Voci di Corridoio - Numero 94 - Settimanale fraccarottoconcedendo obbiettivamente poco. Bene Tony e...

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Numero 62—Anno IV settimanale fraccarotto 28 febbraio 2008 http://www.collegiofraccaro.it/vdc [email protected] glietta, altrimenti si va a giocare a curling che è meglio. Non addosso nes- suna colpa agli undici che hanno inizia- to la partita, ci mancherebbe, ma una ra- manzina non potevo non propinarvela. Un gol preso dopo pochi minuti su un calcio piazzato evitabile ha messo la gara in sali- ta. La voglia del Griziotti e l’imbambolamento dei nostri, insieme all’infimo terreno di gioco ha reso tutto più difficile. Nessuna scusante, loro hanno giocato, hanno osato, sono stati anche un po’ fortunati e, infatti, se si va ad analiz- zare la partita dal punto di vista tecnico scopriamo che la palla l’abbiamo giocata noi, soprattutto nel secondo tempo e il risultato giusto contando le occasioni da gol da una parte e dall’altra sarebbe stato il pareggio. La difesa con i generosi “rincalzi” in campo non ha fatto errori plateali, chiudendo bene sulle punte e concedendo obbiettivamente poco. Bene Tony e Violetto, Messi e Gamba hanno stoppato bene i manzi del Griziotti anche se i due gol subiti nascono da due falli e quindi da due calci piazzati al limite dell’area. Giuliano in porta ha fatto anche un mezzo miracolo, ma il sospirato pareg- gio non è arrivato. Problema principale: la finalizzazione. Valutazione che trova ri- scontro anche nelle parole di Tinelli: <<Oltre PAGELLE CACCIA WHITE FICTION GRIZIOTTI—FRACCARO 2-0 Elia&Oda a pag.2 RESOCONTO BORROMAICO Il Nonno a pag.xx PLINIO PULP (1° parte) Monto, Oda e Rizzi a pag.xx NON E’ UN PESCE D’APRILE Fraccaro- Griziotti 0–2, ovvero, come entrare in campo da damerini con la te- sta alla colomba pasquale, giocare un tempo a chi fa più lisci e un tempo a chi sbaglia più gol, perdere infine malamente e tutto som- mato meritatamente. Scusate per lo spie- tato sarcasmo di questa frase che mi svo- lazzava nella testa da quando è finita la partita, volevo solamente sottolineare la sbadataggine della nostra mentalità nell’approccio alla gara. Il bello è che lo sapevamo e non avevamo scuse questa volta. Il torneo intercollegiale di calcio non è il torneo parrocchiale dei chierichetti: o si va in campo con convinzione, con la voglia, o nessuno ti regala la vittoria. Quest’anno poi, sono bastate due partite per metterci davanti agli occhi il livello della competizione, non ci sono squadre che dominano, non c’è una partita già scritta: Chi ha voglia di vincere se la gioca, va in campo e suda quella benedetta ma- Voci di Corridoio ad addormentarci per buona parte del match, non abbiamo sfruttato le uniche occasioni che siamo riusciti a creare, non siamo una squadra schiacciasassi, dobbia- mo quindi imparare ad essere cinici e ri- partire nelle prossime partite con umiltà e voglia di giocare a calcio, se continuiamo così possiamo solo sognarci le gioie dell’anno scorso>>. Ragazzi, insomma, nes- suna tragedia, ma noi dalla tribuna abbia- mo avuto proprio la sensazione che la partita l’abbiamo persa prima di iniziare. Dobbiamo ripartire dalle poche e sparute certezze che ci sono rimaste: la reazione, anche se tardiva c’è stata; le palle gol le abbiamo avute anche noi; Ciccio, Jupo e Polo potranno darci una grossa mano nei prossimi impegni e poi l’ultima certezza e cioè che siamo fraccarotti, non è una scon- fitta che ci farà deragliare. E’ questo il momento di unirsi è di far si che il canto “ammirate questo collegio” sia gridato da tutti con orgoglio. Parlo ai giocatori, nessu- no si senta escluso, perché siete solo voi che potete farlo. Una partita la perdemmo anche nell’anno del penultimo intercolle- giale, 2-1 contro il Valla, che poi schian- tammo per 4 – 0 in finale. Nulla è perduto, ma da ora in poi non si scherza più. Giovanni Ferrari Dopo 3 anni di vittorie arriva la prima verasconfitta del Plinio Soccer

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Numero 62—Anno IV settimanale fraccarotto 28 febbraio 2008

http://www.collegiofraccaro.it/vdc [email protected]

glietta, altrimenti si va a giocare a curling che è meglio. Non addosso nes-suna colpa agli undici che hanno inizia-

to la partita, ci mancherebbe, ma una ra-manzina non potevo non propinarvela. Un gol preso dopo pochi minuti su un calcio piazzato evitabile ha messo la gara in sali-t a . L a vog l i a de l G r i z i o t t i e l’imbambolamento dei nostri, insieme

all’infimo terreno di gioco ha reso tutto più difficile. Nessuna scusante, loro hanno giocato, hanno osato, sono stati anche un po’ fortunati e, infatti, se si va ad analiz-zare la partita dal punto di vista tecnico

scopriamo che la palla l’abbiamo giocata noi, soprattutto nel secondo tempo e il risultato giusto contando le occasioni da gol da una parte e dall’altra sarebbe stato il pareggio. La difesa con i generosi

“rincalzi” in campo non ha fatto errori plateali, chiudendo bene sulle punte e concedendo obbiettivamente poco. Bene Tony e Violetto, Messi e Gamba hanno stoppato bene i manzi del Griziotti anche se i due gol subiti nascono da due falli e

quindi da due calci piazzati al limite dell’area. Giuliano in porta ha fatto anche un mezzo miracolo, ma il sospirato pareg-gio non è arrivato. Problema principale: la finalizzazione. Valutazione che trova ri-

scontro anche nelle parole di Tinelli: <<Oltre

PAGELLE CACCIA WHITE FICTION

GRIZIOTTI—FRACCARO 2-0 Elia&Oda a pag.2

RESOCONTO BORROMAICO Il Nonno a pag.xx

PLINIO PULP (1° parte)

Monto, Oda e Rizzi a pag.xx

NON E’ UN PESCE D’APRILE

F r a c c a r o -Griziotti 0–2, ovvero,

come entrare in campo

da damerini con la te-sta alla colomba pasquale,

giocare un tempo a chi fa più lisci e un tempo a chi sbaglia più gol,

perdere infine malamente e tutto som-

mato meritatamente. Scusate per lo spie-tato sarcasmo di questa frase che mi svo-lazzava nella testa da quando è finita la partita, volevo solamente sottolineare la sbadataggine della nostra mentalità

nell’approccio alla gara. Il bello è che lo sapevamo e non avevamo scuse questa volta. Il torneo intercollegiale di calcio non è il torneo parrocchiale dei chierichetti: o si va in campo con convinzione, con la voglia, o nessuno ti regala la vittoria.

Quest’anno poi, sono bastate due partite per metterci davanti agli occhi il livello della competizione, non ci sono squadre che dominano, non c’è una partita già scritta: Chi ha voglia di vincere se la gioca,

va in campo e suda quella benedetta ma-

Voci di Corridoio ad addormentarci per buona parte del match, non abbiamo sfruttato le uniche occasioni che siamo riusciti a creare, non siamo una squadra schiacciasassi, dobbia-mo quindi imparare ad essere cinici e ri-partire nelle prossime partite con umiltà e voglia di giocare a calcio, se continuiamo così possiamo solo sognarci le gioie dell’anno scorso>>. Ragazzi, insomma, nes-

suna tragedia, ma noi dalla tribuna abbia-mo avuto proprio la sensazione che la partita l’abbiamo persa prima di iniziare. Dobbiamo ripartire dalle poche e sparute certezze che ci sono rimaste: la reazione,

anche se tardiva c’è stata; le palle gol le abbiamo avute anche noi; Ciccio, Jupo e Polo potranno darci una grossa mano nei prossimi impegni e poi l’ultima certezza e cioè che siamo fraccarotti, non è una scon-

fitta che ci farà deragliare. E’ questo il momento di unirsi è di far si che il canto “ammirate questo collegio” sia gridato da tutti con orgoglio. Parlo ai giocatori, nessu-no si senta escluso, perché siete solo voi che potete farlo. Una partita la perdemmo

anche nell’anno del penultimo intercolle-giale, 2-1 contro il Valla, che poi schian-tammo per 4 – 0 in finale. Nulla è perduto, ma da ora in poi non si scherza più.

