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s in dalle prime Olimpiadi della mia vita (ovviamen-te viste in televisione), quel circuito ovoidale rosso aveva esercitato su di me un discreto fascino.

Mi ero sempre ripromessa di trovarne uno e di provare quelle magnifiche sensazioni che trasparivano dal volto de-gli atleti che tagliavano, stanchi ma felici, la linea di arrivo anche detta “traguardo”.

C’ho messo circa 38 anni (e una serie di vicissitudini, ma per quelle ci vorrà un altro articolo) prima di decidere che fosse arrivato il momento.

38 anni e mille altri sport, prima tentati e poi abbando-nati insieme alla relativa, completa e griffatissima attrez-zatura.

Mi ero detta: “in fondo servono solo un paio di scar-pette e un po’ di buona volontà”… non sapevo cosa si nascondesse in realtà dietro quella frase, cosa significasse veramente indossare delle scarpe da corsa ed unirle alla buona volontà.

Ma non era l’unica cosa che non sapevo!Per chi come me corre nella pausa pranzo e ha la sfor-

tuna (in realtà no, di questi tempi) di fare un altro lavoro, la corsa è un momento di svago, un modo per staccare la spina, per rimanere in forma dopo ore di vita sedentaria, un modo per non pensare, per buttare via l’orologio…

…buttare via l’orologio? ma quando mai!!! Ricordo ancora quando affrontai il mio primo giro di “pi-

stino” con al polso il mio orologio a carica manuale, igno-rando l’esistenza di marchingegni come cronometri, gps e

parole come Timex, Garmin, etc. etc.; d’altronde “andavo al campo” per buttare via l’orologio, non per averne uno sempre in funzione che contasse addirittura i secondi, né immaginavo di dover correre prendendolo a colpi sul qua-drante;

Pensavo, poi, che bastasse indossare le famigerate scar-pette (un paio qualsiasi, non una 270 intermedia, piuttosto che una 190 per i lavori su pista) e partire, non pensavo certo di dover “fare un lavoro”, d’altro canto io di lavoro ne avevo già uno e anche bello stancante.

Cosa combinano questi? E perché vengono a lavorare al campo, non ce l’hanno già un lavoro?… e cosa vorrà dire quel tizio tutto sudato che sta chiedendo ad un altro in crisi respiratoria “a quanto l’hai girato”? E cosa vorrà dire la signora in Kalenji che urla ad un’altra “noi usciamo a fare un lungo, tu che fai le ripetute?”.

Qualcuno mi aiuti, pensai. Questo posto è una gabbia di matti.

Ebbene sì, ancora oggi lo penso, è una gabbia di matti, ma matti simpatici e ostinati che ci mettono cuore e pas-sione.

Oggi prendo a botte il mio Timex, faccio 2/3 lavori a set-timana, a parte il mio che faccio tutti i giorni, mi diverto a fare le ripetute e un po’ meno i lunghi… e benedico il giorno di tre anni fa in cui ho deciso di indossare un paio di scarpette qualsiasi (Nike air, ma non lo sapevo) ed unirle alla buona volontà!

vadodicorsa!di Espi Rechichi

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vadodicorsa!di Espi Rechichi

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Arivace tu...

a 50!e venne l’ora di farlo ancora.Bello il tempo in primavera, sole, tepore e calore, ma allora perché metterci anche il sudore? Non andava bene anche senza? E no, no, no, ora voglio sentire il calore salire da dentro e coprir-mi il corpo; una sorta di rinascita di epifania primaverile. Troppo serio... forse ma tanto, tanto poetico. Meno poetici sono gli ultimi -pallidi tentativi- di dare continuità alle corsette pomeridia-ne. Una fatica mentale prima che fisica, anzi solo mentale. Per prima cosa il sole; senza sole pro-prio non ce la faccio a pensare di cambiarmi e sgambettare per una decina di kilometri su e giù per i sentieri di Villa Ada (a proposito se qualcuno volesse condividere... magari!). Quindi, con il sole la cosa si fa digeribile ed allora prendo pazienza e vado. In questo periodo si vede qualcuno che proprio gli dà giù: ragazzine che ci tengono a tenere su, signorine che non vogliono andare giù e signore... che proprio non ce la fanno più. I maschietti come al solito ci credono, ma per altri motivi. Io ci credo nel senso che non mi va proprio di chiudere questo capitolo della mia vita, insomma non mi arrendo, alla soglia dei 50, al fatto che tutto sommato quello che è stato è stato scurdamms o passat... chi ha avuto e chi ha dato ha dato. E allora ri-parto ogni volta riscoprendo il piacere di sentire che ancora ho voglia... voglie... insomma ce so arrivato! Però subito mi assale un pensiero: ma non è che nun te voj arrenne al fatto che... oramai... quello che dovevi dire lo hai già detto? Questo subdolo e bastardo pensiero si presenta di tanto in tanto contrastato inconsciamente dalla certezza che nasce dallo stereotipo del vivere moderno: hai dato e levati da mezzo. E no, no, no quando sarà lo deciderò io!

(P.S. caro Padreterno... chiunque tu sia senza nulla a pretendere)

di Antonio De Bonis

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aNDATA!!! Devo dire che i miei timori della vigilia, riguardo al tandem, sono risultati fondati!!!!! Cer-to che trovarsi 2 ore prima della gara e fare 2 km di

prova non è il massimo. Il bilancio della giornata è stato più che positivo, record per Orlando (il ragazzo a cui ho fatto da guida), un muro c’entrato al primo giro di boa (un po’ strettino per un tandem, soprattutto per me che ero alla prima esperienza).

Comunque ecco la il racconto dell’impresa:Dopo numerosi “contatti” telefonici con Orlando, ci dia-

mo appuntamento, domenica mattina, al ritiro del pacco gara dove, finalmente potremo incontrarci! La sua crew in parte la conoscevo già avendo fatto lo speaker alla gara di Lido delle Nazioni dove avevano corso i para triatleti, otti-me persone, sempre sorridenti! Una piccola spiegazione di come comportarsi in gara e una piccola prova con il tandem, circa 2 km, per capire immediatamente che non sarà facile.  Orlando è agitato, dice di sentire le farfalle nello stomaco, io come sempre faccio il cazzone prima della gara salutan-do tutti, cerco di tranquillizzare il mio compagno di avven-

La nostra gara“a braccetto”

di Marco Novelli

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tura, ma lui è un pochino agitato. Entriamo nella nostra griglia di partenza, al fianco del navigato Ceriani (altro non vedente pluri medagliato a mondiali ed europei), ripassan-do le operazioni da fare e la “tattica” di gara: partiremo tranquilli, a “braccetto”, per poi passare al classico “lac-cetto” dopo che il gruppo si sarà sfilato. Partiamo, primi metri camminando e poi, quando si inizia a correre, lascio che sia Orlando ad impostare il ritmo, intorno ai 5’40”/km; è un ritmo per me tranquillo, i problemi al ginocchio sembrano passati, superiamo un paio di persone nel primo km, quando Orlando mi chiede di informarlo ogni 500m sul kilometraggio e sul tempo: io bluffo un po’ per dargli morale.

