XVI Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico · tirannide di Aristodemo, promotore di importanti...

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XVI Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico

PAESTUM

14 - 17 novembre 2013

T

Direzione Generale per la Valorizzazione del Patrimonio CulturaleDirettore Generale Anna Maria Buzzi

Servizio II - Comunicazione e Promozione del Patrimonio CulturaleDirettore del Servizio Mario Andrea Ettorre

Paestum 14 - 17 novembre 2013

Comunicazione integrata: stand, opuscolo, materiali grafici e organizzazioneCoordinamento Guglielmo CaliòLaura Peyretti, Maria, Angela Siciliano, Nicoletta Tintisona

Massimo Gatti, Giorgio Guarnieri, Maria Letizia Manzone, Massimo Spadoni

Si ringraziano per la preziosa collaborazione:

Massimo Carriero, Luisa De Marco, Eleonora Ferraro, Francesca Guarneri,

Marcella Mancusi, Floriana Miele, Elvira Pica, Pasquale Porreca, Mara Romaniello,

Sandra Violante

www.valorizzazione.beniculturali.it

T

S O M M A R I O

IntroduzioneAnna Maria Buzzi

PresentazioneLuigi Malnati

Cuma: storia e conoscenza, tutela e valorizzazione .............................................8Paolo Caputo

Presentazione dell’applicazione “Archeoroma” ...............................................14Pasquale Porreca

Applicazione gratuita per famiglie Palazzo Massimo in famiglia.......................16Tiziana Ceccarini, Vittoria Lecce, Mara Pontisso

Le attività della Direzione Generale per la Valorizzazione del Patrimonio Culturale del MiBACT in tema di accessibilità ai luoghi della cultura statali.............................................................................................19Gabriella Cetorelli Schivo

I servizi per il pubblico negli istituti della cultura italiani.Criticità e prospettive..........................................................................................29Marcello Tagliente

Turismo e Cultura: non più solo parole con l’accordo HERITY-MiBACT ...........33

Roman Colonial Landscapes: Ager Venusinus ..................................................36Antonio De Siena

Gli Etruschi in un tocco: viaggi istantanei tra Museo e Necropoli a Cerveteri .....................................................................................38Luca Mercuri, Rita Cosentino

La tomba della Pulcella a Tarquinia: il percorso inVisibile ................................40 Maria Gabriella Scapaticci, Enrico Calcara

Interventi per la valorizzazione del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia. “Il Museo animato. Gli Etruschi in 3D a Villa Giulia” .......................................42Rita Cosentino

Vulci. Luoghi d’immortalità ...............................................................................44Simona Carosi, Patrizia Petitti

Archeologia di un territorio: il Museo Archeologico di Chiavari e il Sistema Museale di Sestri Levante e di Castiglione Chiavarese .....................................46Fabrizio Benente, Nadia Campana

Sistema museale di Mont’e Prama ....................................................................50Alessandro Usai

L’isola delle torri. Giovanni Lilliu e la Sardegna nuragica ..................................52Marco Minoja, Gianfranca Salis

Il nuraghe Oes di Giave (Sassari) ......................................................................54Luisanna Usai

Ricerche e restauri nell’area archeologica di Porto Torres (SS) .............................56Gabriella Gasperetti

Il Contact Center del MiBACT ............................................................................62

Il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale .........................................63

ALES - Arte, Lavoro e Servizi per la Tutela del PatrimonioCulturale Italiano ...............................................................................................68

Introduzione

La Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico, giunta quest’anno alla XVI edi-

zione, si conferma tra le più importanti occasioni di confronto internazionale sui

temi della conservazione, della tutela, della valorizzazione e della fruizione del

patrimonio culturale archeologico, che guarda all’area mediterranea.

L’Italia, del resto, è la penisola del Mediterrano, che gli antichi romani, non a caso,

chiamavano “mare nostrum”, una stretta lingua di terra a forma di stivale lambita per

due terzi dal mare.

Il Mezzogiorno d’Italia è ricchissimo di queste antiche vestigia, ma anche di più recen-

ti opere che testimoniano l’ingegno e l’amore per il bello del nostro popolo: qui sono

presenti 145 siti culturali statali tra musei, monumenti e aree archeologiche pari al

34,3% del patrimonio nazionale.

Per questo l’appuntamento di Paestum, una delle più importanti colonie della Magna

Grecia, è un irrinunciabile momento di confronto e di dialogo tra culture differenti, un

invito ad ammirare il passato e a sviluppare percorsi culturali e turistici volti a valoriz-

zare il nostro Sud, ricco di tesori.

La partecipazione del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo alla

Borsa Mediterranea, vede, come di consueto, le due Direzioni Generali, per l’Antichi-

tà e la Valorizzazione, affiancate, ognuna con le proprie competenze, nell’intento di

ridare all’archeologia il ruolo di spicco che le spetta, vista la millenaria storia e cultura

del nostro Paese.

Il patrimonio culturale, straordinario volano per lo sviluppo del nostro Paese, soprattut-

to dal punto di vista turistico, è tornato prepotentemente al centro del dibattito, grazie

all’intervento del Ministro, Massimo Bray, che tanto si sta spendendo per ridargli la

dignità e il riconoscimento che gli spetta. L’accorpamento della delega del Turismo, è

stato il primo atto fondamentale, per ricollegare due entità, Beni Culturali e Turismo,

che sono concettualmente inscindibili nell’ottica di un’offerta integrata di servizi cultu-

rali a favore dei cittadini e dei turisti.

Ricerche di mercato e previsioni socio economiche mondiali indicano nella cultura e,

nello specifico, nel turismo culturale, un comparto in grande espansione.

Anna Maria BuzziDirettore Generale per la Valorizzazione del Patrimonio Culturale

L’Italia ha grandissime potenzialità, essendo il Paese che vanta, a livello mondiale, la

maggiore entità dei beni culturali conservati. Dobbiamo essere in grado di valorizzare

questo immenso patrimonio nel mondo e di promuoverne la fruizione tra i nostri citta-

dini, affinché, fin da giovanissimi, scoprano l’emozione di visitare un museo o un’area

archeologica e di conoscere quanta e quale eredità i nostri predecessori ci hanno

lasciato; questo è il compito della Direzione Generale per la Valorizzazione.

Luigi MalnatiDirettore Generale per le Antichità

Presentazione

La Direzione Generale per le Antichità d’intesa con la Direzione Generale per la

Valorizzazione del Patrimonio Culturale partecipa alla Borsa Mediterranea del Tu-

rismo Archeologico nella sedicesima edizione. Le tematiche trattate nei due in-

contri programmati intendono porre l’accento su problemi di attualità che riguardano,

tanto la valorizzazione dell’immenso Patrimonio archeologico e museale diffuso sul

territorio e spesso misconosciuto ed ignorato dai circuiti turistici, quanto l’attività degli

operatori sul campo, archeologi libero professionisti.

Il primo tema è oggetto del convegno “Non solo i grandi attrattori per il turismo del

bel Paese. Come fare sistema per rendere il patrimonio diffuso valore aggiunto per lo

sviluppo territoriale” della giornata inaugurale della manifestazione, mentre la tavola

rotonda del 15 novembre riprende ed aggiorna, a due anni di distanza, gli Stati Gene-

rali dell’archeologia.

DIREZIONE GENERALE PER LE ANTICHITÀ Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei

Direzione Generale per le Antichità Direttore Generale: Luigi Malnati

Via di San Michele, 22 00153 Roma Tel. 06 6723 4700 Fax 06 6723 4750 www.archeologia.beniculturali.it [email protected] [email protected]

Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei Soprintendente: Teresa Elena Cinquantaquattro

Via Villa dei Misteri, 2 80045 Pompei (NA) Tel. 081 8575111 Fax 081 8613183 [email protected] [email protected] www.campaniabeniculturali.it www.pompeiisites.org

Parco Archeologico di CumaDirettore: Paolo Caputo

Via Monte di Cuma, 1 Località Cuma80078 Pozzuoli

Cuma: storia e conoscenza, tutela e valorizzazionePaolo Caputo

Le fonti storico-letterarie indicano Cuma (Kyme in Greco, Cumae in

Latino) quale più antica e più settentrionale colonia di Magna Grecia,

fondata da Greci dell’Eubea sull’estremo limite nord-ovest dei Campi

Flegrei (“Campi Ardenti”, mitica terra dei Ciclopi, per la sua natura

vulcanica), dominata dal Monte di Cuma, futura acropoli (fig. 1).

Un insediamento indigeno degli Opici, archeologicamente evidenzia-

to, appartenenti alla Fossakultur (Cultura delle tombe a fossa, fig. 2),

occupava la collina e l’area circostante dal X a.C. circa, come avampo-

sto di controllo costiero.

Questi ebbero contatti pre-

coloniali coi Greci, come

attestano coppe “a che-

vrons” in tombe indigene

di inizi VIII a.C. Recenti sca-

vi archeologici nella città

bassa (fig. 3) attestano che

la colonia, forse strutturata

sin dall’inizio nello spazio 8

Fig. 1 - Panoramica dell’Acropoli

Fig. 2 - Tomba preellenica

Fig. 3 - Panoramica della città bassa

delimitato dal perimetro murario urbano, fu fondata a metà VIII a.C.

ca., pressoché in contemporanea all’insediamento di Pithekoussai

(Lacco Ameno, isola d’Ischia).

La città dominò il Sinus Cumanus (Golfo di Napoli), diffondendo la

propria cultura, modalità e tecniche organizzative e costruttive, e il

commercio sulle coste e nell’entroterra, anche mediante sub-colonie

(Dicearchia, Parthenope-Neapolis), con apogeo nel VI a.C., durante la

tirannide di Aristodemo, promotore di importanti opere pubbliche.

Risale al 421 a.C. la fine di Cuma, quale polis (citta-stato) indipenden-

te, presa dai Sannito - Campani, che realizzarono rilevanti opere pub-

bliche, attuando lo sfruttamento agricolo territoriale.

Per l’aiuto chiesto a Roma durante le guerre sannitiche, la città di-

venne parte dello Stato Romano (334 a.C.), di cui condivise vicende

e aspetti strutturali, come attestano monumenti e documentano fon-

ti storiche. Ad età romana datano due fasi di monumentalizzazione,

corrispondenti alle età di Augusto e di Domiziano, dopo le quali iniziò

il progressivo declino di Cuma, ridottasi al solo castrum (borgo fortifi-

cato) dell’acropoli in età tardo antica, dove, col Cristianesimo, edifici

sacri pagani furono trasformati in chiese e la città bassa si popolò

di officine di prodotti artigianali. Le guerre greco-gotiche (535–553)

comportarono fortificazione e demolizione di parti del castrum, fino

ad abbandono, degrado, stentata esistenza (VIII-XII sec.) e distruzione

finale da parte delle armate di Napoli, guidate da Goffredo di Monte-

fuscolo, nel 1207.

Il Parco Archeologico di Cuma, il più antico dei Campi Flegrei, fu istitui-

to nel 1927, dopo ricerche sulle terrazze templari, la superiore, del c.d.

“Tempio di Giove” o tempio maggiore, e l’inferiore, sede del Tempio

di Apollo o minore, del Monte di Cuma, dell’acropoli, mentre iniziava

lo scavo della Crypta Romana (1925 - 1931).

Limitato all’acropoli (fig. 1), il Parco, dopo indagini nell’area del Foro e

al Capitolium, si ampliò nella città bassa (fig. 3) nel 1953, attuandovi

ricerche in successivi decenni. Dopo 40 anni ca. di

archeologia in emergenza sul territorio, la ex Soprin-

tendenza per i Beni Archeologici di Napoli e Caserta,

consapevole che conoscere significa tutelare, attuò

il “Progetto Kyme”, con fondi di Regione Campa-

nia e UE per scavi, ripresa di studi e valorizzazione

del sito antico. Attuato in tre fasi (I, 1994 - 1997; II,

1999 - 2003; III, 2004 - 2008), il Progetto ha affron-

tato ricerche sistematiche nel Foro-Agorà, all’interno

dell’impianto urbano, sulle fortificazioni, e per la lo-

calizzazione del porto (fig. 4), avvalendosi di partners

come le Università degli Studi “Federico II” e “L’O-

rientale” di Napoli, del Centro Jean Bérard di Napoli,

coordinandone le attività e operando direttamente

scavi e consolidamento/restauro dei monumenti ”Arco Felice”, Anfite-

atro, Crypta Romana e Tomba “a tholos”. 9

Fig. 4 - Pianta archeologica schematica del sito

Riportata all’attenzione del pubblico e dei media la questione del sito

antico a scala territoriale, il Progetto è stato poi occasione per am-

pliare il Parco Archeologico (fig. 5), portandone la superficie a 60 ha

ca. dei 110 ca. dell’originaria superficie urbana, proseguendolo in aree

esterne/contigue al Parco, “ricucendo” le stesse a questo con specifi-

ci progetti, per superare separazioni dovute all’attuale viabilità.

Tra i monumenti (fig. 3) si distinguono: l’ “Arco Felice” (95 d.C.), detto

così dagli Antiquari perché ingresso alla “Campania Felix”, monumen-

tale porta urbica e arco in onore di Domiziano, edificata in una trincea

del Monte Grillo, naturale difesa sul lato est di Cuma, munito in anti-

co di mura, a scavalco della Via Domitiana, ricostruibile dai segmenti

noti urbani (città bassa) ed

extraurbani; tratti di mura

urbane: sul lato sud (Via

Arco Felice Vecchio), mo-

dificate in età romana; su

quello nord, con resti d’età

arcaica ai lati della Porta

Mediana, ampliate a 11 m

di spessore per difesa fino

a età romana, all’ingres-

so della Via Domitiana e

non lontano dai resti dello

stadio (II a.C.), oggetto di

indagini de “L’Orientale”.

Nella città bassa sorge il

Foro, dominato a ovest

dal tempio sannitico (IV-III

a.C.), poi Capitolium d’età

romana, da cui vengono

acroliti marmorei di Miner-

va, Giunone e Giove (fig.

6), quest’ultimo rinvenu-

to nel XVII sec. presso la

Fig. 5 - Ingresso Parco Archeologico

Fig. 6 - Acrolito di Giove dal Capitolium10

“Masseria del Gigante”, sul lato est del Foro, inglobante un tempio

a podio d’età flavia, con portico e fontane (fig. 7), noto da stampe del

XVIII sec., scavato dalla “Federico II”; resti del

portico sud del Foro ed edifici pubblici, quali il

“Tempio con Portico”, forse Sacello degli Au-

gustali, e l’”Aula Sillana”, basilica dal policro-

mo pavimento in opus sectile; resti del portico

nord, caratterizzato da edifici sacri, in corso di

scavo da parte della stessa Università, e da

quelli di una strada bizantina, che percorreva

spazi già urbani, ora a destinazione artigianale

e sepolture; le “Terme del Foro”, realizzate a

fine I - inizio II d.C., su quartieri repubblicani.

Tra queste e la Porta Mediana si trova un quar-

tiere in corso di scavo da parte de “L’Orienta-

le”, le cui ricerche documentano l’occupazione

dell’area sin da età alto arcaica ed elementi utili

per lo studio del reticolo stradale urbano.

Resti di necropoli della Porta Mediana (fig. 8)

si sviluppano ai lati della Via Domitiana, ma so-

prattutto di una più antica strada diretta a nord,

con sepolture monumentali da età sannitica

a età romana, cui appartengono fini pitture di

un mausoleo del II d.C., scavati dal Centro J.

Bérard, mentre si sono coperti, per preservar-

li, resti di un santuario extraurbano di VI a.C.,

riusato nel IV a.C. Alla base dell’acropoli si tro-

vano la grandiosa Crypta Romana (38-36 a.C.),

galleria realizzata durante le guerre civili, per

rapidi collegamenti tra accampamenti militari

e porto, destinata poi a uso civile in età roma-

na e di nuovo militare in età bizantina; mentre

sono in corso lavori per il ripristino e la fruizio-

ne della coeva “Grotta di Cocceio”, collegante

Cuma con l’Averno, parte, insieme al Lucrino,

del Portus Iulius, oggi sommerso in mare; con-

solidamento e restauro si prevedono anche

all’ “Antro della Sibilla” (fig. 9), monumento

simbolo dei Campi Flegrei, galleria d’età san-

nitica, tagliata nel tufo come difesa antemurale

del versante ovest della collina, in previsione

di guerre con Roma. Presso la “Torre bizanti-

na”, sola superstite delle due ai lati della por-

ta, è l’ingresso all’acropoli, di cui si vedono a

est mura di fortificazioni, mentre a ovest, dal

belvedere, la vista spazia sulle isole di Ischia

e Procida-Vivara, sul litorale e la “Silva Gallina-

ria”, oggi Foresta Regionale, dove sono resti

Fig. 7 - Mascherone in tufo dal foro

Fig. 9 - Antro della Sibilla

Fig. 8 - Necropoli della Porta mediana con tombe monumentali

11

del “Tempio di Iside” e dell’ipotizzato faro, attribuibili a ville marittime

d’età romana. La “Via Sacra”, dall’ingresso, va alle terrazze templari,

con ai lati resti di quartieri altomedievali: sulla terrazza santuariale infe-

riore sono i resti del Tempio Minore (fine VI - inizi V a.C.), attribuito per

tradizione ad Apollo, quelli della “Cisterna Greca” (VI a.C.), di un altro

tempietto e di edifici connessi; sulla terrazza santuariale superiore è

il “Tempio di Giove”, che

recenti scavi della Seconda

Università degli Studi di Na-

poli consentono, invece, di

attribuire ad Apollo. Esterni

al Parco, oltre all’ “Arco Feli-

ce”, sono, a nord delle mura

urbane, i resti della “Tom-

ba a tholos” (III-II a.C.) e di

quella delle “Teste cerate”

(età romana), a sud delle

mura urbane, quelli dell’an-

fiteatro (fine II - inizi I a.C.),

oggetto di recenti scavi e

ricerche della Soprintendenza, con a monte resti di un santuario ex-

traurbano di età arcaica (fig.10).

I reperti archeologici di Cuma sono

in collezioni del Museo Archeologico

Nazionale di Napoli e nella Sezione

Cumana del Museo Archeologico dei

Campi Flegrei nel Castello Aragonese

di Baia, insieme a quelle di altri antichi

siti flegrei (Puteoli, Baiae, Misenum,

Liternum).

Nel primo sono custoditi/esposti quelli

da scavi condotti fino a inizio XX sec.:

corredi di sepolture d’età preromana

(Collezioni Stevens e Osta) e di tombe

d’età greca e romana, i vasi della “Col-

lezione Vascolare” (scavi del Conte di

Siracusa, Collezione Stevens e altre);

sculture romane da vari settori urbani;

affreschi funerari d’età sannitica (fig.

11); epigrafi d’età greca, sannitica e

romana; monete dell’antica polis. Nel

secondo caso sono esposti gli oggetti

provenienti da scavi recenti, secon-

do sviluppo diacronico e topografico,

in sale allestite per complessi monu-

mentali, con un percorso che esalta

anche i valori estetici dei reperti. La

Fig. 10 - Terracotta architettonica pertinente al santuario settentrionale (VI sec. a.C.)

Fig. 11 - Tomba osca dipinta

12

ricerca scientifica sul territorio di Cuma si svolge, oggi, proseguendo il

“Progetto Kyme”: mediante concessione di scavo, annoverando, oltre

ai partners citati, anche la Seconda Università di Napoli;

con scavi e lavori finalizzati a tutela/conservazione, in

occasione di interventi pubblici e privati; con studi e

ricerche insieme a istituti universitari e di ricerca, italia-

ni/stranieri, di carattere archeologico, su monumenti e

reperti mobili, e scientifico, con analisi fisico-chimiche,

strumentali, mineralogiche e geologiche.

