Xaltro n.1

56
n. 1 maggio-agosto 2012 IL SOGNO DEL MINISTRO Intervista al Ministro Francesco Profumo L’INTERVENTO di Maria Latella EVOLUZIONE ED EFFICACIA DEL SISTEMA SCOLASTICO ITALIANO NEGLI ULTIMI 150 ANNI Poste Italiane Spa - spedizione in abbonamento postale 70% – CN BO Bologna. Iscrizione al tribunale di BO del 28/05/1991 n° 5988 SCUOLA E FUTURO I GIOVANI AL CENTRO DELLO SVILUPPO Periodico della Cooperativa Sociale Società Dolce ROCCO PAPALEO IL MIO TEATRO CANZONE

description

SCUOLA E FUTURO I GIOVANI AL CENTRO DELLO SVILUPPO

Transcript of Xaltro n.1

Page 1: Xaltro n.1

n. 1maggio-agosto 2012

IL SOGNO DEL MINISTRO

Intervista al Ministro Francesco Profumo

L’INTERVENTOdi Maria Latella

EVOLUZIONE ED EFFICACIA DEL SISTEMA

SCOLASTICO ITALIANONEGLI ULTIMI 150 ANNI

Poste Italiane Spa - spedizione in abbonamento postale 70% – CN BO Bologna. Iscrizione al tribunale di BO del 28/05/1991 n° 5988

SCUOLA E FUTUROI GIOVANI AL CENTRO

DELLO SVILUPPO

Periodico della Cooperativa Sociale Società Dolce

ROCCO PAPALEOIL MIO TEATRO CANZONE

Page 2: Xaltro n.1

wW E L F A R E

DAY Welfare è uno strumento moderno, semplice e pratico, che permette a tutti i tipi di Aziende e Pubbliche Amministrazioni di erogare servizi sociali alle persone in tutta trasparenza e sicurezza.

Con DAY Welfare è possibile acquistare beni di prima necessità, prodot-ti farmaceutici e usufruire di servizi legati alla famiglia, alla salute e al benessere della persona e del suo nucleo familiare.

DAY Welfare rende il tuo ambiente di lavoro piacevole, fa crescere la tua azienda e aiuta le persone ad affrontare le attuali preoccupazioni e difficoltà economiche.

www.daywelfare.it - [email protected] - infoline 800 834 009

DAY Welfare,la solidarietàin pratica.

Da oggi La Società Dolce fa parte della rete DAY Welfare.

Page 3: Xaltro n.1

Un Paese che non investe nell’istruzione pubblica, nelle giovani menti è un paese destinato a non avere un futuro, un paese portato alla morte sociale. Mai furono così profetiche le parole pronunciate da un saggio professore uni-versitario a cavallo degli anni ‘60, sul ruolo della scuola. Non si può pretendere di dare un futuro ai nostri figli, una speranza al nostro Paese senza investire seriamente nell’istruzione. Oggi siamo di fronte al declino della convivenza sociale, della vita politica, dell’innovazione culturale. È ora che tutti ritornino sui banchi di scuola. Proprio da lì, dalla scuola, dai suoi insegnamenti potrà rinascere l’Italia, non solo quella economica, ma anche una nuova generazione di persone capaci, tolleranti, rispettose delle regole, ma soprattutto più one-ste. L’Italia ha ormai raggiunto livelli inaccettabili riguardo la coscienza civica dei cittadini, delle élite politiche, imprenditoriali e culturali. L’unica ancora di salvezza non può venire che dalla scuola. È imperativo investire in cultura e sapere e ridisegnare ruoli chiari e netti: ai docenti l’insegnamento, agli studenti l’apprendimento. La fotografia attuale mostra invece una generazione di inse-gnanti precari, molti impreparati, altri disarmati, demotivati e stanchi, studenti svogliati con genitori sempre pronti a difendere i cari pargoli, classi affollate. La scuola oggi si è decisamente screditata. Al di là dei problemi organizzativi, del-le rigidità burocratiche, della carenza di risorse, l’insegnamento è venuto menoalla sua funzione principale: formare e istruire le future generazioni. Ci vuole una riforma seria, capace di avvicinare l’istituzione scolastica alle reali esigen-ze della società. Di questi temi ne parliamo con il Ministro della Pubblica Istru-zione Francesco Profumo, con Maria Latella, direttore di A, con il comico Rocco Papaleo e ancora con i professori Umberto Lucia e Giuseppe Cagni, con Donata Vivanti, Vicepresidente F.I.S.H. e Mattia Sogaro, Presidente del Consiglio Na-zionale Studenti Universitari.

“L’Italia è il Paese dei diplomi, delle lauree e della cultura ridotta soltanto al procacciamento e alla spasmodica difesa dell’impiego”

C. Levi, Cristo si è fermato ad Eboli

MAURO SPINATODirettore Responsabile

3

Page 4: Xaltro n.1

(Martino Lombezzi/Contrasto)L’Aquila, 20 aprile 2009. Due settimane dopo il sisma del 6 aprile. Libri recuperati dalle macerie all’interno dell’Università

Page 5: Xaltro n.1

“Il tempo per leggere è sempre tempo rubato(Come il tempo per scrivere, d’altronde, o il tempo per amare).

Rubato a cosa? Diciamo, al dovere di vivere”.

Come un romanzo, Daniel Pennac

Page 6: Xaltro n.1

Sede e RedazioneVia C. Da Pizzano, 540133 BolognaTel. 051 6441211Fax 051 6441212Email: [email protected]

Direttore EditorialePietro Segata

Direttore ResponsabileMauro Spinato

RedazioneStefania BastiaMassimiliano PaolettiAnnamaria PontiMauro Spinato

Coordinamento organizzativoAnnamaria Ponti

Hanno collaborato:Giuseppe Cagni, Isabella Calbi, Annalaura De Maria, Maria Fedele, Emanuela Giampaoli, Isa Grassano, Maria Latella, Umberto Lucia, Emilia Marasco, Maria Beatrice Morano, Federica Pagliarone, Rocco Papaleo, Francesco Profumo, Simona Senatore, Lucio Serio, Mattia Sogaro, Donatella Valentino, Silvia Vicchi, Donata Pagetti Vivanti, Marco Zazzaroni.

Progetto graficoCCDstudio.eu

Referenze iconograficheXALTRO, Contrasto, Istockphoto

StampaStampato su carta ecologica riciclata da tipografia Moderna s.r.l., Bologna

CopyrightI testi possono essere riprodotti a condizione che sia indicata la fonte e che non siano utilizzati a fini commerciali

Partner tecnico

Pubblicità[email protected]

In conformità al D.Lgs n. 196/2003 sulla tutela dei dei dati personali, informiamo che i dati raccolti saranno trattati con la massima riservatezza e verranno utilizzati per scopi inerenti la nostra attività. In ogni momento, a norma dell’ art.7 del D.Lgs n. 196/2003, si potrà chiedere l’accesso, la modifica, la cancellazione o opporsi al trattamento dei dati scrivendo a Cooperativa Sociale Società Dolce Via C. Da Pizzano 5, 40133 Bologna o a [email protected]

Periodico della Cooperativa Sociale Società DolceIscrizione tribunale di Bologna n. 5988 del 28/05/1991Numero 1, maggio-agosto 2012Bologna, chiuso in redazione il 2 aprile 2012

ATTREZZATURE PER LA RISTORAZIONE E LA COLLETTIVITÀ

1989Vendita e assistenza dal

Via della Tecnica, 41 - 40050 - Argelato - Bo - Tel. 051.66.46.679 - Fax 051.66.47.267 - www.coproget.it - [email protected]

“La vita è quella cosa che ci accade mentre siamo impegnati a fare altri progetti.” Anthony De Mello

Page 7: Xaltro n.1

L’INTERVENTO di Maria Latella

DIALOGANO CON NOI

IL SOGNODEL MINISTRO

Intervista a Francesco ProfumoMinistro dell’Istruzione

IL SEGRETO PER UNBRAVO STUDENTE?UNA CORRETTA ALIMENTAZIONEFederica Pagliarone

LA MIA FAMIGLIAMULTICULTURALEIntervista a Emilia MarascoDocente di Storia dell’Arte Contemporanea e scrittrice

PIÙ SCUOLA MENO MAFIA

IL FUTURO DELLA SCUOLAPietro SegataPresidente Cooperativa SocialeSocietà Dolce

SE LA LEZIONE ARRIVADAI RAGAZZIEmanuela Giampaoli

URBINO:FERMENTO CULTURALEIsabella Calbi

IL MIO TEATRO CANZONEIntervista a Rocco Papaleo

Isa Grassano

SOCIETA’ DOLCENEWSSCUOLA E NUOVE

TECNOLOGIE: LA DIDATTICA DIGITALE

Dott. Giuseppe CagniUniversità di Torino

IL DIRITTO ALLO STUDIODEI DISABILI

Intervista al Dr. Donata Pagetti Vivanti

Vice-Presidente Federazione Italianaper il Superamento dell’Handicap

ANNO 2312:L’ERA DEI CERVELLI ELETTRONICI

GIOVANI AMBIZIOSIdi Zazza

SOMMARIO

10

9

11

14

20

23

29

26

34

36

32

38

40

54

46

42

50

ATTREZZATURE PER LA RISTORAZIONE E LA COLLETTIVITÀ

1989Vendita e assistenza dal

Via della Tecnica, 41 - 40050 - Argelato - Bo - Tel. 051.66.46.679 - Fax 051.66.47.267 - www.coproget.it - [email protected]

EVOLUZIONE ED EFFICACIA DEL SISTEMA

SCOLASTICO ITALIANONEGLI ULTIMI 150 ANNI

Intervista al Prof. Umberto Lucia Politecnico di Torino

IL SISTEMA UNIVERSITARIO E LA

CONDIZIONE STUDENTESCAIntervista a Mattia Sogaro

Presidente del Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari

7

Page 8: Xaltro n.1

HO SCELTO LA BANCA SCEGLIENDO UN’IDEA.Essere socio conviene, non solo a me.

www.emilbanca.it

Page 9: Xaltro n.1

L’INTERVENTO di Maria Latella

A cogliere il punto è stato un ragazzo neanche ventenne, Davide, con quella ruvida capacità di sintesi che solo i giovani hanno. In una mail al mio giornale, il settimanale “A”, ha scritto: “In Italia non frega niente a nessuno. Tu puoi an-che non studiare o fare il minimo: non ti succede nulla”. Ecco ciò che i ragazzi si aspetterebbero dal sistema scolastico: il riconoscimento dei meriti, ma anche dei demeriti. Vogliono un incentivo all’impegno. Invece qui, e non solo a scuola, nessuno viene mai veramente premiato, né veramente punito. Funziona così in tanti ambiti, da quello politico a quello aziendale. Perciò gli adulti hanno il dovere, la responsabilità di insegnare e correggere, di formare la futura classe dirigente. Questo è l’altro nodo della questione: dobbiamo essere severi con i giovani, ma prima ancora dobbiamo imparare a essere severi con noi stessi. Altrimenti i nostri ragazzi migliori decideranno, come già fanno, di anda-re a vivere lontano, in Paesi che non vedono il desiderio di affermarsi come un attentato allo statu quo.È grottesco e schizofrenico un sistema che chiede impegno e lealtà e poi premia il colpo di fortuna, l’amicizia che conta, la disinvoltura nella scorciatoia. Faccio mie le parole di Marco Lodoli, eccellente scrittore e eccellente insegnante: “Ai ragazzi parlo di letteratura ma ormai è una lingua perduta, come l’aramaico…i miei stu-denti di periferia ascoltano i neomelodici napoletani o i rapper autoprodotti di Tor Bella Monaca, odiano il cinema perché bisogna stare due ore zitti al buio, non fanno sport, chatta-no, passano il sabato al centro commerciale…Trent’anni di disprezzo per la cultura (roba da poveracci, da infelici) han-no portato a questo: un Paese povero e infelice. Ma io non mollo, continuo a indicare ai miei studenti un punto più in alto, dove l’aria è migliore, dove si vede meglio il mondo”.Il mio giornale si è impegnato in una lunga campagna contro i senza talento, e poi nell’iniziativa A4job, che crea un ponte tra neolaureati in cerca di un lavoro e le aziende che lo offrono. Sul sito dedicato all’iniziativa scorrono annunci di lavoro e spazi per le candidatu-re. Una selezione trasparente, che premia il meri-to, solo quello. Come Lodoli anche noi di “A” non vogliamo mollare. L’unico rammarico è che in un Paese dove un giovane su tre è disoccupato il no-stro impegno sia una goccia nel mare, ma ci piace pensare che il mare è fatto di gocce.

Page 10: Xaltro n.1

Qual è il tuo libro preferito?

Qual è il tuo libro preferito?

Qual è il tuo libro preferito?

Qual è il tuo libro preferito?

Il prossimo viaggio che farai?

Il prossimo viaggio che farai?

Il prossimo viaggio che farai?

Il prossimo viaggio che farai?

Un difetto

Un difetto

Un difetto

Un difetto

Un pregio

Un pregio

Un pregio

Un pregio

Ce ne sono due che amo particolarmente: “Il Nome della Rosa” di Umberto Eco e “Candido” di Voltaire

“Marie qui louche” (in italiano il titolo ha un doppio significato di Maria la strabica o Maria che sbircia) di

George Simenon (non credo ne esista la versione italiana)

L’età della ragione di JP Sartre

“Il signore degli anelli” di Tolkien

Sono quattro i posti del mondo che mi affascinano e dove mi sento a casa:

Londra, Swansea in Galles, Guadalupa, Creta

A Vienna, per lavoro (presso l’Agenzia dei Diritti Fondamentali)

In Sicilia e sarà un miniviaggio di nozze

Roma, in vacanza però!

La bontà e l’intelligenza

La determinazione

Sapere di non sapere abbastanza

Dedizione

L’arroganza

La severità (con me stessa e con gli altri)

Non sapere abbastanza

Irruenza

Prof. UMBERTO LUCIA

Umberto Lucia, 46 anni, laureato in Fisica a To-rino con dottorato di ricerca in Energetica a Fi-renze, Specializzato in Dirigenza scolastica a Ferrara, è stato insegnante di Fisica per 11 anni all’ITIS Volta di Alessandria, ha svolto attività di supporto all’autonomia scolastica per 5 anni come insegnante comandato al MIUR ed oggi è Ricercatore al Politecnico di Torino, dove si oc-cupa di Termodinamica applicata, Energetica, Sistemi complessi e Sviluppo sostenibile.

