ZOGNO · riscontrano spesso i segni premonitori (telepatia) della morte di persone care e amiche...

24
ANNO 96 N° 10 - Registrazione Tribunale di Bergamo n° 9 del 26/6/1975 - Redazione Zogno - via XI febbraio, 4 - MENSILE ZOGNO ZOGNO notizie notizie NOVEMBRE 2005 Poste Italiane s.p.a. Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, Comma 2, DCB (Bergamo) PARROCCHIA

Transcript of ZOGNO · riscontrano spesso i segni premonitori (telepatia) della morte di persone care e amiche...

Page 1: ZOGNO · riscontrano spesso i segni premonitori (telepatia) della morte di persone care e amiche soprattutto quando lon-tane ti mandano il segna-le della loro dipartita. Non sono

ANNO 96 N° 10 - Registrazione Tribunale di Bergamo n° 9 del 26/6/1975 - Redazione Zogno - via XI febbraio, 4 - MENSILE

ZOGNOZOGNOnnoottiizziieennoottiizziiee

NOVEMBRE 2005Poste Italiane s.p.a. Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, Comma 2, DCB (Bergamo)

PARR

OCCH

IA

Page 2: ZOGNO · riscontrano spesso i segni premonitori (telepatia) della morte di persone care e amiche soprattutto quando lon-tane ti mandano il segna-le della loro dipartita. Non sono

ZOGNOZOGNOnnoottiizziieennoottiizziiee

2 NOVEMBRE 2005

Calendario ParrocchialeN OV E M B R E 2 0 0 5

Redazione, amministrazioneI-24019 Zogno (Bergamo)Via XI Febbraio, 4Tel; 0345/91083http://web.tiscalinet.it/parrocchiadizognoe-mail: [email protected]

Direttore responsabile: Don Lino LazzariEditore: Don Angelo Vigani

Registrato al Tribunale di Bergamoil 26-6-1975 al n. 9REALIZZATO DA CORPONOVE BERGAMOe-mail: [email protected]

Calendario settimanaledelle S.MesseLUNEDÌ: ore 7.30 Clausura

ore 8.55 Parrocchiaore 9.00 Casa di Riposoore 17.00 Carmineore 18.00 Parrocchia

14 e 28 nov. ore 18.00 Asilo Cavagnis

MARTEDÌ: ore 7.30 Clausuraore 8.55 Parrocchiaore 9.00 Casa di Riposoore 17.00 Rasgaore 18.00 Parrocchia

1 nov. orario festivo

MERCOLEDÌ: ore 7.30 Clausuraore 8.55 Parrocchiaore 9.00 Casa di Riposo

2 nov. ore 11.00 e 15.00 Cimiteroore 18.00 Parrocchia

GIOVEDÌ: ore 7.30 Clausuraore 8.55 Parrocchiaore 9.00 Casa di Riposo

17 nov. ore 16.00 San Sebastiano10 e 24 nov. ore 16.00 San Cipriano

ore 18.00 Parrocchia

VENERDÌ: ore 7.30 Clausuraore 8.55 Parrocchiaore 9.00 Casa di Riposoore 18.00 Parrocchia

SABATO: ore 7.30 Clausuraore 8.55 Parrocchiaore 9.00 Casa di Riposo

Prefestiva ore 18.00 Parrocchia

DOMENICA: ore 7.00 Parrocchiaore 7.30 Clausuraore 9.00 Parrocchiaore 9.00 Casa di Riposoore 10.00 Carmineore 11.00 Parrocchiaore 18.00 Parrocchia

N.B.: In caso di funerale da lunedì a venerdìla S.Messa nella chiesina e la vespertina del-le ore 18.00 in parrocchia vengono sospese.Dall’1 all’8 novembre durante l’Ottavariodei Morti le S.Messe nelle chiesine vengonosospese e in caso di funerale la vespertina inparrocchia viene celebrata.

Martedì 1 SOLENNITÁ DI TUTTI I SANTI“Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio”S.Messe con orario festivoDa oggi al giorno 8 novembre Ottavario di preghieraper i nostri cari morti.Ore 15.00 Vespri e processione al Cimitero

Mercoledì 2 COMMEMORAZIONE DI TUTTI I FEDELI DEFUNTIS. Messe in Parrocchia alle ore 8.55 e alle ore 18.00S. Messe al Cimitero alle ore 10.30 e alle ore 15.00Ore 20.30 In Oratorio Corso dei FidanzatiTema: “Chiamati alla Santità”

Giovedì 3 Ore 20.30 In Chiesa Adorazione e Benedizione Eucaristica

Venerdì 4 SAN CARLO BORROMEO, VESCOVOPrimo Venerdì del meseOre 15.30-18.00 In Chiesa Adorazione Eucaristica

Sabato 5 SANTI E BEATI DI CUI IN DIOCESISI CONSERVANO LE RELIQUIE

Domenica 6 32ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO“Ha sete di te, Signore, l’anima mia”Ore 15.00 Vespri e processione al Cimitero

Lunedì 7 Ore 20.30 In Oratorio incontro per i genitori dei ragazzidi 1ª e 2ª elementare

Martedì 8 Chiusura dell’Ottavario di preghiera per i nostri cari mortialla S.Messa delle ore 18.00Ore 20.30 In Oratorio Corso dei FidanzatiTema: “Saremo una carne sola”

Mercoledì 9 DEDICAZIONE DELLA BASILICA LATERANENSE

Giovedì 10 SAN LEONE MAGNO, PAPA E DOTTORE DELLA CHIESAOre 20.30 In Chiesa Adorazione e Benedizione Eucaristica

Venerdì 11 SAN MARTINO DI TOURS, VESCOVO

Sabato 12 SAN GIOSAFAT, VESCOVO E MARTIRE

Domenica 13 33ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO“Beato chi cammina nelle vie del Signore”

Lunedì 14 Ore 20.30 In Oratorio incontro per i genitori dei ragazzidi 3ª elementare, 5ª el. e di 1ª media

Martedì 15 Ore 20.30 In Oratorio Corso dei Fidanzati - Tema: “Aperti alla vita”

Giovedì 17 SANT’ELISABETTA D’UNGHERIA, RELIGIOSAOre 20.30 In Chiesa Adorazione e Benedizione Eucaristica

Domenica 20 34ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIONOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO RE DELL’UNIVERSO“Tu mi conduci, Signore, nel regno della vita”Si chiude l’anno liturgico dedicato al Vangelo di Matteo (Anno A)e si da inizio all’anno liturgico dedicato al Vangelo di Marco (Anno B)

Lunedì 21 PRESENTAZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIAGiornata mondiale per le comunità claustrali femminiliOre 20.30 In Oratorio incontro per i genitori dei ragazzi di 4ª elementare

Martedì 22 SANTA CECILIA, VERGINE E MARTIREOre 20.30 In Oratorio Corso dei FidanzatiTema: “Formeremo una famiglia Chiesa domestica”

Giovedì 24 SANTI ANDREA DUNG LAC, SACERDOTEE COMPAGNI, MARTIRI

Domenica 27 1ª DOMENICA DI AVVENTO“Fa splendere il tuo volto e salvaci, Signore”

Martedì 29 Ore 20.30 In Oratorio Corso dei Fidanzati - Tema: “Dentro la società”

Mercoledì 30 SANT’ANDREA, APOSTOLO

Page 3: ZOGNO · riscontrano spesso i segni premonitori (telepatia) della morte di persone care e amiche soprattutto quando lon-tane ti mandano il segna-le della loro dipartita. Non sono

DIALOGHI CON IL PARROCO

ZOGNOZOGNOnnoottiizziieennoottiizziiee

3NOVEMBRE 2005

ele parole, ma dopo toca a no-ter...”; “Ià fa facili lü, ma anoter cosa ma è ‘ncarsela?”

Commenti, ricevuti sulmio ultimo articolo di Zogno

Notizie ottobre 2005. Cosa vorrà di-re partecipazione? Fare quello chedice lui, o quello che si decide in-sieme?

Bisogna vedere, amici miei, cherapporto abbiamo costruito con laParrocchia, come la sentiamo e so-prattutto come la viviamo. Cosanon deve essere la Parrocchia?

Solo un luogo di servizi: cioè laParrocchia non è, solo, come succe-de spesso purtroppo, il luogo dovesi ricevono dei servizi che noi ri-chiediamo: sacramenti, messe, do-cumenti, posto di ritrovo, sale per ipropri interessi e via discorrendo,ma è una famiglia di cui siamo par-tecipi, vivi, interessati. La viviamoe la sentiamo nostra, partecipiamonon solo alle funzioni, ma a tutto,perché siamo della Comunità di S.Lorenzo.

Se la vivessimo in questo modonon ci chiuderemmo nel nostro pic-colo ghetto o guscio, ma allarghe-remmo il cuore e la vita, ci senti-remmo veramente partecipi di tuttoe non saremmo propensi a dare lacolpa agli altri per ciò che va male,considerandoci orgogliosi solo diquello che va bene.

Purtroppo capita nella maggiorparte dei casi che si fa riferimentoalla Parrocchia solo quando si ha

bisogno di qualcosa e ci si inalberaquando la comunità ci obbliga a tro-vare il tempo per prepararci al me-glio a realtà che, se ci mettiamo unpo’ di impegno, riusciamo a capiree a vivere meglio.

Amici miei bisogna recuperareil nostro Battesimo, sentirci Fami-glia, riconoscere che ci riguarda davicino, che dobbiamo sempre met-terci la nostra parte migliore, nonaspettare sempre che si faccianoavanti gli altri, ma diventare prota-gonisti della nostra Fede. Lontanoda noi la mania di protagonismo,ma ben venga l’impegno a viverequello che crediamo, a pretenderedi dire la nostra pensata, cercata,sentita e vissuta.

Noi chi siamo, dove andiamo?Che Parrocchia costruire? Quali so-no le cose fondamentali, che nondevono mancare per essere parroc-chia secondo il cuore di Dio?

Non sono domande che si devo-no rivolgere solo il parroco, il cura-to e alcuni fedelissimi...

Purtroppo è proprio quello chesta succedendo ancora una volta enon sappiamo come fare per far ca-pire a chi si sente e vuole essere cri-stiano che deve esserci in primapersona e non può delegare nessu-no...

Forza amici miei vi aspetto tutti!Insieme si può andare alla ricerca diciò che più conta.

AuguriAngelo prete

“B

Novembre: tempodi lavoro comune

Page 4: ZOGNO · riscontrano spesso i segni premonitori (telepatia) della morte di persone care e amiche soprattutto quando lon-tane ti mandano il segna-le della loro dipartita. Non sono

ZOGNOZOGNOnnoottiizziieennoottiizziiee

4 NOVEMBRE 2005

I segni della cultura brembanaa riguardo della morte

B asta percorrere la Valle da sempliciesploratori per rendersi conto che è

disseminata di testimonianze che rispec-chiano la cultura brembana a riguardodella morte.

Lungo le strade, soprattutto sulle anti-che mulattiere, si rinvengono cippi, cro-ci, santelle e raffigurazioni con scritteinerenti al tema della morte. A Valtorta ea Ornica, più che sulle strade o mulattie-re, le santelle sono sorte in mezzo ai pra-ti quasi come piccoli santuari che espri-mono la devozione dei proprietari. Neicentri abitati si trovano stupende meri-diane, santelle o affreschi murali consingolari scritte indirizzate ai viandantiche si soffermano a considerare questetestimonianze per esortarli a rifletteresulla fugacità del tempo e sul tema sem-pre della morte. Nei cimiteri predominasempre il crocifisso che raffigura il Cri-sto solitamente con gli occhi aperti co-me il grande personaggio che veglia tra imorti che per lui e in lui sopravvivononella speranza della risurrezione per cuisi spiega la scritta frontale, come a Zo-gno, “Resurrecturis”, cioè: “A coloroche stanno per svegliarsi”.

