Obbettivamente n°1

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IL GIORNALE DEL LICEO CANNIZZARO PALERMO NUMERO 1 11/11/2013 A nche quest’anno la redazione di Obbiettivamen- te riapre, proponendosi il compito di manife- stare i vari aspetti della “Vita Scolastica”del Li- ceo Scientifico Canniz- zaro e le riflessioni di noi ragazzi, che stiamo iniziando a rapportar- ci in maniera concreta e matura con la società che ci sta intorno. Per il nostro Liceo que- sto è un anno di novità tra l’introduzione dei re- gistri elettronici e l’arri- vo del nuovo Dirigente Scolastico. In quest’edizione, quin- di, ci occuperemo ci confrontare le diverse opinioni sulla rivoluzio- ne informatica che sta interessando le scuole italiane, per analizzarne i pericoli o i possibili vantaggi. Abbiamo inoltre inserito un saluto che la Preside, Prof.ssa Anna Bica, ha voluto rivolgere a tutti i ragazzi e alle varie com- ponenti della scuola. Ricordiamo che la re- dazione è aperta a tut- ti coloro che avessero voglia di partecipare, scrivendo, scattando fotografie, proponendo nuovi spunti per gli ar- ticoli ecc. Per qualsiasi domanda o consiglio non esitate a scriverci al nostro indirizzo e-mail: obbiettivamente.canniz- [email protected] EDITORIALE WI-FI NELLE SCUOLE: PROGRESSO O PERICOLO? S appiamo tutti cos’è il muos, il mobile user objective system,un sistema di comunicazioni satellitari ad alta frequenza della ma- rina militare statunitense per il controllo dei droni(aerei senza pilota, utilizzati per scopi militari) e la comunicazione tra soldati di terra, tra portaerei e aerei stessi. Le basi terrestri sono costruite in zone desertiche non abitate, distanti svariati kilometri dai centri abitati per i danni (leucemie, tumori, malformazioni nei bambini) che questo muos(tro) crea, tant’è che i militari statunitensi vivono in bunker sot- to terra, a diversi metri proprio per queste radiazioni. Diversi sono i militari italiani che, avendo lavorato per un mese nelle vicinanze della base hanno avuto leucemie e tumori. ►PAGINA 9 MICHELE MINARDI III B U na delle novità introdotte quest’anno nelle scuole italiane è l’utilizzo dei re- gistri elettronici e l’abbandono (par- ziale) del cartaceo. Quasi due anni fa, infatti, il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e del- la Ricerca (MIUR) ha promulgato delle nor- mative al fine di informatizzare l’intero siste- ma scolastico. La prima, emanata il 3 ottobre 2012, prevede la dematerializzazione delle at- tività delle segreterie scolastiche con l’introdu- zione di iscrizioni on-line, pagelle e invio delle comunicazioni ad alunni e genitori in formato elettronico. ►PAGINA 17 DAVIDE ANGELINI III C NO MUOS FINO ALLA VITTORIA! È presto per attribuire un colpevole all’attacco chimico avvenuto il 21 agosto a Damasco, in Siria, poiché i complottisti da ta- stiera, bombardano il web con le loro teorie e le loro ipotesi, dando la colpa agli USA, paesi occidentali o pro-occidentali oppure ribelli siriani scontenti del governo di Assad, seguendo un copione già visto innumere- voli volte. ►PAGINA 11 LA GUERRA NON CAMBIA MAI, NE- ANCHE IN SIRIA! MANFREDI LAGUARDIA IV P

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Il primo numero del 2013-14

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IL GIORNALE DEL LICEO CANNIZZAROPALERMO NUMERO 111/11/2013

Anche quest’anno la redazione di Obbiettivamen-

te riapre, proponendosi il compito di manife-stare i vari aspetti della “Vita Scolastica”del Li-ceo Scientifico Canniz-zaro e le riflessioni di noi ragazzi, che stiamo iniziando a rapportar-ci in maniera concreta e matura con la società che ci sta intorno.Per il nostro Liceo que-sto è un anno di novità tra l’introduzione dei re-gistri elettronici e l’arri-vo del nuovo Dirigente Scolastico.In quest’edizione, quin-di, ci occuperemo ci confrontare le diverse opinioni sulla rivoluzio-ne informatica che sta interessando le scuole italiane, per analizzarne i pericoli o i possibili vantaggi.Abbiamo inoltre inserito un saluto che la Preside, Prof.ssa Anna Bica, ha voluto rivolgere a tutti i ragazzi e alle varie com-ponenti della scuola.Ricordiamo che la re-dazione è aperta a tut-ti coloro che avessero voglia di partecipare, scrivendo, scattando fotografie, proponendo nuovi spunti per gli ar-ticoli ecc. Per qualsiasi domanda o consiglio non esitate a scriverci al nostro indirizzo e-mail: [email protected]

EDITORIALE

WI-FI NELLE SCUOLE: PROGRESSO O PERICOLO?

Sappiamo tutti cos’è il muos, il mobile user objective system,un sistema di comunicazioni satellitari ad alta frequenza della ma-rina militare statunitense per il controllo dei droni(aerei senza

pilota, utilizzati per scopi militari) e la comunicazione tra soldati di terra, tra portaerei e aerei stessi. Le basi terrestri sono costruite in zone desertiche non abitate, distanti svariati kilometri dai centri abitati per i danni (leucemie, tumori, malformazioni nei bambini) che questo muos(tro) crea, tant’è che i militari statunitensi vivono in bunker sot-to terra, a diversi metri proprio per queste radiazioni. Diversi sono i militari italiani che, avendo lavorato per un mese nelle vicinanze della base hanno avuto leucemie e tumori. ►PAGINA 9

MICHELE MINARDI III B

Una delle novità introdotte quest’anno nelle scuole italiane è l’utilizzo dei re-gistri elettronici e l’abbandono (par-

ziale) del cartaceo. Quasi due anni fa, infatti, il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e del-la Ricerca (MIUR) ha promulgato delle nor-mative al fine di informatizzare l’intero siste-ma scolastico. La prima, emanata il 3 ottobre 2012, prevede la dematerializzazione delle at-tività delle segreterie scolastiche con l’introdu-zione di iscrizioni on-line, pagelle e invio delle comunicazioni ad alunni e genitori in formato elettronico. ►PAGINA 17

DAVIDE ANGELINI III C

NO MUOS FINO ALLA VITTORIA!

È presto per attribuire un colpevole all’attacco chimico avvenuto il 21

agosto a Damasco, in Siria, poiché i complottisti da ta-stiera, bombardano il web con le loro teorie e le loro ipotesi, dando la colpa agli USA, paesi occidentali o pro-occidentali oppure ribelli siriani scontenti del governo di Assad, seguendo un copione già visto innumere-voli volte. ►PAGINA 11

LA GUERRA NON CAMBIA MAI, NE-ANCHE IN SIRIA!

MANFREDI LAGUARDIA IV P

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VITA SCOLASTICA VITA SCOLASTICA 2 3

A tutti gli studenti e famiglieA tutto il personale dell’istituto

Nell’assumere l’incarico di presidenza del Liceo Scientifico “S. Cannizzaro” di Palermo, istituto prestigioso, aperto all’in-novazione nel rispetto della tradizione, con orgoglio, porgo il più cordiale saluto a tutti, con l’auspicio di una fattiva collaborazione per il buon funzionamento del nostro istituto.