Dr. DONATA PAGETTI VIVANTI

Dopo la nascita di due figli gemelli con autismo ha abbandonato la carriera di medico per dedi-carsi a tempo pieno alla difesa dei diritti delle persone con disturbo autistico. È stata presi-dente di Autism-Europe dal 2000 al 2008, è vice-presidente dell’European Disability Forum, della Federazione Italiana Superamento Handicap e della Federazione Fantasia per l’autismo.

Prof. GIUSEPPE CAGNI

Docente-ricercatore prima presso IRRE Lombar-dia e attualmente presso l’Agenzia Scuola ex Irre Piemonte. Si occupa di tecnologie didattiche, formazione dei docenti e, in particolare, di e-le-arning. Ha realizzato ricerche e sperimentazioni sulla formazione in rete degli adulti, sulle comu-nità di pratica on line e sull’efficacia di piattafor-me LMS OS. Attualmente coordina la formazione dei docenti sul Piano LIM in Piemonte.

MATTIA SOGARO

23 anni non ancora compiuti, iscritto al 4° anno di Giurisprudenza all’Università Statale di Mila-no, vive a San Donato Milanese. Dal 2007 è pre-sidente di una società di calcio “Nazareth FC” e, da ottobre 2010, è Presidente del Consiglio Na-zionale degli Studenti Universitari (CNSU).

DIALOGANO CON NOI

10

Page 11: Xaltro n.1

“Credo in un Ministero non più autorizzativo, ma cooperativo. Un Ministero che detti le policies, che aiuti le singole scuole nella fase di avviamento e che poi valuti i risultati...”

IL SOGNODEL MINISTRO

Intervista a FRANCESCO PROFUMOMinistro dell’Istruzione

di Silvia Vicchi

Signor Ministro, in un momento di scelte dure per il Paese, lei ha spesso parlato di in-vestimenti sulla scuola. C’è una reale volontà di tornare a investire su formazione e istru-zione, dopo un triennio di tagli?

Certamente sì, questa è una delle priorità del Gover-no e il fatto che al Tavolo sul Lavoro ci sia anche la formazione, in termini di formazione permanente, che significa per tutta la vita, credo sia un segnale molto forte. Certamente nell’anno 2012 non ci saranno tagli e lavoreremo affinché la scuola riabbia in primis la giu-sta reputazione. In questi miei primi mesi ho fatto mol-te visite a scuole, università, centri di ricerca e come in fondo mi aspettavo, esiste una comunità di docen-ti, studenti, dirigenti, genitori, di grandissimo valore. Ogni volta che si alza il coperchio, si trovano veramen-te tante esperienze di qualità, che hanno bisogno di essere considerate, ascoltate, valutate per quello che realmente valgono.

Lei è andato a sedersi tra i banchi coi ragaz-zi, che impressione ne ha avuto?

Che non è cambiato nulla dagli anni Sessanta: l’inse-gnante sta in cattedra, gli studenti di fronte, in una lezione frontale. Invece andrebbe cambiata la disposi-zione delle classi, così come i gruppi di studenti, che devono spostarsi, mescolarsi, affrontare nuove e diver-se situazioni.

Una strada per il rilancio della scuola può essere quella di rendere le scuole soggetto attivo? Si può pensare alla sussidiarietà e alla governance autonoma all’interno della singola istituzione scolastica come a una so-luzione?

Credo in un Ministero non più autorizzativo, ma coo-perativo. Un Ministero che detti le policies, che aiuti le singole scuole nella fase di avviamento e che poi valu-ti i risultati. Deve esserci un percorso molto lineare da questo punto di vista, perché le scuole in un regime di autonomia responsabile debbano definire il loro pro-getto.

Che ruolo può avere il non profit - associa-zionismo, volontariato, cooperazione sociale - nella crescita dei giovani studenti, per la

11

Page 12: Xaltro n.1

“ Io ho quasi sognato di potere avviare un progetto di scuole come civic cen-ter, centro civico, all’interno dei quartieri, come già avviene in altri Paesi. Edi-fici aperti dal mattino alla sera tardi, multifunzionali, nel senso che nell’orario scolastico sono scuole, ma poi diventano centro ricreativo, palestre, biblio-teche, centro di comunità, centro di formazione per adulti, centro culturale, centro di attività collaterate al quartiere, al territorio. Quindi una scuola mol-to più aperta, luogo per l’aggregazione di giovani, meno giovani, persone che vogliono dedicare tempo alla cosa che ritengo la più importante del Paese, che è quella della formazione dei giovani.”

Page 13: Xaltro n.1

costruzione di una cittadinanza attiva e re-sponsabile?

Io credo che sia un elemento fondamentale per lo svi-luppo della nostra società. Il Terzo settore in generale è indubbiamente un grandissimo valore e in un Pae-se come il nostro è un valore aggiunto. Certamente la sensibilità e l’esperienza che abbiamo noi come Paese Italia in questo settore ha pochi equivalenti al mondo e quindi credo che come tale debba essere considerato, valutato e che debba essere anche aiutato.

Tanti ragazzi al termine delle lezioni scola-stiche hanno davanti pomeriggi vuoti, senza nessun riferimento, o stimolo, positivo. La scuola può diventare un luogo di aggrega-zione e non solo di istruzione?

Io ho quasi sognato di potere avviare un progetto di scuole come civic center, centro civico, all’interno dei quartieri, come già avviene in altri Paesi. Edifici aperti dal mattino alla sera tardi, multifunzionali, nel senso che nell’orario scolastico sono scuole, ma poi diven-tano centro ricreativo, palestre, biblioteche, centro di comunità, centro di formazione per adulti, centro cul-turale, centro di attività collaterate al quartiere, al ter-ritorio. Quindi una scuola molto più aperta, luogo per l’aggregazione di giovani, meno giovani, persone che vogliono dedicare tempo alla cosa che ritengo la più importante del Paese, che è quella della formazione dei giovani. Se ne trarrebbe un grande vantaggio anche economico, perché i privati, il Comune, potrebbero in-vestire nelle scuole stesse, con benefici alle strutture,

in termini di attrezzature, di decoro e di pulizia.

Cosa accadrà in futuro per il sostegno? Può intervenire anche qui la cooperazione sociale come forma strutturata e ricono-sciuta?

Certamente sì, la cooperazione sociale anche e so-prattutto in questo settore è determinante. Io credo che sul tema del sostegno debba essere fatta una valutazione oggettiva, in termini della grande espe-rienza che c’è stata in Italia e che ha pochi eguali anche questa nel mondo. Ma deve esserci anche una giusta valutazione nell’identificazione delle persone che hanno veramente bisogno. Non si può generalizzare il tipo di bisogno, di supporto, ma è necessario andare nel dettaglio e identificare un progetto ad hoc e questo lo può fare solo la scuola, perché conosce i suoi studenti, i suoi alunni, i suoi docenti. E questo è proprio uno di quegli elementi di autonomia responsabile di cui parlavo in prece-denza.

A cosa punta il suo Ministero, per quanto riguarda la ricerca?

Stiamo lavorando sulla formazione e l’informazione, con un road-show su Horizon 2020. Vogliamo dare all’Italia l’abitudine di giocare d’anticipo e voglio sottolineare che come Ministero non dimentichere-mo anche il livello delle scienze sociali, finora non toccato a livello UE.

13

Page 14: Xaltro n.1

“Oggi la scuola è intesa come l’istituzione sociale cui è demandata l’educa-zione dei giovani, ovvero la loro crescita come persone umane, finalizzata alla convivenza civile e realizzata con la formazione”.

EVOLUZIONE ED EFFICACIA DEL SISTEMA

SCOLASTICO ITALIANONEGLI ULTIMI 150 ANNI

Intervista a UMBERTO LUCIAPolitecnico di Torino

Professor Lucia, oggi la scuola come viene concepita in Italia rispetto a 150 anni fa?

La scuola di 150 anni fa aveva come riferimento fon-damentale la Legge 3725/1859, nota come Legge Ca-sati, dal nome del Conte Gabrio Casati, allora Ministro della Pubblica Istruzione del Regno di Sardegna. San-civa il diritto del cittadino di provvedere direttamente all’istruzione dei propri figli a mezzo del sistema sco-lastico statale o privato; introduceva l’obbligo dell’in-segnamento religioso e affidava ai Comuni la gestio-ne della scuola elementare. L’istruzione secondaria e quella universitaria erano di competenza statale. Oggi, invece, in base alla nuova impostazione introdotta con la Legge 30/2000, la scuola è intesa come l’istituzione sociale cui è demandata l’educazione dei giovani, ov-vero la loro crescita come persone umane, finalizzata alla convivenza civile e realizzata con la formazione. Così le caratteristiche peculiari della scuola di oggi

risultano: l’organizzazione sistematica di interventi fi-nalizzati alla crescita delle capacità intellettuali della persona e la conseguente strutturazione dei processi di apprendimento; la sollecitazione a trasferire le cono-scenze apprese a contesti differenti da quello scolasti-co; la constatazione che il ruolo della scuola contiene in sé il concetto di autonomia culturale. Ne deriva che i fondamenti del sistema scolastico sono diventati: l’au-tonomia; la diffusione dell’offerta formativa aperta a tutti; la chiarezza nella progettualità della trasmissio-ne della cultura e dell’identità della comunità sociale; la progettualità nella crescita della persona umana; la programmazione curricolare; l’internazionalizzazione della cultura; la convivenza etnica; la produttività for-mativa.

Parliamo di innovazione e necessità formative

Nel contesto dell’autonomia, il rapporto tra scuola e

14

Page 15: Xaltro n.1
Page 16: Xaltro n.1

contesto sociale ed economico in cui opera la scuola è centrale in quanto l’autonomia si pone come obiettivo la costituzione di un sistema formativo che sia in gra-do di affrontare e dirimere i problemi socioculturali e professionali che si generano dalla crescente comples-sità della vita di oggi. Ricordando che l’obiettivo della scuola è la crescita della persona, scuola e contesto rappresentano momenti complementari e per loro na-tura compatibili del percorso educativo. Per conseguire questo obiettivo occorre fornire modelli culturali aperti e dinamici, oltre a conoscenze che devono essere pe-riodicamente aggiornate. Con questa autonomia di percorsi formativi post scolastici si potrà realizzare la sempre più necessaria formazione continua. Per poter assolvere a questo dovere istituzionale, però, la scuola deve sviluppare ricerca e “generare cultura” valoriz-zando i docenti, rimotivandoli sia economicamente sia socialmente, riconoscendo la loro funzione sociale e la stima per l’attività che svolgono.

A suo avviso quanto è importante la ricerca nella scuola?

Il riferimento è il Regolamento in materia di autonomia del-le Istituzioni scolastiche approvato dal Consiglio dei Mini-stri il 25 febbraio 1999 artt. 6 e 11. La Ricerca dev’essere intesa come formazione alla ricerca, cioè indurre i discenti ad apprendere per scoperta, imparando ad osservare, in-terrogarsi, scoprire, ragionare, operare conseguentemente ricerca come atteggiamento e autoformazione costante. Quindi la ricerca nella scuola è ricerca pedagogica da parte dei docenti nell’ambito della propria attività, ma anche aggiornamento permanente del docente stes-so. La ricerca dovrebbe essere anche intesa con il suo significato tradizionale: cercare di comprendere nuovi fenomeni e relazioni. In questo senso le scuole possono

operare ricerca industriale con le aziende del territorio richiedendo il supporto di Dipartimenti universitari, di-ventando quindi il fulcro di un sistema di formazione e di trasferimento tecnologico.

Cosa ne pensa dell’integrazione intercultu-rale: è indispensabile nella scuola di oggi?

La struttura sociale italiana, in questi anni, è caratte-rizzata dalla differenziazione etnica, che impone un adeguamento del sistema educativo anche in tal senso. Appare fondamentale il contributo che la scuola può fornire all’integrazione di persone che presentano diffe-renti modelli sociali; infatti, la presenza di differenti et-nie obbliga al confronto culturale sui valori etico-morali e sui modelli sociali. L’integrazione potrebbe aiutare a sviluppare il discorso sulla dignità umana di ogni perso-na, considerandola nella sua differente identità cultura-le, nel rispetto della sua storia, senza negare la propria, ma condividendo la stessa natura umana che lega ogni persona all’altra.

Cosa può fare la scuola per dare una rispo-sta ai giovani che cercano se stessi?

Nell’attuale situazione socio-culturale ed economica la scuola dovrebbe: fornire gli strumenti culturali per rispettare le regole, intese come fondamento della convivenza civile e garanzia del diritto del più debole; indurre l’abitudine a ragionare ed elaborare (una dimi-nuzione del carico di studio seguito da un approfondi-mento dello stesso porterebbe a studenti culturalmente più dinamici); creare una maggiore interazione con il contesto e le realtà universitarie. Credo fondamentale per chiunque si interessi di scuola, la riflessione sulla proposta di Riforma Boselli del 1909, purtroppo, mai di-ventata legge!