A prosieguo dello stesso “Progetto” la Soprinten-

denza ha in corso il progetto ISAN PZL 031-CF/20.2,

“Restauro conservativo di strutture portate in luce e

valorizzazione dell’area della città bassa con creazione

di nuovi percorsi di visita” (POR Campania 2000-2006,

PIT “Campi Flegrei”), contribuendo, in ogni caso, al

buono stato del Parco Archeologico con manutenzio-

ne ordinaria e monitoraggio di luoghi e monumenti,

volti a conservazione e valorizzazione, e attuati con im-

pegno, nonostante scarse risorse umane disponibili.

Il sito è, comunque, costante punto di riferimento per

manifestazioni didattico-culturali, divulgative, enoga-

stronomiche e di spettacolo (figg. 12-14).

Il binomio archeologia - ambiente del sito, pressoché

unico in area flegrea, è penalizzato da scarsi collega-

menti, che lo rendono non facilmente accessibile ai

numerosi fruitori, italiani e stranieri.

Manca, allo stato, una vera sinergia tra Ente Gestore

e Comuni flegrei, anche in assenza di strutture ricet-

tive di vario livello, pubbliche o private, che veicolino i

flussi turistici verso i siti archeologici, pure a fronte di

eccezionali risorse, come il termalismo, e l’interesse

per il settore enogastronomico.

Figg. 12-14 - Giornata del Patrimonio 2013

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Presentazione dell’applicazione “Archeoroma”Pasquale Porreca, responsabile del CED

La Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma da anni ge-

stisce un sito web attraverso il quale pubblicizza i propri musei, i monu-

menti e i siti archeologici, le mostre, gli eventi e, in generale, tutte le at-

tività svolte nell’ambito delle sue funzioni istituzionali. Con lo sviluppo

di nuove tecnologie, in particolare con la diffusione degli smartphone,

è nata l’esigenza di produrre applicativi fruibili su tale piattaforma, da

affiancare alla tradizionale comunicazione svolta attraverso il sito web,

e di sperimentare nuove forme di informazione e di valorizzazione.

In questa prima fase sperimentale, delle varie aree tematiche in cui

si articola il sito web, per la realizzazione dell’applicazione sono state

privilegiate quelle sezioni che più direttamente interessano l’utente

“mobile”, e, in particolare, il turista, rinviando ad un successivo, pre-

visto ampliamento dell’applicazione l’integrazione di ulteriori funziona-

lità connesse alle altre molteplici attività svolte dalla Soprintendenza,

quali servizi on line all’utenza, informazioni sulla tutela del territorio,

sugli scavi, i ritrovamenti.

L’idea di fondo è quindi quella di uno

stretto collegamento tra il sito web e

l’applicazione per mobile sia per man-

tenere una sostanziale omogeneità tra

i due canali di comunicazione e valoriz-

zazione, sia per semplificare le attività di

gestione e di aggiornamento quotidiano

delle informazioni. Ovviamente, sono

state sempre tenute ben presenti le spe-

cifiche caratteristiche proprie di ciascun

canale e le problematiche di presentazio-

ne ad esse connesse.

Per favorire poi la massima diffusione,

l’applicazione è stata realizzata per Ipho-

ne e smartphone Android e con la versio-

ne inglese di tutti i contenuti.

In questa prospettiva, quindi, l’applica-

zione è stata costruita per rispondere

in modo semplice, veloce e sintetico a

quelle che sono le richieste più frequen-

ti e scontate del visitatore: quali sono i

musei e i siti archeologici, dove si trovano, cosa offrono, quali sono

gli orari e il costo del biglietto, come arrivare; oppure: quali sono le

mostre aperte con le relative informazioni utili: a queste domande ri-

spondono le voci Musei, Siti Archeologici e Mostre.

DIREZIONE GENERALE PER LE ANTICHITÀ Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma

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Musei

Direzione Generale per le Antichità Direttore Generale: Luigi Malnati

Via di San Michele, 22 00153 Roma Tel. 06 6723 4700 Fax 06 6723 4750 www.archeologia.beniculturali.it [email protected] [email protected]

Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma Soprintendente: Mariarosaria Barbera

Palazzo Massimo Piazza dei Cinquecento, 67 00185 RomaTel. 06 480201 Fax 06 [email protected]

14

La voce News, invece, informa sugli eventi in programma: aperture

straordinarie, eventi speciali, iniziative particolari, visite guidate, confe-

renze, concerti e spettacoli, fino ad arrivare alla segnalazione in tempo

reale del verificarsi di situazioni contingenti o impreviste.

Con le Mappe, infine, si dà la possibilità di conoscere, sulla base della

propria localizzazione, i musei e i siti archeologici presenti nelle vici-

nanze e le opportunità di visita offerte dalla Soprintendenza.

Insomma, Archeoroma vuol essere il prototipo di una nuova forma di

comunicazione e di valorizzazione del nostro patrimonio archeologico,

destinato già nei prossimi mesi ad arricchirsi e ad adattarsi alle esigen-

ze che nel frattempo si saranno evidenziate, risolvendo le problema-

tiche e i limiti che indubbiamente verranno fuori nel corso di questa

sperimentazione.

Tutto questo, infine, nella prospettiva più ampia di estendere la valoriz-

zazione e la comunicazione “mobile” mediante applicazioni specifiche

che verranno realizzate per i singoli musei e per le aree archeologiche,

in grado di guidare il turista in una visita sempre più personalizzata,

ricca e interessante.

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DIREZIONE GENERALE PER LE ANTICHITÀ Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma

Applicazione gratuita per famiglie Palazzo Massimo in famigliaTiziana Ceccarini, responsabile del Servizio Educativo, Vittoria Lecce,

Mara Pontisso, Servizio Educativo

Grazie all’esperienza acquisita lo scorso anno attraverso la realizza-

zione dell’applicazione Palazzo Massimo in Lingua dei Segni, il Servi-

zio Educativo della Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di

Roma ha deciso di progettare una nuova App dedicata alle famiglie,

dal titolo Palazzo Massimo in famiglia. La scelta è ricaduta su Palazzo

Massimo alle Terme sia perché espone un nucleo significativo della

collezione archeologica del Museo Nazionale Romano, sia perché è

già dotato di Tablet a disposizione dei visitatori.

La Soprintendenza ha mantenuto il suo ruolo di direzione scientifica

dell’App per quanto riguarda i percorsi di visita, i contenuti e la docu-

mentazione fotografica. Per la realizzazione della parte tecnica è stata

rinnovata la fruttuosa partnership con la Facoltà di Ingegneria dell’U-

niversità degli Studi di Roma Tre, che ha messo le sue competenze al

servizio della SSBAR.

Palazzo Massimo in famiglia è un’applicazione gratuita per Tablet e

Smartphone dedicata ai visitatori con bambini, che potranno usufruire

di questo servizio richiedendo il Tablet a disposizione presso il Punto

Informazioni del Museo o scaricando l’applicazione sul proprio suppor-

to direttamente dai market Google Play e Apple iTunes.

Il progetto ha previsto la realizzazione di sei percorsi tematici basati,

naturalmente, sulle opere in mostra, a disposizione dei visitatori.

Eccoli di seguito:

1.“Storie dal mito”. Le statue del museo raccontano storie affascinanti.

2.“Dei, eroi e atleti”. Il mondo antico illustra i suoi valori.

3.“Invito in villa”. Curiosando nelle ville imperiali.

4.“Dee e donne: i molti aspetti della femminilità”. La storia declinata

al femminile.

5.“Il volto dei romani”. Dai liberti ai principi: i ritratti come specchio

della società romana.

6.“Imperatori e Imperatrici”. Le coppie che hanno governato il mondo.

I reperti diventano in questo modo protagonisti di diverse storie, che

riguardano miti, dei, eroi, imperatori oppure semplicemente aspetti di

vita quotidiana antichi di due millenni.

I temi e il linguaggio sono stati elaborati per un pubblico con figli in

età scolare. Ciascun itinerario può facilmente essere seguito in meno

di un’ora e accompagna i fruitori alla scoperta delle opere esposte

nelle sale del museo (alcune molto famose, altre poco note al grande

pubblico), collegandole in un percorso coerente e offrendo un’agevole

chiave di lettura. I visitatori potranno “costruire” la loro visita secondo

Direzione Generale per le Antichità Direttore Generale: Luigi Malnati

Via di San Michele, 22 00153 Roma Tel. 06 6723 4700 Fax 06 6723 4750 www.archeologia.beniculturali.it [email protected] [email protected]

Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma Soprintendente: Mariarosaria Barbera

Palazzo Massimo Piazza dei Cinquecento, 67 00185 RomaTel. 06 480201 Fax 06 [email protected]

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i propri interessi e il tempo a disposizione, scegliendo di seguire uno

o più percorsi.

I contenuti offrono una vasta gamma di dati: a ciascuna opera sono

di volta in volta abbinati testi scritti, brani recitati, citazioni da fonti

antiche (sia scritte che recitate), musiche, oltre ad approfondimenti

tematici specifici. Ogni percorso è corredato da una ricca galleria di

immagini e da giochi ispirati ai temi trattati. Sono inoltre fornite le

mappe dei quattro piani del museo con la segnalazione dei punti di

interesse in relazione alle varie stanze.

Per elaborare tutto il materiale

necessario, ci si è avvalsi del per-

sonale della Soprintendenza per la

stesura dei testi, l’individuazione

delle fonti antiche e l’apparato illu-

strativo (a cura di Simona Sanso-

netti e dell’Archivio Fotografico).

Le musiche sono state scelte,

eseguite, e in parte composte per

l’occasione dal professore d’or-

chestra Maestro Claudio Fattori;

la voce narrante appartiene ad un

attore prof. Claudio Leoni (la ver-

sione inglese è a cura di Gaia Si-

moneschi).

Il progetto mira ad ampliare l’ac-

cessibilità del museo, incentivan-

done la frequentazione da parte

delle famiglie, poiché questo con-

testo è uno dei principali “luoghi”

di formazione culturale dell’indivi-

duo e quindi è uno degli ambiti ai

quali è rivolta l’azione del Servizio

Educativo della Soprintendenza

(che istituzionalmente promuove

“la conoscenza delle testimonian-

ze storiche e del patrimonio artisti-

co nazionale, sviluppando nei cittadini - soprattutto i più giovani - il

sentimento di appartenenza ad una tradizione culturale comune e di

corresponsabilità nella tutela”). Da anni infatti il Servizio Educativo si

interessa ai vari tipi di pubblico e ha mirato a potenziare la propria sfera

di azione e di competenze.

Naturalmente la produzione di un’App non è destinata a sostituire le altre

attività rivolte al pubblico delle famiglie del Museo Nazionale Romano

(ad es. visite a tema, laboratori), bensì ad affiancarle ampliando l’offerta 17

didattica, come già avviene al Louvre ed in diversi altri musei del mondo.

Lo strumento che si vuole offrire alle famiglie ha il pregio di esse-

re sempre disponibile (in quanto scaricabile direttamente sul proprio

supporto, ovvero presente su un supporto del museo, prenotabile per

qualunque giorno in cui si intenda effettuare la visita), di utilizzare mez-

zi tecnologici stimolanti e familiari per un pubblico giovane, di poter

personalizzare la scelta della durata e degli argomenti della visita e di

essere completamente gratuito.

La versione inglese permette di estendere ulteriormente il numero dei

possibili fruitori.

L’applicazione Palazzo Massimo in famiglia sarà disponibile per gli

utenti nei primi mesi del 2014.

18

Le attività della Direzione Generale per la Valorizzazione del Patrimonio Culturale del MiBACT in tema di accessi-bilità ai luoghi della cultura stataliGabriella Cetorelli Schivo

La Direzione Generale per la Valorizzazione del Patrimonio Culturale

(DGVAL) istituita nell’ambito del Ministero dei Beni e delle Attività cul-

turali e del Turismo (MiBACT) nel 2009, ha fra i suoi obiettivi istitu-

zionali quello di favorire lo sviluppo della cultura, proponendosi come

soggetto attivo nel processo di creazione di servizi, nella capacità di in-

crementare la fruizione del patrimonio a tutti i cittadini, nella possibilità

di potenziare circuiti di fidelizzazione, nel proporre attività e strumenti

idonei al raggiungimento della soddisfazione da parte degli utenti.

Compito della Direzione è quello di coordinare, indirizzare, promuo-

vere e favorire la conoscenza del patrimonio culturale, di comunicare

e trasmettere questo patrimonio, di interpretare le richieste di tutti i

tipi di visitatori che ad esso si avvicinano, come pure di “ascoltare” le

esigenze del pubblico e valutare quelle del “non pubblico”.

Elemento prioritario della valorizzazione è infatti quello di attrarre il

maggior numero possibile di persone alla conoscenza e alla fruizione

dei beni culturali, attraverso l’analisi dei servizi, adeguatamente pro-

grammati sulle necessità e sugli interessi dell’utenza, al fine di creare

un “valore aggiunto”, che consenta di rispondere qualitativamente e

quantitativamente alle aspettative che i visitatori manifestano nel rap-

porto con il patrimonio culturale della Nazione.

L’individuazione delle identità locali nella più ampia compagine na-

zionale, la promozione delle eccellenze, la proposizione di modelli

espressamente predisposti, la capacità di dialogo, la pianificazione di

iniziative dedicate e interattive, la realizzazione di sistemi informativi

integrati, sono tra i procedimenti che consentono alla Direzione Gene-

rale di comunicare ed informare, attraverso metodi tradizionali, come

pure mediante l’applicazione di nuovi canali tecnologici, con quanti si

apprestano all’ emozione di una visita culturale. Alla luce di quanto pre-

messo va formulata una riflessione sul tema dell’accessibilità ai luoghi

della cultura statali, che può essere ripartita in quattro dimensioni fon-

damentali: fisica, cognitiva, economica, digitale.

Un luogo della cultura deve essere innanzitutto accessibile dal punto

di vista fisico, nel senso che deve essere raggiungibile senza ecces-

sive difficoltà sotto il profilo logistico e non deve presentare barriere

architettoniche che ne rendano difficile o ne impediscano del tutto

la fruizione.

In secondo luogo, un sito deve essere accessibile sotto il profilo co-

gnitivo, come, ad esempio, attraverso la realizzazione di apparati infor-

mativi ad alto livello di comprensione.

La mancanza di comunicazione in questo senso, specie per quei pub-

blici che ne manifestino, esplicitamente o implicitamente, una speci-

DIREZIONE GENERALE PER LA VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO CULTURALE

Direzione Generale per la Valorizzazione del

patrimonio culturaleDirettore Generale:

Anna Maria Buzzi

Via del Collegio Romano, 2700186 Roma

Tel. 06 6723 2925Fax 06 6723 2154

[email protected]

19

20

fica esigenza, è ciò che oggi maggiormente allontana le persone dal

considerare i luoghi della cultura come valida alternativa all’utilizzo del

proprio tempo libero.

L’ “inadeguatezza culturale” è poi uno degli argomenti addotti dal cd.

“non pubblico” per spiegare le motivazioni per cui non si avvicina al

patrimonio. L’accessibilità ai luoghi della cultura si declina inoltre attra-

verso la considerazione dell’aspetto economico. La visita ad un sito

culturale presuppone anche costi riconducibili all’accesso e agli spo-

stamenti, che spesso non possono essere affrontati da categorie di

pubblici socialmente svantaggiati.

Infine va considerata l’accessibilità digitale, la comunicazione attraver-

so le infinite possibilità offerte dal web, come dimostrano le espe-

rienze internazionali, numerose sotto questo profilo, avviate nel corso

degli ultimi anni, specie in ambito europeo e statunitense.

In tutti questi aspetti, volti al miglioramento della “cultura dell’acco-

glienza”, si è attivata, fin dalla sua istituzione, la Direzione Generale

per la Valorizzazione del Patrimonio Culturale, attraverso la creazione

di un servizio dedicato ai progetti speciali, coordinato da chi scrive.

Sono state al riguardo intraprese azioni di sistema per definire le esi-

genze dei pubblici dei luoghi della cultura al fine di realizzare strategie

mirate alle varie necessità manifestate.

In particolare, per quanto riguarda l’accessibilità interna ai luoghi della

cultura, obiettivo prioritario è apparso quello di risolvere ed estende-

re il grado di fruibilità proponendo situazioni adeguate e compatibili,

secondo un approccio olistico che interpreti le esigenze del maggior

numero di visitatori, nella logica dell’utenza ampliata e in accordo con

i principi di universal design, anche in considerazione del progressivo

aumento dell’età media della popolazione (si valuti ad es. la diffusione

della cd. “geronto-urbanistica” tra i progettisti di ultima generazione).

Va altresì considerato l’ampliamento del concetto stesso di “disabilità”

compreso ormai nella più aggiornata accezione di “persona che esprime

esigenze specifiche”, estesa anche a condizioni di difficoltà transitorie.

Anche sulla scorta delle Linee guida per il superamento delle barriere

architettoniche nei luoghi di interesse culturale - curate dalla “Com-

missione per l’analisi delle problematiche relative alla disabilità nello

specifico settore dei beni e delle attività culturali” istituita con D.M.

26 febbraio 2007, e adottate con D.M. 28 marzo 2008 - l’attività della

Direzione Generale mira ad individuare e sperimentare soluzioni ope-

rative atte a garantire le esigenze di tutti i possibili fruitori, salvaguar-

dando al contempo i valori di tutela e conservazione dei luoghi fruiti.

Al riguardo, relativamente all’accesso fisico, culturale e sensoriale, a

sostegno di alcune attività promosse dalle soprintendenze statali, la

DGVAL ha inteso partecipare al finanziamento di importanti iniziative

che si sono rivelate progetti-pilota in materia di accessibilità.

21

Tra esse si inserisce il progetto “Un ascensore per Michelangelo”

curato dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici, Paesaggistici,

Storici, Artistici ed Etnoantropologici per le Province di Firenze, Pistoia

e Prato, che affronta, attraverso il monitoraggio delle strutture, il tema

del superamento delle barriere architettoniche nel Complesso Monu-

mentale delle Cappelle Medicee di Firenze.

Il complesso mediceo di San Lorenzo sorge in centro città, vicino al

Duomo, ed è caratterizzato, nel panorama di Firenze, per le dimen-

sioni della cupola della Cappella dei Principi, seconda solo a quella di

Santa Maria del Fiore realizzata da Brunelleschi. La chiesa di San Lo-

renzo è il sacrario della famiglia Medici che qui pose le sue sepolture,

dapprima nella Sagrestia Vecchia, opera del Brunelleschi, poi in quella

Nuova eseguita da Michelangelo e infine nella grande Cappella dei

Principi realizzata a partire dal 1604 sotto il dominio di Ferdinando I.

La Cappella dei Principi può essere, a ragione, definita uno “scrigno

di pietre dure”: difatti la possente struttura ottagona che la caratteriz-

za è rivestita internamente da una superficie marmorea arricchita da

stemmi e figure realizzate con la tecnica del commesso fiorentino, in

marmi pregiati e pietre policrome.

