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La Commissione Benessere, accogliendo la proposta del Dirigente Scolastico e di numerosi colleghi dei plessi, mette a disposizione il materiale reperito, organizzato e in parte illustrato nel recente incontro di formazione.

Si è pensato di fare cosa utile nel coniugare qualche inevitabile riferimento teorico ad applicazioni pratiche di immediata fruizione, intendendo con ciò offrire conoscenze ed informazioni accreditate (autori e orientamenti culturali presenti del panorama pedagogico attuale) su cui ciascuno possa riflettere e migliorare il proprio patrimonio esperienziale e tecnico e diventare così in grado di comprendere meglio scopi e significati degli esercizi proposti. Questi ultimi rappresentano infatti degli stimoli esemplificativi che ogni team docente potrà adattare in modo flessibile e creativo alla propria classe: in tal senso, i giochi e le esercitazioni indicate per i ragazzi più grandi possono, con opportune varianti, essere proposti anche ad alunni di età minore e viceversa. A volte basta solo cominciare e le nuove idee vengono di conseguenza.

Grazie per l’attenzione e per ogni suggerimento o richiesta che possa rendere più finalizzato e utile il lavoro della Commissione.

La referente Ileana Santià

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1: Interazione promozionale in classe

Comportamenti dell'insegnante:

• dimostrare un atteggiamento aperto e cordiale

• esprimere sincerità e maturità emotiva

• saper creare un rapporto personale con lo studente- chiamarlo per nome- salutarlo- conoscere e apprezzare i suoi interessi- dimostrargli stima- farsi conoscere come persona nei propri interessi e opinioni;

• saper esprimere un comportamento diretto e immediato con lo studente, mediante- contatto con gli occhi- gesticolare personale, ma non estroso e strano- voce espressiva- posizione del corpo distesa

• evitare di- essere insincero;- avere secondi fini;- umiliare lo studente quando commette sbagli;- reagire in modo sproporzionato a quello che è successo;- fare favoritismi;- confondere fermezza con comportamento autoritario.

Per creare un buon clima nella classe è importante inoltre richiamare l'attenzione degli studenti sugli scopi che si intendono perseguire attraverso le singole attività:

• rendere consapevoli gli studenti di quello che hanno appreso

• impegnare la mente degli studenti in attività significative e giustificate

• aiutare a connettere contenuti appresi e compiti svolti in occasioni distinte

• far precedere le attività da sintesi che diano senso al lavoro da affrontare in seguito.

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Interazione tra i membri del gruppo

Indicazioni di ordine generale:

• applicare all'inizio strutture di cooperative learning informale (attività brevi e in coppie che cambiano continuamente)

• offrire l'opportunità di aderire liberamente al lavoro di gruppo

• proporre attività con lo scopo di migliorare la comunicazione

• proporre attività con lo scopo di migliorare il rispetto reciproco

• proporre attività con lo scopo di favorire il senso di appartenenza

• sostenere gli elementi "deboli" (isolati, timidi, chiusi)

• indurre la riflessione sullo sviluppo della conoscenza reciproca e sui cambiamenti delle relazioni interpersonali.

2.Il segnale del silenzio (autore: Kagan)

Gli insegnanti impiegano una gran quantità di tempo e di energia nel tentativo di far tacere la classe e di ottenerel'attenzione dei loro studenti spesso senza risultato.C'è una soluzione semplice: un segnale del silenzio. Intere scuole hanno adottato il segnale del silenzio, una mano alzata.Funziona bene nello scuolabus, al bar, in assemblea, in classe. Quando un insegnante alza la mano, gli studenti devono fare lo stesso e rivolgere la loro attenzione all'insegnante.

Il segnale del silenzio:

1. Mano in alto, smettere di parlare, smettere di fare2. Segnalarlo agli altri3. Guardare4. Ascoltare

Quando si introduce il segnale del silenzio, è utile dare una piccola spiegazione agli studenti. Dopo aver formato i gruppi, l'insegnante spiega che in una classe organizzata in gruppi esiste una tendenza naturale a diventare troppo rumorosi: quando un gruppo parla, il gruppo vicino deve parlare un po’ più forte per farsi

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sentire e questo spinge il primo gruppo ad alzare la voce. Così il livello di rumore aumenta.Per avere l'attenzione della classe, l'insegnante non può urlare più degli studenti. L'insegnante afferma che la classe può risolvere questo problema se impara a rispondere immediatamente al segnale del silenzio.Il segnale del silenzio è un segnale per far smettere gli studenti di parlare, per concentrare l'attenzione sull'insegnante, per farli stare fermi con le mani e col corpo.Gli insegnanti scelgono segnali diversi per gli studenti; alcuni chiedono semplicemente l'attenzione dicendo: «Posso avere la vostra attenzione per favore?». Altri accendono e spengono la luce per un momento. Altri suonano un campanello.II segnale preferibile è l'insegnante che alza la mano. Questo segnale conviene perché l'insegnante non deve parlare più forte del livello di rumore del gruppo e perché non deve andare a suonare il campanello o ad accendere la luce.Una sfumatura simpatica da aggiungere al segnale della mano alzata è che quando gli studenti vedono l'insegnante con la mano alzata, anche loro alzano la mano.Così quando l'insegnante ha bisogno dell'attenzione della classe, alza la mano.Questo viene subito seguito dagli studenti vicini che alzano la mano e ciò porta gli altri studenti a fare lo stesso. La mano alzata dell'insegnante è come il sasso caduto nello stagno: l'attenzione silenziosa si diffonde dall'insegnante alla classe come un cerchio nell'acqua.

