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I.C. RICASOLI TORINO ESPERIENZE E LABORATORI Report a cura di: Di Scianni Sandra 1. RETE “CON I NOSTRI OCCHI” (IC “Via Ricasoli” Scuola Capofila) REFERENTI: Andronico Antonella, Di Scianni Sandra, Passaggio Annamaria CLASSE/I BREVE DESCRIZIONE classi prime e seconde scuola media “Rosselli”; classi terze e quarte scuola primaria “Muratori”; classi quinte scuola primaria “Fontana”; sezioni B e C scuola dell’Infanzia “Rodari” L’IC condivide il Patto educativo scuola famiglia, che si realizza secondo le indicazioni della Metodologia Pedagogia dei Genitori, la quale valorizza competenze e conoscenze educative della famiglia, collegandole a quelle dei docenti. I genitori conoscono la specificità del figlio, mentre i docenti conoscono la classe, la loro materia e i metodi con i quali insegnarla, saperi diversi ma complementari. La Metodologia offre alla Scuola un apparato scientifico, azioni e strumenti per la crescita umana e cognitiva del figlio alunno, con la consapevolezza che il successo formativo si fonda sull’accordo tra adulti di riferimento: docenti e genitori. L’Istituto, condividendo tali principi della è Scuola capofila della rete di scuole “Con i nostri Occhi ” che prevede: scambio delle esperienze (anche attraverso l’uso della piattaforma, di materiali condivisi e forum); cooperazione (tutoring nella realizzazione degli Strumenti della Metodologia); condivisione (progetti e percorsi in comune); formazione, studio e ricerca; partecipazione alle attività ricorsive annuali. Metodologia Pedagogia dei Genitori La Metodologia Pedagogia dei Genitori sottolinea che la famiglia è componente essenziale e insostituibile dell’educazione. Spesso le viene attribuito un ruolo debole e passivo che induce alla delega agli esperti. La famiglia possiede risorse e competenze che devono essere riconosciute dalle altre agenzie educative. La Metodologia evidenzia la dignità dell’azione pedagogica dei genitori come esperti educativi tramite la narrazione degli itinerari educativi compiuti con i figli. Trova modalità nuove ed efficaci per avviare un dialogo ed una collaborazione tra i vari attori del contesto scolastico. Offre strumenti per avviare una maggiore conoscenza tra genitori, insegnanti, dirigenti, collaboratori mettendo in comune le esperienze di vita.

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I.C. RICASOLI TORINOESPERIENZE E LABORATORIReport a cura di: Di Scianni Sandra

1. RETE “CON I NOSTRI OCCHI” (IC “Via Ricasoli” Scuola Capofila)

REFERENTI: Andronico Antonella, Di Scianni Sandra, Passaggio Annamaria

CLASSE/I BREVE DESCRIZIONE

classi prime e seconde scuola media “Rosselli”;

classi terze e quarte scuola primaria “Muratori”;

classi quinte scuola primaria “Fontana”;

sezioni B e C scuola dell’Infanzia “Rodari”

L’IC condivide il Patto educativo scuola famiglia, che si realizza secondo le indicazioni della Metodologia Pedagogia dei Genitori, la quale valorizza competenze e conoscenze educative della famiglia, collegandole a quelle dei docenti. I genitori conoscono la specificità del figlio, mentre i docenti conoscono la classe, la loro materia e i metodi con i quali insegnarla, saperi diversi ma complementari. La Metodologia offre alla Scuola un apparato scientifico, azioni e strumenti per la crescita umana e cognitiva del figlio alunno, con la consapevolezza che il successo formativo si fonda sull’accordo tra adulti di riferimento: docenti e genitori.L’Istituto, condividendo tali principi della è Scuola capofila della rete di scuole “Con i nostri Occhi ” che prevede:

scambio delle esperienze (anche attraverso l’uso della piattaforma, di materiali condivisi e forum);

cooperazione (tutoring nella realizzazione degli Strumenti della Metodologia);

condivisione (progetti e percorsi in comune); formazione, studio e ricerca; partecipazione alle attività ricorsive annuali.

