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VAS - PIANO QUADRO BONACCORSO ANNA MARIA +10 MESSINA ORTOLIUZZO RAPPORTO PRELIMINARE REGIONE SICILIANA COMUNE DI MESSINA AREA COORDINAMENTO URBANISTICA DIPARTIMENTO PIANIFICAZIONE URBANISTICA PIANO QUADRO MESSINA VILLAGGIO ORTOLIUZZO DITTA: BONACCORSO ANNA MARIA +10 FASC. N. 47 P.Q. RAPPORTO PRELIMINARE (ai sensi del D.L.vo n. 152 del 3 aprile 2006 e s.m.i., art.13 comma 1) IL REDATTORE DELLA V.A.S.: DOTT. ARCH. LUCA D’AMICO 1

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REGIONE SICILIANA

COMUNE DI MESSINA

AREA COORDINAMENTO URBANISTICA

DIPARTIMENTO PIANIFICAZIONE URBANISTICA

PIANO QUADRO MESSINA VILLAGGIO ORTOLIUZZO

DITTA: BONACCORSO ANNA MARIA +10FASC. N. 47 P.Q.

RAPPORTO PRELIMINARE(ai sensi del D.L.vo n. 152 del 3 aprile 2006 e s.m.i., art.13 comma 1)

IL REDATTORE DELLA V.A.S.:DOTT. ARCH. LUCA D’AMICO

PROGETTISTAING. SALVATORE LA GALIA

1

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INDICE

ELENCO ACRONIMI..................................................................................................................... 3

1.INTRODUZIONE.......................................................................................................................... 4

2. RIFERIMENTI NORMATIVI E PROCEDURE VAS/PIANO .............................................. 6Riferimenti normativi e procedure della Valutazione Ambientale Strategica ......................... 6

3. OBIETTIVI E STRATEGIA DEL PIANO................................................................................ 7

4. IL CONTESTO AMBIENTALE................................................................................................. 9Fauna, flora e biodiversità .................................................................................................... 9Paesaggio, patrimonio culturale, architettonico e archeologico e beni materiali ........... 10Suolo ........................................................................................................................................10Acqua ..................................................................................................................................... 11Aria e fattori climatici .......................................................................................................... 11Popolazione e salute umana ................................................................................................. 12

5. OBIETTIVI DI SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE ...............................................................14

6. POSSIBILI IMPATTI SIGNIFICATIVI SULL’AMBIENTE .............................................. 16

7. MISURE DI MITIGAZIONE ................................................................................................... 17

8. MISURE PER IL MONITORAGGIO ..................................................................................... 19

9. PROPOSTA DI INDICE DI RAPPORTO AMBIENTALE .................................................. 20

ALLEGATO 1: QUESTIONARIO DI CONSULTAZIONE PUBBLICA

ALLEGATO 2: VALUTAZIONE D’INCIDENZA ECOLOGICA (VIEC)

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ELENCO ACRONIMI

Acronimo Definizione

AC Autorità CompetenteAP Autorità ProcedenteAPAT Agenzia per la Protezione dell’Ambiente e per i Servizi TecniciARPA Agenzia Regionale per la Protezione dell’AmbienteARTA Assessorato Regionale Territorio ed AmbienteASPIM Aree Specialmente Protette di Importanza MediterraneaATO Ambito Territoriale OttimaleBAT Best Available TechniquesCE (o COM) Commissione EuropeaCIPE Comitato Interministeriale Programmazione EconomicaDDG Decreto del Dirigente GeneraleDirettiva Direttiva 2001/42/CEED.L.vo Decreto legislativoDPR Decreto del Presidente della RepubblicaDUP Documento Unico di ProgrammazioneGURI Gazzetta Ufficiale della Repubblica ItalianaGURS Gazzetta Ufficiale della Regione SicilianaIBA Important Bird AreasLR Legge RegionaleMATT Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (Italia)PAI Piano per l’Assetto IdrogeologicoPAR FAS 2007-2013 Programma Attuativo Regionale Fondo Aree Sottoutilizzate 2007-2013Piano Piano regionale faunistico-venatorioPMA Piano di Monitoraggio AmbientaleRMA Rapporto di Monitoraggio AmbientalePO FESR 2007-2013 Programma Operativo FESR 2007-2013 (Sicilia)PFr Piano Forestale regionalePTPR Piano Territoriale Paesistico RegionalePSR Sicilia 2007-2013 Programma di Sviluppo Rurale Sicilia 2007-2013RA Rapporto AmbientaleRES Rete Ecologica SicilianaRP Rapporto PreliminareSCMA Soggetti Competenti in Materia AmbientaleSIC Siti di Importanza ComunitariaSIN Siti d’Importanza NazionaleVAS Valutazione Ambientale StrategicaZPS Zone di Protezione Speciale

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1. INTRODUZIONEIn adempienza del D.L.vo n. 152 del 3/04/2006, recante “Norme in materia ambientale” (GURI n. 88del 14/04/2006, Supplemento Ordinario, n. 96), così come modificato dal D.L.vo n. 4 del 16/01/2008,recante “Ulteriori disposizioni correttive ed integrative del D.L.vo n. 152 del 3 aprile 2006, recante Normein materia ambientale” (GURI n. 24 del 29/01/2008), il soggetto proponente Ditta Bonaccorso Anna Maria +10 c/o dott. Ing. Salvatore La Galia, si fa carico di stilare il rapporto preliminare nella fase di programmazione iniziale relativa alla Valutazione Ambientale Strategica (di seguito VAS) relativa al Piano Quadro in Messina Villaggio Orto Liuzzo Fasc.n.47 P.Q. (di seguito Piano).In questa fase i soggetti interessati nel processo di VAS, ai sensi dell’art. 5 del D.l.vo n. 152 del03/04/2006 e s.m.i., sono i seguenti:

Struttura competente Indirizzo Posta elettronica Sito Web

AutoritàCompetente

Assessorato regionale del

territorio e dell’ambiente,Dipartimento dell’ambiente,

Servizio 1 VAS-VIA

Via Ugo LaMalfa 169,

90146 Palermo

[email protected]@artasicilia.eu

http://si-vvi.artasicilia.e/

sivvi/faces/isp/public/

navigatore.jsp?

p=articolo12&detail=

wait

AutoritàProcedente

Comune di MessinaArea Coordinamento

UrbanisticaDipartimento Pianificazione

Urbanistica

Via Industrialeis. F/H n. 32,98123 Messina

[email protected] www.comune.messina.it

Soggetto proponente Ditta Bonaccorso Anna Maria +10 c/o dott. Ing.

Salvatore La Galia

Via Centonze 7298123

Messina

[email protected]

[email protected]

Sempre in questa fase sono interessati, ai sensi dell’art. 5, lettera s) del D.l.vo n. 152 del 03/04/2006 es.m.i., i Soggetti Competenti in Materia Ambientale, il cui elenco, come riportato in art.59 L.R. n.6 del14 Maggio 2009 (Gurs n.22. Parte I, del 20 Maggio 2009) Deliberazione n.200 del 10/06/2009 Allegato A pag.7 , per il livello comunale, sovracomunale e provinciale, sono i seguenti:

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N. Denominazione

1 Assessorato Regionale del Territorio e Ambiente, Dipartimento regionale dell’Ambiente Servizio 2 - Industrie a rischio e tutela dall’inquinamento atmosferico, acustico, elettromagnetico Servizio 3 – Assetto del territorio e difesa del suolo Servizio 4 – Protezione Patrimonio naturale Servizio 5 – Demanio Marittimo Servizio 7 – Pianificazione e Governance Acque e Rifiuti

2 Assessorato Regionale del Territorio e dell’Ambiente - Dipartimento regionale dell’Urbanistica, Servizio 3

3 Arpa Sicilia (Dipartimento Provinciale)

4 Provincia Regionale di Messina

5 Comuni limitrofi: Villafranca Tirrena

6 Ufficio del Genio Civile

7 Soprintendenza per i Beni Culturale ed Ambientali

8 Azienda Unità Sanitaria Locale provincia di Messina- AUSL

9 Ispettorato provinciale ripartizione foreste

10 Provincia Regionale di Messina quale Ente gestore SIC, ZPS

11 Provincia Regionale di Messina quale Ente Gestore della Riserva Naturale Orientata “Capo Peloro”

12 Capitaneria di Porto

Il presente documento, che si configura quale “Rapporto Preliminare” redatto, ai sensi dell’art. 13,comma 1 del D.l.vo n. 152 del 03/04/2006 e s.m.i., dal Soggetto Proponente sulla bozza di Piano Quadroha lo scopo di individuare i possibili impatti ambientali significativi dell’attuazione del Piano.In questa fase, infatti, il Soggetto Proponente e l’Autorità Procedente entrano in consultazione, sin dai momenti preliminari dell’attività di elaborazione del Piano, con l’Autorità Competente (Assessorato Regionale Territorio ed Ambiente, Dipartimento Territorio ed Ambiente, Servizio 2 VAS-VIA) e gli altri Soggetti Competenti in Materia Ambientale (SCMA), al fine di definire la portata ed il livello di dettaglio delle informazioni da includere nel Rapporto Ambientale.Il Piano Quadro è il documento di pianificazione che individua la perimetrazione a cui si riferiranno i successivi piani esecutivi come programmati nel PRG art. 65 a), b), c), d) delle N.T.A.