Giovanni Ferrari

Dopo 3 anni di vittorie arriva la prima verasconfitta del Plinio Soccer

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Fraccaro-Griziotti 0-2 E dopo una settimana di sole arrivano i nuvo-loni e la pioggia, dopo la discesa la salita, dopo la tempesta la quiete. Dopo un magico periodo di vittorie che sem-brava inesauribile e lo stradominio sportivo in tutte le discipline può arrivare una sconfit-ta...anche se il meritevolissimo avversario si chiama griziotti. E' sempre difficile dare una valutazione superpartes ai propri compagni (quasi fratelli in alcuni casi) quando sai che loro comunque ce l'hanno messa tutta. Noi di VdC proviamo a farlo: pagelle di fine primoquadrimestre dunque...preparate delle buone scuse da snocciolare ai genitori. Giuliano 6,5. Si arriva alla partita in cui deve dimostrare di cosa è capace, se non bastas-se quello fatto finora. Le palle che gli arriva-no sono più di quelle a cui è stato abituato ma gli errori rimangono gli stessi: nessuno. Una parata che vale un gol sull'1 a 0 tiene accese le speranze. Nulla può sui due gol, un fortissimo tiro ravvicinato prima e una punizione pressoché perfetta nel finale, sulla quale, anche senza quel passetto di troppo, sarebbe arrivato. FONDAMENTALE. Gamba 5,5. Le due punizioni che portano al gol arrivano da suoi interventi; in ritardo nel primo caso, non gli si può recriminare nulla nel secondo che però porta con se il secondo giallo e l'espulsione pesante in vista Cardano. Per il resto gioca con la solita deci-sione, tenendo sulle spalle una difesa esor-diente. AGNELLO SACRIFICALE. Messina 6-. Nell'inedito ruolo di centrale si comporta bene e senza sbavature. Dopo il 2-0

Tinelli prova, con le sue incursioni laterali, a raggiungere il gol ban-diera spostandolo ala e lasciando la difesa a tre. Il tempo è poco ed arriva solo un buon spunto per Igor sulla

fascia, ma decisamente fuori misura. SI PUO' DARE DI PIU'. Tony 6+. Dopo la deludente prestazione contro il Don Bosco, alza la voce e si presenta in campo con la decisione e la sicurezza indi-spensabili in questi casi. Assieme a Violetto è

la nota particolarmente posi-tiva di una difesa poco roda-ta e rimaneggiata. Due im-portanti chiusure e nessun errore in fase di impostazio-ne fanno ben sperare in un momento in cui la rosa è ridotta all'osso. SPAZZOLONE. Violetto 6+. Anche lui al de-butto, realizza il suo sogno: giocare una partita per legge-re la sua pagella il Giovedì mattina. E potrà pure bullarsi del suo voto, perché grazie ai 90 minuti (e per questo i crampi!) senza macchia si ritrova tra i top della squa-dra. Fa fallo quando serve, rischiando anche vicino all'area, ma mai in posizione pericolo-sa. Gioca ordinato e con umiltà. STANCOVI-CIOUS.

Mimmo 6,5. Unica presta-zione sotto la sufficienza contro il Don Bosco, di-mostra di aver capito come si gioca: con le palle! Dopo 20 minuti ha già le gambe ricoperte di fango e un buon numero di palloni recuperati. Cor-re e legna per tutti i 90

minuti difendendo il pallone quando l'appog-gio vicino non si trova. Comunque, qualche palla in più per le punte la poteva mettere. BRAVO 'UAGLIONE. Enver 6-. Sputa l'anima e va su più palloni possibili, ma le sue due caviglie aranciformi e il suo ginocchio zufolo fanno si che, nono-stante l'impegno, i risultati non siano suffi-cienti, complice anche una centrocampo poco organizzato. Meriterebbe di più, speriamo

nell'asset-to della s q u a d r a per le pross ime p a r t i t e . SUFFICIEN-TE CON RISERVA.

Piccinno 5,5. In cinque anni di collegio mai visto correre così tanto. Arretrato a centro-campo per le carenze d'organico, dimostra di sapersi mettere al servizio della squa-dra, come si addice ad un capitano. An-che lui entra nel vor-tice del centrocampo che non funziona e soffre questa situa-zione riuscendo solo a sprazzi a servire pallo-

ni per le punte. Ci prova sulle punizioni ma questa volta non basta. CAPITANO DEL TITA-NIC Brizi 5 (Igor al 35'). Non gioca un tempo intero e anche a causa del terreno difficile e del poco grip non riesce a incidere sulle azioni d'attacco. Sta basso cercando il pallone, facendo così perdere peso all'attacco. Al 35esimo viene sostituito da Igor, senza la-sciare segni importanti su una partita che probabilmente non è la sua. PESCE FUOR D'ACQUA. Igor 6. Anche lui fa parte della lista infortu-nati, ma viste le evidenti difficoltà offensi-ve, Tinelli non aspetta la fine del primo

tempo per farlo entra-re. Con lui migliora il possesso palla in at-tacco, grazie alle sue capacità aeree e la sua infaticabile corsa su tutti i palloni. Lo ferma solo un brutto fallo del numero 9 avversario

che, dopo tante prediche sul fair play del suo capitano, e con il risultato a favore, non disdegna di atterrarlo a palla passata con un colpo sporco al ginocchio. MARTIRE Sasha 5 (Savini al 50'). Mezzo punto se lo gioca la sera prima alla festa del Ghislieri, risultando ancora ubriaco il mattino dopo. Solo pochi eletti, con una squadra decisa-mente più forte si sono potuti permettere una cosa del genere (regalando comunque prestazioni sottotono). Non brilla né in pos-sesso né in interdizione. Le capacità sem-brano esserci ma non stanno ancora spun-tando. ALLEGRO CAZZONE. Savini 5+. Il + lo mette Elia perché la tecnica c'è e si vede, seppure a sprazzi. Quello che manca è pur-troppo 'a capa! Oltre alla incolore prestazione lo dimostra l'atteg-giamento poco serio dei giorni pre-partita, dichiarando a Napo: “Si, ma è il Griziotti...” Potrebbe essere il riferimento del centro-campo, se solo si guardasse qualche video-cassetta di Espo! Impara da Mimmo, per ora sei lontano anni luce da quello che ci si aspetta da te! STADIO EMBRIONALE. Genova 5,5. Il fisico c'è, la tecnica sembre-rebbe, e a tratti si vede anche la grinta.

Pagelle

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Pino il figlio di Uzzino detto Pizzino o Puzzino: che testa di cazzo! Già entrare in Collegio a Marzo è grave, ma poi mettersi a far cazzate su cazzate è intollerabile. Ringrazia il Signore che ti vogliamo ancora qui

dentro, perché l’ignoranza al Fraccaro, è una colpa. Soprattutto se è un’ignoranza intellet-tuale. Ci sta non sapere che il guarda-linee deve star fermo e zitto, ma non arrivarci de-nota proprio l’intelligenza mono-neuronica, e la cosa non ci stupisce. Se poi ci aggiungiamo la scena in mensa… si porta rispetto alla gen-te che lavora, ricordatelo! Ora prepara canotto e braccialo, che sta salendo la marea al piano! MERDA!

Mqm: siete la metà di mille e nem-meno una che si sia scomodata a scrivere un articolo sulla caccia al tesoro. Capisco che il risultato non è stato quello sperato, ma insomma… siamo sempre e comunque sul po-

dio! Ricordate che il Collegio restituisce quello che gli dai e sarebbe stato bello per voi rileg-gere tra anni e anni il numero di oggi e tro-varci sopra qualche riga su quell’esperienza che, nonostante tutto, vi ha fatto divertire e vi ha tenuto insieme, nel bel sogno che si vive qui al Collegio Fraccaro. Quindi rimboccarsi le maniche e giù di carta e penna, pretendiamo più collaborazione, altrimenti ce la veniamo a prendere con la forza. INDEGNE!

Inchiostro: il giornale degli studenti dell’Università di Pavia raggiunge in 14 anni la quota record di 93 nume-ri. Niente male per essere un’iniziativa sponsorizzata con va-gonate e vagonate di soldi dall’

A.C.E.R.S.A.T e che sforna un massimo di 8 pagine ogni due settimane. 93 è un bel nume-ro, quasi vicini al 100. Insomma tutti i compli-menti da parte di Voci di Corridoio… ah un’appunto: noi per fare 94 numeri, di anni ce ne abbiamo messi 3 e mezzo con una media di 13,5 pagine. Insomma, se avessimo qualco-sa da imparare potremmo dire che l’allievo ha superato il maestro, purtroppo siamo sempli-cemente più bravi e motivati, e c’è poco da fare. SUCCHIA!

Peccato che il gol sia gol quando la palla en-tra in rete e non ad un metro dalla porta quando la devi ancora calciare. Nessuno dice che questo ragazzone non ci metta la voglia, ma certe cose sono sintomo troppa sufficien-za. Buono il colpo di testa, ma questa volta è la sfiga che mette la palla a fil di palo. INCONCLU-DENTE. Arbitro 4. Se non ne ha voglia, po-

trebbe stare a casa. Mai vicino all'a-zione, quan-do la partita si scalda si tiene a debita distanza lasciando che i giocatori se la sbrighino tra loro. Allonta-na giustamente dal campo il figlio di Uzzino quando crede di essere al bar anziché sulla linea laterale, se applicasse la stessa dedizio-ne alla partita la sua prestazione sarebbe da 8. SVOGLIATINA ALLA CREMA.