Metodologia Pedagogia dei GenitoriLa Metodologia Pedagogia dei Genitori sottolinea che la famiglia è componente essenziale e insostituibile dell’educazione. Spesso le viene attribuito un ruolo debole e passivo che induce alla delega agli esperti. La famiglia possiede risorse e competenze che devono essere riconosciute dalle altre agenzie educative.La Metodologia evidenzia la dignità dell’azione pedagogica dei genitori come esperti educativi tramite la narrazione degli itinerari educativi compiuti con i figli.Trova modalità nuove ed efficaci per avviare un dialogo ed una collaborazione tra i vari attori del contesto scolastico. Offre strumenti per avviare una maggiore conoscenza tra genitori, insegnanti, dirigenti, collaboratori mettendo in comune le esperienze di vita.

2. LA FABBRICA DELLE IMMAGINI

DOCENTI REFERENTI: Ferrante Andrea, Orlandi Maurizio

CLASSE/I BREVE DESCRIZIONE

scuola primaria plesso Fontana;

scuola secondaria di

ll progetto “La Fabbrica delle Immagini”, attivo, con declinazioni differenti, presso la scuola primaria “Fontana” e presso la scuola secondaria di primo grado “Rosselli” si prefigge di realizzare una didattica innovativa e creativa attraverso l’utilizzo di SPAZI LABORATORIALI MULTIMEDIALI e MULTIFUNZIONALI.L’Istituto comprensivo svolge infatti da tempo una serie di attività interessanti da un punto di vista dell’utilizzo consapevole e critico delle tecnologie, coinvolgendo gli

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primo grado Rosselli.

alunni nelle varie fasi di progettazione e di realizzazione di prodotti multimediali quali:

presentazioni e libri digitali; avvicinamento al linguaggio cinematografico (sequenze, campi, piani); realizzazione di video-animazioni per illustrare specifici percorsi di

apprendimento e varie fasi di realizzazione di attività (curriculari ed extracurriculari).

produzione di Video di documentazione delle attività realizzate, interviste intorno ad argomenti quali la guerra, la shoah, i profughi e la scuola quando era frequentata dai nonni,

animazioni con gli alunni utilizzando tecniche diverse (in particolare video di animazione nella scuola primaria);

realizzazione di documentari finalizzati a ricostruire e raccontare la storia del quartiere Vanchiglia-Vanchiglietta (rivolti in particolare agli allievi della scuola secondaria di primo grado).

Tra gli obiettivi del progetto rientrano: comprendere le intenzioni degli autori dei messaggi visivi e audiovisivi, riconoscere la varietà dei messaggi audiovisivi presenti nell’ambiente, sviluppare le capacità di leggere in modo consapevole e critico i messaggi costruiti attraverso il linguaggio delle immagini dinamiche associate al sonoro, progettare e realizzare strumenti informativi audiovisivi utilizzando la tecnologia informatica, sviluppare la capacità di operare in un team cooperativo dove ognuno contribuisce con le proprie competenze alla realizzazione di un prodotto comune.Il progetto intende anche prevenire e ridurre la dispersione scolastica favorendo la maturazione degli alunni attraverso il loro coinvolgimento attivo in tutte le fasi progettuali. I laboratori sono aperti agli allievi e, in alcuni momenti del percorso, anche alle famiglie e al Territorio. Si tratta di uno SPAZIO FISICO che rappresenta un importante punto di riferimento per gli abitanti del quartiere Vanchiglia-Vanchiglietta, in cui viene avviata un’attività didattica e culturale di recupero delle "testimonianze" orali e visive intese come patrimonio per trasmettere e consolidare negli allievi e nelle loro famiglie il senso della "memoria" e dell’appartenenza all'interno del territorio.Il lavoro si prefigge anche l’obiettivo di stimolare negli allievi un interesse più efficace e proficuo verso linguaggi e strumenti della comunicazione legati al mondo degli audiovisivi, intesi nell’accezione più ampia del termine (Videocamere, Tablet, Cellulari, I Phone…). Per gli allievi della scuola secondaria di primo grado, infine, il Progetto rappresenta un’ulteriore strumento per orientare, in modo diretto e consapevole, alle future scelte scolastiche.

Nell’ambito di questo Progetto l’IC ha prodotto, nel corrente anno scolastico, una clip presentata in occasione della Settimana del PNSD (a cura dell’ins. Ferrante) e nell’anno scolastico 2014/15 il documentario “Quando c’era la guerra nel Borgo del fumo” (a cura dell’ins. Orlandi), premiato al Sottodiciotto Film Festival e nell’ambito della Rassegna curata dal Museo della Resistenza.