Alcune variazioni del segnale del silenzio

1. Segnali diversi. Ci sono segnali diversi, uno serve semplicemente per abbassare il livello di rumore (abbassare lentamente la mano in senso orizzontale), un altro per abbassare il livello di rumore o concentrare l'attenzione degli studenti sull'insegnante (braccio in alto, dito indice in alto).2. Carte del segnale d'arresto. L'insegnante mette una carta verde sul tavolo dei gruppi che stanno lavorando bene, una carta gialla se devono abbassare un po’ il tono, una rossa, se c'è bisogno che stiano in silenzio e contino fino a 10 prima di riprendere l'interazione.3. Responsabile del silenzio. Ogni gruppo ha un responsabile del silenzio il cui lavoro è richiamare gli studenti quan do parlano a voce troppo alta. II responsabile del silenzio può usare le carte come segnale d'arresto o un solo segnale.4. Un timer. Usate un timer per abbassare il livello di rumore. Il timer parte a intervalli stabiliti dall'insegnante e gli studenti si mettono in silenzio e riflettono se stanno usando bene il loro tono di voce.6. Controllo cronometrico. Usando un timer si contano i secondi che gli alunni impiegano per star zitti e prestare attenzione. I secondi vengono poi ai minuti di intervallo, di gioco, di attività libera ecc…

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3. Lancia a turno o gomitolo

Obiettivo: intervenire tutti in una conversazione rispettando il proprio turno

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4. Regole di classe (autore: KAGAN)

Le regole di classe sono molto utili. È bene che siano gli studenti a stabilirle piuttosto che vengano loro imposte.Avere una regola come «Tratta gli altri con rispetto» creata dagli studenti o almeno ritenuta giusta, più efficace di avere una regola inventata e imposta dall'insegnante.Spesso il modo in cui gli studenti creano le regole li fa riflettere sull'interazione del loro gruppo. Quando gli studenti dicono onestamente come si sentono, quando ricevono una critica invece di essere elogiati, è più probabile che approvinola regola di trattare gli altri con rispetto.

Regole della classe cooperativa

1. Responsabilità individuale: «io sono responsabile di...».Provare: valutazioni basate sul miglioramento.Chiedere: chiedere l'aiuto dei compagni di gruppo.Aiutare: offrire aiuto ai compagni di gruppo.Cortesia: fare richieste educate e mostrare apprezzamento.Sostegno: dare premi, incoraggiamento e sostegno (non criticare).

2. Responsabilità di gruppo: «noi siamo responsabili di...»Risolvere: proviamo a risolvere i nostri problemi.Fare domande ai gruppi: chiediamo ai compagni di gruppo prima di chiedere all'insegnante.Aiutare: aiutiamo gli altri gruppi, i compagni di classe e l'insegnante.Tono di voce: usiamo un tono di voce per farci sentire dai compagni di gruppo, ma non dagli altri gruppi.Coprire i ruoliResponsabile della verifica: verificare la comprensione e il gradimento.Elogiatore: premiare gli sforzi e le idee.Responsabile della memoria: registrare le idee e le decisioni.Custode dell'obiettivo: riportare il gruppo al compito.Responsabile della partecipazione equa: assicurarsi che tutti partecipino (nè prepotenti, né scansafatiche).Reporter: comunica con gli altri gruppi, con la classe e l'insegnante.

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CHIAREZZA NELLA COMUNICAZIONE

Un elemento importante affinché il sistema digestione dell'apprendimento cooperativo abbia successo, è la comunicazione chiara delle aspettative.L'insegnante definisce innanzitutto quei comportamenti che sono necessari per il buon funzionamento della classe e quelli che sono apprezzati.

I comportamenti necessari comprendono: diventare rapidamente calmi e molto attenti quando l'insegnante lo chiede.

I comportamenti apprezzati comprendono: l'aiutarsi tra compagniil sostegnol'attenzione ai bisogni, alle opinioni e ai desideri degli altri.

Linee guida delle regole di classe

1. Renderle positive: (diciamo: «Sosteniamo i compagni» invece di dire «Non critichiamo i compagni»)

2. Renderle realistiche

3. Usare parole semplici

4. Limitare il numero delle regole di classe a 5.

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BRAINSTORMING

Brainstorming e sinettica sono tecniche per stimolare la creatività dei gruppi e produrre idee.Il brainstorming o "tempesta di cervelli" fu proposto da Alex Osborn negli anni Trenta, e da allora è molto usato per la produzione di idee.Si basa sul principio che le idee si innescano l'una con l'altra.

Il procedimento è a doppio imbuto:

Nella fase divergente si producono idee a ruota libera. Il conduttore stimola i presenti a proporre e vieta di fare critiche. Scrive per parole chiave le idee sulla lavagna.In un secondo momento, e con persone diverse dalle precedenti, si passa alla fase convergente.Le idee vengono selezionate, valutate, e si arriva a scegliere le più interessanti.Il brainstorming classico è orale. Nel caso di situazioni conflittuali si può fare scritto, su bigliettini che vengono aperti a caso dai partecipanti e letti in silenzio per stimolare le proprie idee e aggiungerne altre.Può essere combinato con altre tecniche, come il diagramma di Ishikawa.Aiuta a risalire alle vere cause, e quindi ai veri problemi da risolvere.Le relazioni causa/effetto sono la base della gestione di una organizzazione. L’obiettivo è l’effetto di una serie di cause.In genere gli effetti vengono spesso confusi con le cause, e si corre subito agli effetti senza studiare bene le cause.Se di fronte ad un inconveniente si domanda: chi è stato? si considera l’effetto. Se ci si chiede: perché è successo? si considerano le cause.