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2. RIFERIMENTI NORMATIVI E PROCEDURE VAS/PIANO

RIFERIMENTI NORMATIVI E PROCEDURE DELLA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA

La norma di riferimento a livello comunitario per la Valutazione Ambientale Strategica (VAS) è laDirettiva 2001/42/CE (di seguito Direttiva). Essa si pone l’obiettivo “di garantire un elevato livello diprotezione dell’ambiente e di contribuire all’integrazione di considerazioni ambientali all’attodell’elaborazione e dell’adozione di piani e programmi, al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile,assicurando che venga effettuata la valutazione ambientale di determinati piani e programmi che possonoavere effetti significativi sull’ambiente”. La Direttiva risponde alle indicazioni della convenzioneinternazionale firmata ad Aarhus nel 1998, fondata sul diritto all’informazione, sul diritto alla partecipazionealle decisioni e sull’accesso alla giustizia.La normativa italiana ha recepito la Direttiva 2001/42/CE attraverso il D.L.vo n. 152 del 3/04/2006,recante “Norme in materia ambientale” (GURI n. 88 del 14/04/2006, Supplemento Ordinario, n. 96), cosìcome modificato dal D.L.vo n. 4 del 16/01/2008, recante “Ulteriori disposizioni correttive ed integrative delD.L.vo n. 152 del 3 aprile 2006, recante Norme in materia ambientale” (GURI n. 24 del 29/01/2008).Nell’attesa che la Regione siciliana emani una propria normativa regionale in materia di valutazioneambientale strategica, la Giunta regionale, con propria deliberazione, ha definito il modello metodologicoprocedurale della valutazione ambientale strategica (VAS) di piani e programmi (DGR n. 200 del10.06.2009, Allegato A), pertanto, il Piano Quadro seguirà l’iter procedurale dettato dall’ art.59 L.R. n.6 del 14 Maggio 2009 (Gurs n.22. Parte I, del 20 Maggio 2009) Deliberazione n.200 del 10/06/2009 Allegato A .

Dato per scontato che il piano debba essere sottoposto a VAS, l’iter per l’esperimento della procedura prevede le seguenti fasi:

1. l’elaborazione del rapporto ambientale preliminare (art. 2.3);2. lo svolgimento di consultazioni anche con conferenza di valutazione convocata dall’AC (art.

2.3);3. l’elaborazione del rapporto ambientale comprensivo di sintesi non tecnica secondo i

contenuti previsti dall’allegato VI del D.L.vo 152/06 e s.m.i. e tenuto conto della valutazione del rapporto ambientale preliminare e degli esiti delle consultazioni (art. 2.4)

4. la pubblicazione del rapporto ambientale da parte dell’AC5. lo svolgimento di consultazioni sulla scorta del rapporto ambientale anche attraverso una

conferenza di valutazione convocata dall’AC (art. 2.6);6. la valutazione del rapporto ambientale da parte dell’AC e dell’AP (art. 2.7);7. la decisione (art. 2.8);8. l’informazione sulla decisione (art 2.8);9. il monitoraggio (art. 2.9)

Ai fini di una corretta applicazione della procedura di VAS, bisogna evidenziare che le fasi dellamedesima procedura e quelle previste per la redazione del Piano Quadro debbano necessariamente integrarsi e svolgersi insieme, fin dai primi momenti di avvio del processo.

Inoltre va ricordato che la VAS comprende le procedure di valutazione d’incidenza di cui all’art.5 del DPR 8 Settembre 1997, n.357; a tal fine, il rapporto ambientale, lo studio preliminare ambientale, contengono gli elementi di cui all’allegato G dello stesso decreto DPR 8 Settembre 1997 n.357 e la valutazione dell’AC si estende alle finalità di conservazione proprie della Valutazione d’Incidenza oppure dovrà dare atto degli esiti della Valutazione d’Incidenza.In questa fase la Valutazione d’incidenza (VIEC) è stata effettuata a firma del Geologo Alvise Ucosich ed è interamente riportata in allegato 1.

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3. OBIETTIVI E STRATEGIA DEL PIANO

Gli obiettivi strategici del Piano, in un'area a forte vocazione turistico-ricettiva come quella di Orto Liuzzo sono quelli di consentire l'allestimento di un tessuto connettivo strutturale in grado di gestire e realizzare un legame fra funzioni di servizio di livello strategico e di favorirne l'accessibilità implementando la fruizione del mare soprattutto attraverso la creazione di spazi e attività per lo sport, il tempo libero, la ricezione, la ristorazione.

La Tabella seguente descrive l’obiettivo generale del Piano in relazione ai principali obiettivi specificie alle relative azioni da intraprendere per il loro raggiungimento:

Obiettivo generale Obiettivi specifici da Azioni perseguire con l’attuazione dei successivi piani esecutivi

Gestire e realizzare un legame fra funzioni di servizio di livello strategico utilizzando le aree di proprietà privata adiacenti al litorale marino per finalità sia pubbliche che private, puntando su finanziamenti privati e generando processi economici virtuosi e posti di lavoro

Funzione Turistica - ricettiva - ricreativa

1.1 Delimitazione

aree destinate alla fruizione del mare tramite lidi e attrezzature amovibili

1.2 Delimitazione

aree destinate alla costruzione di villaggi turistici - resort - bed&breakfast

1.3 Delimitazione

aree destinate alla costruzione di strutture adibite alla cultura, al relax e alla

ristorazione, allo sport

Funzionedi identificazione culturale

e valorizzazione del patrimonio paesaggistico e architettonico

2.1 Delimitazione

aree destinate a parchi e giardini destinati allo svago e allo sport

2.2 Delimitazione

aree destinate a Bioparco e Acquafan2.3

Delimitazionearea destinata a parco naturalistico con percorsi per l’equitazione e trekking e

itinerari artistico religiosi legati al complesso ecclesiastico presente nell’area

Funzione di tuteladell’ambiente fluviale, marino e

costiero, e della biodiversità

3.1 Delimitazione

fascia di rispetto fluviale (Parco urbano)

3.2 Delimitazione

aree da rispettare per la presenza di habitat prioritari e di importanza comunitaria