Esso offre la propria tradizione d’insegnamento qualificato e scientificamente rigoroso per condurre gli studenti ad acquisire una formazione idonea ad affrontare le sfide lanciate dall’innovazione tecnico/scientifica e dal continuo sviluppo del saperi ricono-scendo, valorizzando e promuovendo le potenzialità di ciascun allievo.Un saluto va ai componenti del Consiglio d‘Istituto, al Comitato dei Genitori, alle Organizzazioni Sindacali e a tutti gli Interlo-cutori delle varie realtà istituzionali, culturali e sociali della città di Palermo.Con molto piacere, cari ragazzi, desidero intraprendere insieme a voi questa nuova esperienza nella convinzione che la scuola, luogo di tutela dei diritti e di esercizio di cittadinanza attiva, offre agli studenti le basi per diventare cittadini consapevoli, nella propria città, nella propria nazione, nel mondo, responsabili del proprio e dell’altrui futuro.Missione della nostra istituzione è:Formare gli uomini del domani “impregnati di umanità”, capaci di affrontare la realtà in modo dinamico, e sapendo rispettare la molteplicità dei soggetti e delle singole realtà.Vi invito, quindi, a frequentare in modo assiduo, a partecipare attivamente alla vita scolastica con impegno, a rispettare le regole della convivenza civile attraverso percorsi motivanti e progettati in sinergia con gli enti proposti.Tutti siamo consapevoli del fatto che il mondo e la società, in cui viviamo, stanno cambiando ad una velocità mai conosciuta nel passato.La rivoluzione informatica degli ultimi decenni sta modificando completamente il volto del mondo, il nostro modo di essere e percepire, le nostre abitudini , i nostri stili di vita.A mio avviso, però, l’introduzione dei sistemi e dei dispositivi digitali nell’apprendimento non garantiscono un miglioramento di qualità. Le tecnologie non sono mai una certezza ma rappresentano semmai una “possibilità”.Il rispetto della legalità, le conoscenze dei principi costituzionali, l’osservanza dei diritti e dei doveri, sono i mezzi più adeguati per far divenire voi giovani protagonisti di un progetto comune e solidale, volto allo sviluppo della società.Compito della scuola è quello di favorire il passaggio dall’educazione alla legalità, alla cultura della Legalità, favorendo, quindi, nei ragazzi una presa di coscienza dei valori costituzionali che sono alla base della convivenza civile.Ecco, perché ritengo che la scuola debba essere il “laboratorio dei valori”.Per affrontare la grave crisi culturale che stiamo vivendo abbiamo bisogno di riscoprire il significato autentico dei valori che sono al centro della nostra Costituzione e della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.Quali sono questi valori: la non violenza, la giustizia, la libertà, la pace, i diritti umani, la responsabilità, la speranza.Qualcuno diceva che il mondo sarà di chi saprà dare non certezze, ma Speranze.“La Speranza ci aiuta a credere nel bene, ad avere fiducia negli altri, ad essere punti di riferimento”.In questo preciso momento credo che gli adulti, la famiglia, la scuola debbano essere dei punti di riferimento, essere sostegno e giuda perché voi giovani possiate affrontare il vostro futuro.Cari ragazzi, l’augurio che vi faccio è questo: “Siate sempre voi stessi”, non pecore, ma aquile e volate sempre più in alto. Nel vostro progetto di vita sicuramente sarete più soli, ma sarete più liberi.Porgo un sentito ringraziamento per l’accoglienza e auguro buon anno scolastico a D.S.G.A, agli assistenti amministrativi, ai collaboratori scolastici, agli assistenti tecnici e di laboratorio, al custode e a tutto il personale docente, invitandoli a lavorare in un clima di dialogo, rispetto reciproco, condivisione, serenità, sincerità ed onestà, facendo leva sul senso di responsabilità, il tutto per garantire il successo formativo dei nostri ragazzi.

SALUTO DEL DIRIGENTE SCOLASTICO PROF.SSA ANNA BICA

Quali sono i primi provvedimenti che prenderà all’interno della scuola?Intanto la scuola allo stato attuale ha un problema di

fondo: la mancanza del personale ATA dal momento che il loro lavoro dovrebbe essere retribuito dall’MIUR. Il ministero però non ha ancora stanziato i fondi necessari alla scuola per pagare la cooperativa “Comitini” responsabile del personale. In questo liceo sono sei i collaboratori mancanti rispetto a quanto neces-sario e ciò comporta problemi sia per quanto riguarda la pulizia dei locali, che la sorveglianza nelle ore curriculari e non [n.d.r. il personale mancante è arrivato a scuola da qualche giorno]. In generale un tema fondamentale per me è la sicurezza dei ragazzi, dei professori e di tutto il personale scolastico. Uno dei primi provvedimenti che ho preso arrivando in questa scuola è stato quello di nominare il Prof. Abbagnato come responsa-bile RSPP e di fare nuovamente richiesta alla Provincia per il collaudo delle scale antincendio e dell’ascensore. Mi sto atti-vando per effettuare le prove di evacuazione il prima possibile in modo che tutti siano a conoscenza delle norme di sicurezza dell’istituto. Prima, però, ogni classe sarà convocata per essere istruita a dovere sul nuovo piano di evacuazione. Mi piacerebbe inoltre poter dare la possibilità ai miei studenti di ampliare le proprie conoscenze nel campo della legalità e dell’educazione ambientale, per esempio. Sono già in contatto con diversi enti e professori di altre scuole al fine di organizzare progetti, con-vegni o gite a tale scopo.

Che rapporto vuole instaurare con i suoi alunni?Un ottimo rapporto, basato innanzitutto sull’ascolto, dialogo e reciproco rispetto. Aspetto il momento delle elezioni dei rap-presentati per incontrarne almeno una rappresentanza per clas-se. In ogni caso, io sono sempre disponibile e presente a scuola per chiunque avesse qualcosa da chiedermi o proposta da fare.

È disposta a mettere in discussione alcuni suoi provvedi-menti nel caso in cui fossero causa del malcontento comu-ne?Certo, sempre che sia un malcontento lecito e venga portata

avanti una critica costruttiva. Come ho detto il dialogo e il reciproco rispetto sono fondamentali per me.

Quale è la sua posizione su questi argomenti:- Chiusura del traffico nelle ore d’uscita;- Disposizione di un’aula autogestita;- Gestione della raccolta differenziata.Poco prima dell’inizio della scuola mi sono occupata personal-mente di scrivere alla Polizia Municipale per chiedere la chiu-sura al traffico di via Generale Arimondi, in modo che fosse assicurato durante le ore scolastiche il rispetto del divieto già presente. Attendo risposta e se necessario farò nuovamente pre-sente ciò a chi di dovere. In questi giorni, mi è stata chiesta un’aula per la riunione del collettivo studentesco che è attual-mente organizzano il sabato dopo le lezioni; per il momento la mancanza di personale non mi permette di soddisfare questa richiesta nel giorno da loro proposto. I locali scolastici sono comunque disponibili nei pomeriggi settimanali dal lunedì al venerdì fino alle ore 18:00. Per quanto riguarda l’effettiva aula autogestita credevo che vi fosse già stata assegnata. Comunque mi occuperò della questione in modo da provvedere all’identi-ficazione dell’aula il prima possibile e poter così procedere con l’assegnazione. Essendo prevista la gestione di questo spazio da parte degli alunni, sarà necessario che venga presentato un re-golamento che renda chiare le modalità di utilizzo dell’aula, che vengano tenuti dei registri per le entrate e uscite e che ven-ga scelto uno studente referente. Per quanto riguarda la raccol-ta differenziata, in questa scuola sono già presenti gli appositi i cestini dotati di rispettive targhette che spiegano come selezio-nare i rifiuti. È evidente come ciò venga assolutamente ignora-to e noto con sdegno, dopo la ricreazione, lo stato indecente in cui viene lasciato l’atrio e la strada davanti scuola. Provvederò a fornire questi luoghi di ulteriori contenitori per i rifiuti in modo da poter facilitare e invogliare il rispetto dell’ambiente scolastico. Mi appello comunque al senso civico e civile di ogni alunno affinchè la scuola possa di fatto essere un luogo quanto più pulito e accogliente.

INTERVISTA ALLA PRESIDEGLORIA VARRICA V R & FEDERICA RESTIVO V R

(L’intervista è stata effettuata giorno 8 ottobre 2013)

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Quali sono i problemi del Cannizzaro, e come risolverli? Qual è il punto della tua lista che ti sta più a cuore?Mi sembra superfluo sottolineare ancora come gli ultimi anni di governo abbiano martoriato la pubblica istruzione con tagli,riduzioni e via dicendo...E questo, purtroppo,si evince anche dal nostro liceo che infatti rispecchia in modo perfet-

to tutta questa situazione. Pertanto alcuni dei problemi principali della nostra scuola, come ad esempio la riduzione del personale ausiliario o la stessa situazione strutturale, necessitano di ingenti somme di denaro che ,manco a dirlo, non ci sono per niente. I nostri fondi scolastici sono ridotti all’osso e la situazione non accenna comunque a miglio-rare. Noi comunque possiamo senz’altro contribuire ad un miglioramento del nostro microcosmo scolastico in svariati modi. Principalmente, a mio avviso, va risolta nell’immediato la situazione della sicurezza scolastica, con la messa a norma delle scale antincendio e la pro-va di evacuazione...Inoltre stiamo già provvedendo ad effettuare una disinfestazione viste le scarse condizioni igienico-sanitarie dell’istituto. Per quanto riguarda l’aula autogestita ormai abbiamo fatto passi da gigante e in po-chi giorni ci verrà concessa e finalmente riconosciuta; in questo modo potremo anche migliorare le nostre attività avendo questo spazio adibito solo a noi studenti..

Qual è il motivo che ti ha portato a candidarti, e con quale entusiasmi affronterai l’incarico ottenuto?Ho deciso di candidarmi poichè devo molto alla mia scuola, dopo così tanti anni che mi funge da seconda casa, e pertanto avevo voglia di rendermi il più possibile utile ad essa, rappresentando tutti gli studenti che come me vogliono una scuola sana e ben funzionante... Inoltre gli altri rappresentanti sono dei cari amici e sapevo già per certo che, se fossi salito, sarei senza dubbio andato d’accordo con loro.

Ti aspettavi il successo ottenuto?Sono rimasto quasi stupito della grande quantità di ra-gazzi che hanno scelto me per rivestire questo incarico e questo mi ha dato una grande carica per affrontare que-sto mio compito. Sono consapevole delle responsabilità che ne derivano ma sono molto sereno e determinato.

