VOCE DI BUCCINO 2007/4 (ANNO XIII N. 4)

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ANNO XIIINUM. 4

INVERNO

2007Periodico di Cultura - Tradizioni e Informazione

Poste Italiane SpA, sped. in abb. postal e - D.L. 353/03 (conv. in L. 27/02/04 n. 46) art. 1 DCB - RomaTassa riscossa - Taxe Percue - Roma - Italy Distribuzione gratui ta

tra i buccinesi d’america

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Pag. 2 La Voce di Buccino - Inverno 2007

Editorialedi

AngeloImbrenda

La VOCE di BUCCINOAut. Tribunale di Roma n. 190/95

Direttore resp. - Dino BaldiDirettore

Angelo ImbrendaDirez. - Redaz. - Amm.ne

Via Carolei, 22 - 00173 RomaTel. e Fax 06.72670085

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Stampa: GRG Tipolitografica - Salernomese dicembre 2007

Il giornale si sostiene con il Vostrocontributo volontario:Quota Abb. Annuale euro 10.00C/C postale n. 36456002intestato a:Angelo ImbrendaIl foro competente per ogni controversia èquello di Roma.

La Voce di Buccino grazie al suo nuovoambasciatore ha raggiunto nuovi nostriconnazionali negli States e nel Canada. Ilprologo di questo entusiasmante giro siè avuto a Buccino con la consegna delPremio Buccinese dell’anno. Allapunzonatura del 30 giugno presso l’AulaConsiliare era presente un folto pubblicoche ha potuto finalmente scoprire cosa èl’Associazione Buccinesi nel Mondo e LaVoce che la rappresenta. Una vigilia dellaMadonna ricca di patos e di gioia che soloun Maestro come Mario Chiariello potevacreare. Dopo questo coinvolgenteprologo si erano creati tutti i presuppostiper iniziare il giro vero e proprio verso ilnuovo mondo. Così rifornitosi di fieno peril lungo viaggio l’asino è volato versol’America.New York-Toronto Il tour dell’america si è svolto dal 6 al 26settembre con varie kermesse giornaliereinserite tra due semi tappe nel circuitodel New Jersey. La prima tra i gregoriani ela seconda tra i volceiani d’america.Un’ampia sintesi con foto avrete modo divedere nelle pagine dedicate all’evento.Devo solo parteciparvi la mia commozionequando ho visto il filmato della consegnadell’attestato di benemerenza a MarioChiariello nell’Aula Consiliare di NewArk. Il logo di quella città mi è familiareperché mia madre è nata proprio in quelComune nel lontano 1913.A Toronto in Canada si è conclusa latappa americana di Mario con una grandefesta che ha visto la partecipazione di unnumeroso pubblico di italo-americanioriginari della Ciociaria, delle puglie, dellaLucania, delle calabrie e Sicilia.RomaL’ultima tappa di questo irripetibile 2007si è svolta a Roma l’11 novembre pressoil teatro delle Emozioni nella zonadell’Arco di Travertino. In una uggiosaserata novembrina che ha contribuito adinumidire non solo gli abiti, MarioChiariello ha mostrato il grande cuore dei

