VOLONTARIATO INCLUSIVO
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Suggerimenti ai coordinatori delle associazioni di volontariato su come sviluppare programmi piĂš inclusivi
VOLONTARIATO INCLUSIVO
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Introduzione 2
Parte I â il Volontario inclusivo, aspetti generali 5
1. Le organizzazioni di volontariato e lâinclusione sociale 5
2. Lâimportanza di una gestione di buona qualitĂ
dei volontari nelle odv 11
3. Reti di sostegno per coordinatori e volontari 14
4. Creare una rete di partner, organizzazioni/soggetti interessati 15
Parte II â Caratteristiche specifiche di gestione dei volontari
provenienti da gruppi vulnerabili. 17
Come leggere la pubblicazione 17
Volontari con disabilitĂ uditive 18
Volontari con disabilitĂ visive 23
Volontari con disabilitĂ fisiche 27
Volontari con disabilitĂ mentali 32
Persone con disturbi dello spettro autistico 38
Gli anziani 42
I migranti 47
Disoccupati da lungo periodo 52
Detentuti ed ex-detenuti 55
Volontari senzatetto ed ex-senzatetto 60
Punti di contatto per i partner 64
CONTENUTI
Questa pubblicazione è stata predisposta come parte integrante del progetto biennale âIl Volontariato come Strumento dâ Inclusione Sociale (2013 - 2015)â, realizzato da otto organizzazioni partner, appartenenti ai seguenti Paesi europei: Croazia, Danimarca, Ungheria, Irlanda, Italia, Lettonia, Romania, e Slovacchia.
Nel corso del progetto i partner del progetto hanno avuto lâopportunitĂ di visitare ciascun Paese e di osservare alcune esperienze di volontariato inclusivo. Hanno anche avuto modo di discutere circa il grado dâinclusione nel volontariato nei rispettivi paesi, condividendo le migliori pratiche su specifici casi, studi, progetti e programmi basati sul principio dellâ inclusione sociale.
Il primo importante elemento comune riscontrato in tutti i paesi coinvolti nel progetto è stata la disparitĂ tra gli obiettivi dâinclusione della maggior parte delle Organizzazioni di Volontariato Inclusivo (OVI) e la situazione reale sul terreno. E risultato chiaro che sono ben rare le organizzazioni che coinvolgano attivamente nella gestione giorno per giorno i volontari provenienti da gruppi vulnerabili. Ciò detto, si sono visti, in tutti i Paesi partecipanti, esempi di progetti e programmi rivolti a gruppi specifici (come i senzatetto, i detenuti o ex-detenuti, i disoccupati, ecc), o situazioni in cui gli individui fanno volontariato per le organizzazioni di cui essi erano beneficiari in precedenza.
Introduction
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Le visite sono state condotte in vista dellâobiettivo principale del progetto - la redazione di queste raccomandazioni. Abbiamo cercato di fornire alle organizzazioni di volontariato alcuni consigli pratici, utili per lavorare con gruppi specifici di volontari e per aiutarle a prepararsi ad accogliere i volontari di categorie vulnerabili, qualora essi si presentino spontaneamente o siano inviati da unâaltra organizzazione o da un centro servizi per volontariato. Le raccomandazioni di questo documento di lavoro sono state redatte in collaborazione con organizzazioni di esperti che lavorano con gli specifici gruppi coinvolti. Vorremmo ringraziare tutti per i loro commenti e suggerimenti.
Siamo tutti convinti che il volontariato è per tutti, e che vi sia comunque un ruolo per chi voglia dare una mano, mettendosi in gioco e sostenendo lâorganizzazione e la comunitĂ in cui si vive. Speriamo che questo pubblicazione aiuti i coordinatori delle organizzazioni di volontariato a divenire piĂš aperti e fiduciosi nellâaccogliere la diversitĂ nelle proprie organizzazioni.Maggiori informazioni sul progetto e sulle organizzazioni partner si trovano alla fine del documento.
Il presente progetto è finanziato con il sostegno della Commissione europea. Lâautore è il solo responsabile di questa pubblicazione (comunicazione) e la Commissione declina ogni responsabilitĂ sullâuso che potrĂ essere fatto delle informazioni in essa contenute.
More information about the partner organisations is at the end of the publication.
This project has been funded with support from the European Commission. This publication reflects the views only of the author, and the Commission cannot be held responsible for any use which may be made of the information contained therein
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1. Le Organizzazioni di Volontariato e lâinclusione sociale
âIl volontariato è per tutti e chiunque può essere volontarioâ.Sono slogans adottati dai Centri per il Volontariato e dalle ODV per stimolare lâinteresse per il volontariato e incoraggiare la partecipazione. Quando si chiede ai coordinatori se considerino inclusiva lâorganizzazione per cui lavorano, la prima risposta di solito è âSĂŹ, certo!â.La realtĂ , tuttavia non sembra confermare tali affermazioni, in quanto non è facile trovare esempi di conferma.Dal progetto âIl Volontariato come strumento dâinclusione socialeâ si evince che le categorie piĂš comuni di volontariato inclusivo sono le seguenti:
⢠progetti e programmi riguardanti un gruppo emarginato specifico (ad esempio: i senzatetto, gli immigrati, i disoccupati, le persone con problemi di salute mentale, ecc);
⢠esempi di volontariato aventi come protagonisti ex beneficiari (ad esempio, un cieco che era ricoverato in un istituto di aiuto alle persone con problemi di vista è diventato un volontario presso lo stesso; un utente di un ambulatorio diurno per problemi di salute mentale, provvisto di competenze specifiche, è diventato un volontario attivo nel sostegno di altri, etc.).
Sono invece piÚ rari gli esempi di persone appartenenti a gruppi vulnerabili che entrano in organizzazioni con cui non avevano precedenti rapporti, o che non fossero beneficiari dei servizi. Tuttavia, ci siamo imbattuti in un numero, seppur ristretto, di casi, che costituiscono la prova che tali situazioni sono possibili e potrebbero, auspicabilmente, verificarsi piÚ spesso. Non vogliamo con ciò insinuare che le prime due categorie costituiscano esempi meno validi, ma semplicemente presentare i risultati ottenuti e identificare i possibili margini di miglioramento.
PARTE 1Il Volontariato Inclusivo: aspetti generali
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Che cosâ è il volontariato inclusivo?Una delle migliori illustrazioni è costituita da questâimmagine:1
Se usiamo il termine âinclusioneâ con accezione educativa applicandolo al volontariato, allora âinclusioneâ designa la totale partecipazione di una persona con una disabilitĂ , o qualsiasi altra difficoltĂ che limiti le sue opportunitĂ , nel volontariato in generale. Possiamo definire il volontariato inclusivo come quelle opportunitĂ di volontariato che sono accessibili a tutte le persone senza distinzione di etĂ , cultura, sesso, orientamento sessuale, etnia, religione, status sociale o disabilitĂ .
Ostacoli e vantaggi del volontariato inclusivoSe il volontariato inclusivo è poco diffuso, ciò è dovuto a cause diverse. Queste possono essere suddivise in:⢠ostacoli attinenti ai coordinatori del volontariato e allo loro
organizzazioni:- lâesperienza insufficiente o mancante del lavoro con una specifica categoria e di conseguenza, il timore di coinvolgerla nel volontariato;- il timore che la gestione di questi volontari risulti piĂš difficile e piĂš dispersiva in termini di tempo (a volte ci può essere bisogno di una piĂš intensa preparazione e formazione dei volontari);- la scarsa consapevolezza di quali ruoli siano adeguati e quali non adeguati per questi volontari;- il timore di non rivelarsi allâ altezza del compito, non sapendo come comportarsi di fronte ai problemi;stereotipi e preconcetti diffusi allâinterno delle organizzazioni di volontariato e della societĂ in generale.
⢠Ostacoli relativi ai potenziali volontari:
1 www.advocacyforinclusion.org/publications/Publications/Information_Sheets/Education/inclusion_and_integration.pdf
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- lâignoranza su che cosâè il volontariato;- la non consapevolezza circa i possibili ruoli ad essi attribuibili nel volontariato (spesso non sanno nemmeno di poter essere volontari, e se lo fanno, non sanno da dove cominciare);- lâimpressione di non poter essere accolti in unâorganizzazione di volontariato, a causa della loro mancanza di autostima e di fiducia in se stessi;- eventuali precedenti tentativi rivelatisi infruttuosi di avviarsi al volontariato;- lâimmagine del volontariato o come unâattivitĂ esclusiva di talune categorie di persone, ovvero fondata sul tradizionale schema: âchi aiuta e chi è aiutatoâ, ove le persone abili aiutano quelle con disabilitĂ ;- il timore che lâimpegno richiesto si riveli eccessivo;- la paura dei pregiudizi;- il timore di perdere il diritto allâassistenza sociale;- processi di reclutamento molto formali, percepiti quasi come una candidatura dâimpiego;- lentezza, da parte delle organizzazioni di volontariato, nellâesaminare le candidature;- le barriere fisiche o la mancanza di accesso alle sedi del volontariato;- lâassenza di rimborsi spese.
Approcci per superare gli ostacoliQui di seguito sono esposti alcuni suggerimenti per gli operatori
delle organizzazioni di volontariato:
⢠creare nella comunità una rete di organizzazioni, dove sia possibile scambiare conoscenze e idee, sulla reticenza a lavorare con le categorie svantaggiate.
⢠provare a pensare a modi inclusivi per fare conoscere le opportunitĂ di volontariato allâinterno della vostra organizzazione, utilizzando i diversi canali che Vi possano aiutare a raggiungere le persone sottorappresentate nel volontariato -ad esempio, distribuendo manifesti e volantini nella Vostra comunitĂ locale (centri sociali, luoghi di culto, centri sanitari, biblioteche, uffici postali, stazioni ferroviarie, centri di lavoro, etc.);
⢠provare a utilizzare delle immagini e un linguaggio inclusivi nei vostri materiali promozionali e di reclutamento - illustrare le diversità dei vostri volontari utilizzando un linguaggio semplice e chiaro;
⢠inserire i vostri annunci negli esistenti materiali di comunicazione di diverse organizzazioni che già lavorano con le categorie svantaggiate - ad esempio, newsletters destinate ai membri di gruppi disabili;
⢠dedicare un poâ di tempo a intessere relazioni con le organizzazioni comunitarie e con reti informali che giĂ lavora nel volontariato con le categorie svantaggiate, e che possano essere di aiuto al Vostro personale in caso di necessitĂ ;
⢠- pensare ai modi in cui è possibile aiutare i volontari a prepararsi meglio al volontariato - ad esempio, ospitando giornate di porte aperte, organizzando corsi di formazione al volontariato, assegnando un tutor ai nuovi volontari che possano aver bisogno di piÚ tempo per acquistare fiducia;
⢠sviluppare processi di reclutamento amichevoli, non troppo formali; cercare di ridurre al minimo la compilazione dei moduli, e stando attenti al linguaggio utilizzato ad esempio, invitare i nuovi volontari a âuna chiacchierataâanzichĂŠ a âun colloquio;allo stesso tempo, avere politiche e direttive chiare sul reclutamento: serve un processo trasparente, sĂŹ che tutti si sentano trattati allo stesso modo;
⢠prendere il tempo necessario per creare un ambiente inclusivo allâinterno della Vostra organizzazione, offrendo al vostro personale e ai volontari formazione sui temi della diversitĂ , sviluppando politiche di pari opportunitĂ ;
⢠migliorare lâaccessibilitĂ fisica degli spazi per i volontari â rimborsare i costi di trasporto e/o le spese vive, e inventare opportunitĂ di volontariato online;
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⢠riflettere sulle competenze e le esperienze di ciascun volontario, considerando se sia possibile adattare i ruoli alle loro capacità ;
⢠fornire ai volontari un adeguato supporto, come la formazione, lâaiuto dei colleghi, un controllo continuo; la possibilitĂ di scegliere fra diverse opportunitĂ , anticipare le spese vive e garantire il loro rimborso;
⢠fornire un adeguato supporto ai coordinatori delle Vostre organizzazioni per lavorare con le categorie svantaggiate, come la supervisione o la consulenza di specialisti in materia di lavoro;
⢠se possibile, condividere lâesperienza del Vostro personale sul volontariato inclusivo con altre organizzazioni di volontariato, al fine di aiutarle ad essere piĂš aperte alla diversitĂ .
Vantaggi del volontariato inclusivoNonostante le barriere, il lavoro con i volontari tradizionalmente esclusi può essere molto arricchente, e comportare molti vantaggi, sia per i volontari, per le organizzazioni, che per la societĂ nel suo complesso. Lâelenco che segue non è completo: comprende solo i benefici che sono comuni per tutti i diversi gruppi. Se inizierete ad accogliere nella Vostra organizzazione i volontari inclusivi, ne troverete certamente altri:⢠â Vantaggi per le OVI:
- possibilitĂ di ampliare e diversificare la popolazione di volontari;- possibilitĂ di fornire ad altri volontari e dipendenti la possibilitĂ di apprendere nuove competenze e di ampliare le loro prospettive;- possibilitĂ , per i coordinatori delle organizzazioni di volontariato, di acquisire nuove competenze ed esperienze;- opportunitĂ di apertura anche per i volontari provenienti da gruppi vulnerabili;- opportunitĂ di divenire un leader in materia di inclusivitĂ ;- maggiore disponibilitĂ dei volontari a rimanere nellâ organizzazione;- maggior disponibilitĂ del personale e dei volontari a mettersi in gioco e a rimanere in unâorganizzazione che è inclusiva e sa gestire bene le diversitĂ ;- una migliore erogazione del servizio grazie al coinvolgimento dei volontari di gruppi socialmente esclusi;- lâopportunitĂ di vivere i Vostri valori organizzativi, ponendo in atto ciò che affermate: coinvolgere i volontari che hanno sperimentato lâesclusione sociale contribuisce al loro sviluppo personale, e aiuta quindi, a ridurre lâesclusione sociale e permette, in ultima analisi, di raggiungere gli obiettivi di qualsiasi organizzazione che ambisca a ridurre lâesclusione sociale.⢠â Vantaggi per i volontari:- unâesperienza di comunicazione e di vita di fuori della loro cerchia usuale;- lâaccesso alle nuove reti sociali e alle nuove opportunitĂ ;- lâaumento della fiducia in se stessi e dellâautostima;- la possibilitĂ di acquisire nuove competenze, conoscenze ed esperienza;- combattere le discriminazioni, dimostrando che i membri dei gruppi esclusi possono rivelarsi dei rispettati collaboratori;- possibilitĂ di costituire un esempio positivo e unâispirazione per altri;
- riduzione della solitudine e dellâemarginazione;- miglioramento delle prospettive di occupazione.⢠â Vantaggi per la societĂ /comunitĂ :
- opportunitĂ di costruire una rete tra i servizi sociali, istituzioni statali e le ODV al fine di servire meglio le persone appartenenti a gruppi vulnerabili ampliando lâambito delle attivitĂ ad esse accessibili;- fornire alle persone appartenenti a gruppi vulnerabili, lâopportunitĂ di diventare membri della societĂ a pieno titolo - aspetto particolarmente importante in situazioni in cui vi è difficoltĂ nel trovare lavoro;- possibilitĂ di avere âmani in piĂšâ per attivitĂ svolte a livello locale e miglioramento della qualitĂ della vita della comunitĂ .