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4. IL CONTESTO AMBIENTALEIl presente capitolo ha il compito di descrivere il quadro conoscitivo del contesto ambientale diriferimento su cui agirà il Piano Quadro e i successivi Piani Esecutivi ad esso correlati. Considerato che talecontesto ambientale è stato già descritto nella VIEC (all.1) che sta seguendo il suo iter istruttorio, e considerato che il D.l.vo n. 152 del 03/04/2006 e s.m.i., all’art.13, comma 4, recita “per evitare duplicazioni della valutazione, possono essere utilizzati, se pertinenti,approfondimenti già effettuati ed informazioni ottenute nell'ambito di altri livelli decisionali o altrimenti acquisite in attuazione di altre disposizioni normative”, si rimanda a quanto espresso nella suddetta VIEC a firma del Geologo Alvise Ucosich.Si evidenzia che la porzione di territorio oggetto di Piano ricade in gran parte all’interno della Zona di Protezione Speciale (Z.P.S.), il cui sito è denominato “Monti Peloritani, dorsale Curcuraci, Antennamare e area marina dello Stretto di Messina”, con Codice ITA 030042, per cui si tratta di un’area sensibile dal punto di vista ecologico/ambientale, per la quale è necessario effettuare Valutazione di Incidenza Ecologica ai sensi del D.P.R.n° 357/97 e s.m.i., del D.A. 30.03.2007 dell’A.R.T.A.all’interno della V.A.S.Per tale Valutazione di Incidenza ci si è riferiti anche alle previsioni ed ai dettami del Piano diGestione “Monti Peloritani” approvato a condizioni con D.D.G. n° 668 del 30.06.2009 ed approvatodefinitivamente con D.D.G. n° 286 del 27.05.2010, pubblicato sulla G.U.R.S. del 06.08.2010.E’ stata inoltre accuratamente controllata, tramite tale Piano di Gestione, la presenza di eventuali “habitatprioritari” e “specie prioritarie”, nonché la presenza di eventuali criticità alte o molto alte nelle appositetavole tematiche e verificata l’eventuale incidenza significativa sul sito Natura 2000 sopra indicato.Di seguito si riporta una sintesi del contesto ambientale di riferimento, strutturato per le tematiche fauna, flora, biodiversità, popolazione, salute umana, aria,fattori climatici, acqua, suolo, paesaggio, patrimonio culturale architettonico e archeologico e beni materiali, come disposto dall’Allegato VI, lettera f, del D.l.vo n. 152 del 03/04/2006 e s.m.i. (e interrelazione dei suddetti fattori: energia, rifiuti, mobilità e trasporti, ambiente urbano) ed approfondito per quelle direttamente interessate dall’attuazione del Piano.

FAUNA, FLORA E BIODIVERSITÀ

DESCRIZIONE DELLE SPECIE FLORISTICHE

Il territorio strettamente interessato all’area di piano si presenta ben conservato in funzione della ridotta urbanizzazione dell’area.La flora è rappresentata da specie vegetazionali caratteristiche della macchia mediterranea; però sulla maggior parte delle aree sono evidenti le modifiche antropiche rappresentate da terreni sede di attività agricola; porzioni limitate di bosco si possono individuare in due limitate porzioni ai margini dell’area di piano.L'area oggetto di studio è per la maggior parte coperta, per quanto riguarda l'uso del suolo, da coltivi a Cìtrus Union e da Olea europaea.La vegetazione naturale reale della zona in cui ricade il sito é costituita per lo più da aspetti di degradazione dell'originaria copertura vegetale, legati alla millennaria azione di uso ed abuso del territorio da parte dell'uomo.Il territorio sin da tempi più remoti è stato oggetto di utilizzo a scopo agricolo, le colture, distribuite su aree discontinue, sono andate sempre più estendendosi a danno della vegetazione naturale, che è rimasta relegata nelle superfici poco adatte all'utilizzo agricolo. Negli ultimi anni, per ragioni prevalentemente di ordine economico, alcune aree coltivate sono state abbandonate, il che ha favorito la ricostituzione di aspetti di vegetazione naturale, con aspetti erbacei propri degli stadi di degradazione della vegetazione mediterranea {Thero-Brachypodietea).Per quanto riguarda la vegetazione potenziale del sito in esame, cioè quella verso cui tende naturalmente la dinamica vegetale in assenza di qualsiasi tipo di attività antropica, nell'area ricadente in località Ortoliuzzo è stato possibile far risalire le caratteristiche vegetazionali alla classe dell' Oleo-Ceratonion, caratterizzata da macchia sempreverde con dominanza di olivastro e carrubo.

DESCRIZIONE DELLE SPECIE FAUNISTICHE

Oggigiorno, l’ecosistema faunistico lungo il territorio in esame è fortemente ridotto, poiché, come già detto riguardo l’assetto vegetazionale, l’habitat naturale appare limitato e disturbato dall’attività antropica.

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In generale, la fauna comune stanziale presente nel settore tirrenico della ZPS è prevalentemente avicola e, accanto specie comuni, si può riscontrare la presenza di specie meno diffuse. Tra le specie presenti tutto l’anno e nidificanti si annoverano:- il passero (Passer domesticus);- il passero solitario (Monticola solitarius);- la gazza (Pica pica), appartenente ai Corvidi, onnivora, ma preferibilmente insettivora; da studi specifici

risulta che la gazza nidifica in boschi, cespuglieti, ma anche in prati e costruzioni e spesso preferisce terreni in pendenza;

- la cincia mora (Parus ater), presente tutto l’anno e nidificante; questa specie è preferibilmente insettivora ma non sdegna, in caso di necessità, vegetali ricchi di proteine, quali i semi delle conifere che riesce ad estrarre grazie al forte becco;

- il merlo (Turdus merula), nidificante, che ha subito ultimamente un massiccio e generalizzato processo di inurbamento che tende tuttora a consolidarsi nelle grosse città ed a incrementarsi nei paesi agricoli;

- il fringuello (Fringilla collebes);- la cinciallegra (Parus major), insettivora per eccellenza, ma che integra la propria dieta con vegetali;- la cornacchia (Corvus corone cornix) che spesso sorvola l’alveo dove va a dissetarsi, così come le altre

specie menzionate; la cornacchia trascorre gran parte della giornata sul terreno, e negli ultimi decenni pare abbia registrato un incremento di popolazione, probabilmente in relazione con l’ecclettismo alimentare della specie ed alle grandi capacità di adattarsi alle nuove condizioni ambientali;

- il saltimpalo (Saxicola Torquata), specie insettivora che si ritrova ovunque fino alle medie altitudini e predilige gli incolti disseminati di arbusti, cespugli od alberi sparsi;

- l’occhiocotto (Sylvia melanocephala) è presente e nidificante; è una specie sedentaria la cui alimentazione è costituita principalmente da insetti e larve, integrata con bacche e frutti in inverno;

- la capinera (Sylvia atricapilla), specie sedentaria che è facilmente riscontrabile tra i cespugli , nei boschi e nei giardini;

- il cardellino (Carduelis carduelis);- il verzellino (Serinus serinus);- lo scricciolo (Troglodytes troglodytes).

Tra le specie svernanti troviamo:- la passera scopatola (Prunella modularis);- il pettirosso (Erithacus rubecula);- il codirosso spazzacamino (Phoenicurus schuros).Sono invece estivanti e nidificanti l’usignolo (Luscinia megarynchos) e l’averla capirossa (Lanius senator), il tordo (Turdus philomelos). E’ stata accertata la presenza della cinciarella (Parus coeruleus), specie comune legata alla presenza di latifoglie, si ritrova perché in migrazione verticale e non è nidificante; è insettivora, ma integra la propria dieta con una grande varietà di vegetali.Invece l’avifauna di cui è da verificare la presenza consiste in:- coturnice (Alectoris greca whitakeri), un fasianide che vive a stretto contatto del terreno dove sa

nascondersi oppure correre con notevole agilità;- taccola (Corvus monedula), il più piccolo corvide a mantello uniforme europeo, divenuto, come altre

specie, antropofilo.Tra gli Anfibi è presente il rospo smeraldino (Bufo viridis), un anuro ad ampia valenza ecologica che si ritrova soprattutto presso le aree umide del torrente.Tra i Rettili si riscontra frequentemente la lucertola (Lacerta wagleriana); si ritrova anche il biacco maggiore (Coluber viridiflavus carbonaris), un ofide molto comune che frequenta gli ambienti coltivati, le pietraie, i declivi rocciosi, ecc.Tra i mammiferi è da rilevare la presenza del topo selvatico (Apodemus sylvaticus); durante i sopralluoghi sono state trovate tracce di volpe (Vulpes vulpes); è presente anche il coniglio selvatico (Oryctolagus cuniculus L.) Per quanto riguarda l’analisi della componente faunistica di interesse comunitario, non essendo stato possibile operare un campionamento ed osservazioni prolungate nel tempo, si è provveduto ad integrare le osservazioni sul campo con la letteratura disponibile. Poiché non risultano esistere al momento censimenti di fauna specifici per l’area di interesse, sono state utilizzate la Carta della Distribuzione Faunistica (cfr. tav.