DIAGRAMMA DI ISHIKAWA

Kuaouru Ishikawa, guru giapponese della Qualità Totale, dice che di fronte ad un inconveniente dovremmo domandarci quattro volte PERCHE’.Inconveniente --> perché? Perché A --> perché A? B --> perché B? C --> perché C?A tal proposito ha ideato un diagramma che, dato un effetto, serve a conoscerne le cause. Il diagramma si chiama diagramma causa/effetto, diagramma di Ishikawa o diagramma a lisca di pesce, dalla sua forma.

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Si costituisce un gruppo. Si prende un tabellone o una lavagna. A destra in un rettangolo si scrive l’effetto. Si traccia una linea trasversale. In alto e in basso si scrivono le cause, collegate da linee che convergono verso la linea centrale. Con un brainstorming il gruppo esprime il maggior numero di cause, che vengono raggruppate in categorie e scritte sul tabellone. Alle varie cause si assegnano indici di priorità e si scelgono quelle con gli indici più alti (in genere da due a quattro).A questo punto si scrivono le ipotesi o contromisure che eliminano le cause scelte.

Una variante è il CEDAC (diagramma causa-effetto con aggiunta di cartellini). Invece di fare un brainstorming orale si attacca il tabellone con la lisca di pesce nell’aula e lo si lascia alcuni giorni.Tutti possono scrivere le cause dell'inconveniente su un cartellino giallo e attaccarlo sul tabellone.Volendo, possono affiancare un suggerimento di soluzione su un cartellino azzurro.Secondo la PNL* la relazione causa-effetto è una forma di generalizzazione, perché un effetto non ha mai solo una causa. La struttura stessa del diagramma di Ishikawa conferma che un effetto è la risultante di molteplici cause di diverso genere e livello.Secondo il problem solving strategico non bisogna chiedersi i perché, ma i come. Il passato non conta perché è immodificabile. Ciò che conta è la situazione attuale da cui si parte per modificarla e risolvere il problema.

*PNL Programmazione Neuro Linguistica è un approccio alla comunicazione, allo sviluppo personale e alla psicoterapia ideato in California negli anni 1970 del XX secolo da Richard Bandler e John Grinder. La PNL ha quindi tra gli scopi l'obiettivo a sviluppare abitudini/reazioni di successo, amplificando i comportamenti "facilitanti" (cioè efficaci) e diminuendo quelli "limitanti" (cioè indesiderati). Il cambiamento può avvenire anche riproducendo ("modellando") precisamente i comportamenti delle persone di successo allo scopo di creare un nuovo "strato" di esperienza (una tecnica chiamata modeling, o modellamento).

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DIAGRAMMA DI AFFINITÀ

Il diagramma di affinità è una buona tecnica per produrre e selezionare idee e per risolvere problemi complessi in un gruppo di 10 persone circa. Si può usare sia in modo autonomo, sia come strumento per la fase convergente del brainstorming.E' un metodo pratico e rapido che mette insieme le fasi divergente e convergente (produzione e organizzazione delle idee), e permette sia di definire il problema, sia di arrivare ad una soluzione.Si riunisce una diecina di persone in una stanza.Si attaccano alla parete due cartelloni affiancati 70x100 (vanno bene due fogli di lavagna a fogli mobili).Si distribuiscono ai partecipanti blocchetti di post-it, penne e pennarelli.Definito l'argomento su cui si vuole lavorare, si fa un brainstorming scritto dove ogni partecipante scrive una sua proposta su un post it e la attacca al cartellone.I post it, con la loro proprietà di attaccarsi e staccarsi facilmente, permettono di aggregare e riaggregare i biglietti secondo criteri diversi.I bigliettini con idee simili vengono raggruppati fino ad arrivare alle idee più interessanti, che in genere vengono scelte per votazione dagli stessi partecipanti.Purché si segua il metodo di raggruppare le idee per somiglianze o diversità, di creare gruppi di idee con un titolo, di valutarle con scale di priorità per scegliere quelle più interessanti, il diagramma di affinità si può fare anche da soli o servendosi del computer, con programmi che vanno dal word processor a quelli per grafici.

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I 6 CAPPELLI PER PENSARE

6 cappelli per pensare servono a gestire i gruppi in modo non conflittuale per esaminare un problema con diversi atteggiamenti mentali.Edward de Bono ha teorizzato questo metodo nel libro "Sei cappelli per pensare" (BUR, 1994) e nei relativi siti web. In genere, quando ci poniamo di fronte ad un problema, conserviamo sempre lo stesso atteggiamento, pessimista, emotivo, distaccato.Quando indossiamo un cappello cambiamo atteggiamento. Si indossa il cappello per uscire o per esercitare una funzione (il vigile). Indossare un cappello quando si partecipa ad una riunione o si affronta un problema significa assumere un certo atteggiamento, che cambia a seconda del cappello che si indossa.Si usano sei cappelli di colore diverso. I cappelli sono simbolici. Si "indossano" con queste frasi:• "mettiamoci il cappello blu"• "togliti il cappello nero"• "ora prova a dirmi che ne pensi con il cappello giallo"• e così via.Il conduttore propone il tema e spiega il funzionamento dei cappelli (indossando il cappello blu). Invita i partecipanti ad indossare il cappello bianco e ad analizzare il tema. Controlla che tutti si comportino secondo il cappello indossato. Poi fa cambiare i cappelli. La riunione termina quando si arriva a risultati soddisfacenti. (In genere i partecipanti continuano a "indossare i cappelli" anche dopo).Ecco i sei cappelli.