nostri connazionali in terra d’America.Mezz’ora di immagini a partiredall’imponente statua della libertà e perfinire con la significativa visita a uncimitero americano (Lodi) dove riposanoi genitori di Costantino Conte l’artefice epromotore del viaggio di Mario.Quest’ultimo nello zoomare sui nomidelle lapidi ha mostrato l’ indiscutibileorigine italiana di questi oscuri eroidimenticati.Ma non tutti dimenticano e io nel miopiccolo non lo farò mai perché sono figlioe nipote di emigranti. Dal mio esilio romanocontinuerò a inviare la Voce di Buccino ingiro per il mondo grazie all’insostituibilecollaborazione del maestro MarioChiariello e ai sussidi per l’editoria comevi vado ad esplicare quì appresso.Un vù cumprà nella castaE’ tempo di caste. Non si parla d’altro. Daquella dei politici a quella dei giornali edell’editoria. Libri sul tema che siesauriscono e che vanno in ristampa. Nonpensavo 15 anni fa di entrare un giornonel salotto buono dell’editoria e diconseguenza far parte anch’io di unacasta che vede nomi il lustri comeMondadori, Rusconi, Espresso-Repubblica, ecc. ecc. Una carrierabrillante. Nemmeno trent’anni di lavoroin un’azienda leader nel mondodell’informatica mi hanno dato tantesoddisfazioni. Finalmente sono entratoanch’io nel gotha della carta stampata.Dopo dieci anni di gavetta, dopo il portaa porta e tanta tentata vendita sonoriuscito a trovare il mio Eldorado. La corsaall’oro è finita. Pepite d’oro sotto formadi contributi sono piovute su la Voce diBuccino perché questo periodico che hofondato è entrato a far parte delle testateche ricevono contributi perché “edite inItalia e diffuse prevalentementeall’estero”. Se nei suoi primi dieci annidi vita La Voce di Buccino è potutacrescere lo si deve alla comprensionedei buccinesi. In particolare a quelli checome me emigrarono da giovani percercare oltre la siepe del proprio paese illavoro e la dignità che può essereconquistata solo con esso. A forza dirinunce, di caparbietà e di sacrifici sonoriuscito a portare avanti un’iniziativa cheper molti sembrava impossibile. Ed ineffetti i momenti di sconforto sono statitanti. Non so come ma sono riuscito asuperare la crisi del settimo anno. Si suoldire che la fame aguzza l’ingegno e cosìho scoperto la possibilità di far entrare

La Voce di Buccino tra le testate che editein Italia vengono diffuse prevalentementeall’estero. Bastava non cercare nuovilettori a Buccino ma tra i compaesaniall’estero. Così la Voce ha puntatodecisamente la prua verso il mare apertoed è salpata verso le americhe. Se nei primianni del novecento erano centinaia ibuccinesi, i gregoriani che approdavanooltre oceano, nei primi anni del duemila èstata la Voce di Buccino a raggiungere ifigli e i nipoti di questi conterraneiemigrati. Grazie ai primi contributi, che mihanno permesso di far fronte alle onerosespese postali , ho potuto ampliare ilnumero di lettori esteri e da pochecentinaia siamo arrivati a oltre un migliaio.Nell’anno di grazia 2007, grazie all’amicoasino che ha attraversato l’oceano, aCostantino e Rosetta Conte che hannocurato l’organizzazione, il sogno di ungemellaggio con i buccinesi USA è oggiuna splendida realtà. I l prossimogemellaggio sarà con i buccinesid’Argentina, anche se idealmente è statogià reso possibile con un intenso scambioepistolare ( e-mail). Se Mario Chiariello èriuscito a coronare il suo sogno didimostrare che anche gli asini sannovolare, il sottoscritto vù cumprà hadimostrato che è possibile crearequalcosa di grande. Basta andare con losguardo oltre la siepe, come ci hainsegnato un grande volceiano, che a meè precluso di nominare.Auguri di Buon Natale e Felice AnnoNuovo ai Buccinesi nel Mondo.

Il giro tra i buccinesi nel mondoin 150 giorni

Il prologo a Buccino

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La Voce di Buccino - Inverno 2007 Pag. 3

