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Assemblea Congressuale di Legacoopsociali Emilia Romagna “Governance e cooperazione sociale” 23 ottobre 2017 alle ore 9.30 presso Unipol Banca Piazza della Costituzione 2 Bologna Relazione introduttiva Alberto Alberani

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Assemblea Congressuale di Legacoopsociali Emilia Romagna “Governance e cooperazione sociale”

23 ottobre 2017 alle ore 9.30

presso Unipol Banca Piazza della Costituzione 2 Bologna

Relazione introduttiva

Alberto Alberani

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Buongiorno a tutte a tutti, grazie di essere qui oggi al Congresso regionale delle cooperative sociali aderenti a Legacoop Emilia Romagna che precede quello nazionale del 15 e 16 novembre a Roma, Congresso regionale che è stato anticipato da altri Congressi territoriali di Legacoop Bologna Imola, Legacoop Romagna, Legacoop Emilia Ovest, Legacoop Estense che hanno visto la partecipazione di centinaia di cooperatrici e cooperatori.

Sono stati Congressi caratterizzati da comunicazioni, riflessioni interventi sulla riforma del terzo settore e sul decreto 112 sull’ impresa sociale, o che hanno riflettuto su come si realizza il bilancio sociale che le cooperative sociali in coerenza con la legge regionale sono obbligate ad inviare alla Regione entro febbraio 2018 per poter mantenere l’ iscrizione all’ albo regionale.

Sono stati Congressi dove abbiamo presentato, condiviso e discusso il documento nazionale che trovate in cartellina che è stato anticipato da un nostro costruttivo contributo ai percorsi congressuali.

Sono stati Congressi anche utili a comprendere cosa abbiamo fatto in questi anni e cosa desideriamo fare nei prossimi interpretando lo spirito e il senso dei Congressi che al di là della ritualità sono importanti occasioni di verifica e programmazione.

E allora cominciamo proprio da questa verifica con un’ affermazione abbastanza netta. In questi anni le cooperative sociali aderenti a Legacoop Emilia Romagna non solo hanno tenuto ma hanno anche innovato e aumentato addetti e fatturati

La verifica di questa affermazione l’ abbiamo anche anticipata a Riccione a giugno presentando il libro “Cooperative sociali. Oltre la crisi” realizzato insieme all’ amico Luciano Marangoni del nostro Centro Studi nazionale, un libro che ha evidenziato la tenuta occupazionale delle cooperative che sono passate da 20.060 occupati nel 2008 a 28.578 nel 2015 e sono passate da un valore della produzione nel 2008 di 693,5 ai 1.100,3 di euro nel 2015.

Il periodo 2008-2016 sarà ricordato come il 'periodo della crisi' e la crisi ha duramente colpito settori importanti dell’economia regionale come il manifatturiero e l’ edilizia colpendo anche molte imprese cooperative; una crisi però che non ha colpito così duramente anche la cooperazione sociale che ha aumentato fatturato e occupati, confermandosi come un pilastro del welfare nella Regione.

La domanda che ci si può fare è “Perché abbiamo tenuto, anzi migliorato”? Probabilmente per tre motivi

Il primo attiene alle politiche regionali che in questi anni hanno visto scelte che abbiamo molto apprezzato nel confermare l’ importanza e l’ utilità del Fondo per la non autosufficienza che garantisce il mantenimento di oltre 900 servizi rivolti a 25.000 perone, servizi che sono stati sottratti alle gare d’ appalto al ribasso che vedono persone disabili e anziane non più messe all’ asta al migliore offerente ma la garanzia di continuità del soggetto gestore accreditato. Oltre la metà del fatturato della cooperazione sociale è collocato in servizi in accreditamento e quindi è evidente che questo sistema ha garantito la continuità di quel lavoro che molti nostri colleghi in altre regioni hanno perduto.

