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    Vladimir M. Zatziorsky

    BASI BIOMECCANICHE DELL'ALLENAMENTO DELLA FORZA

    The Pennsylvania State University, USA

    Istituto Centrale di Cultura Fisica, Mosca, Russia

    ( Traduzione di Luciano Bagoli, tecnico specialista nazionale, collaboratore presso il Centro di

    Bioingegneria del Politecnico di Milano - Fondazione Pro Juventute )

    Relazione tenuta dall'autore al Simposio Internazionale di Biomeccanica dello Sport; Milano,15 - 19 giugno 1992.

    ________________________________________________________________________________

    L'obiettivo della presente relazione di sistematizzare e diffondere le conoscenze biomeccaniche

    ai praticanti l'atletica, specificatamente allenatori.

    Per definizione, la forza, o forza muscolare, l'abilit di esercitare la massima forza esterna.

    Per gli atleti di alta qualificazione esistono tre problemi principali per l'allenamento della

    forza:

    1 - Selezione degli esercizi; vale a dire quali esercitazioni dovrebbero essere usati dagli atleti;

    2 - Carico di allenamento, in particolare intensit e volume dell'allenamento;

    3 - Periodizzazione dell'allenamento: ci la distribuzione degli esercizi e del carico nei vari

    periodi.

    In questa relazione sar trattato solo il problema della selezione degli esercizi, in particolare

    il suo aspetto biomeccanico.

    Specificit dell'esercizio. Gli esercizi impiegati nell'allenamento necessitano di correlazione

    con il gesto sportivo principale, poich gli effetti di adattamento sono specifici. Il grado diquesta correlazione, o somiglianza, chiamataspecificitdell'esercizio di allenamento. La spe-

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    cificit dell'allenamento risulta immediatamente nella sua efficienza e merita un'attenzione

    particolare da parte dell'allenatore. Un'importante tendenza nell'allenamento moderno degli

    atleti di alto livello l'incremento percentuale degli esercizi specifici. L'allenamento sportivo

    attuale , in generale, piu' specifico che nel passato.La specificit degli esercizi, nei diversi sport, determinata da differenti fattori. La coordi-

    nazione motoria, nel senso ampio del termine, analizzata attentamente negli sport di forza e

    di potenza.

    Principali esercizi sportivi con resistenza aggiuntiva

    I requisiti di specificit degli esercizi sono raggiunti meglio quando il movimento sportivo

    principale, con incremento (aggiunta) di resistenza, viene utilizzato nell'allenamento.

    Nel gesto atletico la resistenza pu essere incrementata in diversi modi.

    a - Con peso addizionale. Possono essere indossati attrezzi per l'incremento del peso, quali

    giubbini zavorrati, cinture, polsiere, cavigliere, ecc. Bench questo metodo appaia semplice,

    dovrebbe essere osservato che con i pesi supplementari viene incrementata principalmente la

    richiesta di forza verticale (agente contro la gravit). Gli esercizi con pesi addizionali richie-

    dono che la forza sia esercitata in una direzione inappropriata, ad esempio troppo verticale.

    b - Spostamenti in salita( corsa, marcia, sci, ecc. ). Questa pratica limitata dai possibili cam-

    biamenti nella tecnica.

    c - Rallentamento dell'avanzamento dell'atleta. Ad esempio, corsa con imbrigliatura, traino di

    una slitta, spinta di una macchina con un carico di pesi. Questi metodi sono ingombranti poi-

    ch l'equipaggiamento voluminoso e pesante.

    d - Incremento della resistenza aerodinamica. Questo metodo molto popolare tra gli atleti

    delite in sport quali pattinaggio veloce, corsa e altri. Piccoli paracadute sono utilizzati per

    questo metodo. Quando l'atleta corre, il paracadute si gonfia creando una forza resistente. Pi

    elevata la velocit della corsa, maggiore sar la resistenza.