DA VELECHA A VOLCEIVèlecha, città fondata dagli Etruschi in Campania,

è la romana Volcei? di Giuseppe Arduino

Sul dominio degli Etruschi in Campaniafa fede il noto passo di Plinio (Nat. Hist.,III, 70): “a Surrentino ad Silarum amnemXXX millia passuum ager Picentinus fuitTuscorum” (l’agro Picentino, per unospazio di trenta miglia, dalla PenisolaSorrentina al corso del fiume Sele, fu inpossesso degli Etruschi). I l celebrenaturalista accenna anche al tempio diGiunone Argiva -il cosiddetto Heraion diFoce Sele- costruito dal mitico Giàsone.Il ritrovamento di iscrizioni etruschearcaiche, databili al V secolo a. C., aPontecagnano e -più vicino a Volcei- aEboli, attesterebbe la loro influenza anchein questa fascia di territorio.Oggi, la critica storica, sulla base deirisultati della ricerca archeologica, èconcorde nell’ammettere che la presenzadegli Etruschi in Campania, non fu dovutasoltanto a rapporti commerciali con lepopolazioni magnogreche e anellenicheivi stanziate, ma debba intendersi comeuna vera e propria colonizzazione,oltretutto confermata dalla tradizionestoriografica antica.Con la fondazione di Capua (etr. capu =falco), avvenuta all’incirca nel 600 a. C.,ha inizio la dominazione etrusca inCampania, conclusasi poi con la calatadegli italici Sanniti intorno al 430 a. C.Non abbiamo motivo di ritenere che irapporti intercorsi fra Greci ed Etruschiin Campania siano stati cordiali, ma ad uncerto momento essi dovettero trovare unmodus vivendi , perché su entrambiincombeva la minaccia dei Sanniti, che,dai monti del Sannio, tendevanoanch’essi ad espandersi verso il mare eche si erano spinti per tempo fino a Nola.Siti etruschi, dislocati nella fasciaterritoriale campana, noti da leggendemonetali e non esattamente localizzati,sono: Uri o Urina, Marcina, Velcha oVèlecha, Irna (Irnthi sulle monete, colsuffisso locativo theta-iota).Marcina, più esattamente Markinna ,ricordata dal geografo Strabone comecolonia dei Tirreni (Tyrrenòn ktìsma),viene ubicata a Vietri sul Mare, raccoltadov’è il moderno abitato e dotata di unottimo approdo, favorevole agli scambicommerciali. V’è anche chi la situa a Cavadei Tirreni o a Fratte di Salerno, dove, inquest’ultima, sin dalla fine del VI secoloa. C., si sviluppò un fiorente centrocommerciale etrusco-campano, attivonella produzione di terrecotte, daidentificare invece con Irna, di cui visarebbe pure un riflesso nel nome delfiume Irno. Uri corrisponderebbe a Nola(nouela = la [città] nuova), rifondata dai

Sanniti con questo nome e oltretuttosaldata in stretto rapporto con la primaper via delle monete, abbastanza simili,emesse dai due centri.Anche Vèlecha è nota soltanto daleggende monetali e, per i topografi delprimo Novecento, sarebbe da ricercare nelterri torio flegreo-cumano. Va anchericordato, che durante la campagna discavi sulla rocca preromana di Satrianodi Lucania, diretti da Ross Holloway neglianni 1966-1967, fu rinvenuta una monetadi bronzo (aes grave) di Vèlecha, avente,sul diri t to, una testa viri le raggiata(Helios) e, sul rovescio, una testa dicavallo di profilo a sinistra. L’ipotesi delSambon, che, nella sua dotta operanumismatica del 1903, attribuiva lamonetazione bronzea di Vèlecha allalucana Volcei, per Bruno D’Agostino,sarebbe priva di ogni fondamento.Il primo a stabilire un probabile legame,tra questa ignota città e Volcei, fu ilglottologo tedesco Ernst von Planta,autore di una pregevole Grammatica deldialetto osco-umbro, edita a Strasburgonel 1897.Conviene sottolineare che vel , qualeformante la parola Vèlecha, nella linguaetrusca, è un prenome equivalente algentilizio latino Velio, ma è anche un temalinguistico mediterraneo, alla base ditoponimi come Velleia, Velia (una dellevette del Palatino; cit tà sulla costatirrenica della Lucania), Velitrae, Volsci,avente significato di “essere alto, altura”,diffuso anche nell’Iberia e nell’Illiria. Nondimentichiamo che, in area picentina, duetopònimi, o meglio un idrònimo e unorònimo, sono squisitamente d’improntaetrusca: il nome del fiume Tusciano equello del monte Tubenna.Volcei è, invece, un nome romanizzato,trasmessoci dalle iscrizioni e non dallefonti, in quanto in Plinio (Nat. Hist., III,98) leggiamo Volcentani , coniatoprobabilmente da Volcentum , -comeGrumentum, Forentum, Ursentum,Tarentum- , e in Livio (XXVII, 15):Volcientes, derivato da Volci, omonimacittà dell’ Etruria; così come da Veii (Veio)abbiamo il sostantivo Veientes. Lo stessoGiulio Frontino, nel Liber coloniarum,citando una praefectura Vulcentana ,assieme con Atina-Cosilinum eTegianum, ricava l’aggettivo dal plinianoVolcentani.E’ probabile che nella fonte cui attinseLivio, come opinava Gaetano De Sanctis,fosse scritto Lucani Volcientes e nonLucani et Volcientes, e, in tal modo,l’attributo etnico sarebbe stato