Finiamo il primo giro in perfetta tabella di marcia; l’inizio del secondo giro è un po’ problematico a causa dei soliti che se ne fregano del regolamento ecc. Il percorso era A/R: all’andata si correva sulla ciclabile, al ritorno sul marciapie-de. Purtroppo molti anche al ritorno correvano ugualmente sulla ciclabile, per cui Orlando ha colpito un cono che servi-va per delimitare la parte dove si correva da quella dove si pedalava, proprio perché che io ero costretto a spostarmi per evitare i soliti… furbi. Finiamo i primi 5 km (secondo me corti), il cambio è tranquillo, si parte per la frazione che mi preoccupa di più: la bici. Guidare il tandem non è facile, ci sono movimenti che devono essere sincronizzati e alcune accortezze da prendere. La prima parte è tutta dritta, quin-di si spinge subito sopra i 41-42 km/h, ma a primo giro di boa, la mia poca dimestichezza con il tandem, unita al fat-to che era proprio stretto il punto dove girare, mi portano a salire sul marciapiede e a finire contro il muro. Per fortuna quando mi sono accorto che non riuscivamo a girare, ho preferito salire sul marciapiede e buttarmi di spalla contro il muro, graffiandomi tutta la parte destra ma riuscendo a

lasciare praticamente illeso Orlando. Perdiamo un paio di minuti per rimettere in strada il tandem, per controllare se tutto è ok e per ripartire. Ci rilanciamo sul dritto, sanguino abbastanza, ma di certo non mollo.

Sul dritto continuiamo a buon ritmo (sui 37-39 contro vento), arriviamo al 2° giro di boa, questa volta abbastanza largo, ma con una macchina che era andata a parcheggiare giusto fuori dal giro di boa? Nonostante il piccolo intoppo, riesco a fare la curva, passiamo con precisione chirurgica a 1 cm dal marciapiede e 5 cm dalla macchina parcheggiata e ci lanciamo all’inizio del 2° giro. Per fortuna al 1° giro di boa riusciamo a studiare una tecnica che ci evita di cadere, prendo un po’ di confidenza con il mezzo e ci togliamo la soddisfazione di passare davanti ad un gruppo a tirare (i soliti scansafatiche )!!!!

Finiamo la frazione di bici con un tempo non bassissimo, ma posso affermare che la caduta e i 6 giri di boa fatti praticamente da fermi hanno influito non molto. Partia-mo comunque per l’ultima frazione dopo aver recuperato qualche posizione e subito superiamo un paio di atleti a

piedi, si corre intorno a 5’/km. Orlando è a tutta, io tiro un po’ il cordino per farlo andare un po’ più forte e gli scan-disco il passare dei metri... Mettiamo nel mirino l’amico Ettore Piazza, che, però, praticamente corre come noi e i 30-40m che ha di vantaggio su di noi rimangono invariati sino al traguardo! Chiudiamo in 1.19’,36”, pochi secondi sotto il “personale” di Orlando, con una ottima 2° frazio-ne di corsa. A fine gara mi confida che pensava mi volessi ritirare dopo lo schianto contro il muro e che era contento della gara. Bella esperienza , Orlando ha dato tutto e io, credo, altrettanto...

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Quando

la salita

si fa dura...

il fedaia

Quando

la salita

si fa dura...

il fedaia di pier aka veganBiker

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e sistono tantissimi aspetti che possono rendere una salita dura, lunghezza, pendenza media e massima, quota, tipo di asfalto, aspetti ai quali vanno somma-

ti quelli ambientali della giornata, caldo torrido o temporali che possono trasformare dei cavalcavia in passi dolomitici.

C’è chi ha addirittura creato delle formule matematiche per costruire delle classifiche di “durezza” di una salita, è il caso del famosissimo salite.ch che indicizza con un freddis-simo numero la quantità di sudore che dovremo lasciare su una salita e la quantità di glicogeno da buttare nei muscoli. Tutte queste formule e classifiche sono molto affascinanti ma credo non ci sia niente di meglio della classifica che ci facciamo nella nostra testa, che è mediata da tantissimi al-tri fattori, la nostra condizione in quel momento, le nostre aspettative e soprattutto quante imprecazioni a noi stessi abbiamo tirato lungo tutta la salita per aver deciso quel giorno di non stare a casa.

Se siete come me, se siete attratti dalla fatica estrema, dalla vetta, da quel senso autolesionistico che ci fa venire voglia di inforcare la bici e salire in alta quota su strade dove la pendenza a doppia cifra è una costante, spero apprezzerete questa rubrica che cercherà di raccontarvi di volta in volta alcune delle più belle salite del nostro paese (e perché no anche fuori Italia).

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La salita con cui comincerò non è certo la più dura che mi è capitato di affrontare, ma è sicuramente nella top five di quelle che più mi hanno saputo emozionare, sto parlando del Passo Fedaia (Marmolada) affrontato da Ca-prile. Una salita (e una discesa come poi vedremo) in gra-do di dare un’adrenalina davvero unica, proprio perché al suo interno comprende quasi tutte le caratteristiche che sanno rendere speciale una strada di montagna: quota, pendenza, fascino del paesaggio, ma soprattutto la sfida, contro noi stessi e contro la storia che questa salita ha saputo scrivere.

Quando si guarda una salita, la prima tentazione è dare un primo sguardo ai freddi numeri, spesso in grado di dirci molto ma anche in grado di ingannarci; la salita è lunga 14 km e ha una pendenza media del 7,5%, numeri che letti così non ci spaventano più di tanto e ci danno quel po’ di incoscienza che ci farà affrontare la salita un po’ meglio.