    Contributo degli esercizi

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    Una variet di esercizi, oltre il principale esercizio sportivo, viene impiegata negli allenamenti

    degli atleti. La selezione degli esercizi di forza per atleti di qualificazione sostanzialmente

    pi complessa che per i principianti. L'idea generale semplice: Gli esercizi di forza devono

    essere specifici.Ci significa che le esercitazioni di allenamento devono essere pertinenti allerichieste della specialit per la quale un atleta si sta allenando. Comunque, la realizzazione

    pratica di questidea generale non facile. I principali requisiti di tale compito sono descritti

    come segue.

    a - Muscoli che lavorano

    Il requisito pi evidente e semplice il seguente: lo stesso gruppo muscolare deve lavorare sia

    nel gesto di gara che nell'esercizio di allenamento. Per esempio, esercizi con resistenze elevateper l'incremento del colpo di pagaia nella canoa dovrebbe focalizzarsi sui muscoli e relativi

    parametri associati con la pagaiata.

    Per identificare i gruppi muscolari che lavorano sono impiegate tre tecniche:

    Palpazione del muscolo. I muscoli che diventano tesi sono quelli implicati e che dovrebbero

    essere allenati con le resistenze elevate.

    Provocazione intenzionale di stanchezza muscolare successiva al lavoro; cio i dolori e in-

    dolenzimenti che ricorrono 24 o 48 ore dopo il lavoro allenante. Con tale obiettivo nella

    mente, un allenatore eccede intenzionalmente nel carico di allenamento durante il primo

    lavoro con le nuove esercitazioni effettuate. I muscoli doloranti sono quelli che hanno lavo-

    rato.

    Registrazione dell'attivit elettrica muscolare (EMG). Questo metodo superiore, esso per

    richiede personale tecnico e apparecchiature speciali.

    b - Tempo ( ed entit) dello sviluppo della forza

    E' necessario del tempo per sviluppare la forza massima richiesta in un dato movimento (di

    rafforzamento). Il tempo impiegato per il raggiungimento del picco di forza (Tm) nello svolgi-

    mento di un gesto varia da persona a persona e in relazione al movimento; nella media supe-

    riore a 0.3 - 0.4 secondi. Questo tempo per lo sviluppo della massima forza , nella tabella che

    segue, viene comparato con i tempi tipici di parecchi gesti effettuati da atleti di vertice:

    MOVIMENTI TEMPO (s)

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    Stacchi

    velocit 0.08-010

    salto in lungo 0.11-0.12

    salto in alto 0.18

    Lanci

    giavellotto 0.16-0.18

    peso 0.15-0.18

    Stacchi con le mani

    volteggio 0.18-0.21

    E' facile osservare che il tempo di movimento in tutti gli esempi dati inferiore a Tm. A causa

    della loro breve durata la massima forza possibile Fmmnon pu essere conseguita in questi

    movimenti.

    La differenza traFm(la massima forza richiesta in una data condizione) eFmm(la pi elevata

    tra le forze massimali conseguite nella gamma completa delle condizioni provate) tanto pi

    grande quanto pi piccola la resistenza e pi breve il tempo del movimento. La differenza

    traFmmeFm appropriatamente definita "DEFICITDIFORZAESPLOSIVA" (DFE). Per

    definizione:

    DFE(%)= 100 *(Fmm- Fm)/Fmm (1)

    IlDFEmostra l'entit della forza potenziale di un atleta che non stata impiegata in un dato

    tentativo.

    In movimenti quali gli stacchi o le fasi di rilascio di un lancio, ilDFE approssimativamente

    attorno al 50 %. Ad esempio, tra i migliori lanciatori di peso durante lanci di 21 m, il picco di

    forzaFm applicato al peso compreso tra 50-60 kg. I loro migliori risultati nell'estensione del

    braccio (Fmm, estensioni alla panca ) sono tipicamente attorno a 220-240 kg, o 110-120 kg per

    ogni arto. Quindi essi possono usare, nei lanci, solamente attorno al 50 % diFmm.

