Wimbledon: l’erba che fa la differenza - … crescere di anno in anno e per il 2016 erano arrivati...

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GLI ALTRI CONTENUTI Prima pagina: Erba... scozzese Pag.3 - I numeri della settimana Pag.14 - Il tennis in TV Pag.16 Circuito Fit-Tpra: vacanze romane? Sì, ma con lo stage Pag.19 - La regola del gioco: non solo warning, occhio alle multe Pag.25 La terza dimensione della racchetta Perché la rivoluzione degli attrezzi moderni sta nella sezione del telaio Pag.21 Anno XII - n.25 - 29 giugno 2016 Wimbledon: l’erba che fa la differenza Veronesi: “Vi dico chi è il Federer degli scrittori” Buon under da giovane, il grande autore italiano parla di tennis e di letteratura Pag.10 Nicolas Mahut, l’ultimo degli erbivori Storia del francese, n.2 nel doppio, che ha lasciato il segno solo sui prati Pag.6 Lisa Pigato, una stellina che va in terza media La figlia più piccola dell’ex-pro Ugo Pigato già finalista in un torneo Eta under 16 Pag.17 Libera la mente dal risultato finale Impara il giusto approccio mentale prima, durante e dopo il match Pag.20 Helen Wills Moody Perfetta per Wimbledon La donna da copertina che vinse otto volte i Championships negli Anni Trenta Pag.8 Così i più forti lavorano sui dettagli per vincere Pag.4

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GLI ALTRI CONTENUTIPrima pagina: Erba... scozzese Pag.3 - I numeri

della settimana Pag.14 - Il tennis in TV Pag.16

Circuito Fit-Tpra: vacanze romane? Sì, ma con lo

stage Pag.19 - La regola del gioco: non solo warning,

occhio alle multe Pag.25

La terza dimensionedella racchettaPerché la rivoluzione degli attrezzi moderni sta nella sezione del telaio

Pag.21

Anno XII - n.25 - 29 giugno 2016

Wimbledon: l’erba che fa la differenza

Veronesi: “Vi dico chi èil Federer degli scrittori”Buon under da giovane, il grande autoreitaliano parla di tennis e di letteratura

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Nicolas Mahut,l’ultimo degli erbivoriStoria del francese, n.2 nel doppio,che ha lasciato il segno solo sui prati

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Lisa Pigato, una stellinache va in terza mediaLa figlia più piccola dell’ex-pro Ugo Pigato già finalista in un torneo Eta under 16

Pag.17

Libera la mentedal risultato finaleImpara il giusto approccio mentale prima, durante e dopo il match

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Helen Wills MoodyPerfetta per WimbledonLa donna da copertina che vinse otto volte i Championships negli Anni Trenta

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Così i piùforti lavorano

sui dettagliper vincere

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prima pagina

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Erba... scozzese

dI ENzO ANdERLONI - FOTO GETTy IMAGEs

È una strana coincidenza che la scioccante (o sciocca? Lo dirà la storia) decisione della (ri-sicata) maggioranza dei citta-

dini britannici di uscire dall’Unione Europea arrivi proprio alla vigilia di Wimbledon, il torneo simbolo del no-stro sport, grande patrimonio ingle-se. Primo risultato: svalutazione del montepremi. Gli organizzatori dei Championships hanno sempre tenu-to molto al fatto che oltre a essere il più ricco di tradizione il loro evento fosse anche il più ricco. Punto. Lo fanno crescere di anno in anno e per il 2016 erano arrivati alla ragguarde-vole cifra complessiva di 28,1 milio-ni di sterline, il 5% in più rispetto al 2015. Per il vincitore è pronto un assegno di 2 milioni di sterline ton-di. Peccato che dopo il voto “brexit”

la sterlina abbia perso circa l’8%, offrendo a chi ragiona in dollari o euro premi più bassi rispetto allo scorso anno.A meno che vinca lui, Andy Mur-ray l’ultimo grande eroe del tennis d’Oltremanica, capace di riconquistare titoli che sot-to l’Union Jack non si vedevano dagli Anni ‘30: proprio i Cham-pionships e la Coppa Davis. Ol-

tre a un oro olimpico. Peccato che Murray, orgoglioso di essere scoz-zese e mai timoroso di dire ciò che pensa, a suo tempo si fosse espres-so chiaramente per l’indipendenza della sua terra dal Regno Unito. Una Scozia che giovedì 23 giugno ha votato a larghissima maggio-ranza per rimanere in Europa e ora parla di tornare alle urne per stac-carsi effettivamente dalla Regina e ridiventare subito dopo europea. Ulteriore beffarda contraddizione verrebbe dal fatto che la prima edi-zione della Laver Cup, nuova sfida tennistica a squadre che dal 2017 opporrebbe l’Europa al Resto del Mondo, sulla falsariga della Ryder Cup di golf, vedrebbe Murray... extracomunitario. Andy non sarà troppo contento della nuova con-dizione. Cara vecchia Inghilterra, che doppio fallo!

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circuito mondiale

Quel filo (d’erba)di differenzaSulle panchine dei favoriti ci sono sempre più grandi ex: McEnroe consiglia Raonic, Lendl torna con Murray, Wawrinka ingaggia Krajicek. Tutti hanno un altro coach, ma vogliono lavorare sui dettagli. Gli ex-campioni servono?

dI ENzO ANdERLONI - FOTO GETTy IMAGEs

Grandi nomi per piccoli detta-gli che fanno grandi differen-ze. Questa potrebbe essere in sintesi la spiegazione del ve-

ro e proprio boom del fenomeno degli ex-campioni sulla panchina dei grandi protagonisti del circuito, culminato alla vigilia di Wimbledon con l’ingag-gio di John McEnroe da parte del team Raonic (che già aveva coinvolto Carlos Moya), il ritorno di Ivan Lendl a capo della squadra di Andy Murray e l’ap-parizione di Richard Krajicek nell’an-golo di Stan Wawrinka. Si aggiungono al consolidato sodalizio tra Novak Djokovic e Boris Becker, alla collabora-zione cominciata a fine 2015 tra Roger Federer e Ivan Ljubicic, al lavoro che Michael Chang sta facendo da un paio di stagioni con Kei Nishikori.

Opportunità straordinariaÈ una moda o servono davvero que-sti supercoach? A quanto pare nella maggior parte dei casi sì. È quello che sostiene anche Riccardo Piatti, da due stagioni allenatore di Milos Raonic che adesso, come dicevamo, si trova in squadra (oltre al preparatore fisico Da-libor Sirola e al fisioterapeista Claudio Zimaglia) ben due ex n.1 del mondo.“Per me è il massimo - spiega Piatti - anche perché io seguo Milos 30 setti-mane all’anno e mi occupo di tutta la preparazione. Nel periodo restante c’è Carlos. Ora che Raonic si sta avvicinan-do alla vetta bisogna lavorare su det-tagli sempre più fini del gioco e della strategia della partita. E il confronto con un personaggio come John McEn-roe è un’opportunità straordinaria. È sempre super appassionato di tennis, gioca ancora, guarda tutte le partite oltre a commentarle per la tv. E ha un carisma eccezionale. La differenza che

i personaggi come lui - continua Piatti - fanno nei confronti dei giocatori come Raonic è la possibilità di far prendere loro coscienza più velocemente delle modifiche che devono apportare al lo-ro gioco per crescere ancora. Io e McEn-roe parliamo molto, Condividiamo le analisi e siamo in grado di arrivare a far capire certe cose al giocatore più fa-cilmente. Adesso stiamo lavorando sul fatto che Milos colleghi sempre meglio le situazioni di punteggio al modo in cui impostare la giocata, la scelta giu-sta da fare. Per uno come lui ci sono momenti in cui è giusto cercare l’ace e altri, per esempio, in cui è meglio sce-gliere di fare serve & volley giocando un servizio ‘in pancia” all’avversario”.

Analisi tattico-statisticaÈ l’ultimo grido dell’analisi tattico-statistica, ben illustrato in un recente articolo di Craig O’Shannessy, lo sta-tistico di strategia dell’Atp, apparso sul sito dell’Associazione dei Tennisti Professionisti. O’Shannessy ha analiz-zato tutte le situazioni di punteggio delle partite dei primi 10 giocatori del mondo negli ultimi 18 mesi. Chiaren-do innanzitutto che se per vincere un game possono bastare 4 punti, sono ben 18 le situazioni di punteggio che si possono verificare. A ciascuna di queste ha associato un parametro di rischio espresso da un numero che è la differenza tra le probabilità che il giocatore avrà di vincere il game se si

John McEnroe sull’erba, in campo conMilos Raonic (sullo sfondo): la sua esperienza

può aiutare l’evoluzione offensiva del canadese

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circuito mondiale

Roger Federer, di spalle, e Novak Djokovic, a fondocampo: lo svizzero dopo un periodo con Stefan Edberg si allena con Ivan Ljubicic; Nole ha da tempo accolto nel suo staff anche Boris Becker

aggiudicherà quel punto e quelle che gli resterebbero in caso di perdita di quel “quindici”.

Tasso di rischioEcco qualche esempio considerando un giocatore al servizio: sul 30-40 (pal-la break) i dati relativi ai primi 10 del mondo dicono che quando hanno con-quistato il punto (annullando il break point), si sono poi aggiudicati il game nel 79% dei casi. Considerando che in-vece punto perso corrisponde a game perso (quindi 0% di possibilità), il para-metro di rischio di quella situazione è 79. Sul 15-30 invece, il battitore che si è aggiudicato il punto andando 30-30 ha poi vinto il game nell’80% dei casi. Finendo invece sul 15-40 lo ha perso solo nel 35% dei casi. Ecco dunque che il parametro di rischio scende a 35 (80 meno 35). E ancora: se prendiamo il punteggio di 15-15, i dati dei top 10 negli ultimi 18 mesi ci dicono che sa-lendo 30-15 hanno tenuto la battuta nel 93% dei casi, perdendo il punto e finendo sotto 15-30 hanno perso il ga-me nel 65% dei casi. Dunque in questo caso il tasso di rischio è uguale a 28.

