CONNESSIONI - Comune di Argenta · esponente di una delle più antiche e impor-tanti famiglie...

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CONNESSIONI Il Risorgimento argentano

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CONNESSIONI

Il Risorgimento argentano

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20 aprile 1824

Giuseppe Vandini nascead Argenta da Antonio(1786-1856), ricco possi-dente, e Vivina Gattelli,esponente di una dellepiù antiche e impor-tanti famiglie argen-tane e sorella di Ignazio.

Illustrazioni tratte dalla Raccolta araldica di Demetrio Bandi (s.d. II metà XIX sec.)

Illustrazioni tratte da Scritture del S. Monte di Pietà.

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1842

Giuseppe Vandini Esce dalCollegio dei Nobili diRavenna e entra tra icospiratori “per la patriaindipendenza”

1843 Sussidia i moti di Savigno poiva a Roma ad ultimare glistudi classici

1845 E’ compromesso nel movi-mento di Rimini e Bagna-cavallo

1846 Alla morte di Papa GregorioXVI torna a Roma dove silaurea in Legge

I moti di Savigno (1843) L’attività cospirativa dei patrioti che portò ai fatti del1843 ebbe inizio diversi anni prima, nel 1837, inparticolare per opera di Nicola Fabrizi, il “braccio armato” della Giovine Italia di Mazzini. Fin dal 1838 il Fabrizi individuava in PasqualeMuratori il “candidato ideale” a capeggiare un motoinsurrezionale sull’Appennino bolognese, in quantobuon conoscitore del territorio. Il moto si sarebbe dovuto estendere progressivamente, per poi portare alla sollevazione diBologna e alla caduta del Governo pontificio.Nonostante Mazzini si opponesse al moto, Fabrizidecise per l’azione. Pasquale Muratori aveva giàorganizzato un gruppo armato formato da alcune decine di rivoluzionari. La situazione precipitò nellanotte del 13 agosto 1843, allorchè si radunarono circa40 individui armati di schioppe. Il 15 agosto la “conventicola” assaltò l’osteria diSavigno, dove si trovava una compagnia di carabinieri pontifici. Dopo un lungo combattimento i ribelli ebberola meglio, lasciando sul posto i corpi di alcunicarabinieri e prendendone in ostaggio il capitanoCastelvetri, che poi venne ucciso. Gli insorti erano in attesa dellasollevazione di Bologna, ma dalla città non arrivò nessuna notizia in quel senso: si trovarono perciò adessere inseguiti dalle truppe pontificie sulle colline trala valle del Reno e del Lavino. Il 25 agosto l’inseguimento finì con la cattura deiribelli. Muratori riuscì a fuggire oltrepassando il confine toscano e si rifugiò in Francia. Il moto per laliberazione dal potere pontificio era fallito.

Il movimento di Rimini e Bagnacavallo (1845) Carbonari, mazziniani e riformisti per, iniziativa deldott. Carlo Luigi Farini di Russi, di Livio Zambeccari, Raffaele Valdesi e i fratelli Valdesi di Faenza, delconte Bancoli e Andreini di Bagnacavallo e daparecchi altri. L'insurrezione che doveva scoppiare simultaneamentein diversi punti, per l'insufficiente organizzazionescoppiò soltanto a Rimini, dove Pietro Renzi, alla testa di un centinaio di fuorusciti, il 23 settembre, sollevatala popolazione, colse di sorpresa la guarnigionepontificia e la costrinse ad arrendersi. Impadronitosi della città, Renzi istituì un governoprovvisorio, che durò tre soli giorni: all'annuncio cheda Forlì era partito un battaglione pontificio, il Renzisciolse la banda, e gli insorti, abbandonata Rimini,parte si rifugiarono a San Marino e parte in Toscana. Lo stesso fece un gruppo di circa duecento uomini raccolti nel faentino e nel forlivese e capitanata daPietro Beltrami da Bagnacavallo e da Raffaele Pasi.Attaccata presso Brisighella dagli Svizzeri pontifici,sebbene inferiore di numero, la banda di insorti sidifese con valore. Dalla Toscana i rifugiati romagnoli passarono in gran parte in Francia nei primi giorni del novembre 1845.

Papa Gregorio XVI

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Saffi, Mazzini e Armellini

24 novembre 1848 Papa Pio IX fugge da Roma aGaeta.

12 dicembre 1848 La Camera decreta la costituzionedi una “provvisoria e supremaGiunta di Stato” che il giorno 20dello stesso mese promette con unproclama la convocazione di unaCostituente romana.