Iniziamo la salita nell’abitato di Caprile, un bellissimo pa-esino dell’alto veneto proprio ai piedi del ghiacciaio della Marmolada a cui si arriva proprio tramite il Passo Fedaia che collega Caprile con la più nota e rinomata Canazei. I primi sei chilometri sono davvero poca cosa, pendenze assolutamente umane (4-5% ma spesso anche meno), ci servono a scaldare la gamba, a prendere il giusto feeling con la salita, ma hanno anche il grande difetto di illuderci che tutto sommato la salita forse è molto meno di quello che qualcuno ci aveva raccontato. Dopo sei chilometri tro-viamo il bivio di Sottoguda, entrambe le strade salgono al Fedaia (e si ritrovano dopo due chilometri), ma la scelta per noi ciclisti è obbligata, abbandoniamo la strada statale per le auto e ci inseriamo nella bellissima ciclabile di Sottoguda dove ci aspetta uno degli scenari più affascinanti che mai ci capiterà di trovare in bicicletta. I serrai di Sottoguda non sono altro che una stretta strada scavata in un canalone dove sia alla nostra destra che alla nostra sinistra abbiamo rocce alte più di duecento metri. Un incredibile scenario che ci fa sembrare di essere più nel Grand Canyon che sulle dolomiti. La strada qui comincia finalmente a pren-dere quota, saliamo per due chilometri in mezzo alle rocce con pendenze attorno al 7%, ma la bellezza di ciò che ci circonda ci farà pedalare senza quasi accorgerci di essere in salita.

Al termine ritroviamo la strada statale e un breve tratto di qualche centinaio di metri in contropendenza che ci farà prendere fiato e abbassare i battiti prima di quello che in molti hanno ribattezzato “l’inferno di Malga Ciapela”, il famigerato rettilineo in salita più lungo e duro del mondo. Ricordate cosa vi dicevano da bambini alle prese con le pri-me salite di montagna? Si a tutti si diceva sempre di “non guardare avanti”, ecco, qui sarà impossibile non guardare

avanti, perché davanti a noi ci sono tre chilometri di rettili-neo con pendenza media del 13%.

Raccontarlo a parole è davvero difficile, la sensazione di rimanere fermi è davvero indescrivibile, sembra di stare sui rulli, fatichiamo, fatichiamo e la strada è sempre immobile, la vetta non si avvicina neanche un po’, e gli altri ciclisti che incontriamo li passiamo (o ci passano) al rallentatore. È il tipico esempio di quando si dice che è importante reggere con la testa più che con le gambe. In base alla vostra gam-ba saranno dai 15 ai 25 minuti di calvario, dove la testa giocherà un ruolo davvero chiave, dovrete continuamente ripetervi che in fin dei conti è solo una salita, e che di lì a una mezz’ora sarete in cima, seduti al rifugio a scherzar-ci sopra. Io in questi momenti uso come tecnica quella di fissarmi sul contachilometri, guardo i battiti, guardo la ve-locità, la cadenza, mi perdo a leggere questi numeri, come se stessi facendo spinning, cerco di non guardare troppo avanti, se non giusto il minimo per non trovarmi fuori stra-da. La cosa importante è salire di regolarità, non cercare scatti perché non avendo la possibilità di far scendere i battiti è meglio tenerli sempre sotto soglia se no rischiamo davvero di doverci fermare.

Per fortuna come è cominciato poi finisce anche que-sto inferno, e seppure la strada non scende più come pendenza e rimane fino alla cima sempre sopra il 10%, ricompaiono un po’ di curve e qualche tornante a farci rifiatare e soprattutto ad aiutarci mentalmente ad avere qualche riferimento. Se abbiamo un po’ di energie, que-sti ultimi tre chilometri finali sono quelli in cui possiamo anche permetterci qualche rilancio o scatto per arrivare in meno tempo alla vetta. L’arrivo è fissato al rifugio sul passo, lì possiamo finalmente sederci e godere dell’impre-sa appena svolta, ma soprattutto prepararci mentalmente per quella che è senza ombra di dubbio la più veloce di-scesa di tutta Italia.

Scendendo dal Fedaia si possono ampiamente superare i 100 orari, quindi preparatevi mentalmente per vedere sot-to di voi una velocità che è difficile abbiate provato prima. Cosa importantissima è non offrire troppo spazio al vento, quindi serve non indossare per la discesa cose che facciano troppo da effetto paracadute, l’ideale è un semplice smani-cato ben chiuso, credo sia inutile dirlo, ma il casco, che an-drebbe indossato sempre, qui è quanto mai indispensabile. Il punto in cui possiamo prendere la velocità massima è il lunghissimo rettilineo di Malga Ciapela, cercate di entrarvi almeno a 60-65 orari, a questo punto non serve più peda-lare, mani in posizione bassa del manubrio, ben strette, po-sizione un po’ schiacciata, e soprattutto tanta incoscienza che ci impedisca di toccare i freni, che essendo un rettilineo non servono a nulla. Approfittatene perché per riprovarci bisogna tornare un’altra volta sul Fedaia, e probabilmente una volta in fondo non ne avrete voglia.

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di steFanolaCarastrong

la prima gara organizzata da Zona cambio!

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la giornata è di quelle da ricordare ed incornicia-re. È iniziata per gioco, con uno scambio di mail tra me, Master e Serena sul fatto di affiancare un

evento all’uscita di Zona Cambio, che, lo ricordo, è nato come magazine online di triathlon scaricabile gratuita-mente e gratuitamente abbiamo deciso di rendere que-sta pedalata.

Per organizzare al meglio questa giornata e grazie all’a-iuto degli sponsor (Foto Ottica Berti Raffaele, Generali, Ciclismo Lazio, Decathlon, b*Twin, Zio Bici, iRunners, Temple Bike, Ciucoallegro, Gensan, iZiro Team, Kento Bike, Capobianchi) che hanno creduto in questo proget-to, siamo riusciti in un mesetto a regalare una pedalata, un pacco gara, un servizio video e fotografico, pizza con mortadella, vino, caffè, the e biscotti a tutti i partecipanti a costo (per loro) ZERO.

Da parte nostra siamo stati ripagati da tutti i ringrazia-menti ed i commenti entusiastici dei nostri amici.

la gara - In testa parte subito in fuga Anthony. Non lo conosce nessuno, è sceso dal treno con uno zaino, ha una t-shirt e pantaloncini larghi non da ciclismo, ma va che è una bellezza e parte a razzo. “Pure troppo!” mi dirà all’arrivo.

Da dietro rinviene subito la coppia Marco “Piastrella” e Maurizio Coccia.

Spendo una parola per Maurizio. È un grande del cicli-smo, lo conoscevo solo di nome e per i tanti commenti positivi delle persone che lo conoscono e di persona ha confermato tutta la sua simpatia e cordialità mettendosi in gioco con noi con bici e completino d’epoca, onorando la nostra gara!

Maurizio e “Piastrella” vanno su come un treno.Alle loro spalle c’è Alessandro Leo della Temple Bike,

che forte dei suoi 16 anni ha l’età giusta per umiliarci.Dietro si formano tanti gruppetti sparsi che fanno tan-

to arrivo di tappone dolomitico. Sono meno di 8km ma sembrano il doppio.

Il tempo di piazzare le macchine all’arrivo che “l’orga-nizzazione” deve già sbrigarsi... i primi stanno arrivando!