2. Lâimportanza di una gestione di buona qualitĂ dei volontari nelle ODV
Per avere successo, è fondamentale, per qualsiasi programma di volontariato, lâessere basato sulle migliori pratiche. Nel caso dei volontari appartenenti a gruppi vulnerabili, è ancor piĂš necessaria la qualitĂ della gestione dei volontari. Le ODV che decidono di diventare piĂš inclusive devono mettere in campo tutti gli elementi per rafforzare la gestione dei volontari; un coordinatore specifico, un efficiente sistema di reclutamento, di selezione, di orientamento/formazione, di motivazione e di supporto per tutti i volontari, come sintetizzato nella figura che segue:
http://www.getscheduled.co.uk/volunteer-management-software
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PerchĂŠ sono necessarie buone pratiche di gestione dei volontari? In alcuni casi, il processo di reclutamento, di orientamento/formazione dei volontari con particolari esigenze di sostegno, cosĂŹ come il loro inserimento nellâorganizzazione, la loro permanenza e la loro motivazione, potrebbero richiedere piĂš tempo e maggiori sforzi. Almeno allâinizio, alcuni di questi volontari dovranno avere unâinterfaccia a cui fare riferimento (idealmente, un coordinatore delle organizzazioni di volontariato), per essere in grado di stabilire, con questa persona, un rapporto fiduciario. Un punto di contatto è sempre utile perchĂŠ i volontari sono piĂš inclini a condividere le loro preoccupazioni e a porre eventuali domande se si sentono a loro agio e bene accetti. Avere un responsabile servirĂ anche a motivarli meglio e a mantenere vivo il loro interesse per il volontariato.Il ruolo del coordinatore non va sottovalutato. Se è aperto e disponibile a sfruttare le competenze, lâesperienza e le conoscenze di ciascuno, indipendentemente dalla sua provenienza, ci sarĂ una vera apertura dellâorganizzazione allâinclusione. A dire il vero, molti coordinatori tendono a dire che non vedono alcuna differenza tra il lavoro con i volontari normali e quello con i volontari provenienti da gruppi emarginati. Come dice Virginia Moyles, del Galway Volunteer Centre, Irlanda, che lavora su un progetto di volontariato che coinvolge persone con problemi di salute mentale: âVeramente, non ho consigli per Voi in merito al sostegno del volontariato svolto dalle persone con problemi di salute mentale, salvo quello di trattarle nello stesso modo in cui dovreste trattare tutti i volontari:
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⢠accoglierli calorosamente;
⢠accettare châessi diano un utile contributo allâorganizzazione se inseriti nel ruolo appropriato;
⢠farli sentire in sintonia e garantire loro un ruolo;
⢠incoraggiarli a dire ciò che li interessa e ciò che li renderebbe felici;
⢠sostenerli nel trovare un ruolo châessi apprezzino e da cui traggano vantaggio;
⢠incoraggiarli a dirvi di quale supporto abbiano bisogno;
⢠nel caso in cui non sia possibile inserirli nella Vostra squadra di volontari, consigliarli su quale sia lâorganizzazione piĂš adatta a fornirgli il supporto richiesto, per esempio indirizzarli a un centro servizi per il volontariatoâ.
Delle persone con una disabilitĂ o altri problemi ci si chiede spesso che cosa non possano fare, invece di pensare a ciò che possono offrire. Molto spesso hanno una gran quantitĂ di competenze ed esperienze: sono dei veri trascinatori, che hanno imparato a superare i loro limiti. Ă importante ricordare costantemente a noi stessi che il nocciolo duro dellâinclusione è costituito dal riconoscimento delle capacitĂ delle persone, non giĂ dalla loro disabilitĂ . Ci sono anche situazioni in cui il coordinatore delle organizzazioni di volontariato non è a conoscenza della vulnerabilitĂ dei propri volontari - per esempio nei casi di volontari disoccupati, di volontari provenienti da ambienti socialmente svantaggiati o di volontari con problemi di salute mentale-. Se il volontario non decide di rendere pubbliche queste informazioni, il coordinatore potrebbe non essere autorizzato a parlarne. Potrebbe capitare che egli stia giĂ coinvolgendo persone provenienti da ambienti emarginati; e ciò potrebbe offrirgli unâeccezionale occasione per attivarsi, iniziando a coinvolgere i volontari in modo piĂš attivo e piĂš consapevole.
Come affrontare le difficoltĂ ?Nel caso in cui ci sia nella Vostra squadra qualcuno proveniente da un gruppo vulnerabile, e si manifestino criticitĂ o problemi, cercate innanzitutto di capire se questi sono sorti a causa della sua disabilitĂ /limitazione. Se questo è il caso, parlatene con altri coordinatori dellâorganizzazione di volontariato, o esperti che lavorano a contatto con quel gruppo specifico. Questi possono darVi un consiglio su come affrontare questa situazione, fornendo
al volontario il supporto di cui ha bisogno. Normalmente, dovreste essere in grado di individuare agevolmente, persone con conoscenze ed esperienze pertinenti utilizzando le Vostre reti di conoscenze, la famiglia, gli amici e il volontariato.Se si trattasse di un genere di difficoltĂ che avete giĂ incontrato in passato con altri volontari, dovreste sapere come affrontarle. Sottolineiamo che affrontare i problemi senza una procedura definita può essere estremamente traumatico, non solo per il volontario e il coordinatore interessati, ma per lâorganizzazione nel suo complesso. Alcune procedure, se adottate, possono rendere tutto piĂš facile. Come del resto per tutta la gestione dei volontari, è buona norma adottare procedure scritte per affrontare situazioni difficili, prima di iniziare a coinvolgere i volontari. In questo modo si evita lâambiguitĂ , facendo riferimento a procedure standard, e dimostrando, cosĂŹ che lâorganizzazione tratta tutti nello stesso modo.
3. Reti di sostegno per coordinatori e volontariCome sappiamo, è importante che i volontari e i coordinatori si prendano cura della propria serenità . Le organizzazioni di volontariato con una buona gestione, esercitano una supervisione costante dei loro volontari - singolarmente o con riunioni di gruppo. Inoltre, sottopongono gli stessi coordinatori a un controllo interno,
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o li indirizzano, per la supervisione, ad altre organizzazioni o centri di volontariato locali (se disponibili).Supporto e supervisone sono indispensabili, indipendentemente dalle attivitĂ di volontariato svolte. Anche i volontari che svolgano attivitĂ di amministrazione o lavori manuali, e non necessariamente a contatto diretto dei beneficiari, dovrebbero avere la possibilitĂ di discutere con un coordinatore dei problemi eventualmente incontrati nella loro attivitĂ , come per esempio, attivitĂ difficili o conflitti interpersonali.Il supporto regolare e lâazione di supervisione permettono un migliore approccio. Il sostegno e la supervisione non servono solo per risolvere eventuali problemi. Sono anche lâoccasione per fornire risposte positive e per incoraggiare i volontari a proseguire il loro lavoro. Ă una delle leve piĂš efficaci per mantenere i volontari allâinterno dellâorganizzazione.
4. Creare una rete di partner, organizzazioni/soggetti interessati
Nel caso in cui stiate considerando di allargare i vostri schemi di volontariato, rendendoli piĂš inclusivi, potrebbe essere una buona idea riconsiderare tutta una rete di individui e di organizzazioni/istituzioni che sono giĂ coinvolti nel lavoro con vari gruppi emarginati. Ecco un questionario che Vi consentirĂ di identificare nel volontariato i potenziali sostegni, aiutandovi nel lavoro con tali gruppi:⢠il gruppo destinatario dispone di unâ organizzazione di tutela a
livello nazionale (ad esempio, le associazioni dei non vedenti, lâassociazione dei disabili mentali, unâorganizzazione centrale che lotti per la paritĂ dei diritti di queste persone, ecc.)?
⢠câè qualche organizzazione statale in contatto costante con questi gruppi di beneficiari (ad esempio, una scuola secondaria specializzata, un ufficio di assistenza sociale o un centro per lâimpiego, ecc.)?
⢠ci sono fornitori di servizi che lavorano direttamente con questo gruppo?
⢠questo gruppo ha una propria associazione di mutuo aiuto? I gruppi di mutuo aiuto sono noti anche come âdi aiuto reciprocoâ o âgruppi di sostegnoâ. Si tratta di gruppi di persone che forniscono un supporto reciproco. I membri condividono con il gruppo un problema comune, spesso una malattia o dipendenza comune. Il loro comune obiettivo
è quello di aiutarsi lâun lâaltro ad affrontare tale malattia o dipendenza,e se possibile, la guarigione o il recupero
⢠conosci qualche esperto che lavori in questo campo?
Rispondere a queste domande dovrebbe aiutarVi a ottenere un elenco di organizzazioni, istituzioni e/o persone che possono essere dâaiuto a creare un volontariato o un progetto piĂš inclusivo, o per fornirVi una raccomandazione o un consiglio ad hoc quando ne abbiate bisogno. Questa cooperazione renderĂ piĂš efficace, e darĂ potenzialmente il successo,alla Vostra collaborazione con volontari provenienti da gruppi emarginati. Questa pubblicazione è fondata sul parere di esperti che lavorano con questi gruppi. Chi avesse qualsiasi domanda su un gruppo specifico, può contattare le organizzazioni partner coinvolte nel progetto. Esse potranno fornirVi consigli e contatti con gli esperti âe, in alcuni casi- materiale aggiuntivo pubblicato in merito.
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Nella seconda parte di questa pubblicazione sono contenuti suggerimenti per il lavoro con gruppi specifici,fra cui:⢠â persone con difficoltĂ uditive;
⢠â persone con difficoltĂ visive;
⢠â persone con disabilitĂ fisiche;
⢠â persone con problemi di salute mentale;
⢠â anziani;
⢠â migranti;
⢠â disoccupati da lungo
⢠â detenuti ed ex detenuti;
⢠â senzatetto
La scelta di questi gruppi è stata determinata dal fatto che i partner del progetto hanno già avuto con essi delle esperienze di lavoro. Questo documento va considerato come un punto di partenza. Chi avesse informazioni o commenti è pregato di contattare il coordinatore del progetto - la Piattaforma dei Centri e Organizzazioni per il Volontariato in Slovacchia (i recapiti sono disponibili alla fine della pubblicazione), il quale sarà felice di esaminarle e aggiungerle al documento, se rilevanti.
Come leggere la pubblicazioneQuesta pubblicazione è stata concepita in modo da poter servire come un manuale per quei coordinatori dei volontari che abbiano bisogno di orientamento specifico quando si avvicinano alle loro organizzazioni, volontari aventi particolari esigenze di sostegno. Potete leggere, sia direttamente il capitolo che Vi interessa, sia lâintera pubblicazione. Se leggete tutta la pubblicazione,Vi preghiamo di considerare che certe informazioni potrebbero essere ripetute per diversi gruppi di destinatari, essendo comuni a tutti. Ci auguriamo che questa struttura risulti utile e appropriata per le Vostre esigenze.
PARTE 2Caratteristiche specifiche di gestione dei volontari provenienti da gruppi vulnerabili. Introduzione alle raccomandazioni
Volontari con disabilitĂ uditive
Identificazione dei destinatariNelle statistiche dellâOrganizzazione Mondiale della SanitĂ (dati aggiornati a febbraio 2014), si afferma che oltre il 5% della popolazione mondiale - 360 milioni di persone (328 milioni di adulti e 32 milioni di bambini) â è affetta da una perdita dellâudito di carattere inabilitante. Una perdita dellâudito inabilitante è per gli adulti, quella superiore a 40dB nellâorecchio meno colpito, e per i bambini, una perdita di udito superiore a 30dB. La maggior parte di queste persone vive nei paesi a basso e medio reddito. Circa un terzo delle persone con piĂš di 65 anni di etĂ sono affette da una perdita dellâudito di carattere inabilitante. I dati di cui sopra suggeriscono che i coordinatori di volontari possano entrare in contatto, nella loro attivitĂ , con volontari affetti da questa disabilitĂ , cosĂŹ come avere a che fare con volontari anziani, che possono soffrire anchâessi di difficoltĂ uditive. Lo spettro delle persone con problemi di udito è molto ampio. Ci sono persone che non sono in grado di sentire quasi nulla e quelle che hanno solo modesti problemi di udito. Tutti rientrano nella categoria della âdisabilitĂ uditivaâ, che può essere lieve, modesta, grave o gravissima. Questa compromette la padronanza del linguaggio e la qualitĂ della comunicazione, in relazione al livello della disabilitĂ , ma anche ad altri fattori. Le persone con un grado di sorditĂ elevatissimo usano frequentemente nella comunicazione il linguaggio dei segni.