Tennis... percentualeSulla base di questi ragionamenti è stata costruita una sorta di tabella di riferimento che divide le 18 situazioni di punteggio su tre livelli: alto rischio (parametro oltre 50), medio (tra 25 e 50) e basso (meno di 25). E la logica che ci sta dietro, sempre parlando di un giocatore al servizio, è che nelle si-tuazioni con rischio maggiore chi bat-te dovrebbe scegliere sempre schemi che padroneggia con sicurezza e che hanno insiti maggiori margini di sicu-rezza. Per esempio, i punteggi ad alto rischio sono 3 su 18: 30-40, vantaggio esterno, 15-40. Due di questi il battito-re li gioca dal lato sinistro del campo e le statistiche dicono che nella mag-gioranza dei casi i top 10 hanno scelto di non cercare un ace ma di piazzare una prima palla in sicurezza sul colpo meno potente dell’avversario (quasi sempre nell’angolo del rovescio par-lando di destrorsi), sperando in un er-rore diretto alla risposta o preparando un colpo successivo da spingere forte sempre nello stesso angolo cercando il vincente o l’errore avversario.Ripensando alla considerazione di Piatti, si capisce l’importanza che rive-ste la capacità di fare sempre le scelte giuste nei momenti importanti avendo chiaro un certo ordine di gioco, le pro-

prie peculiarità e quelle dell’avversa-rio. Situazioni che quando parliamo di scontri al vertice, cioè tra i primi della classe, nei turni decisivi di uno Slam, si caricano di mille sfumature psico-fisiche, complicandosi all’infinito.

Le persone giusteFinchè non ci si costruisce una solida esperienza a quel livello, venirne fuo-ri da vincenti è molto difficile. Così si lavora per non lasciare nulla al caso. E si ritiene che condividere il momento con qualcuno che l’ha vissuto prima di te (uscendone vincitore) possa aiutare a raggiungere l’obbiettivo. “Per esem-pio, Boris Becker - sostiene Piatti - era un giocatore formidabile quando era in vantaggio. Se lo lasciavi prendere il comando ti passava sopra. Sa meglio di altri come si gestisce una posizione di leadership. Per questo è la perso-na giusta in questo momento accanto a Djokovic. Ivan Lendl invece è uno che ha dovuto lavorare tantissimo per

scrollarsi di dosso l’immagine di quel-lo che perdeva in finale, che arrivava secondo. Ed è diventato formidabile nell’ingaggiare la sfida con l’avversa-rio per superarlo, scavalcarlo. Andy Murray vuole battere Nole e diventa-re il n.1? Penso sia per questo che ha fatto in modo di convincere Lendl a tornare alla guida del suo team. Que-sti sono personaggi, come è anche il caso di McEnroe, che possono infon-derti qualcosa che è difficile prendere da altri, persone che non hanno la lo-ro qualità né i loro vissuti. Poi non è detto che tutti quelli che hanno vinto a Wimbledon possano fare la differen-za - conclude il tecnico comasco -. Per esempio non so che cosa un giocatore come Krajicek possa dare a Wawrinka più di quello che normalmente riceve dal suo coach Magnus Norman, che è stato n.2 del mondo”.Però tutti ci provano, a lavorare sul dettaglio. In fondo il trionfo a Wimble-don è appeso a un filo. D’erba.

Qui sopra, l’olandese Richard Krajiceknelle vesti di coach di Stanislas Wawrinkaper la stagione sull’erba; a destra, Murrayha scelto di riaffidarsi a Ivan Lendl

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focus

Nicolas Mahut,l’ultimo degli erbivoriÈ entrato nella storia del tennis a Wimbledon 2010, per aver giocato(e perso) il match più lungo di sempre. Lo hanno soprannominato “Marathon Man”, ma è un vero interprete del gioco su erba. E del doppio...

dI ALEssANdRO NIzEGOROdCEW

FOTO GETTy IMAGEs

Qualsiasi cosa accada, qua-lunque risultato raggiunga, Nicolas Mahut verrà sempre ricordato per quella partita a

Wimbledon 2010 contro John Isner. Il match dei record, la targa sul campo 18, le emozioni di una grande sfida e la sconfitta finale 70 a 68 al quinto set dopo tre infiniti giorni. Ma “Mara-thon Man”, come lo ha soprannomina-to Brad Gilbert, è molto di più. Classe ’84, numero 1 del mondo in doppio (la scorsa settimana) e 50 in singolare, Mahut è giocatore dal sublime talento tennistico, uno degli ultimi erbivori doc, maestro del serve and volley e dei colpi impossibili. Il “verde” è la sua superficie, sulla quale ha conquistato quattro titoli, tre dei quali a s’Herto-genbosch (l’ultimo poche settimane fa), e raggiunto due finali. Assistere a un match del nativo di Angers, su qualsiasi terreno veloce, non è mai banale e il suo gioco di volo dovrebbe essere inserito dall’UNESCO nella lista del patrimonio sportivo dell’umanità.

La storia - Nicolas Mahut nasce ad Angers, nella valle della Loira, il 21 gen-naio del 1982. Inizia a giocare a tennis a 5 anni e un match, pochi giorni dopo,

gli cambia la vita. È il 1989 e in televi-sione viene trasmessa la semifinale del Roland Garros tra Michael Chang e Ste-fan Edberg. Lo svedese viene sconfitto in cinque set e il piccolo Nicolas assiste con tristezza alla caduta di un giocato-re che, per tutta la carriera, proverà a imitare sul campo a suon di serve and volley e gioco d’attacco. A livello gio-vanile Mahut è un portento: a 14 anni vince il suo primo (di innumerevoli) titoli under 18 in doppio, mentre due anni più tardi conquista Wimbledon Junior in finale su Mario Ancic. Giunto nel 2014 al best ranking di n.37 Atp in singolare, è appena salito sul tetto del

19 titoli Atp,15 in doppioNome: Nicolas MahutNato a: Angers, il 21 gennaio 1982Altezza: 191 cm, peso: 80 kg;Ranking singolare: 50;Best Ranking: 37 (05/05/2014); Ranking Doppio: 2;Best Ranking Doppio: 1(6 giugno 2016);Titoli Atp: 4 (Newport 2013, s’Hertogenbosch 2013, 2015, 2016); Titoli Challenger: 12;Titoli Atp Doppio: 15.

Mahut e quel doppio misto vestito da... donnaNicolas Mahut è noto agli appassionati anche per alcune scene surreali, recitate sia dentro che fuori dal campo. La più ap-pariscente fu interpretata dal tennista francese alla Hopman Cup 2011, quando, in un incontro non valido per il torneo au-straliano, scese in campo vestito da donna accanto alla compa-gna di doppio e connazionale Kristina Mladenovic (insieme in foto). I due indossavano lo stesso abitino, con la stessa gonna e la stessa... scollatura (al.ni.)

mondo in doppio, grazie a una serie di grandi vittorie conquistate con il ben più giovane connazionale Pierre-Hu-gues Herbert, tra cui lo Us Open 2015.

Il match della vita - Sono passa-ti anni dalla sfida con Isner, ma Nico-las ha impiegato parecchio tempo per assimilare, accettare e apprezzare “la partita più lunga della storia del ten-nis”. “Dovunque fossi, tutti mi poneva-no domande su quella partita - ha rac-contato - ed era diventato sempre più un incubo”. Tanto è vero che Mahut ha dovuto scrivere il libro “Le Match de Ma Vie” per superare definitivamente quella delusione sportiva. Oggi ne par-la con serenità, definendolo “il più bel momento vissuto su un campo da ten-nis”. Nonostante l’erba sia il suo terre-no ideale, Mahut non ha mai superato il terzo turno a Wimbledon, vantando però un record sul “verde” di 103 vit-torie a fronte di 43 sconfitte. Che vinca o che perda, Mahut rappresenta uno degli ultimi “romantici”, il panda del circuito Atp, un tennista old style che sa abbagliare gli appassionati con gio-cate uniche e sopraffine.

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terza pagina

Helen Wills Moody,la regina americanaOtto titoli vinti a Wimbledon, due ori olimpici, 180 partite senza sconfitte. Tirava più forte di tutte le altre (non solo dell’epoca)ma è stata anche una star da copertina. E un’apprezzata pittrice

dI ALEssANdRO MAsTROLUCA

“Non c’è niente di più bello che ve-der giocare Helen Wills”. Parola di Charlie Chaplin. Nessuna giocatrice ha dominato il tennis nel Novecen-to come Helen, icona della bellezza un po’ ribelle made in Usa. Ha con-quistato otto volte Wimbledon, un record rimasto intatto fino al domi-nio di Martina Navratilova, e in totale 19 Slam in singolare sui 22 giocati. Ha aggiunto due ori olimpici e tra il 1927 e il 1933 ha vinto 180 partite di fila senza perdere mai. “Wills aveva colpi potentissimi, tirava più forte di tutte, forse solo Steffi Graf l’ha supe-rata”, dirà Don Budge.

Figlia di un medicoEppure, il tennis non sembrava nel suo destino. Certo, papà Clarence, un medico di Berkeley, è contento di vederla in campo. Molto meno, inve-ce, di sapere che avrebbe lasciato il college per un semestre nel 1926 per andare a giocare nel sud della Fran-cia. In programma, a Cannes, c’è una partita destinata a fare storia: Wills sfida Suzanne Lenglen. La Divina vince 6-3 8-6, ma il risultato è quasi secondario. “Non ci sarà mai niente di simile a quell’incontro”, dirà Ted Tinling, il grande stilista che aveva 15 anni ed era allo stadio quel 16 feb-braio. “È stato il primo grande match nello show business del tennis, una sorta di precursore della Battaglia dei Sessi”. Nessuno, allora, avrebbe mai immaginato che le due star della Belle Epoque del tennis non si sareb-bero affrontate mai più.

Wimbledon e accademiaHa già vinto il suo primo Wimbledon, Wills, nel 1925 ma quell’anno rag-giunge il suo primo grande obiettivo:

entra nella Phi Beta Kappa, la più pre-stigiosa società accademica d’onore d’America. Ed è proprio nel college della University of California che ini-zia la più intensa rivalità di tutta la sua carriera, con una giocatrice che si chiama come lei, che è nata a Ber-keley come lei e ha passato una parte della sua infanzia nella sua stessa ca-sa: Helen Jacobs.Jacobs l’ha battuta solo nella finale degli Us Championships del 1933, quando Wills si ritira per un proble-ma alla schiena sotto 3-0 nel terzo. Si affrontano quattro volte nel match per il titolo a Wimbledon, e Wills vin-ce sempre: nel 1932, nel 1933, nel 1935, nonostante Jacobs si sia trova-ta avanti 5-2 nel terzo e abbia man-cato un match point, e nel 1938: è il suo ultimo Slam.