CAPPELLO BIANCO: analisi dei dati, raccolta di informazioni precedenti, analogie ed elementi che sono raccolti senza giudicarli.

CAPPELLO ROSSO: emotività, esprimere di getto le proprie intuizioni come suggerimenti o sfoghi liberatori, come se si ridiventasse bambini.

CAPPELLO NERO: l’avvocato del diavolo che rileva gli aspetti negativi, le ragioni per cui la cosa non può andare

CAPPELLO GIALLO: l’avvocato dell’angelo, rileva gli aspetti positivi, i vantaggi, le opportunità

CAPPELLO VERDE: indica gli sbocchi creativi, nuove idee, proposte migliorative, visioni insolite

CAPPELLO BLU: stabilisce priorità, metodi, sequenze funzionali. Pianifica, organizza, stabilisce le regole del gioco.

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FINESTRA DI JOHARI

La Finestra di Johari è una matrice che aiuta ad analizzare e governare la comunicatività fra persone singole e gruppi.La matrice o finestra di Johari si chiama così dalla combinazione dell'inizio dei nomi degli psicologi che la proposero nel 1961, Joe Luft e Harry Ingham.Quando ci poniamo di fronte ad una o più persone siamo disposti a rivelare alcune cose di noi (so e dico), ma non altre (so ma non dico). A dire cose che sappiamo e a tacerne altre. Tuttavia posso serbare dentro di me cose che ho dimenticato o di cui non sono consapevole (non so e non dico), o rivelare mio malgrado cose di cui non sono consapevole, ma che gli altri interpretano bene (non so e dico). E' questo il caso in cui mi sfugge una frase involontaria, o sono tradito da un rossore o da un tremore.

In alto nella finestra c'è la parte di noi di cui siamo consapevoli, in basso quella di cui siamo inconsapevoli. A destra c'è la parte nota agli altri, a sinistra quella ignota.I rapporti formali e razionali avvengono fra gli "io aperti". I rapporti manipolatori sono una combinazione fra io aperto e io occulto. L'io inconscio si rivela in situazioni emotive (amore, paura, timore). L'io ignoto può venir fuori inaspettatamente, con sorpresa di noi stessi e degli altri. Può essere un improvviso atto di coraggio o di violenza.Le interazioni fra i quattro quadranti determinano quattro tipi di rapporti: - comunicazione aperta- informazioni che trapelano o rivelazioni inconsapevoli - confidenze o sfoghi,- contagio emozionale.

Conoscersi significa man mano estendere il quadrante in alto a destra, riducendo gli altri. Anche in un gruppo la fiducia reciproca si sviluppa gradualmente, con l'estendersi del quadrante in alto a destra.

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Ecco le finestre di un gruppo appena formatosi e di un gruppo affiatato. Nel primo si tasta il terreno, si dice poco. Man mano si passa alla configurazione del secondo, dove si è disposti a dire di più.

La finestra si applica anche alla comunicazione non verbale e ai comportamenti. L'io aperto si mostra con gesti volontari, modo di vestire, atteggiamenti sociali. L'io inconscio e occulto si rivelano con atteggiamenti involontari ma ben decifrabili da chi ci osserva.E' un modello utile per comprendere le dinamiche di gruppo, ma anche per rapporti a due, per discutere, per negoziare.

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METODO DELLE 5 DOMANDE ( ES. DI PROBLEM SOLVING)

1. QUAL È IL PROBLEMA?

2. QUALI DOMANDE BISOGNA FARE?

3. QUALI SONO LE SOLUZIONI POSSIBILI?

4. QUALE SOLUZIONE È PIÙ ADATTA A RISOLVEREIL PROBLEMA?

5. QUALE PERMETTE ALLE DUE PARTI DI NON SENTIRSIFERITE NEL LORO AMOR PROPRIO?

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REGOLE DELLA CLASSE- GRUPPO(da Progetto Adolescenza Lions Quest)

CONDIVIDERE LE REGOLE DI BASE

1. Fissare per iscritto le regole2. Diritto di passare la consegna3. Cerchio di conversazione4. Cambio di compagno5. Simpagrammi

ATTIVITÀ PERMANENTI O PERIODICHE

1. Appello creativo

2. Ufficio postale (il compagno segreto)

3. Incoraggiamento e conforto

4. Celebrazioni

5. Oggi è la tua festa

6. I giorni della nostra vita (calendario o giornale)

7. Forme di sostegno

8. Diario di bordo (personale o collettivo per creare la storia del gruppo)

ATTIVITÀ INIZIALI PER CREARE UN BUON CLIMA NEL GRUPPO

1. CHI SEI?2. STO BENE QUANDO3. NO ALLE PAROLE CHE FERISCONO4. SCOPRIRE L’ALTRO5. IL SACCO DELLE SORPRESE (SCOPRIRE L’ALTRO)6. IL MIO VENTAGLIO DI QUALITÀ7. QUALITÀ DA SVILUPPARE8. SCATOLA PER DOMANDE SEGRETE9. SIMPAGRAMMA

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1. CHI SEI?