3. MUSE-EDOCENTE REFERENTE: Carmen Avili

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CLASSE/I BREVE DESCRIZIONE

Intero istituto Il Progetto multiculturale in convenzione con l’Associazione “Muse-e” è un percorso artistico-pedagogico che utilizza ARTE, MUSICA, CANTO, TEATRO, MOVIMENTO, ARTI FIGURATIVE e MIMO favorendo l’’integrazione e contribuendo a valorizzare tutte le esperienze espressive e le diverse specificità culturali degli allievi dell’IC, accrescendo l’autostima e rispetto degli altri.L’adesione al progetto Mus-e (attivo nella scuola Fontana da dodici anni e progressivamente esteso a tutti gli altri plessi dell’Istituto, dopo la costituzione dell’Istituto Comprensivo), nasce dalla convinzione che l'arte sia uno degli aspetti significativi dell'esperienza umana, mezzo di conoscenza e di formazione e, di conseguenza, risorsa per l'apprendimento. Le attività proposte alle classi all’interno dei laboratori Mus-e, attraverso il valore aggiunto del “rapporto con l’arte” e del “rapporto personale e continuativo con l’artista”, favoriscano il processo globale di crescita, potenziano le abilità trasversali, valorizzano le eccellenze, consentono nuove modalità di recupero. Il Progetto raccoglie consensi dagli insegnanti, dagli alunni, dalle famiglie che lo sostengono in vari modi. I genitori apprezzano i progressi dei bambini cogliendo non solo durante le lezioni aperte, ma anche nella quotidianità, apprendimenti e atteggiamenti riconducibili alle attività Mus-e; riferiscono che i bambini esprimono in più situazioni il loro entusiasmo; colgono il livello di collaborazione raggiunto dal gruppo.Tutti gli anni, anche nell’avvicendarsi d'insegnanti e artisti, gli aspetti positivi evidenziati rimangono sostanzialmente immutati e riconducibili alle seguenti categorie:

Efficacia della metodologia laboratoriale per rafforzare le abilità di base e per “produrre e divulgare esperienze personali e collettive". Vengono segnalate l’attenzione all’esperienza precedente e la valorizzazione delle capacità di ogni bambino.

Realizzazione delle attività in un clima di partecipazione serena e collaborativa.

Contributo allo sviluppo delle competenze relazionali;

Contributo al raggiungimento di obiettivi formativi (vengono, tra gli altri indicati, l’acquisizione della capacità di rispettare sé e gli altri, lo sviluppo della consapevolezza e della fiducia in se stesso, il progredire delle capacità comunicative e di espressione utilizzando vari linguaggi, di ascolto, di manipolazione, l’intuizione delle capacità comunicative e formative dell’arte, la percezione della propria cultura e delle culture “altre”, il riconoscimento della diversità come valore).

Contributo allo sviluppo di abilità trasversali (capacità di ascolto, d’attenzione, di concentrazione, di espressione, di orientamento, di memorizzazione e di autocontrollo, capacità di aprire lo spazio interiore alla creatività).

Contributo all’acquisizione di competenze (linguistiche, espressive e sociali nell’ottica di “imparare a imparare”; abitudine a ricercare strategie personali e di gruppo, a sperimentare, rielaborare, costruire, progettare e pianificare, interpretare; a gestire i tempi, gli spazi e i contenuti delle lezioni aperte e degli spettacoli).

Contributo al raggiungimento di obiettivi specifici di alcuni ambiti disciplinari, grazie anche all’intreccio tra le attività Mus- e l’attività didattica.

Efficacia dei percorsi per i bambini con difficoltà di apprendimento, diversamente abili e stranieri, che trovano nei linguaggi non verbali canali privilegiati di espressione e piena valorizzazione delle loro potenzialità.

Correlazione tra il miglioramento del clima della classe e il progredire degli apprendimenti curricolari.