21 e 22 gennaio 1849 Si svolgono le elezioni nonostantela minaccia di scomunica aipartecipanti da parte di Pio IX.Vincono i democratici fra i qualivengono eletti Garibaldi e Mazzini.

5 febbraio 1849 L'assemblea proclama la Repub-blica Romana

9 febbraio 1849 L'assemblea approva la Costitu-zione della Repubblica Romana.

Pio IX

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1848 IL BATTAGLIONE UNIVERSITARIO

ROMANO L’ordinanza ministeriale del 23.3.1848,considerando la gravità delle condizionipresenti dello Stato e dell’Italia e l’urgenzadi procedere alla difesa e sicurezza deidomini pontifici, nonché alla concordeazione delle forze nazionali italiane,stabiliva la costituzione di un Corpo diOperazione composto nel modo seguente:quattro reggimenti di Fanteria, due reggimenti di Cavalleria, tre batterie diArtiglieria da campagna, una compagnia diartificieri, due compagnie del Genio. IlGenerale Giovanni Durando vienedesignato a comandare l’intero Corpo diOperazione; suo aiutante di campo:Massimo D’Azeglio. Il 25 marzo del 1848, ivolontari si riuniscono in piazza del Popolo.Gli studenti Augusto Silvagni, Luigi Alibrandie Gaspare Finali consegnano al battaglionedue belle bandiere tricolori, con le fasceorizzontali (rosso in alto) e nel bianco unacroce di velluto rosso, simbolo dei crociati,lancia di metallo bianco traforata con lelettere B. U. (Battaglione Universitario) , duefasce argentate e dorate (i colori pontifici) el’asta rivestita di velluto rosso, ornata conchiodi di ottone. Finalmente si parte, uscendo da Porta del Popolo. In testa marcia il Battaglione Universitario,organizzato su tre compagnie (a Bolognadiventeranno cinque) , al comando del Col.Angelo Tittoni, sostituito, durante lacampagna, dal Maggiore Luigi Ceccarini,molto amato e stimato dagli studenti. Seguono due Legioni Romane, composte divolontari con la bella divisa della GuardiaCivica Romana. Ad Ancona i due padribarnabiti Alessandro Gavazzi e Ugo Bassidistribuiscono le divise, composte di: tunica,con cinque bottoni di ottone, e pantaloni dipanno turchino scuro, con banda verde;paramani e colletto dello stesso colore;cappello alla calabrese a cupola con fasciadi velluto verde, trombetta di ottone da unlato e con cinque penne lunghe di cappone,ricadenti all’indietro; croce di panno rossocucita in alto sul lato sinistro della tunica;cintura di cuoio nero. Si prosegue perCesena fino a Bologna e Ferrara. A Ponte-lagoscuro si attraversa il Po e si entrafinalmente nel Veneto.

LA CAMPAGNA DEL VENETO Vienna e Palermo sono insorte, il Granduca di Toscana Leopoldo II eCarlo Alberto hanno concesso loStatuto, a Venezia il popolo liberaDaniele Manin e altri prigionieripolitici, Milano vive le CinqueGiornate. Il 29 marzo Carlo Albertovarca il Ticino innalzando per la prima volta il Tricolore. L’entusiasmo patriottico pervade glianimi degli studenti romani che, nelCaffè della Sapienza, in piazza delPopolo e nel Colosseo, aprono, gliarruolamenti per la costituzione delBattaglione Universitario Romano. Il battaglione combatte a Montebelluna, Cornuda e Treviso edesce sconfitto con onore.

1848 Giuseppe Vandini combatte comesoldato semplice nel Veneto colBattaglione Universitario Romano etorna ad Argenta in seguito allacapitolazione di Vicenza e Treviso. Sono 42 gli Argentani di tutti i ceti che– spinti da idee mazziniane – hanno partecipato con lui alla Campagna diVicenza e Treviso: tra essi IgnazioGattelli, Giuseppe Vianelli, LuigiMazzolani.