Per queste rilevanti caratteristiche, il Museo delle Cappelle Medicee,

con oltre trecentomila visitatori annui, è il terzo luogo della cultura per

numero di presenze, dopo gli Uffizi e la Galleria dell’Accademia, nel

circuito museale fiorentino. L’attuale percorso di visita non permette

l’accessibilità dei vari ambienti a persone con difficoltà motorie ed an-

che i servizi sanitari presenti sono sottodimensionati e collocati in un

luogo difficilmente raggiungibile. A tal fine sono stati avviati interventi

che prevedono l’istallazione di un ascensore vetrato esterno alla strut-

tura che condurrà i visitatori, attraverso un nuovo percorso, al livello

della Cappella dei Principi.

Da quel piano, tramite un transelevatore, si potrà scendere al livello

della Sagrestia Nuova; quindi il visitatore con ridotte funzioni motorie

potrà raggiungere il piano interrato dove saranno realizzati i nuovi ser-

vizi sanitari, che andranno a sostituire quelli pre-esistenti.

L’attività è tuttora in corso.

Nell’ambito degli obiettivi inerenti la finalità di “favorire

la visita” come pure di “migliorare l’accessibilità interna

dei luoghi della cultura” si inserisce anche l’elaborazio-

ne e la realizzazione di un “Progetto di accessibilità nel-

la necropoli etrusca di Tarquinia” - sito UNESCO - con-

dotto su richiesta e in accordo con la Soprintendenza

per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale, volto a

consentire la fruizione “a tutti” della celebre area ar-

cheologica, attraverso la realizzazione di un percorso

dedicato ai pubblici con esigenze specifiche.

Come noto, infatti, caratteristica delle tombe etrusche

è la difficoltà di accedere alla camera funeraria collega-

ta all’esterno da stretti corridoi (dromoi), che di fatto

rendono completamente inaccessibili tali monumenti

ai visitatori con disabilità motoria. 22

L’attività prevede un intervento mirato all’ accessibilità della Tomba del-

la Pulcella, uno fra i più significativi monumenti della necropoli, datato

alla seconda metà del V sec. a.C, tramite la realizzazione di un percorso

su passerella, con punti di ombra, di sosta, di ristoro e, relativamente

all’accessibilità culturale, tramite la realizzazione di pannelli e segnaleti-

ca ad ampio grado di comprensione, adeguatamente predisposti.

Il progetto, per il quale è stato condotto un dettagliato studio di fatti-

bilità prescindendo dalle naturali pendenze del terreno, è attualmente

in corso d’opera.

Un ulteriore progetto co-finanziato dalla DGVAL è quello realizzato

presso l’ “Area archeologica del Palatino”, condotto con la Soprinten-

denza Speciale per i Beni Archeologici di Roma, ove la creazione di

una struttura di accesso all’area archeologica, appositamente proget-

tata, consente di raggiungere “con facilità” uno dei siti più significati-

vi nella storia dell’antica Roma, sede delle dimore imperiali, finora di 23

difficile percorrenza per la forte pendenza, le numerose scalinate, le

sconnessioni del terreno.

Il progetto ha inteso adottare metodologie e materiali compatibili con

l’area, dato il valore monumentale ed ambientale elevatissimo del

sito, unite all’obiettivo di fornire

risposte progettuali che possano

offrire un nuovo sistema di acces-

sibilità semplificata, aderente ai

luoghi e alle esigenze dei visitatori,

attraverso la realizzazione di ram-

pe di breve pendenza, di luoghi di

sosta, di riposo e di ristoro, con

fontane e punti in ombra ottenuti

con piante arboree e siepi odorose

(rosa canina, arancio amaro, rosa

bianca, mirto), come pure median-

te l’impiego di segnaletica espres-

samente approntata.

Va peraltro considerato che il cir-

cuito Colosseo - Palatino - Foro

Romano coinvolge annualmente

oltre 5 milioni di visitatori prove-

nienti da ogni parte del mondo

(Dati SISTAN 2012).

L’area archeologica, che ha visto

di recente la realizzazione di un

ascensore vetrato che da Largo

della Salara Vecchia conduce all’a-

rea centrale del Foro, sarà presto

dotata di un percorso a pavimenta-

zione liscia che consentirà la visita

attraverso l’impiego di “strumenti che si inseriscono con garbo e in

maniera reversibile in contesti preziosi e delicati come il complesso

monumentale del Foro Romano e Palatino” (M. Bray).

Riguardo all’accessibilità culturale è poi da segnalare il progetto mul-

timediale dal titolo “Hendrick Andersen e Olivia Cushing. Tra utopia

e realtà” condotto dalla Direzione Generale per la Valorizzazione del

Patrimonio Culturale con la Soprintendenza alla Galleria Nazionale di

Arte Moderna e Contemporanea di Roma.

Il progetto ha avuto l’obiettivo di valorizzare la vita e le opere di Hen-

drik Christian Andersen scultore, pittore e urbanista americano di ori-

gine norvegese, morto a Roma nel 1940, presso il suo atelier di Via

Pietro Stanislao Mancini a Roma, oggi divenuto museo. L’attività ha

previsto, oltre la presentazione di circa tremila immagini digitalizzate

dell’epoca, frutto di una accurata ricerca d’archivio, la realizzazione di

un libro parlato virtuale (destinato a pubblici con disabilità del visus) 24

che ripercorre le fasi salienti della movimentata esistenza del celebre

artista, oltre ad una visita virtuale della casa-museo, opportunamente

predisposta per rispondere alle esigenze di tutti.

“La memoria del bello” è un altro progetto realizzato dalla DGVAL in

partenariato con la Soprintendenza alla Galleria Nazionale di Arte Mo-

derna e Contemporanea di Roma, dedicato a persone con morbo di

Alzheimer, che consiste in una serie di visite guidate per i pazienti e i

loro accompagnatori (caregiver), replicando un progetto del MOMA di

New York (The MoMA Alzheimer Project)

Nell’ultimo decennio studi in materia, in ambito anglosassone, hanno

infatti evidenziato come l’arte e le attività creative svolgano un ruolo

“terapeutico” nei confronti di questi pazienti, poiché agiscono sui cir-

cuiti emozionali che, rispetto a quelli cognitivi, restano preservati più

a lungo nel decorso della malattia, migliorando l’umore e l’autostima

degli individui interessati da tale patologia.

25

L’attività coinvolge attualmente il Dipartimento di Scienze Geriatri-

che, Gerontologiche e Fisiatriche, come pure il Centro di Medicina

dell’Invecchiamento del Policlinico Agostino Gemelli di Roma, insie-

me all’Istituto San Giovanni di Dio a Roma. I risultati delle attività

sono in corso di studio.

Relativamente all’accessibilità ai luoghi della cultura tramite il canale

digitale si segnala il progetto “A.D. ARTE – L’informazione. Un siste-

ma informativo per la qualità della fruizione dei beni culturali da parte

di persone con esigenze specifiche” volto a fornire, attraverso il sito

web istituzionale, indicazioni sulle reali condizioni di accessibilità dei

luoghi statali aperti al pubblico, sulla base delle diversificate esigen-

ze dei visitatori. Al riguardo è stato progettato e realizzato un corso

di formazione-informazione destinato ai dipendenti dell’Amministra-

zione, erogato in modalità FAD su piattaforma moodle del MiBACT,

costituito da 21 moduli didattici su temi legislativi e tecnici inerenti

l’accessibilità al patrimonio culturale.

Il progetto è stato riconosciuto, da un accreditato osservatorio euro-

peo, “una eccellenza italiana da

esportare”.

A seguito di questa attività

sono oggi in rete nel sito web

della DGVAL le prime cento

schede di accessibilità ai luoghi

del patrimonio culturale statale,

presto tradotte anche in lingua

inglese.

Relativamente ai siti culturali, si riporta altresì l’attività “Il Museo in

ascolto - nuove strategie di comunicazione per i musei statali” cu-

rata dalla DGVAL insieme alla facoltà di Economia e gestione degli

enti culturali presso la Seconda Università degli Studi di Napoli, in

cui sono stati presi in considerazione, con il contributo di esper-

ti, i musei italiani e i loro pubblici attraverso il confronto tra varie

realtà territoriali, tramite interviste a soprintendenti, direttori, fun-

zionari responsabili e

dirigenti del MiBACT.

L’attività, che ha inte-

so valutare “lo stato

di salute” della co-

municazione musea-

le, è stata presentata

nel 2012 presso l’I-

stituto Nazionale per

la Grafica di Roma.

Si segnala inoltre l’ “Indagine sullo stato dell’arte e l’individuazione

delle modalità per l’attivazione di una raccolta sistematica di dati sulla

conoscenza dei pubblici dei musei”, curata dalla DGVAL con il suppor-26

1 L’acronimo A.D. sta per Accessible Data, termine coniato dal Gruppo di Lavoro MiBACT istituito con D.M. 17 novembre 2010

to della Fondazione Fitzcarraldo, volta alla ricognizione e all’analisi del

pubblico dei musei.

Attraverso lo studio delle metodologie utilizzate e dei risultati conse-

guiti, a livello nazionale e internazionale, al fine di disegnare un sistema

informativo per il MiBACT, viene individuato un modello di rilevamen-

to strutturato e sistematico, atto a conoscere sia il pubblico che il non

pubblico dei luoghi della cultura , nonché le motivazioni della visita, al

fine di programmare azioni di miglioramento della comunicazione, dei

contenuti e dei servizi e supportare le politiche di incentivazione alla

fruizione del patrimonio, per tutti. Il progetto è stato ultimato.

Va altresì menzionato lo “Studio di fattibilità per la realizzazione di un

osservatorio permanente sui visitatori” curato dalla DGVAL e condotto

dalla Fondazione Fitzcarraldo - con la finalità di implementare il comfort

della visita e la trasmissione dei contenuti culturali, risolvere ed esten-

dere il grado di accessibilità e fruibilità nei musei e nei luoghi della cultu-

ra, trovando soluzioni adeguate e compatibili con tutti i tipi di pubblico.

L’attività prevede un sistema nazionale di monitoraggio, sulla base del-

la domanda museale, per la misurazione e la valutazione delle politi-

che dei pubblici, anche attraverso un rafforzamento delle competenze

del personale coinvolto nell’accoglienza dei visitatori.

Le attività dell’osservatorio potranno fornire informazioni anche sulle

percentuali di accesso dei pubblici con esigenze specifiche nei luoghi

della cultura statali italiani, ad oggi non ancora disponibili.

Si segnala infine l’attività “La comunicazione all’interno dei musei:

segnaletica interna, didascalie e pannelli”, curata dalla Direzione Ge-

nerale per la valorizzazione e condotta in collaborazione con il Centro

Europeo per l’Organizzazione e il Management Culturale (ECCOM)-

intrapresa con il compito di fornire assistenza tecnica agli istituti del

MiBACT durante il processo di rinnovamento dei loro apparati comu-

nicativi, tramite un supporto che riguarda l’analisi, la ricognizione e la

valutazione del gradimento del pubblico, come pure l’assistenza nella

realizzazione di percorsi e sussidi alla visita, chiari, leggibili e differen-

ziati, in modo da tenere in considerazione le esigenze del maggior

numero di persone in tema di accessibilità culturale.

27

28

Lo studio prevede una fase di implementazione rivolta in particolare

a vari tipi di pubblico con esigenze specifiche: disabilità sensoriali e

cognitive, migranti, anziani, bambini, in relazione anche all’aspetto di

accessibilità socio-economica ai luoghi della cultura, nella più ampia

accezione del concetto di inclusione sociale.

Le attività appena illustrate, realizzate dalla DGVAL sotto la direzione di

Anna Maria Buzzi, hanno confermato come, in un periodo di recessio-

ne e di diminuzione dei consumi, il patrimonio culturale ed artistico co-

stituisca per l’Italia una risorsa preziosa. Da gennaio ad agosto del 2013

sono state, infatti, 24.416.000 le persone che hanno visitato i musei

statali italiani, con un incremento dello 0,15% sugli indici di affluenza

del 2012 e dell’ 8,11% sui proventi da bigliettazione.

Un importante dato in controtendenza in un momento di crisi socio

economica, che fa comprendere come l’intento della DGVAL, volto ad

ascoltare e interpretare le esigenze di tutti i pubblici, abbia prodotto

risultati positivi.

29

DIREZIONE GENERALE PER LA VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO CULTURALE

Direzione Generale per la Valorizzazione del

patrimonio culturaleDirettore Generale:

Anna Maria Buzzi

Via del Collegio Romano, 2700186 Roma

Tel. 06 6723 2925Fax 06 6723 2154

[email protected]

I servizi per il pubblico negli Istituti della cultura italiani. Criticità e prospettiveMarcello Tagliente

In Europa la presenza di servizi al pubblico efficienti nei musei costi-

tuisce un aspetto essenziale per rendere la visita adeguata alle aspet-

tative dei visitatori. Visite guidate e audioguide in grado di rendere il

visitatore pienamente partecipe dell’esperienza che realizza visitando

un museo, bookshop con un’offerta ampia di pubblicazioni per chi

desidera approfondire gli aspetti culturali collegati alle collezioni del

museo e con prodotti di merchandising di qualità e a prezzi contenuti

per rendere più duraturo nel tempo il ricordo della visita vengono con-

siderati strumenti fondamentali nella gestione di un museo.

La presenza di caffetterie e di punti di ristoro costituiscono un ulterio-

re elemento di confort.

Sempre in Europa, partendo dall’assunto che il bilancio di un museo

non potrà mai concludersi in pareggio senza il finanziamento da parte

delle autorità pubbliche o di sponsor privati, i servizi al pubblico con-

tribuiscono, in forme significative, a produrre una fonte di reddito per

sostenere le spese necessarie alla gestione, a partire dalla manuten-

zione e dal restauro delle collezioni.

Strategie di marketing adeguate, come la possibilità di accesso ester-

no ai bookshop e alle caffetterie e dunque con orari indipendenti da

quelli del museo, non solo rendono maggiormente redditizi questi

servizi, ma consentono di avvicinare alla cultura un pubblico che nor-

malmente non frequenta i musei, magari perché gli orari di visita non

sono adeguati rispetto alle sue esigenze. La finalità complessiva è di

realizzare servizi di qualità in grado di animare la vita di una città.

Il risultato è che i ricavi da servizi al pubblico, ad esempio, in Francia

raggiungono 6 euro per visitatore (Louvre) e in alcuni casi anche 10

euro per visitatore (Grand Palais), mentre in Italia, laddove sono pre-

senti, non raggiungono i 2 euro a visitatore.

Naturalmente i servizi al pubblico di per se stessi non possono ren-

dere attrattivo un museo, se l’organizzazione delle collezioni non è

in grado di comunicare ad un’utenza diversificata (bambini, anziani,

utenti con disabilità diverse) i contenuti culturali dell’esposizione in

maniera chiara e comprensibile (anche con apparati illustrativi in più

lingue), di creare un’empatia con il visitatore, di renderlo partecipe di

quell’emozione che la storia e la creatività antiche e contemporanee

sono in grado di rendere.

Collezioni museali e servizi al pubblico efficaci rappresentano quegli

elementi essenziali e convergenti in grado di far propagare l’idea di un

museo attraente e di fidelizzare i visitatori.

30

Un’efficace capacità di comunicazione delle iniziative del museo, a

partire dall’utilizzo dei social network, completa questo efficace mo-

dello organizzativo: non si aderisce alla vita di una comunità culturale,

come è il museo, se non si è partecipi delle sue dinamiche culturali e

dei suoi progetti.

La situazione con cui la Direzione Generale si è dovuta confrontare è la

seguente: nell’autunno del 2012 le gare per i servizi al pubblico attiva-

te nel 2010 erano nella sostanza bloccate da una serie di ricorsi e, in al-

cuni casi, l’amministrazione dei Beni Culturali aveva dovuto attivare le

procedure di annullamento delle gare stesse in regime di autotutela.

Successivamente la stessa Autorità di Vigilanza sui Contratti Pubblici

ha evidenziato alcune criticità nelle procedure in atto.

A questo punto, considerate le aspettative non solo degli operatori

economici, ma anche dell’opinione pubblica nazionale verso l’attiva-

zione di nuove concessioni in grado di adeguare i servizi al pubblico

italiani agli standard europei, la Direzione Generale si è attivata su

tre fronti:

1) attivare momenti di confronto con le direzioni dei principali musei

europei e con i rispettivi ministeri della cultura per verificare i ri-

spettivi modelli di gestione e le soluzioni adottate per risolvere le

principali criticità;

2) verificare, attraverso consultazioni on line, le effettive esigenze

del pubblico;

3) attivare momenti di consultazione pubblica con gli operatori eco-

nomici del settore e con tutti i portatori d’interesse per valutare

tutte le proposte in grado di migliorare la qualità dei servizi e, più in

generale, dell’offerta culturale al pubblico.

A conclusione di questo necessario momento partecipativo, una com-

missione istituita presso la Direzione Generale ha proceduto a rive-

dere le precedenti linee guida, armonizzandole in primo luogo con le

indicazioni dell’Autorità di Vigilanza sui Contratti Pubblici.

Questo processo si è praticamente concluso e, con l’approvazione

del nuovo documento programmatorio da parte del Ministro, le nuove

linee guida saranno pubblicate, consentendo un rapido rinnovo delle

procedure gara da parte delle stazioni appaltanti del Ministero, alle

quali la Direzione Generale assicurerà il proprio supporto.

Si tratta, senza dubbio, di uno strumento di lavoro importante, cui

dovrà seguire una riflessione attenta da parte delle stesse stazioni

appaltanti. Senza una riflessione puntuale sulle soluzioni da adottare

per assicurare la sostenibilità economica dei servizi da mettere a gara,

senza la definizione di un progetto culturale specifico per ogni realtà

museale le procedure di affidamento potrebbero, infatti, non riuscire

ad assicurare un miglioramento della qualità dei servizi.

Se il tema della sostenibilità economica non si pone per i principali

31

musei ed aree archeologiche italiane, il problema si pone per la stra-

grande maggioranza dei musei italiani che al momento non sono inse-

riti nei principali circuiti di visita, ma che rappresentano un elemento

fondante del sistema museale italiano caratterizzato da un patrimonio

diffuso: l’Italia dalle cento città d’arte.

L’obiettivo è quello di consentire la presenza di adeguati servizi al pub-

blico anche in quei musei, a partire da piccole ma importanti attenzioni

per i visitatori, come la possibilità di pagare il biglietto e i servizi in ge-

nere con carte di credito o con bancomat. L’impegno delle Soprinten-

denze, dovrà orientarsi, in tali situazioni, per attivare tutte le sinergie

possibili con le amministrazioni locali finalizzare a costituire servizi di

rete, e, a livello più complessivo, a costruire progetti culturali di rilievo.

La finalità è di rendere il singolo museo o la rete dei musei attrattivi

sotto il profilo non solo economico, ma anche culturale: un riferimen-

to importante per il territorio e per le sue eccellenze. In questo sen-

so esperienze come arte card in Campania e la carta musei Torino,

nel Piemonte (con oltre 80.000 abbonati) rappresentano dei modelli

di gestione da sviluppare per fidelizzare il pubblico attraverso un si-

stema dinamico di servizi integrati e di costante informazione sulle

iniziative promosse congiuntamente da tutti gli attori di queste intese

territoriali.

Naturalmente questo sforzo viene richiesto anche ai grandi musei,

che, dotandosi di importanti progetti culturali, potrebbero migliorare

considerevolmente le loro performance e soprattutto soddisfare pie-

namente le proprie finalità di rango costituzionale.

In questo processo il ruolo delle Soprintendenze dovrà essere ancor

più attivo che in passato, non potendosi immaginare di delegare al

concessionario la soluzione di tutti i problemi.