Terminologia di uso comune⢠PERSONEDUREDâUDITO(perditadellâuditofra26e80
dB)
Queste persone possono avere problemi di udito minori o anche gravi problemi. Una perdita di udito di questo livello può essere compensata con apparecchi acustici che permettono la comprensione del parlato, o almeno, di distinguere un minimo di suoni, il che aiuta lâ integrazione nel contesto sociale.
⢠SORDICONUNRESIDUODâUDITO(sitrattadellaperditadellâudito, seppure in presenza della capacitĂ di udire alcunisuoni:laperditaèsuperiorea81dB)
Questo livello di disabilitĂ induce la perdita della capacitĂ di percepire gli stimoli uditivi esterni e quella di comunicare con il mondo esterno. Questa categoria di disabili non è in grado â
2 Source: www.who.int/mediacentre/factsheets/fs300/en/
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nonostante un buon addestramento dellâudito â di comprendere la lingua parlata, e pertanto usa come sostituto, linguaggi di carattere visivo (linguaggio dei segni e lettura delle labbra - entrambi resi possibili dalla vista). Si indicano qui di seguito alcune delle caratteristiche del linguaggio delle persone con difficoltĂ uditive:
⢠lâintensitĂ vocale non è costante;
⢠la voce suona spesso artificiale, non naturale;
⢠il ritmo della voce non è quello a cui siamo abituati - il discorso non è fluente;
⢠mentre parla si possono verificare problemi respiratori;
⢠il vocabolario è generalmente limitato;
⢠di solito hanno una loro propria grammatica, in quanto la lingua dei segni ha una sua logica, che è diversa dal quella della lingua parlata;
⢠possono avere problemi a distinguere tra parole con un suono;
⢠hanno spesso difficoltà con la frase (la loro comprensione delle frasi è letterale);
⢠il loro vocabolario può limitarsi al solo infinito;
⢠possono avere problemi nella comprensione scritta dei testi a causa del loro vocabolario limitato e per il fatto che, per loro, si tratta di una seconda lingua.
Specificità delcoordinamentodeivolontaricon disabilità uditiveQuando si lavora con persone con disabilità uditive, la questione-chiave è la comunicazione. Non solo il coordinatore, ma anche gli altri membri della squadra e i volontari hanno bisogno di essere informati circa i modi piÚ efficaci e logici per comunicare con persone con disabilità uditiva.
Ecco alcuni suggerimenti e trucchi che possono aiutare a gestire in modo efficiente i volontari con disabilitĂ uditiva:
⢠informarsi sul livello di perdita dellâudito di cui sia affetto il volontario;
⢠capire che tipo di comunicazione stia usando (il linguaggio verbale o dei segni, la lettura delle labbra), rispettarlo e facilitarlo quanto piÚ possibile (ad esempio, in presenza di un volontario che pratica la lettura delle labbra, articolare chiaramente le parole);
⢠preparare i vostri colleghi e gli altri volontari allâinserimento di un volontario con problemi di udito;
⢠assicurarsi che il volontario capisca quello che deve fare - chiedere di ripetervi ciò che ha capito,o di riassumere il suo ruolo/compito;
⢠fare sÏ che il volontario si senta ben accolto nella vostra organizzazione;
⢠evitare che venga emarginato dal gruppo.
Una comunicazione efficace con i disabili con problemi di udito
Come detto prima, la comunicazione è la chiave del successo nella gestione dei volontari con problemi di udito.
Ecco le regole per questo tipo di comunicazione:
⢠parlare lentamente e fluentemente;
⢠le labbra della persona che parla dovrebbero essere al livello dello sguardo della persona che pratica la lettura delle labbra;
⢠la distanza tra la persona che parla e la persona che pratica la lettura delle labbra non dovrebbe essere superiore a 1,5 m;
⢠articolare chiaramente, aprire la bocca in modo che lâaltra persona sia in grado di leggere facilmente le labbra;
⢠non alzare la voce, non gridare - la persona non vi sentirà e ciò renderà piÚ difficile la lettura labiale;
⢠curare lâilluminazione della stanza/ufficio/edificio - la luce non dovrebbe essere dietro di voi quando state comunicando con
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il volontario: quando si è in ombra, il volontario non è in grado di vedervi chiaramente; la migliore illuminazione è quella che viene dallâalto o di lato;
⢠mantenere il contatto visivo costante con il volontario;
⢠accertarsi che nulla limiti la lettura delle vostre labbra - non mettere le mani sulla bocca, non fumare, non mangiare, non masticare un chewing gum;
⢠durante la comunicazione, non muovere troppo la testa;
⢠se volete lâattenzione di una persona con disabilitĂ nellâudito, attiratela con dei cenni o toccandole leggermente le mani o spalla (evitare la schiena e la testa), oppure utilizzare delle vibrazioni (battere sul pavimento, o su un tavolo) o la luce (accendere la luce per un breve periodo);
⢠se il volontario sta usando il linguaggio dei segni, non è necessario che lo conosciate: si può anche utilizzare la comunicazione scritta, ma usando solo frasi chiare e brevi.
Suggerimento/consiglioimportanteOgnuno, nella propria organizzazione, deve rispettare le regole della comunicazione e praticarle in modo tale che i volontari con disabilitĂ uditive si sentano a loro agio, integrate nellâorganizzazione. Non vi sono altre modifiche da apportare alle usuali condizioni di lavoro.
Reclutamento dei disabili con difficoltà uditiveIl modo migliore per reclutare volontari di questo gruppo è mettersi in collegamento con scuole, organizzazioni (di tutela o di aiuto reciproco), o istituzioni, che lavorano con le persone con problemi di udito e - forse ancor meglio - avvicinarle direttamente. PoichÊ, presumibilmente, non si sono candidate prima, occorrerà coinvolgerle in attività di gruppo, in modo che non siano intimorite dal nuovo ambiente.
Posizioni di volontariato adatteCi sono molte persone con problemi di udito, che sono in grado
di leggere le labbra comunicando abbastanza bene. Ad ogni buon conto, ecco alcuni suggerimenti sulle attivitĂ di volontariato piĂš adatte:
⢠evitare quelle in cui i volontari abbiano bisogno di usare la comunicazione verbale, compresa la comunicazione telefonica, attivitĂ con persone che non conoscono i problemi di udito del volontario - tra cui la comunicazione con i beneficiari dellâorganizzazione, che potrebbero non essere preparati.
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Volontari con disabilitĂ visive
Descrizione della categoriaSecondo le ultime statistiche mondiali delle disabilitĂ visive, pubblicate dallâOrganizzazione Mondiale della SanitĂ , nel mondo, 285 milioni di persone sono non vedenti. Di queste, 39 milioni sono ciechi e 246 milioni hanno unâ insufficienza visiva da âmodestaâ a âgraveâ. 28% di coloro che vivono con una disabilitĂ visiva da âmodestaâ a âgraveâ sono in etĂ lavorativa. Lâ82% di tutte le persone affette da cecitĂ ha piĂš di 50 anni. La maggior parte dei rapporti su questa categoria mette in evidenza che la stragrande maggioranza di esse è disoccupata, con poche possibilitĂ di cambiare la propria condizione, per esempio, per la mancanza di accesso allâistruzione, di tecnologie per lâassistenza e di ambienti accessibili. La maggior parte dei non vedenti dei paesi industrializzati ha segnalato che la sua vita è difficile piĂš per mancanza di opportunitĂ che per capacitĂ .
Terminologia di uso comuneSecondo la Classificazione Internazionale delle Malattie, ci sono almeno 4 livelli di capacitĂ visiva: visione normale e quasi normale, cecitĂ quasi totale e cecitĂ totale.
Ci sono diversi termini utilizzati per descrivere i livelli di disabilitĂ di visione. Queste condizioni includono âipovedenteâ, âlegalmente ciecoâ e âcompletamente ciecoâ.
âIpovedenteâ significa che la persona in questione ha qualche forma di disabilitĂ visiva che può richiedere dispositivi come lettori, audioregistrazioni, testi e disegni a tratto sollevato. Gli ipovedenti possono essere in grado di utilizzare grandi libri stampati e un ingranditore di schermo (CCTV) o altri sistemi dâingrandimento.
Il termine âlow visionâ è usato per descrivere una perdita dellâintensitĂ visiva non tale da pregiudicare la permanenza della vista. Si applica a individui dotati della stessa, ma che non sono in grado di leggere un giornale a una normale distanza, neanche con lâausilio di occhiali o di lenti a contatto. Persone con problemi di vista hanno spesso bisogno, per riuscire a leggere, di adattamenti dellâilluminazione e/o dellâallargamento del testo; alcuni possono aver bisogno dellâalfabeto Braille.
Il termine âlegalmente ciecoâ si riferisce a persone con meno
3 Source: www.who.int/mediacentre/factsheets/fs282/en/â
di 20/200 di visione nellâocchio migliore o un campo di visione limitato, di 20 gradi o meno nel punto piĂš largo. Le persone âlegalmente ciecheâ non sono in grado di vedere, e utilizzano spesso il Braille o altre forme non visive di comunicazione.
Gli individui âcompletamente ciechiâ hanno bisogno di utilizzare lâAlfabeto Braille, il disegno a tratto sollevato, le registrazioni audio e/o altri supporti non visivi, come per esempio una particolare sistemazione per aver accesso al contenuto di materiali presentati visivamente.
âMinorazione Visivaâ è un termine usato per includere tutti i tipi descritti sopra- un termine generico che descrive una perdita della vista che può essere conseguenza di diverse situazioni mediche.
Specificità dellagestionedeivolontarinonvedentiLa comunicazione con i volontari con disabilità visive è una delle questioni chiave per un volontariato di qualità , la chiave per capire come si possano aiutare volontari con disabilità visive.
Si richiama lâattenzione su quanto segue:⢠studiare il tipo di minorazione visiva dei volontari: capire il
genere di disabilità visiva, può aiutarVi a pensare al modo piÚ efficace di comunicare e di collaborare con loro;
⢠chiedere a ciascuno quali siano le esigenze e di quale aiuto abbia bisogno. Fatelo prima che inizino a fare volontariato con Voi, in modo da capire come si può aiutarli;
⢠prima di dare informazioni scritte a un volontario con problemi di vista, chiedete in quale formato le vorrebbero. Alcuni chiedono di anticipare loro le informazioni in forma elettronica per leggerle con un software specializzato;
⢠compilare i questionari con lâinteressato durante colloqui informali, anzichĂŠ chiedere loro di compilarli;
⢠durante la presentazione del volontario agli altri membri della squadra, dare loro il tempo di parlare lâuno con lâaltro, cosĂŹ che il volontario abbia la possibilitĂ di riconoscere altre voci. Assicurarsi che il volontario sappia a chi chiedere e dove deve rivolgersi per porre una domanda o richiedere aiuto;
⢠nella Vostra veste di coordinatori, aiutateli a familiarizzare con lâambiente, cercate di non spostare gli oggetti e di non lasciare in giro oggetti inutili;
⢠quando preparate eventi di formazione, sviluppate un metodo per soddisfare al meglio le esigenze degli ipovedenti, ad esempio aumentando le dimensioni dei caratteri dei testi di
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esercitazione pratica utilizzati, o chiedere ad altri membri del gruppo di leggerli invece di chiedere agli ipovedenti di leggerli da soli.
La comunicazione con le persone ipovedentiEâ molto importante stabilire buone basi di comunicazione e
positive esperienze di volontariato. Forniamo qui di seguito alcuni suggerimenti utili per comunicare con i volontari con problemi di vista:
⢠incominciate presentandoVi;
⢠in contesti di gruppo, presentate anche le altre persone presenti;
⢠durante la conversazione, guardate il volontario e adottate la sua stessa posizione - in piedi o seduta;
⢠non abbiate paura di usare un linguaggio normale, con termini come âguardaâ, âvediâ, âleggiâ, ricordando che i ciechi e le persone con disabilitĂ visive hanno lo stesso vocabolario dei vedenti;
⢠spiegate rumori e silenzi, e non urlate;
⢠non attendetevi che altri parlino per i ciechi, nÊ invitateli a farlo. Parlate loro direttamente, non attraverso terzi;
⢠chiedete come prima cosa se ci sia bisogno dâaiuto;
⢠siate precisi nel dare istruzioni âdare indicazioni facendo segno o dicendo âè giĂš di lĂ â non aiuta, anzi, è insensato;
⢠se il volontario è accompagnato da un cane-guida, permettetegli di appoggiarsi al Vostro braccio, e non afferrate il loro;
⢠avvertiteli di tutti i possibili pericoli che possono presentarsi, dicendo dove sono; controllate che non vi siano oggetti sporgenti allâaltezza della testa;
⢠quando ci si avvicina ai bordi dei marciapiedi o gradini, avvertite se siano ascendenti o discendenti;
⢠segnalate le irregolarità del terreno, avvertendo delle asperità ;
⢠se conducete qualcuno verso una sedia, mettete la loro mano sulla spalliera, in modo che possano orientarsi.
Reclutare volontari in questa categoriaPotete decidere di esercitare una presenza specifica presso questa categoria, in modo che i possibili candidati conoscano
le opportunitĂ esistenti nella Vostra organizzazione, per potersi candidare se interessati. Il miglior modo per reclutare persone con disabilitĂ visive sarebbe rivolgersi ad istituti, organizzazioni e istituzioni educative che lavorano con questo target. Potete anche tentare di contattarli direttamente. Siate propositivi, sia con i potenziali volontari che con le persone con disabilitĂ visive.