Ugo Bassi

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23 gennaio 1849 Giuseppe Vandini scrive ai Deputati dell’AssembleaCostituente: “Apparve ora son più che due anni una luce sul Vaticano*che sembrava irradiare volesse il mondo intero, ed a guisadella colonna di fuoco spedita nel deserto a guida del popoloda Dio prediletto, dirigesse la società umana per la via delprogresso, traendola dalla cattività. Ma quella luce fu fatuaper la durata, illusoria per l’effetto, traditrice per leconseguenze. Cittadini, voi bene m’intendete! Quelle mani chesembrava si porgesse dal Vaticano all’umanità gementeteneva ascosta la face della discordia, e collo stendardo dellaLibertà voleva condurci per tortuose vie al dispotismo,additandoci il Monte Sacro del Risorgimento dei popoli civoleva tratti in un sepolcrale abisso! “Assisi sul Campidoglio rammentate che il vostro mandato iltenete dal Popolo sovrano, da un popolo che ha profuso tantevolte il sangue per ottenere il possesso dei propri diritti, daun popolo intero che coll’Armi in pugno osserva voidepositari de’ suoi voti, e delle sue speranze. Questo popolo davoi rappresentato si sente eminentemente Italiano, vuole lasua sorte indivisa dagli altri Italiani qualunque possa essere. Il vostro grido sia Viva l’Italia libera ed una! Viva l’alleanzadei popoli!” *Allude alla istituzione della Guardia Civica concessa da Pio IX:comandata per primo dal Colonnello Ignazio Gattelli.

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La minaccia dell’invasione degli Stati Romani da parte deglieserciti austriaco, francese, napoletano e spagnolo, induceVandini a riprendere le armi arruolandosi come volontariocon i gradi di capitano: parte dunque con le truppe in soccorso di Bologna, che capitola ed è poi è chiamato a Roma, assediata (con luipartono Luigi Mazzolani, Luca Vianelli, Pietro Vianelli – che cade), ove entra nello Stato Maggiore del Ministero dellaGuerra, poi è aggregato al 5° Reggimento di linea comandatoda Maggior Generale Masi: dopo alcune sortite e la strenuadifesa della Breccia di Porta San Pancrazio, i Francesioccupano Roma e sciolgono le truppe, restaurando il GovernoPontificio. Al rientro ad Argenta è a capo del Comitato Mazziniano delBasso Ferrarese e delle Romagne

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In seguito a questi fattiVandini rimane sospettoal governo, è arrestato, perseguitato, privatodelle sue carte deglianni 1848-1849 e impossi-bilitato ad esercitare laprofessione legale fino al1858.

1850

Giuseppe Vandini sposaEmilia Mazzolani, figliadi Luigi e con essa visitale principali città dellaLiguria, della Lombar-dia e del Piemonte

“… che si era dimostrato n’ passati tempi ein quei sconvolgimenti il più esaltatoprepotente ed energumeno demagogo delsuo paese ove non vi è fatto popolaretumulto nel quale egli non abbia figuratocome eccitatore o guidatore della moltitudine o festeggiante o insultante ominacciante. Infatuato in prima da spiritoguerriero, poi da ardore rivoluzionario,prese parte alla spedizione del 1848 nelVeneto, promosse ardentementel’istituzione della Costituente si gettò confanatismo nel partito repubblicano efinalmente partecipò alla spedizione diRoma, ove militò sino alla caduta dellarepubblica. Appena aveva egli posto piedein patria che il provvisorio Governatore diArgenta riguardandolo come soggettotroppo pericoloso per buon ordine e per la pace del paese lo trovò meritevole diarresto”. Ciò risulta dagli atti esistenti nell’Archivio diStato di Bologna.

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1856

Sciolti i Comitati Repub-blicani per l’adesione aiprincipi costituzionali, Van-dini dona a VittorioEmanuele Re del Piemonte tre quadri per esprimere ipropri “sentimenti di devo-zione e di affetto verso chiseppe in lontane regionimantenere alta e onorata labandiera d’Italia ed in mezzoad un Congresso Europeo alzòuna generosa voce di protestacontro le sofferenze e li conculcati diritti di quellepopolazioni Italiane, che sonosotto brutale dispotismo”. A nome del re, risponde perringraziarlo il MinistroRattizzi

1859 Nel mese di maggioVandini si reca a Torinoper richiedere al Ministerodella Guerra di indossare la vecchia divisa diCapitano e offrire suoiservigi. Torna poi adArgenta dove dirige ilComitato locale peringrandire l’armata pie-montese e favorire laemigrazione veneta.

Vittorio Emanuele II

Camillo Benso Conte di Cavour

Urbano Rattazzi

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1858-59 II GUERRA DI

INDIPENDENZA Nell’aprile del 1859 alcuniArgentani combattono con iPiemontesi contro gliAustriaci: sono a Montebello, Palestro e Magenta e, dopol’insurrezione delle Romane, a San Martino e Solferino Seguirà l’Armistizio diVillafranca.

20 maggio 1859 - Montebello (PV) La cavalleria piemontese e la fanteriafrancese sconfiggono l'esercitoaustriaco, sebbene più numeroso.