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B4), la Carta del Valore Faunistico (cfr. Tav. B8) del P.d.G. “M. Peloritani” e le schede del Formulario Natura 2000.

PAESAGGIO, PATRIMONIO CULTURALE, ARCHITETTONICO E ARCHEOLOGICO E BENI MATERIALILa densità edilizia (intesa come rapporto fra il volume edificato e superficie delle aree libere) si considera nel complesso bassa.L'età stimata dei manufatti è nel complesso identificabile nel periodo compreso fra il 1950-2000. Taluni fabbricati di carattere agricolo versano in condizioni fatiscenti ed in stato di evidente degrado, altri, presumibilmente ristrutturati ed ammodernati in epoca recente (ultimo decennio) sono stati adibiti dai proprietari terrieri a civile abitazione o ad ospitare unità edilizie ibride fra "deposito attrezzi agricoli" e "funzione residenziale". Solo tre gli esercizi commerciali di vendita al dettaglio .Da segnalare anche un deposito di auto rottamate.Si evince inoltre una totale assenza di attività terziaria nonché di edifici per il culto, l'istruzione, la cultura, il tempo libero ed attività ricettive e ricreative.L'unica preesistenza che denota un discreto valore storico ed architettonico è un piccolo complesso ecclesiastico il quale denota un degrado statico e materico, caratterizzato da una forte presenza di vegetazione infestante e da un inadeguato sistema di accessi; è l’unico bene inserito nella Carta dei Beni Archeologici e Architettonici del P.d.G. (cfr. Tav. E1), insieme ad un abbeveratoio-fontana ubicato nell’abitato di Ortoliuzzo ai margini dell’area di interesse. Inoltre, nel Piano Paesaggistico è stato catalogato il baglio di C.da Palazzo.La pianificazione e la tutela del paesaggio sono regolamentati dal Piano Territoriale Paesaggistico Regionale, che persegue fondamentalmente i seguenti obiettivi:a) la stabilizzazione ecologica, la difesa del suolo e della bio-diversità, b) la valorizzazione dell’identità e della peculiarità del paesaggio; c) il miglioramento della fruibilità sociale del patrimonio ambientale. Nella fattispecie l’intera ZPS ITA 030042 ricade nell’Ambito 9 - “Area della catena settentrionale (Monti Peloritani)”. Riguardo all’area di piano, dall’esame delle carte allegate al Piano, emergono le seguenti caratteristiche paesaggistiche: Morfotipo: Fiumare del messinese Paesaggi Locali: Insediamenti diffusi, Aree agricole compromesse dall'urbanizzazione, Oliveti, Frutteti,

Area protetta (ZPS), Bene isolato (Baglio Palazzo). Relazioni Percettive: elementi a forte interrelazione visiva: tratto costiero, Oliveto, seminativo, baglio, 2

ville. Relazioni tra Fattori: fattori strutturanti: Urbanizzazione, Piana alluvionale; fattori caratterizzanti: Centri

e nuclei; fattori qualificanti: Uliveti e frutteti, Spiaggia, Autostrada panoramica. Fattori di criticità: spiaggia in arretramento; la piana costiera a valle della SS.113 è classificata come

area agricola compromessa dall'urbanizzazione.

SUOLOLa morfologia del territorio della ZPS è definita da una imponente dorsale montuosa che si protrae per circa 22 Km da Nord-Est a Sud-Ovest; partendo da Capo Peloro, proteso sullo stretto di Messina, e procedendo verso Sud-Ovest, il rilievo si innalza progressivamente, fino a raggiungere i 1127 m di M. Dinnamare, che costituisce la vetta più elevata. I fianchi della dorsale sono assai più scoscesi lungo il versante jonico (pendenza media di 45°) che su quello tirrenico (pendenza media sui 30°). In funzione della facile erodibilità delle formazioni litologiche che costituiscono la catena, la morfologia del piano montano si presenta aspra ed accidentata, poiché si dipartono dallo spartiacque numerosi corsi d’acqua a regime torrentizio, dando vita a diverse “fiumare”, con andamento pressocchè parallelo, che caratterizzano un fitto sistema di valli e di crinali perpendicolari alla linea di cresta della dorsale. I versanti che ricadono nella ZPS sono particolarmente vulnerabili ai processi di erosione e movimentazione della coltre alterata superficiale che comprende il suolo e l’orizzonte C di alterazione del substrato. Ciò soprattutto per la natura delle rocce e per il processo, ancora in atto, di sollevamento dell’apparato montuoso. Ne consegue una morfologia molto tormentata con versanti molto pendenti, solcati da aste torrentizie profondamente incise. In base ai

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dati dei Piani per l’Assetto Idrogeologico (P.A.I.) dell’Ass. Terr. Amb. Reg. Sic. è stata analizzata la condizione geomorfologica dei versanti. In particolare, la ZPS ricade parzialmente all’interno dei seguenti bacini idrografici principali: 001 - Area tra Capo Peloro e T.te Saponara 002 - T.te Saponara 004 - F.ra Niceto 102 - Area tra T.te Fiumedinisi e Capo Peloro

Nella successiva tabella viene illustrata la distribuzione dei dissesti per ogni bacino, nonchè il coefficente di dissesto, desunto dal rapporto tra area in dissesto e area della ZPS.

Sito Natura 2000

Area Sito(Ha)

Codice BacinoIdrografico

Area in dissesto(Ha)

Totaledissesti

Coefficientedissesto %

ITA030042 27994,63

001 200,95

743,13 2,65002 206,33004 164,69102 171,16

La ZPS, con altitudini via via degradanti verso la costa, presenta una dissestabilità con percentuali medie rispetto ai dati regionali, con una distribuzione maggiore del settore centrale e sud occidentale. I processi erosivi diffusi sono la tipologia più presente, seguiti dalle mobilizzazioni della coltre superficiale in versanti molto pendenti, spesso con frane per scorrimento e frane miste scorrimento – colata.

Il versante tirrenico che si estende da Capo Rasocolmo a Ortoliuzzo si presenta meno impervio del versante jonico, i rilievi degradano molto dolcemente verso il mare; in questo versante sono presenti zone pianeggianti costituite da depositi sedimentari costieri, sedi di attività agricole e insediamenti urbani. L’area di piano è appunto ubicata in questo contesto, resta compresa tra le quote di 0,0 e 80,0 m. s.l.m.m., e si dispone per la metà parte in una ampia fascia costiera pianeggiante (a valle della SS.113), mentre la restante parte, quella ubicata a monte della strada, insiste su pendii poco acclivi (circa 4-5°) e sulla collinetta di Madonna di Montalto - Miruddi (10° di pendenza).La piana trae origine dall’accumulo di depositi alluvionali allo sbocco delle fiumare e dalla successiva ridistribuzione dei sedimenti lungo la costa da parte delle correnti di "long shore" e delle onde provenienti da levante. I versanti mostrano un caratteristico aspetto collinare con forme arrotondate dovuto all’erodibilità dei litotipi presenti: sabbie e ghiaie in facies di conoide, marne plioceniche ed argille grigio-azzurre; quest’ultime costituiscono buona parte del rilievo di Madonna di Montalto. Sono ben rappresentate nell’area delle superfici terrazzate di erosione marina (Miruddi), tali relitti dell’antica linea di costa testimoniano il sollevamento che ha interessato l’intera zona, su tali superfici piane è presente un deposito marino terrazzato, di spessore non superiore ai due metri, talora ricco in fossili di origine marina.Secondo la Tavola n° 2B del Piano Territoriale Paesaggistico Regionale, i rilievi che riguardano il piano sono ritenuti ad Erodibilità Bassa e Medio-bassa.