INTERVISTA A GIORGIO MASIALICE CALANDRA IV H

VITA SCOLASTICA VITA SCOLASTICA

Quali sono i problemi del Cannizzaro, e come risol-verli?

I problemi del Cannizzaro sono fondamentalmente di due categorie: problemi di tipo strutturale, che riguardano appunto la nostra scuola e affliggono la nostra vita dal punto di vista fisico, e problemi di tipo culturale-sociale che riguardano lo studentato stesso e la nostra vita sotto l’aspetto psicologico-emotivo . Per quanto riguarda i primi, parliamo delle infrastrut-ture, i calcinacci che cadono, i bagni che sono praticamente fatiscenti, le cose che viviamo ogni giorno e che non sto qui a spiegare. Per quanto riguarda la componente sociale di que-ste problematiche, c’è una seria deficienza per quanto riguarda l’informazione perché vediamo che molto spesso non si sanno i motivi delle manifestazioni, le motivazioni… ma al di là dei cortei veri e propri, non cono-sciamo la situazione politica attuale, ne siamo sempre poco informati e poco aggiornati.Per il problema dell’informa-zione avevamo elaborato il pro-getto della bacheca informativa, che è per l’appunto una bacheca di sughero che dovrebbe essere affissa in ogni classe e prov-vederemo ad autofinanziarci: saranno affisse delle informa-zioni politicamente neutre e chiaramente cristalline riguardo la situazione politica, i cortei e anche eventi di tipo ludico che pubblicizzeranno gli stessi stu-denti. Per quanto riguarda i problemi strutturali la proposta trasversale è quella del “box proposte”, dove si possono racco-gliere tutte le proposte e i problemi degli studenti che così pos-sono farci mantenere l’attenzione in prima persona, in quanto, come lista prima e come rappresentanti ora, noi non possiamo essere consci dei problemi di tutti gli studenti e in generale di tutte le classi. Questo è un breve accenno delle soluzioni che il Movimento Autonomo Cannizzaro propone alla scuola e che si trovano in modo completo nella nostra pagina Facebook.

Qual è il vero motivo che ti ha portato a candidarti, e con quale entusiasmo affronterai l’incarico ottenuto?Il vero motivo che mi ha portato a candidarmi è fondamental-mente la necessità di vedere applicati i miei ideali, la necessità di

provare a costruire una comunità che sia realmente democratica dove venga applicato il principio del consenso e dell’autodeter-minazione che più volte ho citato. Per me è una sperimentazio-ne del mio ideale politico oltre che un modo come un altro per migliorare la nostra scuola sotto qualsiasi aspetto.L’entusiasmo è massimo, l’entusiasmo è di chi può provare qualcosa che non viene concesso di provare a chiunque. Ho una possibilità immensa tra le mani e altri tre, possiamo dire, colleghi sicuramente molto ben disposti, con cui riuscirò a la-vorare tranquillamente.

Qual è il punto della tua lista che ti sta più a cuore?Il punto della mia lista che mi sta più a cuore, al di là della in-formazione che è fondamentale e di cui abbiamo già parlato a sufficienza, è l’autofinanzia-mento, e soprattutto ciò che si evince dal motto: autode-terminazione e consenso. Noi teniamo a creare una comunità dove ognuno possa determina-re l’ambiente da vivere, dove ognuno possa fare delle pro-poste che i rappresentanti ve-rificheranno per controllare se siano attuabili nei confronti de-gli studenti, che parteciperanno tramite il principio del consen-so. Il principio del consenso è una sorta del superamento del principio di maggioranza, dove tutti coloro che votano hanno la possibilità di dire la propria

e la soluzione che viene elaborata è il frutto della sinergia tra le varie proposte, un compromesso tra di esse.Si cerca di fare contenti tutti con i modi di cui disponiamo e utilizzando una buona dose di razionalità e coscienza nei riguar-di degli studenti, che diventano individui, si può dire cittadini, parlando di polis; si inseriscono in una vera e propria comunità.

Se l’unico eletto non appartenente alla lista 1 , cosa pensi a proposito?Sono state delle campagne particolari, io sono da un lato con-tento di essere salito non senza aver utilizzato carta e volantini ma semplicemente esprimendo le mie idee, dall’altro molto di-spiaciuto perché ovviamente mi sarebbe piaciuto avere qualcuno della mia lista al mio fianco come per esempio Gabriele Sortino,

INTERVISTA AD ALESSANDRO MORELLOALICE CALANDRA IV H

che sicuramente è un elemento fondamentale perché è il mio ri-solutore e che comunque avrà un ruolo importante nella rappre-sentanza al di là della carica.Sono molto felice, però gli avversari erano ottimi avversari, molto preparati, poi Riccardo Bellavista ,il “frontman” della lista 1, ha portato avanti l’anno scorso un ottimo programma, molti fatti.

Sono contento che siamo tutti molto preparati, molto decisi. La mia speranza è quella di trovare sempre collaborazione e comu-nicazione con gli altri rappresentanti nella finalità di applicare appieno quelli che sono secondo me i principi più condivisibili della democrazia.

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31 Ottobre, è il pomeriggio di Halloween. Noi due siamo sedu-ti a un tavolino del “Bar Verde” di via Marchese di Villabianca, davanti a noi c’è Riccardo Bellavista, uno dei 4 neo-rappresen-tanti del nostro istituto. Ma Riccardo, per i più “Richi” o “ Il Presidente “, è già stato rappresentante l’anno scorso e sembra proprio che i cannizzarini abbiano apprezzato il suo lavoro, il numero dei voti di quest’anno lo conferma. Ordiniamo caffè per tutti e iniziamo la nostra intervista:

Quali sono i problemi del cannizzaro e come risolverli?“I punti del nostro volantino spiegano quali sono le maggiori problematiche:Tra le più importanti c’è sicuramente l’informazione, informa-zione che manca nella nostra scuola.Per risolverla avremmo deciso di organizzare dei seminari e dei convegni, ovviamente informando le persone di quello che ac-cade.”Poi continua : “Un’altro punto che secondo me è fondamentale è quello della sicurezza scolastica. Per questo motivo tenteremo di mettere a norma al più presto la scala anti-incendio e l’ascen-sore e di organizzare delle prove d’evaquazione.”Il rappresentante ci parla anche della priorità dell’igiene e dice: “ è importante che ci siano sia collaborazione da parte del per-sonale ATA sia responsabilità dagli studenti”. “Soprattutto” sot-tolinea “è necessario fornire i bagni di sapone e carta igienica.”Infine, conclude: “per migliorare la nostra vita a scuola vorrem-mo organizzare contest musicali e giornate dello studente. “

Quali sono le motivazioni che ti hanno portato a candidarti e con quale entusiasmo intendi affrontare l’incarico? Il nostro interlocutore risponde a bruciapelo. “Il potere”, ci dice sarcasticamente. Noi ci fermiamo, lo guardiamo di traverso, stupiti da questa risposta che non ci aspettavamo. Lui, voluta-mente ironico, ci ricambia l’occhiata, ci sorride e poi riprende con fare più serio.“ Io voglio cercare di creare delle coscienze all’interno della scuola. Questi sono cinque anni in cui si deve crescere e per far-lo si devono formare delle coscienze attraverso l’informazione.L’entusiasmo è quello dell’anno scorso, penso che il lavoro che ho fatto abbia fruttato e quest’anno abbiamo visto i risultati. Credo in quello che sto facendo altrimenti non l’avrei fatto.”

Qual è il punto della lista che ti sta più a cuore?“La sicurezza. Due anni fa c’è stato il terremoto ma prima non era mai stata fatta nessuna prova di evacuazione e questo ha comportato molta confusione. È importante non farsi trovare

impreparati. Inoltre sono stati fatti dei lavori di ristrutturazione che hanno portato alla costruzione della scala anti-incendio e dell’ascensore che però non sono ancora stati omologati, quindi noi cercheremo di farli mettere a norma, speriamo entro gen-naio.In ogni caso, penso che tutti i punti siano molto importanti e punteremo a ottenerli tutti.”

Ti aspettavi il successo della tua lista?“Sì, me lo aspettavo. Sapevo che il lavoro dell’anno scorso era stato fatto bene e speravo che gli elettori cannizzarini mi avreb-bero ridato la loro fiducia. Comunque sono contento che sia salito Morello della lista 4 che è una bravissima persona.Il rappresentante per finire: “Mi sono impegnato tanto, anche se sono consapevole che cambiare la scuola non sia una cosa facile. Ma ci si prova.”

INTERVISTA A RICCARDO BELLAVISTACARLO MODICA V E &GIORGIO ALESSANDRO V A

Quali sono le motivazione che ti hanno portato e candidarti e con quale entusiasmo intendi affron-tare l’incarico?