indispensabile per evitare confusionigeografiche, necessario per distinguere iVolcenti lucani dagli etruschi di Volci.Invece, secondo il Fraschetti ,l’espressione Lucani et Volcientes, nelcontroverso passo liviano, indicherebbela marginalità di Volcei, il suo carattere dizona di frontiera, in rapporto alla Lucaniapropriamente detta.Il brano di Livio, come si sa, si riferiscealle manovre puniche in Lucania del 209a. C., quando i Volcenti accolseroall’interno della cinta muraria un presidiocartaginese, che poi consegnarono,arrendendosi, al console Quinto FulvioFlacco, che li avrebbe puniti “solo con ilcastigo delle parole”.Precisiamo che il sostantivo usato da TitoLivio è Volcientes, non Volceientes, inquanto ricavato da Volcii , orum , cheprecede la forma classica Volcei, orum,quest’ultima, confermata dalle epigrafi(...sacerdos Volceis et Atinae...) e in usonell’epoca imperiale. La voce grecaOulkoi, adoperata dal geografo Tolomeoe che il Forcellini nel suo monumentaledizionario (Lexicon totius latinitatis)riferisce all’omonima città etrusca, futradotta Ulci, da alcunti eruditisettecenteschi, creando così non pocheconfusioni topografiche.L’etruscologo Massimo Pallottino, tra lecittà non identificate in Campania, citaVelcha,- cognome documentato aTarquinia-, diversamente il Conway ritieneche Vèlecha sia una anaptissi (nellafattispecie, l’inserzione di una vocale tradue consonanti), corrispondente in latinoa una forma come Volcania e indicanteprobabilmente il nome di una città o diuna tribù.In sostanza l’analisi del nome nonimpedirebbe una trasformazionelinguistica di Velcha>Volca in Volcei;così come dall’etrusco Velzna abbiamo ilnome latino Volsinii: Bolsena, da Ruma:Roma, da Tarchna: Tarquinia, da Velathri:Volaterrae , Volterra. In proposito, ilBracco sottolinea: “il nome romano diVolcei (Buccino per noi) trattiene in sèquello stampo d’origine che riconosciamoin città del cuor dell’Etruria, come Vulci,Volsinii e Volaterrae”.Al momento, in mancanza di ulteriori dati,sarebbe questa la sola ipotesi accettabilee cioè che il nome etrusco Velcha sia statomutato dalla lingua di Roma in quello diVolcei. Tesi condivisa, anni addietro, dalpunto di vista linguistico, anche dal mioex professore di Etruscologia, FrancescoRoncalli. Già il Devoto aveva osservato:“un’isola tirrenica sembra rimanga aiVolcentani di Volcei (Buccino)”, lasciandointendere così una probabile fondazioneetrusca della città. Ma di questo era pocopersuaso il Krahe, il quale poneva ilseguente interrogativo: Volcei. Eineetruskische Siedlung in Lukanien?(Volcei. Un sito etrusco in Lucania?).