Piastrella fa il forcing finale (poi vedrà che Maurizio si era fermato per parlare al telefono... ma questa è un’altra storia) e taglia il traguardo in 25 minuti.

Maurizio lo segue immediatamente (e cederà i suoi pre-mi all’ultimo arrivato Alexei!).

Terzo Alessandro Leo e quarto l’ormai mitico Anthony che è riuscito a non mollare!

Quinto Salvatore Bonelli, che si aggiudica anche il pre-mio Over 40.

Decimo Giorgio Delfini che vince il premio di primo triathleta (escludendo “Piastrella” naturalmente).

Menzione di merito assoluto per Alexei Popov, ultimo, che ha partecipato alla pedalata con una bici a scatto fisso con il 42x17!

il dopo-gara - Piccola chicca. Nonostante, come detto, fosse una gara con premi e pacchi gara per tutti a costo zero, c’è anche chi ha polemizzato sulla sua posizione, pro-testando di essere arrivato prima di un altro (tra l’altro era pure uno che, non essendo tra i primi 30 iscritti, ha voluto il pacco gara!). Magari la prossima pedalata che faremo la organizzeremo a numero chiuso per 1 partecipante :)

Su in cima è stata una festa. La pizza con la mortadella ha attirato le attenzioni di tutti, così come il vino, il caffè,

Page 26: Zona Cambio

24 ZonaCambio l aprile 2012

zona camb io

acqua, the e biscotti. Tutti i partecipanti hanno inoltre avuto come ricordo per la pedalata la splendida spoke-card disegnata da Daniele “the dga” Di Giacomo, resa anche come targa in porcellana da Ciclismo Lazio ed offerta al vincitore.

Lo ribadisco, è stata una giornata speciale e gli abbracci e i commenti di tutti hanno confermato che, volendo, si può creare un “evento”, seppur piccolo, che riesca ad unire tanti ciclisti solo per passione!

Grazie ancora a tutti quelli che c’erano!

La classifica

Marco “Piastrella” Piccolino

Maurizio Coccia

Alessandro Leo

Anthony

Salvatore Bonelli

Stefano “Cappella” Rosatelli

Michele Sciarretta

Marco “Lomba” Lombardozzi

Claudio Mottola

Giorgio Delfini

Fabrizio Ciarrocchi

Alessio Mauro

Luigi Baker

Luigi Mauro

Stefanolacarastrong

Sandro Quaresima

Alessandro Spano

Alfio Del Moro

Antonio Trabucco

Mirco Papalini

Leonardo Lavitola

Gianfranco Ronci (73 anni!)

Gianluigi Dormentoni

Vincenzo Peserini

Gianluca Pacifici

Fabrizio Paradisi

Luca De Simone

Alessandro Ardizzone

Francesco “Fra Martino” Zazza

Andrea Cavallari

Mauro Tani

Roberto Petrucci

Alberto Visiscchio

Paolo “Kipudda” Boi

Marco Berti

Master Runner

Gianbattista Mariani

Franco Galli

Alexei Popov

+1 ritirato

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TRIATHLON di

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IRONKID 08-13 anniIRONKID 14-15 anni

PROMOZIONALE SPRINT

TRIATHLON di IRONKID

faenza 2012 26 agosto piscina comunale:

ore 9,00 ritrovoore 10,30 inizio garaore 13,45 premiazioni e ...Pasta Partyritiro pacco gara anche sabato 25 dalle 17 alle 18,30

termine improrogabile delle iscrizioni: 21 agosto e comunque al raggiungimento di 700 iscritti

Iscrizioni effettuate entro il 14/08/2011:- IRONKID €. 3,00- da 16 a 19 anni €. 8,00- staffetta: per SQUADRA €. 51,00- promo e sprint: €. 18,00

dal 15 agosto al 21 agosto: maggiorazione x tutti di €. 8,00

Iscrizioni:* http://www.triathlondifaenza.it/** BETTOLI SPORT - C.so Garibaldi 39, Faenza

*** BONIFICO BANCARIO presso CREDITO COOPERATIVO RAVENNATE E IMOLESE a favore di “TRE PER TE” (attenzione è cambiato !!!)

IBAN: IT 06 R 08542 23700 000000186828 (inviare conferma bonifico a mezzo fax: 0546 668141)

info: michele +39 334 7876561regolamento tecnico: http://www.triathlondifaenza.it/

Il ricavato verrà devoluto per progetti umanitari e di promozione sociale.

organizzazione:

partner:

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26 ZonaCambio l aprile 2012

gare de l mese

01.05 Campionato italiano Barberino del Mugello - Appuntamento clou per molti lunghisti italiani, organizzazione Firenze triathlon gara che ha suscitato numerose critiche positive

alla sua prima edizione. Percorsi molto spettacolari ma addolcito quello bike per la edizione 2012. La partnership con k-Swiss renderà l’evento ancora più “spettacolare”.

05.05 tri olimpico Caldaro - Per anni il primo Olimpico nazionale, appuntamento classico per molti atleti. Percorsi immersi nella natura, nuoto nel fresco lago di Caldaro, bici con

tratti “interessanti”, un po’ problematica per il traffico domenicale dei turisti. Il buon montepremi attira numrose élite, l’albo d’oro vanta nomi altisonanti tra cui Fontana, che nel 2002 era sbarcato in Italia dall’Argentina solo 2 gg prima e dopo un lungo viaggio in treno da Gravellona Toce aveva dominato la gara. Multilap in bici e a piedi (frazione quasi completamente off road con leggero dislivello).

06.05 tri sprint andora - Gara d’apertura del circuito nord ovest, un classico che solita-mente si disputava il 1° maggio. Organizzazione a cura dell’Andora Triathlon, ma in

realtà fa tutto Carlo Rista, Presidente del Comitato regionale Piemonte. Vista la vicinanza alla Fran-cia, numerosi i big d’oltralpe al via, l’albo d’oro è ricchissimo. Nuoto con temperature “fresche”, in batterie, problemi di traffico e qualche colpo in acqua dovuto ai numerosi atleti al via, transizione un po’ lunghetta, Zona Cambio nel prato del Parco delle Farfalle. Bici leggermente mossa, da prestare attenzione sul tratto in andata e ritorno (falsopiano a salire all’andata) che oltre ai grupponi spesso in mezzo alla strada (a volte anche nell’altra corsia) deve fare i conti con alcune auto sul percorso (non chiuso al traffico). Punto critico nel finale con passaggio sotto un sottopassaggio stretto che si trova dopo una curva secca a gomito. Corsa abbastanza scorrevole su 2 giri con 2 lunghi rettilinei. Possibili problemi di traffico al rientro...

triathlon sprint crono individuale e a squadre lido di venezia - Organizzazione che è una garan-zia, percorsi alla portata di tutti e formula divertente. Gara con ottimi numeri o ottimo livello organizza-tivo. Consigliata agli amanti del no draft. Peccato per la concomitanza con Andora.