Posizioni adatte Questo argomento va affrontato in modo individualizzato, poichĂŠ le persone con disabilitĂ visive provengono da ogni genere di ambiente. Questo tipo di persone svolge un gran numero di lavoro ed è in grado di far fronte a diversi compiti ed esigenze, come le visite amicali, il telefono amico e altri compiti a diretto contatto con il pubblico.Oggi, ci sono molte apparecchiature (come ingranditori, dittafoni, âbastoni bianchiâ, software specializzati per ingrandire o leggere i testi, macchine da scrivere Braille) a disposizione delle persone con disabilitĂ visive. Esse permettono di svolgere diversi lavori dâufficio o informatici. Purtroppo sono molto care, e molte organizzazioni di volontariato, possono avere difficoltĂ a procurarsele. Chiedete ai vostri volontari che compiti vorrebbero svolgere e di che strumenti hanno bisogno per espletarli. Se non siete in grado di soddisfare la richiesta di un supporto specialistico o di apparecchiature, cercate un altro compito o chiedete al volontario.Mentre lâuso di speciali supporti e apparecchiature può aiutare a svolgere molti compiti, non è comunque consigliabile tentare di impiegare queste persone in lavori di pulizia o di decorazione che richiedono molto movimento.
Si ringrazia la SocietĂ dei Ciechi di Lepaja, in Lettonia
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Volontari con disabilitĂ fisiche
Descrizione della categoriaIl termine âdisabilitĂ fisicaâ si riferisce alle disabilitĂ derivanti da ritardi dello viluppo, malattie del sistema neurologico centrale e periferico, da traumi o malattie congenite del sistema muscolare e scheletrico. La maggior parte delle disabilitĂ fisiche possono essere il risultato di problemi originati da malattie o dallâassenza di determinate fasi della crescita.Eâ difficile dire quante persone con disabilitĂ fisiche vi siano nel mondo, poichĂŠ le statistiche si riferiscono a persone disabili in generale. La Classificazione Internazionale del Funzionamento, DisabilitĂ e Salute (ICF), definisce la disabilitĂ come un termine collettivo per designare le invaliditĂ , le limitazioni delle attivitĂ e le restrizioni alla partecipazione. La disabilità è lâinterazione fra persone con una particolare condizione di salute (come paralisi cerebrale, sindrome down o depressione) e fattori personali e ambientali (come atteggiamenti negativi, impossibilitĂ di accesso ai trasporti e agli edifici pubblici, e un aiuto limitato da parte della societĂ ).Le statistiche sulle Sedie a Rotelle pubblicate, nellâOttobre 2010, dallâOrganizzazione Mondiale della SanitĂ , afferma che il 10% della popolazione complessiva, cioè circa 650.000.000 di persone, sono affette da disabilitĂ . Questi studi indicano anche che il 10% circa di questi hanno bisogno della sedia a rotelle.Gli ostacoli alla mobilitĂ comprendono le disabilitĂ degli arti inferiori che richiedono lâuso di bastoni, grucce, deambulatori o sedie a rotelle, e le disabilitĂ degli arti superiori, che possono comportare la difficoltĂ o lâimpossibilitĂ nellâ uso delle mani. Può essere difficile, per le persone con disabilitĂ motorie, muoversi da un luogo a un altro; inoltre, può rendersi anche necessario lâadeguamento delle abitazioni (rampe per carrozzelle, adattamento degli spazi fisici, in particolare, servizi, vasche da bagno e docce per lâaccesso con sedie a rotelle).Alcune persone affette da disabilitĂ motorie trovano difficile o impossibile manipolare oggetti, girare le pagine, scrivere con la
penna o la matita, scrivere con una tastiera, trovare documenti di lavoro senza apposite apparecchiature, come gira pagine, leggii, prese per le matite, tastiere adattate, software di riconoscimento vocale, ecc.LâinabilitĂ può variare da âmodestaâ a âgraveâ; può avere un impatto minimo sulle persone o interferire gravemente nelle abilitĂ funzionali. Gli effetti della disabilitĂ possono essere ridotti con i necessari adattamenti dellâ ambiente e/o con lâuso di apparecchiature di supporto.In qualche caso, la disabilitĂ fisica può cumularsi con altre disabilitĂ . Non dimenticatevi di chiedere ai volontari, allâinizio, e poi regolarmente in seguito, di che genere di supporto o di aiuto abbiano bisogno.
La disponibilitĂ dellâorganizzazione ad un volontariato inclusivo Si potrebbe ritenere che le possibilitĂ , per i disabili, di fare volontariato, siano scarse. Questo a causa di barriere attinenti alla consapevolezza e comprensione della societĂ in generale, a barriere fisiche allâaccesso ai trasporti e allâimpressione che i disabili possano essere solo i destinatari del volontariato, non giĂ , a loro volta, dei volontari.Fra i miti e i dubbi sui disabili:⢠incomprensioni su ciò che essi possono fare;⢠lâidea tradizionale che essi possano svolgere solo âlavori
leggeriâ;⢠la preoccupazione che a causa della loro malattia, non siano
affidabili;⢠lâincapacitĂ da parte delle organizzazioni di offrire ruoli flessibili,
accesso fisico e attrezzature adeguate.Eâ fondamentale, per superare queste difficoltĂ , non sottovalutare le capacitĂ di queste persone, adottando un approccio caso per caso alle loro esigenze, capacitĂ , competenze, esperienze e motivazioni. Interrogate sempre i volontari sulle loro attese, e analizzate le loro esigenze. Se i Vostri uffici presentano barriere architettoniche, considerate delle alternative di impiego, in compiti che si possono svolgere da casa, in altri locali dellâorganizzazione o altrove. Quando un volontario lavora da casa, non trascurate di monitorare i suoi progressi, poichĂŠ contatti regolari hanno effetti benefici. Se non potete attribuire a un volontario un incarico adeguato, pensate ad altre organizzazioni che possono utilizzare il suo aiuto, e indirizzatelo a tale organizzazione o al centro servizi per il volontariato.
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SpecificitĂ delcoordinamentodeivolontaricondisabilitĂ fisicheNel programmare lâimpiego di volontari con disabilitĂ fisiche, dobbiamo tenere conto delle barriere ambientali e cercare, se possibile, di ovviarvi. Sono indispensabili, per poter utilizzare volontari disabili:⢠I trasporti:i viaggi possono essere talvolta difficili per i
disabili, ma chi ha lâintenzione di candidarsi ha giĂ acquisito, normalmente, esperienza su come viaggiare, e conosce tutte le alternative possibili. Non dimenticate di chiedere di che genere di supporto o assistenza essi abbiano bisogno per svolgere le attivitĂ di volontariato. Se la Vostra organizzazione ne ha la possibilitĂ , prendete in considerazione lâipotesi di prenderVi cura del loro trasporto o di viaggiare con loro sui mezzi pubblici per aiutarli.
⢠LâaccessibilitĂ : accertarsi che i volontari possano accedere al luogo dove svolgono le attivitĂ di volontariato. Verificate lâaccessibilitĂ dellâingresso, senza dimenticare la disposizione degli uffici, dei luoghi di lavoro e dei servizi.
⢠Il supporto informatico: i volontari a volte hanno bisogno di apparecchiature speciali per svolgere certi compiti. Per esempio, chi lavora negli uffici potrebbe avere bisogno di tastiere âcon i tasti grandiâ. Se questi adattamenti dellâambiente di lavoro sono troppo cari, cercate un altro ruolo, interessante e arricchente per il volontario, ma che non richieda investimenti specifici per la Vostra organizzazione.
⢠Il monitoraggio e lâarricchimento professionale: la strada maestra per sostenere i volontari disabili è il monitoraggio individuale. Bisogna lavorare fianco a fianco con loro, guidandoli senza sovrastarli. I supervisori devono essere pazienti, affidabili, amichevoli, rispettosi e comprensivi delle esigenze di ciascuno.
Per lavorare con volontari disabili, occorre innanzitutto comprendere che non sono stupidi. Sembra ovvio, ma può capitare il contrario! Eâ estremamente demotivante per i volontari sentirsi parlare in tono lento e monotono, o ancor peggio, sentire parlare di sĂŠ alla terza persona in loro presenza.Se necessario, dedicate piĂš tempo a orientare e addestrare i disabili â non perchĂŠ impieghino piĂš tempo per comprendere un messaggio, ma perchĂŠ la logistica può essere piĂš complessa. Questo implica che il luogo dei colloqui deve essere comodo, e che lâorientamento o la formazione devono essere maggiormente focalizzati sulle esigenze specifiche.
La comunicazione è essenziale, come per ogni altra categoria di volontari. Riportiamo qui di seguito alcuni suggerimenti su come comunicare efficacemente con le persone con difficoltà motorie:⢠aiutatele ad aprire le porte, a portare gli oggetti, se questo è
fattibile. ChiedeteVi âal suo posto, avrei bisogno di aiuto?â;⢠considerate le sedie a rotelle e i deambulatori come estensioni
del loro corpo. Perciò, non appoggiatevi alla sedia a rotelle o al deambulatore, e non mettete i piedi sulle ruote;
⢠parlate a coloro che usano sedie a rotelle, deambulatori, bastoni o grucce, con un livello e tono della voce normali;
⢠parlate alle persone sulla sedia rotelle stando al livello dei loro occhi quando possibile. Forse è meglio sedersi anzichÊ restare in piedi;
⢠sentitevi liberi di usare espressioni come âcammina quiâ con coloro che non possono camminare. Esse sono usate normalmente dagli stessi disabili.
Reclutamento delle persone con disabilità fisichePrendete in considerazione, a questo fine, scuole specializzate, organizzazioni di tutela, organizzazioni di aiuto reciproco, ambulatori e uffici di collocamento. Infatti, il volontariato può costituire una buona alternativa soprattutto per i disoccupati da lungo periodo.
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Ruoli adeguatiRicordiamo:
⢠unâampia gamma di lavori impiegatizi, come quelli dâufficio o al computer, il riordino delle carte, dei dossier o altri di oggetti, che permettano di rimanere seduti;
⢠una serie di attività dirette alle persone, come leggere e badare ai bambini;
⢠coordinare riunioni su svariati argomenti (a seconda dellâabilitĂ oratoria e di comunicazione in genere) o supportare la registrazione dei partecipanti a conferenze per esempio.
Acknowledgment: This section is based on advice received from the IHTIS organisation in Romania (www.asociatia-ihtis.ro)
Volontari con disabilitĂ mentali
Nota importante: si prendono qui in considerazione solo i convalescenti da malattie mentali, non i malati acuti
Descrizione della categoriaNei decenni passati, si è riconosciuta, in Europa, una prioritĂ , nella programmazione della sanitĂ pubblica, allâigiene mentale. Una persona su quattro è affetta, nel corso della vita, da problemi di salute mentale, le cui forme piĂš diffuse sono ansia, stress e depressione. In molti Paesi, i problemi di salute mentale costituiscono la causa principale di disabilitĂ , alla quale si deve il 30% delle assenze croniche dal lavoro. Inoltre, esse costituiscono, in Europa, la ragione principale di piĂš di 50.000 suicidi allâ anno â piĂš delle morti per incidenti stradali, omicidi e AIDS.
LâOrganizzazione Mondiale della SanitĂ descrive la salute mentale come: âUno stato di benessere in cui lâindividuo realizza il proprio potenziale, riesce a fare fronte alle usuali tensioni della vita, può vivere in modo produttivo e fruttuoso, dando un contributo alla comunitĂ â. I problemi di salute mentale sono molto comuni: vanno da una sensazione temporanea di stress a situazioni di piĂš lungo periodo, o croniche, di profonda depressione, ansia o disturbo bipolare. Possono riguardare anche esperienze psicotiche, che producono allucinazioni, delusioni o difficoltĂ di concentrazione. Eâ perciò impossibile redigere una lista completa delle caratteristiche di questa categoria, che generalmente è definita da una combinazione di sensazioni soggettive, di azioni, pensieri e percezioni dellâambiente circostante. Tali schemi comportamentali provocano sofferenza e limitano la capacitĂ di fare fronte alle situazioni della vita quotidiana. Spesso si sentono soli, marchiati e isolati dalla comunitĂ . Si trovano spesso a beneficiare dellâassistenza pubblica, essendo considerati come bisognosi di cure speciali, anzichĂŠ come cittadini attivi e pieni di risorse.
Di conseguenza, spesso hanno lâimpressione di non avere le stesse opportunitĂ degli altri, di non poter dare alla societĂ il loro contributo come volontari, non si sentono invitati a parteciparvi.
Comunicare con persone con difficoltĂ di salute mentale Non esistono orientamenti chiari sulla comunicazione con persone con problemi di salute mentale perchĂŠ le loro risorse e capacitĂ di comunicazione possono variare di molto da caso a caso.
Nella Vostra veste di coordinatori, dovete sapere che non tutti
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sono disponibili a rendere noti i propri problemi di salute mentale. E anche chi ha problemi di salute mentale verrà visto come diverso, e i suoi comportamenti potranno essere definiti come strani e fuori posto, e ciò può anche indurre a commenti negativi e scherzi. Nella Vostra veste di coordinatore, dovreste porre a ciascuno, in occasione del reclutamento, le questioni seguenti:
⢠câè qualcosa che la nostra organizzazione dovrebbe sapere per garantire che la vostra esperienza di volontariato sia la migliore possibile?;
⢠dobbiamo considerare per Voi particolari esigenze di supporto?.
Una volta appreso delle difficoltĂ di salute mentale di un candidato, chiedetegli se e quanto della sua situazione deve essere condiviso con altri, e il modo migliore per farlo. Eâ necessario usare nella comunicazione, compresa quella scritta, le slides e i siti, un linguaggio chiaro e semplice.
Troverete qui di seguito alcune strategie di supporto alla conversazione che potranno aiutarVi a comunicare con le persone con problemi di salute mentale:
⢠essere consapevoli dei rumori di sottofondo che possono distrarre (per esempio, un bar affollato, la strada);
⢠sforzarsi di affrontare un argomento alla volta;
⢠comunicare in modo semplice e diretto, evitando il linguaggio complicato e/o introduzioni ridondanti;
⢠essere disposti a ripetere;
⢠dare il tempo di rispondere prima di cambiare argomento;
⢠ricordare che questi soggetti possono impiegare piÚ tempo per familiarizzare con un argomento;
⢠chiedere se la persona ha capito, assicurandole che può dire benissimo di no;
⢠essere un buon ascoltatore, senza spaventarsi per qualche silenzio;
⢠verificare che cosa le persone pensano, senza tirare a indovinare;
⢠ascoltare attentamente;
⢠fare domande per verificare di aver capito;
⢠parafrasare cosa avete sentito;
⢠se necessario, scrivere data e orario del prossimo incontro;
⢠se lâinterlocutore va sistematicamente fuori tema, riportarlo con cortesia al tema, dicendo: âstavamo parlando di⌠dimmi qualcosa di piĂš âŚâ.