31 maggio 1859 - Palestro 14.000 austriaci affrontano 21.000piemontesi che vincono per la ritirata dei tedeschi

4 giugno 1859 – Magenta 55.792 austriaci combattono contro47.517 franco-piemontesi. 24 giugno 1859 - Solferino e San Martino

Un insieme di battaglie distinte, quasisimultanee, su un fronte di oltre 20 km,pone fine alla seconda guerra di indipendenza italiana. Vi prendono parte oltre 230.000effettivi. E’ il primo concreto passo verso l'unitànazionale italiana, che Ispira ad HenryDunant la creazione della Croce RossaInternazionale.

11 luglio 1859

Armistizio di Villafranca tra Napoleone III di Francia e Francesco Giusepped’Austria. Viene deciso dalla Franciache, in guerra a fianco del Piemontecontro l’Austria, teme che il conflitto siallarghi all’Europa centrale. L’armistizio causa le dimissioni delPresidente del Consiglio piemontese Cavour che ritiene l’intesa unaviolazione del trattato di alleanzasardo-francese poiché ha concesso al Piemonte solo una parte del LombardoVeneto austriaco. Il 12 luglio Re Vittorio EmIanuele IIfirma l’armistizio.

novembre Ratifica dell’armistizio con la Pace di Zurigo.

Battaglia di Montebello

Battaglia di Palestro

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13 giugno 1859 Bologna insorge “ Nel pomeriggio dello stesso giorno nelgiardino dell’avv. G. Vandini fu sparato uncolpo di grosso mortaio. Era il segnaleconvenuto perché i liberali d’Argenta sifregiassero della coccarda tre colori. Alle 10 antimeridiane del 14 si adunarononella casa Vandini e di là partirono conuna grande bandiera preparata del proprio,cantando inni patriottici percorsero leprincipali vie. Giunti dinnanzi al Municipio unacommissione si presentò al Priore: questi eraassente, e la municipalità diede ledimissioni, rimase l’assessore IgnazioGattelli. Governatore d’Argenta era l’avv. LeonardoMalagola. Fu istituita una guardia costituita di 22squadre, le quali facevano servizioquotidiano di 24 ore finché nell’ottobre 1859fu costituita la Guardia Nazionale”.

13 giugno 1859 Lettera del Comitato di Ferrara “Ferrara Capoluogo della provincia per oranon può far nulla e quindi starebbe bene chenessun luogo della provincia si movesseprima del Capoluogo. D’altronde deveriflettere: 1° Non si sa ancora se e come verràaccettato il moto di Bologna dal Piemonte edalla Francia 2° Deve passare tutta la guarnigione diAncona e passando per i luoghi dove già sia inalberata la bandiera italiana cosasuccederà? Non sarà meglio aspettare e fareil moto dopo che non vi saranno più tedeschinello Stato? … Aventi è venuto da Bologna e làpienamente furono approvate le nostreviste: noi staremo sempre in relazione con quella città. Voi però regolatevi come credete perché noinon vogliamo menomamente togliervi lalibertà d’azione. Francesco Aventi, Giovanni Gattelli,Giuseppe Bagni”

Infatti il 19 giugno passeranno per Argenta 6000

soldati austriaci imponendo

somministrazioni, bruciando frumento maturo, abbattendo

piante e viti, calpestando il fieno

Via Bonborghetto, oggi XIV giugno 1859

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20 giugno 1859 Circolare ai Reverendi Parroci

“… Nel nostro attuale movimentonulla avvi che tenda a rovesciare lanostra Santa Religione e liSacrosanti Precetti del Vangelo. Seper un istinto nazionale irresistibile,se pe rla necessità ben compresa daNoi, e dall’intera Europa diricostruire la Nazionalità Italianadi ridonarle quei confini che lanatura le ha assegnato, se si tenta di riunire in una le diverse membradell’Italia, perché nell’unione sta laforza, forza necessaria a tutelare liDiritti che competono ad ogniNazione e per questo unico scopo si èdovuto fra noi proclamare laDittatura del magnanimo ReVittorio Emanuele, e togliere questeProvince alla temporale soggezionedella Santa sede, ciò certamente èstato fatto non per menomare laPotenza Spirituale del SommoPontefice, non per oltraggiare laCristiana Religione, non persovvertire li suoi principi, ma per ridonare a se stessa una Nazione chedopo essere stata la Maestra di tuttii Popoli nella Civiltà era talmentedecaduta ed oppressa da rendersi illudibrio e l’oggetto di sarcasmo diempi sgherri oltremontani checalpestano e manomettono la suaClassica Terra, che si vuole orapurgata dalla loro presenza e fabisogno dell’unità della Nazione perimpedirne il ritorno… Ogni buon cittadino deve cooperareal mantenimento dell’ordinepubblico, e a chi meglio del sacerdote,del Ministro di Dio spetta una tale parte di Paciere?”