- far conoscere agli alunni il percorso che si farà e la sua organizzazione

- introdurre l’argomento che ha come punto focale la conoscenza dei membri del gruppo e l’impegno comune di migliorare la comunicazione

- giochi per imparare i nomi dei compagni nuovi (se ci sono) e in ogni caso per rinforzare la conoscenza reciproca (es. mettersi in cerchio, lanciarsi la palla a scelta pronunciando il proprio nome e dicendo qualche breve informazione su di sé, insegnanti compresi. Alla fine, ognuno cerca di ripetere le informazioni sui propri vicini a destra e a sinistra).

ESERCIZI DI SVILUPPO

- far portare da casa qualche foto personale del passato o recente e incollarla su un cartellone

- attività espressive sul proprio nome (vedi riferimento alle proposte basate sulla poesia di Piumini)

2. STO BENE QUANDO

- prendere coscienza su ciò che un clima rassicurante e favorevole produce di buono su ciascuno e sul gruppo

- su un cartellone tracciare una sagoma umana e la scritta “Sto bene quando” e su un altro cartellone la stessa sagoma con la scritta “Non sto bene quando”

- verbalizzare cosa far star bene e cosa fa star bene e andare a collocarlo sul cartellone adeguato (scrivere situazioni concrete, azioni e non in modo generico, es. “sto bene quando mi ascoltano… mi sorridono” oppure “non sto bene quando gli altri mi prendono in giro, mi ignorano…”)

- sulla base di quanto emerso evidenziare che un buon clima di classe dipende dal modo in cui interagiscono le persone e si trattano a vicenda e quindi occorre mettere in pratica il più possibile ciò che fa star bene imparando ad eliminare ciò che invece disturba e crea disagio

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3. NO ALLE PAROLE CHE FERISCONO

- rinforzare l’idea che è necessario imparare a controllare i propri impulsi negativi e aggressivi mettendo in atto nuovi comportamenti che aiutino a comunicare correttamente ma senza offendere gli altri e bloccare la comunicazione

- su un cartellone scrivere le parole che gli allievi dichiarano essere offensive o sgarbate

- ogni allievo disegna su un foglio l’impronta dei propri piedi, le colorano e la ritagliano

- a turno ognuno incolla le impronte sulle parole che feriscono, che così saranno visivamente eliminate

RIFLETTERE

È sempre più facile criticare e offendere che incoraggiare, è più facile punzecchiare che elogiare sinceramente gli sforzi altrui e per questo occorre diventare consapevoli di questi aspetti della comunicazione per poter migliorare.

4. SCOPRIRE L’ALTRO

- conoscere gli altri attraverso domande generiche e poi presentare anche se stessi (interviste e autoritratto)

- giochi per fare e disfare rapidamente coppie e gruppi per le attività (es. unisciti a tutti quelli che…. hanno la maglia dello stesso colore – portano gli occhiali- hanno i capelli lunghi- sono nati nello stesso mese….)

- intervistare un compagno che conoscono poco in modo che tutti si intervistino a vicenda

- dopo l’intervista, ciascuno deve mettersi in piedi dietro questo compagno e, immaginando di essere lui, dire in due minuti le informazioni principali che lo caratterizzano, poi si invertono le parti

- riflettere poi sulle attività e il significato che ne deriva: conoscersi meglio aiuta a costruire il gruppo in modo migliore

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INTERVISTA

1. Nome e cognome …………………………………………………………

2. Luogo e data di nascita ……………………………………………………

3. Libro preferito (o genere)……………………………………………………

4. Animale preferito ……………………………………………………………

5. Film preferito (o genere) …………………………………………………

6. Attore / attrice preferito …………………………………………………….

7. Cantante preferito (o genere) ………………………………………………

8. Sport- hobby preferito …………………………………………………….

9. Piatto preferito ……………………………………………………………..

10. Luogo preferito ……………………………………………………………..

11. Lavoro preferito ……………………………………………………………..

12. Aspirazione futura …………………………………………………………..

13. Tradizione familiare preferita ……………………………………………….

14. Persona preferita …………………………………………………………….

15. Qualità preferita negli altri ………………………………………………….

16.Qualità preferita che mi riconosco ………………………………………….

17. Difetto che mi riconosco …………………………………………………..

18. Un sogno da realizzare …………………………………………………….

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5. IL SACCO DELLE SORPRESE

- far conoscere agli altri aspetti inediti o particolari di sé attraverso il significato simbolico di tre oggetti ritenuti importanti per ciascuno

- ognuno illustra in pochi minuti il contenuto del proprio sacco delle sorprese

- al termine si discute sul senso del condividere con gli altri aspetti personali e inaspettati di sé mettendo in risalto similitudini e differenze reciproche ed altri aspetti sorprendenti

- riflettere sul fatto che la conoscenza degli altri presuppone spesso proprio l’incontro con ciò che non è scontato e questo costituisce un aspetto di grande interesse e valore nella dinamica di un gruppo che intenda sempre più migliorare il rapporto tra i propri membri