E’ del tutto evidente che, in un momento di gravi crisi economica qua-

le è quello attuale e con una contrazione drammatica delle risorse che

lo Stato mette a disposizione della cultura, le difficoltà da affrontare si

presentano sempre più cogenti, ma solo un’alleanza strategica tra am-

ministrazione dei beni culturali, concessionari, enti locali e società ci-

vile può consentire una prospettiva di sviluppo. Inserirsi nel processo

educativo delle nuove generazioni, riuscire a comunicare in maniera

chiara e con strumenti adeguati, restituire delle emozioni, far riappro-

priare le comunità locali della propria identità sono obiettivi condivisi,

che possono avvicinare al museo i giovani e tutti coloro che considera-

no i musei una realtà statica, lontana dai problemi della gente.

Sul tema dell’accessibilità ampliata e dell’attrattività dei musei, la Di-

rezione Generale si è impegnata e si impegnerà sempre più nel soste-

nere i progetti delle Soprintendenze, per restituire alla cultura italiana,

nella qualità dei servizi, quella leadership europea che le spetta e che

rappresenta il presupposto per attribuirle, nel dibattito nazionale, una

centralità anche nella destinazione di risorse.

32

Tra gli ultimi atti di Governo, il Decreto Valore Cultura, che tra l’altro

restituisce alle Soprintendenze tutti i proventi derivanti dalla gestione

dei musei, rappresenta senza dubbio un primo risultato tangibile di un

rinnovato e concreto interesse verso la cultura.

Un protagonismo sempre maggiore delle Soprintendenze stesse nei

processi di diffusione e valorizzazione della cultura potrà, in maniera

determinante, rafforzare questo processo.

Turismo e Cultura: non più solo parole con l’accordo HERITY-MiBACT

Il 7 aprile 2006 è stato siglato l’accordo nazionale fra Ministero dei

Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e l’Organismo Internaziona-

le HERITY, per l’applicazione della certificazione di qualità HGES (HE-

RITY Global Evaluation System) ai luoghi della cultura di competenza

del Ministero.

Per musei, biblioteche, archivi, monumenti e siti archeologici si apriva

una innovativa opportunità per fotografare, sostenere e rafforzare gli

sforzi condotti per la valorizzazione, la conservazione, la comunicazio-

ne e il miglioramento dei servizi offerti, che sono le quattro macroaree

indagate da HERITY attraverso 186 parametri.

Chi oggi passi al Pantheon, al Castel S. Angelo, al Museo Nazionale

Archeologico di Napoli, all’Archivio di Stato di Roma, al Museo di Pa-

lazzo Venezia, alla partenopea Tomba di Virgilio, a S. Croce o S. Maria

Novella a Firenze, ne può vedere i risultati.

La certificazione HERITY permette al Ministero di avere un punto di

vista esterno mantenendo il proprio, perché questa si basa sul giudizio

dei responsabili dei luoghi, di specialisti internazionali di HERITY, e del

pubblico. Il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo

sa bene infatti che gestire il Patrimonio Culturale è un fatto di Qualità.

E sa che il miglioramento della qualità ha bisogno della collaborazione

di tutti, visitatori per primi. Il sistema aiuta i gestori a condurre meglio

il proprio bene, e informa meglio il visitatore sulle qualità del luogo

che visiterà.

Ecco il legame fra cultura e turismo.

Il risultato di questa fotografia è visi-

bile attraverso un “bersaglio” dove,

su una scala da 1 a 5, si apprezzano

Valore, Conservazione, Comunica-

zione e Servizi offerti per i tre anni

di validità della certificazione.

HERITY, attraverso il partenariato

permanente con UNESCO e Orga-

nizzazione Mondiale del Turismo,

ha stimolato meccanismi di promo-

zione dei risultati di questa certifi-

cazione in Italia e all’estero per i beni di enti locali, regioni, province,

Ministero dell’Interno, Agenzia del Demanio col recentissimo accordo

per Valore Dimore, privati e, naturalmente, per il MiBACT, senza alcun

costo per quest’ultimo in 8 anni.

DIREZIONE GENERALE PER LA VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO CULTURALEHERITY INTERNATIONAL

Direzione Generale per la Valorizzazione del

patrimonio culturaleDirettore Generale:

Anna Maria Buzzi

Via del Collegio Romano, 2700186 Roma

Tel. 06 6723 2925Fax 06 6723 2154

[email protected]

HERITY Italiac/o DRI

Via Emanuele Filiberto, 1700185 Roma

Tel./ Fax 06 7049 [email protected]

33

36 luoghi di Roma e Napoli hanno già composto i primi due itinerari a

certificazione HERITY nel centro storico dei due capoluoghi.

Fra gli attori principali di queste due iniziative, il Comune di Roma e la

Camera di Commercio di Napoli. Pronti altri 8 itinerari, fra cui quello,

caldeggiato dalla Curia, del centro di Firenze.

A disposizione gratuita del MiBACT sono ora una quantità di dati consi-

derevoli, utili per una evidenziazione delle priorità degli interventi tecni-

ci come per l’informazione al pubblico. Nuove banche dati, come quella

del Turismo, piuttosto che quelle già esistenti come Musei ID, Cultura

Italia e il sito istituzionale del Ministero possono ora arricchire l’Erario di

un valore in più, e rendere tangibile, anche in questo caso, la diffusione

dei dati al pubblico in ottemperanza alle procedure di Open Data.

A Dominican church begun in 1280, it wasbuilt on what was then the extreme outskirtsof Rome, as was customary for this religiousorder. It is Rome’s only ancient Gothic church,but like all the city’s churches it underwentfrequent renovations following contemporaryartistic trends.Two popes were elected thereduring the first half of the 15th century.The church houses Michelangelo’s Christ theRedeemer. The façade contains inscriptions

recalling theflooding ofthe TiberRiver after1400.

SANTA MARIA SOPRA MINERVA

A palace built on the highest part of the QuirinalHill, one of the seven hills of Rome. A magnificent Renaissance villa with gardens, itwas built on the ruins of an older building andwas soon an object of desire of the popes who believed that the area was healthier than the Vatican.It remained the main papal residence forseveral centuries and later became the official royal residence of the Kings of Italy.The Quirinale became the residence of the President of Italy notlong after the country became a Republic in

1946. One ofthe few resi-dences of ahead of statethat the pu-blic can visit.Open Sundaymornings.

PALAZZO DEL QUIRINALE

Construction of Santa Maria in Vallicella (better known as Chiesa Nuova) was begunin 1575 by St. Philip Neri (1515-1595). Theadjacent Oratory and Convent were designedby the architect Borromini and started in1600. The church, dedicated to the VirginMary,holds paintings by great artists such asRubens, Reni, Barocci, Pietro da Cortona andCaravaggio. It also houses the remains of St.Philip Neri, known for his ministration to pilgrims, children and the poor and ill in theRome of his day and now co-patron of Romewith Saints Peter and Paul. One of his mostjoyful creations was the “Visit to the Seven

Churches”,an urbanpilgrimageof greatbeauty thatset off fromthis church.

CHIESA NUOVA

Construction of the church was begun in1591. It was consecrated during the HolyYear of 1650.The dome (the highest after St.Peter’s) contains an illusionist fresco with aperspective from below. Puccini set the firstact of his “Tosca”at Sant’Andrea (the secondand third acts are set in Palazzo Farnese andon the terrace of Castel Sant’Angelo).The angel on the church’s ornate façade corresponding symmetrically with the one onthe top left corner, is missing. One

explanationwas that thesculptor wasretal iatingfor criticismfrom his pa-tron.

SANT’ANDREA DELLA VALLE

The seat of the University of Rome, founded in1303 by Pope Boniface VIII (three years after thefirst Holy Year) was established here in 1557.During the Baroque period, the architect Bor-romini transformed the internal courtyard, a rectangular portico, inserting a universitychapel (Sant’Ivo).Today the church is open forSunday mass. The university remained there until Rome’s new university campus was completed in 1935. Today, the building hosts occasional exhibits and houses the StateArchives, a rich collection of documents that

scholars canconsult. Thebuilding alsoc o n t a i n s offices of theSenate of theR e p u b l i c ,closed to thepublic.

ARCHIVIO DE "LA SAPIENZA"

The world’s best preserved example of Romanmonumental architecture. Built by Agrippa in27 BC, but attributed to Hadrian (2nd cent. AD)by some historical sources, it was a templededicated to all the gods. The Pantheon wastransformed into a church in the 7th centuryAD, which explains its excellent state of preservation despite repeated pillage. The diameter of the dome, a hemisphere with the monument’s only opening in the center, iswider than St. Peter’s.The church contains thesepulchers of Raffaello and Baldassarre Peruzzi.

The tombsof the Kingsof Italy wereadded afterthe LateranTreaty wassigned in1929.

PANTHEON

The fortress-palace built around the ruins of anolder building in the mid-15th century wasone of Rome’s first palaces with a courtyard,portico and loggia. Papal residence and embassy of the Republic of Venice (giving thebuilding its name), it was used by Austria andthen returned to Italy after World War I.It has housed the Museum of Palazzo Veneziawith its medieval and Renaissance collection since 1919.After World War II (whenthe museum was closed and special permission

was needed to visit), it reopened as a national museum.

MUSEO DI PALAZZO VENEZIA

A Mausoleum built at the same time as Pons Aelius (today Ponte Sant’Angelo) by theEmperor Hadrian (2nd century AD). For centuries,a castle-fortress (with historic prisonsand courtyards used for executions) and papalresidence (the Farnese apartment),this is whereGiacomo Puccini set the tragic finale of hisopera Tosca. Today the monument is a museum with a magnificent vista of Rome andthe Vatican.The significance of Castel Sant’An-gelo can be fully appreciated from the Passet-to,a long fortified passageway connecting the

castle to theV a t i c a nPalaces, andby walkingalong themoat sur-rounding it.

CASTEL S. ANGELO

The score on the “target” of

every site certified by HERITY

is the result of the assessment

of site directors, HERITY

experts and the public, i.e. you.

If you think that the HERITY

target does not correspond to

what you saw, feel free to

e-mail us at [email protected] and

tell us what you think is better,

or worse. You’ll help site

managers improve and give

future visitors more accurate

information.

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The church was begun 1626 as a Jesuit seminary because the older building wastoo small (known as Collegio Romano, theseminary housed up to 3,000 students!).A painting depicts St. Ignatius entering Paradise and the Four Corners of the Worldwhere the Company of Jesus—founded bythe saint—operated. These magnificent illusionist paintings adorning the flat dome-like ceiling are the work of Fra

Andrea Pozzo,the brilliantmaster oftrompe d’oeil,who was an assistantcook in themonastery.

S. IGNAZIO

Rome’s largest private art collection comprises furniture, ancient statuary andclose to 400 paintings. The latter collection includes works by Caravaggio, Flemish masters and Jan Brueghel the elder,still hungas they were in 1765. The gallery is in thenorth-east wing of the huge Doria Pamphiljpalace, built between 1500 and 1800.Today,you can see the dazzling world of Roman nobility in all its splendour and admire two authentic masterpieces set side by side: a

bust and aportrait ofPope Inno-cence X, byBernini andVelázquez,respectively.

GALLERIA DORIA PAMPHILJ

The present church, begun in 1600 and assigned to the Cistercian monks is a minorexample of Roman Baroque design with later renovations. The church façade is commonly known as the “canebrake”because of the rows of columns. It holds thepraecordia (embalmed hearts and viscera)of most popes from Sixtus V to Leo XIII kepthere because the area was once the papalparish comprising Palazzo del Quirinale, thepapal residence. During his visit to Bulgaria,

Pope JohnPaul II grantedthe Bulgarian O r t h o d o xChurch its usefor “liturgicalpurposes”.

SANTI VINCENZO E ANASTASIO

The French national church, it was commissioned in 1518 by Cardinal Giulio deMedici, the future Pope Clement VII and builtadjacent to the family palace (today’s PalazzoMadama) following redistribution of lands todifferent nations by the papacy.The first sacredpaintings by Caravaggio—a cycle of three onthe life of St. Matthew—are to be found inthe chapel of the French Cardinal Matteo Contarelli. The best of the three with its

captivating spirituality isthe Calling ofSt. Matthew.

S. LUIGI DEI FRANCESI

34

Fra questi, i dati sull’accessibilità. Secondo uno studio pubblicato da

HERITY nel 2002, le componenti accessibilità fisica, accessibilità cul-

turale ed accessibilità economica non sono scindibili per un corretto e

democratico accesso all’informazione ed alla cultura.

In questo senso, l’Italia è ancora in ritardo, rappresentando condizioni

adeguate per l’accessibilità solamente nel 18% dei casi, diversamen-

te dall’Europa che si attesta sul 42%.

L’accordo stretto da HERITY con IsNaRT, espressione di Unioncamere,

permetterà inoltre di promuovere congiuntamente anche gli esercizi

turistici delle località con beni certificati HERITY.

Attraverso l’accordo con HERITY, il MiBACT intende migliorare la frui-

bilità del patrimonio culturale, non soltanto con eventi di promozione a

grande partecipazione ma puntuali nel tempo, a volte episodici, ma con

azioni permanenti e di respiro internazionale che permettano, attraverso

un adeguato benchmarking, di misurare le perfomances del ricchissimo

Patrimonio Italiano.

35

Roman Colonial Landscapes: Ager Venusinus

Antonio De Siena

L’esigenza di approfondire le attuali conoscenze sulle tematiche inse-

diative coloniali romane nel territorio venusino ha portato la Soprinten-

denza della Basilicata a coinvolgere istituzioni nazionali e internazionali

nella realizzazione di un progetto condiviso.

Il territorio era stato già oggetto di survey estensivi e intensivi su un’area

di oltre 1000 kmq, condotti nel corso di quasi un ventennio tra la valle

dell’Ofanto e le pendici del Vulture (direzione: Paolo Sommella, Sapien-

za Università di Roma 1; coordinamento: Maria Luisa Marchi, Università

degli Studi di Foggia), i cui risultati sono poi confluiti nella “Forma Ita-

liae” (M.L. Marchi, G. Sabbatini, “Venusia”, 1996; G. Sabbatini, “Ager

Venusinus I”, 2001; M.L. Marchi, “Ager Venusinus II”, 2010).

Nel 2002, su iniziativa del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali

in collaborazione con l’Università degli Studi di Roma La Sapienza e

con la partecipazione dell’Università degli Studi di Foggia e del CNR, è

stato programmato un progetto di “Censimento per la Cartografia Ar-

cheologica” che, sul modello della “Carta Archeologica d’Italia” (CAI),

ha avuto l’obiettivo di implementare il GIS già elaborato e di realizzare

anche per questo territorio una sorta di “catasto archeologico” in gra-

do di fotografare una situazione in continua evoluzione.

L’area è da tempo oggetto di grandi interventi infrastrutturali, quali la

realizzazione della strada Bradanica e il sistema di opere connesse con

la costruzione del complesso melfese della Fiat e del suo indotto. Re-

centemente, inoltre, il territorio è stato scelto come area privilegiata

per l’installazione di numerosi impianti di produzione di energia da fon-

te eolica, con il conseguente aumento del rischio di compromettere la

conservazione dell’ingente patrimonio archeologico.

Le indagini svolte hanno permesso, infatti, di documentare la situazio-

ne precedente a tali interventi, consentendo talvolta di raggiungere un

livello di pianificazione territoriale delle opere e di porre in atto misure

di salvaguardia e tutela di un’area di grande interesse archeologico.

Il contributo delle tecnologie innovative non invasiveIl nuovo progetto ha come obiettivo principale l’approfondimento delle

conoscenze del modello insediativo relativo alla prima colonizzazione

romana dell’area e si avvale di avanzati metodi di indagine e di tecno-

logie innovative integrate.

Nei siti individuati e nell’intero territorio circostante è attualmente in

corso un lavoro di indagine ad ampio spettro che prevede l’utilizzo di:

- immagini da satellite:

• immagini ad alta risoluzione nelle bande del visibile e dell’infrarosso;

• modelli numerici del terreno da sensori laser attivi;

• scansioni TerraSAR-X ad alta risoluzione;

• fotogrammi multi-banda a diversa frequenza;

- fotogrammi storici d’archivio ed immagini digitali oblique moderne:

DIREZIONE REGIONALE PER I BENI CULTURALI E PAESAGGISTICI DELLA BASILICATA DIREZIONE GENERALE PER LE ANTICHITÀSoprintendenza per i Beni Archeologici della Basilicata

Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Basilicata Direttore Regionale: Attilio MauranoCoordinatori per la comunicazione: Elvira Pica, Massimo Carriero

Corso XVIII Agosto 1860, 8485100 PotenzaTel. 0971 328111 Fax 0971 328220 [email protected]

Direzione Generale per le Antichità Direttore Generale: Luigi Malnati

Via di San Michele, 22 00153 Roma Tel. 06 6723 4700 Fax 06 6723 4750 www.archeologia.beniculturali.it [email protected] [email protected]

Soprintendenza per i Beni Archeologicidella BasilicataSoprintendente: Antonio De SienaReferente per la comunicazione: Lucia Moliterni

Via Andrea Serrao, 11 Palazzo Loffredo85100 Potenza Tel. 0971 323111Fax 0971 323261 [email protected] www.archeobasilicata.beniculturali.it

Università degli Studi di FoggiaDipartimento Studi Umanistici - Lettere, Beni Culturali, Scienze della Formazione

Università di LeidaFacoltà di Archeologia

Reale Istituto Neerlandese a Roma

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• fotogrammi di archivio della Prima e Seconda Guerra Mondiale

dall’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione (Aerofo-

toteca presso l’ICCD di Roma), assieme alle strisciate del “Volo

Base” (principalmente dall’Istituto Geografico Militare di Firenze);

• ricognizioni aeree - su percorsi pianificati - in precisi periodi dell’an-

no e in definite finestre orarie (per massimizzare l’acquisizione di

informazioni evidenziate da diverse condizioni di luce) per il moni-

toraggio del territorio e delle mutazioni provocate o favorite dall’in-

tervento agricolo;

- documentazione fotografica e fotogrammetrica da drone:

• immagini digitali nel visibile e nell’infrarosso-vicino di aree defi-

nite, ad alta risoluzione ed automaticamente georeferenziate, in

fasi seminative diverse per potenziare - attraverso lo studio meto-

dologico - la comprensione delle dinamiche di interazione uomo-

paesaggio naturale in tempi storici;

- indagini geofisiche:

• scansione integrata multi-sensore e su larga scala delle potenziali

aree insediative.

I dati ricavati da queste applicazioni e archeologicamente interpreta-

ti, unitamente alle ricerche d’archivio storico e alle nuove ricognizioni

condotte sul territorio consentiranno di implementare il GIS ai fini della

tutela ancor più nell’urgenza determinata dalla verifica di compatibilità

con i nuovi impianti.

Fig. 1 - Modello tridimensionale (ricostruito in fotogrammetria da immagini d’archivio dell’ICCD) del sito di Allam-prese con localizzazione (in rosso) delle attestazioni da ricognizione

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Gli Etruschi in un tocco: viaggi istantanei tra Museo e Necropoli a CerveteriLuca Mercuri, Rita Cosentino

Il progetto “Cerveteri e gli Etruschi” nasce nell’ambito del Distretto

Tecnologico per i Beni e le Attività Culturali del Lazio, scaturito dall’Ac-

cordo di Programma Quadro sottoscritto da Regione Lazio, MIUR,

MiSE e MiBACT. Il Distretto è gestito da Filas, società regionale de-

dicata al sostegno dei processi di sviluppo e innovazione del tessuto

imprenditoriale del Lazio.