Il tratto di litorale interessato, che si estende in direzione SO-NE, è caratterizzato da costa bassa sabbioso-ciottolosa, con un sottile arenile. Verso occidente la spiaggia è delimitata dalla foce della Fiumara Gallo, mentre verso oriente, davanti l’abitato di Ortoliuzzo, risulta interrotta da un terrapieno con muri in c.a. e barriere di parallelepipedi aggettante verso mare posto a difesa dei manufatti. Verso l’interno l’arenile risulta delimitato da una serie discontinua di muretti, recinzioni, canneti; la sottile fascia di dune preesistente è stata in gran parte spianata od erosa.La spiaggia emersa è generalmente caratterizzata da sedimenti grossolani, prevalentemente ciottoli, ma anche da ghiaie e sabbie con granulometrie superiori a 2-3 mm; i sedimenti presenti tra la isobata 1 m fino a quella dei 20 m è pressoché simile alla spiaggia emersa; scendendo in profondità, il fondale passa alle sabbie medie, nella parte più interna, tendenti a diventare via via più fini verso il largo. Il profilo dell’infralitorale si approfondisce gradualmente mantenendo una pendenza di 11° fino alla isobata dei 10 m; quindi è presente un gradino morfologico meno pendente che prosegue fino a –20m. Più oltre, il profilo batimetrico acquisisce pendenze elevate (23°) fino a –100 m, per poi proseguire in profondità diminuendo di un qualche grado l’acclività.

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In relazione alla configurazione costiera, le mareggiate sono prevalentemente legate ai venti provenienti dal I e dal IV quadrante, e cioè Grecale, Tramontana e Maestrale. I moti ondosi più intensi e frequenti sono generalmente quelli legati al vento di Maestrale, per cui la deriva litorale netta dei sedimenti è verso levante. Qui di seguito vengono descritti i processi morfologici attivi rilevati nell’area di interesse, che sono stati cartografati nella carta geomorfologica della fig. seguente.I fenomeni franosi ed erosivi non riguardano direttamente l’area di piano, ad esclusione di alcune modeste scarpate erosive poste al margine occidentale del pianoro di Miruddi. Invece, all’interno dei valloncelli posti a monte della A20, sono presenti diffusi fenomeni erosivi, con frane, scarpate di erosione e sovraincisioni del letto fluviale. Detti fenomeni, che si riacutizzano in occasione degli eventi pluviali più intensi, come quelli del 2.11.10 e del 22.11.11, tendono a produrre una grossa quantità di detrito e fango.Gli impatti che possono incidere sulla componente ambientale suolo sono quelli legati alla realizzazione degli scavi ed alla realizzazione delle strutture dei manufatti e delle eventuali strade ed alla conseguente riduzione della copertura vegetale.

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Area di progetto

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ACQUALe linee di impluvio cartografate sono la sede di scorrimento di acque perenni o stagionali; qui si esplicano i fattori di erosione, trasporto o sedimentazione del materiale detritico-alluvionale. Gli impluvi localizzati nelle zone di testata dei bacini spesso tendono a sovraincidere il letto torrentizio causando l'accentuazione dei processi erosivi, che si manifestano con la creazione di scarpate torrentizie, i fenomeni di scalzamento al piede dei versanti e l'asportazione dei detriti presenti in alveo. Il reticolo generalmente è a pettine, talvolta detritico, con letto ampio. I caratteri morfologici sono quelli tipici di un’area in uno stadio evolutivo ancora giovanile. Nel fondovalle, gli impluvi si raccolgono entro alvei torrentizi e canali che risultano incassati rispetto alle campagne circostanti.Il territorio interessato dal piano è ubicato allo sbocco di quattro sistemi idrografici tra piccoli e grandi; da Ovest verso Est comprende la foce in sponda destra della F.ra Gallo, che sottende un vasto bacino idrologico, il Rio Salemi, e due altri corsi d’acqua minori, Ortoliuzzo e Palazzo (cfr. fig. seguente).

– Stralcio Carta Idrologica del Piano Territoriale Paesistico Regionale-.

La Fiumara Gallo presenta un regime idrologico marcatamente torrentizio, tipico delle “Fiumare”, strettamente dipendente dalla distribuzione delle precipitazioni, con deflussi superficiali, scarsi o assenti nel periodo primavera-estate, e consistenti nei mesi autunnali e invernali. In relazione alla ridotta distanza della catena dalla linea di costa e all’elevata erodibilità dei terreni attraversati, le fiumare si distinguono per la brevità dei corsi, l’elevata pendenza dei profili longitudinali e il sovralluvionamento degli alvei principali. Nel tratto medio-terminale dell’asta torrentizia si registrano pendenze relativamente basse e il letto ghiaioso-ciottoloso, molto ampio e apparentemente sproporzionato, testimonia impetuosità delle portate di piena. Le caratteristiche del bacino sono: superficie: 9,49 kmq; lunghezza: 6,90 km; quota max: 695 m. Per quanto riguarda la Valutazione delle risorse idriche, per la F.ra Gallo sono stati calcolati un valore medio degli afflussi meteorici di 9,11*106 mc/anno, con un deflusso di 2,13*106 mc/anno pari a 67,7 l/sec, infiltrazione nell’intero bacino di 1,34*106 mc/anno pari a 42,6 l/sec di media.

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Il Rio Salemi ha uno sviluppo più modesto, con un bacino di 2,6 kmq e quota max 336 m. Poco prima del viadotto autostradale l’alveo è costretto in piccolo fosso di drenaggio, che attraversa l’area di piano fino allo sbocco in mare.Gli altri due corpi idrici minori hanno area rispettivamente di 0,48 (Ortoliuzzo) e 0,46 kmq (Palazzo) e quota max di 160-150 m. Anch’essi sboccano ed attraversano l’area in studio mediante piccoli fossi di raccolta.L’area in esame risulta caratterizzata da terreni che presentano condizioni di permeabilità diverse, sia in relazione alla varietà dei termini costituenti la successione stratigrafica, sia alla frequente variabilità degli aspetti litologici e strutturali riscontrabili all’interno delle singole unità che compongono tale successione.Le falde di maggiore interesse sono contenute nei depositi alluvionali di fondovalle, le aree di alimentazione sono rappresentate dai bacini imbriferi dei vari corsi d’acqua. Essendo questi costituiti per la maggior parte da rocce con permeabilità localizzata e discontinua, gli spartiacque idrografici assumono il significato di limiti di idrostrutture indipendenti. L’area di piano è direttamente interessata dall’esistenza di tre diversi sistemi acquiferi a pelo libero.Nell’area di piano non sono censite sorgenti. Sono presenti però alcuni pozzi, che traggono acqua dalla falda costiera. La loro profondità varia da pochi metri fino a qualche decina di metri, con valore più frequente di 25-35 m; le portate emunte variano da 0,5 a 2,5 l/s. La maggior parte dei pozzi ha un periodo di esercizio limitato al semestre Aprile-Settembre, essendo gli sfruttamenti collegati in prevalenza agli utilizzi irrigui. La falda acquifera, soggetta a sfruttamento talora intensivo, ha mostrato localmente condizioni di insalinamento rilevata in alcuni pozzi ubicati lungo la fascia costiera. Questi sono più soggetti all'insalinamento in quanto le profondità raggiunte sono prossime a quelle del mare.Dal punto di vista antropico, i torrenti maggiori sono dotati di opere di regimentazione idraulica nel lorotratto medio-terminale, mentre quelli minori risultano, nella quasi totalità, interrotti da infrastrutture viariee/o insediamenti antropici che impediscono il naturale deflusso delle acque.

ARIA E FATTORI CLIMATICISotto il profilo climatico l’area peloritana è caratterizzata da condizioni prettamente oceaniche conprecipitazioni medie annue che sui rilievi supera abbondantemente i 1000 mm annui e temperature medieannue di 15-17 °C. Significativa è inoltre la presenza durante tutto l’anno di un regime di nebbie che ricoprei rilievi più elevati, dovuto all’incontro dei venti tirrenici con quelli ionici. La conformazione orografica fa sì che il territorio studiato venga interessato soprattutto dai venti provenienti da NW, N, NE (40,5%). In particolare, lo Scirocco proveniente da SE arriva nella zona parzialmente attenuato dalla presenza dei Peloritani e viene in gran parte deviato dal Massiccio Aspromontano incanalandosi lungo lo Stretto, mentre il Maestrale, che rappresenta certamente il vento più impetuoso, arriva direttamente dal mare.Risulta importante evidenziare la presenza del fenomeno locale della brezza marina, che in media ha una velocità di 1,6 m/s.; questo fenomeno si sovrappone, spesso diventando predominante, alla struttura generale della circolazione. La brezza è generata dalle differenti caratteristiche termiche dell’acqua e del terreno, e dai loro diversi tempi di raffreddamento. Nella fase diurna, si manifesta con un gradiente di pressione che genera un flusso dal mare verso terra in prossimità della superficie, compensato da un flusso opposto in quota; dopo il tramonto i flussi si invertono. La componente qualità aria tiene sostanzialmente conto dei caratteri di inquinamento dell’ambiente atmosferico. I dati di qualità aria disponibili, pur se piuttosto discontinui, hanno consentito di stimare una condizione sostanzialmente buona per tale variabile ambientale.