“In primo luogo devo dire che rispetto agli anni passati ho notato un drastico diminuire dell’attenzione di noi ragazzi nei confronti delle problematiche prima della scuola e poi del mondo: si sa, la scuola è palestra di vita, chi si mette in prima fila ora per qualcosa di piccolo, come la scuola, potenzialmente lo farà poi per qualcosa di più grande come lo Stato o l’intera società – afferma il neorappresentate – . Questo fatto nella pratica ha portato in generale a un ridursi degli elementi validi come possibili rappresentanti d’istituto per quest’anno (lo stes-so numero di candidature presentate è stato significativamente inferiore rispetto agli anni passati, ricordo che l’anno scorso c’erano addirittura sette liste) ed è stato questo il principale motivo che mi ha portato a candidarmi. Per quando riguarda l’entusiasmo c’è poco da dire, i cannizzarini hanno riposto fi-ducia in me e non ho di certo intenzione di deluderli”.

Quali sono i problemi del Cannizzaro e come intendi ri-solverli? “Quello che secondo me è il principale problema, che è anche quello di più difficile soluzione, l’ho anticipato nella risposta precedente e riguarda più gli alunni che la scuola. È il sempre crescente disinteresse. Si tocca con mano quando viene convo-cata l’assemblea di istituto e una consistente maggioranza degli alunni si dirige verso l’uscita senza nemmeno chiedersi di cosa si parli all’assemblea, considerandola nient’altro che un giorno di vacanza. Come ho già detto risolvere un problema di questa portata è dura e l’unica soluzione è l’informazione, motivo per cui ripongo una particolare fiducia nel giornalino (una fortuna che dobbiamo tenerci stretta, di cui possono vantarsi solo po-chi istituti). Come ho già detto uno studente informato oggi è un cittadino partecipe domani”.

Qual è il punto della tua lista che ti sta più a cuore? “Anche se non è stato incluso nel volantino il punto a cui ten-go particolarmente è l’aula autogestita. Già prima delle elezioni insieme a due persone della mia lista (tra cui Riccardo Bel-lavista, rappresentante uscente e rieletto quest’anno) mi sono recato dalla preside per stipulare un accordo che ci permettesse di avere questo spazio e lei si è mostrata abbastanza favorevole. Oggi stesso, il nostro primo giorno in carica, insieme agli altri rappresentanti neo-eletti abbiamo fatto mettere tra gli ordini del giorno del prossimo consiglio di istituto la discussione, con eventuale approvazione, del regolamento dell’aula autogestita”.

Cosa si prova ad essere stato eletto sia come rappresentan-te di istituto che di consulta? Quando situazioni simili si sono verificate in passato il rappresentante in questione ha spesso mostrato una tendenza al volersi dimettere da uno dei due ruoli, tu come pensi di muoverti? “La consulta provinciale, anche se all’interno della scuo-la viene spesso dimenticata, è un organo molto più grande e complesso, che gestisce dei fondi appositi, pertanto il ruolo di rappresentante in consulta non va assolutamente sottovalutato. Mi impegnerò al massimo nel ricoprire anche questo ruolo: insieme ad Alberto Tudisca, ho già avviato una collaborazione con i rappresentanti della consulta del Garibaldi, dell’Umberto e del Catalano e ci sono già ottime proposte da portare avanti”. “Per quanto riguarda le dimissioni – spiega Lorenzo – avevo deciso già prima delle elezioni che se non fosse stato eletto Al-berto (tra i soli tre candidati in consulta, l’unico a non essere di quinta) mi sarei dimesso, cedendogli il mio seggio, in quanto carica biennale, affinché il Cannizzaro non si ritrovasse sen-za rappresentante l’anno prossimo. Dal momento che è salito escluderei questa eventualità”.

INTERVISTA A LORENZO LA SPINASILVANA BENANTI V B

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Sappiamo tutti cos’è il muos, il mobile user objective system,un si-

stema di comunicazioni satel-litari ad alta frequenza della marina militare statunitense per il controllo dei droni(aerei senza pilota, utilizzati per sco-pi militari) e la comunicazio-ne tra soldati di terra, tra por-taerei e aerei stessi.Le basi terrestri sono costruite in zone desertiche non abita-te, distanti svariati kilometri dai centri abitati per i danni (leucemie, tumori, malfor-mazioni nei bambini) che questo muos(tro) crea, tant’è che i militari statunitensi vi-vono in bunker sotto terra, a diversi metri proprio per que-ste radiazioni. Diversi sono i militari italiani che, avendo lavorato per un mese nelle vi-cinanze della base hanno avu-to leucemie e tumori. Tutto questo avviene nell’ Au-stralia dell’ovest, nel Sud-Est della Virginia, nelle isole Ha-waii e in Sicil.. NO! La base che verrà costruita in Sicilia, precisamente a Niscemi, non è lontana dai centri abitati e non si trova in zone deserti-che, anzi! La base è stata costruita sulla sughereta di Niscemi, un’area naturale protetta. Il muos sta

modificando i fievoli rapporti dell’habitat, distruggendolo!La regione Sicilia, il nostro caro Crocetta dunque, il 29 marzo 2013 revoca in via de-finitiva l’autorizzazione alla costruzione della stazione muos. Una vittoria direte voi, e invece.. Il 25 luglio 2013, la Regione Siciliana revoca lo stop autorizzativo al muos, permettendo il riavvio alla co-struzione, azione imposta dal partito, dallo stato Italiano e dagli USA.Non essendo ascoltati, non es-sendo rappresentati, i Siciliani per fronteggiare l’assenza del-

le istituzioni danno vita ad un movimento popolare, il movi-mento NoMuos.Il 9 Agosto, dopo un corteo partecipatis-simo (oltre 30000 persone)la base viene occupata, mai accaduto prima in tutto l’oc-cidente, dimostrando la forza e la tenacia dei NoMuos. Il Movimento, che al suo in-terno raccoglie diverse realtà già presenti sul territorio, ac-comunate dalla totale sfidu-cia alle istituzioni, libero da ogni partito, si pone non solo un’obiettivo, che è la revoca delle autorizzazioni all’instal-lazione e alla messa in fun-

zione del muos, ma anche, proprio come il Movimento NoTav(altro esempio di lotta territoriale), il cambiamento radicale dello stato, assieme ai movimenti della lotta per la casa, per il lavoro, per l’acqua, e tutti gli altri. Il 19 Ottobre, a Roma, i NoMuos sono sta-ti, anzi, siamo stati presenti, rivendicando il nostro diritto al vivere sani, il nostro diritto e dovere di dire no alla mili-tarizzazione della NOSTRA terra!

ATTUALITÀ E CULTURA 9

VITA SCOLASTICA

Dopo la recente introduzione dei tablet a scuola, in sostituzione dei vecchi registri cartacei, ho deciso

di intervistare alcuni professori per scoprire quale fosse la loro opinione sulla più gene-rale rivoluzione informatica che sta coin-volgendo un po’ tutte le scuole italiane.

Cosa ne pensate della rivoluzione infor-matica della scuola?Prof.1: È una cosa molto utile, comoda, i genitori possono controllare tutto e avere notizie in tempo reale. Si potrebbero mi-gliorare alcune cose come la connessione perchè manca alcune volte. Nonostante tutto, però, sono d’accordo con la rivolu-zione informatica perchè si è rivelata molto utile.Prof.2: non sono d’accordo con la rivolu-zione perchè ci sono sempre problemi ogni volta. Prima, secondo me, si devono mi-gliorare parecchie cose ancora. Forse quan-

do tutti i problemi si risolveranno potrei essere d’accordo. Ma adesso dico no.Prof.3: la rivoluzione informatica è stata una novità dentro la scuola. È molto utile perchè, fra l’altro, ognuno di noi può sa-pere tutto in ogni momento con un clic. È vero che alcune volte ci sono dei problemi di connessione, ma sono sicura che sia un problema passeggero che si risolverà al più presto.Prof.4: la rivoluzione è una cosa bella, nuova. I tablet sono un passo avanti per la scuola ma a me non piace molto anche per-ché ci sono sempre dei problemi. Fra l’altro perdiamo almeno mezz’ora del tempo che abbiamo a disposizione per espletare tutti i doveri istituzionali. Tutto sommato io non sono d’accordo con la rivoluzione. Ancora non siamo pronti alla rivoluzione almeno secondo me perchè prima si devono risol-vere un sacco di problemi. Forse un gior-no saremo pronti e allora si potrà definire

una cosa utilissima. Anche perché adesso, pur essendo sempre a portata di mano, è sempre comunque poco obbiettivo e non si può fare qualcosa che sia oltre allo schema del registro.Prof.5: sono favorevole con la rivoluzione informatica. Il pc è molto utile, comodo, lo uso sempre. Certo, alcune volte ci sono vari problemi ma si possono risolvere. Sono molto favorevole ai computer. Secondo me serve anche a stimolare di più gli alunni, a creare un rapporto tra alunni e professori; ma alcune volte non va bene perché ci sono delle distrazioni virtuali. Un domani forse sarà meglio di oggi. Almeno cosi spero.Prof.6: è una cosa buona, positiva, veloce e ci alleggerisce da un sacco di lavoro a condizione, però, che venga potenziata la rete e vi sia la possibilità di avere un pc in ogni classe. Il tablet a me non piace perchè è scomodo e ci si litiga per ogni motivo.