Politiche regionali che hanno licenziato una nuova legge sui servizi alla prima infanzia e da questo anno, per la prima volta, sono di più i bambini di età compresa dai 0 ai 3 anni che frequentano nidi gestiti da cooperative sociali rispetto ai bambini che frequentano servizi gestiti da altri soggetti per lo più i Comuni. L’ aumento di lavoro in questo settore in questi ultimi due anni è stato accompagnato da una leggera diminuzione degli iscritti e auspichiamo che grazie all’ ottima legge sulla buona scuola che ha sottratto i servizi alla prima infanzia dal settore dei servizi a domanda individuale e mette a disposizione 209 milioni

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sul livello nazionale per il 2017, queste risorse la Regione decida di spenderle nell’ abbattimento della compartecipazione alla spesa delle famiglie favorendo l’ iscrizione ai servizi.

In questi anni abbiamo coprogettato con le Istituzioni e le Pubbliche Amministrazioni nuovi servizi necessari per una risposta di civiltà alle migliaia di persone che sono costrette a lasciare il proprio paese. Li chiamiamo profughi o richiedenti asilo. Ancora una volta in questi anni la cooperazione sociale ha concretamente dimostrato che quando c’è da rimboccarsi le maniche ed innovare E’ SEMPRE PRESENTE. In questa Regione molte cooperative hanno generosamente aperto nuove attività per rispondere a nuovi bisogni. Non è facile accogliere 30 minori afgani scaricati da un camion alle 4 di notte, ma insieme a diligenti e appassionati funzionari comunali ci siamo organizzati per fornire le migliori risposte a chi ha diritto ad una vita migliore. Vorremmo che fosse chiaro che nel momento in cui con grande passione, fatica, rischi ci buttiamo in queste nuove avventure non lo facciamo solamente perché siamo eccellenti organizzatori (come tutti i cooperatori) e neppure per aumentare i fatturati (che non ci vergognamo di dire che sono aumentati), ma lo facciamo perché come cooperatori siamo sostenuti da principi e valori di equità, giustizia sociale, solidarietà. E chi non perde occasione per attaccarci, il più delle volte per strumentalizzazioni politiche e con scarsi argomenti, lo invitiamo a passare qualche notte con i nostri operatori e a partecipare alle nostre Assemblee dove i bilanci sono trasparenti e a disposizione.

E le politiche regionali hanno inoltre volto lo sguardo anche alla realizzazione della legge 14 per accompagnare e sostenere le persone fragili e vulnerabili e la legge 24 per contrastare la povertà svelando quel mondo che esiste anche nella Regione Emilia Romagna dove la qualità della vita continua ad essere alta. Abbiamo espresso interesse e disponibilità a queste nuove attività perché da sempre siamo i massimi esperti di accompagnamento al lavoro delle persone che la legge 381 ha definito svantaggiate e che lavorano nelle cooperative di tipo b o a scopo plurimo. Cooperative che in questi anni hanno fatto enormi investimenti per rispondere al meglio alle esigenze del mercato in particolare quello dell’ igiene ambientale dove queste cooperative sviluppano metà del loro fatturato. Forse non tutti sanno che oltre i due terzi delle persone che lavorano per conto di Hera ed Iren sono cooperatori sociali. Oltre 3000 persone di cui 1500 svantaggiate che grazie al lavoro nelle cooperative sociali e a un regolare salario normato dal proprio ccnl il più delle volte superano difficoltà e percorsi di vita difficili. Provate a pensare il costo economico per la società se non ci fossero le coop sociali di tipo b considerando che recenti ricerche hanno evidenziato che una persona svantaggiata che lavora rispetto ad una persona vantaggiata assistita costa 6.000 euro in meno alla società!!!

QUELLE SOPRA ESPOSTE SONO SOLAMENTE ALCUNE DELLE MOTIVAZIONI CHE PROBABILMENTE HANNO DETERMINATO LA TENUTA DELLA COOPERAZIONE SOCIALE