13 maggio 1860

Allorchè viene celebrata inArgenta per la prima volta lafesta nazionale, i preti del paeserifiutano formalmente diassistere alla funzione religiosae benedire le bandiere dellaGuardia Nazionale e siassentano da Argenta, ordinando la chiusura per tuttala giornata della Collegiata di S.Nicolò, dove si doveva svolgerela funzione. Ad eccezione dell’Arciprete diSan Giacomo e del Cappellanodel Tempio della Celletta,rimasti al loro posto, gli altri il13 giugno di detto anno, pel fattosuddetto vengono arrestati etradotti nelle carceri di S. Paoloin Ferrara, di dove uscirannoper l’amnistia del 20 settembre.

Lettera di Garibaldi ai preti buoni

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agosto 1859 Con 723 voti su 806 G.Vandiniè eletto deputato alla Assemblea delle Romane

10-22 marzo 1860 Si svolge il plebiscito con426.006 voti favorevoliall’annessione al Regno diSardegna contro 4756 afavore di un regno separato

maggio 1860

5 volontari argentani – tra i quali Giovanni Gattelli,Giovanni Marianti, PietroBenati (che muore sul campoa 21 anni) salpano da Quartocon i Mille di Garibaldimentre altri 5 vannoall’assalto di Civitella delTronto.

12-13 giugno 1860 I Festa dello Statuto ebanchetto patriottico

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1860 La vertenza frazionale

Con il Decreto del DittatoreLuigi Carlo Farini è toltaalla Provincia di Ferrara laRomagnola ferrarese:restano ad Argenta solo lefrazioni di Filo eLongastrino di qua del Povecchio di Primaro. L’Appodiato di S. Nicolòformato da Consandalo, S.Nicolò. Ospital Monacale nelMandamento argentanopresenta al ministrodell’Interno a Torinol’istanza per ottenere laseparazione e l’autonomia.

“… questa indipendenza non siestende alla pretesa di farassolutamente da soli, ma bensìsi restringe ad esser Comune, di far parte del MandamentoArgentano. … fu già determinato qualconfine alle provincie di Bolognae Ferrara il Reno Primaro (…).Su questo naturale confine fradue provincie non dovriaviessere alcuna eccezione ... … Agl’abitanti di quellacampagna sarebbe loro di indubitato vantaggio …; essinon disterebbero che due o tremiglia dal luogo di residenzasindacale, e dalla Curaecclesiastica, e dal Capoluogo digiustizia nol sarebbero che perotto miglia: ora invece (e conl’inconveniente di dover varcare un fiume) le loro chiese distano 5miglia, il Comune 8, il Governodiciotto. … E finalmente … qualcheesempio che in alcuni rami dinobili e di provvide istituzioni,benché sostenuto dal comuneconcorso, gli Amministrati di unvasto territorio non sono chiamati, per non dire esclusi, afruire dei vantaggi di quella, senon in modo proporzionale.”

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La risposta della Munici-palità argentana è, ovvia-mente, negativa e motivata anche parecchi anni piùtardi in una pubblicazione di Giuseppe Vandini dal titolo: “Relazione della Presidenza al ConsiglioComunale nella sua ordinaria sessione della primavera1866” “Sotto il peso delle governative ingiustizie, fra le catene delpiù inetto dei Governi dispotici, col mal governo dei pretipassarono gli anni anteriori al 1859, nel quale finalmente fudato a gran parte dell’Italia risorgere, ed ai Comuni delleProvincie redente fu permesso ritornare al primitivo lustro. Il Governo dispotico tiene alta la bandiera col motto = divideet impera = e così sotto il Pontificio Governo, come sottoqualunque altro retto in egual modo, avevasi per sistema ildividere e suddividere il territorio in tanti piccoli Comuni chequasi si volevano composti di un sol campanile, o di pochicasolari, perché non curati e disprezzati languissero nella inerzia e nella impotenza. Ma allorché un popolo sorge a libertà, il Governo che lo reggesu tale principio, sente il bisogno di elevare i Comuni a quelposto che loro conviene nella macchina governativa, la qualevivifica e si rafforza nella vita e forza delle municipaliistituzioni, ed in tale Governo ai Municipi si prodiganoattribuzioni ed ingerenze e mezzi per lo sviluppo delmateriale e morale loro bene; donde poi sorge la necessità dicostituire grandi centri, di formare vasti Comuni che possano corrispondere alla grandezza delle idee, e stare all’altezzadelle sociali esigenze. Per questo motivo nel 1860 con Decreto del Dittatore delleProvincie dell’Emilia, sciolti nelle Romagnole Provincie queipiccoli Comuni che appodiati si appellavano, ed esistevanosenz’una esistenza propria, e Vivevano senza vita, venivanoaggregati ed uniti ai Comuni principali, ai quali si trovavanoappodiati. Per tal modo i piccoli Comuni appodiati di SanNicolò, S. Maria Codifiume, e Filo furono riuniti a quello di Argenta”.