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Riprendiamo la nostra conversazione-intervista con Piero Di Vona, partendo dallasua carriera universitaria.Qual’è stata la sua carriera universitaria? Inizia : “Assistente volontario di Filosofiamedioevale a Milano- con il Prof. dal Pra,che è stato il mio maestro. Una persona acui devo molta gratitudine. Purtroppo, c’èuna brutta legge della vita: si ricorda, sistimano le persone quando non ci sonopiù. Questa è una brutta legge ma è così.Pur avendo idee molto diverse dalle mie, haaccettato i miei scritti, anche se portavanoin una direzione completamente lontanadalla sua”. E quì intercalaquest’affermazione con il suo caratteristicorisolino.Quindi primo assistente di Filosofiamedioevale a Milano poi libero docente distoria della filosofia a Milano, poiprofessore incaricato di Storia della FilosofiaMedievale per ben otto anni a Pavia, poi hovinto il concorso di Filosofia all’universitàdi Palermo. da quì a Salerno sempre in storiadella filosofia medievale. Infine a Napolicome professore di Storia della Filosofia,successore del Prof. Giuseppe Martano.Una vita passata nell’Università perchè miero laurato nel febbbraio 1952 e il 1novembre dello stesso anno ero giàassistente volontario. Dopo cinquant’anni,nel 2002 sono andato in pensione.Dal nord al sud, ha girato l’Italia...Sì ma in nessuna parte mi sono sentito benecome a casa mia. Diceva il marito di miacugina, Linda Caprio, che ero un apolide,perchè non mi ero fermato da nessuna parte.E a Buccino ci verrà ancora?Per me che sono rimasto solo, che non c’èpiù nessuno della mia famiglia venire aBuccino... non lo so quando potrò tornare.., se me la sentirò.Buccino per Lei che cosa è, cosa è stato.

E’ difficile... e dopo una pausa... è il luogodove sono nato... sono veramentebuccinese, eh, eh, eh. Innanzitutto è il luogodove sono nato. Ho trascorso i miei primisei anni, e non godevo di buona salute eaggiunge ma non sono stati di certo ipeggiori della mia vita.Per le note vicende storiche...No, perchè i miei genitori erano convintiche finchè vivevo a Buccino dovessi parlareil dialetto e cioè andare a scuola senzasapere una parola d’italiano. La conclusionequale fu? Il primo trauma è che a sei anni emezzo, seguii con mia madre e mia zia Rosa,mio padre a Milano. Si fece trasferire aMilano sempre nell’illusione che in unagrande città sarebbero state meno notatequelle sue idee. Grande illusione perchèquesto non fu assolutamente vero. Miiscrissero in una scuola elementare milanesein cui ero il solo a non conoscere una paroladi italiano. L’italiano io l’ho imparato ascuola. Ma la mia non era, voglioprecisare,una condizione eccezionale.Soprattutto i ragazzi di provincia si sonotrovati nella mia stessa condizione, mentrei giovani meridionali conoscono oggimeglio dei loro coetanei settentrionali lalingua italiana. Allora trovai molte difficoltà di inserimentoe io ci sono stato dai sei anni ancora pertrentotto anni. A Milano si ambienta megliochi non viene da una famiglia in cui ci sonopersone che hanno studiato. E’ molto piùfacile inserirsi per chi viene da una famiglia, come posso dire, intellettualmente piùmodesta.Dopo aver vinto il concorso ho lasciatoMilano e sono andato a Palermo. Dopo dueanni sono andato a Salerno (1974) perchèc’era mia madre e la mamma di mia moglie,data l’età di queste due persone.Per otto anni ho insegnato a Salerno esuccessivamente a Napoli.Dove si è trovato meglio con l’insegnamentoCertamente a Salerno e non a Napoli, forseper le mie idee.Lei parla delle sue idee, mi spiega cosa vuoldire.Beh perchè ho studiato all’UniversitàStatale di Milano e quelle del nord sonomeno popolari delle università meridionali-se posso usare questo termine- e dico

popolari perchè nelle università del nordnon è che ci siano dei rapportiparticolarmente affettuosi, c’è rivalità e nonc’è nemmeno troppa considerazione.Ognuno si sceglie i suoi, però quando sideve portare avanti qualche giovane chelavora in università e promette bene iprofessori si accordano in modo che tuttele voci abbiano un loro peso. A Napolipurtroppo la mentalità è rimasta quella delpopolino. C’è la regola dell’asso pigliatutto. Tutti i posti a me e niente a te. E cosìera nella mia facoltà.I così detti baroni... Lì c’era una sola scuola la quale prendevatutti i posti disponibili. E questo è un erroreimmenso perchè nelle università c’èbisogno di sentire più voci diverse, mentrese si va di sentire una sola voce non è piùuniversità è particolarità eh, eh, eh...Si vanno ad eleggere solo quelli cheappartengono ad un’unica scuola.