    Quando le prestazioni sportive incrementano, il tempo di movimento diventa pi breve. Pi

    elevata la qualificazione dell'atleta, maggiore il ruolo del livello di sviluppo di forza nel

    raggiungimento della prestazione di alto livello.

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    Per definizione, forza esplosiva l'abilit di esercitare la massima forza in un tempo minimo.

    Diversi indici sono usati per stimare la forza esplosiva e l'entit dello sviluppo della forza. Ci

    sono:

    a - Indice di Forza Esplosiva (IFE)

    IFE=Fmax/Tmax (2)

    dove:Fmax il picco di forza e Tmax il tempo impiegato a raggiungereFmax.

    b - Coefficiente di Reattivit (CR)

    CR=Fmax/Tmax*W (3)

    dove: W il peso di un atleta ( o il peso di un attrezzo ). CR tipicamente molto correlato

    con le prestazioni di salto, specialmente con la velocit del corpo dopo lo stacco.

    c - Gradiente di forza, detto anche gradiente S( dove "S" sta per "Start" )

    Gradiente S = F0.5/T0.5 (4)

    dove: F0.5 la meta' della massima forza Fm e T0.5 il tempo impiegato a raggiungerlo. Il

    gradiente S caratterizza il valore di forza sviluppata nella fase iniziale dell'impegno muscola-

    re.

    d - GradienteA(Asta per accelerazione )

    GradienteA=F0.5/( Tmax-T0.5) (5)

    Il gradienteA impiegato per qualificare il valore della forza sviluppata nell'ultimo momen-

    to dell'impegno muscolare esplosivo.

    Fme l'entit di sviluppo di forza, in particolare il gradiente S, non sono correlati.

    Le persone forti non devono necessariamente possedere la capacit di produrre una forza ad

    elevata velocit.

    In seguito all'esistenza deldeficit di forza esplosiva, la forza massimaFmmnon pu essere ot-

    tenuta nella zona di tempo del deficitquando il tempo del movimento breve. Se l'obiettivo

    dell'allenamento l'incremento della produzione di forza massima, Fmm, non c' ragione di

    usare esercizi nella zona di tempo del deficit, dove non pu essere sviluppatoFmm. In sostanza,

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    esercizi di elevata resistenza non sono un mezzo di allenamento molto utile per incrementare

    l'entit di sviluppo della forza in atleti qualificati.

    Se l'obiettivo generale dell'allenamento di incrementare la produzione di forza in movi-

    menti di tipo esplosivo, si pu, in linea di principio, prendere una di queste due vie:a - Incrementare la forza massima Fmm. Questa strategia di allenamento, comunque, porta

    buoni risultati solo quando il deficit di forza esplosiva molto inferiore al 50 %.

    b - Incrementare l'entit di forza sviluppata nel gesto. Esercizi ad elevata resistenza non sono

    la scelta migliore in questo caso, specialmente per atleti di elite. Per tale proposito sono rac-

    comandati esercizi e metodi di allenamento speciali.

    c - Tipo di resistenzaLa forza la misura dell'azione di un corpo contro un altro, e la sua entit dipende dalle ca-

    ratteristiche e dai movimenti di ambedue i corpi in azione. La forza esercitata da un atleta su

    un corpo esterno (es. un peso libero, un attrezzo di lancio, l'impugnatura di una macchina per

    esercizi, l'acqua nel nuoto e nel canottaggio, ecc) dipende non solo dall'atleta, bens anche da

    fattori esterni.

    Per giudicare il ruolo della resistenza esterna rispetto al suo valore, si immagini un atleta che

    eserciti una forza massimale (Fm) in un'estensione delle gambe come nella piegata (squat).Impieghiamo due esperimenti esemplificativi. Nel primo caso, misurata la massima forza

    isometrica (Fm) corrispondente a differenti gradi di estensione. In accordo con i risultati di

    molte indagini, la correlazione tra la forzaFme la lunghezza della gamba (cio la distanza dal

    bacino ai piedi) positiva: se la gamba si estende la forza aumenta (fig. 1, curva A). Il Maxi-

    mum maximorumdella forza (Fmm) sar raggiunto quando la posizione della gamba vicina

    all'estensione. Ci concorda con le osservazioni di tutti i giorni: il sovraccarico pi elevato pu

    essere sollevato in semipiegata, non con la massima piegata.