12.05 Montecestino (al) duathlon sprint MtB - Gara molto divertente con ottima organiz-zazione, purtroppo la quasi concomitanza con Albavilla la penalizzerà in termini numerici.

Ideale per una giornata tra amici e all’aria aperta.

13.05 albavilla triathlon olimpico MtB - Forse la gara più dura per quanto riguarda quelle con la frazione bike in MTB, percorsi suggestivi e ancora più duri rispetto al 2011. Organiz-

zazione affidata all’ A - Team, sicuramente una gara che non può mancare nel calendario di un x terrista.

Cavoliveri triathlon Medio - Altro medio targato Spartacus nella splendida cornice dell’Isola d’Elba.

Forio d’ischia (na) triathlon sprint - Tappa del circuito Sud.

Le gare di maggiodi Marco Novelli

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ZonaCambio l aprile 2012 27

gare de l mese

iseo (Bs) triathlon sprint - La Peperoncino dopo il successo di Romano di Lombardia, ripropone uno sprint a Iseo , già sede di un’ottima gara organizzata anni fa dalla Freezone. Il luogo si presta all’orga-nizzazione di uno sprint, i percorsi sono vari , sicuramente una gara da consigliare.

numana (an) triathlon olimpico - Bella location, l’organizzazione potrebbe essere perfezionata.

putzu idu (or) triathlon olimpico - Altra gara nella splendida Sardegna, organizzazione navigata, ottimi percorsi e buon clima “gara”. Ideale per una vacanza - sport.

san vito lo Capo (tp) triathlon olimpico - Anche qui, consigliata la vacanza visti i bei posti.

20.05 Bari triathlon olimpico - Tappa del circuito Sud, organizzazione navigata e ottima, Me-liota è una garanzia. Consigliata a tutti.

ponte san pietro (Bg) - Gara giovanile + super sprint Una bella giornata in un ottimo centro sportivo. La gara super sprint per i “grandi” è sempre affollata da tecnici e amatori, ho avuto la fortuna di vin-cerla, molto divertente

recetto (no) triathlon sprint - Altro appuntamento oramai classico targato Hibiscus. Nuoto nel la-ghetto artificiale di Recetto, bici piatta e corsa veloce. Pochi fronzoli ma comunque sostanza. Gara che ha visto sempre vittorie argentine tra gli uomini con Farias e Torres giunti a parimerito nel 2010 e No-gueras e Taccone primeggiare nel 2011. I due vincitori del 2011 non ci saranno quest’anno, chi riuscirà a interrompere il dominio argentino?

trevignano romano (roma) tri sprint - Gara su percorsi interessanti in zona turistica (sul lago di Bracciano) organizzazione Forhans.

26.05/27.05 porto sant’elpidio (FM). Campionati italiani aquathlon giovani, Coppa italia giovani, trofeo italia giovanisissimi - Due giorni all’inse-

gna dei giovani, atleti dagli 8 ai 19 anni si sfideranno in due giorni di gare.

27.05 Cala ginepro (nU) Campionato italiano olimpico MtB - Percorsi affascinanti e im-pegnativi, appuntamento clou per chi fa dell’ x terra il proprio credo. Ideale per passare

qualche giorno in una splendida località. Organizzazione rodata e ottima, il meglio che c’è in Italia per l’X Terra.

gorizia triathlon sprint - Gara ben organizzata.

piacenza triathlon sprint - Altro classico per molti atleti, percorsi completamente chiusi al traffico ( si passa in tangenziale!!), buona l’organizzazione, nuoto in vasca da 50 m in batterie.

Medio pettenasco (no) - Organizzazione Cusio Cup, gara che negli albori del triathlon in Italia era un classico, è stata pure gara internazionale! Io che mi alleno su queste strade posso dire che il percorso in bici è molto bello, mai noioso né mai troppo duro, un piacere pedalare su quelle strade. Il nuoto nel fantastico Lago D’Orta, forse la corsa è un po’ caotica, ma gara vivamente consigliata.

Medio Castiglione della pescaia (gr) - Ennesimo medio in una delle zone più belle d’Italia.

olimpico pietra ligure - Tappa del circuito nord ovest. Gara per gli amanti delle salite in bici, nuoto veloce, bici tosta con un susseguirsi di salite e discese, poca la pianura. Corsa abbastanza filante. Ottimo il colpo d’occhio della Zona cambio e il contorno.

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28 ZonaCambio l aprile 2012

(cose accadute, sentite o lette

ma comunque vere)

tes t

di Diego Camilli

ammazza che scarpa ragazzi!!!premessa: se siete permalosi non acquistatele...testata su: pista, asfalto, sterrato.a quali ritmi: 5.30 - 5.00 - 4.30 - 4.15 - 4.00 - 3.45 - 3.30 - 3.25 - 3.15... se vai più forte fammelo sapere che mi dici!

I test di ZcAsics noosa tri 7per chi sono:per chi non pesa più di 75kgper una pianta medio-strettaper un appoggio neutro o leggero pronatoreper i triatleti e nonper i fricchettoniper chi vuole 2 belle lampadine ai piediper chi si vuol far prendere per il culo (per il colore, ovvio)

per chi non sono:per chi pesa più di 75kgper i supinatoriper i piedoni con pianta largaper chi ama i colori sobri

provaÈ un A2 - stabile - 280gr.Appena indossate, i commenti non si sono fatti attende-re... “ Aoohh che teee metti, così te vedeno pure de not-te??!”... “Spegnileee!!”La calzata inizialmente è un po’ strana, la linguetta è cucita da un lato, quindi si solleva soltanto da una parte e questa

cosa non è il massimo per chi ama sistemarsi la linguetta in modo libero; però, è anche vero che calzandola veloce-mente in zona cambio può essere utile.La parte anteriore è bene ammortizzata e la tela è molto traforata per cosentire una notevole freschezza al piede, vedi allenamenti in estate o gare al caldone!.La parte posteriore, grazie al sistema Solyte e Gel Asics, consente un buon ammortizzamento senza tralasciare la reattività della scarpa, perchè il vero pezzo forte di queste noosa tri 7 è la REATTIVITà.È molto comoda e fin dai primi metri il piede si adatta perfettamente alla calzata, internamente la scarpa è stata pensata per correre a piedi nudi e, devo dire, che non crea nessun problema di vesciche.Piccola chicca: Asics include anche un paio di lacci elasticiz-zati per una calzata veloce!Io le ho trovate ottime, sia per gli allenamenti di fondo medio, sia per i lavori più spinti sul ritmo.Il mio parere non può che essere positivo, gran bella scarpa.Adesso bando alle ciance, con o senza queste scarpe, dia-moci da fare che inizia la stagione!!!Pura vida!

zC

a p p r o ved

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ZonaCambio l aprile 2012 29

que l l i che . . .