Qualità del rapporto con gli artisti che entrano a far parte della vita della classe, ne conoscono le risorse e le criticità, condividono metodologie e adeguano le attività di laboratorio alla realtà di ogni singola classe. Artisti e insegnanti costituiscono uno speciale team che si avvale delle competenze pedagogiche e didattiche degli insegnanti e della visione divergente degli artisti. Gli

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insegnanti, a partire dalle attività di laboratorio, trovano validi spunti operativi utilizzabili in vari ambiti disciplinari e possono osservare i loro alunni da un punto di vista inconsueto.

Importanza delle lezioni aperte come momento altamente gratificante.

A fine percorso è previsto, a documentazione e completamento delle attività svolte nel corso dell’anno scolastico, l’allestimento di MOSTRE con i prodotti finali realizzati dalle classi partecipanti e LEZIONI APERTE (per quanto riguarda TEATRO e CANTO CORALE).

4. ARCHIVIO STORICO “LEONE FONTANA”DOCENTI REFERENTI: Mariella Maimone, Margherita Marengo

Plesso Leone Fontana

L’Archivio storico della scuola primaria “Leone Fontana” è stato strutturato come un laboratorio che raccoglie la storia della scuola Fontana in modo da permettere agli alunni/e di collocare la loro storia personale e di scolari all’interno della linea del tempo che descrive quella della scuola e quella degli avvenimenti più importanti della storia contemporanea.Nell’Archivio sono conservate carte di corrispondenza, protocolli, registri, fascicoli personali degli insegnanti dal 1911 al 1972; la parte più ricca di documentazione parte dal 1932 anno in cui la scuola è diventata statale.Nell’archivio sono esposte foto, pagelle, fotocopie di documenti d’archivio; nella biblioteca dell’Archivio sono raccolti libri di testo e di narrativa del periodo fascista e degli anni immediatamente successivi alla liberazione; si possono inoltre trovare libri e cartine che riguardano la storia di Torino, del quartiere Vanchiglia.

Quest’anno sono stati riordinati i libri prodotti dalle classi dal 1994 ad oggi, il catalogo dei libri raccolti sarà fruibile online. I libri depositati in copia unica possono essere consultati solo in archivio, gli altri possono essere presi in prestito.

Si elencano qui di seguito una serie di attività che le classi possono fare in Archivio, altre si possono concordate con le classi che fossero interessate, anche di altre istituzioni scolastiche.

Visita all’archivio storico, osservazione della linea del tempo che percorre la storia della nostra scuola, collocazione temporale: oggi, le date di nascita, andiamo indietro nel tempo, la costruzione della scuola. Attività sulle generazioni.

Ricerca di documenti utili per le attività di storia della scuola, osservazione e confronto su documenti fotografici (foto di classe) pagelle, quaderni, alfabetieri, libri di testo, registri scolastici.

Sergio Liberovici e la scuola Fontana, sarà possibile continuare la ricerca sul Grande Chiasso, potrebbe essere interessante condurre una ricerca che utilizzi le proposte fatte nel 1983 sul chiasso che circondava i bambini allora e paragonarlo con quello di oggi, cosa è cambiato, cosa no, ecc. Sono possibili collaborazioni con ricercatori-musicisti, ma il tutto è ancora da verificare. È ipotizzabile un evento sulla figura di Liberovici, sui suoi lavori con la scuola, in collaborazione con l’Istoreto da realizzarsi in primavera.

Ricerca sulla Prima guerra Mondiale, i profughi alla scuola Fontana. La ricerca iniziata l’anno scorso continuerà anche in questo anno scolastico per concludere il lavoro, nell’anno 1916/17 la Fontana continuò ad ospitare diverse tipologie di profughi: famiglie, soldati austriaci ex prigionieri dei russi.

Ricerca Prima Guerra Mondiale le lapidi poste nella scuola. Le lapidi di marmo furono poste nel 1926 dal fascismo, volevano ricordare i morti ma allo stesso tempo esplicitare il compito della scuola: formare i futuri soldati e le loro madri. Molti documenti conservati in Archivio permettono di ricostruire la militarizzazione dell’infanzia durante il fascismo.

La scuola durante il periodo fascista, la seconda guerra mondiale. La documentazione permette di ricostruire la storia della scuola, della nostra città, del paese dal 1932 al 1945. Le ricerche possono essere accompagnate da interviste a testimoni.

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Il giorno della Memoria, i documenti d’archivio che testimoniano la persecuzione razziale.