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1866 Si assegnano premi e pensioni aimiliti della Guardia Nazionale e aivolontari Garibaldini e alle lorofamiglie Il 15 giugno dello stesso anno ilfarmacista Girolamo Roiti,nell’interesse del nipote AntonioRoiti, chiede che – essendo esso decorato con medaglia d’argento alvalore militare come appartenenteal 6° Reggimento Volontari Italianinella campagna del 1866 distintosinel combattimento di Condino il 16luglio 1866 - sia ricompensato con le£ 100 e la medaglia commemorativa italiana

ANTONIO ROITI Nacque ad Argenta il 26/5/1843. Trascorse ad Argenta i primi anni della sua giovinezzainiziando gli studi a Venezia ed a Lubiana. Ottenne un impiego al Ministero delle Finanzequando ancora la capitale di Italia era a Torino, quindi si diede all'insegnamento. Fu daprincipio maestro di lingua italiana in Germania, poi precettore di un collegio milanese: più tardisi diede allo studio delle scienze. Nel 1865 s'inscrisse a Pisa come studente di matematica, ma ben presto interruppe gli studi per arruolarsi come Garibaldino. Si battè a Bezzecca ed a Condino e, fatto prigioniero dagliAustriaci, riuscì a fuggire; raggiunse il suo Battaglione, meritando la medaglia d'argento al valormilitare. Nel 1866 fu nominato assistente alla Cattedra di Chimica presso l'Università di Pisa e nel 1868a quella di Fisica. Nel 1869 si laureò in matematica e nel 1891 fu nominato professore di fisicaa Palermo e da Palermo venne e breve chiamato all'Istituto di Studi Superiori in Firenze. Pubblicò molti lavori interessanti, tra cui il classico trattato di fisica che ebbe l'onore di molteedizioni e che venne tradotto in parecchie lingue straniere. Fu Preside nella Sezione di Scienze dell'istituto si Studi Superiori di Firenze per molti anni,costantemente confermato nell'ufficio dall'affetto e dalla fiducia dei colleghi: fu pure per lungotempo membro autorevole del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione. Fece parte di parecchie e notevoli Commissioni tecniche e di un Comitato Internazionale per le misure elettriche e di molte Accademie Nazionali ed Estere e importanti Ordini cavallereschi,fra i quali quelli del Merito Civile di Savoia. Fu Consigliere del Comune di Firenze dal 1888 al 1890 e Assessore alla Pubblica Istruzione esi deve a lui il primo impianto di illuminazione pubblica ad arco voltaico in Firenze. Nel 1913 si ritirò dall'insegnamento, rifuggendo dalle onoranze, a vita privatissima: lalontananza dl nostro paese, lo fece perdere talvolta di vista. E scomparve senza che una partecipazione pervenisse al Comune che ha appreso con ritardonotevole la triste notizia e che non potè tributargli ai funerali le ben meritate onoranze. Ferrara ha recentemente intitolato ad Antonio Roiti il suo Liceo scientifico; Argenta,nell'inchinarsi reverente dinanzi alla memoria del suo dilettissimo figlio, attende dai suoiRappresentanti, un atto che in modo imperituro ne tramandi il ricordo alle future generazioni edesprima tutta l'ammirazione e la gratitudine all'Uomo che giustamente fu definito "nei campi di battaglia, nelle pubbliche Amministrazioni, sulla Cattedra e nel laboratorio, esempio di valore,di integrità civile e di pensiero alto e fecondo".

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1866 III Guerra di Indipendenza

24 giugno - battaglia di Custoza Dà inizio alle offensive sulla terraferma evede la sconfitta delle truppe italiane, purnumericamente superiori e comandate dalgenerale La Marmora di fronte alle truppeaustriache dell'arciduca Alberto d'Asburgo,duca di Teschen.