È tradizione ininter-rotta delle nostre popo-lazioni vallari celebrareil “Sacro Triduo deiMorti” nell’imminenzadella quaresima conpredicazione straordina-ria sul tema della morte,con processioni al cimi-tero e sfoggio di appara-ti sontuosi realizzati afoggia di piramidi in le-gno dorato sovrapposteall’altare maggiore dis-seminate di una selva diceri. Ancora a Zogno sicoprivano le lesene del-la parrocchiale condrappi recanti teschi damorto, da qualche annoandati in disuso.

Dalla Valbrembana il “Sacro Triduo”si è diffuso eccezionalmente anche in al-tre terre trasferitevi per iniziativa di sa-cerdoti che dalla nostra valle sono passa-ti altrove. Anche “l’Ottavario dei Morti”che si celebra a novembre nelle nostreparrocchie costituisce una caratteristicatradizionale di questa valle alla maniera.come si è detto, del Triduo prolungatoper otto giorni. Merita una particolaremenzione il Venerdì Santo celebrato so-prattutto con la processione del CristoMorto e della Vergine Addolorata comea Zogno, che si svolge con la partecipa-zione di una folla dilagante attraverso levie del paese illuminate e addobbate re-cando processionalmente anche i simbo-li della Passione di Nostro Signore. So-no numerosi i “Legati”, pie fondazioni,per la celebrazione di SS. Messe e la di-stribuzione gratuita di pane, di sale e diceri ai poveri e ai partecipanti all’ufficiofunebre nell’anniversario della mortedei fondatori. I legati avevano lo scopodi provvedere gratuitamente anchel’olio per la lampada del S.mo Sacra-mento, di conservare o erigere chiese,cappelle e altari, soprattutto l’altare dei

morti in cui si conserva il Cristo Morto,di fornire mezzi di sostentamento per as-sicurare la presenza del sacerdote in luo-go, e il tutto sempre a suffragio dei piifondatori. Già negli atti notarili dei Pa-nizzoli di Zogno figurano frequenti fon-dazioni dal 1300 in avanti.

In Valbrembana si fa frequente ricorsoai morti come ai propri santi protettori inqualsiasi necessità. L’onirismo è accen-tuato. Nei sogni infatti ci si mantiene incostante comunione coi propri defuntiche si fanno vivi coi loro messaggi e avolte comunicano persino i numeri dellotto. Si ritiene pure che gli avi rivivononei loro discendenti, come i nonni nei lo-ro nipotini che ne portano le somiglianzee ne rivelano il temperamento. Sono sem-pre i tuoi morti che vengono a prenderti inpunto di morte per accompagnarti, quan-do scocca l’ora della partenza, al mondodi là. Si fa persino combaciare la morte diuna persona con la morte del proprio al-bero a cui in vita si è fatto riferimento. Siusava infatti, alla nascita di un figlio,piantare un albero a ricordo perché potes-sero crescere insieme belli e vigorosi. Siriscontrano spesso i segni premonitori

(telepatia) della morte dipersone care e amichesoprattutto quando lon-tane ti mandano il segna-le della loro dipartita.Non sono proprio rarineppure i visionari cheaffermano di vedere e diriconoscere a volte imorti “che non sono alluogo di bene”, come sidice, e tornano dovehanno trascorso la lorovita per rimediare a tortio ingiustizie commessee per chiedere l’aiuto disuffragi.

La sera dei morti, trail 1° e il 2 novembre, ènella viva convinzionedi molti che i propri de-

Medaglione marmoreo di Santa Maria Maddalena, patrona della con-fraternita dei disciplini incappucciati, al centro dell’antico paliottodell’altare dei Santi Rocco e Sebastiano nella parrocchiale di Zogno.

Page 5: ZOGNO · riscontrano spesso i segni premonitori (telepatia) della morte di persone care e amiche soprattutto quando lon-tane ti mandano il segna-le della loro dipartita. Non sono

ZOGNOZOGNOnnoottiizziieennoottiizziiee

5NOVEMBRE 2005

Penitente. Si veda il medaglione del pa-liotto dell’altare dei Santi nella parroc-chiale di Zogno e il medaglione dellaconfraternita al Museo di S. Lorenzo inZogno.

Nessuno si permetteva di morire sen-za i conforti religiosi pena la privazionedella sepoltura ecclesiastica. Il Viatico el’Olio Santo venivano portati solenne-mente agli infermi e ai moribondi al suo-no delle campane e col concorso dei fe-deli salmodianti. Il sagrestano precede-va il sacerdote recando il paradisino,piccolo tabernacolo in legno o in metal-lo per esporvi il S.mo Sacramento primadi comunicare l’infermo. Il sacerdote siintroduceva nella camera dell’ammalatorivestito dei paramenti sacri accompa-gnato da inservienti o disciplini con ceriaccesi e sotto l’ombrellino.

Erano in uso in tutte le famiglie, e sene trovano tuttora, gli apparecchi per labuona morte, libretti tascabili illustraticon immagini appropriate.

Nella tipica parlata dialettale bremba-na si fa frequentemente riferimento allamorte con detti proverbiali che tendono aribaltare in tono scherzoso e comicol’aspetto macabro del discorso per con-cludere con disinvoltura la considerazio-

ne di una realtà ineluttabile di fronte allaquale si rimane impotenti. Da questa ealtre considerazioni risulta che la religio-ne della Vallebrambana è soprattutto lareligione dei morti o della morte, apertatuttavia alla speranza di un misteriosoavvenire che risulta già presente nellenostre popolazioni brembane ancor pri-ma che subentrasse il cristianesimo, co-me si può osservare anche dai reperti del-la buca di Andrea riscoperta a Zogno nel1975 e conservati al Museo della Valle.

I detti popolari per indicare la mortesono molteplici. Eccone qualche esem-pio: “Me rià’n césa coi pé denàcc” -“Me ‘ndà a èt l’erba de la banda deiraìs” - “Me laà zó l’às” - “Me smorzàzo’l foch” - “Me sera sö la bàita” - “Me‘ndà a maià tèra sensa spüdà” - “Me‘ndà a tènt i p?ie del preòst” - “Me fàcantà i précc” - “Me fa suna i gróp” -“Me serà zó i öcc” - “Me fà sö i àlìs” -“Me mèt ol paltò de lègn” - “L’è dré ariàm la cartulìna” - “Me mòlà’l màs” -“Me tirà sö i àrchècc” - “Me finì la ca-giàda” - “I è dré a ‘ndà a f?nt i gnòch”- “A i bùrla zo i fòie” - “I sèca i raìs” -“Al m’è riàt ol telegràm” - “O’ finìt decipà” - “O’ fàcc testamet” - ecc.

Don Giulio Gabanelli

funti tornano alle proprie case una voltaall’anno e se ne avverte l’arrivo attraver-so lo scricchiolio degli usci e il rumoredi passi che provengono da diverse partidella casa.

Le nostre mamme di un tempo, dopocena, spedivano in fretta i bambini a let-to per potersi disporre a imbandire la ta-vola, magari con un semplice piatto dicaldarroste, perchè i morti, tornando,potessero intrattenersi tra di loro consu-mando quel pasto più che frugale primadi partirsene all’alba. Al mattino i bam-bini accorrevano incuriositi a verificarel’accaduto, ma trovando la tavola ancoraimbandita, esprimevano il loro disap-punto alla madre dicendo: “Mamma, quinon c’è stato nessuno stanotte a mangia-re!” La madre di riscontro; “I mortimangiano alla loro maniera!” Di quellarisposta i bambini si sentivano soddisfat-ti.

Non dobbiamo dimenticare il teatro,prodotto dall’inventiva popolare. È di-ventata famosa la “Mascherata di Dos-sena”. Nella rappresentazione fatta amodo di farsa faceva la sua comparsa ildiavolo e la morte, per suscitare un po’di paura, ma entrambi questi personaggirimanevano di solito sconfitti perché,mentre si contendevano l’anima del pec-catore, quello o si convertiva o si risve-gliava da un sogno pauroso.

Le insegne della morte comuni a tuttala valle sono: lo scheletro preferibilmen-te, o almeno il cranio umano posto alcentro delle tibie o dei femori incrociati,lo scheletro di solito impugna la falce ola clessidra; la meridiana con scritte cherichiamano la fugacità del tempo e l’ir-reversibilità della vita; le anime purgan-ti che invocano l’aiuto di preghiere e diopere buone in suffragio; a volte il gufoo volatili notturni, rettili e scorpioni;l’albero spezzato e più frequentementela croce.

Le antiche mulattiere della Valle sonocostellate di cippi scolpiti in pietra a ri-cordo dei caduti lungo la strada folgora-ti da malore mortale o raggiunti dai col-pi di qualche arma da fuoco. La confra-ternita della buona morte è sorta già an-ticamente in tutte le parrocchie, i cosid-detti disciplini bianchi incappucciati cheandavano in soccorso degli appestati eassistevano i moribondi. Patrona di que-sta disciplina era S. Maria Maddalena, la

Noèmber 2005S’vèt i róndene a postàstöce’n fila come gràde curùna söi cürnìsde la cèsa e i fìi dei cà!

Perchè i ségna la stagiùche l’è pròpe dré a riàcol so frècc, e i se prepàratöce’nsèma a emigrà!

Quando i róndene i scompàr,lé per tèra i lassa’ndréchèle vègie e chi malàdeche i pöl piö curìga dré!

Gh’è a’i piànte a molà i fòiecome róndene che i vàa postàs come barbèlelé söi stràde e i tècc dei cà!

A l’è’l tép che’nsèm coi róndenegh’è a’la zét che sgula viàper lassà’l vöt in famèacon chi rèsta po’a löcià!

Dopo s’và al camposànta cunsà söi tombe i fiùre a’mpiàga sö i lümìper turnà sensa de lùr!

Don Giulio Gabanelli

La chiesettadei Mortini

Page 6: ZOGNO · riscontrano spesso i segni premonitori (telepatia) della morte di persone care e amiche soprattutto quando lon-tane ti mandano il segna-le della loro dipartita. Non sono

NOVEMBRE 2005 ZOGNOZOGNOnnoottiizziieennoottiizziiee

6

L’opera Pia Caritas di Zogno a livello europeoN el mese di Ottobre 2005 le Residen-

ze Sanitario Assistenziali (R.S.A.)“Casa Mons. Speranza” di Zogno e “Ca-sa Santa Maria” di Laxolo/Brembilla, diproprietà della Parrocchia S. LorenzoMartire di Zogno, hanno ottenuto l’am-bita certificazione del proprio Sistema diGestione Qualità secondo la normativaUNI EN ISO 9001:2000.

Tale certificazione è stata rilasciata daun organo esterno alla R.S.A., accredita-to a livello Europeo.

È stato un percorso durato 21 mesi(inizio lavori Febbraio 2004) con il coin-volgimento di tutto il personale delle duestrutture.

Questo traguardo molto prestigioso,in quanto non facilmente raggiungibile,ha dato alle R.S.A. di Laxolo e Zogno ilseguente concreto valore aggiunto:- Individuazione dei punti di forza ma

anche di “debolezza” con il relativo po-tenziamento delle aree “deboli”.

- Passaggio da una cultura verbale ad unacultura organizzata di regole documen-tate, conosciute e condivise da tutti glioperatori.

- Miglioramento del controllo delle atti-vità quotidianamente effettuate per econ l’ospite.

- Mantenimento costante nel tempo dellivello di qualità del servizio erogato.

- Continuo miglioramento della giàusuale trasparenza e chiarezza versol’esterno (Parenti, Territorio).

- Monitoraggio sistematico dei servizierogati all’utenza da parte di un organi-smo esterno accreditato a livello Euro-peo (U.R.S.) che si aggiunge e non so-stituisce l’attuale organo competenteche è l’A.S.L.

- Coinvolgimento a tutti i livelli del Per-sonale interno alle R.S.A., Utenti, Pa-renti, Territorio nel continuo processodi miglioramento della soddisfazionedell’Ospite, che per noi è l’obiettivoprimario.

Tutto ciò è stato possibile grazieall’attiva partecipazione di tutte le figureprofessionali presenti in R.S.A., che at-traverso le loro competenze e la loro se-rietà hanno permesso di raggiungerequesto importante traguardo, tappa inter-media di un più ampio progetto di mi-glioramento.