Reclutare volontari con problemi di salute mentaleA questo fine, può risultare utile un dialogo maggiormente personalizzato in cui puoi comunicare molto direttamente con i candidati, in merito alle opportunitĂ di volontariato e i possibili vantaggi di far parte della Vostra organizzazione.Eâ anche importante prepararsi a un percorso individuale di volontariato, che tenga conto delle esigenze di questi volontari. Il modo piĂš diretto per reclutare persone con problemi di salute mentale è entrare in contatto con persone e organizzazioni, associazioni e istituzioni che lavorano direttamente con i disabili mentali.
⢠Occorre tener conto di varie e disparate esigenze. Per questo, è molto importante un approccio differenziato per ciascun volontario valutando le sue capacitĂ e competenze. Eâ fondamentale che le aspettative dellâorganizzazione e del volontario siano chiare fin dallâ inizio, in modo tale che lâincontro fra le esigenze organizzative e glâinteressi personali crei le migliori condizioni per vivere esperienze positive e un progresso da ambo le parti. Ecco alcune delle questioni che dovrebbero aiutarvi a fare chiarezza durante il colloquio iniziale
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e nei dialoghi informali con volontari che presentano difficoltĂ mentali:
⢠Qualâè la sua vulnerabilitĂ e quale la difficoltĂ da superare?⢠Come desidera il candidato fare fronte a queste difficoltĂ ?⢠Come può lâorganizzazione supportare queste sfide?⢠Quali tipi di rapporti sociali sono o non sono confacenti alle
esigenze del candidato?⢠In che cosa il candidato si attende di imparare o di migliorare?⢠Che metodo o stile di comunicazione sarebbe piÚ adatto con
il candidato?⢠Che problemi possono presentarsi nel lavoro del
volontario (stanchezza, mancanza di interesse, problemi di concentrazione dovuti a farmaci, ecc..); quali gli strumenti per farvi fronte?
⢠A chi si dovrà rivolgere il volontario se ci saranno problemi?
Ulteriori raccomandazioni⢠Potrebbe essere una buona idea coinvolgere insieme, in
attivitĂ di gruppo, diverse persone con problemi di salute mentale, poichĂŠ il supporto reciproco può servire a superare la paura dellâignoto;
⢠può essere utile anche che un volontario con problemi di salute mentale sia accompagnato da unâaltra persona con cui ha uno stretto rapporto di fiducia; questo genere di supporto può essere attivato almeno allâinizio dellâattivitĂ di volontariato per evitare un senso dâinsicurezza;
⢠lâillustrazione delle attivitĂ di volontariato e del ruolo dei volontari dovrebbe aver luogo allâinizio ed essere di chiara e facile comprensione;
⢠giacchÊ la necessità di adattarsi alle nuove condizioni e al nuovo ambiente possono avere effetti ansiogeni sulle persone con problemi di salute mentale, assicurateVi che costoro abbiano tempo e spazio per le risposte e comprendano i loro compiti, diritti e responsabilità ;
⢠evitate atteggiamenti paternalistici e non siate iperprotettivi;
⢠accettate le loro esigenze effettive â le persone con problemi mentali in genere si accorgono se le loro condizioni stanno peggiorando; perciò, non vi spazientite se non sono disponibili o se hanno bisogno di una pausa. Parlatene fin dallâinizio, informandoli delle tempistiche necessarie per il cambiamento
dei turni.
Ruoli adeguatiEâ una questione da affrontare caso per caso, poichĂŠ le loro risorse e competenze sono variegate, come quelle di qualsiasi altro volontario. In questo senso, le persone con problemi mentali possono svolgere qualunque genere di attivitĂ di volontariato, ma ovviamente compatibilmente con le loro diverse vulnerabilitĂ . Vi sono alcune possibili difficoltĂ che possono incidere sulla loro compatibilitĂ con i vari ruoli:⢠possono avere giorni migliori e peggiori, sĂŹ che le loro esigenze
cambiano, compromettendo la loro affidabilità ;⢠taluni potrebbero avere difficoltà con attività ripetitive e
monotone. Una possibile soluzione è quella di suddividere il lavoro in piccoli compiti, con intervalli, dando la possibilità di alternare diversi tipi di attività ;
⢠partire da compiti semplici, arricchendoli ad un ritmo adatto al volontario, per garantire il successo;
⢠il rapporto con i beneficiari o altri volontari può creare qualche problema, giacchÊ possono esservi situazioni nelle quali il volontario non si sente a suo agio in compagnia, o è troppo stanco, o non ha voglia di comunicare;
⢠può essere stimolante creare momenti di calma in cui poter parlare liberamente con il volontario dei problemi della sua vulnerabilità ;
⢠pensateci due volte prima di utilizzare persone con problemi mentali per attività destinate ad altri soggetti vulnerabili; queste attività possono richiedere molta resilienza emotiva. Bisogna verificare con ogni volontario se è veramente in grado di farvi fronte.
Acknowledgments: This section is based on:⢠TheadviceofFrivilligcenterVesterbro,Copenhagen,Denmark
(www.frivilligcentervsv.dk)
⢠TheadviceandworkofJenniferBrophy,2015HeadOutProjectVolunteer Training Programme, Dublin, Ireland
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Persone con disturbi dello spettro autistico
Caratteristiche della categoriaCome affermato nel rapporto Autism Spectrum Disorders and other Development Disorders âFrom Raising Awareness to Building Capacity(Disordini dello Spettro autistico e altri Disordini dello Sviluppoâ), pubblicato dallâOrganizzazione Mondiale della SanitĂ , il termine collettivo âAutism Spectrum Disorderâ (Disordine dello Spettro Autistico â ASDs -) si riferisce a situazioni come lâautismo, il disturbo disintegrativo dellâinfanzia e la sindrome di Asperger.
I sintomi principali comprendono un mix variabile di riduzione dellâinterazione sociocomunicativa e un repertorio limitato, stereotipato e ripetitivo dâinteressi e attivitĂ . I disturbi dello sviluppo neurologico nella comunicazione e nella vita sociale, nonchĂŠ i modi inusuali di percezione ed elaborazione delle informazioni possono compromettere seriamente la vita quotidiana delle persone affette da ASD, penalizzando gravemente le loro performance scolastiche e sociali.Le statistiche indicano che mediamente 1 su 70 â 100 ragazzi soffre di ASD. In genere, i dati indicano un aumento di questi disturbi, che può spiegarsi in parte, con il miglioramento della diagnostica e con lâaumento della consapevolezza del problema. LâASD è quattro volte piĂš frequente nei ragazzi rispetto alle ragazze, senza distinzioni di razza, di nazionalitĂ o sociali. Neppure il reddito familiare, lo stile di vita o il livello culturale hanno alcuna incidenza sulle probabilitĂ che un bambino sia autistico.Il punto fondamentale è che lâautismo è un disturbo di ampio spettro, il che significa che i suoi sintomi variano da persona a persona. Due soggetti autistici non avranno mai esattamente gli stessi sintomi. Una persona può avere gravi problemi sensoriali, ma notevoli competenze sociali o una capacitĂ direttiva, un altro, invece, pochi problemi sensoriali, ma incontrare gravi difficoltĂ a interagire con la societĂ a livello elementare.Per questa varietĂ di sintomi, è difficile parlarne in modo generale. Per lavorare con volontari autistici, è fondamentale avere chiaro che, siccome non tutti gli autistici si comportano nello stesso modo, occorre tenere ben presenti le esigenze individuali.
SpecificitĂ delcoordinamentodeivolontariaffettidaASDPoichĂŠ il problema principale dei volontari affetti dallâASD è la comunicazione, dovremmo ricordarci di alcune specificitĂ che
4 http://apps.who.int/iris/bitstream/10665/103312/1/9789241506618_eng.pdf5 http://autism.ehoow.net/?p=105
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possono essere utili per comunicare con questi volontari e coordinarli efficacemente. Se avete un soggetto autistico nella Vostra squadra, non dimenticate di informarne gli altri volontari e i Vostri collaboratori, in modo che lo facciano sentire ben accolto e apprezzato.Alcune specificitĂ degli autistici sono descritte sinteticamente nellâ articolo How to Explain Autism to People (âCome spiegare lâautismoâ):Essere consapevoli delle differenze di comunicazione
Per alcuni autistici è molto difficile comunicare con gli altri. Le difficoltĂ piĂš comuni sono il tono di voce strano o monotono, con singolari ritmi e oscillazioni, ripetendo domande e frasi, la difficoltĂ ad esprimere bisogni e desideri, lâinterpretazione letterale delle frasi, ecc. Possono anche aver bisogno di piĂš tempo per capire il linguaggio parlato, confondendosi quando si parla troppo e/o troppo in fretta.Capire che gli autistici interagiscono in modo diverso con il mondo circostante.Parlando con una persona autistica, potreste chiederVi se stiano veramente attenti a ciò che dite, e perfino se facciano caso alla Vostra presenza. Non preoccupateVene. Ricordatevi che:⢠è normale che gli autistici si disinteressino rispetto a ciò che
accade intorno a loro. Possono non accorgersi delle persone a loro vicine, o disinteressarsene;
⢠un autistico può dare lâimpressione di non sentire chi gli si sta parlando. Ciò può essere dovuto a una lentezza dei processi uditivi o alla presenza nei locali di elementi di disturbo. Proponetegli di spostarsi in un luogo piĂš tranquillo, e fate delle pause nel discorso, per permettergli di pensare;
⢠per gli autistici, interagire con altri può essere faticoso, perchÊ implica difficili regole sociali e/o coinvolgenti esperienze sensoriali. Possono trovare piÚ facile disinteressarsene;
⢠in genere, gli autistici affrontano le situazioni meglio quando sanno che cosa possono attendersi. Perciò, interrogateli prima di fare qualcosa che potrebbe spaventarli;
⢠in qualche caso, gli autistici ripetono le domande 10 volte o piĂš (es. âDavvero hai un cane?â). Potete rispondere loro tre volte, poi fare una domanda simile (SĂŹ, ho un caneâ, e poi domandare âAnche tu hai un cane?â).
Lâautistico può voler evitare il contatto visivo. Il contatto visivo può essere troppo coinvolgente: lâautistico può non essere in grado di guardare qualcuno negli occhi, ascoltando
6 http://autism.ehoow.net/?p=105
contemporaneamente le sue parole (il fatto di non avere un contatto visivo non significa che non ascolti);⢠non costringetelo ad avere un contatto visivo;⢠fate capire che gli volete parlare. Dovreste essergli fisicamente
vicini, chiamarlo per nome e possibilmente trovarVi nel suo campo visivo. Se lâautistico non risponde, riprovate: potrebbe non essersi accorto di nulla.
Alcuni autistici non sopportano di essere toccati. Ciò deriva da problemi sensoriali. Le reazioni al tatto variano grandemente fra diverse persone autistiche. Eâ perciò importante chiedere a una persona autistica se essere toccata le dia fastidio.Lâautista può non capire il sarcasmo, lo humour, le sfumature, le posture o i messaggi informali. Per loro è difficile distinguere i toni di voce, specie quando lâespressione del volto dellâinterlocutore non corrisponde al suo tono di voce. Gli autisti potrebbero non rendersi conto di certe cose ovvie per altri. Per esempio, se volete cambiare argomento, o terminare una conversazione, non capiscono i vostri segnali. Eâ meglio essere diretti.Molti autistici non sopportano certi stimoli sensoriali. A taluni, la luce forte può provocare il mal di testa; altri saltano e urlano se cade un piatto sul pavimento. Anche qui, occorre essere chiari e diretti, chiedendo loro se siano a loro agio, specie quando si tratta di lavorare in ambienti rumorosi.Gli autisti hanno sentimenti come gli altri. Come gli altri, conoscono lâamore, la felicitĂ e il dolore. Il fatto che essi sembrino talvolta distaccati non significa che siano privi di sentimenti. Anzi, molti hanno sentimenti assai profondi, e si interessano a quelli altrui, ma non sempre li capiscono, nĂŠ sanno reagirvi adeguatamente.Lâautistico può avere comportamenti anomali. Vengono chiamati âcomportamenti di auto-stimoloâ, utilizzati per raggiungere la calma, concentrarsi ed evitare la confusione. Si raccomanda di non ostacolarli. Eccone alcuni esempi:⢠oscillare avanti e indietro;⢠ripetere parole o suoni (ecolalia);⢠sbattere le mani;⢠schioccare le dita;⢠sbattere la testa (contattare un parente se questo può
diventare pericoloso);⢠muoversi in modo scomposto, applaudendo eccitati.In genere, agli autistici piace lâorganizzazione. Possono crearsi, nella vita quotidiana, complessissimi rituali. Questo perchĂŠ possono essere facilmente spaventati dagli stimoli sconosciuti, cosĂŹ che la sicurezza prodotta dalla programmazione li mette a loro agio.
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Trovano facile seguire regole severe, per esempio mettere in ordine (come classificare libri secondo il colore e le dimensioni), mentre trovano sgradevoli i cambiamenti inattesi ( modifiche dellâambiente del volontariato).Comprendere la forte passionalitĂ degli autisti. Molti autistici hanno una forte passione per alcuni temi ben determinati, potendone parlare a lungo.
Ruoli adattiCome nel caso degli altri volontari, cercate di trovare attivitĂ corrispondenti alle loro aspirazioni, abilitĂ e competenze. Se sono appassionati a qualche attivitĂ o argomento, pensate a come sfruttarlo a favore della Vostra organizzazione. Siccome potrebbero non apprezzare le novitĂ , siate molto chiari, chiedendo loro quali siano le loro aspettative, e le attivitĂ che amerebbero svolgere.