(cose accadute, sentite o lette

ma comunque vere)

SONO UN TRIATLETA PERCHé… Perché nuoto, pedalo e corro e non perché sono un nuotatore, un ciclista e un podista.

Perché nuoto in metri, non in vasche.

Perchè quando nuoto uso quasi nulla le gambe.

Perché quelle poche volte che sto in scia scelgo quella dei miei compagni di giornata e non di chiunque

trovi per strada.

Perché sono più a mio agio se corro dopo la bici anziché a secco.

Perché faccio fatica ad ingrassare, ma anche a dimagrire.

Perché nonostante tutto ingerisco una quantità abnorme di cibo e liquidi, mi faccio schifo!

Perché non è appena iniziata una stagione che sto già pensando a quali gare farò in quella dopo ancora.

Perché faccio fatica a rinunciare ad una giornata di allenamenti.

Perché faccio fatica a fare un recupero attivo, devo allenarmi.

Perché faccio fatica nella settimana di scarico… tutto qua? ma non sarà troppo poco?

Perché sono www.ilmeteo.it ---> dipendente!

Perché anche se mia moglie mi fracassa le palle poi so che gongola nello sfoderare il marito-ironman.

Perché vorrei vedere le mie figlie gareggiare in un triathlon prossimamente.

Perché quando parlo di triathlon non la smetto più.

Perché quando penso alla compagnia che mi tocca ad una serata e mi consolo che non parlerò di triath-

lon, vengo puntualmente smentito.

Perché quando parlo di triathlon faccio venire la voglia di provarci a chi ascolta.

Perché quando per la prima volta chiudo una distanza più lunga guardo subito a cosa potrebbe venire

dopo.

Perché l’allenamento lungo deve essere almeno 4km per il nuoto, oltre i 100km per la bici, almeno 20

per la corsa.

Perché ho la mente allenata a calcoli in sessantesimi per il tempo e centesimi per le distanze e li frullo

insieme.

Quelliche...IL TRIATHLON

di Luigi Orlando “Magic”

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30 ZonaCambio l aprile 2012

Perché al massimo entro fine gennaio devo avere le idee chiare sulle gare da fare, per raggiungere quei

posti e prenotare le ferie.

Perché le trasferte sono diventate l’unico modo per vedere un posto nuovo!

Perché si va in un posto nuovo prima per fare la gare e poi se rimane tempo per vedere intorno.

Perchè il triathlon è uno sport e non un giuoco (come il calcio!).

Perchè il triathlon mi rinforza le gambe e non mi rompe le ginocchia!

Perchè è uno sport che può fare chiunque, ma le palle le tirano fuori in pochi.

Perchè i tesserati stanno aumentando, ma rimane ancora sport di nicchia.

Perchè le maggior parte degli allenamenti sono in solitaria ed è bellissimo alienare la mente distogliendo-

la dalla merda che mi tocca sopportare.

Perchè vedo una miriade di panorami spettacolari in tutte le stagioni dell’anno con qualsiasi temperatura.

Perchè ogni specchio d’acqua che vedo penso “dove sono le boe?”

Perchè quando vado in bici mi vesto da triathleta e mai da ciclista!

Perchè mi è capitato di avere una bici da 6000 euro dentro un’auto da 3000 euro...” (shark)

Perchè ho nuotato in piscina, mare, lago pulito, lago putrido e melmoso, fiume, pozza, ansa, stagno e

ruscello. ho provato anche la piscinetta del nuoto contro-corrente!

Perchè ammiro e cerco di raggiungere chi mi arriva davanti, anche i presuntuosi che non si degnano di

un cenno o gesto.

Perchè rispetto chi mi arriva dietro,

senza di loro il mio risultato non

avrebbe senso.

Perchè ho conosciuto delle gran belle

persone.

Perchè mi sono emozionato per aver

fatto cose che non credevo di riusci-

re a portare a termine.

Perchè mi continuo ad emozionare.

Perchè l’ironman è un viaggio dentro

se stessi

Perchè la cena post ironman con

medaglia ed amici...non ha prezzo

Perchè la sveglia non suona mai... la

spengo prima

...e perchè noi facciamo triathlon,

uno sport normale non ci interes-

sa...” (shark)

Perchè “il triathlon è la mia vita!”

(aldo rock).

que l l i che . . .

Page 33: Zona Cambio

ZonaCambio l aprile 2012 31

l e c l ass i f i che

t tSono sempre più numerose le mail di triathleti interessati all’Ironman Italy 2012 che si terrà a Pescara il prossimo 10 giugno, che mi chiedono consigli su quale albergo sia meglio prenotare in vista della gara.

Per questo motivo, ho chiesto ad amici e conoscenti che abbiano alloggiato ad una struttura alberghie-ra nell’edizione 2011 di dare dei voti da 1 (pessimo) a 5 (ottimo) a quattro voci che ritengo importanti come termine di giudizio per la scelta dell’hotel.

Naturalmente tengo a precisare che:

1. Non sono voti dati all’albergo di per sè ma, come ho detto, a quello che può comprenderele migliori condizioni per gareggiare.

2. Non conosco albergatori e non ho secondi fini nel a dare giudizi migliori o peg-giori a ciascuna struttura.

3. Quando su un albergo ho ricevuto più di un giudizio, ho provveduto a conside-rare un voto medio (comunque non ci sono state discordanze di giudizi maggiori ad un voto).

4. Chiunque abbia partecipato all’edizione dell’anno scorso voglia darmi un’ulte-riore opinione (soprattutto su hotel non menzionati) può mandarmi una mail per completare ulteriormente la “guida”.

t

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32 ZonaCambio l aprile 2012

v i t a da t r i a t l e ta

Aggiungete qualche pallina di pepe al misto olio e aceto, mettete il salmone a fette nel vassoio facendo attenzione a farlo ben inzuppare col misto.

A questo punto spremete mezzo limone sul tut-to, aggiungete qualche foglia di prezzemolo fre-sco e lasciate almeno un ora riposare il tutto.

Nel frattempo continuate ad ascoltare la vostra musica preferita e fatevi un bel boccale di birra, mettete su l’acqua per un bel primo di Fusilli con Zucchine e gamberi (nel prossimo numero).

Il vostro Omega3 Salmonato è pronto appena la pasta è cotta!

Buon appetito!