LA RIVOLUZIONE INFORMATICA DELLA SCUOLA

CRISTINA AIOSA III B

FINO ALLA VITTORIA!

MICHELE MINARDI III B

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Visto che ormai il mondo virtuale e i social network si impegnano nella distruzione degli adolescenti , guarda guarda cosa si sono inventati: “Ask”, che da quasi un

anno spopola nelle pagine di Facebook. Nasce nel Giugno del 2010, ma qui in Sicilia la vera diffusione è successiva. Questo social network è di tipo “Q&A” o, letteralmente in inglese, “Question& Answer “, una successione di domande e risposte alle quali la persona iscritta deve o dovrebbe rispondere. Il par-ticolare più importante e dal quale si puó comprendere perchè questo social network sia diventato così cliccato ( basti pensare che è tra i 100 siti più popolari in Italia) è proprio la possibilità di fare qualunque domanda ad un account di ask con o senza l’anonimo, a discrezione proprio di colui che vuole fare la do-manda. Perciò potete ben immaginare che da semplici doman-de come “ le 5 persone più importanti della tua vita?” oppure “ che ne pensi di pinco pallino jo?”, i ragazzi si possono SBIZ-ZARRIRE con domande imbarazzanti, rivelazioni clamorose, insinuazioni fastidiose,”curtigghi” e soprattutto offese. Offese di quelle grosse! All’inizio ero un po’ scettico all’idea di creare il mio account personale su ask, ma a causa della curiosità e dei suggerimenti degli amici mi sono ritrovato davanti al computer per accedervi. Per farti domandare qualcosa, basta condividere il profilo di Ask su Facebook e, con la naturale velocità di qua-lunque social network, iniziano le domande, tutte anonime.

1) C’è qualcosa che mangi ogni giorno?(Ma cosa importerà alla gente di cosa mangio?!)1) Pasta!

2) Qual è il piatto migliore che cucini?2) Caffé! È un piatto?

3) qual è il tuo posto preferito per mangiare?( che problemi hanno con il mio cibo? Ma comunque..)3) In pizzeria.

Fin qui nulla di strano. O forse si, visto le assurde domande che mi inviavano. Ma poi…

4) sei bruttissimo!( ma non è una domanda?!)

5)sei proprio stupido!

6) ti ho sempre visto a scuola e mi stai proprio lì!(ancora non una domanda)

7)sei bellissimo

Come vedete le domande o cercavano di scoprire cose imbaraz-zanti, oppure erano stupide o addirittura non erano domande, solo offese e complimenti. Al che mi sono chiesto: “sarò l’unico dei miei amici ad avere ricevuto delle offese?”. Direi proprio di no, anzi mi sento fortunato! Non riuscirete mai ad immaginare quanto la (piccola) società di oggi possa distruggere e sgretolare l’autostima e la sicurezza di molti adolescenti. Premetto che tradurrò tutto per rendere l’articolo più, come dire, fine. Le più frequenti incitavano al suicidio; altre erano offese che riguarda-vano l’aspetto fisico, il comportamento ritenuto troppo “easy” per molte ragazze, l’orientamento sessuale, e altre ancora che se cominciassi a elencare non riuscirei a concludere. Un vero e proprio bullismo virtuale senza faccia. Come se un onda enor-me formata da tante piccole gocce ti travolgesse, senza nem-meno capire chi è che la forma. Queste sono le linee generali di ask: un social network che partendo dai complimenti può anche anche arrivare a schiaffeggiarti, uno schiaffo virtuale che fa male, che ti ferisce. È risaputo che la discriminazione riesce ad atterrire gli altri. Per puro divertimento, per rallegrarti la giornata, prendere in giro è considerata la soluzione migliore. Quando sei un adolescente pensi solo a te stesso, al tuo micro-cosmo che rappresenta la tua vita, con un padre, una madre, un fratello, un professore, i tuoi compagni. Non pensi alle ferite che puoi provocare agli altri, non lo sai. Un adolescente non sa cosa sono le conseguenze di un azione. Non c’è più quella lealtà nei rapporti , quel coraggio di dire le cose in faccia , di sa-pere non grazie all’anonimato bensì grazie all’onestà, che è alla base di qualsiasi rapporto. Purtroppo tutto questo è un grosso fardello che dobbiamo sostenere sempre, in quanto accompa-gna l’utilizzo dei social network. Perché so che non è con un articolo, uno schiocco di dita, che si può risolvere la fame nel mondo, la deforestazione, la discriminazione. Ma almeno è già qualcosa, è informazione. È capire il peso delle proprie azioni. Ma anche senza l’anonimato, ragazzi miei, cosa concludereste? Dopo che vi siete “presi a parole” , dopo che vi siete offesi, qual è il risultato? Soltanto una bacheca piena di inutili insulti.

ASKAMI & OFFENDIMIGASPARE IPPOLITO IV B

ATTUALITÀ E CULTURA ATTUALITÀ E CULTURA11

È presto per attribuire un colpevole all’attacco chimico avvenuto il 21 agosto a Damasco, in Siria, poiché

i complottisti da tastiera, bombardano il web con le loro teorie e le loro ipotesi, dando la colpa agli USA, paesi occidenta-li o pro-occidentali oppure ribelli siriani scontenti del governo di Assad, seguendo un copione già visto innumerevoli volte.Il rapporto dell’Onu afferma che lo stes-so giorno è avvenuto un altro attacco chimico a Ghouta, a pochi chilometri da Damasco, adoperando 350 litri di gas Sa-rin (gas nervino). Ma la faccenda è molto più complicata di quanto sembri, poiché, in primis, i video degli USA che circola-no in rete, al fine di mostrare le atrocità dell’attacco, sono «costruiti in modo ar-tificiale e manipolati». Molte famiglie siriane di Lattakiah han-no affermato che alcuni dei bambini mostrati nei video erano i loro figli rapiti dai ribelli. Queste famiglie sono quelle

sopravvissute a un attacco dei qaedisti di al-Nusra il 4 agosto 2013, che dopo aver attaccato undici villaggi a Lattakiah, hanno preso in ostaggio più di 150 per-sone tra donne e bambini. Alcuni di que-gli ostaggi, secondo queste famiglie, sono appunto stati visti tra le vittime dei video dell’attacco a Ghouta.Inoltre secondo le testimonianze locali, l’attacco chimico è stato effettuato alle 2.30 del mattino nell’est di Ghouta, tra Zaynia e Ein Tarma, una zona dove se-condo testimoni non viveva quasi più nessuno a causa della guerra civile in cor-so.«La prima cosa che colpisce dei filmati – si legge nel rapporto – è il gran numero di bambini che sembrano dormire, che vengono da nessun luogo, senza famiglie o persi dai genitori e che non sono mai stati identificati». Nei video, inoltre, ci sono molti bambini abbracciati dal padre che piange la loro morte. «Ma dov’era

lui?», si domanda l’Isteam nel rapporto. «Dov’è la loro madre? Perché sono morti solo loro e non i loro genitori? Il gas può distinguere bambini e genitori?».Per ora è certo che l’85% dei campioni di sangue prelevati fra le vittime (diverse migliaia) sono risultati positivi al sarin. Prelievi di tessuti da 34 dei 36 persone ricoverate hanno mostrato tracce di ve-leno. Quasi tutti sono risultati positivi al sarin. Gli ispettori hanno anche esamina-to i resti dei missili superficie-superficie, che hanno colpito l’area, e nella maggior parte dei frammenti è stata trovata trac-cia di sarin. Per questo, concludono che sono state raccolte prove convincenti che questi razzi superficie-superficie conte-nenti gas nervino sono stati usate nelle aree di Ein Tarma, Moadamyah e Zal-maika a Ghouta». Ma passando ad un altro fronte: Obama chiede al mondo di non restare in silenzio davanti all’u-so dei gas tossici in Siria; in una confe-renza stampa tenutasi a Stoccolma con il premier svedese Fredrik Reinfeld, af-fermando: “Noi siamo per la difesa dei diritti umani fondamentali. Abbiamo un’elevata certezza che il regime siriano abbia fatto ricorso alle armi chimiche”. L’ONU si trova spaccato: da una parte c’è chi vuole intervenire militarmente in Siria, punendo il presunto colpevole Assad, ‘capeggiato’ dagli USA, e dal lato opposto chi non vuole intervenire, come la Russia che accusa i politici americani di mentire nel dibattito sulla Siria, ma non si limita a dissentire, bensì è pronto a schierare le proprie navi per essa. For-tunatamente entrambi gli schieramenti hanno concordato un trattato di fissare una conferenza sulla pace (metà novem-bre) che vede come primo oggetto lo smantellamento di armi, testate missili-stiche e bombe chimiche in Siria.

LA GUERRA NON CAMBIA MAI, NEANCHE IN SIRIA!