16

Page 17: Xaltro n.1

150 ANNI di storia della scuola (dal 1859 al 2010)

>1859 Nel Regno di Sardegna viene introdotta la legge Casati, che prevede un’istruzione elementare pubblica e obbligatoria di due anni a partire dal sesto anno di età. La sua graduale applicazione al territorio nazionale si completerà soltanto nel 1870.>1860 Viene emanato il primo regolamento che disciplina le condizioni dell’edilizia scolastica.>1875 Il ministro Ruggero Bonghi abolisce l’esame d’ammissione all’Università e ammette ufficialmente l’iscrizione delle donne. Presso le Facoltà di Lettere e Filosofia e di Scienze sono istituite le Scuole di Magi-stero, per preparare gli insegnanti nelle scuole secondarie.>1877 Con la legge Coppino l’obbligo scolastico nella scuola elemen-tare viene esteso da due a tre anni. Sono aboliti i direttori spirituali nelle scuole.>1878 Viene emanata la prima legge di finanziamento per l’edilizia sco-lastica.>1886 Per applicare la legge Coppino sull’istruzione obbligatoria, viene emanata la prima legge di limitazione del lavoro minorile, che vieta l’im-piego di bambini sotto i 9 anni in alcune categorie lavorative diurne e sotto i 12 nei lavori notturni.>1888 Viene emanato il nuovo regolamento delle scuole elementari; il programma è improntato al pensiero positivista e al metodo sperimentale delle «lezioni di cose» del pedagogista Aristide Gabelli.>1889 Viene emanato il primo regolamento per le scuole italiane all’este-ro, in risposta alla massiccia emigrazione in corso nella seconda metà del secolo.>1904 Con la legge Orlando, l’obbligo scolastico elementare viene esteso al dodicesimo anno di età. La legge introduce il concorso come sistema di reclutamento della classe insegnante; prevede inoltreche lo Stato provve-da al pagamento degli stipendi per gli insegnanti.>1907 Il socialista Leonida Bissolati propone con esito negativo la lai-cizzazione della scuola elementare e l’abolizione dell’insegnamento re-ligioso.>1911 Con la legge Daneo-Credaro viene statalizzata la maggior parte delle scuole elementari in Italia.>1912 La riforma elettorale proposta da Giovanni Giolitti istituisce il suf-fragio universale maschile. Il corpo elettorale italiano sale così a quasi 9 milioni di elettori.>1920 Benedetto Croce, ministro della Pubblica Istruzione, sopprime le Scuole di Magistero.>1923 Giovanni Gentile, ministro della Pubblica Istruzione nel governo Mussolini, riforma la scuola e l’università italiana. Uno dei primi atti, i programmi elementari elaborati da Giuseppe Lombardo Radice. Nascono l’Istituto superiore di Magistero e il Consiglio Nazionale delle Ricerche. A Torino viene avviato il progetto dell’Atlante linguistico italiano, presso la

cattedra di Linguistica della Facoltà di Lettere.>1926 Nascono le pagelle scolastiche.>1928 Viene istituita la scuola di avviamento professionale, che sostitui-sce i corsi postelementari.>1929 Con i Patti Lateranensi, lo Stato italiano riconosce come «fonda-mento e coronamento» dell’istruzione pubblica l’insegnamento della reli-gione cattolica in tutti gli ordini e gradi di scuola. Il Ministero della Pubbli-ca Istruzione diventa Ministero dell’Educazione Nazionale. Viene imposta all’intero territorio nazionale l’adozione del libro di testo unico di Stato per la scuola elementare.>1933 Viene completata la statalizzazione delle scuole elementari.>1937 Nel contesto dell’introduzione della cultura militare nella scuola italiana, viene istituita la Gioventù Italiana del Littorio.>1938 Nasce il testo unico per la Difesa della Razza nella scuola.>1939 Il ministro Bottai presenta al Gran Consiglio del Fascismo la Carta della scuola.>1940 Unificando i corsi inferiori dei licei e degli istituti tecnici e magi-strali, Bottai crea la scuola media unica triennale. La biforcazione tra scuo-la media per chi continuerà gli studi e avviamenti professionali resterà in vigore fino al 1962.>1944 Il Ministero dell’Educazione Nazionale riprende il nome di Ministe-ro della Pubblica Istruzione.>1945 Vengono aboliti il libro di testo unico per la scuola elementare e le norme emanate tra il 1935 e il 1943.>1946 Nel referendum istituzionale del 2 giugno prevale la scelta repub-blicana. Si tengono le prime elezioni a suffragio universale maschile e fem-minile. Viene eletta l’Assemblea Costituente che dovrà redigere la nuova Costituzione.>1947 Nascono le scuole popolari contro l’analfabetismo; una commissio-ne nazionale di inchiesta effettua una valutazione dello stato della scuola nell’Italia repubblicana.>1948 Il 1° gennaio dell’anno entra in vigore la Costituzione della Repub-blica. La scuola è aperta a tutti. L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubbli-ca rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso. (Costituzione Italiana, Articolo 34.)>1955 Vengono varati i nuovi programmi per le scuole elementari.>1959 Il ministro Moro vara il Piano decennale per la scuola, inteso a svi-luppare nella prassi didattica i metodi della programmazione.>1962 Nasce la scuola media unica obbligatoria e gratuita, il cui definitivo assestamento avverrà nel 1977.>1964 Vengono introdotti i libri di testo gratuiti nella scuola elementare.

17

Page 18: Xaltro n.1

>1968 Nasce la scuola materna statale. (In un progetto del Ministero della difesa americano viene creata la rete Arpanet. Il suo sviluppo in ambito universitario porterà alla nascita di Internet.)>1969 Con la liberalizzazione dei piani di studio universitari, diventa possibile accedere a tutte le Facoltà da qualsiasi corso di scuola secon-daria di durata quinquennale. La durata degli istituti professionali viene portata a cinque anni. Viene realizzato il primo scambio di dati a distan-za tra due computer attraverso un collegamento che costituirà l’attuale World Wide Web.>1971 Si introduce il tempo pieno nella scuola elementare.>1973 Con la firma del contratto nazionale dei metalmeccanici, entrano nel sistema scolastico le 150 ore.>1974 La risposta legislativa al movimento studentesco si traduce nel Testo unico delle leggi sulla scuola, i cosiddetti “decreti delegati” riguar-danti la ricerca educativa e didattica, l’istituzione e il riordinamento degli organi collegiali. Per la prima volta prende parte alla vita della scuola una rappresentanza dei genitori e degli studenti.>1977 Con l’istituzione degli insegnanti di sostegno, viene potenziato il processo di integrazione scolastica dei disabili avviato nel 1971. >1979 Vengono introdotti i nuovi programmi per la scuola media.>1985 Vengono introdotti i nuovi programmi per la scuola elementare. Con la ratifica del nuovo Concordato tra Stato e Chiesa cattolica, l’inse-gnamento della religione cattolica è considerato opzionale e le scuole private vengono parificate a quelle pubbliche.>1989 Al Cern di Ginevra nasce la rete Internet. >1990 Viene varata la riforma della scuola elementare, con l’istituzione dei moduli e dei team dei docenti.>1992 I capi di Stato e di governo di dodici Paesi europei firmano a Ma-astricht il trattato di istituzione dell’Unione Europea. Nei licei e in parte degli istituti tecnici vengono avviate le sperimentazioni dei Programmi Brocca; con il Progetto ’92 viene riorganizzata l’istruzione professionale. È garantito il diritto all’educazione e all’istruzione della persona handicap-pata nelle sezioni di scuola materna, nelle classi comuni delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado e nelle istituzioni universitarie. (Leg-ge 104 del 5 febbraio 1992, art 12 [Diritto all’educazione e all’istruzione] comma 2).>1997 Con la legge quadro in materia di riordino dei cicli di istruzio-ne, il ministro Berlinguer riforma la suddivisione delle scuole elementari, medie e superiori sostituendole con una struttura basata su sette anni di ciclo primario e cinque di ciclo secondario. Viene riformato l’esame di Stato.>1998 Attivazione dei corsi di laurea in Scienze della formazione. Vie-ne promulgato lo Statuto delle studentesse e degli studenti della scuola

secondaria.>1999 Vengono introdotte nuove norme sull’obbligo scolastico a 15 anni; l’obbligo formativo è portato a 18 anni.>2000 Nell’ambito della riforma Berlinguer della scuola, viene presen-tato il Progetto Lingue 2000. Si introduce per la prima volta nella scuola italiana il Portfolio delle competenze, che documenta le esperienze non solo scolastiche con cui lo studente acquisisce le proprie abilità. >2001 L’Unione Europea promuove l’Anno Europeo delle Lingue. Tra gli obiettivi promossi nei sistemi scolastici dei Paesi membri, viene affermata come prioritaria l’acquisizione/apprendimento di almeno due lingue co-munitarie oltre alla lingua madre. Con la riforma del Titolo V della Costitu-zione della Repubblica italiana, viene modificata la ripartizione dei poteri di Stato, Regioni ed Enti Locali. Il trasferimento di funzioni disciplina le precedenti norme sull’autonomia scolastica, introdotte a partire dal 1997.>2003 Il ministro Moratti abolisce l’esame al quinto anno della scuola primaria e introduce l’esame di Stato al terzo anno della scuola seconda-ria di primo grado. Nelle scuole professionali viene introdotta l’alternanza scuola-lavoro.>2004 Nasce il progetto PISA (Programme for International Student As-sessment), organizzato dall’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico), che intende accertare le competenze degli alun-ni scolarizzati nelle aree della comprensione della lettura, della matema-tica e delle scienze.>2006 L’istruzione impartita per almeno dieci anni è obbligatoria ed è finalizzata a consentire il conseguimento di un titolo di studio di scuola secondaria superiore o di una qualifica professionale di durata almeno triennale entro il diciottesimo anno di età. L’età per l’accesso al lavoro è conseguentemente elevata da quindici a sedici anni. (Legge 296 del 27 dicembre 2006. Articolo 1, comma 622.)>2007 Vengono pubblicate le Indicazioni per il curricolo per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo d’istruzione.>2008 Il ministro Gelmini riforma il sistema dei licei, modificando il liceo scientifico (che ora prevede anche un indirizzo tecnologico) e il liceo ar-tistico e introducendo i licei delle scienze umane e musicale e coreutico. Vengono riformati gli istituti tecnici e ridotto il numero degli indirizzi e sperimentazioni nella scuola secondaria. Si reintroduce la valutazione in decimi e il voto in condotta ritorna a fare media per concorrere al voto finale.>2010 Vengono emanate le nuove Indicazioni Nazionali per i tre ordini di scuola secondaria (licei, istituti tecnici e professionali). Con il Decreto n. 9 del 27 gennaio 2010 del MIUR viene istituito il “nuovo modello di cer-tificato dei saperi e delle competenze di base acquisite nell’assolvimento dell’obbligo di istruzione” in linea con le indicazioni europee.

150 ANNI di storia della scuola (dal 1859 al 2010)

18

Page 19: Xaltro n.1

Da quasi vent’anni LudoVico è il punto di riferimento per il

giocattolo educativo.

Ma il benessere del bambino è legato anche all’ambiente in cui

vive, sperimenta, apprende, ha relazioni, si emoziona.

Per questo LudoVico ha pensato anche alla proposta di nuove

linee di arredo, tutte certificate, che insieme alla elevata

qualità dei materiali e del design, possono suggerire uno spazio

accogliente per le esigenze e il comfort del bambino.

Puoi trovare la traccia di questi percorsi nella storia di LudoVico

che, dalla sua nascita, arreda gli spazi destinati all’infanzia.

Ora anche a casa tua.

A Bologna

via Emilia Ponente 56

tel. 051 385490

www.ludovico.it

Aperto dal martedì al sabato

9,30-13 e 15,30-19,30

XAltro_21x24.indd 1 16/03/12 15:16

Page 20: Xaltro n.1

Il sistema universitario italiano sta attraversando anni di continui cambia-menti dovuti a interventi normativi da parte del Ministero e da ultimo, per mezzo della “Legge Gelmini”, del Parlamento. Tuttavia il dibattito attorno all’università negli ultimi anni non è stato sollevato tanto dagli interventi di riforma, quanto dai tagli che hanno interessato il settore. Infatti se da un lato si sono sollevate le proteste del mondo universitario per una presunta incapacità della politica di scommettere sull’istruzione e sulla ricerca in un momento di crisi, dall’altra molti giornalisti hanno colto l’occasione per inda-gare e far emergere, spesso in modo esasperato e scandalistico, le inefficienze e i malfunzionamenti di un sistema tanto vincolato alla burocrazia centrale, quanto eterogeneo nelle sue realtà locali.

IL SISTEMA UNIVERSITARIO E LA

CONDIZIONE STUDENTESCA

MATTIA SOGAROPresidente del Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari

Qual è la situazione del sistema universitario italiano oggi? Una cosa è certa, se da un lato la qualità media delle nostre università (sia in termini di qualità della ri-cerca che della didattica) è assolutamente rispettabile e competitiva nel panorama internazionale, manca però al nostro sistema la capacità di sviluppare singoli poli d’eccellenza. Certamente i numerosi interventi norma-tivi degli ultimi anni hanno spinto il sistema, almeno in linea di principio, verso la direzione giusta, cercando di fissare requisiti minimi di qualità, assieme ad una defi-nizione di obiettivi e valutazione dei risultati. Però tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, così spesso e volentie-ri il legislatore ha unito a obiettivi condivisibili norma-tive soffocanti, cedendo ad un centralismo dirigista che nel nostro paese non ha ancora abbandonato scuola e università. Tale configurazione non fa che penalizzare

le non poche realtà che in questi anni hanno cercato di innovarsi e creare eccellenza.Risulta particolarmente significativa la classifica “QS SAFE – National System Strength Rankings” in cui si valutano i sistemi universitari nazionali aggregando gli indicatori relativi ai singoli atenei. Nell’indagine svolta nel 2008 l’Italia si colloca al 12° posto nel mondo, 7° in Europa. Risulta tuttavia significativo l’indicatore Ac-cessibility che misura la percentuale di studenti di un Paese che studia in una “buona” università: in questo caso l’Italia si posiziona al terzo posto al mondo, dopo Stati Uniti e Australia, prima in Europa.All’interno del contesto sino ad ora descritto, estrema-mente eterogeneo, con solidi requisiti qualitativi ma incapace di valorizzare le proprie eccellenze, occorre porre l’attenzione sul tema della condizione studente-

20

Page 21: Xaltro n.1

...Le scelte degli studenti risultano particolarmente influenzate dalle condi-zioni economiche e sociali di partenza. È proprio a questo aspetto della con-dizione studentesca che dovrebbe porre l’attenzione il diritto allo studio san-cito dalla nostra Costituzione: «I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi.»

sca. Infatti, pur nell’ambito di un sistema universitario caratterizzato da scarsa autonomia e possibilità di spe-rimentazione di modelli innovativi da parte dei singoli atenei, gli studenti hanno imparato in questi anni a scegliere e a spostarsi alla ricerca dell’offerta migliore non solo sotto l’aspetto formativo, ma anche tenendo conto delle opportunità lavorative future.Certamente l’attuale crisi economica spinge tutti i gio-vani a cercare le migliori opportunità offerta dalle uni-

versità, come dimostra un aumento degli studenti fuori sede nelle università italiane. In questo contesto tut-tavia le scelte degli studenti risultano particolarmen-te influenzate dalle condizioni economiche e sociali di partenza. È proprio a questo aspetto della condizione studentesca che dovrebbe porre l’attenzione il diritto allo studio sancito dalla nostra Costituzione: «I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi.» si tratta di un

21

Page 22: Xaltro n.1

40069 Zola Predosa (BO) - Via Rigosa 46 - tel. 051.616.60.86 - Fax 051.616.60.77 - www.compreur.it - [email protected]

Protocolli Consulenza Formazione Pianificazione Progettazione AttrezzatureAssistenza

IGIENE DELLA PERSONA LAVANDERIA GUARDAROBA IGIENE DEGLI AMBIENTI IGIENE DELLA CUCINA

argomento particolarmente critico del nostro sistema universitario, che proprio in questi giorni verrà rifor-mato dal governo come previsto dalla Legge Gelmini, abrogando il sistema vigente disciplinato dall’obsoleta legge n. 390 del 1991.Il diritto allo studio, pur essendo fortemente incentra-to sull’intervento statale, non è estraneo a opportuni-tà che possano provenire anche dalla libera iniziativa di privati cittadini e imprese. Il Politecnico di Milano, nell’autunno 2011, ha erogato circa 220.000 € di borse di studio per studenti particolarmente meritevoli gra-zie ad una donazione da parte di Autostrade per l’Italia SpA. Tale iniziativa mostra come anche in un periodo non facile per le aziende vi è la capacità di apprezzare e sostenere economicamente la formazione di capita-

le umano da parte di soggetti privati. Come lo stato sostiene e incoraggia una simile, lodevole iniziativa? Equiparando tali borse di studio a reddito di lavoro in-dipendente, con significative penalizzazioni fiscali sia per lo studente che ne beneficia, sia per il suo nucleo familiare. Le borse di studio infatti (salvo quelle eroga-te dallo Stato e pertanto esentasse) sono tassate IRPEF e chi ne beneficia non può più essere considerato figlio a carico.In conclusione, il nostro sistema universitario e gli stu-denti innanzi tutto non hanno bisogno di nuove rifor-me, tantomeno di un ulteriore accanimento normativo. Occorre invece lasciare, oggi più che mai, la libertà di poter costruire ai tanti studenti e docenti che ancora credono che il nostro non sia un paese per vecchi.