    Comunque, se la forza dell'estensione della gamba registrata in un movimento dinamico,

    quale lo stacco nei salti, la relazione esattamente opposta (fig. 1, curva B): la massima forza

    raggiunta nella posizione di maggior piegamento. La correlazione di Fmcon il grado di esten-

    sione, inoltre, negativa. Il comportamento meccanico di una gamba di supporto rassomiglia,

    in questo caso, al comportamento di una molla: maggiore la deformazione (es: piegamento

    del ginocchio), maggiore la forza. Si noti che in ambedue le condizioni sperimentali, isome-

    trica e stacco del salto, l'impegno dell'atleta per l'ottenimento della migliore prestazione pos-

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    sibile massimale. Cos, sia l'entit di Fm, sia la correlazione diFmcon la lunghezza dell'arto

    (positiva o negativa) sono cambiate in seguito alle alterazioni del tipo di resistenza.

    A causa della richiesta di specificit degli esercizi di forza, nell'allenamento importante la

    selezione dei mezzi allenanti della classe di resistenza meccanica appropriata. I seguenti tipidi classe di resistenza sono tipicamente impiegati nei programmi di allenamento con resisten-

    za:

    Elasticit - Il valore della forza determinato dall'ampiezza di spostamento.

    Massa- Un movimento segue la seconda legge di Newton del movimento: la forza propor-

    zionale alla massa (inerzia) del corpo e all'accelerazione del corpo.

    Peso- La formula F = W + ma, dove W il peso del soggetto,me' la sua massa, ea l'ac-

    celerazione. Viscosit- Con questo tipo di mezzi di allenamento, la forza muscolare esercitata propor-

    zionale alla velocit del movimento,F = kV.

    Resistenza idrodinamica - La forza dipende dalla velocit al quadrato:F = kV2

    , dove V la

    velocit relativa all'acqua ek un coefficiente.

    Nei movimenti terrestri, il peso o/e la massa di un oggetto (un attrezzo, sbarra, il proprio

    corpo) generalmente serve da resistenza.

    Negli sport acquatici, come nel nuoto, canottaggio, la resistenza determinata dai principiidrodinamici. Se la resistenza degli esercizi di allenamento cambiata in relazione alla resi-

    stenza del gesto di gara per il quale l'atleta si sta allenando, sia la produzione di forza, sia il

    tipo di attivit muscolare sono alterati.

    d- Velocita'di movimento

    La velocit di un movimento decresce con l'incremento della resistenza esterna (carico). Ad

    esempio, se un atleta lancia dei pesi di peso diverso, la distanza di lancio (e velocita' iniziale

    dell'attrezzo) incrementa col calo del peso della sfera. La forza massima (Fmm) viene consegui-

    ta quando la velocit zero, o vicino a zero; e, invece, la massima velocit (Vmm), conseguita

    quando la resistenza esterna zero. La resistenza esterna, in questo caso, pure zero.

    Analoghi esperimenti, effettuati su singoli muscoli in condizioni di laboratorio, portarono

    alla rinomata curva forza-velocit. Le relazioni tra forza e velocit nei movimenti umani non

    sono identiche alle analoghe curve dei singoli muscoli, poich esse sono il risultato della so-

    vrapposizione della forza prodotta da parecchi muscoli in possesso di differenti strutture. A

    dispetto di ci, la curva forza velocit registrata in movimenti atletici pu essere considerata

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    come iperbolica. Tale approssimazione non assolutamente accurata, ma l'accuratezza ac-

    cettabile per i problemi pratici di allenamento sportivo. Il rapportoa/Pmmvaria da 0.10 a 0.60.