MANFREDI LAGUARDIA IV P

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CARLO MODICA V E &GIORGIO ALESSANDRO IV A

CARLO MODICA V E &GIORGIO ALESSANDRO IV A

“An Awesome Wave” è l’unico album pubblicato dagli Alt-j fin ora, ma, in barba all’esse-re un gruppo emergente, il quartetto di Leeds ha già suonato in palchi come quello del Glastonbury Festival, del T in the park, del Reading & Leeds festival in inghilterra; del

Lolapalooza e del Coachella negli Stati Uniti. Ma a che genere appartiene ”An Awesome Wave”? Se si cerca su Wikipedia, vengono definiti come �indie rock, alternative rock, art rock, folk rock, musica sperimentale�, ma ci sembra che tra questi aggettivi, solo “sperimentale” si possa ritenere adatto. Poi c’è chi li descrive con il termine “�geek rock”,� ma più che alla loro musica sembra un termine riferito al loro look. Ma lasciateci presentare questi magnifici quattro: Gwil Sainsbury (chitarra/basso), Joe Newman (chitarra/voce), Gus Unger-Hamilton (tastiere/sintetizzatore) e Thom Green (batteria), si incontrano a Leeds nel 2007, mentre studiano all’università. Nei dormitori si sviluppa il grup-po, che ne 2011 firmerà un contratto con la In-fectious Records. L’anno dopo sono già vincitori del British Mercury Prize, e la BBC elegge An Awesome Wave album dell’anno.Un album finemente architettato, con tanto di traccia intro e vari interludi, i cui collegamenti tra unacanzone e l’altra sono talmente smussati che fan-no di An Awesome Wave uno di quei album che si ascoltano dal primo all’ultimo pezzo, come se fosse tutto un unica traccia; allo stesso tem-po ogni canzone è una storia diversa, un piccolo micro-universo in cui nasce, cresce e muore una vicenda indipendente, che sfuma poi nella can-zone successiva. Le soluzioni musicali vanno da cori a cappella, ai bassi di un sintetizzatore usato a regola d’arte, ad un batteria priva di piatti ma con bonghi e campanacci, a vibranti arpeggi di chitar-ra, alla pianola elettrica, per poi ritornare dal synth alla batteria.Ogni brano è un alternarsi di pause e riprese, di momenti di calma che poi esplodono in enormi fuochid’artificio musicali , di atmosfere sognanti ed eteree, come sospese nel tempo, e di sonorità elettroniche potentissime, quasi Dubstep.Perdonateci l’esagerazione poetica e lasciatecelo dire: An Awesome Wave è esattamente quel tipo di album che ascolteresti davanti al mare in tempesta, quel tipo d’album che ti porta lì anche se sei chiusoin una stanza. Particolarissimi anche i testi, al limite tra il non-sense e il misterioso, difficili dunqueda “decifrare” anche se è sicuro che il tema principale sia sempre quello, l’amore. Amore che nonè mai trattato con banalità ma evocato con immagini insolite ma straordinariamente suggestive: in-somma non stiamo parlando delle solite canzoni dove “amore” fa rima con “fiore” e con “cuore”.Inoltre i quattro di Leeds inseriscono nel loro piccolo capolavoro anche citazioni cinematografiche come “Matilda”, la canzone ispirata all’ eccentrica ragazzina del film di Luc Besson di cui vi abbiamo parlato, e compongono il brano (questo però non inserito nell’album) “ Leon “ chiaramente riferito al protagonista. Insomma un esordio d’oro, possiamo dire impeccabile.Adesso ci resta solamente da sperare che esca un altro album, e che sia all’altezza del primo.

ALT-JAN AWESOME WAVE

LEON

Se siete degli appassionati del puro film d’azione in stile americano questo film non fa per voi.Nella Little Italy newyorkese degli anni ‘90 , tra affari di droga e sparatorie , si incrociano le strade di due personaggi atipici, profondamente simili, ma allo stesso tempo diametralmente

opposti: Leon e Matilda.Leon è un immigrato italo-americano dal passato burrascoso che conduce un’esistenza estremamen-te solitaria senza mai legarsi a niente e a nessuno, non soltanto perchè non vuole ma soprattutto perchè non può. È un sicario di Tony, il principale boss del quartiere italiano , uno scorcio di città denso di misteri, accordi segreti e vecchi rancori. Mentre la sua vita scorre lenta, portando fedel-mente a termine le missioni affidategli dal capo e compensando la mancanza di affetti prendendosi

cura della sua amata pianta, incontra Mathilda, la ra-gazzina della porta accanto dall’animo ribelle, repres-sa dal padre troppo violento, ignorata dalla matrigna e dalla sorellastra ma molto legata al piccolo fratello. Mathilda è una piccola donna alla ricerca di affetto e sicurezza, di una persona su cui poter contare che la faccia sentire protetta e a casa; ma come trovare una figura del genere in quella famiglia così tanto ostile e a lei quasi estranea? Ecco, sarà proprio a questo punto che la nostra protagonista si imbatterà nel suo vicino dal cuore apparentemente di pietra, il sicario Leon. Da questo momento la vita dei due non sarà più la stessa, si renderanno conto di essere indispen-sabili l’uno per l’altra, complementari; ognuno darà all’altro quello che questo non aveva mai avuto.Un film che fa tenere gli occhi incollati allo schermo, che fa comprendere quanto siano realmente impor-tanti i legami nella vita di qualsiasi essere umano.

Una storia toccante, originale, affascinante, un continuo susseguirsi di situazioni, forse a volte un po’ surreali, ma che mettono a nudo i meccanismi interni di due menti estremamente complesse. Sfidiamo chiunque a non immedesimarsi un po’ in Leon e Mathilda (come farà Jon Newman, frontman degli Alt-j), descritti attraverso inquadrature intelligenti, dialoghi sull’orlo del provoca-torio e enfatizzati da una colonna musicale perfettamente assonante alle riprese. Se volete quindi realmente scoprire come si sono incontrati i due personaggi e come finisce questa storia, vi consi-gliamo vivamente di vedere Leòn, perchè chissà, potreste imparare qualcosa anche voi.

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SCIENZA E TECNOLOGIA SCIENZA E TECNOLOGIA14 15

Una delle novità introdotte quest’anno nelle scuole italiane è l’utilizzo dei registri elettroni-ci e l’abbandono (parziale) del cartaceo. Quasi

due anni fa, infatti, il Ministero dell’Istruzione, dell’U-niversità e della Ricerca (MIUR) ha promulgato del-le normative al fine di informatizzare l’intero sistema scolastico. La prima, emanata il 3 ottobre 2012, pre-vede la dematerializzazione delle attività delle segrete-rie scolastiche con l’introduzione di iscrizioni on-line, pagelle e invio delle comunicazioni ad alunni e genitori in formato elettronico. Lo scorso anno scolastico ha rappresentato un periodo di transizione durante il quale abbiamo visto sia i tradizionali regi-stri di carta, sia i bidelli che passavano e segnavano assenze ed entrate a se-conda ora nel computer. Da quest’anno i registri di classe han-no meno pagine e quelli personali dei do-centi sono sostituiti dai tablet. Dal punto di vista ecologico il risparmio è evidente, ma il loro acquisto comporta chiaramente una spesa maggiore rispetto a quella dei tradizionali registri. Il collegamento ad internet, però, attualmente funziona in determinate aule e non copre tutta la scuola. Non si sa quando il problema sarà risolto, probabilmente il segnale wi-fi verrà potenziato.Il decreto sulla digitalizzazione, dunque, permette alla scuola italiana di modificare se stessa a favore delle nuo-ve tecnologie, ma tutto ciò ha dei lati negativi? La ri-sposta, purtroppo, è affermativa: ciò che il MIUR non ha considerato sono le direttive delle istituzioni inter-nazionali. Il 23 maggio 2011 l’Unione Europea invita i paesi ade-renti a limitare il più possibile l’utilizzo del wi-fi e dei telefonini nelle scuole. Questa scelta è di tipo precau-zionale: dal momento che dei test in laboratorio dimo-strano che le loro radiazioni provocano gravi compli-cazioni cerebrali sulle cavie animali, non sapendo se

ciò possa valere anche sull’uomo, è preferibile evitare o quantomeno limitarne l’uso. Soltanto otto giorni dopo questa proposta l’Organizzazione Mondiale della Sani-tà dichiara che telefonini e wi-fi potrebbero provocare tumori al sistema nervoso. Nonostante questi alarmi, il governo italiano ha pensato bene di ignorarli del tutto e procedere in nome della tecnologia e del progresso.L’insieme delle onde elettromagnetiche prende il nome di elettrosmog: si tratta di una vera forma di inqui-namento della quale non si conoscono a fondo i pe-ricoli. E’ noto che le radiazioni di apparecchi mobili

vengono assorbite a sufficienza dalla corteccia cerebrale solo quando

si raggiunge la maggiore età. Il problema sta nel fatto che mentre in una

telefonata le radiazioni giungono solo dalla parte dell’o-recchio con cui ascoltiamo, con

l’elettrosmog siamo continuamen-te bombardati da qualsiasi parte poiché

i semplici muri non costituiscono degli isolanti. E’ chiaro che una classe dove sono presenti sia le radiazioni dei numerosi tele-fonini (che dovrebbero essere tenuti spenti),

sia il potente segnale wi-fi, diventa un forno a microonde. In questo quadro bisogna essere rigorosa-mente cauti poiché sono sconosciuti i rischi derivanti da un’esposizione a lungo termine alle onde elettroma-gnetiche.La presenza del wi-fi a scuola, dunque, rappresenta una possibile minaccia alla nostra salute. Come agire per evitare ciò? Purtroppo non si può fare qualcosa di concreto per questo specifico problema in mancanza di rischi. L’unica cosa che possiamo (e che dobbiamo) fare noi studenti è spegnere i telefonini durante le lezioni, sia per il divieto categorico vigente di tenerli accesi, sia per la nostra salute.