Page 23: Xaltro n.1

Rocco Papaleo, lucano doc, viene definito in tanti modi, attore di cinema e teatro, ma anche musicista, cabarettista, comico, regista, conduttore tv. Mil-le sfaccettature per un solo personaggio che ama dire «sono soprattutto un cantautore. Ho sempre suonato la chitarra per accompagnare le mie canzo-ni». Canzoni che «non risolvono i problemi sociali…ma nemmeno ne creano».

IL MIOTEATRO CANZONE

Intervista a ROCCO PAPALEO

Da tempo pratichi il teatro-canzone?

È un modo di raccontare dove la narrazione entra ed esce dal modulo canzone. Il linguaggio si esplica nell’incontro tra musica e parole, un incontro senza so-luzione di continuità come se fosse un’unica partitura musicale. Faccio cinema, televisione (la recente espe-rienza televisiva a Sanremo, ndr) ma ho bisogno del palcoscenico. Il teatro ha la forza del presente, è men-tre sta accadendo, è vivo e in vista. E ha bisogno di una cosa sola: della vita. Per questo la vita ha bisogno del teatro. E sarà sempre così. In questo periodo sto por-tando in scena “Una piccola impresa meridionale”, un altro esempio di teatro-canzone, dove le canzoni sono alternate da piccoli viaggi intorno alle persone e alle cose che le hanno ispirate. La tua carriera è iniziata con alcuni spet-tacoli destinati ai piccoli delle materne. Poi hai spesso lavorato con i ragazzi. Pensi che la scuola possa essere un “teatro”?

Credo che il teatro possa essere una scuola. Un’occa-sione di crescita culturale che passa attraverso la co-municazione e lo scambio di esperienze, la relazione

con gli altri, la consapevolezza delle proprie capacità. Il teatro, per chi lo insegna, è un osservatorio privilegia-to, mentre per lo studente è un laboratorio privilegiato, proprio perché unisce al momento teorico, “di studio”, un momento pratico, di interpretazione sulla scena. At-traverso il teatro si impara a lavorare in gruppo, a sco-prire le proprie risorse.

Hai spaziato in tutti i campi dello spettaco-lo, ma da quale ambito artistico pensi che i ragazzi siano più attratti?

La televisione è sicuramente al primo posto. Basti pen-sare alla frenesia e alle code che si creano per i provini del Grande Fratello. Già i quindicenni ci sperano e vor-rebbero compiere i diciotto anni per potervi accedere. La tv è una scorciatoia per emergere subito. Certo pre-ferirei che si facesse la fila per assistere ad un concerto di musica classica, o ad uno spettacolo teatrale, o per l’ingresso ad un museo, o per entrare in una libreria.

Tu non ti sei mai laureato. Pentito?

Mi ero iscritto a matematica e penso sempre che se mi fossi laureato sarei tornato a Lauria (in Basilicata) per

di Isa Grassano

23

Page 24: Xaltro n.1

foto: Barbara Ledda

Page 25: Xaltro n.1

insegnare. Invece, una mia amica mi ha iscritto ad una scuola di recitazione ed il mio futuro è cambiato. Non sono pentito. Potrei dire che la mia tesi di laurea è stato il Festival di Sanremo, che è espressione di una volontà popolare ed io mi sono sempre sentito un figlio del popolo.

Il mondo dei giovani è spesso motivo d’in-teresse per il cinema e per il teatro: tu che sei anche regista, ritieni sia una forma di sfruttamento o un modo per far emergere nuovi talenti?

Io sono per la “libera circolazione dei talenti e non”. Questo può essere un modo per far emergere anche chi non ha studiato recitazione ma ha un’inclinazione innata. Poi magari dopo una prima occasione, trova il modo per approfondire le sue capacità.

A tuo avviso, i social network aiutano dav-vero a fare nuove amicizie o contribuiscono

ad isolare i ragazzi?

Direi l’uno e l’altro. Da un lato ampliano la propria rete di conoscenze. Facebook, Twitter, sono mezzi eccezionali per restare in contatto con i vecchi amici che non vedi da tempo o che si sono trasferiti. Ne riconosco la loro grande potenza nel “fare gruppo” e non li temo come una perico-losa deriva delle relazioni. Dall’altro lato, invece, i social tolgono quel calore di potersi “sfiorare”. A mio avviso, le persone sono fatte per stare insieme e avere “un contat-to” diretto.

Ritieni che Internet sia un surrogato della realtà per i giovani? Internet è forse un rifugio per molti giovani che quasi hanno paura di affrontare la realtà. Tuttavia la realtà en-tra prepotentemente dalla fessura e prima o poi devono farci i conti. Mi piacerebbe, invece, che i ragazzi ricomin-ciassero a credere, a fare e ad inseguire i sogni, con la voglia e la possibilità di cercare un cambiamento.

ROCCO PAPALEO, UNO, NESSUNO, CENTOMILA

Rocco Papaleo nasce a Lauria, in provincia di Potenza, il 16 agosto del 1958, sotto il segno del leone. A 18 anni si trasfe-risce a Roma per l’università. È una sua amica ad iscriverlo ad un corso di recitazione. Sarà quello il suo via. Esordisce poi nel 1985 con ”Sussurri rapidi” – spettacolo teatrale di Salvatore di Mattia. L’ingresso nel cinema con “Senza pelle” di Alessandro D’Alatri. Di qui, una lunga serie di film di suc-cesso, diretto da registi affermati come Archibugi, Pierac-cioni, Virzì, Veronesi, Salemme, Vanzina, Scola. Il successo

arriva con il film pluripremiato “Basilicata coast to coast”. Poi la commedia “È nata una star?”, al fianco di Luciana Littizzetto. Oggi sta lavorando ad un nuovo film che uscirà in settembre, dal titolo “Una Piccola Impresa Meridionale”, come il suo ulti-mo spettacolo teatrale (scritto in collaborazione con Valter Lupo), anche se la storia è diversa. Ha pubblicato un nuovo album musi-cale, che contiene 12 brani scritti da lui, dal titolo “La mia parte imperfetta”.

Info: www.roccopapaleo.eu

25

Page 26: Xaltro n.1

L’art. 24 della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, rece-pita in Italia con L.18/2009, sancisce l’obbligo per gli Stati parti di assicurare “… che le persone con disabilità possano avere accesso all’istruzione post-secondaria generale, alla formazione professionale, all’istruzione per adulti e alla formazione continua lungo tutto l’arco della vita …”

IL DIRITTO ALLO STUDIODEI DISABILI

L’accesso all’educazione permanente e alla forma-zione professionale deve essere garantito a tutte le persone con disabilità, incluse quelle con necessità di sostegno intensivo, attraverso la fornitura di ac-comodamenti ragionevoli e del sostegno adeguato, e l’applicazione di strategie educative appropriate alle necessità educative individuali.La Legge n. 104/1992 garantisce alle persone con di-sabilità l’accesso all’istruzione superiore e alla forma-zione professionale, anche attraverso la programma-zione nell’università di interventi che tengano conto dei bisogni individuali e l’attribuzione di interpreti per facilitare l’apprendimento degli studenti non udenti. Inoltre la legge quadro 104/92 attribuisce alle regioni la competenza a realizzare l’inserimento del disabile nei corsi ordinari di formazione professionale in centri pubblici e privati, garantendo attività specifiche per quegli allievi disabili che non siano in grado di avva-lersi dei metodi di apprendimento ordinari per l’acqui-sizione di una qualifica e precisando che le regioni for-niscono ai centri i sussidi e le attrezzature necessarie. I corsi professionali devono tenere conto delle diverse

capacità ed esigenze del disabile che sarà inserito o in classi comuni o in corsi specifici conseguentemen-te alle sue necessità formative. Gli Assessorati regio-nali competenti promuovono e organizzano servizi di orientamento e informazione sulle prospettive occu-pazionali e i relativi percorsi formativi, sugli enti che gestiscono corsi specificamente rivolti a giovani con disabilità e sulle iniziative formative nell’ambito dei programmi comunitari. In alcune realtà sono inoltre attivi sportelli specifici di orientamento, informazione e incontro tra domanda e offerta di lavoro per persone con disabilità. Gli adulti con gravi disabilità inseriti presso i servizi socio-assistenziali o socio-sanitari residenziali o semi-residenziali di competenza regionale o locale non sono esclusi dal diritto all’educazione permanente e alla formazione professionale enunciati nell’art. 24 della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabi-lità. Si rileva tuttavia la mancanza a livello nazionale di strumenti adeguati a monitorare l’effettivo accesso delle persone con disabilità a percorsi e a opportu-nità di educazione permanente per tutto l’arco della

Dr. DONATA PAGETTI VIVANTIVice-Presidente Federazione Italianaper il Superamento dell’Handicap

26

Page 27: Xaltro n.1
Page 28: Xaltro n.1

vita e di formazione professionale, in particolare nei confronti di adulti con necessità di sostegno intensi-vo inseriti in servizi semi-residenziali e residenziali, attraverso l’elaborazione di progetti individuali e la fornitura di un sostegno quantitativamente e quali-tativamente adeguato alle necessità educative indi-viduali.Da una ricerca del Censis realizzata su persone con sindrome di Down nell’ambito del progetto “Centrali-tà della persona e della famiglia: realtà o obiettivo da raggiungere?” emerge che mentre quasi tutti i bam-

bini e i ragazzi Down vanno a scuola, un adulto Down su quattro sta a casa e non svolge nessuna attività. Se il sistema scolastico appare complessivamente ca-pace di includere (anche se di fronte alle situazioni più gravi mostra anch’esso tutte le sue debolezze), al termine del percorso formativo solo una minoranza (il 31%) degli adulti con sindrome di Down riesce a collocarsi nel mercato del lavoro, mentre il 56% trova difficoltà a trovare un impiego di qualsiasi genere, a prescindere dai desideri, dalle capacità e persino da una remunerazione.

Con oltre 1.250 impresa associate specializzate in vari settori imprenditoriali, UNIFICA svolge la propria attività sull'intero territorio italiano impiegando operativamente oltre 10.000 addetti.UNIFICA, nato della volontà di CIPEA, CARIIEE e Co.Ed.A, ha un volume d’affari dell’intero gruppo, per l’anno 2011, superiore ai 150 milioni di euro.

Nasce UNIFICA Il Consorzio di Imprese Artigiane più grande d’Italia

UNIFICA rappresenta la forza del gruppo artigiano ed opera nei seguenti settori:

- Edilizia pubblica / privata e restauri conservativi - Impianti tecnologici e risparmio energetico - Infrastrutture - Global Service e Facility Management - Project Financing

28

Page 29: Xaltro n.1

Dott. GIUSEPPE CAGNIUniversità di Torino

SCUOLA E NUOVETECNOLOGIE: LA DIDATTICA DIGITALE

Il mondo della scuola negli ultimi anni è notevolmente cambiato: oggi gli inse-gnanti hanno a che fare con studenti sempre più esperti e fruitori delle nuove tecnologie, abituati a lavorare con strumenti di cui spesso gli adulti ignorano l’esistenza o il funzionamento. Non a caso, escluse alcune esperienze che rappre-sentano casi di eccellenza (come il progetto cl@ssi 2.0), la scuola italiana è anco-ra molto lontana dal mondo digitale. Fortunatamente, negli ultimi anni il MIUR ha dato segnali di cambiamento, sia introducendo l’obbligatorietà di adozione, dall’anno scolastico 2011/2012, dei libri misti e dei libri scaricabili, sia attraverso investimenti per l’acquisto delle LIM (Lavagne Interattive Multimediali), che per la dotazione di connessione internet ad alta velocità e di laboratori di informa-tica. Questi strumenti, però, spesso rimangono inutilizzati o sottoutilizzati. Per capire quali sono gli elementi frenanti che non ne permettono il pieno utilizzo, abbiamo rivolto qualche domanda al dottor Giuseppe Cagni.

Il lavoro formativo di cui la scuola si fa porta-voce, non può non tener conto degli apporti forniti dai nuovi media. Dottor Cagni, ci parla dell’impatto delle tecnologie nella scuola?

Tecnologie digitali e nuovi media hanno, e stanno, tra-sformando in modo evidente la vita individuale, sociale, professionale e del lavoro in generale. Un impatto simile dovrebbe risultare anche nell’ambito formativo. Ma, ad osservare obiettivamente, il sistema scolastico italiano è rimasto sostanzialmente impermeabile alle trasformazio-ni provocate dalla diffusione delle ICT . La sua struttura profonda è ancora rigida, con un’impronta ottocentesca assolutamente inadeguata ad accogliere con facilità i cambiamenti epocali di cui le tecnologie digitali sono por-tatrici. Nonostante ciò, sono decine e decine le situazioni in cui si sperimenta un utilizzo efficace delle tecnologie per innovare la didattica e le recenti iniziative ministeriali

nell’ambito dell’azione “Scuola digitale”, ma è una strada molto lunga da percorrere.

In base alla sua pluriennale esperienza d’inse-gnamento, secondo lei quali sono i vantaggi legati all’introduzione dei nuovi media nella scuola?