    Atleti di sport di potenza hanno generalmente un rapporto maggiore di 0.30, mentre atleti di

    durata e principianti hanno questo rapporto pi basso.L'effetto dell'esercizio di forza dipende dalla velocit del movimento. Se gli esercizi sono ef-

    fettuati nella fascia "forza elevata, bassa velocit" della curva forza-velocit, la forza massima

    Fmcresce principalmente nella fascia allenata. D'altro canto, se nell'allenamento viene impie-

    gata la fascia "forza bassa, velocit elevata", la prestazione viene incrementata principalmen-

    te in questa area ( fig. 2 ).

    Queste scoperte servono come base per la raccomandazione a sviluppare la forza con una

    velocit che sia prossima a quella del gesto atletico.Ci particolarmente vero per movimenti relativamente lenti, quali quelli impiegati in alle-

    namenti a secco per sport acquatici, sport di resistenza, ecc. Comunque, se un esercizio effet-

    tuato nella fascia di "forza bassa, elevata velocit", il tempo utilizzabile per il movimento po-

    trebbe essere troppo breve per sviluppare la massima forzaFmm. La situazione descritta sopra

    si ha o con l'allenamentoFmm, o con lo sviluppo della velocit di produzione della forza (vedi il

    capitolo "tempi di sviluppo della forza"). La soluzione pratica basata sulle raccomanda-

    zioni che seguono:

    Sollevare i pesi con la massima velocit possibile.

    Per l'allenamento di Fmm non diminuire troppo la resistenza.

    Per allenamento di forza dinamica si scelga la resistenza appropriata al fine di produrre la

    velocit di movimento nella stessa fascia di velocit del gesto di gara.

    e - Relazione forza - posizione

    Esistono delle relazioni tra posizione del corpo (cio angoli articolari) e la massima forza che

    pu essere sviluppata con quella determinata posizione (chiamata curva di forza dell'uomo).

    La massima forza muscolare varia su tutta l'ampiezza di movimenti dell'articolazione. Que-

    st'effetto determinato dall'azione reciproca dei cambiamenti del braccio di leva muscolare e

    della forza muscolare prodotta.

    Nell'attuale metodo di allenamento della forza sono usati tre diversi approcci nel considerare

    la relazione "forza-angolo" ( la quarta "soluzione" di non considerarla del tutto ). Essi sono:

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    1 - Principio del picco di contrazione; 2 - Adattamento della resistenza; 3 - Accentuazione.

    1 - Principio del picco di contrazione. Esso , storicamente l'approccio pi vecchio. L'idea di

    focalizzare il lavoro dell'incremento della forza muscolare principalmente sul punto pi debo-le della "curva di forza dell'uomo". Il principio del picco di contrazione viene realizzato se,

    nel peggiore dei casi, la resistenza esterna ( momento di forza di gravit ) massima nel punto

    in cui la forza muscolare minima. In pratica, il principio del picco di contrazione si ottiene in

    uno dei seguenti tre modi:

    Selezionando un'appropriata posizione del corpo;

    Facendo uso di mezzi speciali di allenamento;

    Iniziando lentamente il movimento negli esercizi di forza.

    2 - Adattamento della resistenza. L'idea di base di sviluppare una massima tensione lungo

    tutto l'arco di movimento (range), piuttosto che a un determinato punto (cio il pi debole).

    Ci pu essere raggiunto in due modi:

    Offrendo resistenze elevate senza un "feedback" meccanico. In questo caso, la velocit di

    movimento costante, indipendentemente da quanta forza viene sviluppata. Questo princi-

    pio si ha con le apparecchiature isocinetiche.L'allenamento isocinetico, molto popolare in fisioterapia, usato raramente da atleti di alto

    livello. Oltre all'alto costo della strumentazione, che potrebbe essere proibitivo, esso ha un

    difetto in pi. La velocit angolare tipicamente inferiore ai 300 gradi/sec (in un gesto atletico

    essa pu essere superiore ai 5000 gradi/sec). La maggior parte delle apparecchiature d'alle-

    namento atta a produrre solo movimenti monoarticolari che sono impiegati solo sporadica-

    mente nell'allenamento atletico.