A Buccino non ho particolari ricordi perchèsono andato via che avevo sei anni e cisono venuto solo di estate tranne nel dopoterremoto perchè la casa era inricostruzione. Quindi di Buccino non è chesappia molto.Non ho molta conoscenza dell’ambiente diBuccino.(Così come i buccinesi non sanno molto delprof. Di Vona, lo vedevano passeggiare conqualche amico nelle giornate estive).Eppure a Buccino ci sono stati e ci sonopersonaggi che sono sempre presenti nellevarie manifestazioni culturali ecc. Mentredi Lei non si conosce una attivapartecipazione a queste attività che sivanno tenendo attraverso vari entiistituzionali. Hanno cercato di coinvolgerlaper portare il suo contributo culturale?Sono molto grato ai buccinesi che nelcentenario della sua nascita (QuintinoDiVona) hanno voluto pubblicare quel librocon dei saggi su di lui e di suoi scritti maloro non è che mi hanno interpellato. ilGruppo che ha portato avanti questainiziativa non è che ha chiesto a me dicollaborare. No, loro hanno chiamatoMarcello Gigante e Giuseppe Arduino.

Illustri personaggi volceianiConversando con il filosofo Piero Di Vona

di Angelo Imbrenda

(continua a pag. 5)

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La Voce di Buccino - Inverno 2007 Pag. 5

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Con tutta la riconoscenza ma voi voletescrivere su un uomo che ha vissuto e hacombattuto nella Resistenza. Chi c’è aBuccino che ha vissuto nel nord e ricordatante cose di quel periodo? Non sono io?E, allora,perchè non vi siete rivolti a me.Solo perchè sono estraneo ai partiti politici,non mi sono mai voluto mettere...Non ha mai voluto mettere la sua figura alservizio di...Se fossi un vanitoso potrei affermare chesono uno che ha fatto in Italia una carrierauniversitaria e sono arrivato in cattedrasenza avere in tasca una tessera di nessunpartito politico. O essere consideratosimpatizzante in alcun modo a qualchepartito.Allora loro hanno commesso un errore. Sisono rivolti a Marcello Gigante che nonavendo rapporti con il prof Barbagallo sirivolse a Villani .Barbagallo manco a farlo apposta avevascritto su Francesco Saverio Nitti, amico dimio padre, quindi aveva ben altraconfidenza con quel periodo. Avrebberodovuto chiamare Barbagallo e non Villani.Superando i rapporti di poca simpatiaperchè quando si fa uno studio la simpatianon c’entra, c’entra la capacità perchè unoha fatto certi studi e l’altro non li ha fatti.Non mi hanno coinvolto perchè se loavessero fatto avrei suggerito di rivolgersia Barbagallo perchè aveva scritto un librosu Nitti.Di quel libro ho estrapolato l’articolo Natìoborgo selvaggio che ho pubblicato sulperiodico e inserito nella raccoltaantologica I dieci anni de La Voce diBuccino.Si, si... questo è un buon lavoro... eh miopadre... ci sono anche tante cose inedite.

Fine seconda puntata

RELAIS ELICETO èuna meravigliosa crea-tura della nostra terra,nata da poco, per stu-pire gli increduli e perentusiasmare chi ha ri-nunciato a credere nelfuturo della nostragente. Nell’area terri-toriale del CRISTO SIE’ FERMATO A EBOLI,oggi, miracolosamen-te, nella natura intattadel nostro paese, spun-ta questo fiore dellasperanza.Un fiore così autentico da entrare imme-diatamente nella catena degli Alberghi difascino dal prestigioso marchio Charme& Relax.