La giusta ricettaOmega3 salmonati

questa ricetta per fare il salmone marinato è molto particolare, il prodotto finito vi renderà veramen-te soddisfatti e sopratutto vi riempirà di Omega3,

non sapete cosa sono gli Omega3? Cercatevelo su Wiki-pedia!

Ingredienti per 2 persone:

Salmone affettato 100grAceto qbOlio qb

Pepe qualche chiccoLimone mezzo

Cipolla non è obbligatoriaPrezzemolo 4/5 rametti

Sale qbBirra ...non basta maiRadio a vostra scelta

Fusilli a seconda della fame che aveteZucchine una o dueGamberetti fate voi

Accendete la radio e ascoltatevi della buona musica, se avete un lettore cd consiglio vivamente gli “Incognito - Surreal”.

In un vassoio a bordo alto mettete un pò d’olio extraver-gine di oliva mescolato con un pò d’aceto.

Tagliate la cipolla a fettine finissime e deponetela nel mi-sto olio-aceto, ma solo se vi piace il sapore della cipolla, altrimenti saltate questa riga.

di Master Runner

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ZonaCambio l aprile 2012 33

v i t a da t r i a t l e ta

Prima premessa: lungi da me definirmi “esperto” di alimentazione o tenutario di qualsiasi verità sull’ar-gomento. Sono semplicemente una persona molto

curiosa, e quando qualcosa mi appassiona cerco di appro-fondirne la conoscenza, insomma... SI STUDIA!

Seconda premessa: mangiare bene NON FA andare più FORTE, semmai è mangiare male che FA andare più PIANO!

Curando l’alimentazione non si tolgono minuti e minuti dal tempo finale, semplicemente si evita di aggiungerne a causa delle cattive abitudini alimentari. Ma soprattutto, ed è la cosa più importante, si guadagna in efficienza e in salute.

Terza premessa: sull’alimentazione se ne sentono di tutti i colori. Cibi che fanno bene, cibi che fanno male, alimenti miracolosi, diete strampalate legate ai colori, alle stagioni, al segno zodiacale...

Cosa conta veramente? Dati scientifici assodati, infor-mazione, cultura. Come per ogni argomento, è necessario studiarlo a fondo per farsi un’idea propria, anche per es-sere in grado di giudicare le “novità” o le “scoperte” che spesso vanno a finire in un niente di fatto. La ricerca non è scienza!

L’importante alla fine è capire una cosa: le diete “una tantum” non servono a niente! Magari all’inizio si perde peso, ma una volta tornati alle vecchie abitudini, anche i chili eventualmente persi torneranno.

Per avere risultati duraturi, serve proprio un cambio ra-dicale delle proprie abitudini alimentari, se non sono già corrette.

Queste le mie regole base, una specie di riassunto rie-laborato di tutto quanto letto (e testato su me stesso, del resto un medico fumatore o un dietologo grasso non si possono proprio guardare…) in questi anni (bibliografia in fondo per approfondimenti):

1) Le calorie (kcal o Cal) non sono tutto, ma sono co-munque importanti. Ci sono tante diete che non le pren-dono in considerazione, facendo credere che è possibile di-magrire mangiando a piacere, semplicemente abbinando i cibi consigliati (magari poco appetibili) ed evitandone altri. Poi in realtà si vanno a fare un paio di calcoli e si scopre che le kcal delle varie giornate proposte sono veramente po-che! Morale della favola: ogni persona ha un proprio fab-bisogno calorico, influenzato da tantissimi fattori (sport, lavoro, quadro ormonale, composizione corporea ecc.) e quindi variabile (e soprattutto modificabile!) nel tempo. Se lo pareggio, mantengo il peso, se vado sopra o sotto, in-grasso o dimagrisco;

2) tre pasti principali, fuori pasto eventualmente solo frutta o uno spuntino. Evitare di mangiare (anche poco) in continuazione, motivo? Meccanismo insulina-glucagone (link in fondo per approfondimenti);

3) abbinare in ogni pasto carboidrati, proteine e grassi (e fibre!), evitando SOPRATTUTTO pasti con SOLO carboidra-ti. Per esempio, meglio 80 g di pasta con l’olio e TANTO grana piuttosto che 80 g di pasta con solo olio, anche se le kcal totali nel secondo caso sono di meno (non preoccupa-tevi, gli 80 grammi di pasta sono solo un esempio!);

4) non esagerare con i carboidrati, soprattutto tenere sotto controllo il carico glicemico (indice glicemico dell’a-limento per quantità assunta, relativa al suo contenuto in carboidrati) e l’indice insulinico (l’effetto di un determinato alimento sulla quantità d’insulina nel sangue) del singolo pasto (quindi bisogna farsi un minimo di cultura alimenta-re). Se si fa sport in un certo modo, le cose cambiano (nel pasto post-allenamento va bene un carico glicemico alto per ripristinare velocemente le scorte di glicogeno);

5) giusta quota proteica quotidiana, ovvero almeno 1 g di proteine per ogni kg di peso corporeo (almeno 1,5 g in caso di attività sportiva “seria”). Esempi: in 100 g di bresa-ola ci sono circa 30 g di proteine, in 100 ml di latte intero circa 3 g, in 100 g di pasta 13 g ecc. Cercare di “spalmare” la quota nei tre pasti principali (per esempio 20g-20g-30g o 10g-30g-30g, evitare 10g-0g-60g) e variare il più possi-bile le fonti (carne, pesce, latticini, uova, legumi abbinati a cereali ecc.);

6) evitare o limitare il più possibile i cosiddetti cibi-spaz-zatura: tutti gli alimenti contenenti zucchero aggiunto in quantità assurde (caramelle, bevande zuccherate, me-rendine), quelli contenenti grassi idrogenati (margarine, merendine, patatine ecc.), insomma bisogna abituarsi a leggere sempre le etichette nutrizionali (sperando siano oneste!). Anche i fritti andrebbero limitati il più possibile;

7) in linea teorica, sarebbe meglio fare una colazione ric-ca, un pranzo normale e una cena leggera. Ovviamente, i ritmi della vita moderna rendono il tutto molto difficile (di solito alla sera si ha più tempo e ci si può finalmente rilassare).