Sono riflessioni che attengono alle politiche regionali ma credo sia doveroso anche ricordare cosa è successo sul livello nazionale in questi anni. Senza volere metterla in politica (altrimenti sbucano fuori le porte girevoli…) dobbiamo laicamente riconoscere che in questa legislatura abbiamo assistito ad un inversione di tendenza in relazione alle politiche sociali, sanitarie educative, in pratica a quasi tutti i mercati su cui operiamo. E considerando che oltre l’ 80% dei nostri fatturati è svolto in collaborazione con le Pubbliche Amministrazioni sicuramente in Emilia Romagna ma anche in tutta Italia i fatturati hanno tenuto anche perché molte attività sono state rifinanziate dopo anni di forti ridimensionamento. Sono consapevole che è più facile lamentarsi ed è più facile dire che tutto è negativo, che ci sono i tagli e che va tutto male e sono consapevole che oggi è sicuramente in contro tendenza riconoscere che ci possono anche essere cose positive. Credo purtroppo che questo sia un periodo dove il rancore, la distruzione, l’ affermazione dell’ io sul noi, il lamento, prendono il sopravvento sulla voglia di comunità, sulla costruttività e sulla positività.

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“La crisi consiste appunto nel fatto che il vecchio muore e il nuovo non può nascere: in questo interregno si verificano i fenomeni morbosi più svariati” , osservava Antonio Gramsci. E allora, pur consapevole delle critiche oggi voglio ricordare alcune scelte che ritengo siano state positive anche per la cooperazione sociale ma più che altro per le persone fragili. E lo voglio fare perché temo che fra un pò di tempo ci ricorderemo con nostalgia di cosa è successo in questi ultimi anni. Forse ci ricorderemo che i fondi per le politiche sociali sono passati da 1,8 a 3,4 milioni, che il servizio sanitario nazionale finalmente non è stato tagliato ma leggermente aumentato passando da 106,4 a 111 miliardi e ci ricorderemo della legge sull’ autismo, di quella sul dopo di noi, della riforma del sistema 0-6 che finalmente sottrae i servizi dalla domanda individuale, della legge 112 sulle disabilità gravi, del reddito di inclusione per contrastare la povertà e non per ultima la tanto discussa riforma del terzo settore che dovremo essere capaci di attuare concretamente passando dai testi alla pratica.

In relazione a questa legge voglio ricordare che la 381, quella delle cooperative sociali è stata realizzata perché dal basso erano nate queste straordinarie esperienze e la legge, riconoscendole ha aiutato lo sviluppo. La legge 155 del 2006 sull’ impresa sociale non ha generato nulla perché se le leggi non si collegano alla realtà ma si pensano come occasioni di gettito fiscale o scorciatoie per qualche beneficio, il più delle volte restano ferme al palo.

Per questo motivo credo che dobbiamo rimanere con le orecchie dritte senza fasciarci la testa ma guardare con ottimismo al nostro prossimo protagonismo e bene ha fatto la nostra Vice Presidente Eleonora Vanni che generosamente si è resa disponibile e che con convinzione come Presidenza nazionale uscente abbiamo candidato alla futura Presidenza, a proporci come titolo del nostro congresso nazionale del 15 e 16 novembre il titolo GLI ALTRI, IL NUOVO E IL DOMANI. LA COOPERAZIONE SOCIALE con l’ obiettivo di non ripiegare con preoccupazione ma anche di interpretare la riforma come occasione per ri-pensarci e innovare. Siamo certi con ottimismo e creatività.

Infine dopo le motivazioni regionali e nazionale il terzo motivo per cui abbiamo tenuto, è quello che ritengo maggiormente importante e riguarda direttamente le cooperative sociali che in questi anni hanno fatto passi da gigante sicuramente nella capacità di ripensarsi, riorganizzarsi cercando sempre più efficienza e efficacia. Le cooperative sociali sono state capaci di comprendere l’ utilità di costituire nuovi consorzi, di aggregarsi in contratti di rete ma anche di fondersi guardando con affetto e nostalgia al passato ma forti della certezza che solo alcune scelte possono garantire continuità occupazionale e garanzia di qualità dei servizi. Tutto ciò è stato fatto mantenendo forti radicamenti territoriali e intensi rapporti con le comunità locali dove operano i diversi servizi e rispettando le divere scelte aziendale che conducono alcune cooperative a scegliere percorsi di forte sviluppo e altre a mantenere e qualificare i propri fatturati. E’ bene ricordarcelo che la grande forza della cooperazione sociale aderente a Legacoop Emilia Romagna è data dal tenere insieme le grandi e le piccole, i consorzi e le reti, le a e le b senza voler imporre un fantomatico unico modello. E’ il rispetto delle scelte dei soci, quei soci che continuano a determinare le scelte strategiche, quei soci che coinvolgeremo nel percorso che con oggi attiviamo.