DAVIDE ANGELINI III C

WI-FI NELLE SCUOLEPROGRESSO O PERICOLO?

MANFREDI ALBERTO MONTI III C

COLONIZZARE MARTE

Colonizzare Marte … potrebbe sembrare un film di fantascienza: ebbene, potrebbe essere il nostro prossimo futuro. Inviare degli esseri umani per

colonizzare il Pianeta Rosso: si tratta di “Mars One’’. Il progetto, proposto e guidato da due ricercatori olande-si, Bas Lansdorp e Arno Wielders, consiste nell’ inviare, dopo alcuni passaggi intermedi, esseri umani sul pianeta per avviare una colonia permanente nel 2023. Prima di inviare i coloni bisognerà riprodurre su Marte le condi-zioni necessarie alla vita dell’uomo. Gli scienziati hanno studiato diverse tecniche per la ‘’terraformazione’’ di Marte, a seguito del quale il pianeta rosso potrebbe essere reso abitabile e sostenere la vita umana senza la necessità di tute protettive. Forse il metodo più semplice sarebbe iniettare del gas metano (o un altro gas serra) nella sua atmosfera, che di conseguenza potrebbe essere in grado di intrappolare la luce del Sole, e innalzare la tempera-tura sopra il punto di fusione del ghiaccio in modo da formare nuovamente oceani e laghi. Però ‘’terraformare’’ completamente Marte è un lunghissimo processo che rag-giungerà la sua completezza soltanto tra la fine di questo secolo e l’inizio del prossimo. Mars One quindi prevede di mandare in avanscoperta una serie di moduli, con automi che cominceranno a filtrare l’acqua di Marte per produr-re ossigeno, e con rifornimenti di ogni genere, inclusi i pannelli solari per l’energia necessaria per l’insediamento. A loro volta, essi serviranno da “campo base” e faranno da casa e laboratorio per i pionieri, che prima di parti-re saranno sottoposti a lungi e rigidi allenamenti fisici e psicologici. Nel settembre del 2022 partiranno i primi quattro, che impiegheranno circa sette mesi per raggiun-

gere Marte. Saranno seguiti da altre squadre di quattro a intervalli di due anni, con l’aggiunta di altre spedizioni dei moduli con il materiale necessario, supponendo dunque, entro il 2033, di avere venti persone che vivono e lavora-no su Marte. Alla fine ognuno dei ‘’colonizzatori’’ sarà di fatto ingegnere, meccanico, agricoltore, medico... sarà in grado di riparare un guasto ai moduli o agli impianti di produzione di acqua e ossigeno, saprà coltivare alimenti, potrà curare gli altri ed effettuare operazioni chirurgiche. Ci saranno dei rischi? E’ ovvio: potrebbero esserci ritardi e guasti nella preparazione sia delle navette spaziali che de-gli astronauti, i quali una volta fuori l’atmosfera terrestre saranno esposti al rischio di essere contaminati da forti radiazioni. Ma Lansdorp e Wielders non hanno dubbi: «Andremo su Marte e costruiremo una nuova Terra». Ora sorge spontanea la domanda: chi accetterà mai di partire per un viaggio di sola andata, pieno di rischi, verso il Pia-neta Rosso? Ebbene, sono già 200 mila i volontari pronti a partire per Marte e non fare mai ritorno sulla Terra, e tra questi ci sono anche diversi italiani. Per far fronte agli stratosferici costi, è stato proposto un sistema di finanzia-mento apparentemente assurdo ma che potrebbe funzio-nare. I miliardi di dollari necessari (ne servono 6 solo per la prima missione) verranno sia dagli sponsor, ansiosi di essere parte del più grande progetto esplorativo della sto-ria umana, ma anche dai media dei vari Paesi, desiderosi di avere l’esclusiva di ogni avvenimento e dare così vita a una specie di eccezionale reality show. Sembra proprio che l’intera umanità sia destinata ad oltrepassare le frontiere della Terra e a colonizzare gli altri pianeti, e in un futuro remoto magari l’intero universo.

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RECENSIONI16

Profumo d’oriente e lacrime di solitudine... le emozioni si susseguono tra le parole, si perdono fra le pagine. È la guerra afghana, nel secolo

delle bombe e delle finestre chiuse, dove nascere bambina può diventare una colpa. È la storia di due donne, decise ad andare oltre la loro esistenza. Miriam, piccola figlia illegittima tradita nell’affetto dal padre e costretta ad una vita sgradevole ed umiliante; Laila, studentessa modello, figlia di inse-gnanti, dalla cultura europea e i vestiti alla moda. Due ragazze, giovani e belle, costrette a pagare la colpa di essere cresciute nel momento sbagliato. E tra i baci di un tenero amore e la speranza del figlio desiderato, il dolore della guerra non risparmia nessuno. La vita sfugge e la felicità svanisce. De-siderose di riscattare la propria dignità, convivono la stessa casa e lo stesso ruolo invidiose delle attenzioni dell’uomo che le possiede. E tra i dispetti e le gelosie reciproche, nasce un amore sincero e incondizionato. Quando la sorte vince le origini, quando il proprio destino si intreccia indissolubil-mente a quello degli altri, non c’è modo di resistergli. Ed è così che da rivali e contendenti di un affetto meschino, Miriam e Laila si ritrovano sorelle di vita e di morte.

« Non si possono contare le lune che brillano sui suoi tetti, né i mille splendidi soli che si nascondono dietro i suoi muri. »

Probabilmente la maggior parte dell’amore che ci circonda è invisibile: è questo che ci spiega, o di cui ci rassicura, Eric-Emmanuel Schmitt

nel suo nuovo libro di racconti, pubblicato per la prima volta in Italia qualche mese fa. Il titolo originale è “Le deux messieurs de Bruxelles”, e si compone di cinque piacevolissimi racconti: due omosessuali che gioca-no a vivere la vita di altri; un uomo con un rapporto misterioso e ossessi-vo con il proprio cane; un musicista che sembra innamorato, più che di sua moglie, dell’ex marito di questa; una mamma che comprende, solo alla fine, l’affetto che prova per il figlio; una coppia di anziani che trova qualcosa nello sguardo di una ragazza.Il protagonista ovviamente è l’amore: però quello “strano”, di cui non si parla, che è dietro di noi ma non si mostra. Insomma, quello che ci sor-regge in silenzio: <<L’architettura segreta che sottintende all’architettura palese delle nostre vite, la pietra strategica e nascosta che tiene in piedi l’arco, la trave invisibile che sostiene il tetto>>. In questo libro il senti-mento, che ci viene presentato e ripresentato ogni giorno nelle sue mille facce (spesso quelle più scontate), assume un nuovo significato, un nuo-vo carattere; sembra ovattato e coperto da un velo, e la sua forza consiste nel sapere trovare una “seconda strada”, una scorciatoia per arrivare al momento e nel luogo in cui rifiutiamo la sua esistenza…e sorprenderci.I personaggi ci avvolgono con la loro romantica ingenuità e con la loro capacità di costruirsi vite e storie surreali e intense.La scrittura è elegantemente accessibile e soprattutto scorrevole. Non è il miglior libro di questo particolarissimo autore francese, ma riesce a non deludere grazie al fascino che sembra intrinsecamente impresso in ogni frase di Schmitt.