L’iniziativa è stata sviluppata in due luoghi distinti, la Necropoli della

Banditaccia di Cerveteri e il Museo Nazionale Cerite, con un originale

sistema di fruizione che permette di miscelare mondo reale e mondo

virtuale. Punto di partenza è stata la volontà di superare la distanza tra

la visita delle tombe della Banditaccia e l’osservazione dei corredi rin-

venuti nelle tombe stesse, esposti al Museo Cerite. E’ stata dunque

realizzata, con strumenti tecnologici innovativi, l’interazione tra questi

due luoghi, offrendo al visitatore un’immagine finalmente unitaria e

tridimensionale degli Etruschi tra rituale funerario e vita quotidiana.

Il Sistema Multimediale è stato progettato per animare i luoghi e gli

oggetti che possono così raccontare in prima persona le loro storie al

visitatore, non solo italiano, con narrazioni multilingua. Linee lumino-

se, ologrammi, proiezioni, musiche, suoni e racconti accompagnano il

visitatore in un viaggio suggestivo e sorprendente.

Alla Banditaccia, nella Sala Mengarelli, il pubblico è accolto da un fil-

mato introduttivo sulla storia della necropoli e da un video che, con

tecnica tridimensionale stereo, permette ai principali reperti attual-

mente conservati nei musei di “tornare a Cerveteri” e ricomparire in

3D all’interno della sala. Segue la visita alla Necropoli, dove, in quattro

delle numerose tombe, il pubblico vede rinascere dal passato, attra-

verso ricostruzioni virtuali, effetti grafici e filmati, le strutture murarie,

le decorazioni, gli arredi e i riti compiuti al momento della deposizione

DIREZIONE REGIONALE PER I BENI CULTURALI E PAESAGGISTICI DEL LAZIODIREZIONE GENERALE PER LE ANTICHITÀ Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale

Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del LazioDirettore Regionale: Federica GalloniCoordinatore per la comunicazione: Eleonora Ferraro

Via di San Michele, 22 00153 RomaTel. 06 6723 4000 Fax 06 6723 4787 [email protected]

Direzione Generale per le Antichità Direttore Generale: Luigi Malnati

Via di San Michele, 22 00153 Roma Tel. 06 6723 4700 Fax 06 6723 4750 www.archeologia.beniculturali.it [email protected] [email protected]

Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria MeridionaleSoprintendente: Alfonsina Russo

P.le di Villa Giulia, 900196 RomaTel. 06 3226571Fax 06 3202010sba-em@beniculturali.itwww.etruriameridionale.beniculturali.it

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del defunto. Nel Museo, invece, Piero Angela accoglie il visitatore in

un filmato introduttivo in cui descrive la storia di alcuni oggetti emble-

matici che si incontrano lungo il percorso. Il pubblico può poi interagire

direttamente con i reperti esposti, semplicemente sfiorando le quat-

tro vetrine interattive trasformate in autentici touch screen.

Gli oggetti inizieranno così ad animarsi, raccontando attraverso la voce

del narratore la loro storia. E’ un’affascinante descrizione della loro

creazione, dell’uso a cui erano destinati e dei personaggi che li aveva-

no commissionati. Un modo per svelare il loro vero significato.

Al fine di consentire la massima fruizione, e in considerazione della

favorevole accoglienza da parte del pubblico del progetto multime-

diale, sono previste implementazioni dello strumento tecnologico in-

terattivo: nel Museo sarà riproposto in alcune delle vetrine del piano

superiore mentre alla Necropoli è prevista la realizzazione di percorsi

finalizzati alla fruizione delle tombe multimediali per persone diversa-

mente abili. E’ inoltre in fase di realizzazione la totale copertura WiFi

nell’area della necropoli, per permettere al pubblico di utilizzare anche

le applicazioni per Smartphone che sono state progettate al fine di

integrare le visite multimediali con altre opzioni, quali la visualizzazione

delle sepolture sulla mappa, la scelta di percorsi tematici, l’ascolto di

approfondimenti audio. Il carattere evocativo del progetto multime-

diale, in cui la divulgazione e la comunicazione svolgono un ruolo cen-

trale, punta a coinvolgere un segmento sempre più ampio di pubblico

internazionale, con ricadute positive sia in termini diretti che indiretti,

con particolare attenzione al settore turistico e all’indotto locale.

Il progetto è stato finanziato dalla Regione Lazio nel 2009 e la prima

parte del percorso multimediale delle tombe della Banditaccia, la cui

fase sperimentale ha avuto inizio nel 2010, è stata aperta al pubblico

nel marzo del 2012; l’allestimento interattivo al Museo Nazionale Ce-

rite è stato invece inaugurato il 13 maggio 2013.

Ente:Soprintendenza

per i Beni Archeologica dell’Etruria Meridionale

Titolarità del bene oggetto dell’intervento:

Pubblica

Proprietario: Demanio dello Stato,

ramo Beni Culturali

Luogo dell’interventoMuseo Nazionale Cerite,

Piazza Santa Maria, 00053 - Cerveteri (RM)

Necropoli della Banditaccia, Piazzale Mario Moretti

(già della Necropoli), 00053 - Cerveteri (RM)

PersonaleResponsabile scientifico:

Alfonsina Russo (SBAEM, Soprintendente)

Rita Cosentino (SBAEM, Direttore Museo Nazionale Cerite)

Coordinatore: Rita Cosentino (SBAEM, Direttore Museo

Nazionale Cerite)Esperti:

Piero Angela, Paco Lanciano (Società Mizar)

Collaboratori: Società Mizar - Personale Tecnico

SBAEM

Finanziamento: Pubblico

PatrociniMiBACT

MiSEMiUR

Regione LazioComune di Cerveteri

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La tomba della Pulcella a Tarquinia: il percorso inVisibileMaria Gabriella Scapaticci, Enrico Calcara

La tomba della Pulcella si trova nella grande Necropoli etrusca dei

Monterozzi, inserita insieme a quella di Cerveteri nel patrimonio UNE-

SCO dal 2004: l’ampia fruibilità di questo ipogeo, affacciato sul ripi-

do fianco settentrionale del colle, scenograficamente rivolto verso la

“Civita” - la città dei vivi - è l’obiettivo di un progetto promosso dalla

Direzione Generale per la Valorizzazione del MiBACT.

Si tratta, del resto, dell’unica tomba dipinta che consenta al pubblico

di avere la sensazione di entrare nelle viscere della terra per scoprine

i segreti, senza elementi moderni che alterino la percezione del pae-

saggio archeologico. Datata ai decenni finali del V sec a.C. fu scoperta

nel 1865 e deve il suo nome alla figura di una giovane ancella (pulcella)

dipinta sulla parete sinistra.

Il nuovo percorso di visita è stato pensato per consentire anche ai visita-

tori con disabilità di godere pienamente del luogo, prolungando l’attuale

percorso che dalla Tomba dei Giocolieri arriva alla Tomba Pallottino.

Sarà realizzata una mappa visiva-tattile dell’intera area da posizionare

all’ingresso, per offrire subito al pubblico la percezione della vastità e

dell’articolazione dello spazio di visita.

Il percorso manterrà un andamento semplice e regolare, privo di qual-

siasi barriera architettonica. Si prevedono specifiche aree a suggerire

la sosta momentanea o il cambio di direzione, nonché un corrimano

che permetta l’appoggio immediato e sia facilmente afferrabile sia per

i bambini che per gli adulti. Per l’orientamento dei visitatori ipoveden-

ti e non vedenti sarà

realizzata un’adeguata

segnaletica, inserendo

parti di differenti mate-

riali in corrispondenza

dell’inizio e della fine

dei punti di sosta. Tali

aree attrezzate, che sa-

ranno individuate per la

bellezza del panorama,

per la possibilità di so-

stare all’ombra o per

specifica scelta didatti-

ca, saranno segnalate

con una pavimentazio-

ne di differente tessitu-

ra, tale da garantirne il

riconoscimento imme-

diato.

DIREZIONE REGIONALE PER I BENI CULTURALI E PAESAGGISTICI DEL LAZIODIREZIONE GENERALE PER LE ANTICHITÀ Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale

Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del LazioDirettore Regionale: Federica GalloniCoordinatore per la comunicazione: Eleonora Ferraro

Via di San Michele, 22 00153 RomaTel. 06 6723 4000 Fax 06 6723 [email protected]

Direzione Generale per le Antichità Direttore Generale: Luigi Malnati

Via di San Michele, 22 00153 Roma Tel. 06 6723 4700 Fax 06 6723 4750 www.archeologia.beniculturali.it [email protected] [email protected]

Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria MeridionaleSoprintendente: Alfonsina Russo

P.le di Villa Giulia, 900196 RomaTel. 06 3226571Fax 06 3202010sba-em@beniculturali.itwww.etruriameridionale.beniculturali.it

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La visita, concepita come un percorso iniziatico di conoscenza, sarà

accompagnata da pannelli esplicativi, tutti in italiano, inglese e braille.

Per agevolare la visione a distanza da parte di gruppi e scolaresche,

ogni pannello sarà dotato, nella sua porzione superiore, di un riquadro

a caratteri più visibili, con le indicazioni essenziali.

Culmine del percorso sarà il punto panoramico, affacciato sulla Civita,

dove saranno predisposti un video e un grande pannello con riprodu-

zione dello skyline, anche in versione tattile, che orienterà il visitato-

re nell’osservazione del suggestivo profilo naturale di colline, tanto

decantato da D.H. Lawrence che nel 1927 così scriveva: “di colpo ci

affacciamo su uno dei paesaggi più straordinari che abbia mai visto, la

vergine essenza di questa campagna di verdi colline”.

Ma, affinché, il meraviglioso scenario possa essere colto da tutti sarà

disponibile anche un’efficace descrizione audio dello stesso.

L’ambizione del progetto, dunque, è quella di promuovere da un lato la

piena fruibilità da parte di tutti di un monumento straordinario, dall’al-

tro trasmettere la godibilità di un paesaggio archeologico miracolosa-

mente ancora non aggredito dalle costruzioni moderne e che conser-

va ancora in se stesso le ragioni della sua eccellenza, universalmente

riconosciuta.

Ente: Soprintendenza per i Beni Archeologica dell’Etruria

Meridionale

Titolarità del bene oggetto dell’intervento:

Pubblica

Proprietario: Demanio dello Stato,

ramo Beni Culturali.

Luogo dell’intervento:Necropoli dei Monterozzi,

loc. “Calvario” (Comune di Tarquinia, Vt)

PersonaleResponsabile scientifico:

Alfonsina Russo (SBAEM, Soprin-tendente),

Maria Gabriella Scapaticci, (SBAEM, Direzione Museo Arche-

ologico Nazionale Tarquiniense), Enrico Calcara (SBAEM)

Coordinatore: Maria Gabriella Scapaticci

(SBAEM)Esperti:

Enrico Calcara (SBAEM)Personale Tecnico SBAEM

Finanziamento: Pubblico

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Interventi per la valorizzazione del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia. “Il Museo animato. Gli Etruschi in 3D a Villa Giulia”Rita Cosentino

Il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, forse il più importante al

mondo dedicato all’arte e alla civiltà degli Etruschi, sta attuando una

politica di rinnovamento delle forme di comunicazione tese a valorizza-

re ulteriormente le già straordinarie collezioni archeologiche.

I progetti messi in campo, tra loro strettamente collegati, si articolano

su due differenti binari.

Il primo, più tradizionale, affida ad una serie di audioguide tematiche la

comprensione della cultura etrusca. L’altro si innesta sulle potenzialità

che l’innovazione tecnologica consente di sviluppare, aprendo la strada

a nuovi modelli di fruizione. In questo percorso grande rilievo assume

la collaborazione con il CINECA, il prestigioso Consorzio Interuniversi-

tario, punto di riferimento unico in Italia per l’innovazione tecnologica

volta anche alla valorizzazione dei beni culturali. Il Museo intende così

proporsi sempre di più quale centro di cultura aperto alle giovani gene-

razioni, “geneticamente” più predisposte verso la comunicazione mul-

timediale, senza tuttavia trascurare le altre fasce di pubblico alle quali si

offrono esperienze “emozionali” attuate con l’ausilio della tecnologia.

Al centro di questi processi innovativi sono alcune delle opere più signi-

ficative ed importanti del Museo, capolavori assoluti dell’arte etrusca.

Al Sarcofago degli Sposi e al Ciclo statuario dell’Apollo di Veio è de-

dicato il progetto “Apa l’Etrusco sbarca a Roma” che si prevede di

completare nell’autunno del 2014.

L’acquisizione del Sarcofago degli Sposi in laser scanning e con tecni-

che fotogrammetriche consente la realizzazione di un modello digitale

in scala 1:1, che potrà essere visualizzato in un’ambientazione sce-

nografica “emozionale” non solo nel percorso del Museo; infatti la

trasportabilità del prodotto darà la possibilità di un’esposizione virtuale

a più ampio raggio, allargando i confini della conoscenza e la promo-

DIREZIONE REGIONALE PER I BENI CULTURALI E PAESAGGISTICI DEL LAZIODIREZIONE GENERALE PER LE ANTICHITÀ Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale

Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del LazioDirettore Regionale: Federica GalloniCoordinatore per la comunicazione: Eleonora Ferraro

Via di San Michele, 22 00153 RomaTel. 06 6723 4000 Fax 06 6723 [email protected]

Direzione Generale per le Antichità Direttore Generale: Luigi Malnati

Via di San Michele, 22 00153 Roma Tel. 06 6723 4700 Fax 06 6723 4750 www.archeologia.beniculturali.it [email protected] [email protected]

Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria MeridionaleSoprintendente: Alfonsina Russo

P.le di Villa Giulia, 900196 RomaTel. 06 3226571Fax 06 3202010sba-em@beniculturali.itwww.etruriameridionale.beniculturali.it

42

zione del patrimonio culturale del Museo di Villa Giulia.

L’attrattività per i più giovani è data da un breve cartoon 3D in stereosco-

pia dedicato al tempio di Portonaccio a Veio, che ha restituito lo spettaco-

lare ciclo scultoreo con Apollo, Eracle e altre divinità, esposto nel Museo.

Ati, una giovane ed elegante dama etrusca, farà da guida al visitatore

della sala con un racconto accattivante, portandolo via via a conoscere la

storia del santuario, ricostruendo la struttura e la decorazione del tempio,

conducendolo anche all’esterno alla scoperta della ambientazione e del

paesaggio nel quale si inseriva.

Ad Eufronio e ai suoi due capolavori restituiti in anni recenti da musei

stranieri al Museo di Villa Giulia sarà dedicata, in un rinnovato percor-

so, una sala che si avvarrà anche in questo caso del supporto della

comunicazione digitale.

L’animazione “Eufronio racconta la guerra di Troia”, prodotto da

Techvision Sistemi Multimediali Srl, permette di comprendere fino in

fondo le scene tratte dai poemi omerici che il grande artista ateniese

ha “sintetizzato” con grande maestria sul famoso cratere e sulla mo-

numentale coppa alla fine del VI sec. a. C.

Ente: Soprintendenza per i Beni Archeologica dell’Etruria

Meridionale

Titolarità del bene oggetto dell’intervento:

Pubblica

Proprietario: Demanio dello Stato

Luogo dell’interventoMuseo Nazionale Etrusco

di Villa Giulia

PersonaleResponsabile scientifico:

Alfonsina Russo (SBAEM, Soprintendente),

Rita Cosentino, Maria Anna De Lucia (SBAEM, Direttori Archeologi Coordinatori)

Coordinatore: Rita Cosentino, Maria Anna De

Lucia (SBAEM, Direttori Archeologi Coordinatori)

Esperti: CINECA

Collaboratori: Società Technovision s.r.l. Personale Tecnico SBAEM

Finanziamento: Pubblico/Privato

43

Vulci. Luoghi d’immortalitàSimona Carosi, Patrizia Petitti

La Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale sta

attuando, grazie ad un finanziamento europeo (Fondo Porfesr), un pro-

getto che prevede la piena accessibilità ed una nuova fruibilità di alcu-

ne aree delle più significative necropoli vulcenti.

Le vestigia di Vulci sono ad oggi visitabili, all’interno del Parco Archeo-

logico Naturalistico, in un percorso che si snoda soprattutto attraverso

la città etrusca e romana “dei vivi”, permettendo la visita di importan-

ti monumenti come il tempio grande, le mura, le porte e la viabilità

principale, la Domus del Criptoportico e quella del mitreo, senza trala-

sciare scorci di valore paesaggistico come il laghetto del Pellicone e

l’“orrido” del fiume Fiora.

Il progetto di valorizzazione qui presentato è incentrato sulla restituzio-

ne al pubblico del percorso viario che, a partire dal gigantesco tumu-

lo della Cuccumella, si collega alla necropoli orientale di Ponte Rotto

passando per le Tombe del Delfino, per la Tomba delle Iscrizioni, la

Tomba François e per il complesso delle Tombe dei Sarcofagi e dei

Tori, testimonianza della magnificenza delle tradizionali famiglie aristo-

cratiche. Sul lato settentrionale della città antica, l’attività si concentra

sullo studio e la fruizione delle eccezionali recenti emergenze della

Necropoli dell’Osteria: attraverso l’elaborazione di un piano di riquali-

ficazione ad hoc, che coniuga ricerca e valorizzazione, sarà possibile

non solo entrare all’interno della monumentale tomba della Sfinge, ma

assaporare l’atmosfera del vero paesaggio etrusco, grazie alla piantu-

mazione delle antiche specie vegetali, a noi note a seguito delle analisi

paleobotaniche dei resti rinvenuti durante lo scavo.

DIREZIONE REGIONALE PER I BENI CULTURALI E PAESAGGISTICI DEL LAZIODIREZIONE GENERALE PER LE ANTICHITÀ Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale

Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del LazioDirettore Regionale: Federica GalloniCoordinatore per la comunicazione: Eleonora Ferraro

Via di San Michele, 22 00153 RomaTel. 06 6723 4000 Fax 06 6723 [email protected]

Direzione Generale per le Antichità Direttore Generale: Luigi Malnati

Via di San Michele, 22 00153 Roma Tel. 06 6723 4700 Fax 06 6723 4750 www.archeologia.beniculturali.it [email protected] [email protected]

Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria MeridionaleSoprintendente: Alfonsina Russo

P.le di Villa Giulia, 900196 RomaTel. 06 3226571Fax 06 3202010sba-em@beniculturali.itwww.etruriameridionale.beniculturali.it

44

Queste ultime sono soltanto un aspetto delle indagini svolte che han-

no affiancato alle consuete modalità di approccio all’antico, analisi

archeometriche che consentono l’incrocio di classi di dati di diversa

natura, consentendo tra l’altro la ricollocazione delle comunità antiche

nell’ambiente originario.

In questo stesso approccio rientra anche la approfondita fase diagno-

stica che ha preceduto gli interventi di consolidamento, conservazione

e restauro veri e propri, sia dei beni mobili che immobili, resi possibili

dal Laboratorio di Diagnostica e Restauro del Parco Archeologico di

Vulci, situato a Montalto di Castro.

Il percorso potrà continuare persino sull’area attualmente in corso di sca-

vo, nei pressi della Tomba “delle mani d’argento”, grazie ad una passe-

rella mobile e sopraelevata che permetterà al visitatore di osservare in

itinere il lavoro degli archeologi e degli esperti che collaborano allo scavo.

Il progetto prevede la sistemazione di adeguata segnaletica, di pannel-

li esplicativi e di punti di sosta nei due settori, compatibili con quelli già

esistenti nel Parco.