Una prossima relazione dell’ amico e collega Igor Skuk racconterà di come Legacoop Emilia Romagna si occuperà nei prossimi anni delle tematiche connesse alla Governance nelle cooperative. Anche noi abbiamo deciso di fornire un originale contributo a questo lavoro attivando un percorso che attraverso percorsi formazioni, seminari, lavori di gruppo ci condurrà nel mese di giugno alla nostra tradizionale Assemblea di Riccione a presentare le nostre riflessioni. Partiremo con un world caffè a metà dicembre e continueremo i lavori anche aiutati da conferenze e stimoli di esperti e di amici competenti.

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Queste quindi alcune ragioni per cui abbiamo tenuto. Sono ragioni che non ci permettono di dormire sonni tranquilli, come imprenditori sociali siamo consapevoli che non possiamo dormire sugli allori ma impegnarci costantemente cercando anche di anticipare gli scenari. Ne voglio ricordare alcuni:

Nell’ ambito dell’ accreditamento dei servizi socio sanitari riscontriamo purtroppo una sotto valutazione dell’ importanza che rappresentiamo. Ci siamo stancati di chiedere formalmente incontri che non ci vengono concessi. Incontri dove vorremmo fornire un contributo costruttivo al miglioramento dei servizi per raccontare di come siamo preoccupati per l’ invecchiamento delle persone disabili e preoccupati per i dati epidemiologici rispetto all’ Alzheimer, ma anche preoccupati per la sostenibilità del sistema che il prossimo anno dovrà inevitabilmente adeguare le tariffe e aumentare i costi dopo che avremo rinnovato il ccnl meritandosi anche i nostri lavoratori un rinnovo adeguato. Attenzione a queste tematiche!!!! Un conto è difendere la grande scelta politica di mantenere il fondo della non auto sufficienza e i servizi, un altro conto è lavorare costantemente per tenere in manutenzione la macchina che abbiamo INSIEME costruito. Se non si cambiano le gomme e non si mette la benzina possiamo avere anche una Ferrari, ma dopo un po’ smette di funzionare. Senza confronto e senza un noi condiviso facciamo tutti più fatica. E LA CONDIVISIONE LA APPREZZIAMO CONSAPEVOLI CHE E’ IL NOI CHE GENERA BUONI FRUTTI

Per questo motivo abbiamo apprezzato molto la dimensione concertativa e di confronto che si svolge nel Patto per il lavoro e anche il recente Piano Socio Sanitario nelle 37 schede attuative cita per ben 23 volte l’ importanza di coinvolgere il terzo settore nella realizzazione e nella verifica delle attività. Così come siamo stati coinvolti per realizzare la nuova legge sui servizi 0-3 che oltre al tema dei vaccini favorirà anche il confronto sul tema dell’ accreditamento dei servizi 0-3. Abbiamo molte aspettative su questo accreditamento perché ci siamo stancati di vedere molti Comuni METTERE ALL’ ASTA I BAMBINI CHE FREQUENTANO NIDI GESTITI DA COOPERATIVE SOCIALI. Quelli che frequentano nidi gestiti dai Comuni no, quelli che frequentano nidi cooperative periodicamente rischiano di perdere le figure di riferimento perché si vuole fare economie. Non e’ giusto. Non è giusto continuare con questo sistema camuffando legalmente gare che solo apparentemente fanno vincere la qualità ma che con trucchi da azzeccagarbugli fanno vincere il prezzo. Grazie all’ Assessore Gualmini e alle sue collaboratrici abbiamo fatto un grande lavoro licenziando le “Linee guida dei rapporti fra Pubbliche Amministrazioni e cooperative sociali” lavoro che abbiamo consegnato alle pubbliche amministrazioni e che in coerenza con il codice degli appalti e da oggi in poi anche con l’ art 55 della riforma del terzo settore permette alle Pubbliche Amministrazioni nuove forme di relazione basate sulla co-progettazione e l’ accreditamento superando il sistema delle gare al ribasso. CREDO CHE COME NOI REGIONALE DOPO AVER SMESSO DI METTERE IN APPALTO DISABILI E ANZIANI E AVER REALIZZATO IL SISTEMA DI ACCREDITAMENTO SOCIO SANITARIO POSSIAMO LEGITTIMAMENTE CHIEDERE AI COMUNI DI TENDERE A SUPERARE NEI PROSSIMI ANNI ANCHE LE GARE D’ APPALTO NEI SERVIZI ALLA PRIMA INFANZIA. CANDIDANDOCI A DIVENTARE LA REGIONE DOVE NON SI METTONO PIU’ ALL’ ASTA I BAMBINI!!!! Si può fare. Basta volerlo.