16 luglio - battaglia di Condino Gli Austriaci tentano di alleggerire lapressione dei volontari di GiuseppeGaribaldi verso il forte di Ampola ed i fortidi Lardaro, che sbarrano rispettivamente lavia di Riva del Garda e Tione. Garibaldi siappresta all'assedio del forte conun’avanzata che costringe gli Austriaci allabattaglia di Bezzecca.

21 luglio - battaglia di Bezzecca Vinta dal Corpo Volontari Italiani diGiuseppe Garibaldi che fermano il tentativodel comandante austriaco del Tirolomeridionale, generale Von Kuhn, diricacciarli verso il Lago d'Idro.

1866 Maggio 1866

Durante un’adunanza nelTeatro vengono arruolati35 volontari per la marciacon Garibaldi nelleProvince venete

Alcuni di essi partecipano alla Battaglia di Cistoza:tra i caduti vi sonoChiarissimo Vianelli eGaetano Spanazza, men-tre ritorna il giovaneGustavo Bianchi.

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Settembre/Ottobre 1866 Si assiste a frequenti passaggi ditruppe per Argenta 07/09 VI Divisione del 2° Corpo d’armata “Cosenza” 08/09 XIX Divisione (14.000 uomini) 09/09 IX Divisione (idem) 13/09 XIII Divisione 01/10 Battaglione Bersaglieri73° Reggimento 04/10 Cannoni 07/10 Cannoni 11/10 5 squadroni di cavalleria pesante scelta 12/10 VI squadrone Brigata Savoja

7 luglio 1866 legge di soppressione degli Ordinie delle Corporazioni religiose

15 agosto 1867 legge di liquidazione dell'Asseecclesiastico La Giunta Municipale collocanella facciata della prima rampadella scala del Municipio unalapide in marmo recante i nomidei caduti della Guerra diIndipendenza: Pietro Vianelli,Pietro benati, ChiarissimoVianelli, Gaetano Spanazza,Oreste Stignani

2 settembre 1867 Garibaldi è arrestato mentre fa ilbagno, poi liberato e parte da Genova per Caprera. Subito adArgenta si svolge unamanifestazione con inni Viva ilRe – Viva Garibaldi – Viva Roma – A Roma

25 ottobre 1867 Nuova dimostrazione a favoredell’Insurrezione Romana coninni Viva il Re – Viva il Re inCampidoglio – Viva Garibaldi

Discorso di G. Vandini al Consiglio Comunale del 21 gennaio 1869

Il Vegliardo che siede in Vaticano hapurtroppo dimenticato la sua missione dipace. Nell’odio che quantunque logorod’anni nutre per quanto sa di libertà diciviltà e di progresso non soddisfatto del sangue fatto scorrere in ogni zolla di questaTerra. Non contento delle centinaia divittime spente dall’Austriaco piombo, nonsazio delle stragi di Perugia e di Mentananuovo sangue innocente ha voluto spargerea Lui consenziente nel giorno 24 dello scorso mese di novembre i Patrioti Monti eTognetti hanno avuto mozzo il capo nellacittà di Roma capitale del Mondo Cattolicoper sentenza di un Tribunale composto disacerdoti coll’approvazione del Papa Re chepretende tuffare nel sangue le generose aspirazioni di un popolo. Mentre Cristodiceva il mio Regno non è di questo Mondo,chi si dice il mio Vicario, che si protestaservo dei servi, un sedicente Pio manda alpatibolo quelli appunto che credono nelleparole di Cristo. Tutto il mondo civile all’annunzio dell’iniqua esecuzione ha elevato un gridod’indignazione, da tutte le parti si sonoaperte sottoscrizioni a favore delle famigliedei due decapitati e pubbliche ammini-strazioni e Municipi, e Preti e Laici e ricchie poveri con nobile gara hanno dato il loro obolo quale una protesta contro il duplicepotere tenuto dal Papa, per cui anche oggicome 600 anni indietro si può ben gridarecoll’altissimo Poeta “ di oggi mai che laChiesa di Roma / Per confondere il se duereggimenti / cadde nel fango e sé brutta e la soma” IO avrei certamente interpretato isentimenti di questa popolazione se avessivotato una somma a favore delle famigliedei due decapitati a Roma, ma quest’attoche indica una solenne protesta a favoredell’offesa umanità, dell’ oltraggiata religione, è più solenne allorché parte da uncorpo costituito. Ecco perché, o Signori, ho avoi lasciato il compiere quest’atto cheesecrando il sangue testè sparso in Romaattesterà li vostri sentimenti a favore delnostro diritto di costituirvi in Nazione Una e Libera.