La valorizzazione dei due comparti della Necropoli dell’Osteria e della

Necropoli di Ponte Rotto permetterà di ricomporre fisicamente in un

unico percorso i luoghi dei vivi e i luoghi “dell’immortalità” di una me-

tropoli etrusca.

Ente: Soprintendenza per i Beni Archeologica dell’Etruria

Meridionale

Titolarità del bene oggetto dell’intervento:

Pubblica

Proprietario: Demanio dello Stato,

ramo Beni Culturali.

Luogo dell’intervento:Parco Archeologico Naturalistico

di Vulci-Necropoli Orientali (Comune di Canino, Vt) e Necropoli

dell’Osteria (Comune di Montalto di Castro, Vt)

PersonaleResponsabile scientifico:

Alfonsina Russo (SBAEM, Soprintendente),

Patrizia Petitti, Simona Carosi (SBAEM, Direzione Museo del

Castello della Badia di Vulci)

Coordinatore: Patrizia Petitti, Simona Carosi (SBAEM, Direzione Museo del

Castello della Badia di Vulci)Esperti:

Rita Vargiu, Piera Santoro (antropologia fisica),

Eugenio Cerilli (Geopaleontologia), Marco Marchesini (paleobotanica)

Collaboratori: Società Mastarna-Personale

Tecnico SBAEM

Finanziamento: Pubblico

45

Archeologia di un territorio: il Museo Archeologico di Chiavari e il Sistema Museale di Sestri Levante e di Ca-stiglione Chiavarese Fabrizio Benente, Nadia Campana

La narrazione dell’antico popolamento del Tigullio si svolge in tre poli

museali tra loro complementari: il Museo Archeologico di Chiavari e i

due poli, da poco inaugurati, del Sistema Museale di Sestri Levante e

di Castiglione Chiavarese.

Nelle tre sedi museali hanno trovato vetrina gli esiti delle indagini rea-

lizzate, in gran parte dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della

Liguria, nel comprensorio del Tigullio.

Nel Museo Archeologico di Chiavari, inaugurato nel 1985, sono ap-

profondite le tematiche incentrate sulle testimonianze portate alla luce

nel corso degli scavi effettuati a Chiavari tra il 1959 e il 1969, relative a

un approdo dell’Età del Bronzo (1300-900 a.C.) e a una necropoli ad in-

cinerazione dell’Età del Ferro (730–620 a.C. circa), la più ampia e monu-

mentale ad oggi conosciuta dell’antico popolo dei Liguri. La necropoli

ad incinerazione si articolava in tre gruppi di recinti, forse corrisponden-

ti a diversi clan; all’interno dei recinti erano le tombe a cassetta.

Nelle urne cinerarie erano contenuti, oltre alle ceneri dei defunti, gli

oggetti di corredo, diversi ed emblematici a seconda del sesso e del

censo. I ricchi corredi indicano che il gruppo umano insediato a Chia-

vari, appartenente alla tribù ligure dei Tigullii, disponeva di un’articola-

zione sociale evoluta e godeva di una certa prosperità, conseguente

ad attività di scambi marittimi con i mercanti Etruschi e Greci.

DIREZIONE REGIONALE PER I BENI CULTURALI E PAESAGGISTICI DELLA LIGURIADIREZIONE GENERALE PER LE ANTICHITÀ Soprintendenza per i Beni Archeologici della Liguria

Direzione Regionale per i Beni Culturalie Paesaggistici della LiguriaDirettore Regionale: Maurizio GallettiCoordinatore per la comunicazione: Luisa De Marco

Via Balbi, 1016100 GenovaTel. 010 2488010.8008 Fax 010 [email protected]

Direzione Generale per le Antichità Direttore Generale: Luigi Malnati

Via di San Michele, 22 00153 Roma Tel. 06 6723 4700 Fax 06 6723 4750 www.archeologia.beniculturali.it [email protected] [email protected]

Soprintendenza per i Beni Archeologici della LiguriaSoprintendente: Bruno Massabò

Via Balbi, 1016126 GenovaTel. [email protected]

Museo Archeologico di ChiavariDirettore: Nadia Campana

Via Costaguta, 416043 ChiavariTel. 0185 [email protected]

Sistema Museale di Sestri Levante e di Castiglione ChiavareseDirettore: Fabrizio Benente

Palazzo Fascie, Corso Colombo, 5016139 Sestri LevanteTel. 0185 [email protected]

Fig. 1 - Una vetrina del Museo Archeologico di Chiavari dedicata alla necropoli ad incinerazione dell’Età del Ferro

46

Nel MuCast, la sede del Sistema Museale di Castiglione Chiavarese,

inaugurata il 28 settembre 2013, viene affrontato il tema della archeolo-

gia mineraria in relazione alle rilevanti scoperte effettuate nel compren-

sorio e risalenti all’Età del Rame (a partire dal 3600 a.C.), con particolare

attenzione alla più antica miniera di rame ad oggi conosciuta in Europa

occidentale, quella di Monte Loreto, che si trova a poche centinaia di

metri dalla sede museale e che è in parte allestita per la visita.

Nella sezione archeologica del MuSeL, il Museo Archeologico e della

città di Sestri Levante, inaugurato il 20 aprile 2013, viene offerto al

Fig. 3 - Ricostruzione ipotetica dell’attività mineraria a Monte Loreto nell’Età del Rame al MuCast

Fig. 2 - Ricostruzione ipotetica di una cerimonia funebre nella necropoli di Chiavari

47

visitatore un inquadramento ampio e articolato della presenza umana

nel territorio del Tigullio, dalla preistoria alla romanizzazione.

I reperti litici rinvenuti nell’immediato entroterra di Sestri Levante co-

stituiscono l’avvio di una narrazione che affronta tematiche relative,

in particolare, alle interazioni, dinamiche e complesse, tra l’uomo e il

territorio a partire dal Paleolitico Medio, periodo a cui risalgono le più

antiche testimonianze di frequentazione umana rinvenute nel Tigullio.

L’esposizione si sviluppa cronologicamente, soffermandosi sul perio-

do in cui gli ultimi Neanderthal e i primi Sapiens si trovano a coabitare,

intorno a 40.000 anni fa, sugli stessi territori.

Numerosi siti, tra cui Valle Lagorara, la più ampia cava di diaspro a

cielo aperto conosciuta in Europa, apprezzabile nel Museo anche gra-

zie a suggestive riprese video, mostrano un popolamento diffuso del

Tigullio nell’Età del Rame, con un’economia fortemente incentrata sul-

la pastorizia e supportata dalla presenza di importanti risorse, quali il

diaspro e il rame.

Le evidenze archeologiche portate in luce in un sito d’altura alle spalle

del promontorio di Portofino, il Castellaro di Uscio, la cui frequentazio-

ne copre un lunghissimo periodo di tempo (dal Neolitico Finale fino

alla romanizzazione), fanno da sfondo alle vicende che si svolgono nel

Tigullio, in un periodo in cui, soprattutto a partire dall’Età del Bronzo

Finale (X sec a.C.), gli insediamenti tendono a stabilizzarsi in funzione

dello sfruttamento delle risorse agro-silvo-pastorali, del controllo delle

vie di transito e degli scambi marittimi.

Emerge un’organizzazione territoriale basata su nuclei abitativi spar-

si, costituiti da poche capanne, secondo una modalità insediativa che

persisterà anche in età romana, quando piccoli insediamenti erano

localizzati in corrispondenza dei nodi di collegamento della viabilità e

sulla costa, in prossimità degli approdi naturali. 48

Fig. 4 - Una delle sale del MuSeL

Al mare, da cui sono emersi manufatti che parlano della rete di tra-

sporti che solcava il Tirreno tra Punta Mesco e Portofino, è dedicato

un ampio spazio espositivo.

Il percorso dedicato più specificatamente all’archeologia termina con

le tracce di un insediamento individuato a Sestri Levante nel 2009,

forse da identificare con Segesta Tigulliorum.

Dal suo ingresso nella Storia, l’esposizione si concentra su Sestri Le-

vante e si sviluppa attraverso alcune specifiche tematiche: la nascita

del borgo, le famiglie nobiliari, la grande emigrazione di fine ‘800, e

infine il ‘900.

I percorsi espositivi del MuSeL e del MuCast sono supportati da

un’importante comunicazione multimediale sin dalle prime sale, dove

il visitatore è accolto e invitato alla visita dall’ologramma di Arturo Is-

sel, protagonista di primo piano della ricerca archeologica tra la fine

dell’800 e gli inizi del ‘900 anche nel Tigullio.

Il visitatore è poi accompagnato da video, vetrine tattili, tavoli e totem

interattivi funzionali a offrirgli una gradevole fruizione dei contenuti

scientifici.

Un’attenzione particolare è dedicata al pubblico scolastico, cui si rivol-

ge con strumenti più tradizionali l’attività didattica che viene svolta al

Museo Archeologico di Chiavari.

Fig. 5 - Uno spazio dedicato all’archeologia subacquea nel MuSeL

49

Sistema museale di Mont’e Prama(Cagliari, Museo Archeologico Nazionale; Cabras, Museo civico “Giovanni

Marongiu”dal 13 marzo 2014)

Alessandro Usai

In occasione del centenario della nascita di Giovanni Lilliu e della pre-

vista inaugurazione della mostra “L’isola delle torri. Giovanni Lilliu e

la Sardegna nuragica”, la Soprintendenza per i Beni Archeologici per

le province di Cagliari e Oristano ha programmato anche l’apertura al

pubblico delle esposizioni introduttive del patrimonio archeologico di

Mont’e Prama, nell’ambito del nascente sistema museale apposita-

mente costituito.

Il protocollo d’intesa del 12.12.2011 tra la Regione Autonoma della

Sardegna, la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici

della Sardegna, la Soprintendenza cagliaritana e il Comune di Cabras,

ha sancito la costituzione del sistema museale di Mont’e Prama, se-

condo un programma di valorizzazione che tende a esaltare le poten-

zialità del contesto in un sistema espositivo plurale, frutto però di una

progettazione strettamente unitaria.

Pertanto le sculture di Mont’e

Prama saranno presentate nel

Museo Archeologico Nazio-

nale di Cagliari secondo una

visione di sviluppo artistico-

culturale di respiro insulare e

in prospettiva mediterranea,

come il frutto più maturo del-

la civiltà nuragica sarda, e nel

Civico Museo Archeologico

di Cabras secondo un’impo-

stazione aderente al contesto

territoriale della penisola del

Sinis e allo sviluppo tempora-

le dei processi storici che ne

hanno segnato il divenire, dal-

le più remote manifestazioni

prenuragiche agli orizzonti ini-

ziali del Giudicato di Arborea.

Infine, il terzo polo del sistema

museale, non espositivo ma

esclusivamente documentale,

sarà costituito dal Centro del Restauro di Li Punti (Sassari), dove tro-

verà sede un centro di documentazione sui lavori di restauro delle

stesse sculture di Mont’e Prama.

Mentre si completano i progetti e si avviano gli interventi per la re-

alizzazione delle sale espositive definitive, col recupero del Vecchio

Museo Archeologico Nazionale di Cagliari di Piazza Indipendenza e la

DIREZIONE REGIONALE PER I BENI CULTURALI E PAESAGGISTICI DELLA SARDEGNADIREZIONE GENERALE PER LE ANTICHITÀ Soprintendenza per i Beni Archeologici per le province di Cagliari e Oristano

Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della SardegnaDirettore Regionale: Maria Assunta LorraiCoordinatore per la comunicazione: Sandra Violante

Via dei Salinieri, 2209126 CagliariTel. 070 34281 Fax 070 [email protected]

Direzione Generale per le Antichità Direttore Generale: Luigi Malnati

Via di San Michele, 22 00153 Roma Tel. 06 6723 4700 Fax 06 6723 4750 www.archeologia.beniculturali.it [email protected] [email protected]

Soprintendenza per i Beni Archeologici per le province di Cagliari e OristanoSoprintendente: Marco MinojaReferente per la comunicazione:Donatella Cocco

Piazza Indipendenza, 709124 CagliariTel. 070 605181 Fax 070 [email protected]

50

costruzione di una nuova sala dedicata del Museo Civico “Giovanni

Marongiu” di Cabras, fervono i preparativi per la realizzazione delle

esposizioni introduttive all’interno delle attuali sedi museali.

Pur con impostazioni differenti e complementari, entrambe le esposi-

zioni offriranno strumenti adeguati per la comprensione del fenome-

no culturale di Mont’e Prama.

In entrambe le sedi sarà presentato l’intero complesso scultoreo che

il restauro ha restituito agli studiosi e al pubblico, con tutte le sue

lacune e i punti oscuri, così da farne non semplice oggetto di ammi-

razione ma stimolo per la conoscenza.

Le sculture originali saranno integrate dai modelli tridimensionali di-

gitali elaborati dal CRS4, il Centro di Ricerca della Regione Autonoma

della Sardegna, e da un apparato informativo testuale e visivo studia-

to per catturare l’interesse dei più diversi tipi di pubblico.

51

L’isola delle torri. Giovanni Lilliu e la Sardegna nuragica(Cagliari, 13 marzo - 30 settembre 2014; Roma, 1 novembre 2014 - 12 marzo 2015)

Marco Minoja, Gianfranca Salis

Il 13 marzo 2014 ricorre il centenario della nascita di Giovanni Lilliu,

l’archeologo e intellettuale sardo che con la sua instancabile attività di

studioso e divulgatore ha portato all’attenzione della Sardegna e del

mondo la civiltà nuragica.

Negli ultimi cinquanta anni un’intensa attività di ricerca e un interesse

sempre crescente da parte della comunità scientifica internazionale

hanno ampliato il patrimonio di conoscenze sulla archeologia nuragica;

ciò nondimeno il modello interpretativo costruito da Lilliu rimane un

imprescindibile termine con cui dialogare e confrontarsi: ecco perché,

per ricordare la figura del grande archeologo nasce il progetto della

mostra “L’isola delle torri. Giovanni Lilliu e la Sardegna nuragica”.

A quasi 30 anni dall’ultima grande

esposizione dedicata alla civiltà

nuragica a livello nazionale (Nu-

raghi a Milano, giugno-ottobre

1985) la mostra si qualifica come

un evento di estrema risonanza:

attraverso un collegamento ideale

e costante con l’opera e la figura

di G. Lilliu, l’esposizione propor-

rà nuovi percorsi conoscitivi e

ritrovamenti inediti, che guidino

il grande pubblico all’interno del

lungo arco cronologico, quasi mil-

le anni (Età del Bronzo e del Fer-

ro), in cui si dipana la storia della

civiltà nuragica.

Attraverso tre tematismi indivi-

duati come filo conduttore del rac-

conto (il metallo, l’acqua e la pie-

tra), in cui si riassume idealmente

il paesaggio nuragico, il percorso

espositivo porterà all’attenzione del visitatore gli aspetti fondamentali

dell’antica civiltà dei sardi. I reperti esposti, talvolta inediti o comun-

que poco noti, provengono da tutta l’isola, ma anche da rinvenimenti

effettuati in Italia e all’estero (Cipro, Spagna, Portogallo).

Alcuni importanti reperti provengono da sequestri effettuati nella peni-

sola, usciti dalla Sardegna attraverso il mercato clandestino.

DIREZIONE REGIONALE PER I BENI CULTURALI E PAESAGGISTICI DELLA SARDEGNADIREZIONE GENERALE PER LE ANTICHITÀ Soprintendenza per i Beni Archeologici per le province di Cagliari e Oristano

Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della SardegnaDirettore Regionale: Maria Assunta LorraiCoordinatore per la comunicazione: Sandra Violante

Via dei Salinieri, 2209126 CagliariTel. 070 34281 Fax 070 [email protected]

Direzione Generale per le Antichità Direttore Generale: Luigi Malnati

Via di San Michele, 22 00153 Roma Tel. 06 6723 4700 Fax 06 6723 4750 www.archeologia.beniculturali.it [email protected] [email protected]

Soprintendenza per i Beni Archeologici per le province di Cagliari e OristanoSoprintendente: Marco MinojaReferente per la comunicazione:Donatella Cocco

Piazza Indipendenza, 709124 CagliariTel. 070 605181 Fax 070 [email protected]

52

La mostra sarà inserita all’interno di un programma di 5 eventi na-

zionali previsti dalla Direzione Generale per le Antichità nel periodo

2014 e 2015, e debutterà il 13 marzo 2014 a Cagliari, nel complesso

espositivo di San Pancrazio. A partire da novembre 2014, verrà trasfe-

rita presso la prestigiosa sede del Museo Etnografico Preistorico L.

Pigorini, a Roma. Avrà, quindi, un risalto mediatico nazionale e inter-

nazionale.

All’esposizione potranno inol-

tre essere affiancati ulteriori

eventi sul territorio regionale,

conferenze, manifestazioni

con carattere di intratteni-

mento, esposizioni locali

nell’ambito dei musei civici

della Sardegna, mentre nella

sede cagliaritana dell’evento,

la Cittadella dei musei (che

ospiterà in contemporanea le

statue di Mont’e Prama) sa-

ranno organizzati eventi col-

laterali di carattere culturale

e turistico.

La mostra avrà anche un catalogo dedicato. Gli enti già impegnati nella

realizzazione dell’evento sono la Direzione Regionale per i Beni Cultu-

rali e Paesaggistici e le Soprintendenze della Sardegna, la Direzione

Generale per le Antichità, il Comune di Cagliari, il Museo Nazionale

Preistorico Etnografico Luigi Pigorini di Roma.

53

Il nuraghe Oes di Giave (Sassari)Luisanna Usai

Il nuraghe Oes fa parte di un importante complesso di nuraghi che

occupano in prevalenza il territorio di Torralba; tra questi il più noto è il

Santu Antine di Torralba che si trova proprio a poca distanza dall’Oes.

Il nuraghe Oes, una maestosa struttura complessa, si conserva per

una altezza di 12 metri nella torre centrale costituita da almeno tre

piani sovrapposti.

La peculiarità dell’edificio nuragico risiede nella risega in muratura che

corre nel paramento interno della torre centrale e almeno in una torre

laterale. Tale risega non poteva che essere funzionale a sorreggere un

piano ligneo che fungeva da solaio per il piano inferiore e da pavimen-

to per il superiore. Nel nuraghe Oes non era presente, infatti, la tipica

copertura a falsa volta utilizzata

nella maggior parte dei nuraghi,

come anche nel vicino Santu An-

tine.

Nonostante il suo stato di con-

servazione ed alcune soluzioni

architettoniche particolari, il nura-

ghe non è mai stato oggetto di

indagini archeologiche specifiche

fino al 2012.

La campagna di scavo archeolo-

gico, realizzata grazie ad un finan-

ziamento ministeriale, ha ripor-

tato alla luce il cortile antistante

il mastio e una torre laterale li-

berandoli da un potente strato di

crollo che impedivano l’accesso

alle strutture e rivelando soluzio-

ni architettoniche ardite ed insolite. Inoltre lo scavo stratigrafico ha

consentito di evidenziare le diverse fasi di occupazione in epoca prei-

storica e romana; in particolare il rinvenimento di alcuni frammenti ca-

ratteristici sul lastricato del cortile consente di datare la struttura (torre

centrale e torri aggiunte) ad una fase avanzata del Bronzo Medio.

Nell’ambito del progetto è stato inserito anche un programma di rilievi

speditivi con l’ausilio di un drone, un velivolo esacottero radiocoman-

dato, capace di navigazione semiautonoma mediante waypoint GPS

preimpostati, e in grado di scattare da punti noti aerofotografie ad alta

risoluzione (18 megapixel). I voli hanno consentito di acquisire un gran

numero di scatti, sia obliqui che verticali, a quote variabili dai 10 ai 45

metri sul piano di campagna.