Siccome possono avere problemi relazionali, provate con varie attivitĂ specifiche, spiegando ogni volta che cosa li attende (lâambiente, le persone, il tipo di attivitĂ , gli orari) controllando che a loro stia bene. Rispettate in ogni caso i loro desideri, cercando di formulare domande sistematiche e strutturate. Tenete presente che forse preferiranno attivitĂ svolte indipendentemente senza lâintervento di altri.
Acknowledgments: This section has been prepared by Platform of Volunteer Centres and Organisations in Slovakia (www.dobrovolnickecentra.sk)
Gli anziani
Descrizione della categoriaLa struttura di etĂ della popolazione europea sta cambiando rapidamente. La speranza di vita sta crescendo e il tasso di natalitĂ si è arrestato a livelli incredibilmente bassi. Di conseguenza, nellâUnione Europea, la quota delle persone in etĂ lavorativa diminuisce, mentre aumenta quella dei pensionati. Eâ perciò importante fare progetti rivolti alla popolazione anziana, permettendo loro di vivere a lungo in modo attivo e sano. Il volontariato può esercitare un ruolo importante a questo proposito, permettendo di rimanere attivi e impegnati nella societĂ .
Nellâ Unione Europea, si definisce âanzianaâ una persona di piĂš di 65 anni, ma questa definizione può variare da Paese a Paese. Spesso, essa comprende, tanto gli âover 65â, quanto i pensionati.
Gli anziani costituiscono una categoria eterogenea, e lo diventano sempre piÚ. Sono caratterizzati da una diversità crescente quanto a salute, stile di vita, valori, opportunità e problemi. Comune a varie generazioni di anziani è il fatto di essere rimasti sani e di vivere piÚ a lungo. Di conseguenza, essi costituiscono una fonte inesplorata di potenziali volontari, che potrebbero costituire un importante base per le ODV.
Ecco alcuni motivi per cui le Vostre Organizzazioni possono prendere in considerazione il coinvolgimento attivo di volontari anziani:
⢠lâesigenza di allargamento e diversificazione della propria base di volontari;
⢠la loro ricca esperienza, forte motivazione e matura professionalità ;
⢠la loro flessibilità e ampia disponibilità di tempo;
⢠riflettere e sposare lâaspetto intergenerazionale della societĂ , fornendo ai giovani dei modelli di ruolo;
⢠costituire un modello per altre organizzazioni della stessa comunità , in termini di apertura e inclusività .
Motivazioni dellâ impegno e ragioni per candidarsiVi sono molti motivi per cui gli anziani si dedicano al volontariato. Una è il desiderio di migliorare la societĂ , aiutando gli altri. Quando un anziano percepisce unâesigenza particolare della comunitĂ , o è appassionato per una causa particolare, ha piĂš motivi
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per sentirsi necessario e per impegnarsi. Altre ragioni per fare volontariato sono la soddisfazione di vedere i risultati, il desiderio di condividere lâesperienza professionale e la continuitĂ dello sviluppo professionale, lâincontrare persone nuove e avere dei nuovi amici.Ecco alcuni suggerimenti per mantenere viva la motivazione dei volontari anziani:⢠seguirli: una supervisione costante potrebbe fornire ai
volontari piĂš informazioni sullâimportanza di ciò che fanno e una verifica dellâaiuto prestato e dei suoi beneficiari;
⢠definirne con chiarezza gli obiettivi: può essere opportuno, nelle comunicazioni circa i ruoli disponibili, porre in particolare evidenza lâobiettivo dâinsieme e i risultati attesi. I volontari anziani apprezzano in modo particolare rapporti dettagliati sulle esigenze a cui essi stanno facendo fronte, e sul valore aggiunto da essi apportato;
⢠creare una comunità di volontari: riunioni regolari dovrebbero permettere ai volontari di discutere e riferire sulle loro esperienze di volontariato, e servire come occasione per conoscere altri volontari. Ciò vale in particolare per quei lavori che i volontari svolgono separatamente;
⢠dare la priorità alle competenze: nel selezionare i volontari, cercate di capire le loro competenze ed esperienze e informateli circa le possibilità di formazione;
⢠prove di volontariato: incoraggiate i volontari anziani a sperimentare le attività per valutare la compatibilità con i compiti previsti senza la pressione di ottenere un risultato.
Comunicare con gli anzianiEvitate espressioni e immagini che possano veicolare messaggi sbagliati. Tenete presente che:⢠non ci sono parole âsbagliateâ, ma ve ne sono talune per
comunicare in modo piĂš inclusivo. Per esempio, âanzianiâ, âover 50â, indipendente, esperto, tutor, formatore. Chiedete ai volontari come preferiscono essere chiamati;
⢠non ci sono immagini âsbagliateâ, se non quelle che possono creare uno stereotipo;
Eâanche importante tenere presente quale canale di comunicazione si utilizza. Molte ricerche indicano che la capacitĂ di usare le nuove tecnologie diminuisce di molto dopo i 55 anni. Allo stesso tempo, il numero di anziani che utilizzano Internet cresce in ogni ambiente. I siti dovrebbero essere progettati per essere userâfriendly. Ă fondamentale utilizzare una pluralitĂ di canali di promozione e di reclutamento.
ReclutamentoPer evitare una sovrapposizione disordinata fra le organizzazioni di volontariato, è molto importante riuscire, nel reclutamento, a rispondere agli interessi, capacitĂ e abitudini specifiche di ciascun anziano. Gli anziani possono portare nel volontariato il loro tempo libero e le loro conoscenze ed esperienze, ma possono avere difficoltĂ a scoprire le opportunitĂ esistenti nella loro comunitĂ locale, a identificare le piĂš consone alle loro qualitĂ e a far conoscere alle organizzazioni il desiderio di candidarsi.Si resta attivi piĂš a lungo perchĂŠ si vive piĂš a lungo e in modo piĂš sano. Gli anziani hanno molti impegni, come occuparsi dei nipoti, viaggiare e dedicarsi ai loro hobby. Alcuni possono desiderare impegnarsi in modo regolare, mentre altri possono essere interessati soltanto a progetti saltuari o a svolgere lavori brevi e occasionali. La flessibilità è importante, perchĂŠ attrae piĂš persone e accresce la fedeltĂ alle organizzazioni.La burocrazia nel reclutamento viene considerata un ostacolo, un motivo di ansia e di fastidio. Fra gli ostacoli allâimpegno nel volontariato: la registrazione online, la risposta a domande complicate, i colloqui che ricordano quelli di lavoro, il controllo presso il casellario giudiziale. Eâ opportuno dedicare tutto il tempo necessario a spiegare i motivi di ciascuna fase del processo di reclutamento.
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Alcuni suggerimenti utili per la vostra organizzazione⢠Modalità : Il reclutamento degli anziani non può basarsi
solo su Internet. Eâ meglio utilizzare i giornali locali e la radio. Il passaparola e gli incontri informali sono buoni metodi di reclutamento, possibilmente servendo caffè e thĂŠ in unâatmosfera informale. Non sottovalutate lâutilitĂ di utilizzare i Vostri attuali volontari, incoraggiandoli a farsi ambasciatori nei confronti di altri volontari anziani;
⢠luoghi di reclutamento: negozi locali, banche, uffici, uffici postali, newsletter parrocchiali, biblioteche, cliniche locali, luoghi di culto, associazioni per le attività degli anziani e dei pensionati, case per anziani, ambulatorio e centri di aiuto per anziani;
⢠il linguaggio: linguaggio informale e snello preferire ad esempio una la conversazione de visu, anzichĂŠ il colloquio formale o un âmodulo di registrazione degli interessatiâ, poichĂŠ un modulo di domanda puoi rendere meno minacciosa la procedura di candidatura. I moduli di candidatura non debbono essere troppo complicati e presentare lâinformazione in modo chiaro, conciso e senza astrusitĂ gergali;
⢠lavoro di coppia: permette ai volontari di essere supportati da un altro volontario o tutor. Funzionano bene le coppie di amici, perchÊ servono ad invogliare ad un primo impegno;
⢠rimborsi spese: lâassicurazione e i rimborsi spese possono risultare determinanti per garantirsi la fedeltĂ dei volontari;
⢠limitarsi a una sola localitĂ : offrire agli anziani opportunitĂ di volontariato a livello locale permette di contenere i tempi e i costi di trasporto. I rimborsi spese e lâofferta del servizio di trasporto possono costituire un forte incentivo alla partecipazione; alternativamente, potete promuovere e agevolare il âcar sharingâ;
⢠informazioni sui diritti dei volontari: fornite informazioni sullâimpatto del volontariato sulle prestazioni di assistenza sociale e pensionistiche.
Ruoli adatti agli anzianiDipendono molto da caso a caso. Ciascun coordinatore dovrebbe individuare, per ciascun volontario, quelle attivitĂ che corrispondono alle sue attese e alle sue capacitĂ e competenze. Invece di attribuire dei compiti, con la conseguenza che ai volontari
potrebbero essere assegnati lavori non graditi, chiedete loro che cosa vorrebbero fare. Preliminarmente, è indispensabile chiarire, con ciascuno, i problemi di salute che possano ostacolare la loro attività .
Certi tipi di volontariato hanno una maggiore attrattiva per gli anziani, come i servizi sanitario-assistenziali, fra cui i rapporti diretti con le persone, o le informazioni telefoniche a favore di persone isolate.Esistono ovviamente molte altre categorie di volontariato, come la formazione, la formazione permanente, la cultura, ecc. Tutto dipende dal mix di competenze, esperienze e interessi dei volontari.
Condizioni di lavoro per rendere efficace il volontariatoOccorre rispettare certi vincoli, come problemi di salute o questioni di mobilitĂ . Creando unâatmosfera sicura e comoda, renderete piĂš facile, per gli aspiranti volontari, condividere i loro problemi, e farvi fronte nei limiti del possibile. Eâ fondamentale spiegare le esigenze specifiche delle varie posizioni, come per esempio se vi sia molto da stare in piedi o da viaggiare, gli orari di chiusura, ecc. Curate lâaccessibilitĂ e la sicurezza dei luoghi di lavoro, e nel caso di lavori serali, anche unâadeguata illuminazione.
Ringraziamenti: questa sezione del rapporto è stata redatta dal Centro per il Volontariato della CittĂ di Dublino: âExperience Counts: Volunteering amongst people aged 55 and over in the Dublin City Areaâ(âLâesperienza conta: il volontariato fra gli over 55 nellâ Area Metropolitana di Dublinoâ), Dublino, 2015
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I migranti
Descrizione della categoriaLâEuropa è un continente differenziato dal punto di vista etnico. Gli Stati membri dellâUnione hanno circa 500 milioni di abitanti; nel 2013, câerano circa 33 milioni di persone nate fuori dellâUnione e viventi negli Stati membri, e 15 viventi in uno Stato membro diverso da quello di residenza.
Con il termine âmigranteâ sâintende normalmente una persona che lascia il suo Paese per stabilirsi permanentemente in un altro. I migranti hanno diversi rapporti con il Paese che li accoglie: alcuni vi sono nati e vi hanno studiato; altri hanno fatto parte di uno scambio di studenti, lavoratori in trasferta accompagnati da membri della famiglia, persone con la residenza permanente o rifugiati e richiedenti asilo. Ă perciò difficile descrivere delle caratteristiche universali dei migranti, a causa della varietĂ delle loro culture dâorigine, delle loro strutture familiari, della loro religione, ecc.
Lâesclusione socio-economica è un problema quotidiano per milioni di migranti in Europa. Oltre alle barriere linguistiche, culturali e religiose, i loro problemi comprendono il diverso accesso ai servizi sanitari e sociali, la disoccupazione, la scarsa integrazione sociale, e in generale, un minore accesso alle varie opportunitĂ rispetto alla popolazione locale. Ci sono anche importanti differenze sullâidea di volontariato, perchĂŠ in certi Paesi questo non è riconosciuto e valorizzato come in Europa.
DisponibilitĂ delle organizzazioni di volontariato a coinvolgere i migrantiCoinvolgendo i migranti, si dĂ spazio alla diversitĂ dei volontari,
come riflesso della diversitĂ nella societĂ in generale. Enumeriamo qui di seguito alcuni fra i molti vantaggi di tale coinvolgimento:
⢠allargare la gamma delle capacità , competenze, nuove conoscenze e prospettive;
⢠competenze culturali â i volontari migranti hanno una piĂš adeguata comprensione delle varie culture e per questo, forniscono, ai beneficiari migranti, un servizio piĂš adeguato;
⢠competenze linguistiche â in genere, parlano diverse lingue;
⢠nuove idee/iniziative â possono essere di aiuto per lâorganizzazione nello sviluppare nuove iniziative e per migliorare la qualitĂ di quelle esistenti;
⢠contestare gli stereotipi â il loro impegno favorisce il rispetto specifico allâinterno dellâorganizzazione.
Comunicazione con i migrantiPer comunicare con i volontari migranti, lâorganizzazione deve tener conto del livello di conoscenza della lingua del luogo e delle eventuali difficoltĂ che ne derivano. Eâ importante essere molto chiari nella comunicazione.⢠Comunicazione con i migranti
Per comunicare con i volontari migranti, lâorganizzazione deve tener conto del livello di conoscenza della lingua del luogo e delle eventuali difficoltĂ che ne derivano. Eâ importante essere molto chiari nella comunicazione.
⢠Incontri personali
Molti migranti hanno fanno piÚ affidamento sulla comunicazione diretta e il contatto personale. Questi riducono anche le barriere linguistiche, perchÊ è molto piÚ facile parlare direttamente che non per telefono o per e-mail. Può essere opportuno evitare o ridurre i casi di comunicazione scritta, come le lettere, le comunicazioni, le bacheche, le brochures e le pubblicità , poichÊ molti migranti privilegiano forme di comunicazione tradizionali e orali.
⢠La traduzione
Dovreste prendere in considerazione la traduzione del materiale promozionale nella/e lingua/e delle comunitĂ migranti presenti sul territorio, verificando che tutto il materiale sia scritto in un linguaggio chiaro e semplice.