La Greta Garbo del tennisLasciata l’attività, la Greta Garbo del tennis (definizione di Alice Marble)

mantiene una vita pubblica da co-pertina. Il suo volto campeggia sul monumentale murale “The Riches of California” che caratterizza la faccia-ta della Borsa di San Francisco. Un’o-pera commissionata dal suo primo marito, Frederick Moody, a Diego Ri-vera, che aveva sposato Frida Kahlo. Wills diventa un’apprezzata pittrice. Prende il tè con il Primo Ministro, ispira il poeta Louis Untermeyer, su-scita l’ammirazione del re Gustavo V di Svezia. La chiameranno “Little Poker Face”, per lo sguardo impene-trabile, “Queen Helen” o “Ice Queen”. Per lo scultore britannico C.S. Jagger è “la donna più vicina all’ideale gre-co di perfezione”. Ma la sua eredità più duratura non ha niente a che fa-re con lo sport né con la bellezza. Alla sua morte, infatti, ha donato tutti i suoi averi, 10 milioni di dolla-ri, all’Università della California per fondare l’Istituto di Neuroscienze Helen Wills.

Scelta dalla Federazione Italiana Tennis

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l'’’’intervista

Sandro Veronesi:“Ecco i miei 8 Masters”Da ragazzino era un buon under 16, ora è uno dei maggiori scrittori italiani contemporanei. L’autore di romanzi come Caos calmo e Terre rare (e oggi dei racconti di Smash e Un dio ti guarda) si racconta e ci parla del Federer dei narratori. E ci dà la sua classifica mondiale della letteratura

dI ENzO ANdERLONI

FOTO FEdERICO sCHLATTER

Il protagonista di “Vitamina”, pri-mo dei 15 racconti di “Smash”, fresca pubblicazione de “La nave di Teseo”, (casa editrice fondata

tra gli altri, da Umberto Eco) parla in prima persona. E racconta la propria storia di giocatore di ottimo livello giovanile, capace di vincere il titolo regionale under 16 a squadre e di frequentare i tornei nazionali di cate-goria negli Anni Settanta. Suoi coeta-nei, compagni e avversari, i migliori ragazzini del tempo, da Luca Ciardi a Gianluca Rinaldini. Un racconto che fa perno su alcune magiche giornate in cui chi narra visse i suoi momen-ti migliori sul campo, quei momenti che tutti sognano, quelli in cui tut-to riesce. E si vince. Peccato che non ci fosse il padre a vederlo in quello stato di grazia. Una magia che spari-sce del tutto nelle giornate seguenti, quelle del torneo successivo, proprio nel giorno in cui papà, inatteso, deci-de di andare a vedere la partita. Que-sto ottovolante di emozioni, dall’eu-foria allo sconforto, andrà riletto, come tutto il rapporto con racchetta, anni dopo, scoprendo un impensato retroscena di quelle gloriose giorna-te di servizio e volée.

Tra sport e scritturaAutore e protagonista della vicenda è uno dei maggiori scrittori italia-ni contemporanei: Sandro Verone-si. La cui notorietà ha travalicato il campo letterario con Caos Cal-mo (2005), il romanzo portato sul grande schermo da Nanni Moretti, il titolo più noto di una lunga se-rie di opere cominciata nel 1988 con “Per dove parte questo treno allegro”, arricchita in questo 2016, oltre che dalla presenza in “Smash” con questo racconto, dall’uscita di

I primi 8 del mondonel ranking dello scrittoreNome e nazionalità Anno di nascita Un libroThomas Pynchon (Usa) 1937 Arcobaleno della GravitàIan McEwan (Gb) 1948 Bambini nel tempoXavier Marias (Spa) 1951 Domani nella battaglia pensa a meLouise Erdrich (Usa) 1954 La casa tondaAllan Gurganus (Usa) 1947 L’ultima vedova sudista vuota il saccoMario Vargas LLosa (Perù) 1936 La casa verdePhilip Roth Usa) 1933 Pastorale americanaRichard Ford (Usa) 1944 Il giorno dell’indipendenza

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l'’’’’intervista

“Un dio ti guarda”, raccolta di scrit-ti che raccontano grandi personaggi dello sport, quelli che restano nel-la storia, eroi, dei o semidei. Ecco dunque l’occasione per incontrarlo e parlare di tennis. E di letteratura. E della vita che racconta.

Il suo racconto in “smash” si in-titola Vitamina. È totalmente au-tobiografico o c’è della fiction?“C’è della fiction, nel senso che, gra-zie a dio, la cosa più tremenda, che è anche la più bella del racconto, non è avvenuta. Mio padre non ven-ne a vedermi giocare a Bologna...”.

Che tennista era?“Giocavo il tennis classico di quel tempo. Andavo spesso a rete. Ero un buon doppista. Ora sarei un gioca-tore anomalo: non esiste più nessu-no che va a rete sulla terra battuta. All’epoca, con le racchette di legno, si andava a rete, io tendevo a chiu-dere lo scambio attaccando. La cosa buona di quel tipo di tennis è che posso giocarlo ancora adesso. Poi magari perdo, però il gioco lo fac-cio io: faccio un passo avanti, vado a giocare la volée...”.

Il suo colpo migliore?“Il diritto, la volée, lo smash... an-che se per questioni nervose pote-vo sbagliare anche delle palle facili. E come tutti i giocatori d’attacco co-struiti su un tennis completo, ave-vo anche buoni passanti. Chi gioca-va a rete finiva per esercitarsi anche a tirare il passante. Quello che non era nelle mie corde erano gli scambi lunghi. Li forzavo sempre”.

La sua racchetta?“La classica Dunlop Maxply”.

Il suo giocatore di riferimento?“Beh, allora Adriano Panatta era il campione di riferimento. Però il mio idolo era il mio compagno di squadra Luca Ciardi. Era già molto più sviluppato di me fisicamente, era forte, copriva la rete benissimo. Era più lui di Panatta il mio riferi-mento, perché io con lui ci gioca-vo. Quando andavo a fare i tornei nazionali in singolare passavo uno, due turni mentre in doppio andavo più avanti perché giocavo con gen-te più forte. Per esempio Massimo Dardano di Genova. Ricordo un tor-neo di doppio a Rovereto, dove sta-vamo giocando davvero bene. Con-tro i fratelli Meneschincheri però mi presi uno smash nelle ‘parti basse’ che mi mise ko. Stavamo vincendo e dovetti ritirarmi”.

dunque quando nel suo racconto

parla del tennis come uno sport in cui si prova molto dolore fa riferimento a quell’episodio?“No (ride, ndr), quello è dolore fisi-co. Anzi, fu nobile perdere in quel modo. Le mie partite più belle sono tutte vittorie mancate. Momenti in cui stavo giocando bene ed ero in vantaggio con giocatori forti ma poi finii per perdere. Come contro tale Possenti, di Genova. Non avevo la testa per giocare a tennis. E poi smisi. Fu un sollievo perché soffrivo troppo. Per essere un buon giocato-re di tennis devi essere uno che si esalta nella lotta, che riesce a sta-re attaccato a ogni punto, che non si deconcentra mai. Devi avere una vita separata da quella che si gioca sul campo.”

E lei invece?“Io invece amavo le cose irregolari. Per me la partita di tennis, anche quando andavo a guardarla, era l’at-tesa dell’epifania, del colpo a sen-sazione, della bellezza, della cosa inaudita con cui uno dei due usci-va fuori dallo scambio. Che fosse il passante, il lob liftato ‘alla Nastase’.Un colpo risolutivo, un colpo vin-

cente. Per me il gioco del tennis non è scambiarsi la pallina ma impedire all’altro di rispondere, conquistare il campo. È uno sport molto belli-co. Così me l’hanno insegnato. Devi conquistare il campo e più vai avan-ti, verso la rete, più lo conquisti. Se poi l’altro ti passa è stato bravo. Al-lora il gioco d’attacco pagava, per-ché mica sempre ti facevano il pas-sante giusto. Lo sbagliavano... A me però capitava sempre di vincere una bella partita con uno più forte di me ma il giorno dopo non la cacciavo di là. Letteralmente. Ancora oggi, gio-co con un maestro e anche lui non ne viene a capo delle mie giornate sì e giornate no. Il mio demone è la di-scontinuità. L’incostanza. In tutto”.

Quindi il tennis la rispecchia...“Sì, sì. Mi rispecchiava. Per fortuna che ci sono cose che so fare meglio. Che mi hanno dato più soddisfazioni perché, pur nella discontinuità, alla fine riuscivo a gestirle, a controllar-le di più. Nel tennis non controllavo alcunchè: la palla o entrava sempre o non entrava mai. C’era poco da fare. Poi mi prendeva il nervoso: che spaccassi o no la racchetta il risul-

La pagina di tennis più bella?Una scritta a occhi chiusi“Le più belle pagine letterarie di tennis sono secondo me quelle dedicate a coach Schtitt in Infi-nite Jest di Foster Wallace - dice Sandro Veronesi -. Però, per rimanere tra noi, scelgo quella di Matteo Codignola che segue lo scambio del set point a Wimbledon tra Federer e Murray a occhi chiusi. Fu veramente un capolavoro, un’intuizione. La scrisse sul Sole 24 Ore. Fui sbalordito da quel pezzo perché ebbe l’idea giusta: chiudere gli occhi e accorgersi che Federer vinceva... senza colpire la palla. Quell’altro schioccava sempre uguale. E Federer invece sempre rumori diversi. Poi un silenzio. Lui riapre gli occhi e dice dentro di sé: l’ha mancata, non ha preso la palla. E invece la palla stava ricadendo nel campo di Murray, con Murray lontano. Era stata una volée bassa, morbidissima, che non aveva fatto rumore. Una pagina bellissima”.

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l'’’’’intervista

tato era uguale: perdevo comunque nella stessa maniera. Ed è una cosa che ho ritrovato in tutta la tirata che fa Gerhard Schtitt, il tennis coach di ‘Infinite Jest’, (il romanzo capolavo-ro di D.F. Wallace, ndr) che a un cer-to punto spiega ai ragazzi dell’acca-demia di tennis che l’avversario non esiste, che l’avversario sei tu, che il tennis si gioca da soli. Anzi l’av-versario ti aiuta, ti mette la palla in modo che tu possa dimostrare che sei forte. L’avversario è un tuo colle-ga, un tuo compare. Il tuo vero ne-mico sei tu, giochi contro te stesso. E non c’è niente di più vero secondo me. Anche nel tennis che guardo in televisione mi pare che le cose va-dano così. La differenza tra Djoko-vic e il numero 100 del mondo è mi-nima. Tirano delle gran bombe tutti. Però quando deve giocare sul 30-40, palla break per il n.100 del mondo, Djokovic mette un ace. L’altro, quan-do si trova in situazione analoga, fa doppio fallo. È quella la differenza”.