Fraccaro 5,5. La squadra non gioca bene in avvio di gara, lasciando il vantaggio agli ospiti. La situazione migliora leggermente sul finire del primo tempo per dare decisivi segni di ripresa nel secondo. Fino al rad-doppio la speranza nel pareggio rimane viva, seppur il pesante possesso palla sia vanificato da un attacco improduttivo e un centrocampo poco legato. Sufficiente la difesa all'esordio.

Elia &Yoda

Voci di Corridoio

Megadirettore galattico Simone Pellegrin

Direttore responsabile

Giovanni Mason

Vice Direttori Onorari Elia Ferrari

Giovanni Ferrari

Vice Direttori Andrea Violetto

Giorgio Montolivo

Special Ex Mattia Tonucci

Adriano Oda

Inviato al Nirvana Carlo de Grazia

Questa ragazza ha richiesto di

non apparire più sulle amate

pagine di VdC.

E noi la ac-contentiamo.

Pagelle

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La mia festa al Ghislieri In mezzo d' un torbido dì pavese,entro peristi-li di possenti colonnati;m'emozionavo arro-gantemente al sol discuter con tre madami-gelle italiche,che mancando di timidez-za;nonostante;l'ignoranza di chi noi improbabili ospiti fossimo;si proponevano impavide come fiaccole al polo,di replicar con risposte ai nostri inaspettati quanto inerenti quesiti;atti a scoprir quel che sarà della notte gaia,ormai alle porte del tramonto,entro quel-le “inespugnabili“mura. Tutto scorreva simpaticamente tra attacchi e imbarazzi,quando al momento dei lasciti, solerte innalzò l'avviso tramite quell'addio da lor parte,tangente ad escludere la mia presen-za al ricevimento che simultaneamente freme-va proprio entro quella labile stanza di peri-metro,per sfiorire in canti e balli proprio quando la timida luna nottambula si sarebbe impadronita del cielo notturno. Ma dal canto mio un intrepida voce avvisò le vestali della festa,del mio ritorno in loco a più breve termine,di quanto loro potevano immaginare. Indi lor ironicamente,”sorrisermi”con aria imperturbabile e una sicurezza glaciale al mio galante<<ci vediamo stasera>>. I dubbi,in me furon tanti in quelle poche ore in cui le atmosfere della mia pavia,cangiavano da pomeridiane in notturne. Pur io però cangiavo color....dal lieve rosato uniforme della passeggiata sudata lungo il ticino al rosso vinaceo delle mie gote sorri-denti al più fraterno Bacco. Lungi dallo sconfortarmi e ben attorniato da crociati bianco rossi,che d'esperienza ne hann' gola;m'arrecai d'innanzi ai cancelli che dividevan me dai satiri e dalle dee terrene. Or loro banchettando avidamente con distillati “miracolici” speravan di liberare,il proprio io al punto tale da mostrar senza “inibo” le lor vergogne. Ma già appena entro...... quell' aria giocosa e atemporale; i miei orecchi biechi avvertono duodenici ge-miti non a tutti udibili,provenire dagli antri più intestini di quelle insicure creaturine. Ormai deliranti e schiavi di quella trappola tesa loro dal lucifero dionisio. I primi gemiti della fine c h e i n c o m b e buia,crescevano ritman-do le gesta folli e iper-boliche degli ignavi bac-cheggianti. Io me medesimo che con Bacco vengo a patti molto spesso mi move-vo come un demiurgo tra i futuri relitti. Or subito al tavolo del

peccato “diressi mi” e li proprio la fanciulla che col sorriso di sfida mi lascio nelle pomeri-diane;senza nasconder alcun appagato stupor tra quelle così delicate guance lentigginee;fu subito accorta a servirmi 2 calici di quel vele-no che risvegliò l'ES. Due vagheggiamenti insicuri e appariscenti effusioni labiali poi,ci unirono per una frazio-ne di tempo,in cui le nostre anime così ab-buiate,in quel caos torbido e tedio di corpi sempre arroventati fra loro;che mi circondava-no. Poi la frenesia verde viola ricoperta d'az-zurro luccicante mi compresse il fisico elastico costretto a esaurirsi con veloci transizioni oblique con fine d'acci-dentare la mia mate-ria,insensibile ma orgia-sticamente eccita-ta,contro le vergogne di quegli sempre più ignu-di corpi silenti,lasciati maliziosamente incusto-diti,come prede facili alla mia caccia. Fortunatamente sventa-to poi l'inganno tesomi dalla vinaccia,per un torno di senno,mi preci-pitai oltre quei stipiti maledetti,per tornare a respirare aria pura e ragion d'essere. Mi sentivo come se a-vessi vomitato pallonci-ni gonfi d'ossigeno vita-le. La mente tornava mia anche se affannosamen-te;la vista da poco ritornata a colloquiare con tutto il resto del corpo,s'illuminò d'una luce bicromatica:lime e arancia;ricci boccoli le co-privano il capo ,il “logos” da lei citato era continuo ma dolce,perfetto a coronare le più alte vette di un corpo che d'un daino silvestre aveva le sembianze. Il mio solito stupore di sempre al suo apparir però venne sporcato da una macchia nera che le contaminava invisibilmente il ventre,le sue parole da sagge a rindondanti si fecero,e il suo portamento nobile accusava qualche sve-nimento a destra e a manca.......quello che di lei mi colpiva dionisio se lo stava pian piano prendendo in ostaggio per una notte. Il suo primo gelore al vedermi(il mio sempre cosi frenetico e esule mai tranquillamente

esser;mi precede ovunque in pubblico),si trasformo sciolto da un tiepido scirocco,in un ambiguo doppio abbraccio,gesto che afferrai appieno solo superate le prime per-plessità,ma soprattutto in altro loco molto più personale,in effetti fu proprio al venir meno della sua lucidità psicofisica,che ini-ziai a sentire anche il suo secondo abbrac-cio più metafisico che intimisticamente mi richiedeva aiuto,a uscir dalle enormi mani purpuree bagnate e senza tempo di quel dio festaiolo e traditore. Sensazione indescrivibile in arti tangibili,mi riempiva lo stomaco,l'onore di sentir tra le

mie braccia il suo corpo,le cui imperfezioni m' appari-vano eleganti segni della sua tangibile umanità tra-scendentale,ma soprattut-to l' impagabile fatto di percepire la fiducia ripo-stami in quei momenti pur sapendo che io per lei ero niente meno che un estra-neo. Tutto..........poi...... si tinse d'emozionanti colori pa-stello. Mentre la sua fronte affu-solata sveniva sul mio palmo della mano,proprio in quel mio arto io distin-guevo chiare le sue soffe-renze,come se per osmosi indolore stessi vivendo anch'io la sua agonia,il suo soffocamento acido. Ogni suo tremore del ven-

tre m'aggiornava del suo caos intestino. Le sue gambe tremolanti,a tratti cedevano il loro compito solo perchè, sicure di poter contare sulle mie. Ciò mi toccò talmente da accendere brividi caldi di tenerezza sulla schiena che usciva-no morbidi ma incontenibili dalle mie lab-bra in sulla sua schiena,con una dolcezza quasi paterna. Tutto senza ben capirne il significato. Lei esausta crollò addormentata senza pre-occupazioni; il respiro affannato tendeva ad armonizzarsi in sinfonia, Mentre io supino sul pavimento,rifiutai le coccole di morfeo; per i miei pensieri ansiosi lunghi fino al

mattino, non fosse che già agli albo-ri,come un folletto Clara si svegliò. E Tra imbarazzi nascosti da vuoti discorsi qualunquisti sul quotidiano,tutto si sciol-se in un saluto più che em-blematico della mia vita <<CI SI VEDE QUANDO CI SI VEDE>>

TOZ

Alla proposta della gentil ghisleriana di

dormire sul letto

...E IL TOZ DISSE...

“Ma no tranquilla... Io per terra ci dormo

tutti i mercoledì!”

Party

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Ai conigli ladri di trofei. Nonostante il Fraccaro continui a collezionare coppe su coppe, resta aperto l’invito agli igno-ti saccheggiatori di teche a palesare la propria identità e le proprie intenzioni circa il trofeo di pallavolo dell’anno 2007/2008, ovvero (in parole semplici e alla portata di tutti): SFIDATECI A QUALCOSA – QUALUNQUE COSA – PER IL RISCATTO DELLA NOSTRA COPPA. VI ATTENDIAMO CON IMPAZIENZA

LE SCUSE DI VDC Lo scorso numero (93) e questo (94) escono solo in formato A4 e non nel solito tascabile per gli abbonati a causa dell’esaurimento del toner Ci scusiamo con gli abbonati, e ancora di più pre-gheremmo tutti di lasciare le copie in sala comu-ne a disposizione di tutti, altrimenti finisce che ci sarà gente che non avrà nemmeno la possibilità di leggerlo… GRAZIE!