⢠I mezzi di comunicazione delle comunità migranti
Per far conoscere la Vostra organizzazione alle comunitĂ migranti, dovreste trovare il modo di diffondere lâinformazione sulle vostre attivitĂ e opportunitĂ di volontariato tramite i mezzi di comunicazione delle comunitĂ presenti nel Vostro territorio.
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Altri suggerimenti in tema di comunicazione interculturale
Reclutare volontari fra i migrantiLa concezione del volontariato cambia da Paese a Paese. Ricordiamo che non tutti i Paesi hanno le stesse tradizioni di democrazia e di associazioni volontarie indipendenti, e che alcuni non sono abituati allâidea della solidarietĂ e dellâaiuto reciproco. Una generica solidarietà è per altro molto diffusa. In molte culture, ci si attende che la famiglia e gli amici forniscano sempre aiuto reciproco.
Dedicate il tempo necessario a spiegare semplicemente ai migranti che cosâè il volontariato.
Parlate delle radici del volontariato, della sua organizzazione, dei
COSADAFARE
⢠Parlare lentamente, semplificando e riformulando il messaggio.
⢠Controllare sistematicamente che Voi e i destinatari Vi siate capiti.
⢠Usare supporti visivi e documenti scritti - negli eventi di formazione, cercate di usare simboli e grafica.
⢠Siate aperti, tolleranti e rispettosi di modi di espressione diversi.
⢠Formate i volontari sulle norme culturali di base.
⢠Costruitevi una banca dati interculturale: informateVi, dai Vostri volontari, circa i costumi e i fatti salienti del loro Paese di origine.
COSEDANONFARE
⢠â˘Nonusateacronimi,espressioni idiomatiche, espressioni colloquiali, gergo o terminologia tecnica.
⢠Non spiegate per telefono, ma piuttosto per iscritto o per e-mail, gli argomenti piÚ difficili.
⢠Non traducete in Inglese il nome del volontario, a meno che non sia questâultimo a chiederVelo.
⢠Non partite dal presupposto di essere stati compresi â alcuni sono restii a fare troppe domande, per timore di essere ineducati. Sollecitate una conferma verbale dellâavvenuta comprensione.
⢠Non giudicate i migranti poco colti o inesperti se non sono avvezzi agli acronimi o al gergo irlandesi, o non parlano bene in Inglese.
suoi valori e delle sue regole formali. Può facilitare la comprensione il parlare del volontariato con termini diversi, come aiutare gli altri, impegnarsi, agire, ecc.
Il miglior modo per reclutare i volontari fra i migranti è cominciare a esaminare se avete già dei volontari o dei conoscenti con contatti nelle comunità immigrate. Sarebbe opportuno anche contattare tali comunità , i loro leader, i negozi di immigrati, i luoghi di culto e altre reti di carattere religioso, gli uffici di collocamento, scuole con figli di migranti.
Un buon modo per raggiungere rapidamente una piÚ ampia platea di potenziali volontari, e avviare un dialogo con loro, è rappresentato dagli eventi e presentazioni in quartieri o centri culturali territoriali dove gli immigrati si riuniscono.
Ecco qualche suggerimento in piĂš sul reclutamento, la motivazione e la fidelizzazione dei volontari migranti:
⢠rafforzare il loro senso comunitario e di appartenenza, organizzando e incoraggiando eventi sociali;
⢠tenere in conto il loro differente atteggiamento nei confronti dellâalimentazione e dellâalcol. Per esempio, i Mussulmani non mangiano carne suina, nĂŠ alcun tipo di carne che non sia halal (macellata secondo il rito islamico);
⢠stare attenti alle differenze culturali: alcuni, e in particolare, le donne di origine islamica, non presentano grandi margini di partecipazione a manifestazioni aperte ad ambo i sessi;
⢠per gli eventi, scegliete spazi neutri, dove tutti si sentano ben accetti. Ad esempio, alcuni volontari non si sentirebbero a loro agio in una riunione in un pub dove si servono bevande alcoliche;
⢠parlate del contributo positivo dei volontari e date visibilità al loro apporto, per esempio esponendo foto di eventi ed esperienze positive;
⢠favorite lo spirito di corpo e entusiasmo con lodi e riconoscimenti. I volontari devono avere chiaro che qualcuno trae vantaggio dal loro impegno. Quello che essi fanno conta
Ruoli adatti per i migrantiVanno individuati caso per caso, tenendo conto delle capacitĂ , motivazioni, abilitĂ ed aspettative di ciascun volontario. La cosa piĂš importante è essere aperti, fare domande e ascoltare per capire la loro origine e i loro interessi â invece di tirare a indovinare,
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chiedete loro che cosa vogliono e di che cosa hanno bisogno, in base alla loro idea di cultura e di religione. Salvo che per eventuali difficoltĂ linguistiche, i migranti possono svolgere tutte le attivitĂ di volontariato. In presenza di quelle difficoltĂ , occorre ricercare compiti che non richiedano grande abilitĂ nella lingua locale, come aiutare a svolgere lavori pratici, come quelli di giardinaggio o manutenzione, fare foto o servire bevande negli eventi.
Ringraziamenti: questa sezione è basata in parte sul manuale elaborato nellâambito del Progetto Transeuropeo GIVE (âGrassroots Integration Through Volunteering Experiencesâ-âIntegrazione di Base grazie allâEsperienza del Volontariatoâ-)
Disoccupati da lungo periodo Descrizione della categoriaLâEurostat ritiene che, nel Dicembre del 2014, ci fossero in Europa, 24,56 milioni di disoccupati. La disoccupazione â soprattutto quella da lungo periodo -ha effetti negativi sulle persone, compromettendo il loro benessere mentale e fisico. Il volontariato è non solo unâattivitĂ per il tempo libero, ma può costituire anche un modo innovativo per acquisire nuove competenze e capacitĂ , riconosciuto dai datori di lavoro. Nei periodi di disoccupazione, si possono costruire, come ricaduta del volontariato, relazioni e ânetworksâ, e si può rafforzare la fiducia in se stessi, mentre le ODV beneficiano dellâesperienza dei volontari.Vi sono diversi tipi di disoccupazione, con caratteristiche differenti: disoccupati a breve e a lungo termine, neodiplomati, e perfino gli over 50 che i datori di lavoro ritengono non sufficientemente flessibili, e/o perfino troppo vecchi per certe posizioni.Accanto alla perdita del reddito, quella del lavoro si accompagna ad altre importanti mancanze, alcune delle quali sono ancor piĂš difficili da affrontare:⢠quella dellâidentitĂ professionale;⢠quella dellâautostima e della fiducia in se stessi;⢠quella delle abitudini quotidiane;⢠quella di unâattivitĂ significativa;⢠quella delle relazioni sociali incentrate sul lavoro;⢠quella della sicurezza.Talvolta, i disoccupati finiscono per diventare incapaci di contatti con gli altri e con la societĂ , e si ritrovano isolati. Il lavoro è molto di piĂš di uno strumento di mantenimento. Esso influenza il modo in cui vediamo noi stessi e in cui gli altri ci vedono. Ci conferisce forma, obiettivi e significato. Quando unâorganizzazione arruola dei volontari, deve rendersi conto che essa non può sapere se uno specifico volontario sia disoccupato, fintantochĂŠ lo stesso lo faccia sapere. Occorre anche tener presente che la disoccupazione non è, di per sĂŠ, uno stato di esclusione, ma vi possono essere altri problemi connessi alla disoccupazione, come per esempio problemi mentali, depressione, ecc.
La comunicazione con i disoccupatiTalvolta, i volontari disoccupati, e soprattutto i disoccupati da lungo periodo o i neolaureati, non avendo alle spalle una lunga storia di lavoro, possono richiedere una maggiore supervisione di altri. Per il
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resto, bastano i principi generali di gestione del volontariato: essere aperti, rispettare le aspettative dei volontari, cercando di conciliarle con le esigenze dellâorganizzazione, in modo che il volontariato sia proficuo.Ecco alcune indicazioni per comunicare con i volontari disoccupati:⢠comunicare senza preconcetti;⢠tenere in conto le differenze che rendono unico ciascun
volontario, rispettando le diverse personalità e individualità ;⢠insistere sui vantaggi del volontariato e concretizzarli,
mostrando gli esempi di altri disoccupati che, dopo il volontariato, avevano trovato unâoccupazione;
⢠offrire strumenti di verifica, come certificati e titoli che confermano quanto appreso dai volontari durante la loro esperienza;
⢠fornire frequenti riscontri per sostenere la fiducia in se stessi. Spesso la mancanza di fiducia costituisce il problema principale dei volontari disoccupati da lungo periodo;
⢠informarsi spesso circa il grado di soddisfazione sui loro compiti, controllando se abbiano bisogno di maggiore sostegno;
⢠non chiedere i motivi della disoccupazione, a meno che essi siano pertinenti, o che il volontario stesso abbia deciso di parlarVene.
Reclutamento di disoccupati da lungo periodo Nellâavviare un progetto o programma di volontariato che preveda il coinvolgimento di disoccupati, prendete in considerazione gli strumenti di pubblicitĂ disponibili, come gli uffici di collocamento, gli uffici del lavoro, i comuni, gli ospedali, le cliniche generalisti che le biblioteche, le universitĂ e simili spazi pubblici. Potete anche usare Internet, i âsocial networksâ e altri media, ma occorre sapere che non sono egualmente efficaci con tutti i tipi di disoccupati (ad esempio, funzionano veramente bene con i neolaureati, ma non funzionano per nulla con i disoccupati da lungo periodo).
Ruoli compatibiliNel progettare i ruoli adatti a questi volontari, dovete ricordarVi che i volontari lasceranno presumibilmente lâorganizzazione non appena trovino un lavoro. In effetti, sono obbligati a farlo se ricevono prestazioni dellâassistenza sociale. Dovreste tenerlo in mente quando progettate i compiti nella vostra organizzazione, evitando di offrire loro compiti di lungo termine con unâelevata responsabilitĂ . Può tuttavia succedere che i volontari continuino a lavorare per unâorganizzazione anche dopo aver trovato lavoro o dopo avere assunto un altro compito come volontario, compatibile con le tempistiche del nuovo lavoro.
Nello studiare i ruoli appropriati per i volontari disoccupati, potrebbe essere utile porsi le seguenti domande:
⢠Qual è la motivazione dei volontari disoccupati? Perchè vogliono impegnarsi nel volontariato?
⢠Quanto tempo essi hanno, realisticamente, fra la ricerca del lavoro, la frequenza a corsi ed altre incombenze?
Le condizioni di lavoro per rendere proficuo il volontariatoI volontari disoccupati possono avere bisogno di una qualche flessibilitĂ quanto agli orari e al luogo di servizio, per poter andare ai colloqui di lavoro. Se possibile, le ODV dovrebbero rimborsare, ai volontari disoccupati, le spese vive. Infatti, è improbabile che i disoccupati possano permettersi le spese sostenute per il volontariato: i biglietti dellâautobus, i pasti, gli abiti da lavoro, ecc.
Acknowledgments: This section has been prepared by Ănkentes KĂśzpont AlapitvanyMarczibĂĄnyi in Hungary (www.oka.hu)
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Detenuti ed ex-detenuti
Descrizione della categoriaNel 2013 câerano in Europa, 1.530.222 carcerati. La loro etĂ media era di 4 anni. Le categorie di reati piĂš diffuse erano: reati connessi alla droga (18%), furto (16%), rapina (14%), omicidio (12%).Questi numeri permettono ai coordinatori di comprendere il profilo della popolazione carceraria â in gran parte uomini, con problemi di dipendenza e di salute con complesse situazioni psicologiche.
La vita degli ex carcerati può essere molto difficile. Molti hanno problemi di casa, lavoro, finanziari, relazionali, di droga, di alcool e con poca rete sociale. Sono una categoria con cui è difficile lavorare. Fra i problemi che la Vostra organizzazione si troverà ad affrontare, ricordiamo i seguenti.
PerchĂŠ coinvolgere nella Vostra organizzazione degli ex-detenuti?⢠Fra i condannati, câè un gran numero di persone molto capaci
e motivate. Con la sua attenzione sui per i precedenti penali, la societĂ si priva della possibilitĂ di mobilitare i loro talenti, le loro capacitĂ ed energie;
⢠le persone con precedenti penali in genere apprezzano molto che gli si dia una seconda possibilità , e sono, normalmente, molto impegnati, grandi lavoratori e volontari leali;
⢠potreste divenire un esempio per altre ODV, mostrando loro che la cosa è possibile e utile;
⢠la disponibilità ad accogliere come volontari persone con precedenti penali è un utile servizio a favore della società .
DisponibilitĂ dellâorganizzazione a coinvolgere gli ex-detenutiCome affrontare i potenziali rischi?Nellâaffrontare lâimpegno nel volontariato dei pregiudicati, si richiede di operare con molta ragionevolezza. Per valutarne il rischio, è necessario confrontare le competenze dei volontari, le loro esperienze e i loro precedenti penali con i parametri di rischio relativi ai loro compiti come volontari. Tale valutazione dovrebbe comprendere:
⢠la natura dei reati: i precedenti penali del volontario potrebbero
creare rischi inaccettabili per altri dipendenti, beneficiari, ecc.?
⢠A quando risalgono? Quanto tempo è trascorso dai fatti e/o dalla fine della pena?
⢠Le circostanze connesse a tali situazioni sono cambiate?
⢠Una valutazione obiettiva delle possibili reazioni degli altri volontari, dipendenti, utenti. Eâ normale che questi possano essere preoccupati e contestino la decisione di coinvolgere gli ex carcerati. Eâimportante dare a ciascuno il tempo di esaminare e affrontare questi dubbi. Può essere utile a questo proposito unâattivitĂ di formazione sulla realtĂ della vita in prigione, sui vantaggi di coinvolgere gli ex carcerati e sui potenziali rischi. Può essere utile anche visitare una prigione e parlare con il personale.
⢠I compiti del volontario: ci sono rischi obiettivi di recidiva?