Entriamo nel suo campo: oggi c’è un Federer della letteratura?“Quello che ci è andato più vicino, secondo me, è proprio quello che più ha adorato Federer, cioè David Foster Wallace. Sapeva fare delle cose che nessun altro era in grado di fare. Sapeva tradurre in scrittura ragionamenti profondi che normal-mente sono nemici della letteratura, perché ti appesantiscono. Lui riusci-va a dragare la profondità con un’ef-ficacia, una potenza... che faceva sembrare tutto facile. E questo è ciò che lo accomuna a Federer, che fa con la racchetta cose difficilissime ma sembrano sempre facili. È quello che più gli somiglia anche perché, come Federer, era un predestinato ma poi non ha solo vinto. A prescin-dere dal suo destino. Foster Wallace ha dovuto fare molto di più di altri per veder riconosciuto il suo valore. Federer lo stesso: ha vinto 17 Slam ma nel massimo fulgore ha perso due vote di fila con un mastino qua-lunque come Canas...”.

E se in fondo sotto il profilo men-tale Federer fosse un perdente…“Sì, appunto. È un po’ grossa da dire ma sono due perdenti, sia Wallace che Federer. Due perdenti che vin-cono. Non è un caso che Wallace sia riuscito a compenetrare così pro-fondamente l’essenza di Federer da farlo diventare non solo un idolo ma proprio un personaggio letterario”.

E se dovesse farmi una Top 10 mondiale degli scrittori?“Parlando solo di quelli attivi, il n.1 per me è Thomas Pynchon, che

Il libro giusto per un giovane agonista? Fuga senza fine, di Joseph Roth“Se fossi un allenatore di tennis direi a i miei allievi di leggere con moderazione - sostiene San-dro Veronesi -. Se vogliono vincere. Se poi vogliono far diventare anche il tennis una cosa epica, eroica, allora sì che possono leggere. Però perdono, perché la letteratura ti mette dentro l’estetica della sconfitta. Nei romanzi son sempre più fighi quelli che perdono rispetto a quelli che vincono. Perché la letteratura è l’unico luogo dove chi perde può essere raccontato come un vincente. Può essere così realistica, così intensa che si sostituisce alla realtà e veramente sembra riscattare il destino del perdente facendone un personaggio esemplare. La letteratura è un inganno per gli sportivi perché, come dice Sartre (e ha ragione), il romanzo è il luogo dove chi perde vince. C’è il culto della sconfitta. Prendi Anna Karenina: bastava che aspettasse un minuto... Ma non buttarti, aspetta un attimo, arriva lui e finisce in un altro modo. Ma è proprio perché non aspetta e si butta che Anna Karenina è Anna Karenina. È proprio l’esempio opposto a quello che dovresti dare a un ragazzo che vuole diventare un forte giocatore di tennis. Secondo me letteratura e tennis non vanno tanto d’accordo. Nel senso che nella formazione di un tennista sono molto meglio le letture esoteriche, che so, di meditazione, di yoga, non romanzi appassionanti. Detto ciò il libro che fa eccezi-one, potrebbe essere ‘Fuga senza fine’ di Joseph Roth. Il protagonista è un certo Franz Tunda, un uomo praticamente finito a 40 anni (che è un po’ la fine del tennista). Ma lui è un lottatore come deve essere il giocatore di tennis. Uno che non si arrende mai. Perde e si ritrova a 40 anni, seduto sui gradini della Madeleine a Parigi, senza avere più niente da fare, a metà pomeriggio, perché ha già fatto tutto e... “Fuga senza fine” è un libro che potrebbe dare morale, coraggio ed esaltare anche un tennista”.

ha 80 anni però è vivo e lotta in-sieme a noi. Uno molto importan-te è Ian McEwan, poi direi Xavier Marias, altro da Top 10. E ancora Louise Erdrich, che secondo me è una fuoriclasse. Allan Gurganus, altro fuoriclasse. Non tutti hanno avuto il successo che meritano. Magari l’hanno avuto in patria ma non qua. Però sono figure di riferi-mento, perché ti fanno vedere che cosa si può ancora fare in lettera-tura. Perché la domanda di fondo resta: ma cosa stai a scrivere? Di qua c’è passato Dostoevskij, è già passato Tolstoj, è passato Proust, ora stai a vedere che c’è bisogno di te... La mia risposta è: sì. Perché loro son morti e tu sei vivo. E puoi aggiungere qualcosa. Come fanno questi che ho citato, oppure per esempio Mario Vargas LLosa, altro punto di riferimento secondo me. Tutti autori contemporanei che rie-scono a fare dei capolavori. A scri-vere come se la letteratura partisse quel giorno lì, da loro. Tra i primi 10 aggiungere anche Philip Roth e Richard Ford”.

In letteratura le classifiche di so-lito riguardano le vendite…“Questi che ho citato hanno avuto successo di critica ma non è gen-te che spacca le classifiche. Però sono sicuro che se fossero stati dei

tennisti, cioè se la letteratura fos-se una disciplina oggettiva, questi sarebbero nei primi 10. Invece ci sono autori che hanno avuto mol-to più successo commerciale per il semplice fatto che la letteratura è totalmente soggettiva, dipende dal gusto, come la musica o il cine-ma. Se poi uno la studia c’è modo di mostrare, proprio paratattica-mente, che David Foster Wallace è superiore a John Grisham. Però se a uno piace leggere Grisham... La letteratura, per fortuna, non è com-petitiva. Perché sennò sarei taglia-to fuori, mi succederebbe come nel tennis. La letteratura è un fatto epi-co, eroico: se mi dai tempo riesco a essere eroe anch’io. Ma se devo essere eroe lì, in quel momento, su quel lob, magari è proprio la volta che sbaglio”.

Qui a fianco,la copertinadi “Smash”:il libro editoper “La navedi Teseo” che comprende 15racconti sul tennis. Il primo, “Vitamina”è di Sandro Veronesi

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il racconto

La Regola e l’EccezionedI sANdRO VERONEsI

Se non esistesse il torneo di Wimbledon il tennis sarebbe da un pezzo diventato un’altra cosa. In origine innovativo – alla fine dell’Ottocento –, con l’introduzione di una serie di varianti

decisive all’arcaico regolamento dello sphairistike, il torneo è gradualmente diventato l’istituzione tennistica per eccellenza, supplente dell’incerta Federazione internazionale e delle sue emanazioni commerciali (oggi chiamate ATP e WTA) nella difesa della ragion d’essere di questo sport. La Regola, infatti, a Wimbledon continua a contare anche se è scomparsa da tutti gli altri tornei del circuito – perché la Regola è il Tennis, mentre tutto ciò che di eccentrico e anticonvenzionale viene architettato da giocatori, allenatori e sponsor è sostanzialmente un espediente per eluderla. Il tennis si gioca indossando una divisa bianca. Una partita di tennis può teoricamente durare all’infinito. Il tennis è un gioco di conquista del campo avversario. La volée e il passante ne sono, insieme al servizio, i fondamentali più importanti. Questi precetti, insieme a tanti altri, costituiscono la Regola, ma ormai da molti anni l’unico luogo in cui continuano a valere è Wimbledon. Probabilmente la deriva circense e iperatletica riuscirà prima o poi a vincere anche la resistenza offerta dal più importante torneo del mondo, ma fino a quel giorno, pur con le ferite che i parvenu continuano a infliggergli (le “invenzioni” becere come gli urli che accompagnano il colpo o il declassamento “politico”, per montepremi e punti in palio, di tutti gli altri tornei su erba del mondo), ogni anno tra la fine di giugno e l’inizio di luglio sui campi dell’All England Lawn Tennis and Croquet Club di Londra si mostra al mondo che cos’è il tennis. Soprattutto nella prima settimana, quando l’erba dei campi è ancora tale - prima che, per imposizione dei padroni del circuito, si trasformi in una specie di “erba battuta” che permette ai grandi arrotini di vincere giocando da fondo campo -, sui diciannove campi di Wimbledon si vede quello che si deve vedere se si parla

di vero tennis, e cioè: eleganza e completezza. Il punto più alto di questa supremazia Wimbledon l’ha conosciuto quarant’anni fa, quando l’indiscusso numero 1 del mondo, Björn Borg, modificò il proprio gioco per scrivere le pagine più leggendarie della sua carriera sull’erba londinese: lui, imbattibile da fondo campo su terra e su cemento, rinforzò servizio e volée per vincere cinque volte di fila giocando il serve and volley. Era ancora il tempo in cui i tennisti, tutti, anche i professionisti, anche le star, condividevano un’idea precisa di questo sport della quale Wimbledon era, per l’appunto, l’emblema: oggi, al contrario, quell’idea condivisa non esiste più, interpretare la Regola con eleganza e completezza non è più un vantaggio ma spesso, al contrario, un handicap, e Wimbledon è diventata l’Eccezione: ma rimane molto meglio di tutto ciò che lo minaccia. Per rendersene conto bisognerebbe per una volta staccarsi dalla TV e andare a vedere il torneo di persona: io l’ho fatto nel 1976 e ancora ricordo quel primo turno di doppio sul centrale, Newcombe-Roche contro Gottfried-Ramírez, come la più bella partita di tennis cui abbia mai assistito direttamente - per quell’armonia di rumori, gesti, colori e aspettative che accompagnava ogni singolo punto, roba che di solito rimane fuori dalle inquadrature televisive ma è il vero, mitico habitat, anche solo mentale, di ogni tennista di qualsiasi livello. Perché puoi anche riuscire a tenere i pinguini fuori dall’acqua, se gli scodelli il cibo sulla rena due volte al giorno: ma non saprai mai cos’erano nati per fare.

Questo racconto, gentilmente

concesso dall’autore, è tratto

da “Un dio ti guarda”, libro di sandro

Veronesi che racconta lo sport

e la sua epica, i suoi eroi, pubblicato

nel 2016 per i tipi de La nave

di Teseo (qui la copertina)

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i numeri della settimana

Buona la prima? È dura

dI GIORGIO sPALLUTO - FOTO GETTy IMAGEs

9 i tennisti a essersi aggiudicati il loro primo titolo dello Slam a Wimbledon nell’Era Open. L’ultimo a riuscirci è stato Roger Federer nel lontano 2003. Lo Slam londinese è tradizionalmente il più ostico per coloro che non hanno mai vinto major, a differenza del Roland Garros che ha visto ben 21 tennisti vincere il loro primo Slam al Bois de Boulogne.

12 le partecipazioni a Wimbledon di Andreas Seppi, l’azzurro con più presenze a Church Road davanti a Davide Sanguinetti e Gianluca Pozzi, fermi a quota 10 apparizioni. Seguono con 9 presenze Filippo Volandri, Potito Starace e Adriano Panatta.

18 le presenze a Wimbledon di Roger Federer, il tennista in attività a vantare il maggior numero di partecipazioni. Il più presente nell’Era Open è Jimmy Connors con ben 21 apparizioni.