Tali immagini rappresentano in sé una documentazione fotografica

utilizzabile per scopi scientifici (studio del manufatto architettonico e 54

DIREZIONE REGIONALE PER I BENI CULTURALI E PAESAGGISTICI DELLA SARDEGNADIREZIONE GENERALE PER LE ANTICHITÀ Soprintendenza per i Beni Archeologici per le province di Sassari e Nuoro

Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della SardegnaDirettore Regionale: Maria Assunta LorraiCoordinatore per la comunicazione: Sandra Violante

Via dei Salinieri, 2209126 CagliariTel. 070 34281 Fax 070 [email protected]

Direzione Generale per le Antichità Direttore Generale: Luigi Malnati

Via di San Michele, 22 00153 Roma Tel. 06 6723 4700 Fax 06 6723 4750 www.archeologia.beniculturali.it [email protected] [email protected]

Soprintendenza per i Beni Archeologici per le province di Sassari e NuoroSoprintendente: Marco MinojaReferente per la comunicazione:Luisanna Usai

Piazza S. Agostino, 207100 SassariTel. 079 206741 Fax 079 [email protected]

Fig. 1 - Vista del cortile all’interno del bastione dopo l’intervento di scavo del 2012

della sua struttura, individuazione di strutture adiacenti) e ai fini di tu-

tela (quadro completo dello stato del monumento, controllo ciclico del

bene culturale).

Un ulteriore finanziamento da parte della Fondazione

del Banco di Sardegna ha consentito di attuare anche

il progetto di ricerca “Rilievo 3D, studio e anastilosi del

nuraghe Oes di Giave (SS)”. In questo caso i rilievi sul

campo sono stati eseguiti con tecnologia laser scan-

ning e hanno restituito un modello tridimensionale del

nuraghe, fotorealistico e misurabile con una precisione

millimetrica.

La scansione 3D ha consentito di documentare scienti-

ficamente lo stato attuale dell’edificio nuragico dal quale

partire per proporre una ricostruzione ipotetica virtuale.

Fornisce, inoltre, una fondamentale base per la proget-

tazione di interventi di consolidamento e per il monito-

raggio delle fratture che interessano i paramenti murari.

L’intervento, che andrebbe completato con ulteriori in-

dagini di scavo, costituisce la base per un ampio proget-

to di valorizzazione da collegare a quello già in atto al nuraghe Santu

Antine di Torralba.

Lo scavo, sotto la responsabilità scientifica della scrivente e con la Di-

rezione Lavori dell’Arch. Gianluca Vitagliano della Direzione Regionale

della Sardegna, è stato realizzato dalla Società Cooperativa Archeo-

logica ARA. I lavori sul campo sono stati seguiti dalla Dr.ssa Valenti-

na Leonelli, mentre i rilevi con drone sono opera dei Dr.i Pino Fenu,

Francesco Saliola, Fabrizio Vecchiarelli dello Studio associato Metra e

quelli con laser scanner sono stati eseguiti dalla Dr.ssa Laura Lai e dal

Dr. Matteo Sordini.

55

Fig. 2 - Le riprese con laser scanner

Fig. 3 - Le fasi del rilievo e della ricostruzione in 3D

Ricerche e restauri nell’area archeologica di Porto Torres (SS)Gabriella Gasperetti

La colonia Iulia Turris Libisonis, l’odierna Porto Torres, si sviluppò al

centro dell’ampio arco di costa, sul Golfo dell’Asinara, in un tratto con

punti di approdo agevoli e sicuri e in cui la foce del fiume Mannu offri-

va anche la possibilità di un porto fluviale.

Il ponte a sette arcate sul Rio Mannu e l’acquedotto furono tra le pri-

me infrastrutture realizzate.

Sebbene le ricerche fino ad ora effettuate non abbiano rivelato testi-

monianze archeologiche sicuramente attribuibili a contesti fenici e pu-

nici nel golfo, le favorevoli condizioni geografiche e ambientali, la ferti-

le pianura retrostante e la presenza di numerosi monumenti preistorici

e protostorici, lungo la costa e nell’immediato entroterra, contribuisco-

no ad avvalorare l’ipotesi di un nucleo più antico di quello noto finora.

56

DIREZIONE REGIONALE PER I BENI CULTURALI E PAESAGGISTICI DELLA SARDEGNADIREZIONE GENERALE PER LE ANTICHITÀ Soprintendenza per i Beni Archeologici per le province di Sassari e Nuoro

Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della SardegnaDirettore Regionale: Maria Assunta LorraiCoordinatore per la comunicazione: Sandra Violante

Via dei Salinieri, 2209126 CagliariTel. 070 34281 Fax 070 [email protected]

Direzione Generale per le Antichità Direttore Generale: Luigi Malnati

Via di San Michele, 22 00153 Roma Tel. 06 6723 4700 Fax 06 6723 4750 www.archeologia.beniculturali.it [email protected] [email protected]

Soprintendenza per i Beni Archeologici per le province di Sassari e NuoroSoprintendente: Marco MinojaReferente per la comunicazione:Luisanna Usai

Piazza S. Agostino, 207100 SassariTel. 079 206741 Fax 079 [email protected]

Porto Torres. Terme Centrali. Restauri delle murature e dei barbacani realizzati in occasione di precedenti interventi.

Porto Torres. Copertura di protezione della cd. Domus di Orfeo

Porto Torres. Pulitura del mosaico di Orfeo per la riapertura al pubblico

Porto Torres. Terme Centrali. Restauri delle murature e dei barbacani realizzati in occasione di precedenti interventi.

Porto Torres. Copertura di protezione della cd. Domus di Orfeo

Porto Torres. Pulitura del mosaico di Orfeo per la riapertura al pubblico

Fig. 1 - Porto Torres. Terme Centrali. Restauri delle murature e dei barbacani realizzati in occasione diprecedenti interventi.

Fig. 2 - Porto Torres. Copertura di protezione della cd. Domus di Orfeo

Per l’epoca romana sono sempre più numerose le attestazioni del-

la presenza di una comunità organizzata già in una fase anteriore a

quella cui si riferiscono le fonti letterarie. Plinio,

Naturalis Historia, III, 85, afferma che Turris Li-

bisonis era “ colonia autem una quae vocatur ad

Turrem Libisonis”, “l’unica colonia romana del-

la Sardegna”, dedotta nella seconda metà del I

secolo a.C. L’appellativo Iulia è collegato a Giulio

Cesare che fece scalo presso vari insediamenti

costieri dell’Isola, fra i mesi di giugno e luglio

del 46 a.C., di ritorno dall’Africa a Roma, dove

l’attendeva la celebrazione del trionfo dopo la

definitiva sconfitta inflitta all’esercito pompeia-

no nella battaglia di Tapso.

Turris Libisonis tra il I e il II secolo d.C. rivela una maggiore densità

di interventi nel settore ad oriente del Riu Mannu, con ampi spazi

periurbani alle necropoli, nei versanti occidentale, ingresso alla città

attraverso il ponte sul Riu Mannu, e sud-orientale suburbano. Tra la

fine del II e il III secolo fu realizzata una cinta muraria, come confine

occidentale, di cui resta un tratto parallelo al corso del fiume.

Nella media età imperiale sembra esservi un processo di espansione

verso est, con l’uso di aree sovrapposte alle necropoli. Sembra di assi-

stere, quindi, ad una nuova pianificazione urbana, con nuovi assi viari

che collegano l’impianto urbano con le aree orientali.

Le fonti epigrafiche documentano per i cittadini l’iscrizione ad una del-

le quattro tribù urbane, la Collina, destinata al ceto meno abbiente, e

la loro suddivisione in 23 curie che eleggevano i magistrati cittadini,

dedicavano statue ed attribuivano onori a magistrati, ai sacerdoti ed ai

componenti della famiglia imperiale. 57

Porto Torres. Terme Centrali. Restauri delle murature e dei barbacani realizzati in occasione di precedenti interventi.

Porto Torres. Copertura di protezione della cd. Domus di Orfeo

Porto Torres. Pulitura del mosaico di Orfeo per la riapertura al pubblico

Porto Torres. Le cd. Terme Pallottino

Porto Torres. Terme Pallottino. Particolare del degrado dei pavimenti

Fig. 4 - Porto Torres. Le cd. Terme Pallottino

Fig. 3 - Porto Torres. Pulitura del mosaico di Orfeo

per la riapertura al pubblico

La suprema magistratura locale erano i duoviri iure dicundo che ammi-

nistravano la giustizia, realizzavano opere pubbliche e provvedevano

ogni cinque anni, con la qualifica di duoviri quinquennales, al censi-

mento della popolazione.

Altri magistrati locali di grado elevato erano gli aediles, con l’incarico

della cura dei luoghi pubblici, del controllo sul commercio e sui prez-

zi e quello di provvedere alle feste religiose, all’organizzazione degli

spettacoli, ecc. Un documento inedito riferito a questa carica è stato

ritrovato nelle recenti indagini in via Ponte Romano.

Sono attestati anche i seviri e i decemviri, con incarichi politico - ammi-

nistrativi, i decurioni che facevano parte dell’ordo, il senato cittadino, e

sono ricordate anche cariche religiose, in particolare sacerdoti addetti

al culto imperiale e di varie divinità, flamini ed auguri.

Alcune iscrizioni documentano la carica dei quaestores aerarii, addetti

al controllo della riscossione dei tributi e del proc(urator) ripae, funzio-

nario con competenze amministrative sul tratto di costa comprenden-

te anche il porto.

Le fonti epigrafiche, gli altari e la piccola e grande statuaria, raffiguran-

te varie divinità o personaggi divinizzati, offrono importanti attestazioni

relative alle varie e composite idealità religiose della popolazione turri-

tana. In città esisteva un tempio dedicato alla dea Fortuna, restaurato

nel 244 d. C. durante il regno di Filippo l’Arabo dal curator rei publicae

L(ucius) Magnius Fulvianus.

La città di Turris Libisonis rivestiva certamente un ruolo politico ed

economico prevalente rispetto agli altri centri abitati di epoca romana

imperiale della Sardegna settentrionale.

L’area archeologica delle Terme Centrali, cd. Palazzo Re Barbaro,

evidenzia la regolarità dell’impianto urbano, caratterizzato da insulae, 58

Porto Torres. Le cd. Terme Pallottino

Porto Torres. Terme Pallottino. Particolare del degrado dei pavimenti Fig. 5 - Porto Torres. Terme Pallottino. Particolare del degrado dei pavimenti

su cui sorgono i grandiosi resti monumentali, ancora in gran parte da

mettere in luce, delimitate da strade, pavimentate da lastre in trachite,

cardines e decumani, intersecantisi fra loro ad angolo retto e orientate

secondo i punti cardinali.

L’edificio è costituito da un portico mosaicato a nord (con pavimen-

ti della fine del III - inizi del IV secolo), che immetteva in otto distinti

ambienti, destinati ai bagni caldi e freddi collocati in rapporto tra loro

in modo non convenzionale, forse a causa di condizionamenti dovuti a

precedenti strutture, pertinenti ad edifici del I e dl II secolo.

Rimane un tepidarium con pavimento decorato a motivi geometrici e

con una composizione a nido d’ape: dal frigidarium (coperto con volte a

crociera e provvisto di due grandi vasche mosaicate), si potevano rag-

giungere i tepidaria ed i tre calidaria, con splendidi pavimenti a mosaico

non mancava l’apodyterium (lo spogliatoio), il cui pavimento musivo

decorato con sinusoidi risulta restaurato già in antico. Chiudeva il com-

plesso, a sud, un criptoportico, forse da riferire alla fase del II secolo,

con alcuni restauri moderni.

Recentemente, grazie ai restauri curati dalla Direzione Regionale per

i Beni Culturali e Paesaggistici della Sardegna, sono stati restaurati gli

elevati del tepidarium, che costituiscono le murature di età romana con

maggiore estensione conservata in altezza in tutta l’isola.

Sotto il piano delle Terme Centrali si sono individuati i resti monumen-

tali di una Domus privata, corredata di un ricco apparato decorativo;

si conservano porzioni delle strutture murarie rivestite con pregevoli 59

Porto Torres. Terme Pallottino. Restauri in corso

Porto Torres. Via Ponte Romano. Particolare degli ambienti con l’iscrizione reimpiegata

Fig. 6 - Porto Torres. Terme Pallottino. Restauri in corso

intonaci dipinti e pavimentazioni musive policrome a motivi geometrici

e figurati, tra i quali spicca l’emblema raffigurante Orfeo con la lira e gli

animali che costituivano il suo seguito.

L’edificio è stato oggetto di un intervento di sistematica demolizione

presumibilmente nel III sec. d.C., quando l’intero quartiere in cui la

domus si inserisce ed il relativo sistema viario sono stati obliterati

per la realizzazione dell’impianto delle Terme Centrali, pubbliche. La

Domus è stata protetta da una copertura in muratura, completata nel

2009, ed è visitabile.

Nell’area archeologica si è intervenuti anche su i resti di un altro im-

pianto termale, che prende il nome dall’archeologo che l’ha scavato

tra il 1940 e il 1941, le cd. Terme Pallottino.

Potrebbero definirsi le “piccole terme”, ad ovest, verso il fiume Man-

nu, oltre un peristilio con colonne marmoree. Sicuramente pubbliche,

si datano fra il III e il IV sec.d.C. e sono state danneggiate dal passag-

gio della strada moderna. Dell’impianto, non del tutto indagato, sono

visibili tre vasche contigue riferibili ad ambienti riscaldati ed una per

bagni freddi, oltre ad alcune porzioni di vani secondari, probabilmente

ambienti di servizio. L’unico elemento di datazione per questo edificio

è fornito dalle pavimentazioni musive delle vasche, collocabili cronolo-

gicamente, sulla base di confronti stilistici, nello scorcio del III sec. d.C.

Alle spalle delle terme è in corso di scavo un complesso sistema di ad-

duzione e distribuzione dell’acqua, con ogni probabilità servito dall’ac-

quedotto pubblico e con varie fasi di costruzione ed utilizzo.

Un importante intervento di restauro in corso a cura della Soprintenden-60

Porto Torres. Terme Pallottino. Restauri in corso

Porto Torres. Via Ponte Romano. Particolare degli ambienti con l’iscrizione reimpiegata

Fig. 7 - Porto Torres. Via Ponte Romano. Particolare degli ambienti con l’iscrizione reimpiegata

za per i Beni Archeologici per le province di Sassari e Nuoro ha consen-

tito di recuperare i pavimenti del vano riscaldato interessati da un im-

ponente crollo delle coperture e degli elevati murari, in grave dissesto.

La scelta progettuale adottata ha consentito di consolidare le tesse-

re musive, conservando il più possibile le condizioni del crollo, con

gli sfondamenti dl pavimento, che poggiava su suspensurae. Il lavoro

prosegue con il consolidamento delle superfici murarie e la realizza-

zione di percorsi idonei per la visita, consentendo, così, di restituire

anche questo complesso alla fruizione.

Nel 2012, in occasione di lavori per le infrastrutture fognarie a servi-

zio degli edifici del porto, lungo un tratto della via Ponte Romano già

in passato interessata da sottoservizi, di fronte alle Terme Pallottino,

gli scavi archeologici preliminari hanno rivelato l’esatta prosecuzione

degli ambienti termali, confermando quello che già era visibile lungo

la sezione stradale, ovvero che i muri degli ambienti e soprattutto le

preziose decorazioni musive proseguono sotto il percorso viario verso

il mare. Nella ristretta porzione scavata sono emersi i resti di due am-

bienti, con modifiche ed integrazioni realizzate già in antico. Particola-

re rilievo assume il ritrovamento di un’iscrizione lacunosa, in corso di

studio, che ricorda un Q(uintus) Iulius aedilis. Dovendo assicurare, per

ora, il passaggio dei sottoservizi necessari agli edifici moderni, i resti

archeologici sono stati accuratamente protetti e coperti, l’iscrizione è

stata recuperata e sostituita con una copia. La Soprintendenza ha già

formalmente chiesto al Comune che il tratto di strada sia defunziona-

lizzato e rientri nel parco archeologico di Turris Libisonis.

61

Il Contact Center Turistico è un servizio erogato dal Ministero dei Beni

e delle Attività Culturali e del Turismo atto a migliorare l’accesso alla

fruizione del vasto patrimonio culturale nazionale da parte dei cittadini

italiani nonché dei turisti in visita nel nostro Paese.

Attraverso il numero verde 800 99 11 99, esso fornisce informazioni

(in lingua italiana, inglese e spagnola) su: attività e servizi erogati dal

Ministero, musei, archivi, biblioteche e mostre temporanee.

Il Servizio è attivo tutti i giorni dalle ore 9.00 alle 20.00 e i festivi dalle

ore 9.00 alle 19.00.

L’operatore di front office, mediante la consultazione di Banche Dati

ed un costante collegamento al sito Internet del Ministero, è in grado

di fornire tutte le informazioni richieste, ivi comprese quelle relative

alla struttura organizzativa del Ministero ed alle competenze istituzio-

nali dello stesso.

L’operatore ha a disposizione anche una banca dati integrata curata dal

personale di back office contenente le informazioni relative a beni, mu-

sei, manifestazioni ed eventi in programma su tutto il territorio nazionale.

Nello specifico, il front office svolge le seguenti funzioni:

- ricezione di reclami da parte del Cittadino e di segnalazione all’Am-

ministrazione per le eventuali risoluzioni o miglioramenti dei servizi;

- supporto all’Ufficio Relazione con il Pubblico (URP) del MiBACT per

consolidare e espandere i servizi di informazione a quanti interagi-

scono con l’Amministrazione.

L’attività di back office consiste nelle seguenti azioni:

- verifica e segnalazioni delle necessità di aggiornamento dei dati

presenti sul sito istituzionale;

- acquisizione di informazioni sulle iniziative culturali in essere su tutto il

territorio nazionale con partecipazione diretta o indiretta del Ministero;

- acquisizione di informazioni al servizio del cittadino sui principali

luoghi della cultura non statali mediante la creazione di un Data

Base interno a favore del Front office;

- diffusione di informazioni mirate nei confronti di soggetti terzi quali

scuole, università, organismi culturali secondo valutazioni di oppor-

tunità da parte del Ministero.

Tali informazioni sono fornite in numero complessivo di 10.000 con-

tatti annui.

A fronte delle suddette attività, vengono prodotti periodicamente re-

port statistici quantitativi e qualitativi, che consentono una continua

analisi e monitoraggio dei servizi resi.

IL CONTACT CENTER DEL MiBACT

Direzione Generale per l’Organizzazione, gli AffariGenerali, l’Innovazione, il Bilancio ed il PersonaleDirettore Generale: Mario Guarany

Via del Collegio Romano, 2700186 RomaTel. 06 67232007 Fax 06 [email protected]

Servizio I - Affari Generali,Sistemi Informativi e Tecnologie InnovativeDirigente: Annarita Orsini

Tel. 06 6723 [email protected]

62

CCTPC - COMANDO CARABINIERI TUTELA PATRIMONIO CULTURALE

CCTPC - Comando CarabinieriTutela Patrimonio Culturale

Comandante: Gen. Mariano Ignazio Mossa

Piazza Sant’Ignazio, 15200186 Roma

Tel. 06 6920301 Fax 06 69203069

[email protected]

Il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale

Il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale è stato istituito nel

1969, precedendo in tal modo di un anno la Convenzione Unesco di

Parigi del 1970, con la quale si invitavano, tra l’altro, gli Stati Membri

ad adottare le opportune misure per impedire l’acquisizione di beni

illecitamente esportati e favorire il recupero di quelli trafugati, nonché

a istituire uno specifico servizio a ciò finalizzato. Il Comando, inserito

funzionalmente nell’ambito del Ministero dei Beni e delle Attività Cul-

turali e del Turismo quale Ufficio di diretta collaborazione del Ministro,

svolge compiti concernenti la sicurezza e la salvaguardia del patrimo-

nio culturale nazionale attraverso la prevenzione e la repressione delle

violazioni alla legislazione di tutela dei beni culturali e paesaggistici.