Cercare comunque di mangiare il più possibile a colazio-ne: saltandola (o mangiando troppo poco) si invia al corpo un segnale ormonale di “risparmio”, che abbassa i consu-mi (si brucia meno!) e attiva il processo di stoccaggio;

8) ricordarsi di bere: acqua o bevande non zuccherate. Birra e vino con moderazione (anche se un po’ di vino ros-

alimentazione di Gianmarco Pitteri (TheRunningPitt)

Page 36: Zona Cambio

34 ZonaCambio l aprile 2012

v i t a da t r i a t l e ta

so FORSE fa bene al cuore, l’alcool in esso contenuto fa SICURAMENTE male al fegato);

9) gestione delle eccezioni (e qui, soprattutto nei post-gara, siamo dei professionisti!): se il mio fabbisogno gior-naliero è circa 2.000 kcal e oggi di calorie ne assumo 6.000 (possibilissimo...), nei prossimi giorni devo fare in modo di pareggiare i conti, mangiando UN PO’ MENO ogni giorno (NON digiunando!) e/o facendo più attività fisica per au-mentare il mio fabbisogno, altrimenti gran parte di quelle 4.000 kcal in più finiranno in grasso;

10) l’attività sportiva aumenta il fabbisogno quotidia-no, in alcuni casi anche raddoppiandolo (o triplicandolo!), quindi la quantità di cibo da assumere ne viene pesante-mente influenzata. Anche “cosa” mangiare e “quando” mangiarlo sono aspetti che vanno variati a seconda di quando è in programma l’allenamento o la gara (correre la mattina prima di colazione è diverso dal farlo dopo pran-zato o prima di cena);

11) frutta e verdura dovrebbero essere la base di ogni sana alimentazione, possibilmente prediligere quella di sta-gione;

12) i grassi sono importanti tanto quanto le proteine e i carboidrati. Anch’essi andrebbero variati (olio extra-vergi-ne di oliva, semi oleosi, frutta secca, pesci grassi, anche un po’ di burro non ha mai ucciso nessuno!).

Vi sentite “stanchi”? Spesso è sintomo di abuso e dipen-denza da carboidrati (sì, proprio come i drogati veri!), anzi è un circolo vizioso: mangio troppi carboidrati quando non mi servono, quindi produco insulina, che oltre a farmi in-grassare mi rende stanco, debole e nuovamente affamato, e per “tirarmi su” ecco che mangio altri carboidrati... e così via all’infinito.

Altra cosa importante: l’opinione degli ALTRI vale zero (“Sei troppo magro”, “Io sono in perfetto peso forma!”, “Un po’ di ciccia fa bene” ecc.). Gli unici dati VALIDI e OGGETTIVI sono due: percentuale di grasso corporeo e prove del sangue (trigliceridi, colesterolo buono e cattivo, glicemia, quadro or-monale ecc.) e vanno valutati ASSIEME. Se poi parliamo di sport dove il peso è importante, aggiungo anche l’indice di massa corporea... purtroppo anche i muscoli pesano!

Abbiamo rotto il ghiaccio: nei prossimi numeri prove-remo a entrare nel dettaglio con argomenti più specifici, ovvero l’alimentazione prima di una competizione (diffe-renziando tra gara corta e lunga), le strategie per abituare il corpo a consumare grassi (potenza lipidica), come prepa-rarsi al meglio per un lungo in bici o di corsa, i fabbisogni energetici nelle varie gara... insomma la carne al fuoco è tanta, quindi seguiteci!

BiBliograFia e Fonti

William Mcardle con Frank e victor Katch, “sports and exercise nutrition”: http://www.amazon.it/Sports-Exercise-Nutrition-William-McArdle/dp/0781770378/ref=sr_1_4?ie=UTF8&qid=1321948466&sr=8-4

William Mcardle con Frank e victor Katch, “Fisiologia applicata allo sport. aspetti energetici, nutrimenti e performance”: http://www.amazon.it/Fisiologia-applicata-energetici-nutrimenti-performance/dp/880818224X/ref=sr_1_5?ie=UTF8&qid=1321948466&sr=8-5

roberto albanesi, “il Manuale Completo dell’alimentazione, la dieta italiana”: http://www.albanesi.it/ecommerce/dietaitaliana.htm

Barry sear, il Metodo alimentare Zona: http://it.wikipedia.org/wiki/Metodo_alimentare_Zona

attilio e luca speciani, “dietagiFt, dieta di segnale”: http://dietagift.eurosalus.com/pubblicazioni/pubblicazioni/dietagift-dieta-di-segnale.html

luca speciani, lyda Bottino, “oltre l’alimentazione dello sportivo”: http://dietagift.eurosalus.com/pubblicazioni/pubblicazioni/oltre-lalimentazione-dello-sportivo.html

linK vari per approFondire

insulina: http://it.wikipedia.org/wiki/Insulina

glucagone: http://it.wikipedia.org/wiki/Glucagone

Carico glicemico: http://www.albanesi.it/Alimentazione/carico_glicemico.htm

indice insulinico: http://www.albanesi.it/Dietologia/indice_insulinico.htm

indice di Massa Corporea: http://it.wikipedia.org/wiki/Indice_di_massa_corporea

per ConClUdere, CoMe Mangio io: http://therunningpitt.blogspot.it/2011/12/alimentazione-il-2-post-ovvero-come.html

artiColo tratto da: http://therunningpitt.blogspot.it/2011/11/alimentazione-il-1-post.html

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ZonaCambio l aprile 2012

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Page 38: Zona Cambio

Grande inizio di ZonaCambio, quasi 1700 letture in appena 20 giorni del nostro magazine online sul triathlon, possiamo dire un successo inaspettato con tutta serenità! Nato dalla passione di gente comune che ha fatto del triathlon parte della propria vita, ZonaCambio ha tutti gli attributi per diventare punto di riferimento per i triathleti italiani… per la tradu-zione in altre lingue ci stiamo lavorando! Il sito che ospita la nostra rivista permette di avere statistiche sulle letture delle singole pagine... e abbiamo scoperto che l’ultima pagina è stata letta da meno di un terzo dei nostri lettori... Ora il punto è questo: nell’ultima pagina del primo numero c’è la foto dei fondatori di questa rivista, una sorta di Larry Page e Ser-gey Brin, che per chi non li conoscesse sono i fondatori di Google. Un giorno, cari lettori, potreste avere l’onore e l’esclusiva di poter dire “io quei due li ho visti già nel marzo 2012 quando decisero di creare il magazine online più letto del mondo! Erano nell’ultima pagina del magazine ZonaCambio #1!” In Giappone i giornali si sfogliano dall’ultima pagina (per noi), ed il consiglio che posso darvi è di non giudicare una rivista dalle prime due pagine come non si può giudicare un libro dalla sua copertina. Anche in questo secondo numero allora, mettiamo in ultima pagina la foto di questi due bellissimi ragazzi, adesso cercate di non farvi scappare anche questa occasione! Se avrete poi un giorno la fortuna di incontrarci, potremmo anche autografare la rivista (possiamo scrivere tranquillamente sul vostro iPad), rendendola unica e di inestimabile valore, come è stata per voi la vostra prima gara di triathlon, unica! Stefano e Gianluca vi augurano migliaia di km, a nuoto, in bici e di corsa!

stefano e gianluca