Due semplici esempi: la LIM, lo strumento digitale forse più innovativo a livello di diffusione relativamente ampia, non è che un banale grande monitor di computer. Posta nell’aula, affidata ad un docente esperto e all’interazione degli studenti, diventa una “finestra aperta sul mondo” che rompe l’isolamento culturale della classe inondando l’aula di informazioni in forma multimediale, pronte per la gestione e la rielaborazione. E questa comunicazione col mondo, grazie al web, non è unidirezionale e passiva come col medium televisivo, ma agisce in due direzioni: il

29

Page 30: Xaltro n.1

mondo entra a scuola ma la scuola può uscire nel mondo ed è la classe che la gestisce in modo interattivo. Secon-do: tutti sappiamo delle grandi risorse del web, ma anche dei suoi potenziali pericoli per cui un’azione di educazio-ne all’uso consapevole della rete, non solo è un compito ineludibile per la scuola, ma diventa un fattore di crescita civile e di educazione alla cittadinanza per gli studenti.

Ci spiega l’intento dell’iniziativa del MIUR

per l’allestimento di classi tecnologicamente avanzate denominato “Progetto Cl@ssi 2.0”?

Lo scopo dell’azione “Cl@ssi 2.0” è quello di trasforma-re gli “ambienti di apprendimento” delle nostre classi grazie ad una forte introduzione e all’uso coerente delle tecnologie digitali. Per “ambiente di apprendimento” si intende sì lo spazio fisico aula ma anche e soprattutto le relazioni, le metodologie, le strategie didattiche, i conte-

FOTO

Page 31: Xaltro n.1

TORTELLINO X-PERIENCE

Il tortellino perfetto? Secondo una leggenda è tale solo se uguale all’ombelico di Venere. Per imparare a realiz-zarlo ora c’è un gioco multimediale. Si chiama Tortellino X-perience ed è stato ideato da un’équipe di ricercatori dell’Università di Bologna, guidati dal professor Marco Roccetti. Una “game-station” sperimentale che con-sente il dialogo tra i movimenti dell’utente e un video proiettato di fronte ad esso, senza l’ausilio di alcuno strumento hardware (sensore, telecomando, joypad o simili). Il giocatore, ripreso con una webcam, non ha nulla in mano e deve solo mimare, passo dopo passo, i movimenti di una vera sfoglina. Si comincia dal “vulca-no” di farina, fino a stendere la pasta con il mattarello, mentre il computer riconosce i gesti e li proietta tridi-mensionalmente sullo schermo, come uno specchio. Solo se si è bravi si passa al livello successivo. L’eco di questo sistema interattivo sperimentale è già arrivato negli Usa, tanto da essere citato dalla prestigiosa rivi-sta “New Scientist”.

nuti, gli strumenti che concorrono ai processi formativi. La sperimentazione, che attualmente interessa circa 300 classi dei tre ordini di scuola, si pone fra l’altro l’obiettivo di conoscere se e in quale misura le ICT a supporto della didattica possono realmente migliorare i livelli di appren-dimento. Info: http://www.scuola-digitale.it/classi-2-0 e http://www.irrepiemonte.it/classi20/classi20m.htm

Attualmente sta lavorando ad un importante progetto a livello europeo: in cosa consiste?

ITEC (Innovative Technologies for an Engaging Classro-om) coinvolge 27 partner e 12 Paesi europei ed è un pro-getto di ricerca e sperimentazione su larga scala volto a prefigurare le potenzialità della classe scolastica di doma-ni. Intende, con la partecipazione di 1000 classi, progetta-re e creare nuovi scenari di insegnamento e apprendimen-to, in cui integrare opportunamente le tecnologie digitali, trasferibili per la classe futura. Attualmente siamo alla seconda fase pilota della sperimentazione cui partecipano 40 classi italiane.

31

Page 32: Xaltro n.1

Il Piano nazionale “Più scuola meno mafia” si prefigge di reimpiegare, a fini di istruzione e formazione, i beni confiscati, di creare opportunità culturali fruibili da tutto il territorio e di riaffermare il valore educativo del rispetto della legalità.

PIÙ SCUOLAMENO MAFIA

Il Piano nazionale “Più scuola meno mafia”, nato per dare seguito agli Accordi operativi sottoscritti dal MIUR il 26 lu-glio 2008 con l’Agenzia del Demanio e, successivamente, il 24 novembre 2010 con il Ministero dell’Interno e l’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, si pre-figge di reimpiegare, a fini di istruzione e formazione, i beni confiscati, di creare opportunità culturali fruibili da tutto il territorio e di riaffermare, specie nel mondo giovanile, il va-lore educativo del rispetto della legalità.Questo significa programmare, organizzare e gestire in modo coordinato un complesso di attività rivolte a:· definire progetti di utilizzo dei beni che, in coerenza con le esigenze espresse dal territorio, migliorino la qualità dell’of-ferta formativa e accrescano le possibilità di occupazione;· attivare iniziative di promozione e di sostegno affinché le scuole si costituiscano in rete;· avvalersi di risorse finanziarie dei Piani Operativi Naziona-li, dei Piani Operativi Regionali, dei fondi degli Enti Locali e dei soggetti privati.A tal fine, presso il Ministero, opera un gruppo di lavoro che ha il compito di pianificare tutte le iniziative progettuali e di definire le linee strategiche generali avvalendosi del sup-porto di una segreteria tecnica in grado di gestire tutta la comunicazione interna ed esterna. Più scuola meno mafia

MARIA FEDELEMARIA BEATRICE MORANODONATELLA VALENTINOANNALAURA DE MARIASIMONA SENATORE

ha già realizzato quattro importanti progetti:

MUSICARTEÈ un progetto che prevede la realizzazione di spazi riservati alla cultura cinematografica, alla cultura musicale e alle tecnologie fruibili da tutti i cittadini del territorio.In collaborazione con il Comune di Nicotera (VV), l’Istituto Comprensivo “Amerigo Vespucci” di Vibo Marina e il Con-servatorio “Fausto Torrefranca” di Vibo Valentia.

OPEN EYES: SAFENET USEÈ un osservatorio sull’uso e l’abuso della rete informatica, sul cyberstalking e sulle devianze giovanili finalizzato a programmare interventi mirati rivolti a studenti e famiglie e a formare gli operatori scolastici.In collaborazione con l’associazione ChiamaMilano e l’Isti-tuto di Istruzione Superiore “Niccolò Machiavelli” di Mila-no.

POLO FORMATIVO INTEGRATO DEL TURISMOÈ un progetto che prevede la riconversione di un comples-so urbanistico, di 30 mila metri quadri, sito in Palermo, in un polo integrato di scuole turistico-alberghiero congiunta-mente ad un campus, un centro sportivo e ad altre iniziati-ve formative rivolte a tutto il territorio.

32

Page 33: Xaltro n.1

In collaborazione con la Provincia Regionale di Palermo con tre istituti superiori di Palermo l’I.S.T “G. Salvemini”, l’I.P.S.S.A.R. “F.P. Cascino” e l’I.T.T. “M. Polo”.

NAUSICAAÈ un osservatorio, sul territorio di Caserta, di ricerca, di for-mazione e di intervento sulle vittime innocenti di crimina-

lità e sui casi di disagio giovanile, di dispersione scolastica, di bullismo e di cyberbullismo, in collaborazione con la Fa-coltà ed il Dipartimento di Psicologia della Seconda Univer-sità degli Studi di Napoli.Per diffondere le iniziative già avviate e favorire l’accesso alla documentazione del Piano nazionale, è stato creato uno sito web dedicato www.piuscuolamenomafia.it.

IL RIUTILIZZO DEI BENI CONFISCATI

Nell’ambito delle attività del Piano nazionale “Più scuola meno mafia” del MIUR il Ministro Profumo e il Sindaco del Comune di Caserta Del Gaudio il 22 febbraio 2012 hanno sottoscritto un Protocollo d’intesa per il riutilizzo dei beni confiscati nel Comu-ne di Caserta funzionale agli interessi della collettività locale.Grazie al Protocollo un bene, sito in Caserta, è sede di un osser-

vatorio finalizzato allo studio e alla ricerca sulla dispersione scola-stica, sul bullismo e sulle nuove forme di cyber bullismo.L’iniziativa progettuale è in collaborazione con la Facoltà, il Di-partimento di Psicologia della Seconda Università degli Studi di Napoli e con l’Associazione Temporanea di Scopo “Occhi Aperti”.

Page 34: Xaltro n.1

ANNO 2312:L’ERA DEI CERVELLI

ELETTRONICILuca non riesce a prendere sonno: domani 30 marzo 2032 compirà 15 anni. Tutto è pronto per il grande giorno: i suoi genitori hanno firmato il consenso e la navicella alle 9 del mattino lo verrà a prendere per portarlo dal Dott. XYZ che procederà ad inserire nel suo cervello il tanto atteso microchip. Da domani Luca entrerà a far parte del circolo dei cervelli elettronici.

Nel solo ultimo ventennio, le tecnologie informatiche e i nuovi media stanno rivoluzionando la vita di ogni indivi-duo e, seppur lentamente, anche il mondo della Scuola e dell’Università. La tradizionale lavagna sarà sostituita dalle tanto attese Lavagne Interattive Multimediali e la carta stampata sarà abbandonata lasciando il posto ai nuovi e-book. Queste sono solo alcune delle innovazioni che saranno introdotte in maniera sempre più massiccia nei prossimi anni. Ma come sarà la scuola tra due secoli? Ci saranno le aule? E i professori? Abbiamo chiesto ad alcuni studenti frequentanti le scuole secondarie di se-condo grado e l’università di provare ad immaginarsi la scuola nel 2312, tra due secoli.“Spero che non sarà molto dissimile da quella che è ora; il tipo di insegnamento frontale, le lezioni, la presenza uma-na secondo me sono molto importanti e con questi mezzi informatici forse sarà possibile anche studiare attraverso computer, uno scenario un po’ da fantascienza. Non so cosa la tecnologia porterà, ma spero che quanto di uma-no c’è rimanga!” (Ilaria, Lettere Classiche all’Università di Bologna).Dello stesso auspicio anche Francesco (Lettere Moderne,

Università di Bologna): “sarà tutto molto più sviluppato a livello tecnologico, tutto molto più virtuale e accessibile e chissà se ci sarà qualcosa che avrà superato il computer. La tecnologia, il computer, saranno sicuramente determi-nanti. Non so se rimarrà il contatto diretto con i professori, ma spero di si, perché è quello su cui si fonda tutta l’uni-versità.“Me la immagino aperta a tutti, molto più di adesso. Come abbiamo visto nei secoli, prima l’università era più elita-ria, aperta a chi aveva possibilità economiche. Nei secoli probabilmente la scuola e l’università si apriranno a tutti, l’università sarà qualcosa di scontato, che si fa come ades-so si fanno le elementari e, di conseguenza, è probabile che il livello culturale si abbasserà, come già è adesso ri-spetto ai nostri nonni, genitori, quando c’era una rigidità molto più significativa. Una cultura per tutti, abbassata di livello che però ha i suoi effetti positivi, che forse crea un livello più equilibrato. A lettere ahimè non ci sarà più il latino – prosegue amareggiata Natalia (Lettere Moderne, Università di Bologna), ma non bisogna aspettare due se-coli, per questo bastano 50 anni!” “Non ci saranno più le aule – afferma Laura, iscritta anche lei a Lettere Moderne

34

Page 35: Xaltro n.1

all’Università di Bologna; se si allargherà ad un pubbli-co vastissimo, forse si farà tutto da casa, e poi niente più libri.” Natalia si immagina che gli spostamenti saranno ultraveloci, il teletrasporto sarà una realtà e ciò consenti-rà all’università di divenire una cosa mondiale: “non sarà più fare l’università a Bologna. Con la possibilità di spo-stamenti ultra rapidi, vado a fare l’università a New York e il fine settimana torno a casa”.Marika (Antropologia Culturale, Università di Bologna) si augura che alcuni saperi, soprattutto nell’ambito delle materie umanistiche, sopravviveranno: “ci saranno sem-pre più investimenti nelle materie scientifiche e, a meno che non ci sia una rivoluzione, quindi un cambio della po-litica e del tipo di economia che vige nella società, l’uni-versità sarà sempre più tecnicizzata e scientificizzata e sempre meno attenta agli aspetti umanistici di qualsiasi materia”.

Secondo Marco (Liceo Classico Minghetti di Bologna) non ci saranno più le lezioni frontali, né le aule e forse neppure la scuola: tutto si farà da casa, tutto sarà più tecnologico, interattivo e l’apprendimento più autodidatta. “La nostra professoressa di storia e filosofia pensa che in un futuro i professori saranno dei robot e gli studenti avranno un microchip nel cervello e noi genitori ci troveremo davanti alla decisione se mettere o no questo microchip nel cer-vello dei nostri figli. È un quadro abbastanza inquietan-te e io personalmente auspico che non sia così” afferma Vittoria, studentessa dell’ultimo anno del Liceo Classico Minghetti di Bologna.“Magari non ci sarà più l’università, magari nasciamo im-parati” afferma Enrico iscritto a Lettere Moderne. “Verso i 14-15 anni ti metteranno un microchip! Sarà tutto pro-grammato e non sarai tu a fare la tua vita!” sostiene Fran-cesco del Liceo Scientifico di Roma.

“Tanti cervelli elettronici, tante pedine”. Così si immagina l’università nel 2312 Isabella,

studentessa dell’Accademia di Belle Arti di Bologna, se dovesse disegnarla.

Page 36: Xaltro n.1

A tu per tu con Emilia Marasco, docente di storia dell’arte, scrittrice, attenta e sensibile narratrice di storie femminili ma anche di vicende legate all’ado-zione e alla “multicultura” in famiglia. Ha pubblicato La memoria impossibile (Tea edizioni), un libro autobiografico, il racconto dell’esperienza di madre adottiva, ma anche un aiuto per i genitori che si ritrovano a dover fronteggia-re numerose difficoltà, dopo l’arrivo dei “nuovi” bimbi.

LA MIA FAMIGLIAMULTICULTURALE

La tua è una famiglia multiculturale. Quali sono i vantaggi di una famiglia così “allarga-ta”? E gli svantaggi?