Le colonie italiane in Africa, documenti d’archivio e testi tratti dai libri di testo del periodo fascista. È inoltre consultabile il lavoro realizzato dalle classi quinte nell’anno scolastico 2012/13.

Percorsi di ricerca concordati

L’”Archivio storico Fontana” aderisce alla Rete degli archivi scolastici (I.T.C. Quintino Sella scuola Capofila).

5. MUSEI SCOLASTICIDOCENTE REFERENTE: Anna Donvito, Felice Fazzolari

Plessi Rosselli e Muratori

CLASSE/I BREVE DESCRIZIONE

Intero Istituto I Musei scolastici rappresentano una modalità didattica di tipo trasversale, che favorisce la maturazione degli alunni attraverso il loro coinvolgimento attivo. Presso l’Istituto sono allestiti i seguenti Musei scolastici:

- Il Museo di Scienze, presso la scuola secondaria di primo grado “Rosselli” che raccoglie una rassegna di strumenti didattici scientifici ereditati dalla Scuola Tecnica superiore Lagrange (fondata nel 1861);

- Il Museo didattico, presso la scuola primaria “Muratori”, nel quale sono raccolti, in particolare, materiali didattici montessoriani.

I Musei scolastici sono soprattutto:

- un insieme di oggetti didattici, storici ma anche contemporanei, che testimoniano la storia e l'identità della scuola;

- un luogo di inclusione dove tutti possono riconoscersi, senza distinzione di età, lingua, cultura;

- una palestra di apprendimento di un metodo di studio attraverso le fonti;- una memoria collettiva della comunità, rappresentando appieno il concetto di patrimonio condiviso e appartenente a ciascuno di noi.

- un modalità di lavoro accattivante e concreta che stimola la motivazione, la partecipazione attiva e dinamica degli studenti, l’impegno e il desiderio ad apprendere.

Nel corrente anno scolastico il progetto “Musei scolastici” prevede:

- percorsi laboratoriali dedicati alla conoscenza e alla catalogazione dei materiali presenti attraverso la realizzazione di schede descrittive, anche con il supporto di strumenti multimediali (in particolare il software Edmodo);

- visita delle collezioni, in particolare in occasione della giornata dedicata ad “Adotta un monumento”.

L’IC ha aderito inoltre, in qualità di vice-capofila, alla “Rete dei Musei Scolastici” in collaborazione con il Comune di Torino e l’Associazione Strumento Testa. La rete ha l’obiettivo in particolare di favorire attraverso i Musei scolastici lo scambio di esperienze, la produzione di materiale condiviso, la sperimentazione su ambienti di apprendimento, metodi, tecniche e tecnologie.

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6. IL MONDO IN CLASSE: GLI ORTI CREATIVIDOCENTE REFERENTE: Furci Maria Francesca

Plesso Muratori

“IL MONDO IN CLASSE” vuole essere una sorta di macro-contenitore che congloba iniziative e progetti legati al territorio. Il progetto coinvolge una o più classi del plesso “Muratori” e viene svolto nell'ambito della programmazione di religione e attività alternativa. Educa al rispetto dell’ambiente, alla corretta alimentazione, al senso di responsabilità, alla collaborazione e alla disponibilità verso l’altro (in collaborazione con l’associazione Teknè).

"IL MONDO IN CLASSE" perché RISPETTO e DIVERSITA' sono il denominatore comune di una realtà multiculturale, dove le culture si incontrano e si mescolano, dando vita a classi "colorate" e ricche di alunni con vissuti, usi, costumi, religioni e abitudini diverse.. Ogni classe ha una sua “particolare ricchezza” proprio per la diversità degli alunni che la compongono. IL RISPETTO è la parola chiave che sta alla base di ogni società civile e la scuola, attraverso l'educazione, ha il doveroso compito di promuovere tale valore universale.

Nel corrente a.s. si vuole sottolineare l'importanza della " terra" come fonte di nutrimento per l'uomo. A tale scopo è stato allestito dalle classi un orto nel Parco del Meisino. Si tratta di un orto in particolare, assegnato all'associazione Teknè.