POPOLAZIONE E SALUTE UMANAPer la valutazione dei principali impatti indotti dall’attuazione del Piano in esame alla popolazione edalla salute umana è stata effettuata un’analisi delle caratteristiche ecosistemiche attualmente esistenti in unadeguato intorno dell’area di interesse.In sintesi, emergono particolari criticità in relazione all’attuale contesto territoriale, ed in seguito allarealizzazione della totalità degli interventi previsti connessi a quanto segue:- agli effetti cumulativi delle opere già autorizzate dal Comune di Messina con Valutazione di Incidenza, sulla scorta della banca dati degli impatti predisposta dal competente Dipartimento comunale;- vanno quindi salvaguardate le aree ricadenti su habitat prioritari, sulla scorta delle planimetrie delpiano di gestione “Monti Peloritani”;- vanno quindi salvaguardati i terreni demaniali ricadenti su aree con criticità “alta” o “molto alta”,

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sulla scorta del Piano di Gestione “Monti Peloritani” e vanno salvaguardate le dune sabbiose;- andrebbero esclusi i terreni limitrofi a fiumare che presentano inquinamento idrico costante e ripetuto nel tempo, oggetto di divieto di balneazione, così come risultante dalle apposite Ordinanze di balneabilità e dalle analisi sulla qualità delle acque marine effettuate dall’A.S.P. (dall’ex L.I.P.), al fine di evitare di prevedere insediamenti ed impianti balneari su aree inquinate e insalubri che possono costituire pregiudizio per la salute umana pubblica;- la componente ambientale individuata come potenzialmente impattante, in relazione alla situazioneattuale, è inoltre la produzione di nuovo traffico veicolare e la relativa produzione di emissioni inatmosfera, connesse alla maggiore presenza antropica in relazione all’insediamento di attivitàbalneari, di intrattenimento, turistico ricettive ecc.- vanno effettuate stime sulle emissioni in atmosfera, generate dal traffico indotto dal PIANO inesame;- le attività di ripristino ambientale ove previste dovranno garantire la completa salubrità eidoneità delle aree per le destinazioni funzionali previste dal piano. Tali attività dovranno esserecondotte a norma di legge e, comunque, nell’ottica di evitare qualsiasi pericolo di diffusione dieventuali sostanze inquinanti, negli strati di terreno, a seguito delle movimentazioni delle terre;- ad interventi realizzati, infine, data la tipologia delle opere previste, non si dovrà avere alcunapossibilità di contaminazione del suolo: infatti, i reflui dei nuovi manufatti e delle superficicircostanti dovranno essere convogliati in rete fognaria e se necessario si dovrà prevedere il potenziamento degli impianti di depurazione;- relativamente all’acquifero sotterraneo, non si dovrà prevedere alcuna forma di interferenza direttacon la falda;- i manufatti da collocare sui terreni dovranno essere concepiti in modo tale da ridurre al minimo l’impermeabilizzazione del suolo, in alcuni casi dovranno essere di tipo smontabile e precario, essere realizzati possibilmente in legno, o se strutture fisse si dovrà pensare ad un sistema di attacco a terra che riduca il più possibile la superficie da occupare, per riqualificare l’ambito interessato;- relativamente alle emissioni acustiche, è prevedibile un incremento sensibile del livello sonoro, datodalle attività ricreative e balneari che si prevedono. I manufatti di nuova realizzazione, non dovrannocomunque essere esposti a livelli di inquinamento acustico superiori a quelli previsti dalla vigentenormativa, ed in tal senso si dovranno prevedere adeguate barriere acustiche a verde che verrannocreate nelle aree in esame;- per quanto concerne l’ambiente biotico, si dovranno mitigare gli eventuali impatti negativi grazieall’inserimento di aree verdi che porteranno a un miglioramento del contesto territoriale; le essenzeche saranno impiegate in tutta l’area dovranno essere strettamente autoctone e dovranno essereindividuate tenendo in considerazione la vegetazione locale;- i livelli acustici prodotti non dovranno avere un’interferenza eccessiva con la fauna presente, epoiché le aree in esame si collocano principalmente in zone già fortemente influenzate dall’uomo ecaratterizzate dalla presenza di una popolazione faunistica tendenzialmente adattata ad ambienti conlivelli di antropizzazione medio - alti, tali livelli sonori non dovranno superare la soglia acusticaattuale;- i nuovi insediamenti di attività balneari, ricreative e turistico ricettive porteranno verosimilmente a un aumento del consumo energetico complessivo, mitigabile attraverso la scelta di adottare tecnologie finalizzate al risparmio energetico;- per quanto concerne un potenziale aumento dell’inquinamento luminoso, il possibile impattoderivante dall’aumento del livello di illuminazione, si ritiene che possa essere mitigato tramite laprevisione di illuminazioni schermate verso l’alto, a basso potere illuminante, cercando di dare solouna limitata maggiorazione del livello luminoso, che si avvicini al contesto già urbanizzato dellearee in esame;- l’incremento della produzione di rifiuti rappresenta un incremento che và affrontato adeguatamenteprevio il potenziamento delle attività di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani, da parte delcompetente organo pubblico;- le misure di mitigazione degli impatti dovranno essere predisposte, sia per le fasi di cantiere chedurante l’utilizzo dei manufatti previsti in esecuzione del piano;- la previsione del trattamento differenziato dei rifiuti, anche tramite la realizzazione di una appositaisola ecologica;

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- la sottoposizione del piano a Valutazione di Incidenza Ecologica, ex art. 5 d.p.r. 357/97 esuccessive modifiche ed integrazioni, contestualmente alla procedura di V.A.S., con la conseguenteprevisione di misure di mitigazione e/o compensazione,- nella progettazione di dettaglio dei singoli manufatti, si dovrà richiedere l’utilizzo delle miglioritecnologie disponibili per l’abbattimento degli eventuali impatti, nonché l’ottimizzazione delleperformance ambientali ed energetiche delle strutture stesse;- si dovrà prevedere la messa a dimora, nelle aree a verde, di specie autoctone idonee allecaratteristiche eco-sistemiche dell’area.

5. OBIETTIVI DI SOSTENIBILITÀ AMBIENTALEPer l’individuazione degli obiettivi di sostenibilità ambientale si è fatto riferimento a quelli giàindividuati ed approvati per altri Piani e Programmi regionali di riferimento (Piano di monitoraggio del POFESR 2007-2013, PSR Sicilia 2007-2013, etc.), che si riportano di seguito. Tali obiettivi rappresentano lelinee guida della strategia ambientale della “proposta di Piano”.

Temi ambientali Quadro di riferimento normativo, programmatico e pianificatorioObiettivi di sostenibilità

ambientale

Fauna, flora ebiodiversità

Convenzione internazionale relativa alle Zone Umide di importanza internazionale, soprattutto come habitat degli uccelli acquatici – Ramsar (1971) ;

Convenzione di Berna relativa alla conservazione della vita selvatica e dell’ambiente naturale in Europa (1979);

Nazioni Unite - Convenzione sulla biodiversità, Rio de Janeiro 1992; Comunicazione Commissione Strategia comunitaria per la diversità

biologica (1998); Direttiva UE sulla conservazione degli uccelli selvatici – Dir. 79/409/EEC; Direttiva UE sulla conservazione degli Habitat – Dir. 92/43/EC; Comunicazione della Piano d’azione comunitario per la Biodiversità

(2001); Commissione: Arrestare la perdita di biodiversità entro il 2010 - e oltre

(2006); Carta della Natura; Piano Regionale Parchi e Riserve; PIR Rete Ecologica; Linee guida del Piano Forestale Regionale.