La mia famiglia è diventata multiculturale grazie all’ado-zione di due bambini etiopi, Tilahun e Zenebech, dopo che avevo già un figlio biologico (Andrea). Essere nati in Afri-ca e essere adottati poi da una famiglia italiana, a quattro o cinque anni, comporta un traumatico allontanamento dalla propria cultura di origine per integrarsi nella nuova famiglia, in un altro paese, con una lingua che non è la propria lingua madre. Noi abbiamo cercato di mantenere alcuni legami con il loro passato attraverso la conoscenza dei cibi tipici, la musica, attraverso il recupero dei ricordi, valorizzando i loro racconti. Aver fatto in modo che non di-menticassero è il modo migliore per farli integrare. Oggi i ragazzi sono italiani e tali si sentono. Italiani con la pelle nera. Vantaggi? Crescere insieme, aprirsi, guardare gli altri e la realtà da nuovi punti di vista. Io ho imparato molto dai miei figli. Svantaggi? Nessuno, se non qualche timore per il razzismo che a volte si incontra e che, anche in piccole quantità, fa sempre male.

Tu hai una teoria: “l’affetto che si moltiplica in tanti affetti”...se solo si riuscisse ad applicare nella vita.

L’importante credo sia tendere a questa apertura, poi cia-scuno fa quello che può.

I tuoi ragazzi si sono mai trovati in difficoltà a scuola? I compagni di classe hanno fatto in modo che si integrassero bene?

In generale si sono sempre trovati bene, han-no avuto anche la fortuna di avere un fratel-lo più grande, (Andrea oggi ha 26 anni), che è sta-to il loro punto di riferimento, ha dato loro sicurezza. Si sono integrati senza difficoltà. Tilahun (20 anni) ha an-che molti amici tra i nuovi cittadini, ragazzi di seconda ge-nerazione, nati qui e che dovrebbero poter essere italiani come lui.

Il ricordo più bello legato ai tuoi “bimbi” Quando è arrivata Zenebech. In aeroporto erano tut-ti e tre davanti a me. Li guardavo, si tenevano per mano. Lei, piccola e spaurita, in mezzo. La protegge-vano e mi sembrava che andassero verso il futuro. In-sieme. Una sensazione che mi accompagna da allora e che mi rassicura. Mi dà la certezza di un legame soli-do e che un giorno potranno farcela anche senza di me.

Un’esperienza multiculturale attraverso la pa-

Intervista a EMILIA MARASCODocente di Storia dell’Arte Contemporanea e scrittrice

36

Page 37: Xaltro n.1

rola scritta. Parlaci del tuo libro “La memoria impossibile” e di “Famiglia: femminile plura-le”. Che messaggio vorresti trasmettere?

Il primo è un libro incentrato sull’esperienza dell’adotta-re e dell’essere adottati, ma è anche un libro sulla mater-nità. La mia storia, dunque, ma anche la somma di tanti frammenti di storie e punti di vista. “Famiglia: femminile plurale” (Mondadori), invece, racconta le nuove forme di vita del terzo millennio. È la storia di una donna che sta per compiere cinquant’anni ed è al centro di una famiglia allargata, risultato di molti cambiamenti nella vita, diversi matrimoni, quattro figli. Intorno a Nina e alla sua fami-glia ruotano altri personaggi. Attraverso questi scritti e la mia esperienza voglio raccontare storie in cui sia sempre presente l’idea del cambiamento, della possibilità, della trasformazione. Storie di donne perchè credo che siano le

donne le vere portatrici di queste potenzialità.

Chi è Emilia Marasco?

Un donna con tutta la complessità che la donna contempo-ranea porta con sé: madre, moglie (più di una volta!), figlia, docente di storia dell’arte contemporanea, scrittrice, altro.

Progetti futuri?

Un altro libro intitolato “La distanza necessaria” con un editore genovese Il Canneto, un romanzo costruito intorno a un quadro di un pittore realista americano. E poi ho dato vita, insieme ad un’altra scrittrice, Claudia Priano, ad un ciclo di laboratory di scrittura creativa, il primo passo per una scuola. Ci spero.

BOLOGNA

SAN LAZZARO DI SAVENA

Revisione auto daEuro 65,25

con carta servizi*

RICHIEDI IL TUO PREVENTIVODEPOSITO INTERSCAMBIO

OFFICINASERVICE+Via Ca’ Ricchi, 10/12

San Lazzaro di Savena (Bo)[email protected]

Tel. 051 46 06 99

OFFICINACOTABOVia Stalingrado, 65/11-13 - Bologna

[email protected]. 051 37 25 28

051 37 56 00

Officina autorizzata Fiat e Lancia e veicoli commerciali fino a 35 qt e tutte le marche

Servizio revisioni Dekra Italia certificato ISO 9002

Servizio elettrauto specializzato

Trasformazione auto per trasporto e guida disabili autorizzata Handytech

Gommista autorizzato MICHELIN e PIRELLI

Carrozzeria specializzata per tutte le marche

Page 38: Xaltro n.1

Mangiare in modo sano ed equilibrato svolge un ruolo rilevante non solo durante le settimane di studio, ma anche nei giorni più impegnativi come quelli in cui si affronta un esame.

IL SEGRETO PER UNBRAVO STUDENTE?

UNA CORRETTA ALIMENTAZIONE

“Il buongiorno si vede dal mattino” recita un antico detto popolare, in effetti, per iniziare al meglio una giornata dal punto di vista nutrizionale non c’è niente di meglio di una corretta e genuina prima colazione, specie se si è studenti. Una colazione sana ed equilibrata infatti non solo migliora il livello di salute generale, ma aumenta l’efficienza della memoria e le capacità cognitive. I nutrizionisti pronti a ribadire il legame tra alimentazio-ne e rendimento scolastico sono in tanti, tra cui Mary Pat Alfaro, della Division of Nutrition Therapy del Cincinnati Children’s Hospital che, dopo aver passato in rassegna nu-merosi studi sull’argomento, nelle sue ricerche, dimostra l’influenza negativa di una colazione poco nutriente nel rendimento scolastico e nell’apprendimento. Sebbene qua-lità e composizione del primo pasto della giornata variano da caso a caso, spiega la nutrizionista, i ragazzi abituati a consumarlo tendono ad avere un profilo nutrizionale supe-riore a quello dei coetanei che lo trascurano. Sostanzial-mente, sono quattro le regole dietetiche alla base di una buona memoria: non esagerare con le calorie e mantenere

FEDERICA PAGLIARONEGiornalista

un peso corretto; non eccedere con grassi animali e zuc-cheri semplici; privilegiare i carboidrati integrali e determi-nati grassi come quelli del pesce; seguire una dieta variata, ricca di frutta e verdura, per assicurare un buon introito quotidiano di sostanze antiossidanti. Numerosissimi studi infatti hanno provato che un’alimentazione ricca di cole-sterolo e grassi di origine animale (burro, panna, formaggi, carni grasse, salumi) ma anche di quelli vegetali presenti nei prodotti industriali, diminuisce l’efficienza delle cel-lule nervose, peggiorando la capacità di apprendimento e facilitando i processi d’invecchiamento cellulare (il co-siddetto stress ossidativo dovuto all’aumento dei radicali liberi). Stessa azione negativa è esercitata dall’eccesso di cibi dolci quali merendine, gelati, caramelle e così via, e di alimenti a base di cereali raffinati o amidi (pane e riso bian-co, pizza, patate). Tutti questi alimenti hanno in comune la caratteristica di avere un indice glicemico alto, ovvero sono in grado di innalzare notevolmente i tassi di zucchero nel sangue (iperglicemia) rispetto anche ad altri carboidra-ti, come quelli integrali ad esempio. E i frequenti bruschi

38

Page 39: Xaltro n.1

rialzi glicemici non giovano né alla concentrazione nè alla salute delle nostre cellule nervose. Al contrario, le vitamine dalle proprietà antiossidanti che contrastano l’azione dei radicali liberi contribuendo all’efficienza dell’organismo e quindi delle capacità mentali sono la E, la A (o beta-carotene) e la C che, avendo un’azione benefica sui vasi sanguigni, permette una buona circolazione a livello ce-rebrale. Da non dimenticare poi le vitamine del gruppo B che, tra le tante funzioni, permettono al sistema nervoso di funzionare correttamente. E se una dieta con troppi grassi e colesterolo fa male al cervello, una dieta che abbonda di acidi grassi del pesce, i cosiddetti Omega 3, è invece estremamente benefica anche per la memoria. In partico-lare, questa azione sarebbe dovuta ad un componente de-gli Omega 3, l’acido docosaesaenoico, detto anche DHA, con una forte azione antinfiammatoria e antiossidante. Tra i minerali utili a chi studia troviamo il selenio e lo zinco, anche questi per le loro capacità antiossidanti e di difesa immunitaria, nonché il magnesio, regolatore dell’umore e ansiolitico, utile in particolare a chi non riesce a concen-

trarsi o a studiare per colpa dell’ansia e della paura dell’esa-me. Ma come deve essere la giornata alimentare ideale del-lo studente, valida anche nei giorni delle prove d’esame? In primis, come abbiamo detto, la prima colazione dev’essere completa: frutta, latte o yogurt con cereali (muesli, fiocchi di avena) oppure pane (meglio se integrale) e miele o mar-mellata. Ma anche una porzione di proteine a rotazione: un uovo, due fette di prosciutto, un pezzetto di formaggio. Riguardo ai due pasti principali, per avere un’alimentazio-ne equilibrata uno dovrà essere basato più sui carboidrati, l’altro più sulle proteine. Ad esempio, un piatto di pasta al pomodoro fresco con una bella insalata mista e colorata a pranzo; un primo leggero (come una zuppa di verdure), un secondo a base di pesce, carne bianca o un uovo con contorno a cena. Oppure viceversa, con proteine a pranzo per rimanere più tonici nel pomeriggio e sfruttare l’effetto rilassante dei carboidrati alla sera. E tra un pasto e l’altro gli spuntini ideali sono a base di frutta (al naturale, frullata, macedonia) o di yogurt.

Page 40: Xaltro n.1

Nata per occuparsi del diritto alla studio di pochi, Società Dolce, a vent’anni e più dalla sua nascita (1988), vuole cogliere pienamente la sfida della sussidiarietà, a tutto campo, rappresentata dal ruolo che vie-ne assegnato dalla pubblica amministrazione alle organizzazioni non lucrative nel nostro sistema educativo e scolastico. Ai tempi del liceo il suo Presidente, e parlo di me, si sperticò, non poco e non solo, per contrastare l’incessante avanzare della scuola paritaria, che pensavo avvenisse in danno alla scuola pubblica. Avevo 15 anni e temevo che le istituzioni confessionali, complice il Governo, potessero beneficiare di fondi pubblici per sapientemente indirizzare le coscienze delle nuove generazioni che, prive di una offerta pubblica convincente ed aggiorna-ta, venivano inserite nelle scuole paritarie private affinché ricevessero una più attenta cura. Il volantino, che nei suoi slogan si richiamava ai principi più saldi sanciti dalla nostra costituzione repubblicana, elabo-rato da me e il mio amico Stefano, aveva una brutale immagine di un corpo di “khomejni”, un viso di Roberto Formigoni e gli arti inferiori di un’aquila che con i suoi artigli stritolava un edificio scolastico pubblico, ahimè forse già malconcio. Con il ciclostile riproducemmo in una notte quel volantino in migliaia di copie e lo distribuimmo ai nostri coetanei, in una giornata di pioggia e di sciopero contro il Ministro Franca Fal-cucci, davanti a tutte le scuole medie superiori di Bologna. La mezza età e il corso della storia hanno messo in discussione il mio approc-cio ideologico e il mio fresco entusiasmo. Ritengo che oggi non possa esistere e non si possa parlare di sistema se non si portano a valore le istanze e le esperienze che nascono spontaneamente nella comunità all’interno della quale il pubblico opera. Le collaborazioni con il priva-to, in tutte le sue forme, hanno reso, infatti, la nostra offerta educativa e scolastica, tra le più avanzate al mondo, più aperta, plurale, ricca e prossima alle esigenze espresse dalla società. Ad una presenza di na-tura quasi esclusivamente confessionale, via, via si sono affacciate ed

PIETRO SEGATAPresidente COOPERATIVA SOCIALESOCIETA’ DOLCE

IL FUTURODELLA SCUOLA

40

Page 41: Xaltro n.1

affiancate le Cooperative Sociali con ruoli complementari, inizialmente, e poi paritari. Oggi, quando parliamo di servizio pubblico, dobbiamo avere come riferimento prioritario quel sistema integrato e non ciò che residua di una impostazione molto rigida e chiusa che vedeva l’eccellenza e le garanzie poggiarsi sull’intervento diretto dello Stato. Il trasferimento agli Enti Locali di queste funzioni ha accelerato questo virtuoso percorso che non potrà e non dovrà mai essere rappresentato come esodo di risorse e persone verso una offerta alternativa e concorrente del privato. Un esem-pio è ciò che è successo a Società Dolce che, nel 1989, mosse i suoi primi passi nell’ambito del sostegno a persone con disabilità che frequentavano la scuola dell’obbligo. Fu proprio il Comune di Bologna a trasferire alle Cooperative Sociali queste attività di tutela, non potendo esso gestirle più direttamente. Renzo Imbeni, esponente dell’allora Partito Comunista Ita-liano (PCI), era il Sindaco di Bologna ed Enrico Boselli, socialista, era vice-Sindaco ed Assessore competente. La scelta non venne quindi assunta da pericolosi e interessati cattolici ma da lungimiranti amministratori di orientamento riformista la cui cultura ed esperienza di riferimento diceva quanto fosse di buon senso e utile assumere quella decisione e quanto fosse profondo il rispetto nutrito dal movimento cooperativo verso le isti-tuzioni repubblicane e democratiche. C’erano allora, forse, più sicurezze, sicurezze sociali intendo, di oggi. Chiedere alle cooperative un ausilio, un aiuto, chiamarle ad assumersi qualche responsabilità di natura gestiona-le non voleva essere certo un tentare di sollevarsi dai propri obblighi di tutela e protezione, bensì contribuiva a generare una risposta più appro-priata, scevra, a favore dei fruitori, delle rigidità che allora permeavano l’ordinamento del pubblico impiego, che obbligava a gestire questi servizi con un precariato, tutto espressione delle nuove generazioni, senza futuro e prospettive professionali. Con il Sindaco, Giorgio Guazzaloca, 10 anni dopo (1999) si avviava, con la stessa Amministrazione Comunale, la prima sperimentazione di finanza di progetto per la progettazione, realizzazione e gestione di due Nidi d’Infanzia in concessione, Nidi che sarebbero poi stati ultimati ed inaugurati con il Sindaco, Sergio Cofferati. Oggi Bologna, grazie alle innumerevoli iniziative, nate dal rapporto pubblico e privato, in questo specifico ambito, raggiunge sempre i primi posti delle classifiche per la qualità della vita dei suoi cittadini (es. Sole 24ore), grazie ad una complessa e ricca rete di servizi a sostegno della genitorialità. Attendo ora l’ulteriore salto di qualità che vedrà probabilmente la nostra Cooperativa misurarsi con proposte paritarie per la Scuola dell’Infanzia e dell’Obbligo.