Si può fare insieme innovazione come si sta facendo nelle politiche di contrasto alla fragilità e alla vulnerabilità delle persone vittime delle crisi economica e che grazie alla legge 14 potranno trovare occasioni di re-inserimento sociale evitando di cadere nell’ esclusione e nella povertà che questa Regione ha contrastato grazie a fondi propri e fondi statali e alla legge 24, al Sia, al Res. Dopo due anni dall’ uscita della legge 14 nei prossimi mesi forse partiranno le prime azioni rivolte alle persone fragili e vulnerabili. Anche qui facciamo attenzione. Ottime scelte politiche che spostano risorse a favore delle fasce deboli corrono il rischio di arenarsi o di naufragare nei Distretti e nei territori a causa di burocrazie, procedure, lungaggini tropo spesso incomprensibili a noi tecnici, figuriamo alle persone fragili o povere che se partecipassero ad alcune Commissioni Regionali probabilmente non ci guarderebbero molto bene…

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Apprezzando molto le scelte esercitate dalla Giunta e dall’ Assemblea Regionale, ci aspettiamo quindi condivisione e alleggerimento burocratico per valorizzare al massimo le energie e le risorse messe in campo. E abbiamo forti aspettative in merito all’ organizzazione della Conferenza regionale su “Lavoro e disabilità” che speriamo di realizzare quanto prima e rimetta maggiormente al centro dei nostri pensieri diritti delle persone disabili che rischiano di essere un po’ dimenticati e travolti da altre emergenze.

Care cooperatici , cari cooperatori e cari ospiti, avviandomi verso la conclusione vorrei infine ricordare che come cooperazione sociale abbiamo davanti molte sfide e come facciamo da sempre le affronteremo con coraggio e pragmaticità

- Ci piacerebbe molto investire sul dopo di noi e sull’ housing sociale rivolto a persone disabili e anziane prima dell’ insorgenza della non auto sufficienza

- Vorremmo potenziare la grande forza delle cooperative di inserimento lavorativo che rischiano di soccombere sotto il peso di Multiutility troppo attente al profitto economico e poco al profitto sociale

- Vorremmo potenziare l’ offerta di risposte alle famiglie anche attraverso progetti di welfare aziendale

- Come ricordato prima vorremmo nel 2018 rinnovare il ccnl e realizzare un adeguato contratto territoriale regionale

- Lavoreremo sui temi della Governace e sarà un lavoro che sarà occasione per sviluppare sinergie e azioni imprenditoriali fra cooperative sociali e non solo ripensando ai dimensionamenti e alle efficienze gestionali

- Vorremmo infine capire e sminare le ragioni per cui il bellissimo progetto dell’ Alleanza delle Cooperative Italiane appare affaticato e faticoso. Nel nostro documento regionale abbiamo lanciato una suggestione, una provocazione intesa come stimolo: cosa succederebbe se le cooperative sociali aderenti a Legacoop in Emilia Romagna chiedessero l’ adesione anche ad Agci e Confcooperative pur mantenendo i contributi associativi e l’ ispezione annuale nella loro Associazione? E se anche le altre facessero la stessa cosa? Io lo so. Se questo fosse accettato le cooperative si ritroverebbero a lavorare insieme nei gruppi di lavoro che ogni Associazione porta avanti e potrebbero partecipare a tuti gli incontri rendendo concreto quell’ incontro che già avviene in tanti territori e fra tante cooperative. Se vogliamo, passi avanti concreti possiamo farli!!!