7. NESSUNO RESTA FUORIDOCENTE REFERENTE: Patrizia Delsoldato

Plesso Fontana:

Il progetto ha come filo conduttore il valore dell’amicizia e lo stare bene insieme. La valorizzazione delle potenzialità di ognuno e la costruzione del rispetto dell’altro. Avvia alla sensibilizzazione del prendersi cura dell’altro anche in presenza di tipologie di barriere con esempi concreti di abbattimento. Progetto di religione/attività alternativa.L’istituzione scolastica può e deve operare per la prevenzione delle difficoltà relazionali del bambino, utilizzando per questo scopo l’educazione socio-affettiva come disciplina trasversale anche durante l’insegnamento della Religione e dell’Educazione alla Pace (Attività alternativa). Sicuramente, esse possono contribuire a rafforzare il gruppo classe, stimolando i bambini ad aprirsi all’Altro nel rispetto di qualsiasi forma di “diversità”. Infatti il progetto dalla classe 1° alla 5° si struttura progressivamente in modo sempre più specifico con metodologia laboratoriale, con la durata di dieci incontri all’anno. Si Utilizzano anche supporti tecnologici e multimediali per produrre contenuti costruttivi e positivi con forme innovative (libri multimediali e animazioni) che permettano al bambino di sviluppare e di presentare le diverse tematiche anche con codici e linguaggi della società attuale.

- Classe 1°: Educare al valore dello stare bene insieme, all’amicizia, alla forza della vita di gruppo, al rispetto reciproco, alla conoscenza e al riconoscimento delle proprie emozioni per mezzo del linguaggio affettivo. Prendere coscienza dello stare bene in classe.

- Classe 2°: Incoraggiare ogni bambino a collaborare alla vita del gruppo classe per mezzo del rispetto, dell’ascolto reciproco, della generosità gratuita, imparando a riconoscere anche le emozioni degli altri per mezzo del linguaggio affettivo. Accrescere la fiducia in se stessi e verso gli altri e la capacità di conoscenza del gruppo classe. - Classe 3°: Priorità a far comprendere ai bambini il valore degli Altri, inteso come rispetto dell’altro “diverso” per cultura ed etnia. Si approfondiscono i “bisogni” dei bambini e i loro diritti (Convenzione Nazionale sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza). Attivare comportamenti di fratellanza per giungere alla reciprocità e al dialogo. Conversazioni di gruppo sia guidate che libere con lo scopo di creare un clima positivo e sereno in cui ogni bambino può esprimere la propria opinione, sottolineando l’importanza dell’ascolto nei confronti dei propri amici.

- Classe 4°: Educare alla sensibilità e al prendersi cura dell’Altro. Riconoscere che la “diversità”, intesa anche come “diversa abilità”, è una risorsa per la comunità. Collaborare con il gruppo e aiutare chi è in difficoltà, attivando processi interiori di rispetto, solidarietà e comunicazione sociale positiva. Intervento di Gianni Minasso e Antonella Benedicenti (associazione UILDM di Torino) col progetto: “Ciao, Io sono diverso,e tu?” (ITER- Crescere in città 2014-2015 – comune di Torino).

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- Classe 5°: L’intento è di far maturare e sviluppare maggiormente il concetto di rispetto, conoscenza e dialogo con chi è “diverso” per cultura, etnia e diversa abilità prendendo spunto dalla cosiddetta “Regola d’oro”: “Fare agli altri quello che vorremmo fosse fatto a noi”. Comprendere che anche le diverse culture del mondo, pur nella loro diversità, possono offrire stili di vita da seguire e contribuiscono al rispetto dell’individuo. Conoscere persone di ieri e di oggi che testimoniano con la loro vita il valore della dignità umana. Rafforzare la condivisione, attraverso il lavoro cooperativo, per partecipare attivamente e consapevolmente alla vita di gruppo. Potenziare la sensibilità e al prendersi cura dell’altro anche sulla presenza di diverse tipologie di barriere (architettoniche, percettive e psicologiche), mettendo in pratica esempi concreti di abbattimento di tali ostacoli. Intervento delle associazioni: UILDM (Unione Italiana Lotta Distrofia Muscolare di Torino) con i referenti: Antonella Benedicenti e Gianni Minasso e APRI (Associazione Pro Retinopatici ed Ipovedenti) con la referente psicologa esperta in riabilitazione visiva: Simona Guida; col progetto: “Abbasso le barriere” (ITER- Crescere in città - comune di Torino).