Gianluigi Chiesa

Castagnata a Casa Santa MariaF a parte ormai della tradizione della

nostra casa, festeggiare l’iniziodell’autunno con le deliziose caldarrosteche prepariamo ogni anno. Il cielo limpi-do, il sole tiepido e la bella compagniahanno contribuito a rendere questo pome-riggio ancora più piacevole. Per questaoccasione ci hanno raggiunto anche alcu-ni amici di Casa Monsignor Speranza.

Mentre nel cortile sul fuoco accesoscoppiettavano le castagne, gli ospiti, gliinsostituibili volontari, le animatrici e inumerosi parenti aspettavano in sala ani-mazione chiacchierando e ascoltando lecanzoni d’un tempo.

L’ottimo vin brülè preparato dalle no-stre cuoche ha risvegliato in tutti la voglia

di cantare, così come facevano una voltaquando, le famiglie numerose, si riuniva-no gioiosamente nelle stalle.

La buona riuscita delle nostre iniziati-ve dipende in gran parte dalla partecipa-zione di molte persone alle quali rivolgia-mo il nostro grazie!

Grazie al signor Battista Musitelli cheogni anno rinnova la sua disponibilità afare il “borölèr”; al nostro Piero Damianiche ha raccolto e tagliato tutte le castagne;ai volontari che con le mani annerite han-no sbucciato e distribuito le caldarroste; aiparenti e a tutti quanti si sono resi dispo-nibili con la loro simpatia.

A tutti un caloroso saluto...Le animatrici Grazia e Cinzia

Page 7: ZOGNO · riscontrano spesso i segni premonitori (telepatia) della morte di persone care e amiche soprattutto quando lon-tane ti mandano il segna-le della loro dipartita. Non sono

ZOGNOZOGNOnnoottiizziieennoottiizziiee

7NOVEMBRE 2005

I Missionari scrivono...Insieme alla gratitudine per quanto ricevono dal Gruppo Missionario - sempre poche goccea confronto dell’oceano delle necessità delle persone cui si dedicano - le lettere dei Missiona-ri ci fanno intravedere le difficoltà delle loro comunità e la durezza della loro vita quotidiana.

“ ...Ora sono tornata dalla Missione e dal 4 giugno mitrovo in Italia: Certamente i poveri che ho seguito pertanti anni sono più vivi che mai nel mio cuore. Se so-no potuto andare da loro con tanta gioia e portare aiu-to, conforto, consolazione, sostegno è grazie al vostrocostante aiuto, al vostro interessamento e alla genero-sa compartecipazione dei vostri beni. Il bene che interra quasi interamente musulmana ho potuto com-piere è stato grazie al sostegno morale e materiale ditante persone che ho sempre sentito molto affettuosa-mente vicine. Ora mi è spontaneo ringraziarvi di cuo-re per le possibilità e la gioia che mi avete dato di que-sto servizio ai fratelli più poveri. Un grande grazie af-

fettuoso e di cuore accompagnato dalla preghiera pertutti e per ciascuno in particolare....Tra qualche giorno andrò nella Casa di Genova-Co-ronata, Casa di Riposo dove, con le forze e la saluteche il Signore mi lascia ancora, potrò continuare a ir-radiare il suo amore in mezzo a queste persone e nonmi mancheranno occasioni per donare loro gioia,ascolto, comprensione, sostegno. Ricordandovi dicuore e nuovamente ringraziandovi, mi affido alle vo-stre preghiere e vi assicuro le mie. Nell’amore del Si-gnore vi resto unita e vi auguro ogni bene.”

( suor Carmina Demuru. Genova)

“...ho avuto la gioia di vedere Hagos e diricevere da lui il tuo scritto con il prezio-so regalo di 1.100 € inviati da te e dalGruppo Missionario di Zogno. Veramen-te siete fedeli nell’aiutare i vostri fratellieritrei. Avete fatto onore alla consegnache vi ha passato suor Vincenziana , cheancora ci è vicina con la preghiera e conl’offerta della lontananza dalla terra dellasua missione.

È ancora un periodo faticoso per la gentedi qui.L’autosufficienza economica per diversefamiglie è ancora un sogno. Stiamo cer-cando di aiutare con ogni mezzo gli orfa-ni e le mamme rimaste sole a crescere i fi-gli: come Missionarie Comboniane sen-tiamo come priorità questo andare incon-tro a chi è stato colpito più duramentedalle guerre passate.

Quando riceviamo delle offerte possiamoaumentare l’aiuto che stiamo dando sia inAsmara sia nelle nostre Missioni fuoriAsmara: Ghinda, Embatkalla, Afabet,Adi Genù ecc. e nella preghiera chiedia-mo al Signore di ricompensare i benefat-tori. ....”

(Suor Libanos Ayele,Missioni Comboniane, Asmara, Eritrea)

“... il paesino dove vivo è di circa 250 abitanti e lagente che viene dalla comunità contadina è poca so-prattutto a causa della distanza e delle piogge. Unodei problemi delicati che si incontrano soprattutto du-rante le feste è l’alcolismo: purtroppo terminato ilmomento religioso la gente inizia a far festa conclu-dendo il tutto con un’ubriacatura quasi generale ( inqueste feste succede di tutto). Si parla di tradizioni, dicostumi e in nome di essi si giustifica tutto: il Vange-lo soprattutto in questi aspetti della vita, delle “catti-ve” tradizioni diventa veramente un annuncio di li-bertà e di rinnovamento, naturalmente quando è ac-colto. Anche le credenze popolari molte volte sono incontrasto con il valore della vita: se uno prende una

certa malattia legata allo Spirito della Montagna o aun’altra credenza del luogo, o guarisce attraverso ritioriginari oppure muore; in molti casi sarebbe suffi-ciente una piccola operazione, ma se la gente nonvuole non c’è nulla da fare. Con il catechista stiamocercando di parlare di questi temi, anche se il cammi-no da fare è veramente lungo e richiede molta pazien-za: tutti sappiamo che cosa significa cambiare-con-vertirsi.Vi chiedo sempre il ricordo nella preghiera affinchéDio trovi spazio nella vita di ogni uomo e donna. Gra-zie ancora.”

(don Luciano Tengattini, Arque, Bolivia)

Page 8: ZOGNO · riscontrano spesso i segni premonitori (telepatia) della morte di persone care e amiche soprattutto quando lon-tane ti mandano il segna-le della loro dipartita. Non sono

“I l mio Thomas fa ancora la pipì nelpannolone” “La mia Rebecca non

mangia le carote” “la mia Carlotta nonvuole mai dormire” “voglio che mio figlio(o mia figlia) sappia leggere ancor primadi andare alla scuola primaria”

Provate ad immaginare quale fra questeaffermazioni dei genitori è la meno popo-lare fra le insegnanti-educatrici dellascuola dell’infanzia: Bravi, avete indovi-nato! Sì perché fare la pipì, non mangiarele carote, fare o no il pisolino rientra nellenormali esigenze materiali a cui la scuoladell’infanzia sa rispondere, direi automa-ticamente. Confrontarsi con altri bisognifondamentali dei piccoli, come quello di

diventare sempre più autonomi, impararea vivere e collaborare con i compagni econ gli adulti, a ben socializzare con tutti,a sviluppare fantasia, spirito di osserva-zione, capacità rielaborative e creatività ècompito ben più complesso, ma sempreassai meno richiesto da quelli che dovreb-bero essere i primi educatori:i genitori!!!!La scuola dell’infanzia ne è consapevole esi attiva per stimolare proprio lo sviluppoglobale della personalità di Thomas, Re-becca e Carlotta, nel rispetto dei tempi diciascuno di loro. Volere che il proprio fi-glio diventi un individuo che brucia letappe, magari addirittura un genio preco-ce, non risponde ai bisogni del bambino,ma dell’adulto. È un atteggiamento com-prensibile dato che in ogni genitore è na-turalmente presente quel tanto di narcisi-smo che gli fa desiderare che il proprio fi-

glio sia migliore degli altri. È inoltre queltanto di frustrazione personale che lo por-ta ad auspicare che il piccolo raggiungaun giorno quelle mete che lui stesso non èriuscito a conquistare. L’equivoco cheporta a confondere i bisogni dei genitoricon quelli reali del bambino si accompa-gna alla convinzione, a mio avviso errata,che far apprendere precocemente al bam-bino conoscenze complesse, per le qualic’è tempo nelle scuole successive orga-nizzate per gradi, lo avvantaggerà enor-memente nel futuro. Nella fascia d’etàdella scuola dell’infanzia contano di piùgli stimoli ad apprendere che fare indige-stione di nozioni. L’atleta che pratica ilsalto in alto non comincia da subito a sal-tare i 2 metri e 20, ma incomincia a salta-re misure modeste e passa parecchio tem-po in palestra per rinforzare i muscoli erendere più potente la corsa che gli darà loslancio necessario per saltare sempre piùin alto. Il cantante lirico non si mette subi-to a cantare

“ La Traviata”, ma si sorbisce prima an-ni di solfeggio e di vocalizzi. Anche i pic-coli geni naturali con quozienti intellettivipiù alti, non continuano a progredireall’infinito, ma dopo un certo numero dianni le loro prestazioni si livellano sustandard normali. Se un bambino di quat-tro anni, ad esempio, ha un’età mentale disei, quando avrà ventidue anni non saràmolto diverso da un individuo di venti. Equesto la scuola dell’infanzia lo sa bene!

In Giappone, dove la corsa alla creazio-ne del piccolo genio porta i genitori adiscrivere il figlio ancor sotto i cinque annia scuole difficilissime e assai selettive, il

numero dei bambini che si suicidano en-tro i primi dieci anni di vita è il più grandedel mondo. Il bambino non è un piccoloadulto da far crescere rapidamente, ma è uessere umano con esigenze particolari ti-piche di quella fase di vita che sta attra-versando. Prima fra tutte quella del gioco:attenzione quindi a cercare il vero benedel bambino e non la soddisfazione dellapropria vanità! Me-

glio fare del nostro bambino un adultomaturo, sicuro ed equilibrato piuttostoche un nevrotico di successo.

Mozart è stato un genio precoce, stimo-lato e spinto fin da piccolo da un padreambizioso. La sua vita privata è stata unafrana: quando è morto non c’erano neppu-re i soldi per un funerale decente, sicchèlo si è dovuto seppellire in una fossa co-mune. Einstein, al contrario, era addirittu-ra considerato un tonto a scuola e parefosse addirittura considerato un disastroin matematica. Eppure tutta la fisica mo-derna si basa sulle sue intuizioni!!!

I talenti naturali, i geni straordinari so-no veramente rari!!!!

L’intelligenza di ciascun individuo nonsi può aumentare, perché è un fatto gene-tico, ma se ne può,invece, sviluppareenormemente la qualità fornendo preco-cemente stimoli adeguati, appropriati,ri-spettando i tempi di evoluzione diversi daindividuo ad individuo.

E anche questo la scuola dell’infanzialo sa e....lo fa!!!!!