L’ARMADIETTO DI VDC Siccome la mamma dei cretini è sempre incinta, ci ritroviamo ancora con questo problema: con qualcuno che, invece che chiedere normalmente per ottenere tranquillamente, pensa bene di di-struggere il nostro armadietto in Sala Carte Nau-tiche. Dopo innumerevoli discussioni si è arrivati ad ottenere l’aggiustamento della serratura coi soldi del deposito cauzionale, e l’aggiunta di un ulteriore lucchetto. In monito rimane sempre quello: BASTA CHIEDERE!!!!

Rispondono alle domande di Toz ed Elia: Giulia Russo, Antonella Pepe, Isabella Bossolino. Qual è il nome ufficiale della vostra festa? Kitsch and chic. Come è nata l’idea della festa? E’ un e-vento tradizionale? E’ una festa matricola-re (tradizionale). Chi sono i principali organizzatori? Le matricole. Come mai si usa il sistema degli inviti personali? Per avere più responsabilità. Il collegio impone un numero limitato. E’ vero che esiste una tregua tra voi e il Bor-romeo durante le feste? Si, è vero. Come gestite la festa per quanto riguarda ruoli e organizzazione? C’è la prevendita dei biglietti e la lista della spesa, le matricole si dividono in gruppi per svolgere queste man-sioni. Come utilizzate il ricavato della festa? Abbia-mo un introito di circa mille euro, per andare in pari con le spese anche gli interni pagano.

Un aneddoto particolarmente divertente delle ultime edizioni? Una ragazza ha quasi rischia-to la vita… Perché uno studente dovrebbe essere interes-sato alla vostra festa? Date tre motivazioni. Si beve, ci si diverte, c’è gente ed è economica. Spiegate bene una volta per tutte quante fe-ste fa il Ghislieri in un anno e in cosa si diffe-renziano. Le feste sono cinque e si differen-ziano principalmente per il tema. Tre sono

aperte agli esterni e sono organizzate rispettivamente da matricole, fagioli e terzi anni. Le altre due feste hanno utenza interna e l’organizzazione uffi-ciale del collegio, sono la festa dei lau-reandi e la festa di San Pio. Fareste entrare un tipo che si presenta da voi in toga e senza biglietto? No… (vedi didascalia della foto NdR) I borromaici reggono l’alcol? No, oltre a non reggere l’alcol vomitano in giro… Tre cose da fare e tre da non fare alla festa del Ghislieri. Da fare: vestirsi a

tema, sfondarsi d’alcol, provarci con tutte le bruniane. Da non fare: sboccare in cortile, sboccare sui divani, pisciare nel cortile in-terno. Quale festa collegiale si avvicina di più alla vostra? Quella del collegio Nuovo. Perché c’è rivalità tra nuovine e ghislieriani. A quale festa un ghislieriano non dovrebbe mai partecipare? Vedi risposta precedente

INCHIESTA SULLE FESTE COLLEGIALI: GHISLIERI

Isabella (quella sulla destra): “E tu come diavolo hai fatto ad entrare?” “Io sono il Toz. Limoniamo :-) ?“ (vedi risposta numero 12)

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Il Borromeo a caccia Gentili colleghi Fraccarotti, è sempre un piacere per me poter scrivere alla vostra redazione. Questa volta l'argomento di cui intendo scrivere mi sta particolarmente a cuore, quindi vi prego di comprendermi se in certi punti potrei risultare fastidiosamente infervorato. Come noi tutti sappiamo, martedì scorso si è tenu-ta la seconda edizione della Caccia al Tesoro Inter-collegiale, grande intuizione dei colleghi del Colle-gio Spallanzani e, quest'anno, organizzata su inizia-tiva delle colleghe del Collegio Castiglioni-Brugnatelli. Il resoconto dell'evento lo avete già fatto. Ciò che vorrei fare oggi è scrivere da un punto di vista Borromaico, per quanto mediato dal mio personale. Devo premettere che si è tratta-to, per me, di uno degli eventi più importanti ed emozionanti da quando, quasi tre anni or sono, sono passato per la prima volta sotto le fauci (il maschero-ne sovrastante il portone del nostro Almo Collegio Borromeo). Come probabilmente il mio fisico tradisce, non sono mai stato un grande amante di sport di alcun genere e ho sempre preferito una buona giornata di ozio a un pomeriggio di attività fisica. Tuttavia il nostro amato Decano ha reputato opportuno affidare a me la guida della squadra matricolare e così, al mio esordio in veste di rappresentate Borromaico, martedì scorso ho urlato, incitato, insultato e corso fino a limiti che non credevo di poter raggiungere, e anche oltre. Abbiamo corso tanto, probabilmente più di quasi tutti (non abbiamo saltato una singola prova), e verso la fine c'è stato il cedimento fisico generale: tre crampi e una mezza storta (io ero un crampo e una mezza storta). Inevitabile, se consideriamo che la quasi totalità di noi non faceva attività fisica minima almeno dai tempi del culo istituzionale. Inevitabile ma non fatale per lo spirito. Sono tre anni che vedo matricole flettersi, strisciare, urlare contro il Nemico (e contro di noi) e fare di tutto per meritare una appartenenza che molti, prima di entrare, si vergognerebbero anche solo di appog-giare (ah, l'idealismo liceale, quando si crede anco-ra nei diritti umani), ma alla Caccia al Tesoro ho visto altro. Ho visto dei Collegiali (per quanto ma-tricole) dare tutto ciò che avevano (e anche di più) per qualcosa che va oltre la semplice competizio-ne. Ho visto dei ragazzini, tutti sotto i vent'anni, continuare a muovere gambe, ormai rigide per la stanchezza, solo perché era stato detto loro che questo era ciò che dovevano fare per il loro Colle-gio. Si sono divertiti, certo, ma hanno sofferto co-me ho sofferto io e come ha sofferto chiunque non ha mai rallentato volontariamente il passo per quattro ore e mezza. Devo ringraziarli tutti, dal primo all'ultimo, per le emozioni che mi hanno regalato. Devo ringraziare il gruppo di testa, composto da mai più di tre perso-ne, perennemente da richiamare all'ordine per evitare di incorrere in sanzioni per la separazione della squadra ma costante sprone, per tutti, a inse-guire e fare meglio di quanto si stesse facendo.

Devo ringraziare quella bestia infame di Goggia, pericoloso come pochi nel trasportare lo stendardo/lancia, ma sempre con me a correre su e giù, lungo la colonna Borromaica, cercando di tenere unito il gruppo, e partorendo, a volte, frasi alla Frank Miller (una su tutte: "Nonno, lo sai che, se potessi, correrei anche per loro!"). Devo ringra-ziare Polini per essere intervenuto immediatamen-te sul mio crampo a due prove dalla fine, consen-tendomi di finire la gara senza eccessive sofferenze e, al tempo stesso, ricordandomi quanto inutile sia stato conseguire il diploma di soccorritore da sedi-cenne. Devo ringraziare Pennacchio, mio compagno di crampo, il quale, coricato pochi metri dietro di me, vedendomi arrivare è riuscito a partorire un geniale "sei venuto ad eliminarmi?", salvo rimetter-si in piedi nel giro di pochi secondi e, in meno di un minuto, riprendere a correre. Devo ringraziare Grosso per il militaresco ed eroico silenzio che ha accompagnato l'espressione di sofferenza marchia-ta a fuoco sul suo ignobile volto per la quasi totali-

tà della gara. Devo ringraziare chi ha pensato all'ammutina-mento, e anche su questo non sono ironico: se nessuno mi avesse odiato avrei avuto la certezza di non aver fatto il mio lavoro. Devo ringraziare tutti quelli che non ho citato personalmente perché nessuno può dire che abbiano fatto meno degli altri. Tutti loro mi hanno insegnato qualcosa su quel senso di Col-legialità che, noi in Borromeo,

proviamo a trasmettere fin dal primo giorno a ogni singola matricola e per questo saprò ricompensarli a dovere. Gli errori, perché ce ne sono stati tanti (soprattutto prima dell'inizio della gara), sono a me imputabili e, di certo, non a loro. Di più dubito che potessero fare. Per questo motivo mi scuso con il nostro Almo Decano, Thomas "Natalino" Galasso, e con quanti avevano creduto in un risultato migliore: la responsabilità è mia. Inoltre, dal momento che quanto è stato ottenuto è stato ottenuto da quei quindici disgraziati, non reputerei giusto considera-re conclusa l'esperienza finché non mi sarò sdebi-tato con loro. Questo è il motivo per cui la targa è rimasta "parcheggiata" in camera mia fino ad ora: non verrà esposta finché non potrò dire di aver reso onore al mio impegno nei loro confronti. Quanto scritto fino ad ora potrebbe tradire un sentimen-talismo che, in tutta franchez-za, non mi è proprio e questo è il motivo per cui ora sono costretto a recuperare in og-gettività, procedendo ad un'a-nalisi più concreta di certi aspetti dell'evento. Innanzitutto devo dire che non è mia intenzione conte-stare il nostro piazzamento: le regole erano quelle per tutti e, evidentemente, in base al regolamento quella è la posi-zione che ci spettava. Ad ogni modo non posso fare a meno di notare una cosa: il regolamento conteneva un bug non indifferente. Conside-rando che buona parte dei