41

Page 42: Xaltro n.1

ISABELLA CALBIGiornalista

Urbino è una città in movimento. Le sue strade non sono mai vuote. Sono animate, giorno e notte, dalle migliaia di gio-vani che studiano all’Università Carlo Bo (www.uniurb.it), una delle più antiche d’Italia (fondata nel 1506). Un fermento culturale e artistico grazie anche alla presenza di istituti creativi, come “la Scuola del Libro” o il “Museo del Gabinetto di Fisica” che ha riprodotto virtualmente lo strumento topografico utilizzato da Raffaello per fare dei rilievi a Roma, su commissione di papa Leone X. Sono ben 15 mila gli studenti (provenienti da tutta Italia e dall’estero), 43 i corsi di laurea, 1.650 le borse di studio, 1.590 gli alloggi universitari, numeri che fanno di questa cittadina delle Marche una “città Cam-pus”. Una città nella città. Il titolo si affianca a quello di “culla del Rinascimento italiano” e all’iscrizione nel Patrimonio

URBINOFERMENTO CULTURALE

Urbino, veduta

42

Page 43: Xaltro n.1

Urbino, Piazza Duca Federico

Unesco. Nel saliscendi delle strade, tra gli anfratti invitanti e le vedute infinite si respira la serena lentez-za della nobiltà che si mescola con l’adrenalina dei ragazzi, soprattutto alla sera, quando la città si riempie di una vita notturna frenetica. Giochi di luce, colori e ombre, e un tripudio di brindisi necessari a festeggiare un esame passato o a stemperare la ten-sione per un esame ancora da soste-nere. Si gira, comodamente a piedi, fra queste mura ricche di storia, am-mirando i palazzi affrescati e gli archi a volta, all’interno di ambienti capaci di mantenere vivo il legame con la tradizione e allo stesso tempo di es-sere al passo coi tempi. E per essere sempre proiettati sull’attualità, l’Uni-versità ha creato il progetto “Urbino Wireless Campus (UWiC)” che for-nisce una rete wireless aperta negli edifici dell’Università stessa, nonché una copertura nelle zone più utili e frequentate dai ragazzi, ma anche dai cittadini e dai turisti.Ed è un piacere perdersi in questo scrigno prezioso che è la città feltre-sca. Una salita immersa nel verde porta al Colle dei Cappuccini, con l’omonima chiesa. Da qui lo sguardo spazia sul susseguirsi dei rilievi che si perdono all’orizzonte. Tra gli altri luo-ghi da non perdere c’è l’ex Monastero di Santa Chiara, sede dell’istituto Su-periore per le industrie Artistiche e, di fronte, l’Oratorio di Santa Croce. Il senso di nobile e grandioso culmina, però, nel Palazzo Ducale, voluto dal Duca Federico da Montefeltro: uno dei capolavori assoluti dell’architet-tura rinascimentale. Vale la pena addentrarsi nelle varie stanze (ce ne sono oltre 250, anche se

Urbino, studenti in strada

43

Page 44: Xaltro n.1

non tutte visitabili) in un crescente vor-tice culturale (la sala dell’Alcova del Duca, degli Ospiti, del Trono, dei Mela-ranci e poi le opere di Piero della France-sca, di Federico Barocci, di Tiziano) che trova il suo clou nello Studiolo del Duca Federico da Montefeltro (signore della città): un luogo intimo e raccolto, desti-nato alla meditazione (pensatoio), dove il tempo si ferma e racconta, come in un libro scritto nel legno (belle le tarsie li-gnee “contenenti” candele, spade, cles-sidre, strumenti musicali), l’avventura straordinaria delle glorie di questo uomo e degli altri “uomini illustri” raffigurati. Da qui alla casa natale di Raffaello (tra-sformata in museo, affacciata sulla via ripida che ha preso il suo nome), il pas-so è breve. La sua casa natale, del XV secolo, è arredata con mobili d’epoca e conserva l’affresco “della Madonna con il bambino” del grande maestro, oltre a dipinti del padre, Giovanni San-ti. La fantasia si scatena, provando ad immaginare il piccolo fanciullo prodigio mentre era attento a seguire, in una sor-ta di apprendistato, i lavori di suo padre Giovanni Santi, o alle prese con matite e colori (nel cortile, dove un tempo vi era la bottega paterna, attigua all’abitazio-ne, è ancora visibile la pietra su cui i due pittori macinavano i pigmenti naturali) o intento a dipingere “La Madonna con Bambino”, uno splendore non solo nei lineamenti delle figure ma anche per-ché la critica è concorde nell’assegnare quest’opera ad un Raffaello di appena nove anni. Proprio uno studente modello.

http://www.sito.itUrbino, Palazzo Ducale

44

Page 45: Xaltro n.1

IL GUADO: L’ORO BLU

Un tour nel Montefeltro può essere anche l’occasione per un week-end creativo che dia libero sfogo al flusso delle idee arti-stiche. Tra le varie proposte si possono seguire i corsi alla sco-perta del “guado”, conosciuto fin dall’antichità (Plinio, ne parla nel libro “Historia Naturalis”). All’epoca di Raffaello la pianta era l’unico colorante in grado di dare una tonalità azzurra e rappresentò, per molto tempo, una risorsa economica impor-tantissima, tanto da essere definito “l’oro blu”.La società cooperativa Oasi Colori, di Lamoli di Borgo di Pace, permette di scoprire tecniche e segreti di applicazione dei co-lori naturali vegetali nel campo del tessile abbigliamento, nel settore delle pitture e vernici decorative. I corsi sono organizza-ti presso le sedi dei richiedenti quando si tratta di gruppi pre-costituiti (5/12 persone - costi su richiesta) oppure è possibile usufruire di formazione a distanza, in maniera individuale, con corsi on-line strutturati con dispense e kit-formativi (info: www.oasicolori.it).

coopera t i vaL’OPEROSAda 60 anni al vostro fianco

L’alvearedeiservizi

Igiene ambientale e sanificazione

Trattamento e trasporto rifiuti

Facility Management

Manutenzione aree verdi

Gestione parcheggi pubblici e privati

Page 46: Xaltro n.1

EMANUELA GIAMPAOLIGiornalista

Lo stile è quello graffiante dell’inglese Alan Bennett, già noto per le sue qualità di scrittore e cineasta, questa volta pre-stato alla drammaturgia. La pièce si in-titola “History of boys”, grande successo delle scene britanniche del 2004, vinci-trice di ben sei Tony Awards, gli oscar del teatro. A riadattarlo per le platee italiane ci ha pensato il teatro dell’Elfo riscuoten-do grandi riconoscimenti di critica e pure di pubblico. A testimoniare che il tema della scuola è più vivo che mai. In scena la vicenda di una classe di ragazzi impe-gnati negli esami di ammissione all’uni-versità: studenti dalle personalità molto diverse dal dongiovanni Dakin al timido e insicuro Posner fino all’estroso Scripps, ma nell’insieme un gruppo ben affiatato e solidale. Dall’altro lato c’è il corpo inse-gnante, dove invece a prevalere sono le liti, le maldicenze e soprattutto le diffe-renti visioni dell’insegnamento. Così se il professore di letteratura inglese, Hector, magnificamente interpretato da Elio De Capitani che firma anche la regia con Ferdinando Bruni, è portatore di uno stile didattico improntato al confronto e alla riflessione, al di là di percorsi ordinari e programmi prestabiliti, dall’altro c’è il

LE DATE DI HISTORY OF BOYS:Bergamo, teatro Donizetti, 2 Aprile / Pavia, teatro Fraschini, 3 Aprile / Pado-va, teatro Verdi, 10 - 15 Aprile / Brescia, teatro Sociale, 17 - 18 Aprile / Ales-sandria, cineteatro Alessandrino, 19 Aprile / Matera, teatro Duni, 21 Aprile / Ancona, teatro Sperimentale, 25 - 29 Aprile / Roma, teatro India, 2 - 13 Maggio

Scatto dalla pièce History of boys di Alan Bennet

SE LA LEZIONEARRIVA DAI RAGAZZI

Cover del libro Niente di Jane Teller

46

Page 47: Xaltro n.1

Scatto dalla pièce History of boys di Alan Bennet

preside, che per il buon nome della scuo-la, li vorrebbe tutti a Oxford o Cambrid-ge. E dunque si affida al piglio di un gio-vane e ambizioso professore incaricato di ‘riprogrammare’ i ragazzi, di renderli più brillanti, più appetibili al mercato della conoscenza.Il tutto esplode, quando il professor Hec-tor, viene accusato, di avere mire di natu-ra sessuale, nei confronti del suo allievo prediletto. «Quando ho scritto History of boys – ha spiegato Bennett - ho pensato a una pièce sulla scuola, legata alle mie vicende dell’inizio anni Cinquanta. Sol-tanto alla fine, quando ho visto il testo rappresentato sulla scena, mi sono reso conto del suo contenuto più profondo, che in effetti rimanda al problema della verità. Perché racconta di un certo modo di insegnare la storia, in cui più che i convincimenti e la veridicità dei fatti,

conta la performance del professore e quindi dello studente chiamato a fare scena con la recita degli esami». La pièce, appena uscita da Adelphi “Gli studenti di storia”, sarà in tourné fino a maggio.È arrivato in Italia anche il caso editoriale che ha suscitato polemiche accese e scalato le classifiche di vendita negli Stati Uniti, nel Nord Eu-ropa, in Inghilterra, Francia, Spagna e in Germania, dove ha venduto 250mila copie in poche mesi: ‘Niente’ della danese Janne Teller, in li-breria per Feltrinelli. Premiato dal Ministero della Cultura danese, ma vietato in alcune scuole del Paese.Di nuovo in primo piano i compagni di classe, alle prese con il gesto di ribellione del coetaneo Pierre Anton, che un giorno sale su un albero per non scendere più. «Non c’è niente che abbia senso. Perciò non vale la pena fare niente». Per dimostrargli il contrario i compagni di scuola deci-dono di raccogliere cose che abbiano un significato: all’inizio un pallone, un paio di sandali, ma presto si fanno prendere la mano, con richieste sempre più estreme. Abbandonati a se stessi, gli adolescenti si trascina-no in un’escalation d’orrore, in cui spicca l’incapacità degli adulti di dare risposte. «I nostri ragazzi – ha osservato l’autrice, ex inviata dell’Onu in zone di guerra – hanno disordini alimentari, abitudini violente e autodi-struttive. E queste io credo siano malattie sociali, indotte da una società spietatamente basata sulla competizione». Si cambia completamente

Cover del libro Niente di Jane Teller

47

Page 48: Xaltro n.1

registro nella commedia “Il mio peggior incubo” della regista Anne Fontaine in questi giorni al cinema. Un’affascinante gallerista che ha le fattezze di Isabelle Huppert e un cafone con il vizio della bottiglia, due individui lontani come il giorno e la notte, sono costretti dall’ami-cizia fraterna dei loro figli a entrare in re-lazione tra loro. Con risultati esilaranti, quest’amicizia tra compagni di scuola rivoluzionerà due mondi opposti. «Ho pensato che fosse divertente – svela la regista - immaginare che il figlio di Pa-trick, che è praticamente illetterato, sia un ragazzino estremamente dotato, e che, per converso, il figlio di questi bor-ghesi progressisti, imbevuto di forma-zione classica, mostri totale indifferenza verso la cultura alta, e la sua sola passio-ne siano i videogiochi».

A SCUOLA CON DE SETA

Un documento storico ma anche un formidabile spunto di riflessione. È “Diario di un maestro”, del grande documentarista Vittorio De Seta che questo mese viene riproposto in dvd per Feltrinelli Real Cinema. Ispirato dal libro di Albino Bernardini, “Un anno a Pietralata” uscito nel ’68, De Seta va per quattro mesi in una scuola della periferia romana al Tiburtino per seguire le lezioni di Bruno D’Angelo. D’Angelo è un giovane maestro d’origine napoletana, fresco di nomina, a cui viene affidata la classe più scomoda e difficile, una quinta formata da ragazzi svogliati, che disertano le lezioni, non studiano, non si interessano.Lui non si scoraggia e dà vita a un dialogo con gli studenti, si informa sulle loro abitudini, sulle loro famiglie. Il maestro intende recuperare alla scuola tutti gli assenti, andandoli a cercare uno a uno e sperimentando con loro un nuovo modo di fare scuola. Il risultato fu mandato in onda dalla Rai in quattro puntate nel ’73, con grande successo di pubblico (oggi sembra utopia).

Fotogramma tratto dal film Il mio peggior incubo di Anne Fontaine

48

Page 49: Xaltro n.1

E ’ u n m o n d o p u l i t o

GLOBAL SERVICE E GESTIONE DEL PATRIMONIO IMMOBILIAREManutenzioni generiche e speciali del patrimonio immobiliare

>

IGIENE E SANIFICAZIONE di ambienti civili, industriali e sanitari

>

RACCOLTA DIFFERENZIATA E RECUPERO RSU - RSACarta, plastica, vetro, ferro, ramaglie, ingombranti, ecc...

>

GESTIONE IMPIANTI ECOLOGICIdi selezione e trattamento materiali riciclabili

>

Page 50: Xaltro n.1

Come tutti gli anni, a primavera, si tirano le somme. Società Dolce a maggio e preci-samente il 29 maggio 2012, a Bologna, presso l’Hotel Savoia, alle ore 18 presenterà all’approvazione dell’Assemblea dei Soci il proprio Progetto di Bilancio d’Esercizio al 31 dicembre 2011. Un Esercizio che si chiude con un risultato positivo ed un volume di attività ulteriormente accresciuto in quantità e qualità. La nostra Co-operativa non ha risentito della “crisi” e si è distinta, nell’anno appena passato, per intraprendenza e lungimiranza. Ad una conferma nei servizi rivolti alla prima infanzia, sui quali Società Dolce ha profuso, negli anni passati, notevoli sforzi, si affianca un rinnovato posizionamento nei servizi rivolti alla non autosufficienza. L’accreditamento dei servizi socio-sanitari a Bologna, ed in tutta l’Emilia Romagna, e l’incessante sviluppo in Lombardia, Veneto e Friuli Venezia Giulia hanno contri-buito al raggiungimento di questo importante obbiettivo. In generale il valore della produzione ha raggiunto i 63 milioni di euro e le lavoratrici e lavoratori impiegati oltrepassano le 2.700 unità. All’Assemblea dei Soci sarà inoltre illustrato il Bilancio

Sociale, quale preziosa e irrinunciabile rendicontazione del valore aggiunto ridistribuito nel rapporto mutualisti-co con i soci e verso le comunità all’interno delle quali la cooperativa opera. Il Consiglio di Amministrazione ed il Collegio Sindacale rimetteranno, in quella sede, il loro mandato e l’assise, sovrana, dovrà nominare anche i nuovi amministratori e sindaci.