ZOGNOZOGNOnnoottiizziieennoottiizziiee

8 NOVEMBRE 2005

Einstein abita qui? SCUOLA DELL’INFANZIAPARITARIA CAVAGNIS

Page 9: ZOGNO · riscontrano spesso i segni premonitori (telepatia) della morte di persone care e amiche soprattutto quando lon-tane ti mandano il segna-le della loro dipartita. Non sono

ZOGNOZOGNOnnoottiizziieennoottiizziiee

9NOVEMBRE 2005

I l giorno 16 settembre 2005 alle ore 20.30 si è riunito presso la sala 5 dell’oratoriodi Zogno il Consiglio Pastorale parrocchiale con il seguente ordine del giorno:

• Programmazione lavori per Sinodo Diocesano della Chiesa di Bergamo• Eventuali e varie

L’incontro è stato avviato con la recitadella preghiera sinodale del Vescovo Amadei.Il parroco dopo aver riassunto i passi fino ad ora compiuti nell’ambito della prepara-zione dei lavori del Sinodo diocesano (coinvolgimento della popolazione tramite in-contri di conoscenza e informazione) ha espresso la necessità di dare il via alla fasedel discernimento che dovrà concretizzarsi nella predisposizione di un documento,seguendo le domande indicate nel quaderno del Sinodo.In particolare sono state elaborate 10 nuove schede (che riassumono e semplificanoi vari capitoli indicati nel quaderno), ciascuna con un tema specifico ed una serie didomande a cui rispondere.Per rendere più snello e significativo il lavoro è stato deciso di affidare le varie sche-de ai vari gruppi parrocchiali in funzione degli specifici ambiti di azione. In partico-lare:Scheda 0: La parrocchia e il suo voltoScheda 1: Parrocchia e territorioScheda 2: Parola di Dio - CatechistiScheda 3: Liturgia - SuoreScheda 4: Parrocchia e testimonianza cristiana - Azione cattolicaScheda 5: Carità e alcuni ambiti pastorali e nuove generazioni - CatechistiScheda 6: Iniziazione cristiana - CatechistiScheda 7: Parrocchia e famiglia -Gruppo famigliaScheda 8: Poveri e carità - Gruppo missionario e Gruppo caritasScheda 9: Le persone a servizio della parrocchia - Commissione parrocchia-

le sinodoScheda 10: Le strutture e l’amministrazione - SacerdotiIn particolare le schede 0 e 1 devono essere trattate da tutti i gruppi, che potranno or-ganizzarsi come preferiscono, tenendo conto che i vari documenti dovranno essereprodotti entro il mese di aprile 2006.Il Consiglio pastorale ha successivamente iniziato a riflettere sulla scheda 0, la-sciando come impegno per il prossimo consiglio la risposta alle domande.Il Consiglio Parrocchiale si è concluso alle ore 22.30.Il prossimo Consiglio Pastorale è stato convocato per il 28 ottobre 2005 alle ore 20.30.

Il Gruppo Segreteria

Preghiamo con la Chiesa (L’Apostolato della preghiera)Le intenzioni devono essere precedute dalla recita della pre-ghiera riportata qui sotto:

Cuore divino di GesùIo ti offro, per mezzo del Cuore Immacolato di Maria,Madre della Chiesa, in unione al Sacrificio Eucaristico,le preghiere e le azioni, le gioie e le sofferenze di questogiorno, in riparazione dei peccati e per la salvezzadi tutti gli uomini, nella grazia dello Spirito Santo, a gloriadel Divin Padre.

In particolare ti preghiamo:INTENZIONI:Generale - Per gli sposi, affinché seguano l’esempio di santitàconiugale vissuta da tante coppie che si sono santificate nellecondizioni ordinarie della vita.Missionaria - Perché i Pastori dei territori di missione avverta-no con costante sollecitudine l’impegno della formazione per-manente per i propri sacerdoti.Dei Vescovi - Perché ogni persona possa essere visitata dallagrazia del Vangelo e assuma la parola di Cristo come luce per isuoi passi.Mariana - Perché Maria, la prima e la più perfetta seguace di Cri-sto, ci renda veri discepoli del Figlio suo, aiutandoci a trovarloperfettamente, ad amarlo teneramente e a servirlo fedelmente.

Verbale

del Consiglio

Pastorale

Parrocchiale

del

16 settembre

2005

Page 10: ZOGNO · riscontrano spesso i segni premonitori (telepatia) della morte di persone care e amiche soprattutto quando lon-tane ti mandano il segna-le della loro dipartita. Non sono

ZOGNOZOGNOnnoottiizziieennoottiizziiee

10 NOVEMBRE 2005

D a poco è stato pubblicato il Compen-dio del Catechismo della Chiesa

Cattolica.Il libricino si presenta in un elegante

formato tascabile (13 X 18 cm) con co-pertina di cartoncino rigida. Al suo inter-no sono poi riprodotte una serie di imma-gini sacre di grande pregio artistico e sto-rico, con delle brevi e complete spiega-zioni che consentono al lettore di com-prendere meglio l’opera anzitutto, e di in-tegrare ulteriormente la sua conoscenzadella stessa non solo tramite la compo-nente letteraria, ma anche grazie a questesplendide raffigurazioni di episodi trattidalle Sacre Scritture.

Si tratta di un’opera nuova, la prima inmateria dopo il Catechismo redatto nel1992 da papa Giovanni Paolo II, e a spie-garci la ragione di questa pubblicazione èproprio il nuovo pontefice, BenedettoXVI, nell’introduzione. Si legge in parti-colare: “Giovanni Paolo II istituiva nel2003 una commissione speciale presie-duta dal cardinale Ratzinger, prefettodella Congregazione per la Dottrina del-la Fede, con il compito di elaborare unCompendio del Catechismo della ChiesaCattolica, contenente una formulazionepiù sintetica dei medesimi contenuti difede”.

Un riassunto, dunque, per consentire achiunque una più immediata conoscenzadelle materie di fede. L’opera presenta trecaratteristiche ben precise, come ancoraspiega il pontefice nell’introduzione: 1) lastretta dipendenza dal Catechismo vero eproprio (“il Compendio non è un’opera asé stante e non intende in alcun modo so-stituire il Catechismo”); 2) la forma dia-logica, che alterna continuamente do-manda e risposta (“si tratta di riprodurreun dialogo ideale tra Maestro e discepo-lo, mediante una sequenza incalzante diinterrogativi che coinvolgono il lettore,invitandolo a proseguire nella scopertadei sempre nuovi aspetti della verità dellasua fede”); 3) l’utilizzo delle immaginidella catechesi (“... oggi più che mai, nel-la civiltà dell’immagine, l’immagine sa-cra può esprimere molto di più della stes-sa parola, dal momento che è oltremodoefficace il suo dinamismo di comunicazio-ne e di trasmissione del messaggio evan-gelico”).

L’introduzione si conclude, infine, conun’ultima spiegazione del Papa su quelloche in definitiva è il senso della pubblica-zione, e su coloro che ne sono i destinata-

ri: “A quarant’anni dalla conclusione delConcilio Vaticano II, il Compendio puòrappresentare un ulteriore sussidio persoddisfare la fame di verità dei fedeli, titutte le età e condizioni, sia anche per ilbisogno di quanti , senza essere credenti,hanno sete di verità e di giustizia”.

Il libro è suddiviso in quattro sezioni.La prima, denominata “La Professionedella Fede”, affronta il tema della Crea-zione da parte di Dio, e di come l’uomoattraverso la sua professione di Fede, ilCredo, risponda a Lui.

Si passa poi alla venuta di Gesù Cristo,la sua vita, la sua morte e la Resurrezio-ne, e, infine, alla Chiesa da Lui fondata,alla sua funzione, alla sua azione fra gliuomini.

Nella seconda parte, intitolata “LaCelebrazione del Mistero Cristiano”, so-no spiegate le varie “usanze” liturgichedella Chiesa nella celebrazione della Pa-squa ed il Mistero stesso della Morte edella Risurrezione di Cristo. In seguitov’è una sezione dedicata ai Sette Sacra-menti e la loro spiegazione.

È poi la volta della terza parte, “La Vi-ta in Cristo”, dove sono affrontate unaserie di tematiche legate all’uomo creatoa immagine e somiglianza di Dio, allesue virtù, al peccato..., al suo agire nellacomunità e ai suoi doveri verso essa.

Nella quarta ed ultima sezione, “Lapreghiera Cristiana”, è definita l’originedella preghiera ed il suo fine: potersi ri-

volgere a Dio per la salvezza della pro-pria anima. Un’apposita sezione è dedi-cata alla preghiera cristiana per eccellen-za: il Padre Nostro.

L’opera si conclude, infine, conun’Appendice contenente le principalipreghiere della Chiesa Cattolica, e con ilriepilogo di quelle che sono le formule didottrina cattolica (le tre virtù teologali, lequattro virtù cardinali, i sette peccati ca-pitali, ecc.).

Forse alcuni si staranno chiedendo chebisogno ci sia di andarsi a rileggere cosesentite e risentite innumerevoli volte alcatechismo o alla messa domenicale.

La risposta è che, primo, su certe que-stioni non si è mai abbastanza preparati.Per rinforzare sempre più la nostra fede ènecessario conoscere e approfondire tuttiquegli elementi che spesso trascuriamoma che invece sono molto importanti.

Avere una buona conoscenza di quan-to Gesù rivela nei Vangeli e di quelli chesono i precetti che la Sua Chiesa insegnaè di fondamentale importanza per vivereal meglio la nostra vita da Cristiani, siaper quanto riguarda la sfera individuale,quella del nostro sentire e della nostra co-scienza, sia per il nostro vivere e agirenella comunità.

In secondo luogo il Compendio spiegaquelle che sono le posizioni della Chiesae del cristiano su temi assolutamente at-tuali e decisamente ricorrenti al giornod’oggi. Si tratta, ad esempio, di argomen-ti di grande attualità quali l’uguaglianzatra gli uomini, l’aborto, l’eutanasia, ecc.

In definitiva il Compendio può diven-tare un piccolo spunto di riflessione, unpunto di partenza per interrogarci su co-me viviamo la nostra fede ed il nostro es-sere cristiani, sul senso che per noi ha an-cora, oggi, credere al Messaggio rivelatodal “falegname di Nazaret” vissuto in Pa-lestina duemila anni fa.

M

Compendiodel Catechismo

della Chiesa Cattolica

Page 11: ZOGNO · riscontrano spesso i segni premonitori (telepatia) della morte di persone care e amiche soprattutto quando lon-tane ti mandano il segna-le della loro dipartita. Non sono

ZOGNOZOGNOnnoottiizziieennoottiizziiee

11NOVEMBRE 2005

Gita alle Cinque TerreQuando si parla delle Cinque Terre si cita una delle zone più

belle d’Italia e credo che siano pochi coloro che non hannoancora visitato questi posti incantevoli. Mi daranno sicuramenteragione i cento zognesi che domenica 24 luglio accompagnati dadon Angelo hanno fatto questa bella esperienza. All’alba delle 5tutti all’area mercato. Pronti! Partenza! Via! Saliti sul pullman, iltragitto è stato proprio breve, perchè già al Carmine ci siamo fer-mati per la S. Messa. Tutti raccolti in preghiera per ascoltare laParola di Dio, cantare e ringraziare il Signore per la giornata checi si sarebbe presentata ricca d’incontri, di gioia e di divertimen-to. Anche il tempo è stato bello: il sole ci ha accompagnato fino alsuo calare! Finita la S. Messa di nuovo tutti sul pullman, alcunesoste per prendere altre persone e poi via in autostrada dritti drit-ti per La Spezia, dove una motonave ci aspettava per portarci aPortovenere. Non poteva di certo mancare la foto di gruppo, che,dopo varie peripezie, ci ha immortalato tutti allegri e sorridenti.Viste le condizioni del mare, salire sul battello è stata una bellaimpresa e, per chi era alla prima esperienza si notava sul loro vi-so un’espressione un po’ preoccupata, chi invece era abituato sigodeva il sole e il paesaggio così tranquillamente da riuscire atranquillizzare anche i navigantipiù timorosi e a vivere con gioiaquello spettacolo naturale bellis-simo. Sosta di un’ora a Portove-nere, località incantevole e cen-tro turistico di suggestiva bellez-za: chi ha approfittato per fareshopping, chi si è aggirato tra lesplendide viuzze caratteristichee antiche, chi invece è salito ver-so la Chiesa gotica di San Pietrosituata su un promontorio roc-cioso dal quale l’occhio spaziasull’immensità del mare! Il tra-gitto che da Portovenere porta aMonterosso, è stato un po’ rovi-nato dal mare abbastanza mossoma, nonostante tutto non si pote-va non notare quella macchiamediterranea lussureggiante e levecchie case dai tipici colori, ag-

grappate a rocce a picco sul mare o posate su colline rigogliose tracoltivazioni di vite, ulivo e alberi da frutta. Un lavoro ad operad’arte! Uno spettacolo d’immensa bellezza! Arrivati a Monteros-so la compagnia si è suddivisa: chi ha scelto di fare pic nic sullaspiaggia e godersi il sole caldo rinfrescandosi con tuffi in mare,chi invece si è diretto in un ristorante della zona per gustare le ti-piche specialità del posto. Dopodiché è stato quasi obbligatoriopercorrere la cosiddetta e famosa “Via dell’Amore”, che da Mon-terosso porta a Riomaggiore: una stradina a picco sulla scogliera,voluta dagli abitanti dei due borghi, che nei momenti liberi e so-prattutto gratuitamente hanno tracciato nella roccia questa viamolto suggestiva e incantevole. Arrivati a Riomaggiore tutti suitreni, meta La Spezia, punto di ritrovo per il ritorno a casa. Pen-sate un po’ in un solo giorno si è viaggiato in pullman, in moto-nave e in treno, non è da tutti vero?!......