punti veniva assegnata in base all'ordine di con-clusione del percorso, risulta quantomeno curio-so notare che una prova non sostenuta avesse lo stesso valore di una prova non superata. Non c'è bisogno di un genio per capire che, facendosi due conti, certe prove conviene nettamente saltarle. Non è mia intenzione recriminare dal momento che anch'io ho fatto parte del Comita-to Organizzativo nelle sue prime fasi (e, comun-que, dopo abbiamo continuato ad essere rappre-sentati) e che, di conseguenza, non ci sarebbe stato impossibile far notare il problema: sempli-cemente, credo, abbiamo dato per scontato che il regolamento fosse sufficientemente chiaro in merito alla obbligatorietà di ogni prova e non abbiamo reputato necessario renderlo esplicito. In secondo luogo, ho avuto modo di osservare che un elemento in grado di fare la differenza è anche l'eliminabilità dei propri membri. Fino a metà gara la nostra squadra è stata perenne-mente attaccata al culo della corazzata Fracca-rotta (loro uscivano da Aula '400 e noi entrava-mo) ma, nel corso della seconda metà, i meno allenati (e quelli che avevano sostenuto più duramente certe prove) hanno iniziato a rallen-tare. Mi sembra sufficientemente chiaro che, essendo la separazione della squadra sanziona-ta, di fatto siano i più lenti a stabilire il passo dell'intera squadra, rendendo quindi convenien-te l'eliminazione di certi elementi. Data l'idea che mi ero fatto della competizione cui stavamo partecipando, mi sono rifiutato di allontanare gli elementi più provati, preferendo lo spirito di corpo all'efficienza della squadra e, di fatto, condannando il nostro Collegio al sesto (o quin-to, che dir si voglia) posto. In tutta onestà non me la sento di dire che rimpiango questa scelta: sì, mi aspettavo un risultato migliore (e, come me, molti altri dei nostri), ma non sarei stato coerente con me stesso se avessi buttato fuori proprio quegli elementi che, in base a ciò che ho espresso prima, stavano dando un senso all'inte-ra partecipazione della squadra. Infine vorrei toccare un argomento poco piacevo-le: il S. Agostino. Ritengo necessario fare una premessa: quello che vado a esprimere è, come sempre, il mio parere strettamente personale. S. Agostino sballo divino, dicono. Io, di quel collegio, direi ben altro ma, in tutta franchezza, non mi va di affrontare una simile caduta di stile. Avete presente quei bambini molto soli che, alle elementari, per combattere il loro senso di ina-

Esempio di mqm stremata

La squadra di Don Maggi

Caccia

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deguatezza, tirano i capelli alle compagne e gettano nel fango gli altri bambini? Esempio banale ma, a mio parere, tragicamente appro-priato. Sarà un caso che del S. Agostino si parla sempre e solo in seguito a qualche loro bravata e che, nono-stante ciò, molti continuino a ignorare la esatta locazio-ne di questo collegio? Non posso parlare per gli altri Collegiali ma io, perso-nalmente sono stanco. Stanco di stare a guardare le bravate di una legione di incivili (chiedo scusa a quei Collegiali del S. Agostino che non hanno mai preso parte alle attività da vandali dei loro colleghi più tristi). Stanco di ribadire che noi non vogliamo una rivalità con loro. Stanco di replicare alle loro vuote provocazioni o, come sarebbe meglio, di ignorarle. Stanco di dovermi sentir dire dalle mie matricole che, mentre ero stato convocato in Aula '400, uno di quei simpatici burloni aveva provato a dar fuoco al nostro stendardo (ci tengo a specifi-carlo: la pax era ancora vigente). Sono stanco di loro e del loro atteggiamento profondamente im-maturo, quando non direttamente infantile. Alla premiazione mi hanno accusato di "parlare solo quando in mezzo agli altri". Mi chiedo cosa questo possa voler dire. Intendevano forse minacciarmi? Io sono una persona civile e preferisco la dialettica alle mani e, se è lo scontro fisico che cercano, colgo l'occasione per deluderli: le nostre matricole, così come tutti quelli con meno bolli di me, hanno ordine tassativo di ignorare e di non alzare un dito. Quello che non posso fare a meno di chiedermi è perché non ci si possa aspettare un comportamen-to altrettanto maturo da ragazzi della nostra stessa età e, più o meno, inseriti nel medesimo contesto social-collegiale qua a Pavia. Non mi sono mai piaciute le distinzioni Collegi di merito-ISU: ho sempre creduto che, finché vengono condivisi de-terminati valori, si ha pari dignità. Da quello che ho avuto modo di vedere, il S. Agostino dimostra ogni giorno di più di volersi allontanare da questi valori. Hanno un'idea diversa di collegialità? Benissimo, la seguano. La seguano con chi la condivide ma non si aspettino di imporla ad altri. La Residenza Golgi non è nemmeno collegio, eppure partecipa a tutte le manifestazioni collegiali, meritandosi tale parte-cipazione e dimostrando ogni volta (nel bene e nel male) di avere uno spirito di corpo superiore a certi altri collegi propriamente detti. Questo, a mio avviso, è molto significativo nell'individuazione dei criteri distintivi della Collegialità, requisito fonda-

mentale, da quel che mi risulta, per ogni manife-stazione intercollegiale. Avanzare proposte in questo campo non è di certo il mio ruolo ma non posso fare a meno di manifestare la mia preoccupazione relativa-mente alla svalutazione delle attività intercolle-giali cui dovessero con-tinuare a partecipare certi elementi. Detto ciò, chiudo la polemica.

Vorrei concludere facendo una considerazione, per come la vedo io, fondamentale per comprendere il nostro Almo Collegio in questo preciso momento storico. La decisione di non partecipare alla prima edizione della Caccia al Tesoro fu presa, l'anno scorso, da certi quint'anni, esponenti di una men-talità collegiale che, al di là di ogni valutazione di merito, poggiava su basi ideologiche diverse dalle nostre. Ora quell'annata non c'è più, eccezion fatta per il nostro stimatissimo Decano, al quale riconosco il grandis-simo merito di aver mostrato grande umiltà nel darmi carta bianca relativamente all'ade-sione alla seconda edizione. In fase preparatoria, inoltre, non mi sono scontrato con nessuno dei muri che avevo già messo in conto: le reazio-ni andavano dall'entusiasmo all'indifferenza, passando dal semplice interesse. Questo, secondo me, è fondamentale: la popolazione Borromaica, per come la vedo io, ha final-mente dimostrato di aver messo da parte i pregiudizi accumulati negli anni e, so-prattutto, di aver abbandona-to la formula "è una cosa da ISU". Per molti di voi questo non significherà molto ma per me, e per molti altri qua den-tro, questo vale più della stessa Caccia al Tesoro. So di essermi dilungato troppo ma vorrei fare dei ringraziamenti speciali: - al Don Bosco, per la simpatia dimostrata (tanto in Comitato quanto alla prova quanto in tifoseria) e

per il grandissimo esempio di umiltà che dovreb-be dare da riflettere a tutti, soprattutto ai grandi Collegi, partendo dal poco Humile Borromeo e passando dal poco umile Fraccaro; - a Ferri, Spalluto, Milanesi, Savini, Bernardini, Erba, Fezzardi, Castagna, Castellana, Polini, Be-cherucci, Conte (anche se, suo malgrado, assen-te), Pelizzari, Grosso, Pennacchio e Goggia, per avermi accettato e sostenuto (tra alti e bassi) nonostante la mia totale inesperienza e, soprat-tutto, per aver sbagliato la domanda sui sette nani (con due Brontoli e uno Sdrucciolo), piaz-zandoci, di fatto, al primo posto (parimerito con il Don Bosco) nella classifica morale; - a Livia, Deantoni e Putoto, per lo sbatti assurdo che si son presi (Putoto un po' meno, vero schi-fosissimo figlio degenere?) in Comitato; - alle Castiglioncelle che, nonostante le strane convinzioni circa le dinamiche democratiche, si sono prese lo sbatti principale in tutta questa storia e, mi è dispiaciuto constatarlo, non si sono viste riconoscere nemmeno questo merito; - ai due fagioli dello Spallanzani, distintisi per correttezza, disponibilità e simpatia;

- a certe Nuovine, che farebbero bene a impara-re che non è mai saggio prendere troppo sul serio certe mie battute, che altrimenti finisce che sono costretto ad attuar-le veramente, citando l'eroismo di affrontare senza cuffietta una vasca piena d'acqua, riuscendo anche, in qualche modo, a farsi male al polso; - ai Fraccarotti, per aver-ci fatto sognare un nuo-vo scontro diretto con loro per il podio per almeno metà gara e, non ultimo, per averci garan-tito un'accoglienza di tutto rispetto presso il loro Collegio, durante la prova; - nuovamente alle mie matricole, per la enorme soddisfazione datami con l'immediata risoluzione della "Ruota della Fortu-

na" delle Papere.