6. IL MIO VENTAGLIO DI QUALITÀ

- far riflettere che le proprie qualità morali e i comportamenti sociali sono in evoluzione, dunque è importante apprezzare ciò che di buono già si è conquistato ed impegnarsi per acquisire e migliorare capacità che sono ritenute importanti per la propria crescita. Far verbalizzare tutto questo

- su un foglio di carta piegato a ventaglio scrivere le attitudini che ciascuno ritiene indispensabili per arrivare al traguardo desiderato e poi trascrivere alla lavagna o su un cartellone quanto scritto (es. farsi degli amici- ascoltare- comunicare- prendere decisioni- acquisire una buona immagine…)

- riflettere sul modo migliore per raggiungere gli obietti indicati (quali capacità servono, in cosa occorre migliorare di più, quali persone conosciute hanno queste capacità e possono rappresentare un esempio)

- far scrivere sul proprio diario o su un foglio questo prospetto che serva da stimolo al miglioramento

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QUALITÀ DA SVILUPPARE

LE QUALITÀ CHE DEVO SVILUPPARE SONO:

1. …………………………………………………………………………

2. …………………………………………………………………………

I DUE MODI PER RAGGIUNGERE QUESTI OBIETTIVI SONO:

OBIETTIVO 1

1. …………………………………………………………………………

2. …………………………………………………………………………

OBIETTIVO 2

1. …………………………………………………………………………

2. …………………………………………………………………………

I DUE VANTAGGI I CHE OTTERRÒ SONO:

1. …………………………………………………………………………

2.…………………………………………………………………………

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8. SCATOLA DELLE DOMANDE SEGRETE

- invitare gli alunni a scrivere in modo anonimo su dei foglietti delle domande su questioni che li preoccupano e che non osano dire ad alta voce. I foglietti andranno inseriti in una scatola sistemata in un punto fisso dell’aula (segnata da un’etichetta simpatica e vistosa) e che nessuno deve aprire se non l’insegnante che cura l’attività. Una volta alla settimana l’insegnante fa sapere che le domande sono state lette e verrà data una risposta davanti alla classe

- l’insegnante deve segnalare quali eventuali argomenti non sono opportuni da trattare in classe o rappresentano motivo di imbarazzo: nel caso in cui risulti necessario, per questioni particolarmente delicate, gli alunni devono comunque potere avere un riferimento per eventuali colloqui o forme di aiuto anche fuori dalla scuola, a cominciare dai genitori o altre figure adulte specifiche

9. SIMPAGRAMMA

- l’obiettivo è quello di rinforzare i legami tra i membri attraverso lo scambio di messaggi affettuosi e di sincero apprezzamento, soprattutto quando sottolineano il successo per una prova importante, per un progresso raggiunto, oppure vogliono dare incoraggiamento per una situazione delicata ecc… Ricordarsi che il messaggio deve essere solo positivo

- si possono preparare dei piccoli cartoncini già predisposti che ognuno invierà in modo discreto al compagno e sistemarli in una scatola apposita, oppure lasciare che ciascuno li crei a piacere

- ogni tanto è utile discutere su questo modo di corrispondere affinché rimanga il significato del gesto e non diventi altro: riflettere se alcuni non ne ricevono mai e perché o se altri ne ricevono troppi e in modo inadeguato

- abituare i ragazzi ad esprimere gratitudine e riconoscenza anche alle persone adulte che si occupano di loro (a cominciare dai genitori) in modo da non dare per scontato certe forme di sollecitudine e di sostegno ed imparare invece ad apprezzare ciò che si riceve

MODELLO DI SIMPAGRAMMA

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SIMPAGRAMMAData………………..Destinatario…………………………………………..Testo……………………………………………………………………………………………………………….………………………………………………………………………………………………………………..………………………………………………………………………………………………………………..……………………………………………………………………………………………………………….……………………………………………………………………………………………………………….………………………………………………………………………………………………………………..………………………………………………………………………………………………………………..………………………………………………………………………………………………………………. Firma …………………………..

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SCUOLA DELL’INFANZIA - SCUOLA PRIMARIA

LE REGOLE E I COMPORTAMENTI POSITIVI

L’ARCOBALENO DELL’AMICIZIA

Obiettivi: 1. osservare e valutare i propri comportamenti; 2. saper rispettare le regole condiviseDestinatari: scuola dell’infanzia e primo ciclo scuola primariaMateriali: un foglio di carta da pacco con disegnato un grande arcobaleno, carta colorata per collage, colla.Procedura:1° In cerchio i bambini sono invitati a pensare quali sono i gesti, le azioni che facciamo per rendere felici gli amici, e a ricercare delle parole gentili da convertire in azioni.2° Si individuano 7 azioni, come i colori dell’arcobaleno, da compiere nei confronti delle persone presenti a scuola: a ciascuna si abbina un colore.3° Ogni volta che qualcuno durante la giornata compie uno dei gesti gentili individuati attaccherà un pezzo di collage sull’arcobaleno, rispettando il colore stabilito.VARIANTE: se 7 azioni sono troppe, si può fare un arcobaleno con meno colori (6, 5...)Osservazioni: è importante aiutare i bambini a prendere coscienza delle “buone azioni” che compiono ogni giorno nel rispetto delle regole e della legalità, per poter giungere all’acquisizione di competenze sociali utili a vivere positivamente le relazioni con gli altri.