“Una giornata particolare- dice Ilaria- trascorsa con personee amici che, come me si sono divertiti tantissimo! La spiaggia èstato il momento più piacevole, tra tuffi, spruzzi, canti, abbuffatedi torte e vari altri dolciumi. Alla prossima!”

“È stata davvero una gita ben riuscita - conferma Alberto - consoddisfazione e rivolgiamo ungrazie a don Angelo, a Vanna ea Giorgio per l’organizzazione,sperando che l’anno prossimone programmino un’altra ancorpiù bella!”

“Stare insieme - aggiunge Cri-stina- serve per approfondire laconoscenza, rinnovare le amici-zie e condividere i propri gusticon gli altri....ci siamo divertiti ascoprire la natura che ci circon-da....speriamo di poter riprovareanche l’anno prossimo le emo-zioni vissute in quel giorno.Grazie a tutti!”

.....non potevo finire il mio ar-ticolo meglio di così, tre ragazzipartecipanti alla gita che diconola loro......

GRAZIE! g.f.

Page 12: ZOGNO · riscontrano spesso i segni premonitori (telepatia) della morte di persone care e amiche soprattutto quando lon-tane ti mandano il segna-le della loro dipartita. Non sono

ZOGNOZOGNOnnoottiizziieennoottiizziiee

12 NOVEMBRE 2005

S e qualcuno ( di nostra conoscenza ) hapregato e sperato in cuor suo che tutto

questo progetto potesse avere, come sco-po primario, quello di creare e rafforzarevincoli di amicizie e condivisione, sappiache è stato pienamente soddisfatto!!!

Sì, perché tutta questa fatica per man-dare in scena Mary Poppins, è stata soste-nuta da mesi e mesi di incontri, telefona-te, discussioni animate, ritrovi a casadell’uno o dell’altra per tagliare, cucire,colorare, incollare...; e poi le risate, le bo-narie prese in giro sugli altri e su sé stessi,le confessioni sussurrate dietro le quintedi quanto si aveva sonno, si aveva caldo,si era stanchi e sfiduciati o euforici e otti-misti...; e ancora le proposte, i “perchénon facciamo così”, le correzioni piùadatte e indicate per questo o quel perso-naggio per renderlo più reale e vicino...

Durante le lunghe prove, i commenti ei complimenti, le risate e gli applausispontanei, hanno superato di gran lungale inevitabili piccole scaramucce che ognitanto sorgevano.

Ma la confidenza e la complicità cheha richiesto il recitare insieme, l’aiutarsi avicenda a vestirsi e abbigliarsi, lo scam-biarsi i microfoni e gli accessori, ha con-tribuito a rendere più importante e prezio-sa l’armonia piuttosto che la competizio-ne.

E tutto si è risolto alla fine nel bellissi-mo spettacolo, modestia a parte, che ne èuscito.

Ad onor del vero, bisogna chiarire cheanche tutti i nostri famigliari hanno con-tribuito alla buona riuscita del recital, per-ché tanti papà e tanti nonni hanno svolto ilruolo di baby-sitter per molte sere, perpermettere alle mamme e ad alcuni papàdi prepararsi a dovere; e chi invece ha do-vuto portarsi i bambini appresso, ha tro-vato la collaborazione di altre mammeche li hanno intrattenuti e sorvegliati.

Un doveroso ringraziamento anche achi si è presa la briga di cuocere dolci de-liziosi per “nutrire” la fame di coloro che,

Mary Poppins

Page 13: ZOGNO · riscontrano spesso i segni premonitori (telepatia) della morte di persone care e amiche soprattutto quando lon-tane ti mandano il segna-le della loro dipartita. Non sono

ZOGNOZOGNOnnoottiizziieennoottiizziiee

13NOVEMBRE 2005

in cerca di celebrità, non avevano nem-meno il tempo di cenare !

Per chi poi non lo avesse saputo, ci so-no state anche le classiche 48 ore di su-spense, nelle quali non si era certi fino al-le ore 14,00 di venerdì, se lo spettacolosarebbe andato in scena !

Allora sì che sarebbe stata una grandedelusione e il rammarico di tutto il tempoe l’impegno profuso nelle prove, nellostudio delle parti, nella preparazione discene e scenografie, avrebbe amareggiatonon poche persone.

Per fortuna tutto si è risolto al meglio ela prima serata più la replica hanno ri-scosso entrambe il tutto esaurito. E gli ap-plausi, i complimenti, e la smisurata par-tecipazione ci hanno ripagato di tutti i sa-crifici !

Per la verità, qualche malcontento c’èstato: coloro che non sono riusciti ad en-trare in sala e magari venivano anche dalontano. Sappiano che a breve è previstadi nuovo una replica per tutti, e un’altra inparticolare per i bambini delle elementari.

E poi ci stanno contattando per uscireanche dal paese, in vari oratori e teatri:davvero saremo famosi !!!

Ma è sottinteso che il risvolto più bellodi tutto questo impegno è stato, e rimane,la consapevolezza di lavorare “insieme”per arrivare a raccogliere il consenso el’approvazione di tutto il pubblico che,“insieme”, ci viene a vedere ! Gf

N.B. Le offerte raccolte durante le due se-rate a favore dell’Orfanotrofio della Ro-mania sono state di € 1.000,00. Grazie atutti per la vostra generosità.

Page 14: ZOGNO · riscontrano spesso i segni premonitori (telepatia) della morte di persone care e amiche soprattutto quando lon-tane ti mandano il segna-le della loro dipartita. Non sono

Autunno: tempo di riflessione, di in-trospezione, di desiderio di rallentare

e ridimensionare tutto l’agire radioso esolare profuso nell’estate. Osserviamoquanti bambini e ragazzi tornano improv-visamente a frequentare l’oratorio, il sa-grato, le vie del paese, ricaricati dalle va-canze e dal riposo, colorati e lucidi cometante belle mele mature e succose.

E questo rientro profumato e ciarlieromi viene d’associarlo alla vendemmia,quando nel tepore delle giornateancora lunghe, si riempiono cestie cesti di grappoli d’uva: grappo-li gonfi e grappoli minuti, grap-poli perfetti e grappoli malconci,grappoli pieni di sole e grappolitormentati dalla tempesta edall’arsura, grappoli pesanti egrappoli rinsecchiti...

Un po’ così ritroviamo i nostriragazzi: ognuno con i segni posi-tivi o negativi di belle o brutteesperienze estive, che li hannopreparati a donarsi e impegnarsi,o anche a dolersi e lamentarsi.

Ma con tutti loro, nessun acinoescluso, siamo pronti a rimboc-carci le maniche per produrre dinuovo quel mosto dolce e nu-triente che sarà il nuovo vino no-vello dell’anno prossimo.

Con la messa di apertura dell’anno ca-techistico celebrata il 2 ottobre sotto losguardo materno e protettivo di Maria equello benevolo degli Angeli Custodi, haavuto inizio ufficialmente il cammino no-stro e dei ragazzi, con l’entusiasmo e lavoglia di crescere che li contraddistingue.

Durante la celebrazione anche noi ca-techisti, insieme agli educatori scout, ab-biamo ricevuto dai nostri sacerdoti ilmandato. È stato fatto il gesto della con-

segna di una piccola anfora e della Bib-bia. Questo ha un significato moltoprofondo: come l’anfora si lascia riempi-re facilmente di acqua per dissetare cosìnoi dobbiamo altrettanto facilmente la-sciarci riempire della Parola di Dio perpoi dissetare i ragazzi che ci sono stati af-fidati nella catechesi.

Anche se qualche ragazzo mancavaall’appello, l’intento e l’augurio che ci sia-mo scambiati è stato quello di un proficuo

e sereno rapporto di collaborazio-ne; e vista la buona partecipazio-ne anche di fedeli, c’è da sperareche tutti insieme, coinvolti inquella missione di annuncio, ani-mazione e testimonianza che ca-ratterizza il credente cristiano,possiamo avere sempre ottimiraccolti.... nella nostra vigna!

N.B. Quest’anno si è deciso di af-fidare l’animazione delle messedomenicali delle ore 11,00 adogni classe a turno: è chiaro cheneppure gli altri dovranno manca-re, per riempire sempre tutti i ban-chi di cuori, di preghiere, di cantiargentini, da far arrivare al Signo-re nel giorno a Lui dedicato.

Con un abbraccio,una catechista

ZOGNOZOGNOnnoottiizziieennoottiizziiee

14 NOVEMBRE 2005

Il mandato ai catechisti e agli educatori

Page 15: ZOGNO · riscontrano spesso i segni premonitori (telepatia) della morte di persone care e amiche soprattutto quando lon-tane ti mandano il segna-le della loro dipartita. Non sono

ZOGNOZOGNOnnoottiizziieennoottiizziiee

15NOVEMBRE 2005

Avrete forza dallo Spiritoe mi sarete testimoniLo Spirito Santo è stato definito “Il grande regista” della storia. Il bene che

inonda la nostra terra e la nostra vita porta la sua firma: è Lui infatti che ispi-ra e sostiene il coraggio dei buoni, è sempre Lui che ci dona la forza per prende-re parte da vincitori alla lotta contro il male. È ancora Lui che ci fa capire qualisono le cose giuste e ci da la forza e la perseveranza per raggiungerle! Eppure ri-mane il “grande sconosciuto”, il meno pregato, il meno ricordato. Lo Spirito diDio ha scelto il cuore dell’uomo, si è nascosto nel suo cuore e l’uomo spesso nonlo sa o se ne dimentica. Per non dimenticare anche noi catechisti questa grandeverità e per prepararci nel migliore dei modi all’inizio dell’anno abbiamo prega-to lo Spirito Santo di darci la forza per svolgere al meglio il nostro compito, quel-lo cioè di accompagnare nella loro crescita spirituale i ragazzi che ci verranno af-fidati e di cui noi siamo responsabili davanti al Padre. Il tema del ritiro, che si èsvolto nel Convento delle Suore di Romacolo il 1° ottobre, è stato proprio la pre-ghiera allo Spirito: il rivolgersi a Lui per chiedere indicazioni e suggerimenti;per aver la forza di arricchire d’amore tutte le cose che facciamo; per domanda-re l’intelligenza di capire il bene e il male e la sapienza per guardare con gli oc-chi di Dio coloro che ci stanno accanto e tutto ciò che ci succede; per avere co-raggio di chiedere perdono quando si ha sbagliato e soprattutto per avere semprequella “voglia” di pregare Dio, di lodarlo, di ringraziarlo.

“VENI SANCTE SPIRITUS”Questo inno è una preghiera allo Spirito Creatore dell’uomo, che da la vita e

inonda i nostri cuori e le nostre menti della grazia divina, che colma la nostra in-compiutezza di creature. Ciò che ci caratterizza è la consapevolezza della nostrapovertà, questo camminare verso la grandezza di Dio! È una preghiera allo Spi-rito Paraclito: Colui che si chiama vicino, che assiste, che difende secondo ve-rità; Spirito che difende Gesù ogni volta che noi lo deformiamo e lo costruiamoa nostro modo; Spirito che difende Gesù non abbandonandolo alla nostra fragi-lità di peccatori.