Il particolare settore di tutela è un comparto di specialità che è stato

affidato in via prioritaria all’Arma con Decreto del Ministero dell’Inter-

no del 12 febbraio 1992, successivamente ribadito con Decreto del 28

aprile 2006 del medesimo Ministero, che, nel confermare il ruolo di

preminenza dell’Arma nello specifico settore, ha attribuito al Coman-

do CC TPC la funzione di polo di gravitazione informativa e di analisi

a favore di tutte le Forze di Polizia. Il Comando è composto da militari

in possesso di qualificata preparazione, acquisita con la frequenza di

specifici corsi in materia di “Tutela del Patrimonio Culturale”, orga-

nizzati d’intesa dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del

Turismo. L’attuale articolazione del Comando Carabinieri TPC prevede

a livello centrale un Ufficio Comando, quale organo di supporto de-

cisionale del Comandante nell’azione di comando, controllo e coor-

dinamento delle attività di istituto in Patria ed all’estero, un Reparto

Operativo con una competenza territoriale areale, nonché di coordi-

namento operativo sull’intero territorio nazionale per le indagini di più

ampio spessore (a sua volta suddiviso in tre sezioni Antiquariato, Ar-

cheologia, Falsificazione e Arte Contemporanea) e, a livello periferico,

12 nuclei, con competenza regionale o interregionale, ubicati a Bari,

Bologna, Cosenza, Firenze, Genova, Monza, Napoli, Palermo, Sassari,

Torino, Venezia ed Ancona, ed una Sezione a Siracusa, alle dipendenze

del Nucleo TPC di Palermo.

Reparto Indirizzo Telefono/Fax e-mail Competenze territoriali

Comando CCTPC Roma

Roma Piazza di Sant’Ignazio, 152

Tel. 06 6920301Fax 06 69203069

[email protected]

Reparto Operativo RomaVia Anicia, 24

Tel. 06 585631Fax 06 58563200

[email protected] LazioAbruzzo

Nucleo CC TPCTorino

TorinoVia XX Settembre, 88

Tel. 011 5215636Fax 011 5170000

[email protected] Piemonte Valle D’Aosta

Nucleo CC TPCMonza

MonzaVia Brianza, 2

Tel. 039 2303997Fax 039 2304606

[email protected] Lombardia

Nucleo CC TPCVenezia

VeneziaP.zza S. Marco, 63

Tel. 041 5222054Fax 041 5222475

[email protected] VenetoTrentino A. A. F. V. Giulia

63

Reparto Indirizzo Telefono/Fax e-mail Competenze territoriali

Nucleo CC TPCGenova

GenovaVia S. Chiara, 8

Tel. 010 5955488Fax 010 5954841

[email protected] Liguria

Nucleo CC TPCBologna

BolognaVia Castiglione, 7

Tel. 051 261385Fax 051 230961

[email protected] Emilia Romagna

Nucleo CC TPCAncona

AnconaPal. Bonarelli - Via Pio II

Tel. 071 201322Fax 071 2076959

[email protected] Marche

Nucleo CC TPCFirenze

FirenzeVia Romana, 37/a

Tel. 055 295330Fax 055 295359

[email protected] ToscanaUmbria

Nucleo CC TPCNapoli

NapoliVia Tito Angelici, 20

Tel. 081 5568291Fax 081 5784274

[email protected] Campania

Nucleo CC TPCBari

BariP.zza Federico II, 2

Tel. 080 5213038Fax 080 5218244

[email protected] PugliaMoliseBasilicata

Nucleo CC TPCCosenza

CosenzaVia Colletriglio, 4

Tel. 0984 795548Fax 0984 784161

[email protected] Calabria

Nucleo CC TPCPalermo

PalermoC.so Calatafimi, 213

Tel. 091 422825Fax 091 422452

[email protected] Prov. di:AgrigentoCaltanissettaEnnaPalermoTrapani

Sezione CC TPCdi Siracusa

SiracusaP.zza Federico diSvevia sncc/o Castello Maniace

Tel. 0931 463418Fax 0931 461256

[email protected] Sicilia prov. di:SiracusaRagusaMessinaCatania

Nucleo CC TPCSassari

SassariStrada Prov.leLa Crucca, 3

Tel. 079 3961005Fax 079 395654

[email protected] Sardegna

Il Comando CC TPC espleta i suoi compiti per la protezione e la salva-

guardia del patrimonio culturale attraverso molteplici modalità operati-

ve che possono riassumersi in:

- controlli di aree archeologiche e di attività commerciali, fisse e

ambulanti;

- attività investigativa specialistica volta al recupero di beni culturali e

oggetti d’arte, anche attraverso il monitoraggio di siti web dedicati;

- gestione della Banca Dati dei beni culturali illecitamente sottratti

(art. 85 D.Lgs. 42/2004);

- consulenza specialistica a favore del Ministero dei Beni e delle

Attività Culturali e del Turismo e dei suoi organi territoriali.

In particolare, le attività condotte sono indirizzate principalmente a:

- individuare i responsabili dei reati perpetrati in danno dei beni cultu-

rali (quali furti, ricettazioni, scavi archeologici illegali, falsificazioni)

e deferirli all’Autorità Giudiziaria;

- recuperare i beni culturali sottratti o esportati illecitamente dal

territorio nazionale, estendendone le ricerche anche all’estero, nei

limiti stabiliti dalle diverse convenzioni e nell’ambito della coope-

razione giudiziaria tra gli Stati, attraverso i Ministeri degli Affari

Esteri e della Giustizia, nonché, mediante INTERPOL, con le Forze

di Polizia delle altre Nazioni;

- contribuire all’individuazione di violazioni alle norme di tutela

paesaggistica;

- effettuare controlli in occasione di mostre e di mercati d’antiqua-64

riato, sui cataloghi delle più importanti case d’asta, anche on-line,

nonché presso antiquari e presso laboratori di restauro e di altri

operatori del settore;

- effettuare servizi di prevenzione dei reati in aree archeologiche

particolarmente sensibili, in cooperazione con l’Arma territoriale, il

Raggruppamento Aeromobili Carabinieri, le pattuglie a cavallo ed

altri mezzi dell’Arma, anche navali.

A seguito dei terremoti che hanno colpito nel maggio 2012 la Lombar-

dia e l’Emilia Romagna, l’azione meritoria del Comando CC TPC per la

salvaguardia del patrimonio culturale di quei luoghi, unita all’esperien-

za dimostrata per analoghi eventi, è stata formalmente riconosciuta

dal MiBACT che lo ha inserito nell’Unità di Crisi - Coordinamento Na-

zionale istituita per coordinare le situazioni emergenziali, nazionali e

regionali, derivanti da calamità naturali.

Il Comando CC TPC conduce attività all’estero, non solo nell’ambito

della cooperazione internazionale di polizia, ma anche per:

- supporto specialistico a operazioni di peace - keeping, come in Iraq

dal 2003 al 2006;

- attività di formazione di operatori di polizia e delle dogane di Stati

che lo richiedano;

- consulenza al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turi-

smo per le attività volte alla restituzione di reperti archeologici ap-

partenenti al patrimonio nazionale ed esposti in Musei e collezioni

private stranieri.

Nel 1980 il Comando Carabinieri TPC qualificava ulteriormente l’attività

investigativa predisponendo uno strumento informatico che si sareb-

be rivelato, nel tempo, un supporto investigativo di straordinaria utilità

ed efficacia, indispensabile per la lotta al particolare crimine: la “Banca

Dati dei beni culturali illecitamente sottratti”, ora normativamente pre-

vista dall’art. 85 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio.

In essa sono quotidianamente inserite tutte le informazioni descrittive

e fotografiche relative ai beni culturali da ricercare che pervengono al

Comando dalle numerose Stazioni dell’Arma distribuite sul territorio

nazionale, dalle altre Forze di polizia, dalle Soprintendenze del Ministe-

ro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo o dagli Uffici doganali.

Attraverso INTERPOL giungono altresì le informazioni riguardanti i

beni sottratti all’estero.

La Banca Dati, quindi, proprio in ragione dell’utilizzo di una sofisticata

tecnologia informatica e delle numerose informazioni in essa contenu-

te, costituisce un punto di riferimento per tutti i Reparti dell’Arma dei

Carabinieri e per le altre Forze di Polizia italiane ed estere e cosente,

tra l’altro, di elaborare una attenta analisi del fenomeno “furti di beni

culturali”, così come di altre tipologie delittuose, fornendo indicazioni

idonee ad indirizzare con maggiore precisione l’attività preventiva e

Figg. 1-2 - Attività tecnicooperative

svolte in EmiliaRomagna, a seguito del sisma

del 20 maggio 2012

65

investigativa dei vari reparti.

La stessa, alimentata giornalmente:

- è strutturata in moduli che consentono da un lato, l’inserimento

e la ricerca di eventi, persone, oggetti e le loro relazioni, dall’altro

l’elaborazione di statistiche;

- è impostata su interfaccia WEB e supporto multilingua, consente mo-

dalità di ricerca visuale e capacità di georeferenziazione degli eventi;

- interagisce in tempo reale con palmari e personal computer porta-

tili, agevolando la redazione di rapporti/schede sul luogo dell’inter-

vento e la consultazione e l’alimentazione diretta.

Per quanto attiene specificatamente alla funzione di comparazione

delle immagini, un software di indicizzazione le analizza assegnando

loro un’“impronta” sulla base di definite informazioni, quali il colore, il

contrasto, la forma e la trama. Relativamente alla georeferenziazione

degli eventi, un apposito programma consente:

- il posizionamento delle entità sul territorio in base al collegamento

tra dati alfanumerici e geografici, nonché l’individuazione di zone a

rischio e dei percorsi legati alla criminalità;

- la rappresentazione grafica di tutte le connessioni logiche tra le

informazioni censite, integrandole con dati locali e remoti attinti per

fini investigativi e tabulati telefonici (società italiane).

La gestione, la conservazione e l’interazione con i sistemi di altri Enti

istituzionali, quali il SUE, degli Uffici Esportazione del MiBACT, o il Si-

stema di catalogo della CEI, insieme al continuo aggiornamento della

Banca Dati, sono elementi fondamentali per la valorizzazione del pa-

trimonio di conoscenza acquisito durante lo svolgimento delle attività

investigative. A tal proposito, infatti, la Banca Dati “Leonardo” è attual-

mente in fase di evoluzione grazie al progetto “Archeocontrol”, finan-

ziato dal Programma Operativo Nazionale per la Sicurezza 2007-2013 e

sarà inoltre il modello a cui si ispirerà la nuova Banca Dati INTERPOL

delle opere d’arte rubate che verrà sviluppata direttamente dai Carabi-

nieri TPC attraverso il progetto, finanziato da fondi Europei (ISEC 2011),

denominato PSYCHE, Protecting System for Cultural Heritage.“ L’as-

senza di barriere doganali nell’ambito dell’Unione Europea, seguita da

una sempre maggiore facilità di movimento di persone e merci a livello

transnazionale, ha suggerito al Comando di sfruttare, in affiancamento

al proprio sistema informatico, le eccezionali potenzialità offerte dalla

rete Internet per diffondere in qualsiasi parte del mondo le informazioni

relative ai beni culturali sottratti, indicazioni utili alla cittadinanza, attra-

verso il sito istituzionale www.carabinieri.it.

In quest’ultimo, alla sezione “Banche Dati”, è presente un efficace

motore di ricerca attraverso il quale possono essere consultati circa

20.000 oggetti estratti dalla Banca Dati dei beni culturali illecitamente

sottratti del Comando tra quelli più significativi ed importanti.

Nello stesso database i cittadini possono accedere ad un cospicuo

elenco di immagini e di descrizioni di beni archeologici saccheggiati 66

durante i due conflitti bellici avvenuti negli ultimi anni in IRAQ, oltre

che avvalersi di “link” diretti alle pagine del sito UNESCO dedicate

alle “Red list” di Paesi a rischio. Per facilitare la consultazione di tali

informazioni e favorire il recupero dei beni culturali da ricercare, il data-

base e le pagine web del Comando sono in corso di duplicazione in

lingua inglese, nonché è in atto una loro ulteriore implementazione per

offrire al cittadino e alle associazioni di categoria la possibilità di consul-

tare un sempre maggior numero di beni culturali. Nell’apposita sezione

tematica del sito www.carabinieri.it (Beni d’interesse culturale) sono

disponibili “consigli” per orientare gli utenti che intendano avvicinarsi

al mercato dell’arte (tra cui un “decalogo” contro gli incauti acquisti di

opere d’arte contemporanea, redatto con la collaborazione della Gal-

leria Nazionale d’Arte Moderna) o che subiscano furti di beni culturali.

Dal sito è inoltre possibile scaricare un modulo “Documento dell’opera

d’arte - Object ID” (vedasi foto) che peraltro può essere richiesto pres-

so qualsiasi comando dell’Arma. Compilando questa “scheda preven-

tiva”, ciascuno può costituirsi un archivio fotografico e descrittivo dei

propri beni d’arte, utile, in caso di furto, per una loro ottimale descri-

zione al momento della denuncia, così da consentire la puntuale com-

parazione con quanto giornalmente sia oggetto di controllo all’interno

della Banca Dati e, quindi, favorire il riconoscimento del bene in caso

di individuazione.

Un’opera rubata, infatti, se fotografata ed adeguatamente descritta,

può essere recuperata più facilmente. Inoltre, per evitare di acquistare

un bene culturale trafugato, ovvero per conoscere l’eventuale illecita

provenienza di uno posseduto, il cittadino può richiedere al Comando

o ai Nuclei dislocati sul territorio un controllo presso la Banca Dati dei

beni culturali illecitamente sottratti. In caso di riscontro negativo il Co-

mando rilascerà un’attestazione in cui è indicato che in quel momen-

to il bene controllato non risulta segnalato tra le opere da ricercare

presenti in Banca Dati. Un eventuale esito positivo dell’accertamento

darà luogo ai dovuti riscontri di polizia giudiziaria.

Fig. 3 - Esempio di modello “Documento dell’opera d’arte OBJECT ID”67

ALES - ARTE, LAVORO E SERVIZI PER LA TUTELA DEL PATRIMONIOCULTURALE ITALIANO

Ales - Arte Lavoroe Servizi S.p.a.Coordinatore per la Comunicazione: Simona Cardinali

Via Cristoforo Colombo, 16300147 RomaTel. 06 5153901Fax 06 [email protected]

Ales - Arte Lavoro e Servizi S.p.A. è la società in house del Ministero

dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (MiBACT) - che ne de-

tiene il 100% del pacchetto azionario - impegnata da oltre dieci anni in

attività di supporto alla conservazione e valorizzazione del patrimonio

culturale ed in attività di supporto agli uffici tecnico - amministrativi del

Socio Unico.

Le attività storicamente svolte da Ales, dal momento della fonda-

zione ad oggi, sono orientate a supportare il MiBACT in numerosi

progetti di miglioramento delle condizioni di fruibilità del patrimonio

archeologico, artistico, architettonico, paesaggistico e archivistico e

bibliotecario italiano nonché di svolgimento di attività strumentali alla

gestione tecnico - amministrativa dei procedimenti di tutela.

La società contribuisce inoltre - tramite progetti specifici e di concerto

con il MiBACT - a promuovere i Beni Culturali italiani ed il made in Italy

in ambito nazionale ed internazionale.

Per l’erogazione dei propri servizi su gran parte del territorio nazionale,

Ales si avvale di uno staff di esperti per la pianificazione e la program-

mazione di dettaglio e di circa 600 operatori, adeguatamente formati,

per l’esecuzione delle attività operative presso i siti culturali e le Dire-

zioni Generali del MiBACT.

La Ales fonda il proprio operato su criteri di Efficienza, Produttività e

Qualità, investendo sul proprio capitale professionale e puntando sul

valore delle risorse umane per lo sviluppo dell’azienda e la soddisfazio-

ne, dei fruitori del patrimonio culturale.

La Formazione e Riqualificazione, l’attenzione alle esigenze della

Committenza ed una gestione del Personale puntuale ed attenta alla

normativa in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro, sono parte quali-

ficante del Sistema di Valori su cui si fonda l’azienda.

La Ales svolge a supporto del Ministero dei Beni e delle Attività Cultu-

rali e del Turismo e secondo le direttive e gli indirizzi vincolanti forniti

dallo stesso, l’esercizio di attività e la realizzazione di iniziative che

hanno come obiettivo la tutela dei Beni culturali in Italia ed all’estero.

La Tutela del patrimonio storico ed artistico è finalizzata a garantirne

la protezione e la conservazione per fini di pubblico interesse, a pre-

servare la memoria della comunità nazionale e del suo territorio ed a

promuovere lo sviluppo della cultura.

La Tutela consiste nell’esercizio delle funzioni e nella disciplina delle

attività dirette ad individuare i beni costituenti il patrimonio culturale

ed a garantirne la protezione e la conservazione per fini di pubblico

interesse.

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I servizi di supporto erogati dalla Ales, nel generico ambito della Tute-

la, possono essere classificati secondo le seguenti categorie:

Supporto alla Conservazione. La conservazione del patrimonio cultu-

rale è assicurata mediante una coerente, coordinata e programmata

attività di studio, prevenzione, manutenzione e, laddove necessario,

restauro.

Supporto servizi al pubblico. Lo sviluppo del turismo culturale e la

“partecipazione” sempre più ampia alla cultura, hanno sollecitato un

progressivo miglioramento dei servizi destinati al pubblico come l’o-

rientamento, l’accoglienza e la sorveglianza.

Supporto alla valorizzazione. La valorizzazione del patrimonio è finaliz-

zata ad incentivare lo sviluppo della cultura e consiste nell’esercizio di

tutte quelle attività volte a promuovere la conoscenza del patrimonio

nazionale.

Supporto strumentale alle attività di tutela del MiBACT. La Ales affian-

ca il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo in nume-

rose attività di supporto strumentale negli uffici centrali e territoriali

del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo.

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Direzione Generale per la Valorizzazionedel Patrimonio CulturaleDirettore Generale Anna Maria BuzziVia del Collegio Romano, 27 - 00186 RomaTel. 06 6723 2925www.valorizzazione.beniculturali.it

Servizio II – Comunicazione e promozionedel Patrimonio CulturaleDirettore Mario Andrea Ettorre

Grandi eventi e manifestazioni fieristicheCoordinatore Guglielmo CaliòLaura Peyretti, Maria, Angela Siciliano, Nicoletta TintisonaMassimo Gatti, Giorgio Guarnieri, Maria Letizia Manzone, Massimo SpadoniVia di San Michele, 22 - 00153 RomaTel. 06 6723 4976 - [email protected]

URP – Ufficio Relazioni con il PubblicoTel. 06 6723 2980 - 2990Fax 06 [email protected]

www.beniculturali.itnumero verde 800 99 11 99