    Offrendo una resistenza variabile che viene adattata o alla curva di forza dell'uomo (*), oalla velocit del movimento (**).

    3 - Accentuazione. L'idea fondamentale di allenare la forza proprio nell'ambito del gesto

    sportivo fondamentale, nel quale sia massimale la richiesta di produzione di una forza elevata.

    f - Direzione del movimento

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    1 -AZIONE ECCENTRICA DEL MUSCOLO. La forza nella fase di produzione di un movimento, in

    condizione di allungamento muscolare imposto (azione eccentrica o pliometrica del muscolo),

    pu essere ben superiore alla massima forza isometrica di un atleta (dal 50 al 100%). Questo

    essenzialmente vero per atleti qualificati e in movimenti multiarticolari, quali l'estensione del-la gamba (in persone non allenate, la massima coppia volontaria, prodotta durante l'estensio-

    ne o flessione eccentrica del ginocchio, indipendente dalla velocit del movimento e rimane a

    un livello isometrico). Lo stesso vale per il muscolo isolato: la forza eccentrica per un singolo

    muscolo pu raggiungere un livello superiore al doppio della forza prodotta a velocit zero

    (isometrica).

    Poich l'esercizio con azione eccentrica del muscolo necessariamente implica un elevato svi-

    luppo di forza, vi un elevato rischio di trauma; un rischio che l'allenatore dovrebbe conosce-re. Anche se la forza eccentrica non massimale, taluni esercizi (cio corsa in discesa) possono

    facilmente indurre dolori muscolari ritardati, specialmente in atleti non preparati. La causa

    dei dolori muscolari si deve alle fibre muscolari danneggiate. Questo danno spesso conside-

    rato un normale precursore dell'adattamento muscolare all'incremento di attivit. Il condi-

    zionamento del muscolo riduce il numero di incidenti.

    2 -AZIONE MUSCOLARE REVERSIBILE

    . Molti movimenti consistono di fasi eccentriche (stiramen-to) e concentriche (accorciamento). Questo ciclo di stiramento-accorciamento un elemento di

    molti gesti tecnici sportivi ed conosciuto comeazione reversibiledel muscolo.

    Se il muscolo si accorcia immediatamente dopo uno stiramento:

    a - incrementa la forza e la potenza prodotta, e

    b - la spesa energetica diminuisce.

    Cos, i muscoli possono produrre una maggiore forza e potenza muscolare utilizzando meno

    energia muscolare. Il prestiramento del muscolo attivo in generale usato per aumentare laforza prodotta (potenza, velocit) nel movimento sportivo. La torsione nei lanci serve ad

    esempio.

    L'incremento forza, esercitata nella fase di accorciamento del ciclo di stiramento-

    accorciamento, dipende da diversi fattori. Al picco del ciclo, vale a dire nel momento di tran-

    sizione dall'allungamento all'accorciamento, la forza sviluppata in condizioni isometriche,

    cos evitata l'influenza dell'alta velocit, e viene esercitataFmmpiuttosto cheFm. Dal momen-

    to che la forza comincia a crescere nella fase eccentrica, il tempo per lo sviluppo della forza maggiore; i salti in contromovimento (non il drop jump) sono l'evidenza di tale situazione.

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    A parte il meccanismo sopra menzionato, potrebbero essere citati due gruppi di fattori che

    influenzano la produzione dei movimenti con azione reversibile dei muscoli: elasticit perife-

    rica di muscoli e tendini e azione riflessa centrale (neuronale).