Tutelare e valorizzare ilpatrimonio ambientale

naturale e la biodiversità

Paesaggio,patrimonio culturale,

architettonico earcheologico e

benimateriali

Convenzione europea del Paesaggio, Firenze, 2002; Decreto Legislativo n. 42 del 22.01.2004, “Codice dei beni culturali e del

paesaggio, ai sensi dell’articolo 10 della legge n. 137 del 6.07.2002” (GU n. 45 del 24.02.2004 - Supplemento Ordinario n. 28), si tutela e si valorizza il “patrimonio culturale”, inteso come insieme dei beni culturali e dei beni paesaggistici;

Legge Nazionale n. 431/85, che concede alle regioni la facoltà di opzione tra la redazione di uno strumento a valenza urbanistico-territoriale e il Piano Paesistico, quest’ultimo disciplinato dall’art. 5 della LN 1497/39;

Decreto Legislativo 26 marzo 2008, n. 63 - Ulteriori disposizioni integrative e correttive del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42;

PIR Rete Ecologica; Linee guida del Piano Forestale Regionale; Linee guida del Piano territoriale paesistico regionale; Piano Regionale Parchi e Riserve.

Tutelare e valorizzare ibeni e il patrimonio

storico-culturale

Suolo

Strategia tematica per la protezione del suolo (COM/2006/231) e per l’uso sostenibile delle risorse naturali (COM/2005/670);

Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico; Piano delle bonifiche; Piano Regionale per la difesa della vegetazione dagli incendi. Piano Regolatore Generale Comunale

Garantire una gestionesostenibile della fascia

costiera e favorire ilrecupero di aree

degradate

Direttiva quadro UE sulle acque - Dir. 2000/60/CE; Piano di Tutela delle Acque in Sicilia. Pianificazione-Definizione degli

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Acqua

scenari programma delle misure (2005); Progetto di monitoraggio per la prima caratterizzazione dei corpi idrici

superficiali della Regione Siciliana; Progetto di monitoraggio per la prima caratterizzazione dei corpi idrici

sotterranei della Regione Siciliana. Direttiva 2008/56/CE che istituisce un quadro per l’azione comunitaria nel

campo della politica per l’ambiente marino; Direttiva 2006/7/CE, Gestione della qualità delle acque di balneazione

(che abroga la direttiva 76/160/CEE); COM (2005) 504, Strategia tematica per la protezione e la conservazione

dell’ambiente marino;

Conservare e/o migliorarela qualità dell’ambiente

marino costiero eperseguire la tutela

sostenibiledella risorsa idrica

Aria e fattoriclimatici

Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sul Cambiamento climatico (1994) Protocollo di Kyoto (1997);

Programma Europeo per il Cambiamento climatico (2000); Piano di Azione Nazionale per la riduzione delle emissioni dei gas serra

(PAN) (2002); Decreto Legislativo 7 marzo 2008, n. 51: Modifiche ed integrazioni al

decreto legislativo 4 aprile 2006, n. 216, recante attuazione delle direttive 2003/87/CE e 2004/101/CE in materia di scambio di quote di emissione dei gas a effetto serra nella Comunità, con riferimento ai meccanismi di progetto del protocollo di Kyoto (GU n. 82 del 7-4-2008).

Ridurre le emissioni digas inquinanti e

climalterantiin atmosfera

Popolazione e saluteumana

Leggi sulla somministrazione degli alimenti; Leggi sui controlli veterinari; Regolamenti di polizia veterinaria; Piano delle bonifiche; COM (2003) 338, Strategia europea per l’ambiente e la salute; Piano sanitario regionale 2000-2002 e Atto di indirizzo per la politica

sanitaria del triennio 2007-2009 e per l’aggiornamento del piano sanitario regionale;

Linee guida per la classificazione in zone acustiche del territorio dei comuni.

Proteggere la popolazionee il territorio daifattori di rischio

Energia COM (2007) 1, Una politica energetica per l’Europa; Piano Energetico Ambientale Regionale Sicilia (PEARS). Promuovere politiche

energetiche sostenibili

Rifiuti

COM (2005) 666 , Portare avanti l’utilizzo sostenibile delle risorse-Una strategia tematica sulla prevenzione e il riciclaggio dei rifiuti;

Piano di gestione dei rifiuti in Sicilia.

Garantire una gestionesostenibile dei rifiuti e

ridurre la loro pericolosità

Mobilità e trasporti

Comunicazione della Commissione-Programma di azione europeo per la sicurezza stradale-Dimezzare il numero delle vittime della strada nell’Unione europea entro il 2010:una responsabilità condivisa;

Piano regionale dei trasporti e della mobilità.

Promuovere modalità ditrasporto sostenibili

Ambiente urbano COM/2005/0718, Strategia tematica sull’ambiente urbano; Piano Regolatore Generale Comunale

Migliorare la qualitàdella vita dei cittadini

Turismo Piano Regionale di Propaganda Turistica 2009 della Regione Siciliana; Programma triennale di sviluppo turistico 2007-2009.

Garantire una gestioneturistica sostenibile

6. POSSIBILI IMPATTI SIGNIFICATIVI SULL’AMBIENTENel presente capitolo vengono valutati, dal punto di vista qualitativo, gli effetti ambientali significativiche l’attuazione della “proposta di Piano” potrebbe comportare sul quadro ambientale. Tale valutazione èstata effettuata attraverso una matrice che mette in relazione le azioni/interventi della “proposta di Piano”

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con i temi ambientali.

Temi ambientali Obiettivi di protezione ambientale Azioni/interventi della “proposta di Piano”

1.1 1.2 1.3

2.1 2.2 2.3 3.1 3.2

Fauna, flora e biodiversità Tutelare e valorizzare il patrimonioambientale naturale e la biodiversità.

0 ? ? 0 + + 0 0

Paesaggio, patrimonio culturale, architettonico e archeologico e beni materiali

Tutelare e valorizzare i beni e il patrimonio storico-culturale

0 0 + 0 0 + + +

Suolo Garantire una gestione sostenibile della fascia costiera e favorire il recupero di aree degradate e migliorare le caratteristiche geotecniche dell’area a monte

+ + + + + + + +

AcquaConservare e/o migliorare la qualità dell’ambiente marino costiero e perseguire la tutela sostenibile della risorsa idrica

0 - 0 0 - + + +

Aria e fattori climatici Ridurre le emissioni di gas inquinanti e climalteranti in atmosfera

0 ? ? + + + + +

Popolazione e salute umana Proteggere la popolazionee il territorio dai fattori di rischio

+ + + + + + + +

Energia Promuovere politiche energetiche sostenibili0 - - + 0 + 0 0

Rifiuti Garantire una gestione sostenibile dei rifiuti e ridurre la loro pericolosità

- - 0 + 0 + + +

Mobilità e trasporti Promuovere modalità di trasporto sostenibili- - - + + + + +

Legenda degli impatti:Positivo (+) Negativo ( - ) Incerto ( ? ) Nullo (0)

Dall’analisi della tabella, considerata la tipologia degli obiettivi della “proposta di Piano”, si evinceche gli impatti significativi sono prevalentemente nulli o positivi, e in alcuni casi a breve termine e temporanei.Vi è la presenza di pochi impatti negativi dovuti all’incremento del livello sonoro, alla produzione dinuovo traffico veicolare, all’incremento della produzione di rifiuti ed all’aumento del consumo energeticocomplessivo.Nel successivo capitolo vengono indicate le misure di mitigazione ambientale atte ad impedire, ridurre ecompensare tali impatti negativi ed assicurare l’integrazione del principio di sostenibilità ambientale nellacomplessiva attuazione del Piano.

7. MISURE DI MITIGAZIONE18

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Al fine di individuare e definire le misure previste per “impedire, ridurre e compensare” nel modo piu’completo possibile gli eventuali “impatti negativi significativi” sull’ambiente dell’attuazione della “propostadi Piano” è stata realizzata una matrice che ad ogni eventuale impatto significativo negativo sull’ambienteassocia una “misura di mitigazione ambientale”, onde assicurare l’integrazione del principio di sostenibilitàambientale nella complessiva attuazione del Piano.