297 le vittorie nei tornei dello Slam per Serena Williams. La tennista statunitense è a sole 9 lunghezze dalla primatista assoluta Martina Navratilova (306), e a 2 vittorie da Chris Evert (299).

31 i ritiri in carriera per Victoria Azarenka nel circuito maggiore. Il forfaita Wimbledon rappresenta il 10° walkover per la bielorussa, cui vanno aggiunti i 21 ritiri giunti a partita iniziata.

I primi 25 del ranking AtpPos. Nome (nazionalità) Punti

1 Novak Djokovic (SRB) 169502 Andy Murray (GBR) 89153 Roger Federer (SUI) 64254 Rafael Nadal (ESP) 53355 Stan Wawrinka (SUI) 50356 Kei Nishikori (JPN) 41557 Milos Raonic (CAN) 31758 Dominic Thiem (AUT) 31759 Tomas Berdych (CZE) 2950

10 Richard Gasquet (FRA) 290511 David Goffin (BEL) 278012 Jo-Wilfried Tsonga (FRA) 272513 Marin Cilic (CRO) 269514 David Ferrer (ESP) 260515 Roberto Bautista Agut (ESP) 215016 Gael Monfils (FRA) 211017 John Isner (USA) 205518 Nick Kyrgios (AUS 185519 Bernard Tomic (AUS) 176020 Gilles Simon (FRA) 172021 Feliciano Lopez (ESP) 163022 Philipp Kohlschreiber (GER) 160023 Benoit Paire (FRA) 159624 Pablo Cuevas (URU) 1555 151525 Kevin Anderson (RSA) 1505

Le prime 25 del ranking WtaPos. Nome (nazionalità) Punti

1 Serena Williams (USA) 83302 Garbine Muguruza (ESP) 67123 Agnieszka Radwanska (POL) 58754 Angelique Kerber (GER) 53305 Simona Halep (ROU) 43726 Victoria Azarenka (BLR) 41917 Roberta Vinci (ITA) 34058 Venus Williams (USA) 31169 Madison Keys (USA) 3061

10 Petra Kvitova (CZE) 287611 Timea Bacsinszky (SUI) 280012 Carla Suarez Navarro (ESP) 278013 Belinda Bencic (SUI) 277514 Svetlana Kuznetsova (RUS) 273015 Flavia Pennetta (ITA) 272216 Samantha Stosur (AUS) 270017 Karolina Pliskova (CZE) 254018 Dominika Cibulkova (SVK) 245119 Johanna Konta (GBR) 233020 Elina Svitolina (UKR) 2226 21 Sara Errani (ITA) 203022 Sloane Stephens (USA) 199523 Anastasia Pavlyuchenkova (RUS) 196024 Jelena Jankovic (SRB) 194025 Ana Ivanovic (SRB) 1915

I primi 25 italiani del ranking AtpPos. Rank. Nome Punti

1 35 Fabio Fognini 11702 45 Andreas Seppi 9553 49 Paolo Lorenzi 9404 113 Thomas Fabbiano 5365 130 Marco Cecchinato 4636 151 Simone Bolelli 3777 164 Alessandro Giannessi 3258 171 Luca Vanni 3149 191 Matteo Donati 282

10 200 Filippo Volandri 26511 213 Andrea Arnaboldi 25112 244 Salvatore Caruso 21513 257 Federico Gaio 20214 274 Lorenzo Giustino 18115 285 Alessandro Bega 17316 293 Roberto Marcora 16417 302 Lorenzo Sonego 15818 306 Riccardo Bellotti 15619 312 Edoardo Eremin 15120 321 Matteo Viola 14821 328 Gianluca Naso 14322 335 Gianluca Mager 14023 345 Flavio Cipolla 13324 350 Francisco Bahamonde 13025 363 Stefano Napolitano 126Le prime 25 italiane del ranking Wta

Pos. Rank. Nome Punti1 7 Roberta Vinci 34052 15 Flavia Pennetta 27223 21 Sara Errani 20304 67 Camila Giorgi 9805 90 Karin Knapp 7646 111 Francesca Schiavone 5927 294 Martina Caregaro 1458 303 Anastasia Grymalska 1349 326 Giulia Gatto-Monticone 121

10 331 Cristiana Ferrando 11811 345 Jessica Pieri 10812 349 Nastassja Burnett 10613 369 Gioia Barbieri 9814 383 Corinna Dentoni 9215 393 Alice Matteucci 8916 422 Martina Trevisan 7817 433 Alberta Brianti 7318 444 Martina Di Giuseppe 7119 448 Georgia Brescia 7120 449 Angelica Moratelli 7021 465 Claudia Giovine 6622 490 Jasmine Paolini 6023 515 Alice Balducci 5324 532 Camilla Scala 5025 555 Bianca Turati 46

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il tennis in tv

Londra è on-demand

Dopo la giornata a Wimbledon: tutte le news alle 23.00Giovedì 30

04:15 - Tennis Parade 04:30 - Keys vs Strycova, WTA Roma 2016 06:45 - Challenger Perugia 07:45 - Official Film Wimbledon 2003 08:45 - La Voce delle Regioni 09:00 - G. Muller vs N. Mahut, ATP s-Hertogenbosch 10:15 - Magazine ATP 10:45 - ATP Halle 12:30 - Tennis Magazine 13:00 - Official Film Wimbledon 2004 14:00 - World Padel Tour Roma Semifinale 15:00 - ATP 500 Queen’s (replica) 17:00 - La Voce delle Regioni 17:15 - Gaudio vs Coria, Roland Garros 2004 20:45 - La Voce delle Regioni 21:00 - Finale Doppio Wimbledon 2014 22:00 - Official Film Wimbledon 2005 23:00 - News 23:15 - Federer vs Del Potro, Us Open 2009

Venerdì 1 03:30 - S. Williams vs Keys, WTA Roma 2016 05:00 - Word of Tennis 05:30 - ATP Halle07:30 - Magazine ATP 07:45 - Official Film Wimbledon 2004 08:45 - La Voce delle Regioni 09:00 - Tennis Magazine 09:30 - World Padel Tour Roma Semifinale 10:30 - WTA Birmingham (replica) 12:00 - Challenger Perugia 13:00 - Official Film Wimbledon 2005 14:00 - World Padel Tour Roma Finale 14:45 - WTA Eastbourne (replica) 17:00 - La Voce delle Regioni 17:15 - Tennis Parade 17:30 - Federer vs Murray, Wimbledon 2012 Finale 21:15 - La Voce delle Regioni 21:30 - Tennis Magazine 22:00 - Official Film Wimbledon 2006 23:00 - News 23:15 - Stosur vs Schiavone, Roland Garros 2010

Sabato 201:00 - Sampras Agassi, UsOpen 2001 04:30 - Challenger Perugia 05:30 - Nadal vs Djokovic, ATP Roma 2014 07:45 - Official Film Wimbledon 2005 08:45 - La Voce delle Regioni 09:00 - Magazine ATP 09:30 - ATP Halle (replica) 11:30 - WTA Eastbourne (replica) 13:00 - Official Film Wimbledon 2006 14:00 - ATP 500 Queen’s (replica) 16:00 - Tennis Parade 16:15 - World Padel Tour Roma Finale 17:15- Federer vs Roddick, Finale Wimbledon 2009 21:45 - La Voce delle Regioni 22:00 - Official Film Wimbledon 2007 23:00 - News 23:15 - S. Williams vs Vinci UsOpen 2015, UsOpen 2015

Domenica 301:45 - Nadal Murray ATP Roma 2014 04:15 - Reloaded ATP Master 1000 Roma 05:15 - Tennis Magazine 05:45 - Errani vs Sharapova, Roland Garros 2012 07:30 - Tennis Parade 07:45 - Official Film Wimbledon 2006 08:45 - La Voce delle Regioni 09:00 - I Miti del Foro, Il foro dei Miracoli 09:00 - Federer vs Murray, Wimbledon 2012 Finale 13:00 - Official Film Wimbledon 2007 14:00 - Ivanisevic vs Rafter - Wimbledon 2001 17:15 - Tennis Magazine 17:45 - Djokovic vs Murray, Wimbledon 2013 Finale 21:00 - World Padel Tour Roma Finale 22:00 - Official Film Wimbledon 2008 23:00 - News 23:15 - Vinci vs Pennetta, UsOpen 2015

Lunedì 401:15 - G. Muller (LUX) vs N. Mahut (FRA), ATP 03:15 - K. Mladenovic vs C. Vandeweghe, WTA S’Hertogenbosch (replica) 05:15 - Tennis Magazine 05:45 - Magazine ATP 06:15 - ATP Queen’s (replica) 07:45 - Official Film Wimbledon 2007 08:45 - La Voce delle Regioni 09:00 - WTA Birmingham 2016 11:00 - ATP Halle (replica) 13:00 - Official Film Wimbledon 2008 14:00 - Agassi vs Sampras, UsOpen 2002 17:00 - La Voce delle Regioni 17:15 - Soderling vs Federer, Roland Garros 2009 19:30 - ITF Futures TC President 19:45 - Pennetta vs Halep, UsOpen 2015 21:00 - World Padel Tour Roma Finale 21:45 - La Voce delle Regioni 22:00 - Official Film Wimbledon 2009 23:00 - News 23:15 - Sharapova vs Williams, Wimbledon 2004

Martedì 500:45 - Tennis Magazine 01:15 - Lorenzi vs Chiudinelli, Coppa Davis 1° turno06:00 - Reloaded ATP 1000 Roma 07:00 - World Padel Tour Roma Finale 07:45 - Official Film Wimbledon 2008 08:45 - La Voce delle Regioni 09:00 - WTA Eastbourne 2016 11:00 - ATP Queen’s (replica) 12:45 - IFT Futures TC President 13:00 - Official Film Wimbledon 2009 14:00 - Nadal Murray ATP Roma 2014 17:00 - La Voce delle Regioni 17:15 - Coppa Davis 1° turno, Murray vs Nishikori 21:30 - Trofeo Kinder + Sport - Bologna 21:45 - La Voce delle Regioni 22:00 - Official Film Wimbledon 2010 23:00 - News 23:15 - Federer vs Murray, Wimbledon 2012 Finale

Mercoledì 603:00 - Djokovic vs Kukushin, Coppa Davis 1° turno 07:30 - IFT Futures TC President 07:45 - Official Film Wimbledon 2009 08:45 - La Voce delle Regioni 09:00 - WTA Birmingham 2016 10:45 - Nadal vs Djokovic, ATP Roma 2014 12:45 - Trofeo Kinder + Sport - Bologna 13:00 - Official Film Wimbledon 2010 14:00 - ATP Halle (replica) 16:30 - Tennis Magazine 17:00 - La Voce delle Regioni 17:15 - Stosur vs Schiavone, Roland Garros 2010 19:15 - ATP Queen’s (replica) 20:45 - Tennis Magazine 21:15 - Magazine ATP 21:45 - La Voce delle Regioni 22:00 - Official Film Wimbledon 2011 23:00 - News 23:15 - Ivanisevic vs Rafter - Wimbledon 2001

Valorizzare i contenuti digi-tali, renderli disponibili ai propri utenti non solo tra-mite telecomando. È questa

una delle nuove sfide di SuperTen-nis Tv. E proprio durante Wimbledon questa nuova concezione sarà im-plementata e spinta. Perché i conte-nuti che arrivano direttamente dalla troupe inviata a Londra, sull’erba verde dei Championships, verranno

NB: il palinsesto è soggetto a modifiche. In rosso gli eventi live, in giallo le News, in verde le prime emissioni, in azzurro le differite e in viola gli speciali

veicolati oltre che nella fascia quoti-diana dedicata alle news, anche sul sito internet del canale (www.super-tennis.tv). Non solo i più “smanetto-ni” ormai sanno che sul portale web è possibile seguire lo streaming dei programmi trasmessi, ma c’è anche una vera e propria sezione on-de-mand che offre molti programmi di-sponibili alla visione on-line. Come e quando l’utente preferisce.