A presto. Italo "il Nonno" Scalia

Longobeach si laurea

Carissimi amici collegiali ed ex, dopo gli ultimi mesi di intenso studio, sono contento di annunciarvi che fi-nalmente mi laureo. La data e l’ora non è ancora stata fissata comunque è il 15 o 16 Aprile. Per molti la notizia importante potrebbe essere che è già in progetto un rinfresco-aperitivo in sala comune che, se il nostro eminentissimo Rettore me lo permetterà, sarà seguito da una festicciola con musica dal vivo. Non appena possibile vi comunicherò personalmente o tramite facebook la data ed il responso del Rettore. Per tutti gli eX (anche quelli con cui ho perso i contatti): questa comunicazione vale già come invito, quindi chiunque voglia venire si tenga informato.

Delirio in aula del ‘400

L’autore dell’articolo, l’anziano che ha guidato la squadra del Borromeo e vicitore del premio come “miglior accompagnatore” indetto dalla ormai mitica divina alessia (a pecorina).

Caccia

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A Uzzino. Caro Uzzino, aiutami! Non ne posso più, mi assillano continuamente: mi sento seguito, anzi, so per certo che è così, e so pure che la colpa è tua: cercano me per arrivare a te, così ben protetto dai tuoi scagnozzi. L’Organizzazione è potente, molto potente: è riuscita perfino a infiltrare due spie in casa mia; girando per il collegio, spesso vedo un tale mai visto, mi dicono si chiami Carlo, e mi guarda, col suo sguardo, oddio! E Mason non è più lui, mi guarda con più disprezzo del solito, sembra che si aspetti qualcosa da me, e so cos’è quel qualcosa, e tu c’entri. E non farmi ricordare Il Pazzo: sai cosa significa in-contrarlo dietro un angolo? E cercare di capire i suoi silenzi? E sentire i suoi occhi che ti se-guono mentre ti allontani? Non proferisce parola, e dice più di quanto io possa capire… Uzzino: sono io!!! Aiutami!!! Non pretendo che tu ti possa ricordare di me, del nostro passa-to, ma nell’ultima settimana della tua vita io ho avuto una parte significativa: ero io a te-nerti per mano quando, impaurito, ti appre-stavi a salire sull’aeroplano, quello strano marchingegno che si diceva potesse volare, e, insieme, scoprimmo che era proprio così; e quando, al ritorno, ormai vissuta la tua prima volta, hai provato ad affrontare da solo l’avventura, io ti ho svegliato per mostrarti la meraviglia delle Alpi innevate che partivano sotto di noi e si prolungavano all’orizzonte, e le forme del lago di Como, di Lugano e d’Iseo, ed ero sempre io quello che si lamentava di non aver visto l’unico, vero lago. Ero io colui col quale hai dormito la tua prima notte in terra straniera, quando, ignari, scoprimmo essere così rumorosi le pareti di quella casa,

o meglio, Ronfolivo. Ero io che, per strada, ti tenevo compagnia e ti consolavo mentre Map-polivo cercava la via più lunga, più difficile, più impervia, per arrivare alle nostre migliaia di destinazioni. Io che seguivo i tuoi deliri artistici. Io che alla tua poesia dicevo “A me non piace”. Io che mi chiedevi “Fammi legge-re” e ti rispondevo “No”. Io che ti mostravo i silenzi di quel parco. Io che ti dissi “Voglio un gelato” e così perdemmo il treno, l’ultimo (ah no, era la settimana prima). Io colui che ti ha impedito, tuo malgrado, di ingerire litri di quel seppur buono vino francese e di mole-stare così le tue care francesine. Io che ti ho detto che quella non era la tua cara Cammel-la, ma solo una povera dromedaria. Io che ti ho prestato “Les fleur du mal”. Io colui che ha comprato “Ok computer”; e Rimbaud in fran-cese, io che il francese non lo so, ma tu hai capito, un po’ come per “On the Road”. C’ero io a mezzo metro da te, in silenzio, mentre sulla Sua tomba una lacrima cercava la via per uscire dai tuoi occhi, ma tu, uomo, la fermasti; il tutto mentre Fotolivo cercava la sua foto artistica. Io quello su cui vuoi fare la tua tesi di laurea (triennale, specialistica e di dottorato). Io che la sera ti dicevo “Facciamo così” e tu “No”, e alla fine, il giorno dopo, avevo ragio-ne io… Io che ti ho tradotto “Ti ha chiesto perché”, e sempre io che tutt’ora sono convinto di non aver sbagliato. Io che, unico, capivo la bellezza del tuo accento francese. Io che quando per strada mi dice-vi “Guarda”, cercavo qual-cosa di bello da vedere,

ma tu volevi mostrarmi a chi era intitolata la via. Io che, come te, alla fine il concerto Jazz non l’ho visto, e neppure Rodriguez-Lopez, ma i “TV Guests” sì, e alla fine non è stata poi così male, anzi. Io che, nonostante i chilometri macinato, alla fine sono ingras-sato, e ho mangiato bene. Io che ho diviso con te una cena alla Rotisserie. Io che, co-me te, ho ancora i vestiti impregnati della puzza di fritto della “Terra del Fuoco”. Io che alla fine ti ho sentito dire “Facciamo come cazzo volete” e siamo finiti da Char-les. Io che come te, e come chiunque altro, non riuscivo a capire Porcolivo, e le sue Mappe Mentali. Io che ho detto a Savini, a cena, che la sua AglioOlioPeperoncino era meglio della tua. Io ero quello a cui, al Lou-vre e a l’Orsay, chiedevi “Mi presti la mac-china fotografica?”. Io che con te ho visto quanto in basso sia caduta la Chiesa a Montmarte. Io che con te ho visto i Boule-vard spaziosi e le Rue anguste, il Louvre e la casa di Savini, il parco di Versailles e le pozzanghere per strada, la torre Eiffel e la cantina della festa ebraica, la cupezza di Notre Dame e l’esplosione di colori delle sue vetrate; io che con te ho viaggiato con

la metropolitana e con l’aereo. Io, Uzzino, IO!!! Quindi, ti prego, se non per me, almeno per quello che abbia-mo vissuto insieme, ridammi la mia liber-tà, e SCRIVI ‘STO CA...O DI ARTICOLO SU PARI-GI!!!!!!!!!!!!!!!!

I--o

Parigi che aspetti Stazione di Porte Maillot ore 10:00: Occhi stan-chi, cervello pesante... allegre impressioni. Penso a cosa ci faccio qui, mi ritornano in mente ricordi del giorno prima, o del giorno stesso... è difficile concepire uno stacco se passi la notte in bianco: Vino rosso, tanto... Splendid stramazzato a terra, la valigia di Montolivo, la pagnotta di Idro... Nadal che sbaglia strada all'uscita di Pavia. Ora eccomi qui a Porte Maillot alle 10:00 in punto. Una guida, una cartina, degli autobus sul ciglio del parcheggio... toh, ecco Savini. Penso di non farcela, barcollo, fatico nei discorsi... sono stremato. Ed è qui che a volte, mentre meno te lo aspetti, cambia tutto... un timido sole m'incoraggia, mi da una pacca sulla spal-la: cazzo, sono a Parigi! Parigi... è da una vita...

Parigi... l'ho sempre sogna-ta e adesso l'ho trovata. Una strana sensazione mi pervade, ma la conosco, è quasi un deja vù... una cosa magari che ho sem-pre avuto, e a volte s'ad-dormenta... un ricordo infantile. Ci penso su, quando la metro scorre veloce, e alla fine mi accorgo che è pura e semplice curiosità. Succede sempre, penso a tutti, quando stacchi qualcosa e riattacchi un'altra... la scoperta del nuovo mi fa tremare le gambe. Arriviamo in centro, tra la Sorbonne e les Jardins du Luxembourg, dietro l'ombra del Panthéon. Mi fermo un attimo ed è come se uno spirito mi avesse posseduto: Qui al centro di Parigi... un immenso puzzle d'insen-sati colori. Ora è tutto piatto, tutto chiaro,

scorre liscio come l'olio... si cam-mina e per un attimo penso di averlo sempre voluto. Cammino e osservo, guardo, a volte atten-tamente altre no, di sfuggita ma mai di fretta. Parla poco perchè è difficile, non riesco a farlo seria-mente. Rue, Place, Boulevard, Avenue... si cammina. L'asfalto è

come se prendesse fuoco, brucia i piedi, ma una volta che hai fatto i calli continui e non lo senti più. L'aria è intensa, non ne conosci i colori, non ne conosci gli odori,

ne sei affascinato, percepisci la novità. Allo-ra ti rincuori... cammini e vai. Seguo strade scoscese, fatico nelle ripide viuzze. Mi per-do così e mi piace. Mi ritrovo in un fiume di gente nell'immensa Boulevard, conto i ne-gozi e le vetrine, annuso il gas delle inse-gne al neon. Ma lì, dove finisce il cemento, enormi parchi al tramonto, giochi di luce, bizzarre armonie, quadri impressionisti che qualcuno ha già dipinto. Osservo e cammi-no e mi sento sfinito. Tutto mi sfinisce, e allora mi riposo, un ristoro inatteso, impre-visto ma meritato. Me lo gusto pienamente e ha un altro sapore, diverso da tutti gli altri. Seduto guardo le punte delle mie scar-pe, le accarezzo un po', sorrido e penso che questo è solo il primo giorno... e Parigi mi aspetta. ps. Dedicato a quel Frociazzo di Idro!