È una preghiera allo Spirito Luce: lo Spirito è luce per vedere e percepire ilmondo come lo vede Dio secondo Gesù Cristo; luce per capire le scritture, illu-minare il nostro pensiero e mettere l’amore nei nostri cuori così da rendere fortela nostra fragile natura umana; luce per vedere secondo il pensiero di Gesù e aiu-tarci ad applicare concretamente il Vangelo vincendo la paura e l’indecisione. LoSpirito è come il vento, imprevedibile, sorprendente, inafferrabile: quando arri-va nulla rimane come prima!

Lo Spirito è come il fuoco che illumina, riscalda, purifica: chi si affida alloSpirito diventa veramente “luce del mondo e sale della terra”!

Con questo bell’augurio nel cuore, raccogliendo l’invito di papa BenedettoXVI di rivolgerci a Maria per imparare ad amare e seguire Cristo sopra ogni co-sa, abbiamo pregato il Santo Rosario e poi ci siamo salutati con il proposito di fa-re nostre le belle parole sentite e d’impegnarci sempre più e sempre meglio!

Noi catechisti ringraziamo di cuore don Angelo per le opportunità che sempreci offre, don Paolo per la sua disponibilità, la pazienza, l’amore e la gioia con cuici segue e la nostra comunità che sentiamo sempre vicina con la preghiera.

I catechisti

Veni Sancte Spiritus

1. Vieni, Spirito Creatore,

visita l’intimo dei tuoi fedeli,

riempi della tua grazia divina,

il cuore che tu hai creato.

2. Tu difensore di Cristo,

dono dell’Altissimo Iddio,

sorgente viva, fuoco, carità,

soave persuasore dell’uomo interiore.

3. Vieni a noi con i tuoi sette doni,

o dito della mano del padre,

o dono grande promesso da Dio,

con la tua sapienza dà forma alla

nostra parola.

4. Illumina con la tua luce il nostro

pensiero,

metti l’amore nei nostri cuori,

rendi forte con la tua azione creatrice

la nostra fragile natura umana.

5. Allontana da noi il nostro nemico,

e Tu nostro difensore donaci la pace,

così mentre cammini davanti a noi,

potremo evitare ogni male.

6. Guidaci tu a conoscere il Padre,

a “imparare” il Figlio Gesù

e fa’ che crediamo in te che del Padre

e del Figlio sei lo Spirito eterno.

Page 16: ZOGNO · riscontrano spesso i segni premonitori (telepatia) della morte di persone care e amiche soprattutto quando lon-tane ti mandano il segna-le della loro dipartita. Non sono

ZOGNOZOGNOnnoottiizziieennoottiizziiee

16 NOVEMBRE 2005

Sono ormai diversi anni che ho il piacere di organizzare ilpellegrinaggio a Lourdes per il gruppo di Zogno. Con

gli anni, il numero di persone che ha scelto di venire (e tor-nare) a Lourdes è cresciuto sempre più, sia tra i pellegrini egli ammalati che tra i volontari (dame e barellieri). Mi sem-bra giusto ringraziare tutti coloro che si sono uniti alla fa-miglia dell’OFTAL, e colgo l’occasione di presentarla an-che a chi non ha ancora avuto modo di conoscerla.

L’OFTAL (Opera Federativa Trasporto Ammalati Lour-des) è un’associazione di volontari presente in varie cittàitaliane (la nostra sede di riferimento è a Milano). Essa siprodiga per permettere a chi ha difficoltà di recarsi in pelle-grinaggio nei principali luoghi di culto, ma ha legato il suonome soprattutto alla cittadina mariana. Oltre all’organiz-zazione dei pellegrinaggi, l’OFTAL si occupa anche di rac-cogliere fondi per gli ammalati meno abbienti che desidera-no recarsi a Lourdes, tramite diverse iniziative, come lavendita di uova di Pasqua (alla quale la comunità zogneseha sempre aderito con estremo entusiasmo). I pellegrinaggisono aperti a tutti, in particolare agli ammalati, i quali go-dono di continua assistenza medica qualificata, fornita daprofessionisti che offrono gratuitamente il loro servizio, ga-rantito anche a chi è affetto da patologie gravi e necessita ditrattamenti come la dialisi. A Lourdes gli ammalati sonoospitati in strutture chiamate “Accueil”, create apposita-mente per ricevere le persone meno fortunate provenientida tutto il mondo. Il personale che si occupa delle loro ne-cessità e di accompagnarli nelle varie funzioni e nei luoghi

di preghiera (la Grotta, le basiliche, le cappelle...) è forma-to da volontari, dame e barellieri, che si pagano il trasportoe il soggiorno come normali turisti, e si prodigano per ren-dere sereno il soggiorno degli ammalati.

Naturalmente il pellegrinaggio è aperto anche ai pelle-grini che soggiornano in hotel e che partecipano ai riti e al-le funzioni unitamente con gli ammalati.

Il viaggio a Lourdes è sempre stato fatto in treno. Il tra-gitto, anche se lungo, è vissuto come un momento di prepa-razione al pellegrinaggio, perché permette di socializzarecon i compagni di viaggio, ma anche di meditare e racco-gliersi in preghiera con gli altri. Da alcuni anni è stato orga-nizzato anche il viaggio in aereo, ma la maggior parte deipellegrini preferisce seguire la tradizione.

In questi ultimi anni anche il gruppo di Zogno si è creatouna propria tradizione: con le offerte dei pellegrini e dellepersone care rimaste a casa, commissioniamo un grande ce-ro con i gonfaloni e lo stemma di Zogno, che offriamoall’Immacolata con le intenzioni di tutto il paese. I soldi ri-manenti vengono devoluti a persone in difficoltà residentiin Val Brembana.

Io mi sono recato a Lourdes per la prima volta nel 1979,e da allora sono ritornato ogni anno. Sono felice della miaesperienza, e particolarmente lieto di aver avvicinato altriamici, zognesi e non, all’esperienza del servizio per gli altrie alla preghiera davanti alla Grotta. Spero di cuore che ilgruppo di Zogno diventi sempre più numeroso.

Mario Riva

Il Gruppo “Zogno” dell’OFTAL

Page 17: ZOGNO · riscontrano spesso i segni premonitori (telepatia) della morte di persone care e amiche soprattutto quando lon-tane ti mandano il segna-le della loro dipartita. Non sono

ZOGNOZOGNOnnoottiizziieennoottiizziiee

17NOVEMBRE 2005

Festa della Madonna Addolorata al Tiglio

Festa di San Cipriano sul monte

Anche quest’anno il 15 settembre ab-biamo celebrato la festa in onore del-

la Beata Vergine Addolorata presso lachiesetta del “Tiglio” e lo abbiamo fatto inmodo “solenne”. Innanzitutto abbiamopensato che, per dare buona accoglienza atutti i “pellegrini” era necessario dare una“sistematina” alla chiesetta con l’aggiuntadi qualche addobbo decorativo.

Iniziando i lavori di pulizia e di imbian-catura della sagrestia ci siamo accorti chela gente, vedendo spesso la cappella aper-ta, ha cominciato ad avvicinarsi in modointeressato e curioso, approvando congrande piacere quello che si stava facendo(segnaliamo un particolare: nel cestinodelle elemosine posto sotto la finestra ognigiorno trovavamo offerte: cosa che nonaccadeva da tempo).

Rinfrancati da questi successi siamopassati per le vie della contrada per racco-gliere offerte: così, abbiamo partecipatoquesta iniziativa anche alle persone anzia-ne che erano in difficoltà a raggiungere lachiesetta.

Con i soldi raccolti abbiamo ristruttura-to alcuni banchi, rinnovato l’impiantoelettrico, aggiustato cornicioni interni or-mai danneggiati e portato a termine altripiccoli lavori per il buon decoro dellachiesa. Non contenti, abbiamo anche illu-minato la chiesina esternamente racco-gliendo molti pareri favorevoli da partedei passanti che, vedendola, restavano me-ravigliati.

Gli ultimi sforzi sono stati per abbellirel’interno con fiori e lesene nuove dipinte amano per rendere più la festa ancora piùpiacevole.

Il 15 settembre eravamo tutti in chiesa egrazie alla numerosa affluenza molti han-no dovuto seguire la S.Messa dal sagrato e

anche oltre... Celebrata da don Paolo, conla presenza di don Angelo e accompagna-ta musicalmente dalle suore del DivinoAmore la S.Messa è stata veramente indi-menticabile. Terminata l’Eucaristia un ric-co buffet di dolci e bevande, con l’aggiun-ta delle note musicali della compagni“Brembaghet”, ha intrattenuto tutti i pre-senti in modo allegro e spensierato. Allafine, ripulito il tutto, ci siamo trovati tuttid’accordo nel dire che è stata una bellissi-ma festa e che negli anni a venire c’impe-gneremo per migliorarla sempre più.

Gli Organizzatori

I l 16 settembre abbiamo festeggiato la ricorrenza di San Cipriano. Per l’occasione ab-biamo illuminato e addobbato la chiesina a festa suscitando nella popolazione curio-

sità e meraviglia. Alla funzione, presieduta da don Angelo, la gente è accorsa numerosaper pregare con gli abitanti della contrada il loro santo protettore e far festa con loro chegentilmente avevano preparato un rinfresco molto gradito e per i più piccoli avevano in-vitato un clown che li ha resi felici regalando loro palloncini colorati.È stata una fantastica giornata e pensando all’anno prossimo abbiamo preso visione deivari lavori di urgente restauro e speriamo che per la prossima festa, la chiesa potrà tor-nare all’antico splendore. Grazie a tutti. D.F.

Page 18: ZOGNO · riscontrano spesso i segni premonitori (telepatia) della morte di persone care e amiche soprattutto quando lon-tane ti mandano il segna-le della loro dipartita. Non sono

ZOGNOZOGNOnnoottiizziieennoottiizziiee

18 NOVEMBRE 2005

Ricordi di OratorioS ettant’anni per la verità

non ancora compiuti (saràa luglio del prossimo anno) eperciò la medesima etàdell’Oratorio San GiovanniBosco, una istituzione che havoluto dire molto anche per ilsottoscritto invitato a ricordarela sua gioventù a “l’oratòre”.

Ho cominciato a frequentar-lo da giovanissimo. Avrò avu-to allora sei o sette anni, ero nei“Fanciulli Cattolici”, la sezio-ne dei giovanissimi dell’“Azione Cattolica”. Di noi pic-colini si prendevano cura la“Clarina” (al secolo ClaraMarconi che teneva negozio dimercerie e cartoleria nel quat-trocentesco Palazzo Marconiancor oggi ben conservato eduno degli “edifici nobili” delcentro storico zognese in Piaz-za Garibaldi) e la Rina Berlen-dis. Ci portavano all’oratorioper il catechismo ed era lì che,quando c’erano le processioni,ci mettevano la fascia, una sor-ta di stola come quella dei dia-coni, con la quale sfilavamoper le vie del paese davanti altrono del Santo Patrono SanLorenzo, della Madonna o delCorpus Domini.

Lì abbiamo vissuto i nostriprimi passi “sociali” si insom-ma, abbiamo fatto la prima “so-cializzazione” che è stata im-portantissima nella formazionedi generazioni di zognesi.

C’era l’Oratorio femminilegiù sotto, adiacente al conven-to di clausura, un ambiente as-solutamente impenetrabile ge-stito dalle suore cappellone, ec’era quello maschile con ilcampo di bocce e quello di cal-cio a forma di trapezio (allafaccia della forma e delle mi-sure regolamentari) sul qualegiocava la Vampa ed ancora ilcineteatro, di cui era direttoreil “don Carlo”, don Carlo Ma-nenti che concluse la sua vitapastorale arciprete di Casnigo.Don Carlo da mezzogiorno al-le tre si concedeva una penni-

lo che abitava nella casa in ci-ma alla scalinata!