Palinsesto su misuraCi sono le puntate de La Voce delle Regioni, gli appuntamenti con Ten-nis Magazine, e durante Wimbledon ci saranno anche molti contenuti originali prodotti a Londra. Con le consuete immagini, interviste, gli approfondimenti e le curiosità. Per vivere lo Slam più fascinoso dell’an-no da bordo campo. Senza dimenti-care però che l’appuntamento, oltre che on-line, si vive anche sul n.64 del digitale terrestre (n.224 di Sky e 30 di TivùSat), grazie anche alle emozioni dei grandi match del pas-sato a Church Road. A partire dalle finali storiche e proseguendo con i film ufficiali delle varie edizioni (pro-grammati su tre fasce quotidiane, al-le 7.45 per i più mattinieri, alle 13.00 e alle 22.00). Tv, sito internet e on-demand. Insomma per questa edizio-ne di Wimbledon, il palinsesto ve lo costruite voi. Su misura.

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giovani

Lisa guarda lontanoEra la più piccola, solo 13 anni, nel torneo Under 16 internazionale di Crema ma Lisa Pigato ha raggiunto la finale, al suo esordio nella categoria. “Azarenka e Nole i miei idoli”. Papà Ugo: “Gioca con il sorriso”

Di Gianluca Strocchi

Era la più piccola in gara nel tabellone femminile, con i suoi 13 anni ancora da com-piere (candeline spente ap-

pena dopo il torneo, martedì 21 giugno), ma è arrivata vicinissima al successo. Lisa Pigato è stata la grande rivelazione del torneo in-ternazionale under 16 di Crema, dove all’esordio assoluto in un evento Tennis Europe di questa categoria è giunta sino alla finale, imitando il risultato ottenuto due anni fa dalla sorella maggiore Gior-gia. Ha messo in fila avversarie più quotate e più grandi d’età (quindi anche fisicamente più strutturate), tra cui l’ungherese Timea Visontai (n.7 del seeding), la quarta favo-rita della vigilia Alessia Tagliente e in semifinale la bosniaca Laura Tomic, seconda testa di serie, fer-mandosi solo di fronte alla serba Tamara Malesevic, capace di tener fede al ruolo di principale favorita.

Dalla lambertenghi a ParigiNon c’è che dire, un test superato a pieni voti dalla ragazzina bergama-sca, che match dopo match è cre-sciuta di livello, ribadendo qualità importanti che le erano già valse nel 2015 il titolo italiano under 12, con il trionfo alla prestigiosa Coppa Lambertenghi sui campi del Tc Mi-lano Bonacossa. Una stagione, quel-la passata, cominciata bene con il successo nel Lemon Bowl di Roma, e proseguita meglio con una serie convincente di risultati, a comincia-re dall’affermazione nel torneo in-ternazionale “Città di Padova”, uno degli appuntamenti più importanti nel calendario under 12 del circuito Tennis Europe. E anche il passaggio nella fascia d’età superiore non ha riservato particolari contraccolpi, se è vero che la stellina dello Junior Mi-lano tra le under 14 si è guadagnata

la finale al torneo Tennis Europe di Pavia, poi ha sfiorato le semifinali a Messina, dopo esser stata ambascia-trice italiana nella settima edizione del Longines Future Tennis Ace, tor-neo giovanile organizzato nel corso del Roland Garros a cui sono state invitate quindici giovani promesse da altrettanti Paesi diversi. E a Pari-gi, oltre a confrontarsi con le miglio-ri coetanee del mondo nel torneo andato in scena nell’avveniristico distretto della Défence, la figlia d’ar-te (il padre-coach Ugo è stato pro-fessionista negli Anni ’80: n.373 Atp e 164 in doppio i suoi best ranking) ha potuto partecipare a uno stage di allenamento con tecnici di grande esperienza, oltre a conoscere e rice-vere consigli dalla ex n.1 al mondo Arantxa Sanchez.

Da Sanremo a MilanoMa da questo a pensare che potesse essere protagonista al debutto inter-nazionale nella categoria under 16... “Lisa sta veramente bruciando le tappe ed è stata una piacevole sor-presa, davvero inaspettata, il modo in cui è stata competitiva con gioca-trici che la sovrastavano sul piano fisico, avendo due o tre anni d’età in più. L’ho iscritta al torneo di Crema perché era a due passi da casa, ma sinceramente non avevo idea del livello e non mi attendevo nulla di particolare se non l’opportunità di acquisire ulteriore esperienza per arricchire il suo bagaglio”, riconosce papà Ugo, attuale direttore tecnico allo Junior Milano, dopo aver lavo-rato per quindici anni a Sanremo dove si era trasferito con tutta la fa-miglia. “È lì che Lisa ha cominciato, a 4-5 anni, venendo in campo per gioco seguendo la sorella maggiore - racconta Ugo -. È cresciuta respi-rando tennis e passando le giornate al circolo, visto che quell’esperienza coinvolgeva poi anche mia moglie.

Lisa Pigato in campo al suo esordio nel torneo internazionale Città di Crema dove ha persoin finale dalla serba Tamara Malesevic

Lisa, figlia dell’ex pro e oggi coach Ugo,nel settembre 2015 ha vinto la Coppa Lambertenghi al Tc Milano Bonacossa diventando campionessa italiana Under 12

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giovani

Sempre con il sorriso“Toglietele tutto, ma non il tennis - continua papà Pigato -, perché sta-re in campo è la sua vita, è lì che si diverte. Quando gioca ha sempre il sorriso e questa è la cosa più im-portante, Lisa deve crescere serena. Conosco questo sport e so bene che come genitore non si devono ripor-re troppe aspettative: il percorso è molto lungo e le possibilità di ar-rivare non sono poi molte. Certo è bello vederle fare dei salti di quali-tà, mi segue molto, si applica, non ci sono grandi contrasti tra me e lei. Però i rapporti tra padre e figlio in campo sportivo sono difficoltosi. Per il momento, e spero anche in futuro, tra noi c’è un giusto equilibrio. Sono contento anche perché dimostra di avere un bagaglio tecnico completo, e questo rappresenterà un vantaggio quando sarà il momento di lavorare sui dettagli, sulla specializzazione”.

a Brema in nazionaleSono costantemente monitorati dai tecnici della Federtennis (anche con visite a cadenza mensile) i pro-gressi della piccola di casa Pigato, già dalla passata stagione entrata stabilmente nel giro delle Naziona-li giovanili di categoria. Del resto, non poteva passare inosservato il ruolino di marcia di Lisa, chiamata ora a difendere i colori azzurri nella European Summer Cup: a Brema dal

26 al 28 giugno la nostra selezio-ne, nel girone C insieme ad Austria, Bielorussia, Croazia, Danimarca, Germania, Norvegia e Russia, cerca un pass per le finali di Loano in ca-lendario a inizio luglio.

tra nole e Vika“Sono arrivata a Crema un po’ stanca dopo il torneo under 14 di Messina e sinceramente non pensavo davve-ro di poter arrivare in finale al mio primo torneo under 16 internazio-nale – racconta sorridente Lisa - ma sono entrata in forma giorno dopo giorno. E sapere che mia sorella Giorgia due anni fa aveva ottenuto quel bel risultato è stato uno stimo-

Lisa Pigato, bergamasca, ha compiuto 13 anniil 21 giugno. Oggi si allena con papà Ugo alloJunior Milano, dove la famiglia si è trasferitadopo aver vissuto a Sanremo per anni

under 12 Padova, en-plein azzurroEn plein degli azzurrini under 12 nell’ottava edizione del “Città di Padova”: sui campi del Centro Sportivo Plebiscito - che ha richiamato rappresentanti di 13 nazioni - si sono imposti i due finalisti dei campionati italiani under 11 del 2015, ovvero Giammarco Gandolfi e Georgia Pedone. La seconda prova italiana del Tennis Europe Junior Tour ha dunque offerto interes-santi conferme, peraltro sottolineate da due percorsi netti. Il romano Gandolfi ha bissato la vittoria riportata a Maglie piegando in finale (6-4 6-4) il tedesco di Monaco Oliver Olsson e in semifinale il non ancora dodicenne belga Basile, mentre il quadro dei semifinalisti era completato dall’azzurrino di Winter Cup Nicolò Tresoldi, alla sua terza semifinale nel 2016. In campo femminile le italiane hanno concesso pochissimo alle avversarie straniere. Alle spalle di Georgia, quest’anno semifinalista a Maglie e Boulogne Billiancourt, in Francia, troviamo la trentina Sveva Bernardi, autrice di una eccellente progressione nei tornei Tennis Europe, e le semifinaliste Angelica Giovagnoli e Giulia Martinelli. (v.v.)