Il Bilancio del 2011

SOCIETA’ DOLCE NEWSwww.societadolce.it

Da Cooperativa Sociale a Impresa Sociale

L’adeguamento del modello organizzativo al nuovo assetto dimensionale di So-cietà Dolce rimane una priorità nell’agenda della cooperativa per continuare a sostenere la strategia di crescita con efficacia ed efficienza. L’organizzazione deve, infatti, essere strutturata per gestire al meglio tutti i processi, primari e di supporto. A tal scopo, Società Dolce ha ritenuto fondamentale riflettere sul gruppo di vertice e sulle persone della Cooperativa e avviare di conseguenza un reale percorso di cambiamento che coinvolga le risorse nell’attivazione di nuove competenze e comportamenti, facilitando così l’introduzione del nuovo modello e quindi il nuovo posizionamento di Società Dolce. Grazie al Fondo Paritetico In-terprofessionale Nazionale FonCoop, che finanzia completamente il corso, Socie-tà Dolce ha potuto avviare con la società di consulenza S.C.S. un percorso forma-tivo denominato “Percorso di accompagnamento al cambiamento da cooperativa sociale a Impresa Sociale” rivolto principalmente al personale direttivo (quadri). Il percorso iniziato a marzo 2012 dovrebbe terminare entro l’estate prossima.

50

Page 51: Xaltro n.1

Non costa nulla, ma vale tanto

Bimbi a colori

Società Dolce è una O.N.L.U.S. da sempre attivamente impegnata a costruire, realiz-zare e promuovere interventi di aiuto a supporto delle fasce più deboli, dall’infanzia ai minori, agli adulti, agli anziani. Anche quest’anno la cooperativa si propone per la raccolta del 5X1000. Vista la dimensione e l’articolazione della Cooperativa abbiamo deciso di promuoverci istituzionalmente e di rendicontare sull’attività complessiva-mente svolta. Come destinare il proprio 5X1000 a Società Dolce? Indica il codice fisca-le di Società Dolce nel riquadro relativo alle ONLUS: 03772490375.

Accoglienza, integrazione ed educazione interculturale: queste le tematiche su cui si è basato il progetto “BIMBI A COLORI”, promosso da Società Dolce nei servizi di pre e post orario scolastico di tutte le scuole dei quartieri Reno, Borgo Panigale, Santo Stefano, Navile, Saragozza, San Vitale e Porto del Co-mune di Bologna. Oltre 3.500 i bambini coinvolti, utenti del servizio di pre e post scuola di 44 scuole elementari, i quali, sostenuti dagli educatori durante l’anno scolastico 2011-12, si sono adoperati nella realizzazione di un origina-le cartellone a tema. Una selezione delle opere sarà esposta in mostra presso la Salaborsa e saranno premiati i lavori considerati migliori per fantasia, per-tinenza al tema e accuratezza nella realizzazione.

www.societadolce.it

BIMBI A COLORI - Mostra Concorso Servizi Integrativi Scolastici - Salaborsa, Auditorium Enzo Biagi - Piazza Nettuno 3, Bologna - Dal 9 al 16 maggio 2012 - Premiazione: 15 maggio 2012 ore 17,00

730: un servizio per i soci

Società Dolce ha stipulato, anche quest’anno, per i Soci della provincia di Bologna, una con-venzione con la Società Omnisolution s.r.l. per la redazione del modello 730 per la dichiarazione dei redditi 2011. Grazie a quest’accordo la Cooperativa paga per intero il costo della redazione del modello 730, sollevando così i soci dalle spese relative a questa importante incombenza. Per usufruire della gratuità del servizio, il socio può chiamare lo 051 4187766 o scrivere a [email protected] per fissare un appuntamento, entro il 31 maggio 2012. L’appuntamento per la conse-gna dei documenti e per il successivo ritiro del 730 compilato potrà essere concordato sia presso la sede di Omnisolution s.r.l. (via della Cooperazione 30, Bologna), che presso le sedi della Coo-

perativa. Per gli altri territori, Società Dolce sta valutando alcune proposte; sarà cura della cooperativa informare i soci.

51

Page 52: Xaltro n.1

SOCIETA’ DOLCE NEWS

Verso un Welfare di comunità

Il giorno 8 maggio 2012 dalle ore 14,00 alle ore 18,00 si terrà presso il Centergross un incontro pubblico sulla tematica dei nidi d’infanzia. L’iniziativa è realizzata da Società Dolce in collaborazione con il Cen-tergross e la DAY, che da gennaio di quest’anno ha inaugurato i buoni welfare, uno strumento per le aziende volto a sostenere le famiglie dei propri dipendenti nell’accesso ai servizi educativi e assistenziali priva-ti. Il focus riguarda i nidi d’infanzia e in particolare il territorio dei Co-muni del Distretto Pianura Est e la domanda di fondo, nonché il titolo è “Nidi d’Infanzia, quale prossimo futuro? Enti e aziende a confronto per un welfare di Comunità”. Partendo dalla situazione attuale dei nidi d’infanzia presenti nella provincia di Bologna, l’incontro si propone di dare voce agli attori coinvolti - ente pubblico, aziende e privato sociale - e proporre soluzioni concrete e innovative di sostegno alla genitoriali-tà. Possono le aziende mettersi in gioco nel mutato mondo del welfare? Possono diventare co-protagoniste nel rispondere alle richieste sempre più pressanti dei neo-genitori di oggi di conciliare i tempi lavorativi con i tempi dell’infanzia? Al termine della tavola rotonda, visita guida-ta di Primo Nido, il nido d’infanzia del Centergross. Info e registrazione: www.societadolce.it

www.societadolce.it

INVITO

NIDI D’INFANZIA:QUALE PROSSIMO FUTURO?ENTI E AZIENDE A CONFRONTO PER UN WELFARE DI COMUNITÀ

MARTEDÌ 8 MAGGIO 2012ore 14:00 inizio tavola rotondaCentergross, Sala Congressi - Blocco 5A - Funo di Argelato - Bologna

NIDI D’INFANZIA, QUALE PROSSIMO FUTURO?Enti e aziende a confronto per un welfare di comunità.

8 maggio 2012, dalle 14,00 alle 18,00Centergross, Sala CongressiBlocco 5A, Funo di Argelato

Porte aperte

NAUFRAGI per il quinto anno consecutivo avvia il “cantiere” delle strut-ture d’accoglienza aperte. L’evento è pensato in connessione ad altre due manifestazioni molto significative: TranseuropaFestival (www.transeuro-pafestival.eu) e FestivalItaca (www.festivalitaca.net). Porte Aperte vuole essere momento per rimettere al centro i margini; strutture d’accoglien-za come luoghi d’incontro: percorso culturale che parte dalla strada, dal faticoso cammino quotidiano: il “basso” interroga l’“alto”; la cultura, il sapere, il benessere. Il margine vuole mettersi in gioco in maniera propo-sitiva. Attraverso dibattiti, mostre, spettacoli si cercherà di immaginare un “ponte” ideale-reale tra il dentro e il fuori, tra i margini e il centro, tra la fragilità e la solidità. Ponte sul quale costruire percorsi di responsabilizzazione e sviluppo solidale della comunità. Porte Aperte inizio di un cammino, non momento conclusivo di un percorso; a partire dall’organizzazione della manifestazione si desidera attivare percorsi sistematici e virtuosi affinché le aperture diventino processi di cono-scenza, di solidarietà e di NON esclusione.

52

Page 53: Xaltro n.1

Rinnovo C.C.N.L. Cooperative Sociali

Scuola di politica

Società Dolce ha avuto la possibilità di raccontare la propria esperienza presso la Scuo-la di Politica del Partito Democratico di Roma. Il Presidente Pietro Segata ha infatti tenuto, nel mese di marzo scorso, una lezione agli allievi della scuola sul welfare e sul ruolo che ha la cooperativa sociale.

www.societadolce.it

Giochi in Città per tipi da spiaggia

Torna per l’estate 2012 GIOCHI IN CITTÀ PER TIPI DA SPIAGGIA, un servizio di Società Dolce pensato per bambini da 1 a 5 anni. Durante le vacanze estive, nei mesi di luglio e agosto, le strutture per l’infanzia di Società Dolce accolgono bambini per offrire loro giornate ricche di attività e di gioco all’aria aperta, laboratori e tanto di-vertimento, insieme a personale educativo attento e qualificato. È un servizio aperto a tutti i bambini, iscritti e non, compreso i più piccoli della scuola dell’infanzia. Turni settimanali con possibilità di frequenza part-time o tempo pieno. Su www.societadolce.it trovi l’elenco completo di tutte le strutture che propongono il servizio. Iscrizioni a partire da maggio.

societàdolce

da 1 a 5 anni di età estate 2012

Un nuovo servizio flessibile ed innovativo per l’estate deltuo bambino, capace di offrire stimoli educativi attraversolaboratori e giochi all’aria aperta, insieme a personaleeducatore attento e qualificato.

�����������������������������������������������

Dopo lunghe trattative il 16 dicembre scorso è stato siglato il verbale di accordo per il rinnovo del CCNL Cooperative Sociali. Un traguardo non di poco conto vista l’attuale fase di crisi del paese. Ecco le principali novità: retribuzione (art. 75): aumento contrattuale complessivo di € 70 per il livello C1 (per quanto riguarda gli altri livelli si procederà con la riparametrazione) erogato in 3 tranches (€ 30 dal 1/1/12; € 20 dal 1/10/12 ed € 30 dal 1/3/13); struttura della contrattazione (art. 10): riforma della contrattazione di 2° livello (territoriale); apprendistato (art. 28): inserimento della figura dell’apprendista per numerose qualifiche e mansioni, ad esclusione di alcuni profili sanitari; cambi di gestione (art. 37): riconoscimenti degli scatti di anzianità maturati; accordi gradualità (art. 76): stante l’attuale fase di crisi del paese, possibilità, a fronte di sopravvenuta difficoltà, di definire accordi di gradualità, ovvero slittamento della decorrenza degli incrementi retributivi con esclusione di quello decorrente dal 1° gennaio 2012 (prima tranche); assistenza sanitaria integrativa (art. 86): introduzione dell’assistenza sanitaria integrativa a decorrere dal 1 maggio 2013. Il verbale di accordo del rinnovo è consultabile sul nostro sito www.societadolce.it alla sezione CHI SIAMO>CCNL.

53

Page 54: Xaltro n.1

NEL PROSSIMO NUMERO

COME CAMBIA IL LAVORO: NUOVI MODELLI

A CONFRONTO54

Page 55: Xaltro n.1

wW E L F A R E

DAY Welfare è uno strumento moderno, semplice e pratico, che permette a tutti i tipi di Aziende e Pubbliche Amministrazioni di erogare servizi sociali alle persone in tutta trasparenza e sicurezza.

Con DAY Welfare è possibile acquistare beni di prima necessità, prodot-ti farmaceutici e usufruire di servizi legati alla famiglia, alla salute e al benessere della persona e del suo nucleo familiare.

DAY Welfare rende il tuo ambiente di lavoro piacevole, fa crescere la tua azienda e aiuta le persone ad affrontare le attuali preoccupazioni e difficoltà economiche.

www.daywelfare.it - [email protected] - infoline 800 834 009

DAY Welfare,la solidarietàin pratica.

Da oggi La Società Dolce fa parte della rete DAY Welfare.

wW E L F A R E

DAY Welfare è uno strumento moderno, semplice e pratico, che permette a tutti i tipi di Aziende e Pubbliche Amministrazioni di erogare servizi sociali alle persone in tutta trasparenza e sicurezza.

Con DAY Welfare è possibile acquistare beni di prima necessità, prodot-ti farmaceutici e usufruire di servizi legati alla famiglia, alla salute e al benessere della persona e del suo nucleo familiare.

DAY Welfare rende il tuo ambiente di lavoro piacevole, fa crescere la tua azienda e aiuta le persone ad affrontare le attuali preoccupazioni e difficoltà economiche.

www.daywelfare.it - [email protected] - infoline 800 834 009

DAY Welfare,la solidarietàin pratica.

Da oggi La Società Dolce fa parte della rete DAY Welfare.

nuvolaitaliana.itSeguici su:CON LA NUVOLA ITALIANA HAI TUTTO QUELLO CHE TI SERVE PER COLLEGARE LA TUA IMPRESA AL FUTURO.

Entra nella Nuvola Italiana di Telecom Italia. L’unico cloud computing completo, in grado di offrirti TLC, piattaforme informatiche e applicazioni software.

Con la Nuvola Italiana le aziende non dovranno dotarsi di TLC, piattaforme e applicazioni dedicate perché è tutto nella Nuvola. Tutto diventa effi ciente, semplice e fl essibile perché si usa e si paga solo quello che serve. Grazie alla rete in fi bra ottica si accede ai servizi in tempo reale con qualità,con maggiore velocità e assoluta sicurezza. La Nuvola di Telecom Italia consente al Paese di raggiungere maggiore innovazione, effi cienza, competitività e opportunità per ognuno di noi.

La Nuvola Italiana di Telecom Italia. L’unico cloud con la rete dentro.

6875L_210x240_Ist_SocCoopDolce.indd 1 01/12/11 10:28

Page 56: Xaltro n.1

una soluzionesu misura

per assicurareil futuro

della tua azienda

Ciba Brokers nasce dall’unione di professionisti qualifi cati, pro-

venienti da importanti esperienze di brokeraggio internazionale.

La principale caratteristica di Ciba Brokers è quella di seguire

il cliente operando un’analisi dei rischi aziendali per indirizzar-

lo verso i servizi più vantaggiosi e avanzati, ottimizzando così il

rapporto costo/sicurezza. Il continuo aggiornamento dei nostri

brokers ci permette di interpretare al meglio le evoluzioni del

mercato e di proporre soluzioni assicurative su misura.

COMPAGNIA ITALIANA BROKERS DI ASSICURARE SpaSede legale e direzione generale: Via A. Calzoni, 1/3 - 40128 Bologna - tel. 051 7096411 - fax. 051 7096422www.cibabrokers.it - [email protected]

www.grafikamente.it