⢠Elementi che potrebbero circoscrivere il rischio percepito, ivi compresi quelli giĂ in opera, come per esempio lâintensitĂ dei controlli.
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Che tipo di informazione dovreste avere sul pregiudicato? Come gestire queste informazioni sensibili?⢠Per incoraggiare i volontari a parlare dei propri precedenti
penali, occorre creare un ambiente di fiducia, nel quale essi comprendano come e perchĂŠ queste informazioni verranno usate.
⢠La prassi raccomandata consiglia di chiedere ai candidati informazioni sui loro precedenti. Potete farlo direttamente, chiedendo loro di dichiarare i propri precedenti penali in un modulo di autocertificazione, accompagnato da una dicitura secondo cui âLe informazioni sui precedenti penali vengono richieste in supporto della procedura di selezione e saranno prese in considerazione solo qualora tali precedenti siano considerati influenti per i compiti attribuitiâ. Ă possibile farlo anche indirettamente, ponendo la seguente domanda: âCâè qualcosa che secondo Voi la nostra organizzazione dovrebbe sapere per assicurare il miglior svolgimento della Vostra esperienza di volontariatoâ. Fate in modo che vi sia, nel modulo, uno spazio tale da permettere al candidato di esprimersi in modo dettagliato sullâargomento.
⢠Eâ importante notare che, a meno che non si sollevi la questione nellâambito della procedura di reclutamento o nel colloquio, il candidato non ha alcun obbligo di parlare dei propri precedenti penali.
⢠Adottate una politica di pari opportunitĂ , che deve comprendere una dichiarazione sul coinvolgimento dei pregiudicati; fate in modo di escludere lâesigenza di parlare di precedenti ormai esauriti o non pertinenti.
Dovete rivelare le informazioni sensibili ad altri volontari, ai dipendenti o ad altri utenti?Câè dibattito sulla questione se i colleghi e i volontari debbano essere informati fin da subito se un nuovo volontario sia un pregiudicato o no. Lâargomento non è facile, per una serie di motivi:⢠ciò risponderebbe al principio della trasparenza organizzativa,
ma potrebbe anche dare luogo a problemi, come una maggior pressione sul pregiudicato perchĂŠ si comporti bene e un maggior controllo sul suo operato;
⢠potrebbe anche isolare il pregiudicato e generare tensioni;⢠di converso, se i colleghi non sono stati informati sin dallâinizio
e lo si scopre per caso, le conseguenze potrebbero essere ancora peggiori: i pregiudicati potrebbero perfino andarsene,
considerando chiuso il rapporto. Perciò, occorre tenere sotto controllo le politiche di comunicazione dei coordinatori e dei collaboratori, per valutare lâatteggiamento piĂš consono al caso concreto. Ă fondamentale anche che il volontario sia informato su quali informazioni vengano comunicate, e quali no, e a chi.
Come comportarsi con i volontari ex carcerati?Per agevolare lâavvio degli ex-carcerati al volontariato:
⢠occorre ottenere il sostegno del vertice dellâ organizzazione. Esso è fondamentale: se unâiniziativa è sostenuta dal vertice, lo sarĂ anche dalla base;
⢠il volontario può e deve essere trattato come chiunque altro, e certamente non vuole essere destinatario di speciali attenzioni. Ciò non toglie che bisogna tener conto dei suoi precedenti, per esempio se non ha lavorato, nĂŠ svolto alcunâattivitĂ , per un certo periodo. Un poâ di pazienza non può che essere utile;
⢠molti ex- carcerati soffrono della mancanza di autostima, e pensano che tutti abbiano di loro una pessima opinione. Occorre accogliere questi volontari come tutti gli altri, creando un ambiente amichevole e positivo, fornendo direttive e aspettative chiare;
⢠potrebbe essere opportuno affiancare inizialmente al neo-volontario un âmentoreâ per permettergli di familiarizzare ed evitare che venga messo sotto pressione o isolato.
Comunicare con i destinatariLa comunicazione è la prima difficoltà che si incontra con chi è stato molto tempo in prigione. In molti casi, i funzionari di polizia li trattano in modo molto impersonale. Comunicare senza preconcetti è il primo passo nella direzione di un rapporto fruttuoso. Ecco alcuni utili suggerimenti:
⢠trattate gli ex detenuti come persone ânormaliâ, con desideri, preoccupazioni ed emozioni, e non come un minorenne incapace di comprendere e di comportarsi da adulto;
⢠guardateli negli occhi e non evitate il contatto;
⢠mostrate loro rispetto, usando un linguaggio formale, a meno che siano essi a mostrare il desiderio di un rapporto piÚ informale;
⢠siate chiari sulle regole e le direttive;
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⢠se il volontario non è adeguato, spiegategli se, a essere incompatibili con i suoi precedenti penali, sono i suoi compiti come volontario, oppure altro.
Il reclutamento in questa categoriaPotete contattare i servizi che si occupano degli ex carcerati (e in particolare, quelli di assistenza sociale e medica), o anche quelli che si occupano di chi verrà rilasciato fra breve (assistenti sociali, terapeuti, sacerdoti, ecc.). Possono diffondere le informazioni sulle opportunità di volontariato per questo target group, inviandovi degli ex carcerati. Può essere utile cominciare dal piccolo, accogliendo un detenuto o pregiudicato, e facendo cosÏ esperienza.
Posizioni adeguateNel valutare lâadeguatezza dei compiti degli ex detenuti, effettuate una valutazione specifica dei rischi inerenti ciascun ruolo, con particolare attenzione ai rischi di recidiva. Occorre confrontare le informazioni sulla natura del reato e sulla condanna con i compiti da assegnare.Câè da attendersi che i colpevoli di reati sessuali non siano adatti a lavorare con i bambini e gli adulti vulnerabili. La Vostra organizzazione deve capire quali altre condanne costituiscano un ostacolo al contatto diretto con i beneficiari. Di converso, questi volontari potrebbero essere particolarmente utili con compiti che non implichino il contatto con i bambini o altre persone vulnerabili.Lâesperienza mostra che molti ex carcerati amano il lavoro manuale. Ma, anche qui, trattateli come individui, informandoVi costantemente delle loro aspettative ed interessi come volontari.
Ringraziamenti: Irish Association for the Social Integration of Offenders -IASIO-(Associazione Irlandese per lâIntegrazione Sociale dei Pregiudicati), Hiring Someone with a Criminal Conviction âFrequently Asked Questions for Employers âAssumere pregiudicati-Le domande piĂš Frequenti dei Datori di Lavoroâ, www.iasio.ie. Volunteer Now, in Ex Offenders and Volunteering Checklist, Giugno 2009.
Volontari senzatetto ed ex senzatetto
Eâ difficile stabilire quanti senzatetto ci siano nel mondo, in quanto i vari Paesi hanno diverse definizioni legali dei senzatetto. Secondo le Nazioni Unite, nel mondo, nel 2005, circa 100 milioni di persone erano senzatetto. Il problema fondamentale dei senzatetto è la non soddisfazione della fondamentale esigenza umana di avere un riparo caldo e sicuro. I senzatetto incontrano spesso molti svantaggi a livello sociale, come un accesso limitato ai servizi pubblici e privati e ad altre necessitĂ di base. Spesso vengono ignorati o ridicolizzati, umiliati, insultati, e subiscono violenze fisiche. Di conseguenza, possono avere scarsa autostima o fiducia in se stessi, sentirsi inutili verso la comunitĂ o incapaci di stabilire contatti con gli altri e con la societĂ , cadendo nellâ isolamento.Mentre molti paesi hanno sviluppato politiche sociali che si occupano dei senzatetto, non molti hanno compreso la forza del volontariato come mezzo di inclusione sociale. Coinvolgere nel volontariato i senzatetto o gli ex senzatetto aiuta ad utilizzare il loro potenziale personale per dare ad essi un peso nella societĂ , contribuendo a rompere lâisolamento e gli stereotipi.
DisponibilitĂ delle organizzazioni a impiegare i senzatetto nel volontariatoSe si impiegano nel volontariato i senzatetto e coloro che lo sono stati, è molto importante programmare attentamente le loro attivitĂ , preparando adeguatamente i beneficiari, i dipendenti e gli altri volontari ad apprezzare il loro proficuo contributo, con discussioni con esperti e con organizzazioni specializzate, creando unâatmosfera accogliente e condizioni di pari opportunitĂ . Ciò si può ottenere soltanto con coordinatori ad hoc, formati allo scopo e aiutati nel loro lavoro. Eâ molto importante anche essere consapevoli dei pregiudizi che circolano sui senzatetto, tenendo in considerazione che certi beneficiari possono nutrire tali pregiudizi anche nei confronti di questi volontari.
Ecco alcuni suggerimenti per sviluppare un programma di inclusione nel volontariato con i senzatetto:
⢠essere consapevoli dei problemi che i senzatetto hanno nella Vostra comunità ;
⢠preparare i Vostri dipendenti, beneficiari e volontari allâimpegno con i senzatetto, con discussioni con esperti e con organizzazioni che lavorano con essi;
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⢠cominciare a coinvolgere dei senzatetto interessati e motivati con altri volontari in alcuni dei Vostri servizi; ciò aiuterĂ a creare dei nuovi esempi positivi e a indurre altri a considerare questâopportunitĂ ;
⢠in caso di necessità , chiedere aiuto agli esperti incaricati dei collegamenti (lavoratori sociali, psicologi, legali, ecc.).
⢠sforzarsi di prevedere le possibili difficoltĂ (eventuale non affidabilitĂ di questi volontari; problemi di fame e dâigiene personale), e di risolvere in anticipo.
Reclutare questo tipo di volontari Il metodo migliore è mettersi in contatto con istituzioni e organizzazioni che lavorano direttamente con i senzatetto, come i dormitori, le associazioni per i senzatetto, i refettori, i centri di assistenza sociale e gli uffici di collocamento, chiedendo la loro
cooperazione e il loro consiglio su come trattare i senzatetto e gli ex senzatetto disponibili o interessati al volontariato.
Compiti adeguatiPer trovare ruoli di volontariato adatti per i senzatetto o per chi è stato senzatetto, è importante chiarire le necessitĂ e le motivazioni dei volontari, abbinandole a ruoli adeguati. Affrontate la questione caso per caso, parlando con ciascun senzatetto dei suoi problemi e del suo passato. In molti casi i volontari hanno avuto problemi di dipendenze o legali. Si richiede alla Vostra organizzazione di effettuare unâanalisi del rischio specifica per ogni compito. Per alcuni compiti, sarĂ necessario che il volontario abbia terminato da un certo periodo il programma di recupero, altrimenti bisognerĂ avvertirlo che si richiedono controlli periodici da parte della polizia.A seconda delle loro capacitĂ e del loro stato di salute, i senzatetto possono essere utilizzati in diverse attivitĂ , come per esempio:⢠incarichi amministrativi e di ufficio;⢠lavori manuali (riparazioni, decorazione, manutenzione);⢠in qualche caso, anche lavori a contatto con i beneficiari;⢠attivitĂ di emergenza o di aiuti umanitari;⢠attivitĂ comunitarie (pulire i parchi, gli spazi pubblici);
Come comunicare con i senzatettoIn tutte le circostanze, è importante mantenere un ottimo rapporto con questi volontari.
Alcuni suggerimenti per una comunicazione efficace:
⢠trovare il tempo per comunicare personalmente con ciascuno;
⢠non costringerli a parlare dei loro problemi personali se non ne hanno voglia;
⢠creare rapporti di fiducia: prestate loro attenzione, ma nello stesso tempo, chiarite loro i Vostro ruolo di coordinatore e i relativi compiti;
⢠accettateli come sono;
⢠ascoltate i loro problemi e le loro esigenze, cercando di capirli;
⢠sosteneteli, concentrandoVi sulle esigenze di ciascuno;
⢠siate gentili, aiutandoli a svolgere le loro mansioni di volontari;
⢠se pertinente, discutete francamente con loro del loro genere di vita, del loro eventuale stato di dipendenza o recupero e dei loro problemi con la legge.
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SostenereivolontarieicoordinatoriAlcuni coordinatori e altre persone a contatto diretto con i senzatetto possono provare difficoltĂ a non restare coinvolte nei problemi della loro vita. Per questo si raccomanda di fornire ai coordinatori un supporto e un coordinamento rafforzati.
Queste raccomandazioni sono state sviluppate con il supporto e lâaiuto delle Biblioteche Civiche di Zagabria, unâorganizzazione con unâelevata esperienza nel volontariato inclusivo per i senzatetto, e della coordinatrice Sanja Buni. Le Biblioteche Civiche di Zagabria costituiscono uno dei migliori esempi di buone pratiche dei programmi inclusivi di volontariato in Croazia.
Punti di contatto per i partner:
Croazia:Volonterski Centar OsijekLorenzaJagera12,31000Osijek,[email protected]
DanimarcaFrivillig centre og SelvhjĂŚlp Danmark (FriSe)ĂsterĂĽgade 2, 9000 Aalborg, [email protected]
UngheriaĂnkentes KĂśzpont AlapitvanyMarczibĂĄnyi tĂŠr 3., 1022 Budapest, Hungarywww.onkentes.hu, [email protected]
IrlandaVolunteer Ireland18 Eustace Street, Temple Bar, Dublin 2, [email protected]
Dublin City Volunteer CentreUnit 4 Whitefriars, Aungier Street, Dublin 2, [email protected]
ItaliaVolontariato Torino â Vol.ToVia Giolitti 21, 10123 Torino, Italywww.volontariato.torino.itcentroservizi@volontariato.torino.it
Lettoniabrivpratigais.lvZiedu iela 8-8, Aizpute, LV-3456, [email protected]
RomaniaPro Vobis â Centrul National De Resurse Pentru Voluntariat6, Rene Descartes Street, Cluj-Napoca, [email protected]
SlovacchiaPlatform of Volunteer Centers and OrganisationsHviezdoslavova 119, 900 31 Stupava, Slovakiawww.dobrovolnickecentra.skplatforma@dobrovolnickecentra.sk