    Se vengono stirati un tendine o un muscolo attivo, viene immagazzinata energia elastica inqueste strutture biologiche. Tale energia di deformazione riutilizzata per accrescere la pro-

    duzione motoria nella fase concentrica del ciclo stiramento-accorciamento. In accordo con i

    principi fisici, l'ampiezza dell'energia accumulata proporzionale alla forza applicata e alla

    deformazione indotta. Poich il muscolo e il tendine sono disposti in serie, essi sono ambedue

    soggetti alla stessa forza, e la distribuzione tra loro dell'energia accumulata , in questi casi,

    solo una funzione della loro deformazione. La deformazione, in definitiva, una funzione del-

    larigiditmuscolare o tendinea (o del loro valore inverso -cedevolezza).La rigidit di un tendine costante, mentre la rigidit di un muscolo variabile e dipende

    dalla forza esercitata. Il muscolo passivo cedevole: esso pu essere facilmente allungato. Il

    muscolo attivo rigido: deve essere applicata una grande forza per stirarlo. Maggiore la

    tensione muscolare, maggiore la sua rigidezza. Gli atleti di qualit superiore possono svilup-

    pare forze elevate. La rigidit dei loro muscoli, mentre sono attivi, supera la rigidit dei ten-

    dini. Questo perch l'energia elastica negli atleti d'elite, per esempio durante gli stacchi, viene

    accumulata principalmente nei tendini piuttosto che nei muscoli. L'elasticit tendinea e l'abili-t specifica ad usare questa elasticit nei movimenti sportivi (stacchi, lanci, ecc.) importante

    per atleti d'elite.

    Consideriamo i meccanismi neuronici che governano l'azione reversibile dell'azione del mu-

    scolo durante l'atterraggio nel drop jump.

    Dopo l'appoggio del piede, c' un rapido cambiamento sia nella lunghezza dei muscoli attivi,

    sia nella forza che essi sviluppano. I muscoli sono stirati forzatamente e, allo stesso tempo, c'

    un brusco aumento nella tensione muscolare. Questi cambiamenti sono controllati e parzial-mente controbilanciati dall'azione combinata di due riflessi motori: riflesso miotattico (o di

    stiramento) eriflesso tendineo di Golgi.

    Questi riflessi costituiscono il sistema di feedback che opera come segue:

    a - a tenere il muscolo vicino a una lunghezza prefissata ( riflesso miotattico; feedback di lun-

    ghezza );

    b - a prevenire una tensione muscolare insolitamente elevata e potenzialmente pericolosa (ri-

    flesso tendineo di Golgi;feedback di forza).

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    La scarica efferente al muscolo durante la fase di stiramento del ciclo stiramento-

    allungamento, modificata da un effetto di sovrapposizione dei due riflessi sopra menzionati:

    positivo (eccitatorio) dal riflesso miotattico e negativo (inibitorio) dal riflesso tendineo di Gol-

    gi. Durante l'atterraggio, uno stiramento applicato ad un estensore della gamba produce (viariflesso miotattico) una contrazione in quel muscolo; simultaneamente, unelevata tensione

    muscolare provoca un riflesso tendineo di Golgi nello stesso muscolo, inibendo cos la sua atti-

    vit.

    Se gli atleti, sebbene forti, non sono abituati a questo esercizio, l'attivit dei muscoli estensori

    durante lo stacco inibita dal riflesso tendineo di Golgi. A causa di ci, persino i sollevatori di

    pesi di classe mondiale non possano competere con i saltatori di triplo nel drop jump. Quale

    risultato di uno specifico allenamento, il riflesso tendineo di Golgi viene inibito, e l'atleta sop-porta forze di atterraggio molto elevate senza un calo della forza muscolare esercitata. L'al-

    tezza di caduta poi pu essere incrementata.

    Per i principianti, la prestazione negli esercizi con azione reversibile pu essere incrementata

    come risultato di altri esercizi quali sollevamento di pesi elevati. In atleti qualificati, questa

    abilit molto specifica. Le prestazioni nel drop jump, ad esempio, non vengono migliorate in

    seguito ai soliti esercizi di forza, seppure con pesi elevati. La massima forza muscolare (Fmm) e

    la forza prodotta nell'azione muscolare della veloce azione reversibile del muscolo (Fm) nonsono correlate negli atleti di valore. Esse dovrebbero essere trattate e allenate come abilit

    motorie separate.