LA MARGHERITA DELLA FELICITÀ (o Siamo tutti cercatori d’oro: proposto da Ivaldo Casula, Mani Tese aprile 2003)

Obiettivi: scoprire che tutti hanno diritto alla felicitàDestinatari: TUTTIMateriale necessario: penna e fotocopia della "margherita della felicità" .

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Posizione nello spazio: tutti seduti in cerchioProcedura:1° Momento: Vengono consegnate penne e fotocopie, invitando tutti a scrivere dentro i petali della margherita tuttociò che pensano possa portarci alla felicità.2° Momento: Una volta finito, ciascuno legge quello che ha scritto.3° Momento: Si stimoli ora la riflessione sui seguenti punti:a) Cos'è che ci rende veramente felici?b) C'è qualcuno che ha più diritto degli altri ad essere felice?4° Momento: Si continui la riflessione sul fatto che il desiderio di felicità è condiviso da tutti i 6 miliardi di esseri umani che vivono nel mondo.

L’ALBERO DEI BUONI FRUTTI

Obiettivi: valutare i comportamenti degli altri e scoprire il positivo in loroDestinatari: scuola primariaMateriali: un alberello, biglietti che si possono appendereProcedura:Posizionare un alberello in un vaso all’entrata della scuola. Ogni alunno potrà appendere ad un ramo un biglietto, nel quale sarà riportata un’azione positiva, che si è vista compiere da un compagno, verso gli altri o verso le cose o verso l’ambiente.Alla fine di un periodo di tempo stabilito si raccoglieranno tutti i biglietti che verranno letti nelle classi come spunto di riflessione e discussione.

I VIGILI DELLA SCUOLA

Obiettivi: valutare situazioni di vita quotidianaDestinatari: scuola primariaProcedura:Durante la ricreazione, a turno, due alunni scelti nelle classi quinte, con cartellino identificativo, vigileranno sul momento del gioco libero, intervenendo qualora si presentassero situazioni di pericolo, di disagio, di litigio tra i compagni.I vigili non dovranno nè punire, nè riferire nomi alle insegnanti.

IL SEMAFORO BLU (ispirato al testo di Gianni Rodari)

Obiettivi: capire la necessità delle regoleDestinatari: TUTTI ma semplificare per le prime classi e i più piccoliMateriale necessario: fotocopie per tutti della favola senza il finale (da “Prima di spegnersi...”), carta e penne.Posizione dello spazio: tutti a gruppi di 4.

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TESTOUna volta il semaforo che sta a Milano in piazza del Duomo fece una stranezza. Tutte le sue luci, ad un tratto, si tinsero di blu, e la gente non sapeva più come regolarsi.- Attraversiamo o non attraversiamo? Stiamo o non stiamo?Da tutti i suoi occhi, in tutte le direzioni, il semaforo diffondeva l'insolito segnale blu, di un blu che così blu il cielo di Milano non era stato mai.In attesa di capirci qualcosa gli automobilisti strepitavano e strombettavano, i motociclisti facevano ruggire lo scappamento e i pedoni più grassi gridavano: - Lei non sa chi sono io!Gli spiritosi lanciavano frizzi: - Il verde se lo sarà mangiato il commendatore, per farci una villetta in campagna.- Il rosso lo hanno adoperato per tingere i pesci ai Giardini.- Col giallo sapete che ci fanno? Allungano l'olio d'oliva.Finalmente arrivò un vigile e si mise lui in mezzo all'incrocio a districare il traffico. Un altro vigile cercò la cassetta dei comandi per riparare il guasto, e tolse la corrente.Prima di spegnersi il semaforo blu fece in tempo a pensare: «Poveretti! Io avevo dato il segnale di "via libera" per il cielo. Se mi avessero capito, ora tutti saprebbero volare. Ma forse gli è mancato il coraggio».

Procedura:1° Momento: Ogni gruppo deve provare ad interpretare i vari comportamenti in reazione al semaforo blu: gli automobilisti si dimostrano ......................., i motociclisti si dimostrano ............................., i pedoni più grassi potrebbero rappresentare ...............................,gli spiritosi rappresentano ..........................., il commendatore potrebbe essere ............................., quelli che hanno usato il rosso per i pesci potrebbero essere ....................., quelli che allungano l’olio d’oliva.........................

2° Momento: Ogni gruppo dopo avere “classificato” i personaggi prova ad immaginare tutte le conseguenze catastrofiche dovute al semaforo impazzito, alla non chiarezza dei comandi.

3° Momento: i gruppi mettono in comune il lavoro svolto e si può stimolare la discussione:- Che cosa succederebbe se nella nostra scuola e nella società non ci fossero più leggi e regole?- Che cosa farebbero le persone più prepotenti ed egoiste?- Che trattamento riceverebbero le persone più timide e che non sanno sgomitare?

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NOME

Prendi il tuo nome,è come ti risposeroal primo strillo, il suonoin cui madre e padre ti avvolseroappena fuori dal silenzioe ai risvegli soffiavanonelle tue orecchie curiose.Sei tu nei pensieridi chi non ti ricorda faccia e voce.Prendi il tuo nome e scrivilocome chi ha fame pone piano il panee spezzalo,gustane il molle e il duro egridalo e sgridalo e frugalo e rimbalzalocome palla al muro, comesull’acqua pietra piatta. Con il nomefatti poesia, corpo che suoni.