lisa sorprende tutti a crema,ma vincono Maak e MalesevicIl “Città di Crema” ha festeggiato 14 candeline nell’ambito europeo con un torneo under 16 di buo-na caratura, sottolineato dalla presenza di contendenti appartenenti a dodici nazioni. Nel big match maschile si sono dati battaglia il quindicenne torinese Filippo Moroni, reduce dai quarti di finale colti all’Avvenire di Milano, e l’ ancor più giovane ungherese di Budapest Peter Makk, già campione nazi-onale under 14, mentre in campo femminile erano di scena l’ammirevole bergamasca Lisa Pigato, che conta appena 13 anni (!), al suo primo tentativo in campo under 16, e la sedicenne serba di Belgrado Ta-mara Malesevic, prima testa di serie. Alla fine hanno vinto Makk (6-3 6-2) e la Malesevic (6-2 7-5) che nei quarti aveva rischiato l’estromissione (6-3 4-6 7-6 lo score) per mano di Alice Amendola. Sul terzo gradino del podio sono saliti due italiani e due straniere. Da una parte il numero uno del seeding Filippo Speziali, milanese, e l’azzurrino di Winter Cup Gabriele Bosio, bresciano. Quest’ultimo è stato sconfitto per 5-7 7-5 6-2 da Moroni, ma è riuscito ad aggiudicarsi il doppio unitamente a Giovanni Peruffo. Nel doppio femminile invece si sono imposte la bosniaca di Tuzla Laura Tomic e la promettente russa Maria Novikova, nata nel gennaio 2002 a Taganrog, città che diede i natali a Cechov. (Viviano Vespignani)

lo ulteriore. I miei idoli? Beh, Djoko-vic, che ho visto lo scorso anno a Roma, come pure Vika Azarenka, la mia giocatrice preferita insieme alla Sharapova. Peccato ora per la squa-lifica”. Solare come può essere una ragazzina che ha appena terminato la seconda media, e così innamorata del suo sport da mettere in campo anche tanta determinazione, quella che è indispensabile per emergere a livello agonistico. E per provare a realizzare quei sogni che, a 13 anni, non si possono non avere in fondo al cuore. “Spero di diventare una giocatrice professionista. Il mio so-gno? Entrare un giorno tra le prime 30 del mondo”.

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circuito fit-tpra

Vacanze romane?Sì, ma con lo stageDal 14 al 17 luglio quattro giorni a tutto tennis (e non solo) nella splendida cornice del Foro Italico. E con una delle città più belle al mondo da visitare quando non ci si allena o non si giocano tornei per il ranking amatoriale

Di Marcello SPortelli

14-17 luglio 2016: la Fit, nell’ambito del progetto del tennis amatoriale Tpra, or-ganizza lo stage estivo sempre sognato da tutti i veri appassionati di tennis. Da giovedì a domenica, quasi 4 giorni nello storico tempio del tennis del Foro Itali-co. Significa allenarsi dove normalmente giocano i campioni veri,percorrere i me-desimi percorsi sotterranei che durante gli Internazionali BNL d’Italia percorro-no Federer e Djokovic, giocare in uno dei campi più affascinanti al mondo, il Campo Pietrangeli, uscire dagli stessi spogliatoi e percorrere il tunnel dei cam-pioni che conduce all’omonimo campo mentre scorrono ai lati le foto dei miti del passato e del presente.

le sessioni di giocoIl ritrovo è programmato per giovedì 14 luglio intorno a mezzogiorno. Scopo: do-po un’attenta selezione, creare i gruppi con necessità tecniche e obiettivi omo-genei. In campo ci saranno i federali Fit, qualificati e certificati. Sempre con loro, venerdì, sabato e domenica ci si potrà allenare al mattino secondo sessioni che potranno variare tra l’ora e le due ore di gioco. E per la pausa pranzo possibilità di scegliere tra la modalità “atleta” oppu-re quella “relax”, come il premio a una mattina di allenamenti sempre presso il ristorante del Foro Italico, che sarà at-

trezzato sia per l’una che per l’altra via.

c’è la videoanalasiAnche durante il pomeriggio la scelta potrà essere duplice: la prima prevede le partite del torneo Fit-Tpra e il conso-lidamento degli insegnamenti del mat-tino (con la possibilità di raggranellare ancora qualche punticino per il ranking amatoriale), oppure si può momentane-amente abbandonare il campo da tennis per godere delle meraviglie della Città Eterna. Ma non finisce qui, perché oltre agli allenamenti, alla tecnica e ai tornei non mancheranno sessioni dedicate alla videonalisi, sempre condotta dagli spe-cialisti della Federazione in modo da comprendere al meglio le dinamiche dei colpi e per migliorarne più velocemente l’esecuzione e l’efficacia.

Kia tennis trophy 2016, a romasuccessi per Mariani e SolleSi è conclusa nello scorso week-end la 1a tappa del circuito Kia Tennis Trophy giocata al Salaria Sport Vil-lage di Roma. I vincitori sono, nel femminile, Rosane Solle (al centro nella foto) e nel maschile Marco Mariani (primo da sinistra). Quest’ultimo ha battuto in finale per 9-3 un Massimiliano Spadoni (ultimo a destra) debilitato dalla dura battaglia contro Francesco Urbani in semifinale. Rosane Solle invece ha conquistato il titolo senza giocare la finale, a causa dello scratch inflitto a Concetta Cundò (dopo 45 minuti d’attesa). Così, come da regolamento, oltre ai tre protagonisti delle finali romane, al Master del Quanta Club Milano (in dicembre, sognando gli Australian Open) andrà anche Valeria Russo, sconfitta in semifinale per 9-3 dalla vincitrice. Prossimo appuntamento al Tennis Comunali Vicenza, dal 7 al 10 luglio.

negli hotel dei campioniL’organizzazione non ha lasciato nulla al caso: l’ospitalità prevede l’alloggio pres-so le strutture alberghiere utilizzate du-rante gli Internazionali BNL d’Italia. Esat-to, proprio dove alloggiano, solitamente, giocatori, coach, tecnici e la carovana dell’ATP e WTA. Che cosa manca? La pos-sibilità di soddisfare tutte le richieste d’a-desione, quindi affrettatevi a riservare il vostro posto a Roma, perché il 14 luglio è già qui dietro l’angolo.

Stage roma, come iscriversiIl costo per lo stage di Roma e l’alloggio dal 14 al 17 luglio è di 375€ con trattamento Bed&Breakfast. Per informazioni scrivere a [email protected] o telefonare allo 06/98372277, il lunedì, il mercoledì e il venerdi dalle 10 alle 16. Per prenotare andate su www.tpratennis.it e seguite il percorso dalla news della prima pagina.

personal coach

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Libera la mente...dal risultato finaleIl giusto approccio all’utilizzo della forza mentale nel tennis deve essere ripartito in tre momenti chiave per ogni partita. Cioè il “prima”, il “durante” e il “dopo”. Vediamo che cosa è giusto fare in ciascuna fase

Di antonio Daino

foto Getty iMaGeS

Lo scopo di ogni competizio-ne è la vittoria e nel tennis la motivazione a vincere è parti-colarmente forte perché non

esiste la possibilità del pareggio. I campioni di tennis di ogni epoca si caratterizzano per una potente vo-glia di vincere che li contraddistin-gue e che guida ogni azione che vie-ne compiuta in campo. Questa pressione così elevata, che il giocatore sente dentro di sé, può diventare talvolta un ostacolo verso la vittoria: quante partite sono sta-te perse a causa di una pazienza in-sufficiente o per un eccesso di ansia di vincere? Quanti tornei sono stati bruciati per la totalizzante voglia di vincere che non consente di prende-re le decisioni più appropriate nelle diverse situazioni?Il giusto approccio all’utilizzo della propria forza mentale nella situazio-ne competitiva deve essere ripartito nei tre momenti chiave di ogni parti-ta: prima, durante e dopo.

che cosa fareprima della partitaL’atteggiamento mentale più oppor-tuno da adottare prima della partita è quello della consapevolezza che non ci sono garanzie sul risultato finale dell’incontro. La vittoria e la sconfitta sono due lati della stes-sa medaglia: il gioco. Il risultato in uno sport di situazione è sempre il frutto dell’interazione tra il gioco che riuscirai a esprimere e quello che invece esprimerà il tuo avver-sario. Naturalmente l’approccio più efficace è quello di concentrarsi sulle cose che si possono fare, in termini di piano di gara e obiettivi

che si intendono perseguire, nella specifica partita.

che cosa faredurante la partitaLa regola principale è quella di lascia-re lo score sullo sfondo della mente e focalizzarsi sul giocare punto su punto. Come tutti sanno, il risultato dell’incontro di tennis può essere ri-baltato anche quando manca un solo punto per vincere la partita: l’unica cosa che il giocatore può fare è quel-la di aumentare le sue possibilità di vittoria, liberando la mente dalla pressione totalizzante che questa esercita sulla partita per focalizzare le energie sul punto da giocare.

che cosa fare dopo la partitaQuando la partita è finita il risulta-to non può essere cambiato e va ac-cettato per quello che è, sia in caso di vittoria sia in caso di sconfitta. È evidente che il sentimento provato in caso di sconfitta debba essere can-cellato il più rapidamente possibile, mentre ci si può crogiolare un po’ più a lungo quando si è pervasi dal sen-timento di successo che scaturisce da una vittoria. In entrambi i casi pe-rò, è opportuno guardare avanti alla prossima partita di torneo per av-viare la preparazione necessaria ad affrontare la prossima competizione con il giusto e opportuno atteggia-mento mentale.