Dario Maragliano

Francesì

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Strane storie mettono a repentaglio la reputa-zione del kebab… pura invenzione o verità? Avviandoci alla conclusione di questa rubrica, vedremo (non di svelare, ma) di indagare l’arcano.

Parte V – Kebab = Spazzatura? Quest’ultimo aneddoto (vedi “La salsa dei sette semi”, VdC n. 93) rende benissimo la carenza d’immagine da cui è affetto il panino girevole; rappresenta la prova evidente che molte persone sono disposte a credere a qua-

lunque leggenda sul suo conto… Per quale ragione ciò accade? Che la leggenda metropo-litana nasca dalla gente, è risaputo: si tratta, secondo l’antropologia moderna, di una narra-zione di fantasia che veicola un timore diffu-so. Io stesso, che sia a Genova sia a Pavia sono stato toccato da queste voci sul kebab, ho avuto chiaro che si trattasse di

un’invenzione; tuttavia, in questo caso, la diffidenza per la specialità gastro-nomica turca si materializ-za in una storia talmente gra-ve, da destare sospetti. La teoria delle leggende metropolitane può svelare il loro modo di circolare; ma dubbia resta la genesi, che in questo caso sembra da ascri-versi, piuttosto che alla “diffidenza della gen-te”, all’aspra concorrenza di qualche grande catena di ristorazione fast-food. « Pensateci un attimo: credete davvero che sette Turchi, come nelle peggiori barzellette, possano met-tersi d’accordo per andare a eiaculare nella salsa del kebab? » sbotta indispettito Emre Pinar, proprietario di döner in Svizzera e ani-matore del blog Kebabgeneration. La diffusio-ne di questo mito cela un’opinione purtroppo generalizzata sul kebab: la scarsa pulizia, per l’appunto. Secondo Jean-Pierre Poulain, socio-logo dell’alimentazione, la pessima reputazio-ne è dovuta sia « a una dimensione scientifi-ca oggettiva che a un insieme di pregiudizi culturali. Il senso di pulito e sporco variano in base alle diverse culture, senza che questo sia direttamente collegato a un rischio sanita-rio effettivo. » I luoghi che vendono kebab si fanno spesso riprendere nei controlli sanitari per svariati motivi (congelazione errata, trac-ciabilità dubbia, olio per friggere riutilizzato troppe volte, stoccaggio a terra): tutto ciò, lungi dal dover essere tollerato, non fa che alimentare certe credenze; mentre questi po-sti, secondo i rapporti stilati, non sembrano più sporchi di altri locali che propongono cibi da asporto. Del resto, a discolpa del döner, giova la considerazione di buon senso di M. Hadjiat: « In questo genere di ristoranti la cucina è sempre a vista, caratteristica non comune in Italia, per cui certe eventuali man-canze balzerebbero immediatamente all’occhio. ». Alla prossima.

Ke - Kebab a cura di Giorgio Montolivo

"...i luoghi che vendono kebab si fanno spesso riprendere nei controlli sanitari per svariati motivi, da cui nascono assurde leggende..." AVVISI TEATRALI

• 03-04 aprile Fraschini:

“Pensaci, Giacomino!”, 3 biglietti

• 07 aprile Fraschini: “Angela Finocchiaro”, 4

biglietti • 17-18 aprile Motoperpe-

tuo: “A ciascuna la sua fatica è sacra”, 1 biglietto

• 28-29 aprile Fraschini: “Angels in America”, 4 bi-

glietti

Per domande o prenotazioni rivolgersi a Violenza, camera

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Perché un uomo e una donna non sono mai d’accordo se una cosa è bella o

brutta?

Ci avete mai fatto caso? Scena tipica: a spasso per via Garibaldi, mano per mano con la tua bella.. ad un tratto lei si ferma davanti ad una vetrina ed esclama “Che bella maglia!!”. Tu annuisci distratta-mente.. Lei si ferma, ti guarda severo, e dice “Ma non trovi che sia bellissima?”. Fregato. Con voce timida rispondi: “Mah, veramen-te..non mi piace molto..”. A questo punto ti sgriderà perché non hai stile, perchè ti piac-ciono solo cose tamarre, perché non sai di-stinguere le cose belle da quelle brutte.. Ed è proprio così: Il concetto di "bello" è ge-

I PERCHÉ DEL SOMA neralmente soggettivo, ma anche molto diverso tra uomini e donne. In particolare la donna per decidere se una cosa è bella o brutta utilizza più cervello rispetto all’uomo. Infatti, una recente ri-cerca effettuata sul cer-vello (fatta dal un team internazionale di scien-ziati!!) è riuscita a dimo-strare che la vista di opere d’arte, di paesaggi piacevoli e, più in gene-rale, di "cose belle" atti-va, in maschi e femmi-ne, zone diverse del cervello.

Grazie alla magnetoence-falografia (un esame che permette di rilevare l’attività elettrica delle sinapsi) si è scoperto che, mentre nelle donne la vista di immagini "belle" attiva entrambe le aree parietali, nell’uomo accende solo il lato de-stro della corteccia cere-brale. In parole povere, usiamo meno cervello. Mi dispiace quindi, ma ha ragione lei: quella maglia era davvero bel-la… Alla prossima!

PROVE DEL CORO Giovedì ore 18.30

Camera 13

Per tutti i cantanti: su Plinio, il maestro Valeriano ha creato

una cartella “CORO” contenen-te le tracce audio dei brani da studiare in modo da facilitare il

lavoro di tutti.

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Visto che ormai tra le nostre belle mura il Poker sportivo è largamente diffuso e avvici-nandosi il primo torneo di Poker del Fraccaro, noi di VdC abbiamo deciso di intervista qual-cuno che del Poker ha fatto un lavoro. Presentati ai lettori di Voci di Corridoio. Ciao mi chiamo Stephane, ho 25 anni, in internet gioco col lo pseudonimo di M3nte e faccio il giocatore professionista oramai da 6 mesi circa. Narraci velocemente la tua esperienza po-keristica fino ad oggi. Ho cominciato a giocare a poker circa 3 anni fa con gli amici. Sono poi approdato al gioco

o n l i n e circa 2 anni fa q u a n d o v e r s a i per la p r i m a v o l t a qua l che euro su una po-ker room insieme a un mio a m i c o . Da quel

momento la passione e' cresciuta sempre di più ho migliorato il mio gioco studiando video

libri forums e giocando sempre di più. Nell'ultimo anno ho affrontato il gioco in una maniera sempre più professionale e ho cominciato ad ottenere i primi risultati (vincite). Ad ora mi mantengo grazie al poker e posso permettermi anche qualche torneo Live in giro per l'Europa. Perchè il Texan Hold'Em si è diffuso così tanto secon-do te? Beh personalmente penso che sia un gioco affascinan-te. Un mix di abilità e fortu-na che provoca molta ecci-tazione da parte di chi lo gioca! Il marketing effettua-to negli ultimi mesi dalle maggiori poker room ha sicuramente contribuito Pro e contro del giocare online. Da giocatore prettamente Online prediligo nettamente questa tipologia di gioco. Si puo' giocare in ogni momento della giornata in qualsiasi posto tu preferisca, connessione permettendo, e infine il gioco e' estremamen-te piu' veloce; cio' permette di massimizzare le proprie vincite. Beh online non si vivono le stesse emozioni che si possono vivere giocan-do live, si gioca sempre da soli non si e' mai a contatto con altra gente. Il bello del live e'

questo. Raccontaci la tua mano più bella. Ho giocato così tante mani che e' difficile scegliere, ma sicuramente una che mi ha dato tante emozioni e' stata quella con cui

ho vinto il mio primo piatto al cam-pionato italiano pro a Sanremo. Era appena scattata la pausa cena e quasi tutti i giocatori al tavolo si erano alzati. Io ricevo come mano iniziale AA, rilancio e ricevo un call da un avversario con 67. Riuscii a portarmi a casa il piatto con non poca fatica visto che il mio avversa-rio si intestardì non poco nel tentati-vo di bluffare un punto che non ave-va. Per fortuna i miei due assi resse-ro e portai a casa il primo grosso piatto del torneo!!