FEDERICA RESTIVO V R

ALICE CALANDRA IV H

RECENSIONI 17

Il nuovo film di Ron Howard, regista già famoso per diverse pelli-cole tra cui emerge “A Beautiful Mind”(per il quale ha anche vin-to il premio oscar come miglior regista), è “Rush”, che racconta

la vera storia dei piloti Niki Lauda e James Hunt, interpretati rispetti-vamente da Daniel Bruhl e Chris Hemsworth (attore già conosciuto per aver interpretato Thor nel fortunato film “The Avengers”). Sin dal primo istante questo film ti cattura come un ragno cattura una mosca. La storia, attraverso l’uso di voci fuori campo o voci pensiero, ci viene narrata a turno dai due piloti che ci fanno vedere il mondo attraverso i loro diversi punti di vista: pratico e piatto per Lauda e, invece, selvaggio e pieno di sfide per Hunt. Questo capolavoro cine-matografico attraverso originali riprese in movimento e ottimi effetti sonori ci riempie di adrenalina sin dalla prima corsa , senza mai però farla prevalere, in modo che si possa comprendere ogni sfumatura di significato espresso sia dalle azioni e dalle parole dei protagonisti sia, soprattutto, dal regista, che con un minimo spostamento della cinepresa ci mostra un nuovo mondo. La drammaticità della vicenda trapela durante il film e rimane come a fior di pelle anche nelle scene più calme. Chris Hemsworth, che finora, nei suoi precedenti ruoli, aveva molto deluso ed era sembrato essere un attore piuttosto medio-cre, in questo film si riscatta regalando agli spettatori una prestazione monumentale; lo stesso si può dire dell’attore tedesco Daniel Bruhl che ritorna alla ribalta in questo film mostrando una bravura ecce-zionale, come aveva già mostrato nel film “Good Bye Lenin”. Nessu-no potrebbe vedere questo film senza rimanerne estasiato o, quanto meno, scosso; ogni scena riempie, infatti, gli spettatori di energia e

tensione, rendendo incapaci di pensare, dire o anche fare qualsiasi cosa diversa da un elogio al film e un inchino ammirato alla storia su cui si basa, che forse in certi momenti è triste, ma che è capace di far sognare anche la parte più cinica del nostro essere. Da sottolineare anche l’interpretazione dell’attore italiano Pierfrancesco Favino, come sempre all’altezza delle aspettative.

EMANUELE CALY II G

RUSHADRENALINA SU QUATTRO RUOTE

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PENSIERI E PAROLE18

02-13-1776Valley Forge

Dear Susanne,I am happy to finally say my term is almost over. They have been 34 weeks here in Valley Forge, but I never stopped thinking about you. Every day spent here is a pain: sickness all over around me, day after day I stood by several men dying. I am not really sure what exactly was wrong with them, but last week I must have eaten something gone bad, because I can not stop vomiting since then. I never got the chance to tell you how good of a cook you are but, dear, I would do anything for your special made pudding right now. My eyes are almost spoiled with continual smoke, but do not worry, the most precious images of you and our son William are already permanently stuck in my mind. I wish my new, young friend Simon could have amazing memories like I do, to cheer him up and remind him what we all are here for. But how could he at such a young age? You know, darling, I got close to him and now I am really worry he will not make it to tomorrow. Thousands of Americans are dying, and others are coming to face the same faith. Only a few survive reaching the end of the term or, more often, running away from the camp. The war against the British is hard, but even harder is the one against hunger and cold. Here, in this wet, cold, dark camp, I feel abandoned and the more time I spend here, the clearer is that the Congress gave up on us. They do not realize the life we are forced to in here, and they do not even seem to care, but I still have hope in our loved President and, even if I know you never really liked him, you should believe in him too. A couple times I actually faced death on that evil battle field, and every time I heard some of the words my grandfather used to tell me “in the darkest period, of each era the humanity faces, a revolution is needed, to let the sun shines again – then something used to change in him, making him look like he was able to fly, and he always continued – it does not matter how hard it is to realize, because life is not worth to be lived without freedom”. Those words always give me the straight I need and make me desire freedom even harder, even if being free means dying free. Freedom is what our country deserves and I am proud I am having the honor to fight for it, and getting the chance to be the one who participated in guaranteeing it to both our children. As already said, my term is going to be over in two weeks and, if I will make it to that day, helped by the love I have for you, I need you to understand that every single one of us could make the difference. And, since my family is the thing I love the most, I decided to stay. I am doing it for you, for our big boy, William, and for Elisabeth, our baby, whose eyes I never got to see, but I still dream of every night. I promise everything is going to be alright: I will win our freedom.

I love you.See you in Heaven, my angel.Sincerely yours, John.

Caro Susanne , Sono felice di dire finalmente che il mio termine è quasi finito . Sono passate 34 settimane qua a Valley Forge , ma non ho mai smesso di pensarti. Ogni giorno passato qui è doloroso: malattia ovunque intorno a me , giorno dopo giorno vedo molti uomini morire. Non sono certo di quale fosse il loro problema , ma la settimana scorsa devo aver mangiato qualcosa di andato a male , perché non riesco a smettere di vomitare da allora . Non ho mai avuto l’occasione di dirti che gran cuoca tu sia ma , cara , farei di tutto per il tuo pudding speciale ades-so. I miei occhi sono quasi rovinati dal continuo fumo , ma non preoccuparti , le più preziose immagini di te e nostro figlio William sono già permanentemente impresse nella mia mente . Vorrei che il mio nuovo , giovane amico Simon potesse avere ricordi incredibili come i miei, per rincuorarlo e ricordargli il motivo per cui tutti noi siamo qui. Ma come avrebbe potuto in così giovane età ? Sai , cara, mi sono avvicinato a lui e ora mi ho davvero paura che non arriverà a domani. Migliaia di americani stanno morendo e altri stanno per incontrare lo stesso destino . Solo pochi sopravvivono raggiungendo la fine del termine o , più spesso, fuggendo dal campo . La guerra contro gli inglesi è difficile, ma ancora più difficile è quella contro la fame e il freddo . Qui, in questo umido , freddo , campo scuro , mi sento abbandonato e più passa il tempo , più mi rendo conto che il Congresso ha rinunciato a noi. Non si rendono conto della vita alla quale siamo costretti qui , e neppure sembrano curarsene , ma ho ancora speranza nel nostro amato Presidente e , anche se so che non ti è mai veramente piaciuto , dovresti credere in lui anche tu. Un paio di volte mi sono effettivamente avvicinato la morte sul quel malvagio campo di battaglia e ogni volta ho sentito alcune delle

parole che mio nonno mi diceva “nel periodo più buio , di ogni epoca di svolta dell’umanità, è necessaria una rivoluzione , per lasciare che il sole brilla ancora – a quel punto qualcosa in lui cambiava , facendolo sentire come se fosse in grado di volare , e continuava - non importa quanto sia difficile da realizzare, perché la vita non vale la pena di essere vissuta senza libertà “ . Quelle parole mi danno sempre forza di cui ho bisogno e mi fanno desiderare la libertà ancora di più, anche se essere liberi significa morire liberi. La libertà è ciò che il nostro paese merita e sono orgoglioso di avere l’onore di lottare per essa , e di avere la possibilità di essere colui che partecipa nel garantirla ad entrambi i nostri figli . Come già detto , il mio mandato finirà tra due settimane e , se arriverò a quel giorno perché aiutato dall’amore che nutro per te , ho bisogno che tu comprenda che ognuno di noi potrebbe fare la differenza . E , dato che la mia famiglia è la cosa che amo di più , ho deciso di rimanere . Lo sto facendo per te , per il nostro ometto , William , e per Elisabeth , la nostra bambina, i cui occhi non ho mai avuto modo di vedere , ma che sogno comunque ogni notte . Prometto che andrà tutto bene: vincerò la nostra libertà.

Ti amo.Ci vediamo in cielo, angelo mio.Sinceramente tuo, John.

DI:SILVANA BENANTI V B

PoesieChe pace, Agata,ora c’ è silenzio ora è la fineora c’ è amore.

E l’ estate È vicina proprioSul verde Ma la musica È lenta è calmaAgata

Sta finendo-è finito il tempo-Addio.Agata.Creola.

Ma tutto continuaD’ adagio anche i giorni,anche le ginestre nei cimiteri verdi.

E intanto il vento soffia.Forte. Le farfalle scappano.I grani si spezzano.

Picchettia il pianofortePicchettia la ninfea.(Felice rimanersi EuridicePlacida con le iridi del cieloE io t’ amo t’ amoCome l’ ape il glicine)

Coraggio. È il male.È fine a sè stesso

I.Questo freddo non èancora maturoe tu hai messo in musicail tempo.Io mi affaccioal buco e vedo ilfuoco.È il vuoto che cresceÈ la calma placida che cresce.Senti come scalpitaIl cuore del giusto.Io né ho cuoreNé morale.E intanto peròScalpita veloce

Comeun cavallino Persianoal trotto.È una bella stanzaÈ sottilebatte la gocciasul lieve (la marea)tempio dell’ ariaimmota.Qui intorno è tutto calmoFinalmente.

II.Ma questo èamore?Mi fanno malegli occhie sono viola.Che sarà domani?Che sarà domani?C’è stato un morto,un fiore e una campana.E tutti corronoin questa strage veloce:in questa distrazione.E mangiano la terra.E poi cadono.

PENSIERI E PAROLE

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EMANUELE MILAZZO III C

Page 11: Obbettivamente n°1

REDAZIONE:

Caporedattore:Alice Calandra IV H

Impaginazione e Grafica:Antonino Faraone V EGloria Varrica V R

Docente Referente:Prof.ssa Elena Santomarco

Hanno collaborato:Federica Restivo V RSilvana Benanti V BCarlo Modica V ECristina Aiosa III BMichele Minardi III BGaspare Ippolito IV BManfredi Laguardia IV PGiorgio Alessandro IV AEmanuele Milazzo III CManfredi Alberto Monti III CDavide Angelini III CEmanuele Caly II G

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FOTO DI: ALESSANDRO DI PIAZZA