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20 Settembre 1870 La presa di Roma, notaanche come Breccia diPorta Pia, fu un episodio delRisorgimento in cui Romafu annessa al Regno d'Italia,decretando la fine delloStato Pontificio e del poteretemporale dei Papi. L'anno successivo la capitaled'Italia fu trasferita daFirenze a Roma (legge 3febbraio 1871, n. 33). Si realizza così l’auspicio diCavour che nel Parlamentoitaliano, l’11 ottobre 1860, siera così espresso: « La nostra stella, o Signori, ve lodichiaro apertamente, è difare che la città eterna,sulla quale 25 secoli hannoaccumulato ogni genere digloria, diventi la splendidacapitale del Regno italico. »

Manifestino trovato nelle vie di Argenta la mattinadel 20 settembre 1907. Questa copia era stata introdotta nella bottega del Calzolaio Dal Passo

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Giuseppe Vandini rimane alla guida del Comune di Argenta come sindaco, conbrevi interruzioni, fino al 1876: a lui si debbono le riforme edilizie, la sanificazionedel Capoluogo grazie alla costruzione di fognature, l’organizzazione della poliziacomunale e una serie di lavori pubblici “utili e decorosi”. “A lui si deve le tanto migliorate condizioni igieniche del paese; l’avere acciottolatee riparate strade, sistemata la fognatura, formato un giardino pubblico dov’era una fossa; ristaurata la Residenza municipale e fornita di arredamento decoroso;inaugurati ricordi ai caduti nelle guerre d’ellindipendenza, costruito il pubblicomacello ele pubbliche latrine, istituite nuove scuole; la pubblicazione dell’ultimo volume delle Memorie per la storia di Argenta di F.L. Bertoldi, la istituzione dellaCassa di Risparmio e la fondazione della Società operaia, l’acquisto del PalazzoMarianti per le scuole, l’approvazione di regolamenti municipali … Ma dovemaggiormente si fece manifesta la sua mente acuta e la tenacia della sua volontàfu nel volere e fortemente volere la Bonifica di Bando. Per un’opera così ardita inquel tempo […] ebbe quasi tutti gli Argentani contro, i poveri perché ritenevanoperdere ogni guadagno, scomparendo le piante palustri, il luogo di pesca e dicaccia; i possidenti perché prevedevano nuovi aggravi. A questi aggiungasi laforte opposizione del Comune di Comacchio. […] Eletto consigliere provinciale per ilMandamento di Argenta nelle prime elezioni, venne gli sempre riconfermato almandato sino al 188[…] in cui avversari politici lo combatterono e lo esclusero daquel consesso […] Tanto si accorò per non essere stato rieletto, che […]” “Rammaricato e trafitto crudelmente nell’interno dell’animo, si decise diabbandonare la terra che adorava ritirandosi colla sua diletta sposa in Bologna. Inquesta città il dì 13 aprile 1888 si spense la sua Nobile ed Illustre vita, tuttadedicata alla liberazione, alla dignità, alla grandezza della Patria, al decoro ed al benessere del suo paese natale, da cui non volle che la sua salma fosse separata!

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Nei moti del 1831 il tricolore viene usato da rivoluzionari e patrioti come proprio emblema in tutte le città della Romagna, dell'Emilia e delle Marche. Dopo il fallimento delle insurrezioni, la bandiera proibita di-venta un oggetto pericoloso da pro-durre e da custodire.

I MOTI DI ROMAGNA DEL 1831 La sede vacante del soglio pontificio eil primo tentativo di cospirazione aModena di Ciro Menotti accendono larivolta nelle città vicine: nel ducato diParma, nello Stato Pontificio (Ferrara,Bologna, Rimini, Faenza, Ancona), inUmbria e Marche. Una cospirazionedi esuli italiani viene scoperta inPiemonte e fallisce suscitando lareazione dei Savoia. Mazzini perde ogni fiducia nelleazioni della Carboneria. Costituisce a Marsiglia una nuovaassociazione, la Giovine Italia, con unprogramma repubblicano e unitario eil simbolo della bandiera tricolore.

4 febbraio

Insorge Bologna ribellandosi allo Stato Pontificio.

5 febbraio Gli Argentani, con a capo LuigiMazzolani, accompagnano ilPriore in Municipio e decretano epubblicano la Costituzione. Vengono arrestati il Governatore,il cancelliere e il comandante dellecarceri che hanno rifiutato di sottomettersi e si formano lecompagnie di Guardie Civiche cheaccorrono in aiuto dei Ferraresi. La rivoluzione dura 35 giorni.

Ciro Menotti

Giuseppe Mazzini