Per concludere, dai un consiglio pre-zioso a tutti i lettori amanti del po-

ker che leggono VdC. Beh se volete intraprendere questa carriera non pensate di poter arrivare così facilmen-te in alto e vincere soldi senza fatica. Il poker e' un gioco che richiede abilità, serie-tà e soprattutto pazienza. Se credete di possedere queste qualità allora vale sicura-mente la pena tentare Grazie Ste, ti voglio bene! Anche io. Violenza

LE INTERVISTE DI VDC - POKERISTA

Ecco Stephane al Campio-nato PRO Sanremo.

Qui sopra le statistiche di M3nte sul portale Giocodigitale.it… niente male no?

The Poker Fraccaro Challenge “Regole e Informazioni”

Il primo torneo di poker sportivo fraccarotto si terrà in data martedì 28 Aprile. La serata si articolerà in questo modo: Ore 20.45 : L'organizzazione da il benvenuto e intro-duce la serata. Ore 21.00: Inizia il turno di eliminatorie. Ore 23.30: Finisce il turno di eliminatorie e inizia una breve pausa Ore 24.00: Inizio del turno finale. I vincitori dei tavoli eliminatori si sfidano fino all'ul-tima chip. Ad ogni giocatore verrà assegnato un tavolo estratto a sorte, e un ammontare di chip pari a 10 euro con le quali dovrà battere tutti gli astanti presenti al suo tavolo. Chi si aggiudica il tavolo eliminando tutti gli altri giocatori ha diritto di accedere al tavolo finale. Se al termine del tempo fissato per il primo turno, le 23.30, a qual-cuno dei tavoli ancora non fosse emerso un vincitore, il comitato organizzatore deciderà se sospendere la partita, nominando vincitore il chip leader, oppure se prorogare di massimo 15 minuti la partita.Se si proroga per un tavolo, si proroga ovviamente per tutti i restanti tavoli. Terminati i 15 minuti non saranno possibili altre proroghe. Il “buio”, ovvero quell'ammontare di chip che da regolamento, a turno, ogni giocatore pone sul banco prima di aver guardato le carte, aumenta ogni 15 minuti.

I partecipanti sono pregati di presentarsi con il dovuto anticipo, come si conviene per siffatta eccezionale occasione, nella quale classe e stile sono qualità ampiamente apprezzate. Chi può iscriversi?

Solo Fraccarotti ed ex Fraccarotti sono i benvenuti, quindi tu, maialino che stai leggendo, anche in questa occa-

sione, puoi rassegnarti a grufolar nell'aia.

La quota di iscrizione ammonta a 10 EURO, ed è da pagarsi ai responsabili entro giovedì 23 aprile, ore 15.00, pena l'es-

clusione dal torneo. La quota garantirà a tutti i partecipanti il doveroso intrattenimento, da suddividersi tra vivande e femmine, oltre al giusto ri-conoscimento per coloro che si riveler-anno i campioni del Poker Fraccaro Chal-

lenge.

N.B. Non sono previsti rientri, quindi è inutile presentarsi con mille euro in contanti.

Vi aspettiamo numerosi per questa che, siamo certi, sarà una serata memorabile. I Responsabili: - Gamba (Cam.88) 3488251644 - Gotta (Cam 51) 3403573077 - Violetto (Cam.47) 3478340679

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Episodio I - A colazione Sabato mattina regnava solo il silenzio: in ogni appartamento, la penombra prolungava il ristoro dei montanari, non-curanti della lesta aurora che cingeva la casa. Solo la signorina Giorgietta Rottenmeier, acconciata la folta chioma rossa, lesta preparava la colazione per i fortunati ospiti: il profumato ensemble di latte, caffè, tè e croissant (posticci) era niente in confronto alle due torte che il giorno prima la premurosa (e un po’ apprensiva) signorina era andata a procurarsi nella bottega di culto di tutte le signore di Bormio. Episodio II – Adolf e Jules Quel venerdì sera le tavole valtellinesi erano cariche non solo di pizzoccheri e sciat… Vino, vino e ancora vino, ha sfregiato per sempre l’innocenza del giovane Adolf, sfuggito al controllo del suo compagno Gesù, in lacrime. Polo,

dopo aver tediato per tutto il giorno i compagni di terme con frasi fatte di scarsissima efficacia, ha trovato un perfetto emulo (non in Emule, ma) in Jules Savini, che, realiz-zando il miglior brindisi di tutte le matricole, ne ha proposto un’imitazione davvero sensazionale (tenuto conto anche del perenne flemma e della monotonia che affliggo-no la sua voce). Il prevedibile seguito alcolico, per festeggiare la vittoria, si è materia-lizzato nella devastante “gara di vino” contro Cremino, che l’ha visto nuovamente vin-citore, nonostante la difficoltà dello scontro… e la pericolosa ostilità di Adolf, nei con-fronti di chiunque altro bevesse. Episodio III – Il lungo viaggio verso e durante White Plinio Ore 15:30 di giovedì. Tutti pronti per partire: le macchine cariche e incolonnate, ogni autista dotato da Rizzi di istruzioni scritte ed illustrate, sufficienti a un bradipo per arrivare a destinazione in tempo e senza fallo. “E’ semplice - aggiunge-va Michele -: basta non uscire a Milano e proseguire oltre Monza.” Ore 16. “Eh ?! Cosa? Dai, ma dove siete?” Queste le poche parole di Oda che, con un’espressione di incredulo terrore, hanno preceduto la notizia che Genova, insieme all’ilare Polo, lo sconclusionamento di Sacha e l’inerte Savini (e nonostante due Tom-tom), era arrivato in piazza del Duomo a Milano. “Dove devo andare?”… Ed era solo l’inizio. Per molti, che ricordiamo con affetto, il viaggio non è mai finito. Da uno degli appartamenti promanava un inebriante aroma, che si sentiva persino sulle scale. Le scale erano all’aperto.

Segue nel prossimo numero di VdC Monto, Oda e Rizzi

White Plinio Pulp Fiction (1° parte) Pulp

TORNEO INTERCOLLEGIALE DI RUGBY Nella Riunione di ieri in segreteria al C.U.S. si sono definite le linee guida iniziali del progetto di Rugby intercollegiale. Basandosi sulle regole vigenti per i campionati nazionali universitari, che prevedono partite da 7 minuti per tempo con in campo 7 giocatori per squa-dra, si è pensato di creare un girone all’italiana per i collegi maschili e femminili. Saranno tolte per permettere un più facile svolgimen-to di gioco, tutte le rimesse laterali e le mischie ordinate, causa talvolta di infortuni. Saranno programmati 3 allenamenti in data 12 19 26 maggio per i maschi e 11 18 25 maggio per le femmine. In questi 3 allenamenti gli istruttori del C.U.S. Pavia Rugby presenteranno il gioco del rugby permettendo a tutti i neofiti partecipanti di acquisire la tecnica base per lo svolgimento sicuro delle partite. L’idea è di inserire uno sport prettamente universitario, pieno di valori, perché il rugby alla fine scoprirete è una filosofia di vita, all’interno dell’intercollegiale dell’anno prossimo. Quest’anno come fu per il dragon boat l’anno scorso sarà prettamente un torneo conoscitivo per tutti i collegi. Al momento le squadre maschili che hanno intenzione di partecipare sono il Fraccaro, cairoli e ghislieri. Ben più nutrita sembra essere la compagine femminile, con castiglioni, maino, ghislieri, santa caterina, nuovo e cardano che vogliono partecipare a questa competizione. La mia speranza e ovviamente quella di partecipare con almeno due formazioni di questo collegio, più una mista di ex collegiali, per fare una specie di super partita finale all star resto del mondo. Aspetto numerose adesioni, soprattutto da tutti quelli che nella vita per una volta possono e vogliono affermare di avere vissuto rugby.

Marcone

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SAPEVATELO

Soluzione Numero 93: • Intruso: Adam West (Batman) • Logica: Dieci di quadri • Fraccarotto: Sud Sound System (SALENTO), pe-

stelli (FARMACIA), Babbo Natale (RENNE o POLO NORD)

Cari Fraccarotti. Uso il plurale non a ca-so, visto che la scorsa settimana mi avete dato una gran soddisfazione pro-vandoci in tanti. Quindi mando un enor-me grazie a tutti quelli che hanno tenta-to di dar la soluzione, e se fosse per me vi darei uno Squirting Toys a testa. Pur-troppo però il Direttore è cattivo, molto cattivo… quindi son costretto a nominare un solo vincitore… o forse no. Perché ammetto le mie colpe, l’indizio di Babbo Natale era un po’ ambiguo e poteva esser interpretato sia come Polo Nord che come Renne. Anche se, come ha detto Bradpizza, Babbo Natale in realtà viene dalla Lapponia… ma io sono un Redattore magnanimo e così, immolando ai piedi di Mazzon il mio orologio in oro di Mussolini, son riuscito ad ottenere due premi: Franz Pradella (Renna h 12.26) vince il Tinelli in miniatura, men-tre Bidello (Polo h 13.02) vince l’ambitissimo Squirting Toys. Numero nuovo, Sapevatelo nuovo. Sapete cosa fare…

Giochini