Temi ambientali Misure previste per impedire, ridurre e compensare gli eventuali impatti negativi significativi sull’ambiente

Fauna, flora ebiodiversità

Favorire i processi che consentano la tutela della biodiversità, il conseguimento di una buona qualità delle acque per gli ecosistemi ed il ripristino di un assetto morfologico il più naturale possibile

Va effettuata la sommatoria degli effetti cumulativi delle opere già autorizzate dal Comune di Messina con Valutazione di Incidenza, sulla scorta della banca dati degli impatti predisposta dal competente Dipartimento comunale;

vanno quindi salvaguardate le aree ricadenti su habitat prioritari, sulla scorta delle planimetrie del piano di gestione “Monti Peloritani”;

per quanto concerne l’ambiente biotico, si dovranno mitigare gli eventuali impatti negativi grazie all’inserimento di aree verdi che porteranno a un miglioramento del contesto territoriale. Le essenze che saranno impiegate in tutta l’area dovranno essere strettamente autoctone e dovranno essere individuate tenendo in considerazione la vegetazione locale;

per quanto concerne un potenziale aumento dell’inquinamento luminoso, il possibile impatto derivante dall’aumento del livello di illuminazione, si ritiene che possa essere mitigato tramite la previsione di illuminazioni schermate verso l’alto, a basso potere illuminante, cercando di dare solo una limitata maggiorazione del livello luminoso, che si avvicini al contesto già urbanizzato delle aree in esame;

la sottoposizione del Piano Quadro a Valutazione di Incidenza Ecologica, ex art. 5 d.p.r. 357/97 e successive modifiche ed integrazioni, contestualmente alla procedura di V.A.S., con laconseguente previsione di misure di mitigazione e/o compensazione;

Si dovrà prevedere la messa a dimora, nelle aree a verde, di specie autoctone idonee alle caratteristiche eco-sistemiche dell’area.

Ambiente urbano relativamente alle emissioni acustiche, è prevedibile un incremento sensibile del livello sonoro, dato dalle attività turistico ricettive e ricreative balneari che si prevedono. I manufatti di nuova realizzazione, non dovranno comunque essere esposti a livelli di inquinamento acustico superiori a quelli previsti dalla vigente normativa, ed in tal senso si dovranno prevedere adeguate barriere acustiche a verde che verranno create nelle aree in esame.

i livelli acustici prodotti non dovranno avere un’interferenza eccessiva con la fauna presente

Paesaggio,patrimonio culturale,

architettonico earcheologico e

benimateriali

le misure di mitigazione degli impatti dovranno essere predisposte, sia per le fasi di cantiere che durante l’utilizzo dei manufatti previsti in esecuzione del Piano e dei successivi interventi

Suolo

le attività di salvaguardia ambientale dei terreni dovranno garantire la completa salubrità e idoneità delle aree per le destinazioni funzionali previste dal piano. Tali attività dovranno essere condotte a norma di legge e, comunque, nell’ottica di evitare qualsiasi pericolo di diffusione di eventuali sostanze inquinanti, negli strati di terreno, a seguito delle movimentazioni delle terre;

i manufatti da collocare sui terreni non dovranno comportare eccessiva impermeabilizzazione di suolo e dovranno essere progettati riducendo al minimo possibile il consumo di suolo.

Acqua relativamente all’acquifero sotterraneo, non si dovrà prevedere alcuna forma di interferenza diretta con

la falda

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Aria e fattoriclimatici

In fase di cantiere bisogna prevedere tutti gli accorgimenti per il contenimento delle polveri e/o di emissioni di qualunque genere con : effettuazione di cumuli del materiale da smaltire e loro copertura con periodi di stazionamento limitato, copertura con teloni del materiale pulverulento, manutenzione dei mezzi in opera con regolazione per minimizzare le emissioni inquinanti, etc.

la componente ambientale individuata come potenzialmente impattante, in relazione alla situazione attuale, è inoltre la produzione di nuovo traffico veicolare e la relativa produzione di emissioni in atmosfera, connesse alla maggiore presenza antropica in relazione all’insediamento di attività balneari e turistico ricettive e di intrattenimento.

vanno effettuate stime sulle emissioni in atmosfera, generate dal traffico indotto dal Piano in esame.

Energia i nuovi insediamenti porteranno verosimilmente a un aumento del consumo energetico complessivo,

mitigabile attraverso la scelta di adottare tecnologie finalizzate al risparmio energetico; nella progettazione di dettaglio dei singoli manufatti, si dovrà richiedere l’utilizzo delle migliori

tecnologie disponibili per l’abbattimento degli eventuali impatti, nonché l’ottimizzazione delleperformance ambientali ed energetiche delle strutture stesse.

Rifiuti

ad interventi realizzati, infine, data la tipologia delle opere previste, non si dovrà avere alcuna possibilità di contaminazione del suolo: infatti, i reflui dei nuovi manufatti e delle superfici circostanti dovranno essere convogliati in rete fognaria;

Se non è possibile l’allaccio alla rete fognaria (per motivi tecnici o economici) è necessario evitare qualsiasi dispersione o percolazione dei reflui nell’ambiente, arenile e/o acque superficiali, con l’uso di dispositivi per il trattamento dei reflui, opportunamente dimensionati e secondo i criteri definiti dalla normativa vigente;

l’incremento della produzione di rifiuti rappresenta un incremento che và affrontato adeguatamente previo il potenziamento delle attività di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani, da parte del competente organo pubblico.

la previsione del trattamento differenziato dei rifiuti, anche tramite la realizzazione di una apposita isola ecologica

Mobilità e trasporti

Prevedere nel Piano adeguate superfici da destinare a parcheggio a servizio degli stabilimenti, dei locali e degli impianti, al fine di fluidificare il traffico veicolare lasciando libere le sedi stradali dall’ingombro degli automezzi parcheggiati dagli utenti.

8. MISURE PER IL MONITORAGGIOL’autorità procedente, in fase di redazione del rapporto ambientale, redigerà un piano dimonitoraggio ambientale (di seguito PMA) ai sensi delle disposizioni dell’art. 18 del D.L.vo 152/2006 es.m.i., che abbia i seguenti obiettivi :- il controllo degli impatti significativi sull’ambiente derivanti dall’attuazione del “Piano”;- la verifica del raggiungimento degli obiettivi di protezione ambientale prefissati;- l’individuazione tempestiva degli impatti negativi imprevisti e le opportune misure correttive daadottare.Per il raggiungimento di tali obiettivi il PMA individuerà i soggetti a cui affidare ruoli eresponsabilità e la sussistenza delle risorse economiche necessarie per la realizzazione e gestione delmonitoraggio. Si anticipa che il futuro PMA sarà strutturato avvalendosi dell’Agenzia Regionale per laProtezione dell’Ambiente (ARPA Sicilia).Il PMA, inoltre, darà adeguata informazione sulle modalità di svolgimento del monitoraggio, deirisultati e delle eventuali misure correttive da adottare attraverso un rapporto di monitoraggio ambientale(RMA) che sarà pubblicato sui siti web dell’autorità competente, dell’autorità procedente e dell’AgenziaRegionale per la Protezione dell’Ambiente (ARPA Sicilia). Le informazioni raccolte attraverso ilmonitoraggio saranno tenute in conto nel caso di eventuali modifiche al “Piano” e comunque sempreincluse nel quadro conoscitivo dei successivi atti di pianificazione o programmazione.

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9. PROPOSTA DI INDICE DI RAPPORTO AMBIENTALEL’indice del successivo rapporto ambientale, che sarà redatto coerentemente alle disposizioni dell’AllegatoVI del D.Lgs 152/2006 e s.m.i., sarà strutturato come di seguito indicato:IntroduzioneCapitolo 1. Il processo di VASCapitolo 2. Il processo della proposta di PianoCapitolo 3. Il quadro ambientaleCapitolo 4. La Valutazione degli impatti significativiCapitolo 5. Le misure per il monitoraggio ambientaleAllegato 1: Sintesi non tecnicaAllegato 2: Studio di incidenzaAllegato 3: Questionario di consultazioneIl sopra citato indice potrebbe subire variazioni.

IL REDATTORE DELLA V.A.S.:DOTT. ARCH. LUCA D’AMICO

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