Oppure sempre d’inverno cisi appostava sul pendio sotto-stante il cimitero e giù palle dineve a quelli che stavano am-massati fuori dal cancellodell’oratorio. Non fallivi uncolpo! E le “slisade” giù per il“riù” come dimenticarle? OlGioanì Barilì, si insomma il sa-grista magari un po’ scorbuticoma noi eravamo proprio disco-li, buttava cenere sulla “sli-saröla” per evitare che qualcheanziano si rompesse una gam-ba sul ghiaccio e noi dietro a ri-pulire ed a buttare nuova ac-qua...

E nella Settimana Santa? Sicominciava la Domenica dellePalme dando l’assalto alGioanì che stava in cima allascaletta della Chiesina a distri-buire i rami di ulivo benedettoche usava poi come “strope”per respingere i nostri assalti...Poi arrivava il Venerdì Santo esotto coi “grì” e le “grine”,fuori tempo ovviamente, fa-cendo arrabbiare i sacerdotiperché si disturbava la funzio-ne ed il solito Gioanì al quale simandavano i più ingenui con

chella per riprendersi il sonnoche gli facevano regolarmenteperdere i “grandi” ogni seraperché lasciavano l’oratorio atardissima ora. Quelle tre oreerano off limits per noi ragazziciciaroni, non dovevamo di-sturbare con i nostri schiamaz-zi e sul riposo di don Carlo ve-gliava inflessibile la Pasquina.Inutile chiederle il pallone pertirargli quattro calci. Ma ci siandava quantomai volentieriall’oratorio perché si sapeva ditrovarci sempre qualcuno concui giocare, tirando magari perlungo quando si doveva entra-re in aula per il catechismo e

sbuffanti perché a nostro avvi-so la lezione si faceva troppolunga...

Siamo cresciuti lì, molto be-ne, facendo qualcosa di buonoe combinando anche parecchiemarachelle che non erano peròcattive. Ricordate ad esempio,cari coetanei, come accoglie-vamo le ragazze? Loro arriva-vano dall’asilo all’oratoriopassando per il “ghet” o per loscalone e noi dal sagrato abombardarle da sopra di palledi neve nella stagione inverna-le, ovviamente. E buon per lo-ro che intervenivano a disper-derci il don Carlo o il don Pao-

Gita a Ca’ San Marco

Festa dei ragazzi “Anni 50”

Page 19: ZOGNO · riscontrano spesso i segni premonitori (telepatia) della morte di persone care e amiche soprattutto quando lon-tane ti mandano il segna-le della loro dipartita. Non sono

ZOGNOZOGNOnnoottiizziieennoottiizziiee

19NOVEMBRE 2005

degli “stropei” per “legare lecampane” e lui si arrabbiava ederano guai per i poverini... Epoi la distribuzione dell’acquasanta il Sabato Santo, e ricordoche due ragazze avvicinatesitroppo al mastello venneroprese per le gambe da due piùdiscoli di altri e finirono...be-nedette a dismisura.

Anno dopo anno crescemmoanche noi un po’ in timore diDio, forse non troppo in sapien-za, comunque sempre felici dipoter frequentare “l’oratòre”dove imparammo a stare insie-me, a divertirci insieme, a farequalcosa di buono insieme.

Di un qualcosa di particolaremi sentii protagonista con altriamici. Eravamo sul finire deglianni ’40 e l’inizio gli anni ’50 epresso l’oratorio nac-que il Centro TuristicoGiovanile, il CTG co-me lo chiamavamo toutcourt, che fu un primoapproccio oratoriano alturismo giovanile. Nefu subito primo ed perlungo tempo responsa-bile il Gino Salvi che èstato sicuramente unadelle “anime” del no-stro oratorio. Organiz-zavamo gite-trasportocon i pullman della Dit-ta Marconi di Ambriain montagna e sugli sciin concorrenza semprevincente su un clubbianco “laico” che eranato in paese-e Zamblacon Madonna delle Ne-vi e l’arco alpino orobi-co brembano era tra lemete fisse delle escursioni, maanche l’alta Valle Seriana, e siebbe pure l’incoscienza di orga-nizzare una “due giorni” a Ma-donna di Campiglio con pernot-tamento all’Hotel Carlo Ma-gno, roba da matti per un grup-po di ragazzotti, ma tutto andòchissà come mai per il meglio.

E nel corso di quelle gitenacquero le prime simpatie,tanti piccoli “primi amori” chedivennero grandi e sfociaronopoi in felici matrimoni che du-rano tuttora.

Ricordate che si sgambavada Oltre il Colle a Zambla e ri-torno (i pullman condotti dalGiovanni Salvi o da VirginioBrissoni nostri soci, i gloriosi“FIAT 26” della Ditta Marconifermavano a Oltre il Colle efummo noi del CTG a portarneper la prima volta uno fino aZambla per cui cominciò il ser-vizio pubblico anche per quel-la località oltrelcollese). Fati-caccia dice qualcuno? Ma vuoimettere? Avevi cinque chilo-metri, tanto dista Zambla daOltre il Colle, da scarpinare albuio e le ragazze avevano pau-ra di scivolare per cui ti si ag-grappavano al braccio oppureeri tu che le sostenevi... si in-somma la faccenda andava be-ne a tutti e due e... pensateci un

po’ voi a che cosa avete fatto eche certamente vi è rimastonella memoria. Le sgridate didon Carlo, poi quando veniva asapere che su a Zambla aveva-mo ballato per cui per qualchetempo ci guardava in cagne-sco...

E per concludere voglio ri-cordare la Capanna di Natalein Piazza. Non s’era mai fattonulla del genere a Zogno el’idea nacque proprio in ambi-

Ricordi di gioventùZogno al tempo della costruzione dell’oratorio.Riceviamo dal sig. Clemente Ginami, conosciutocome Meme, (classe 1919) alcuni ricordi legati alperiodo 1935-40, i primi anni di vita del nuovooratorio.Lo ringraziamo per questa sua testimonianza evolentieri pubblichiamo la sua lettera.

Zogno nel 1935 era un paese tranquillo senza nessun avve-nimento di grande importanza. Tre erano le persone che

spiccavano davanti a tutti come ordine civile, militare e reli-gioso. Il Podestà Carlo Trezzi, Il Maresciallo Ponti (burbero eautoritario) e il Parroco don Servalli.

La povertà regnava in quasi tutte le case. Due sole auto e po-che biciclette, e questo obbligava gli Zognesi a restarsene tran-quilli in paese.

Dato che le nostre case non erano troppo accoglienti, e sen-za riscaldamento, tutta la gioventù si riversava all’Albergo Ita-

lia (proprietario Francesco Pesenti) dove c’era il telefono,la SISAL (l’attuale sportoto) e si parlava delle imprese diCoppi e Bartali e della Nazionale di calcio che aveva vin-to il suo primo Campionato del Mondo battendo in finalea Roma la Cecoslovacchia per 2-1 (1934). Restando incampo calcistico, nella stagione 1937-38 l’U.S.Z. vinse ilpiù ambito trofeo diventando Campione della Lombardia.

L’unico cinema era il “Sociale” situato in Piazza Italiae funzionante solo di domenica. Molti ragazzi, appenaterminata la V° elementare, dovevano andare a lavorarecome il sottoscritto che a 11 anni incominciò a fare il “pic-colo” nel negozio di barbiere gestito dalla famiglia Bra-ghini, parenti del nostro concittadino Antonio Pesentivincitore del Giro d’Italia nel 1932 e che indossò la Ma-glia Rosa nella tappa Lanciano-Foggia per poi portarla fi-no a Milano.

L’oratorio era il nostro secondo diversivo. C’era unabuona filodrammatica maschile che durante l’anno pre-sentava diverse commedie (gli zognesi riempivano il tea-tro nel giorno della rappresentazione) e perciò quasi tuttele sere c’erano le prove. I nostri istruttori erano il curatoDon Manenti e il capitano degli alpini Carissimi. Erava-mo tutti dei dilettanti ma già “padroni” del palcoscenico.Voglio ricordarne qualcuno: Propersi Angelo, Pesenti

Lorensì (Barilì), Vittorio Lazzaroni, Nino Pirulì, BernardoLazzaroni, Mario Colombo, Sonzogni Vito, Pesenti Matteo(Barba), Micheli Antonio. Mi scuso per quelli che ho dimenti-cato. Sembrava che il tempo non passasse mai e ne eravamocontenti. Poi d’improvviso nell’estate del 1940 suonò la “Dia-na” e Mussolini disse al mondo che l’Italia aveva dichiaratoguerra alla Francia e all’Inghilterra. E così la gioventù zogne-se si è sparsa nel marasma della guerra. Chi perse la vita inRussia, chi a Cassino, chi in Sicilia. Altri poi partirono perl’America o andarono a lavorare all’estero. Questi sono i mieiricordi negli ultimi 5 anni (1935-1940) della mia permanenzaa Zogno.

Cari saluti a tutti gli Zognesi,Clemente Ginami (Meme)

1° anniversarioCroce sull’Alben

(1957)

Sergio Tiraboschicontinua a pagina 20

Page 20: ZOGNO · riscontrano spesso i segni premonitori (telepatia) della morte di persone care e amiche soprattutto quando lon-tane ti mandano il segna-le della loro dipartita. Non sono

ZOGNOZOGNOnnoottiizziieennoottiizziiee

20 NOVEMBRE 2005

Ricordi di Oratorio segue da pagina 19

to CTG. Facemmo tutto di nascosto perfar trovare la sorpresa a coloro che sareb-bero usciti dalla messa di mezzanotte.Progettammo e costruimmo tutto in fami-glia, lavorando in segreto nel sottopalcodel cinema, e tra coloro che collaboraro-no nell’impresa coordinata sempre dalGino ricordo il compianto pittore profes-sor Edoardo Volonterio, artista di vagliache non volle mai barattare la sua operaartistica con vile denaro e che si fececoinvolgere nella nostra pazza idea. Io edil Gino ed altri facemmo parecchi viaggiad Ambria alla Segheria Giupponi perrifornici di “codeghe” o scorze di abeteda utilizzare per la costruzione delle pare-ti della capanna. Il professor Volonteriosi incaricò della realizzazione delle testedella Vergine e di San Giuseppe infilatepoi su un telaio in legno rivestito con abi-ti confezionati dalla Marisa Locatelli,

dalla Mariolina Volonterio e da altre ra-gazze. Il trasporto delle codeghe cui par-teciparono altri ragazzi oltre al sottoscrit-to ed al Gino, il Gian Mario Colombo, ifratelli Volonterio, il Vito Ghisalberti edaltri che non ricordo e mi scuso delleomissioni, ma che volete, invecchiando siperde la memoria. Per il trasporto ci siservì del triciclo, un cassone con attacca-to un pezzo di bicicletta che la Natalina,zia del Gino Salvi, usava per portare laposta avanti ed indietro dalla stazione fer-roviaria. Nel corso di un viaggio avvenneche il triciclo sbandò e le codeghe finiro-no in ferrovia. Per farla breve. Si riuscì amantenere il silenzio. Nel corso dellamessa di mezzanotte portammo il tutto inPiazza Garibaldi, in fondo alla scalinata emontammo il presepe e ci fu gran meravi-glia per i fedeli quando uscirono dallachiesa. Ammirata per tutto il periodo del-

le feste natalizie, anche se nella capannaun sera si trovò un personaggio non pro-prio “presepiale”. Niente nomi perché c’èancora: un nostro coetaneo ancor troppogiovane per concedersi un calicino dispumante che invece si concesse, pensòbene di fare un sonnellino accanto allaSacra Famiglia. E nessuno gridò alloscandalo, anzi”. Poi noi per ovvi motividi età lasciammo l’oratorio. Ma un pez-zetto di cuore glielo abbiamo comunquelasciato e di tanto in tanto torno lassù perricordare tutto solo la mia gioventù cheritrovo pur se l’oratorio è completamentediverso nella struttura da quello che fre-quentai io ragazzino ed adolescente. Peròmi ci ritrovo comunque perché in queiluoghi continua ad aleggiare la presenzadi San Giovanni Bosco, a mio avviso ilpiù grande dei santi dei ragazzi.