8. VANCHIGLIA, UN QUARTIERE, TANTE FAMIGLIE.DOCENTI REFERENTI: Barbara Chiarilli, Annamaria Tulliach, Maria Zindato

Plesso Rosselli

Si tratta di un Progetto di ATTIVITÀ TEATRALE finalizzato alla progettazione e realizzazione di uno spettacolo di fine anno scolastico che vede coinvolti tutti gli studenti della scuola secondaria di primo grado nella realizzazione di un unico spettacolo complessivo. L’accento è posto sul fatto che il modello famigliare in questi ultimi anni è decisamente cambiato e rappresenta lo specchio della società attuale sempre più complessa e pluricentrica. Si intende anche raccontare il legame delle famiglie con il quartiere di appartenenza e con la scuola. Attraverso l’attività teatrale si intende favorire in particolare lo scambio tra il territorio e le istituzioni scolastiche.L’attività teatrale rappresenta inoltre una modalità didattico-educativa trasversale che permette il raggiungimento delle seguenti finalità:

- favorire la concentrazione, l’attenzione e l’autocontrollo;- utilizzare in maniera più consapevole, efficace ed espressiva la voce;- utilizzare in maniera più consapevole, efficace ed espressiva il movimento del proprio corpo;- saper collaborare con gli altri;- saper muoversi in maniera consapevole nello spazio scenico;- sviluppare la creatività;- sviluppare la capacità di osservazione.

Il progetto è articolato in due fasi:

Primo quadrimestre:- gli allievi sono invitati a elaborare testi personali sulle loro famiglie. - si propongono alle classi esercizi di improvvisazione e di espressione corporea propedeutici al

lavoro teatrale vero e proprio sul testo.

Secondo quadrimestre:- il materiale prodotto dalle classi è utilizzato per scrivere la drammaturgia dello spettacolo;- le classi si dedicano alle prove dello spettacolo, che prevede scene recitate, canti e danze.

9. MUSEIDOCENTE REFERENTE: Carmen Avili

Intero Istituto

l’opera d’arte.Saper intervenire Il Progetto Musei intende consolidare la collaborazione Scuola/Museo e realizzare progetti in partenariato utilizzando i Musei cittadini come spazi educativi paralleli alla scuola e come risorsa per l'apprendimento, per il raggiungimento di obiettivi comportamentali, linguistici, storici, oltre che artistici.

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I Laboratori, in convenzione con i Musei cittadini consentono di sperimentare strategie di apprendimento che favoriscono il processo globale di crescita, il potenziamento e il recupero, fornendo attraverso l’arte strumenti d’integrazione.La metodologia utilizzata parte dai saperi e dalle esperienze personali di ogni singolo per arrivare, attraverso il dialogo e la discussione, alla costruzione di un sapere condiviso dal gruppo. I bambini lavoreranno a classe intera e a gruppi, a scuola e nel Museo.

Nel corrente anno scolastico i Laboratori in convenzione attivati riguardano i seguenti percorsi didattici:

- GAM , Fondazione Torino Musei; - “La Vita Sulla Terra”, in collaborazione Con Il Museo Regionale Di Scienze Naturali Di Torino;- “Arrivare per restare. arrivare per ripartire. Popoli di ieri e popoli di oggi: un unico popolo”, in

convenzione con la Soprintendenza ai beni archeologici del Piemonte-Museo di Antichità;- Palazzo Madama, Fondazione Torino musei; - Museo dell’automobile.

Obiettivi generali del Progetto sono:

Conoscere e scoprire il Museo come luogo dinamico, ludico e interattivo. Predisporre iniziative di coinvolgimento dei genitori affinché le attività svolte con gli alunni

possano avere riscontro nell'ambito familiare e sociale, oltre che in quello scolastico. Scoprire in modo pertinente nelle fasi di osservazione di opere d’arte e nelle fasi di discussione

precedenti la produzione personale. Saper riconoscere gli elementi formali costitutivi delle diverse tipologie di opere: i materiali, la

tecnica, il colore, la forma, la composizione, il ritmo, la staticità o il movimento. Saper usare strumenti e tecniche per esprimersi e comunicare attraverso forme, colori e segni. Acquisire un comportamento adeguato all’ambiente Museo e laboratorio. Saper riferire in modo chiaro le conoscenze acquisite.