Ersilia Zamponi - Roberto Piumini (Calicanto)

Osserva la poesia:nella prima parte si dice che cos’è il tuo nome (suono + significato).Nella seconda parte c’è un invito a fare qualcosa di fonico e grafico col tuo nome per dargli un senso più ricco.

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Gioca col tuo nome!

1. scrivi il tuo nome e sotto le parole che ti vengono in mente per somiglianza2. accorcia, allunga, modifica il tuo nome e trova quello che ti piace di più3. acrostico: scrivi le lettere in verticale e per ciascuna trova una parola con la

stessa iniziale in modo che alla fine si ottenga una frase4. cerca le parole che puoi formare con tutte le lettere del tuo nome (anagramma)

o solo alcune di esse (logogrifo)5. scrivi il tuo nome in varie forme e con caratteri diversi

Rispondi:- dove vorresti scrivere il tuo nome e perché?- quali suoni senti nel tuo nome e quali sensazioni ti danno?- sai perché i tuoi genitori ti hanno dato questo nome?- ti piace? - se potessi cambiarlo quale sceglieresti?

Esempi di giochi

Valentina non vuole prendere la medicinaElisa si è messa in divisaSimone dà sempre la soluzioneLeonardo gioca a biliardo.

Es. ACROSTICO

M OLTAA MICIZIAT IT RASMETTOEO NESTA’

Il nome può essere scritto “assumendo” una forma come avviene nei calligrammi poetici (es. Apollinaire "Per me un calligramma è un insieme di segno, disegno

e pensiero. Esso rappresenta la via più corta per esprimere un concetto in termini materiali e per costringere l'occhio ad accettare una visione globale

della parola scritta". G. Apollinaire)

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Preparare, nel caso, la lista coi nomi delle persone del gruppo ed il loro significato (vedi sito di consultazione http://www.nomix.it/significato-dei-nomi.php)

Chiedere se il significato corrisponde all’idea che si ha di sé e far verbalizzare.

Attività di scarico emozionale legate al suono:- pronunciare il proprio nome con diversi toni di voce- modularlo accompagnandolo ad un gesto, movimento- fare una catena di nomi pronunciati da ciascun membro del gruppo, ciascuno

personalizzato- per migliorare la coesione nel gruppo, ciascuno ripete il nome di un compagno

come questi l’aveva pronunciato

IO PRONUNCIO IL TUO NOME

Io pronuncio il tuo nomenelle notti oscure,quando giungono gli astria bere nella luna,e dormono i ramidelle fronde occulte.Ed io mi sento vuotodi passione e di musica.Folle orologio che cantaantiche ore defunte

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Io pronuncio il tuo nomein questa notte oscura,e il tuo nome mi suonapiù lontano che mai.Più lontano di tutte le stellee più dolente della mite pioggia.

Ti amerò come alloraqualche volta? Che colpaha commesso il mio cuore?Se la nebbia si sciogliequale nuova passione mi aspetta?Sarà tranquilla e pura?Se potessi sfogliarecon le dita la luna!!

Federico García Lorca

IL NOME

E adesso che sai fare il tuo nomein bella scrittura,non avere premuradi metterlo dappertutto,non graffiarlo col carbone, col mattonesui muri delle scale,sugli alberi del viale, sui chiusini,sui busti dei letterati e patriotiche fanno la guardia ai giardinicon le barbe di marmo e gli occhi vuoti. Tu non lo fare. Il nome è una moneta preziosa:per le cose da poco non la spendere,per oro e per argento non la vendere,tienila sempre da contoma per le cose grandia gettarla sii pronto.

Gianni Rodari

RIFLESSIONE

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Per che cosa saresti in grado di mettere in gioco il tuo nome e il suo valore?

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CORPO

E prima di prendere manoprendi corpo, il tuo.Per un momento divididal mondo dentro la pellequello di fuori, e sentiche è aperto: che l’ariavi entra e ne esce, e senti che duramorbido e caldo e mettegermogli in cima alle dita e in cimabrulica di profondicapelli, e tocca e pensail buon orizzonteper cui vengono e vanno a milionifili di fiumi rossi.Il corpo carta scrittainfinite volte e riscrittadal muto sapore del sangue.

Roberto Piumini – Ersilia Zamponi “Calicanto”

ATTIVITÀ (di intensa carica emozionale)

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- Disegno della propria sagoma emotiva e verbalizzazione- Tecnica della pittura gestuale – action painting di Pollock

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MANO

E prima di prendere pennaprendi mano, la tua.Molte sono le mani: per duetutti gli uomini al mondo.E si muovono e si nascondonoe scappano tremando in tasche buie,si aggirano ai bordi del tavolocome ragni minacciosi. Le manisi tuffano in acqua, diventanopesci invisibili. Cometopi farfallinio donnole-uccello guizzano - sfuggonoe difficile è averle-toccarlee guardarle concalma. Tucon pazienza seguila strada delle tue bracciafinché troverai le tue mani.E scegline una adattaper portare la penna alla festa. Ersilia Zamponi - Roberto Piumini (Calicanto)

Attività

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- Disegnare il contorno delle proprie mani- Inventare dei calligrammi a forma di mani, es.

- con tempera liquida colorare il palmo della mano e poi stamparla su foglio, sia in senso libero che decidendo una composizione ragionata. Se in gruppo, ognuno ha un colore e la composizione finale sarà il risultato di tutte le impronte lasciate dai vari partecipanti, anche più volte

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