Sergio Tiraboschi

La nostra festa è l’EucaristiaPellegrinaggio a Roma dei bam-bini che quest’anno hanno rice-vuto la loro Prima Comunione,per incontrare il Papa Benedet-to XVI nei giorni 14 e 15 ottobre.

Era un invito troppo importante fatto dalPapa Benedetto XVI domenica 12 giugnoscorso a tutti i bambini che quest’annohanno ricevuto Gesù Eucaristia per la pri-ma volta.La risposta dei bambini con i loro genitorie catechisti è stata immediata e piena dientusiasmo per cui la macchina organizza-tiva è partita per rendere il pellegrinaggioun’occasione unica e irrepetibile: Incon-trare e ascoltare il Papa catechista per ec-cellenza!Per comprendere l’importanza di questoincontro basta leggere le domande chehanno fatto alcuni bambini al Papa e le ri-sposte che Lui ha dato con semplicità, sor-ridendo. Poi il silenzio della preghiera conl’esposizione di Gesù Eucaristia e la Bene-dizione solenne.Questo pellegrinaggio pensiamo abbia da-to a ciascuno il desiderio di vivere l’espe-rienza cristiana, partecipando a tutti lagioia del grande incontro con Gesù Euca-

ristia e l’impegno della messa domenicalecome il Papa ha indicato ai fedeli.Ringraziamo Suor Nives e sua sorella Na-dia per la disponibilità e l’aiuto per orga-nizzare il pellegrinaggio in modo da potervedere più cose possibili, dalla Chiesa diS. Paolo fuori le mura, al Divino Amore ,

San Pietro e i giardini Vaticani e per esse-re pronti ad occupare i primi posti perl’Udienza. Un grazie a Don Paolo peraverci accompagnato e a tutti coloro che cihanno seguito con la loro preghiera.

Le catechiste delle classi IVdella scuola Primaria

Page 21: ZOGNO · riscontrano spesso i segni premonitori (telepatia) della morte di persone care e amiche soprattutto quando lon-tane ti mandano il segna-le della loro dipartita. Non sono

ZOGNOZOGNOnnoottiizziieennoottiizziiee

21NOVEMBRE 2005

Diario di una splendida emozioneI l cielo è ancora buio quando vi ritrova-

te al piazzale del mercato. Anche a unocchio inesperto appare chiaro che, anco-ra più eccitati dei bambini, come scolaripronti a partir per una gita, siete voi cate-chisti , dal cui spirito d’iniziativa è nata laproposta, e voi genitori che entusiastiavete aderito e opportunamente avete de-ciso di accompagnare i vostri figli. Final-mente si parte e il viaggio è la riscopertadi sapori che pensavate ormai persi nellamemoria di giovanili scorribande e vi ri-trovate a far caciarra e a ridere sguaiati,che neanche i bimbi, strategicamentepiazzatisi in fondo al bus, riescono a te-nervi testa. Il viaggio è lungo ma quasinon ve n’accorgete che d’un tratto sietearrivati e sul suolo Romano posate il pie-de con la prima cosa da vedere: quellagran chiesa a Saulo dedicata che caspitaquant’è grande!

Poi, via di nuovo e arrivate al DivinoAmore, là dove alloggiate, e non vi pareneppure d’essere nella Capitale, immersicome siete nel verde dei colli romani cheil gran caos del gran raccordo (che è anu-lare perché tondo!) l’avete già scordatotanta pace v’è attorno a voi!

Alla cena vi ritrovate e c’è chi urla gliauguri all’Albertina che avvampa per ilcoro che s’è intonato, e poi il tour by ni-ght, con il Don più in forma che mai a farda cicerone e a raccontar e mostrar di co-se che non si possono vedere, perché ènotte, per l’appunto! E ancora il Colos-seo, che non ci han fatto il festivalbar, etant’altro ancora e quanto e bella Romadi notte!

Finalmente spunta l’alba e si riparteche oggi è il gran giorno, e allora arrivatein Vaticano e che fortuna che c’è la Nadiache con lei si entra dappertutto, ma il

tempo è tiranno e dappertutto non s’arri-va! Ma la Basilica, che meraviglia!, checi voglion tre giorni a visitarla tutta, e laMessa celebrata dal Don alla Cattedra diS.Pietro che la si coglie l’emozione chegli prende la voce. E poi i giardini Vatica-ni e passeggiar là dove passeggia il Papa,e i bambini che corrono e vociano e lo fa-reste anche voi, ma poi a voi chi vi tiene abada!?

Arriva il pomeriggio e siete ai cancellidella piazza e c’è già tanta gente che nonv’aspettate, e li scoprite giunti da tutt’Ita-lia, ma che dite!? Da tutto il Mondo! An-cora per mezzo della Nadia riuscite a en-trare e v’appostate in posizione ottimale,che più avanti non si riesce, ma siete mes-si bene e da lì la Papamobile e Benedettolo vedrete di sicuro e anche da vicino!

...e mi ritrovo lì seduto, con la bandanain testa a coprire il capo dal sole estivo aperpendicolo, e ogni tanto mi guardo in-torno, mi volto e vedo la gran piazza ri-colma e tutti a sventolar i fazzoletti cheabbiam trovato sulle sedie e gli striscionie le bandiere, e mi sento fortunato, eguardo mio figlio e penso...spero...soncerto che quello che stiamo vivendo gliresterà nel cuore, ma forse ancora non losa.

Sono passate quattr’ore eppure sonsembrati minuti, e anche loro, i nostri fi-gli, non se ne sono accorti. Mi son senti-to attraversare da una scarica d’emozionie di sensazioni, tutte belle, anzi di più, ead un momento, senza rendermene contoho sentito le lacrime bagnarmi il viso, eho cercato di mascherar la cosa, che sonouomo e un uomo vero...ma poi mi son la-sciato andare e ho gioito per questa cosache pensavo d’aver smarrito, ma che mi èrinata dentro proprio in un momento in

cui tutto mi pareva perso, e che ogginell’abbraccio di questa piazza e questagente ho veramente ritrovata e ricono-sciuta! Non credo d’aver mai gioito cosìdello stare insieme, a migliaia in questosplendido pomeriggio. E ancora una vol-ta, e forse più d’ogni altra, ho gioitodell’essere padre.

E allora, quando nell’alba di Domeni-ca si rientrava in casa, non sentivo la stan-chezza di due giorni così intensi ma solola voglia di raccontare a chi più mi è carotutto ciò che abbiam vissuto e ci ha pas-sato il cuore. ...e allora grazie! Grazie avoi catechiste, grazie ad Albertina, MariaTeresa, Wanda, Anna, Ernestina e SuorAlix, grazie per la loro dolcezza e peraver preso al volo l’occasione e aver sa-puto organizzare fra mille imprevistiquest’avventura; grazie a Suor Nives peraver messo il cuore e l’anima nel cercaree trovare le soluzioni e a sua sorella Na-dia per averci fatto aprire un sacco di por-te; grazie a Don Paolo per averci accom-pagnato fisicamente e spiritualmente edessere stato tante volte ispiratore di gio-cose situazioni; grazie a tutti noi genitoriche abbiamo voluto essere partecipi diquesta grande gioia; ma soprattutto gra-zie ai nostri figli, alla loro gioia di viveree di succhiarne il succo, grazie alla lorospensieratezza che ha saputo contagiarci,alla loro innocenza, e abbracciamoli e di-ciamo loro quanto sono stati bravi, e di-ciamogli ancora grazie, perché senza diloro tutto questo per noi non sarebbe sta-to e perché senza di loro la nostra vita nonsarebbe una gioia continua, e forse nep-pure la nostra fede...e allora e soprattuttograzie a Dio, che nel suo grande amore celi ha donati!

Un papà

Page 22: ZOGNO · riscontrano spesso i segni premonitori (telepatia) della morte di persone care e amiche soprattutto quando lon-tane ti mandano il segna-le della loro dipartita. Non sono

ZOGNOZOGNOnnoottiizziieennoottiizziiee

22 NOVEMBRE 2005

MARCO PELLEGRINELLI di Luca e Romina Sonzognibattezzata il 25 settembre 2005

SARA TRAINI di Daniele e Barbara Costanzibattezzata il 25 settembre 2005

Ricordiamoli

EMANUELCERONI

5-11-1986

MARIAPESENTI

18-11-1986

ANGELOTIRABOSCHI10-10-1987

LUIGIABONALDI

28-10-2003

MARIACARMINATI

7-11-2002

MARIA BARBARACORTINOVIS

15-9-2005

GIOVANNIGHISALBERTI MARTA

16-9-2005

ANGELACAPELLI

25-9-2005

LUIGI SPERANDIOPESENTI

2-10-2005

SANTINAPESENTI

23-10-2005

GASPARECORTINOVIS

8-11-2004

GUERINOCORTINOVIS NERVE

13-9-2005

Hanno raggiuntola casa del padreANGELA CAPELLI,di anni 76, il 25 settembre 2005

LUIGI PESENTI, di anni 89, il 2 ottobre 2005

CATERINA RUGGERI, di anni 80, il 17 ottobre 2005

SANTINA PESENTI,di anni 69, il 23 ottobre 2005

Nati in Cristo

R E S O CO N TO S E T T E M B R E 2 0 0 5Per la Chiesa € 100,00Per la Chiesa € 100,00Per la Chiesa € 120,00In M. Lidia Carminati (per restauri Tiglio) € 150,00Offerta funerale Valerio Rinaldi € 100,00Offerta funerale Giovanni Ghisalberti Marta € 50,00Offerta matrimonio € 150,00Offerta matrimonio € 200,00Offerta battesimo € 50,00Offerta battesimo € 50,00Offerta battesimo € 100,00

Offerta battesimo € 100,00Da don Umberto € 193,00Affitto € 516,46Vendita Zogno Notizie (Ago-Set) € 167,50Per le missioni € 50,00Per chiesina Tiglio € 50,00Elemosine 29 - 4 € 692,45Elemosine 5 - 11 € 595,00Elemosine 12 - 18 € 1.306,89Elemosine 19 - 25 € 1.098,79Dal museo € 255,00

Festa Santuario Maria S.ma Regina € 1.489,00Nostra Signora del Sacro Cuor di Gesù -Rasga- (Lug-Ago) € 470,00San Bernardino € 250,00San Sebastiano € 157,65Festa Foppa € 1.750,00Festa San Cipriano € 195,05Dalle famiglie di San Cipriano € 874,25M.V.B. per Opera Pia Caritas € 224,64M.I.T.I. per Opera Pia Caritas € 40,56ENTRATE: € 11.381,04

Page 23: ZOGNO · riscontrano spesso i segni premonitori (telepatia) della morte di persone care e amiche soprattutto quando lon-tane ti mandano il segna-le della loro dipartita. Non sono

NAOMI KEBREAB TESFAGIORGIS di Kebreab e LetteyosiefTesfalidet Keut battezzata il 9 ottobre 2005

SABRINA GOTTI di Adamo e Elvira Perrottabattezzata il 25 settembre 2005

CATERINA RINALDI di Diego e Elideuza Abreu Gomes battezzata il 23 ottobre 2005

GIOVANNI GENTILI di Luca e Daniela Locatelli battezzato il 23 ottobre 2005

ZOGNOZOGNOnnoottiizziieennoottiizziiee

23NOVEMBRE 2005

MONICA MORESCHI E ANGELO VALSECCHIsposi il 15 ottobre 2005

Nati in Cristo

Sposi in Cristo

Domenica 23 ottobre 2005, alla S.Messa delle ore 11.00 celebrata dal nipote don Santino, i coniugi Orso-la Gervasoni e Pietro Pellegrini hanno festeggiato il loro 60° anniversario di matrimonio circondati

dall’affetto dei parenti e amici. Ai festeggiati porgiamo i più calorosi e fervidi auguri di buon anniversario.

Page 24: ZOGNO · riscontrano spesso i segni premonitori (telepatia) della morte di persone care e amiche soprattutto quando lon-tane ti mandano il segna-le della loro dipartita. Non sono