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racchette e dintorni

Sezione degli steli:la terza dimensioneSe si parla di forma di una racchetta si pensa quasi sempre a quella del piatto corde o dell’attrezzo in generale. Ma la rivoluzione moderna viene dalla sezione del telaio, che condiziona prestazioni e sensazioni

Di raffaello BarBalonGa

Se oggi prendiamo un bambino e gli chiediamo di disegnare una racchetta da tennis, solo nel 30% dei casi ci disegnerà un te-

laio a cuore aperto. A distanza di 40 anni l’aspetto monoshaft (quello della classica racchetta di legno) resta anco-ra un’icona del tennis.L’evoluzione delle forme, che si svilup-pò verso la metà degli anni ’70, ridiede immagine e proporzioni a un oggetto che pareva inalterabile da sempre. Il cuore aperto (che pure era presente già negli anni Venti, vedi la racchetta di Bill Tilden, ndr) significava maggio-re penetrazione all’aria e pertanto più maneggevolezza. Materiali e sagome, di pari passo si svilupparono per otte-nere risultati sempre più performanti.Il legno, prima di lasciare il passo al-la fibra sintetica, si adeguò alle nuove architetture e telai compound legno e graphite, a cuore aperto, invasero il mercato, tra la fine degli Anni ’70 e la prima metà degli Anni ’80 (es. Head Vi-las, Prince Woodie).Tutti s’ingegnarono sulle dimensioni del piattocorde, sulla foggia del telaio, sul materiale e sui particolari ma po-chi lavorarono sulla terza dimensione, cioè il profilo, e quasi nessuno sul di-segno della sezione degli steli.

l’evoluzione del profilo e la sezione degli steliFu così che, attingendo dall’archetipi-co sandwich usato precedentemente in ogni occasione, la più rapida con-clusione fu di costruire racchette con sezione rettangolare. Pro Kennex e Prince, con le rispettive “Black Ace” e “Graphite”, d’altro canto gettarono le solide basi per prodotti di grande suc-cesso e prestigio.Andando a cercare in archivio quale

Qui a sinistra, i telai cosiddetti“boxed sections”, a sezione squadrata. Esempio tipico la Head Prestige, prima da sinistra

Qui a destra,i telai consezioneellittica: un classicoè la Babolat Pure Drive, secondada destra

racchette e dintorni

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soluzione alternativa fosse mai sta-ta studiata, già dagli Anni ’70 viene lampante il concetto “OPS” di Yonex. “Oval Pressed Shaft”, per i tecnici nipponici significava un’alterazione della continuità di sezione per creare schiacciamenti in punti nevralgici del telaio, al fine di incrementarne la ri-gidità. Varie serie in alluminio furono quindi prodotte con questa particola-re concezione e ancora oggi sono par-ticolarmente ricercate dai collezioni-sti (es. Yoneyama).

la concezionedella cassa di torsioneVerso la fine degli Anni ’70, anche Völkl s’ingegnò sull’argomento e, pro-ducendo la famosissima gamma “Ser-vo”, introdusse un concetto ancora og-gi assolutamente attuale, quello della cosiddetta “cassa di torsione”. La se-zione tradizionale in questo caso veni-va “scavata” esternamente, creando un disegno multi angolare a vantaggio di un incremento di rigidità strutturale dello stelo. Negli Anni ’80 del boom, lo sviluppo dei materiali garantì la possi-bilità di creare forme nuove anche nel-le sezioni. La più eclatante e innovati-va fu senz’altro, nel 1985, quella della splendida Kneissl “White Star aero” (nella foto qui sotto). Quest’azienda austriaca, oggi giustamente mitizzata dagli appassionati di tutto il mondo per le splendide “creature” realizzate durante tutta la sua storia, puntò mol-to su questa racchetta, introducendo concretamente e originalmente il con-cetto di aerodinamicità degli steli.

aerodinamicità e sezione triangolarePer la prima volta possiamo notare co-me la sezione diventi in alcuni punti quasi triangolare. Il vantaggio conce-pito era puramente aerodinamico ma anche sotto l’aspetto della sensazione d’impatto si verificava un’alterazione del suono, del tutto inedita per le rac-chette del tempo. Stesso concetto ver-rà in seguito ripreso a più ondate da

Sopra i telai con sezione poligonale, tra cui la Yonex EZone DR di Kyrgios e la Babolat Pure Aero di Nadal. Sotto, telai a sezione ellittico/poligonale, tra cui Head Extreme e Wilson Burn

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racchette e dintorni

rossignol, che in tal modo produrrà prima “Vectris” e successivamente con la serie “VTS” (Variable Triangular Sec-tion), l’antesignana dell’odierna Babo-lat Pure aero (nella foto sotto la sovrapposizione dei telai). Nello stesso periodo Maxima, affidan-do al famoso designer Giorgetto Giu-giaro la produzione di due telai avve-niristici, la “Class” e la “Logic”, anda-va a rompere la tradizionale sezione rettangolare, inserendo tagli e curve per una migliore funzionalità aero-dinamica e strutturale. Furono però quasi tutti progetti di scarsa fortuna commerciale. Il prodotto tradizionale continuava a conquistare la maggior parte del pubblico e degli agonisti.

head Prestige, un profilofilante e sibilanteFu il 1986 a decretare un nuovo con-cetto. Head con “Prestige” rivedeva, con misura, il concetto di sezione tra-dizionale, assottigliandola e snellen-dola, ottenendo un oggetto sibilante e fendente che conquistava tutti. Gli an-goli smussati e il profilo filante le con-segnavano eleganza e funzionalità. Il bumper-cap, in realtà già comparso proprio nella Kneissl “White Star Ae-ro”, contribuiva a renderla comunque originale e futuristica.Nel 1987, la rivoluzione di Kuebler e dei suoi widebodies riguardò ovvia-mente anche le sezioni dei telai, ora esageratamente più larghe e ingom-branti ma per quello che riguarda il nostro argomento, il passo più signi-ficativo e innovativo fu compiuto nel

1988 da Pro Kennex, che introdusse la “mamma” di tutte le racchette ellissoi-dali-tubolari di oggi (prima fra tutte la Babolat Pure Drive): la “Destiny”.

Pro Kennex Destiny,la mamma delle “tubolari”“You are my Destiny” era la scritta che, parafrasando il famoso pezzo di Paul Anka, imperversava su tutti i trafilet-ti pubblicitari dell’epoca (qui sopra nella foto) e alla luce dei fatti sem-bra ora più che mai una realtà, peccato che invece si rivelò un progetto quasi fallimentare. Ci furono vari tentativi, infatti, di riprodurre racchette a se-zione tubolare, anche da altre aziende come Maker’s, Estusa e Snauwaert, ma ebbero tutti esiti deludenti.Dagli Anni ’90 a oggi il passo è dav-vero breve. Se “Prestige” ancora oggi rappresenta l’esempio immutabile del telaio “boxed”, Babolat Pure Drive è l’i-cona della sezione tubolare. In mezzo però ora c’è il resto del mercato.

ora si cerca la...quadratura del cerchioLe soluzioni di “quadratura del cer-chio” o se volete di “arrotondamento del quadrato” sono al centro della ri-cerca di tutte le aziende. Il motivo è la sensibilità. Il tipo di sezione com-porta un’alterazione della rigidità del fusto, e conseguentemente delle doti prestazionali, ma anche del suono ge-nerato durante l’impatto, un elemento importantissimo nella ricerca della sensibilità. Molti tennisti, in relazione al suono grave o acuto prodotto dalla propria attrezzatura, pongono un me-tro di percezione. E allora ecco fiorire una serie smisurata di prodotti che con minime differenze vanno a coglie-re ogni sfumatura della percezione da impatto. Dall’ellisse totale di Babolat Pure Drive, Donnay Formula, Wilson Juice, Tecnifibre T-Flash, Mantis 300, One Strings Spin Deeper, Solinco Pro-

tocol alle semiellittiche Head Instinct, Völkl Super G8, Wilson Burn e Ultra, Head Extreme, dove in una sezione ti-pica ellissoidale la curvatura dell’arco si frammenta con varie spigolature, alle sezioni poligonali di Wilson Burn FST, Yonex EZone, Babolat Pure Aero, Gamma RZR, Head Radical, alle boxed old style come Züs Custom, Wilson Pro Staff, Pro Kennex Q-Tour, Mantis Tour, Solinco Pro, Prince Textreme Tour e la sempreverde Head Prestige.

Dal tipo di sezioneparte la tua sensazionePossiamo trovare questi ma centinaia di altri esempi per addentrarci nella ricerca che conduce a un solo obietti-vo: produrre un ricchissimo ventaglio di modelli per proporre sensazioni di-verse o adeguarsi alle disparate sensi-bilità dei tennisti.A ogni sezione un suono differente, una rigidità differente e una percezio-ne differente. Infine, un aspetto che ancora oggi si trascura ma che rap-presenta un altro elemento di grande importanza ai fini della prestazione, il cosiddetto “front beam”, cioè lo spes-sore della sezione frontale del telaio. Maggiore spessore = minore aerodina-micità ma anche maggiore stabilità del telaio. Chi ha provato Prince Textreme Tour ha da subito ricevuto sensazioni particolari e inedite. Il segreto sta for-se nel front beam? Gli ultimi anni hanno mostrato un de-ciso incremento della varietà dei telai, a fronte di un mercato sempre più esi-gente. È segnale positivo di un risveglio della ricerca sui materiali e sulle archi-tetture. A tutto vantaggio di chi gioca.

la regola del gioco

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inviateci via mail le vostre domandeI nostri esperti risolvono i vostri dubbi. Come? Semplicissimo: scriveteci all’indirizzo di posta elet-tronica [email protected] e spiegateci i vostri dubbi - o le vostre curiosità - di natura regolamentare. Sottoporremo i vostri messaggi ai nostri esperti del settore arbitrale della Fit e vi risponderemo sulle pagine di questa rubrica numero per numero.

Non solo warning,occhio alle multeVediamo le differenze tra un warning, che viene inflitto dall’arbitro di sedia durante l’incontro, e una vera e propria multa. Ecco chi può impartirla e che cosa cambia tra i tornei nazionali e quelli internazionali

A tutti i livelli di tornei, siano essi campionati a squadre, siano essi tor-nei individuali nazionali

o tornei internazionali, esiste una importante differenza, spesso non bene compresa dai giocatori, tra il provvedimento preso dall’arbitro nel corso della partita e i provvedi-menti del giudice arbitro a seguito della partita.

Durante o dopo?Nel corso della partita, principal-mente per controllare il match, l’arbitro ha a disposizione lo “schema di punteggio penalizzato” del codice di comportamento, per punire con intensità crescente le violazioni commesse da un gioca-tore: esso prevede l’attribuzione nei confronti del giocatore di un “avvertimento” dopo la prima vio-lazione, il “punto di penalità” do-po la seconda, il “gioco di penalità” dopo la terza, e dalla quarta in poi a discrezione del giudice arbitro e del tipo di violazione, ancora “gio-co di penalità” o addirittura “per-dita dell’incontro”, sanzione che viene anche detta “default”.

il provvedimentodi ammonizioneQuesto genere di sanzione ha va-lenza solo all’interno del match in cui viene inflitto e rimane tale sen-za ulteriori conseguenze. Qualora invece, al termine dell’incontro, il giudice arbitro dovesse ritenere gli episodi accaduti in campo partico-larmente gravi - o comunque me-ritevoli di una ulteriore sanzione - costui potrà completarlo, a livello nazionale, con un provvedimen-to di ammonizione. Con l’ammo-nizione il giudice arbitro segnala

al giudice sportivo competente il comportamento non corretto del giocatore, e rimanda a lui la deci-sione in merito a eventuali sanzio-ni pecuniarie o sospensive del gio-catore stesso.

tennis internazionale,decide il supervisorA livello internazionale, invece, il

giudice arbitro (detto anche “su-pervisor”), potrà direttamente sta-bilire il tipo di sanzione pecuniaria da infliggere al giocatore, secondo il rispetto di una tabella che asse-gna un minimo e un massimo di sanzione pecuniaria da attribuire. I rispettivi valori variano in base al tipo di violazione commessa e in base al montepremi del torneo.

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