Ho finito. Quelli sopra espressi sono solo alcuni spunti di lettura di un fenomeno che probabilmente sarà fra molti anni studiato con curiosità da giovani ricercatori che scopriranno che in questi anni non ci sono state solo crisi e macerie. Ringraziandovi per la pazienza e sperando di aver ben interpretato i bisogni delle cooperative mi permetto di concludere con una frase ascoltata alcune domeniche fa:

Nel vostro territorio da lungo tempo si è sviluppata l’ esperienza cooperativa, che nasce dal valore fondamentale della solidarietà. Oggi essa ha ancora molto da offrire anche per aiutare i tanti che sono in difficoltà e hanno bisogno di quell’ ascensore sociale che secondo alcuni sarebbe del tutto fuori uso. Non pieghiamo mai la solidarietà alla logica del profitto finanziario, anche perché così la togliamo – potrei dire la rubiamo – ai più deboli che ne hanno tanto bisogno. Cercare una società più giusta non è un sogno del passato ma un impegno, un lavoro, che ha bisogno oggi di tutti.

AGGIUNGO SPECIALMENTE DELLE COOPERATIVE SOCIALI

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Anno 2011 2012 2013 2014 2015Valore produzione 900.792.157 953.834.978 980.413.721 1.017.931.905 1.062.427.084Valore aggiunto 545.539.265 563.880.159 583.594.090 610.392.644 637.866.359Costo lavoro 499.355.018 520.658.718 541.483.489 562.978.855 587.530.614Ebitda 41.732.816 39.317.852 39.061.142 43.891.445 43.418.679Risultato operativo 22.806.917 18.539.759 18.621.086 22.953.359 18.830.545Imposte 11.074.783 8.900.705 8.905.724 8.390.374 4.277.193Risultato netto 7.227.283 4.975.627 5.260.503 4.849.521 6.546.688Attivo 710.723.740 742.241.296 733.053.940 745.437.118 792.860.098Patrimonio netto 168.378.819 175.322.397 183.022.132 192.199.422 203.625.100

(1) 185 cooperative sociali fino al 2012; dal 2013 le cooperative diventano 186, per l'ingresso in data base di una nuova azienda.

Tab 1 - Settore delle cooperative sociali aderenti a Legacoopsociali in ER. Valori assoluti. (1)

PERSONE

- il 70% dei 25.771 (fonte PAR 2015) posti dedicati alle persone disabili e anziane (18.039 persone)- quasi tutti i 21.045 (fonte PAR 2015) interventi di assistenza domiciliare, - oltre il 40% dei 38.278 (fonte “report regionale”) posti negli asili nido (15.311 bambini)- le comunità per minori, l’accoglienza ai migranti, i servizi di salute mentale e persone dipendenti da

sostanze sono per lo più gestiti da cooperative sociali.

le cooperative sociali di tipo B che inseriscono al lavoro oltre 3.000 persone svantaggiate regolarmente assunte e altre 3.000 persone fragili e vulnerabili in tirocinio. I due terzi dei servizi ambientali esternalizzati da Hera e Iren sono gestiti da Cooperative sociali!!!

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FOTOGRAFIA DELLE COOPERATIVE LEGACOOPSOCIALI

Delegati

Piemonte 12.312 423.422.920 32Valle D'Aosta 363 12.329.418 2Liguria 4.869 188.792.762 14Lombardia 10.210 288.560.572 25Trentino A.A. (Bz+Tn) 936 98.764.111 8Veneto 8.932 263.898.623 19Friuli V. G. 4.926 143.018.195 15Emilia R. 28.578 1.100.291.633 83Toscana 11.316 366.280.206 31Umbria 5.477 173.526.576 16Marche 6.028 147.516.584 16Abruzzo 1319 29.254.412 5Lazio 9.667 325.011.373 20Molise 790 14.759.427 3Puglia 1.878 51.676.791 5Campania 1.839 41.333.773 5Basilicata 823 26.379.323 5Calabria 1.384 35.428.989 5Sicilia 3.413 165.340.753 11Sardegna 4.457 117.936.979 10

TOTALE 119.517 4.013.523.420 330

Regione Fatturato al 31 dic 2015Addetti al 31 dic 2015