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(da pag. 4)

Illustri personaggi volceianiConversando con il filosofo Piero Di Vona

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Al Direttore Antonio Salimbene i nostrimigliori auguri per l’intrepido atto di co-raggio, per la bella scommessa che riem-pie di orgoglio noi tutti e che incoraggiasoprattutto la nostra bella gioventù a spe-rare che “Anche per noi, forse, sta spun-tando il sole”.Consultare il sito:www.CharmeRelax.com/eliceto

RELAIS ELICETO

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Pag. 6 La Voce di Buccino - Inverno 2007

Appena scoppiata la tempesta rifiuti suBuccino abbiamo ricevuto molte e-mail sultema. Ci siamo sottoposti ad un vero lavorostraordinario per archiviare le varieinformazioni.Gli interventi del sindaco Viae del consigliere provinciale Parisi, degliAmministratori Comunali, i manifestidell’opposizione ( Stella Polare). Le riunionie relative delibere comunali (N° 27 del08.11.2007) . La marcia indietro delCommissario di Governo ha riportato lacalma e ha esonerato La Voce dall’uscire inedizione straordinaria.Ci possiamo immergere così nel nostrosalvaguardato ambiente bucolico edeclamare tutti insieme i versi del Leopardi:Passata è la tempesta odo gli augelli farfesta… Nel nostro caso non gli augelli ma i cittadini,dal Primo all’ultimo hanno festeggiato. Mal ‘assedio di Troia ( leggi Campania) non èscongiurato perché il nemico spazzatura èalle porte dei campani. Qualche riflessionesul tema spazzatura è bene che i cittadiniinizino a farla. Il problema è della Campaniaed è lì che bisogna risolverlo, ricordandosisempre che prevenire è meglio che curare.Insediamento Rifiuti a Buccino PRIME CONSIDERAZIONIAncora una volta debbo sottolineare chesono stato la “Cassandra” sistematicamenteinascoltato.Da oltre due anni andavo allertando i piúsui rischi connessi ad un eventualeinsediamento di rifiuti vari sul nostroterritorio e la notizia del giorno, purtroppo,conferma questo mio allarmismo.Ma davvero i nostri amministratori ( almenoquelli piú in alto ) non subodoravano o nonerano a conoscenza di determinate manovreche coinvolgevano il nostro territorio ?Ho i miei forti dubbi in proposito e adessoci tocca assistere alla pantomina di riunionidi urgenza, di consigli comunali aperti, diminacce varie, per giungere al punto dipaventare eventuali azioni di forza e diprotesta.Ma crediamo davvero che queste personesiano del tutto incolpevoli ?Io credo che, innanzi tutto, e qui dovremmoessere tutti, ma tutti uniti, si rendono

Una montagna di e-mail sui rifiuti a Buccino

improcastinabili ledimissioni di tutto ilConsiglio Comunale.Dopo, e soltanto dopo,si deve creare unComitato d’azione atutela e difesa deisacrosanti diritti delnostro paese.Giá, pochi istanti fa, da

un amministratore del momento (anche senon importante ) mi é giunto un tentativodi giustificare questo atto cosí dannosoper Buccino, con la puerile affermazioneche, in ogni caso, un posto va trovato perla sistemazione dei rifiuti e questo la dicelunga sulla linea che intendono seguire inostri politicanti da strapazzo.Non vorremmo che, al danno si aggiunga labeffa, prendendo delle decisioni affrettatee poco consone alla nostra educazione etradizione.Il nostro non é e non vuole essere un popolodi burattini che, semmai, a comando, fannodelle azioni dimostrative che vanno oltre ilimiti di legge.Personalmente credo che un primo passopossa essere fatto da tutte le aziendeoperanti sul territorio con la convocazionedi una riunione allargata anche ai sindacatidove, previa la costituzione di parte civiledelle aziende stesse, per il riconoscimentodei notevolissimi danni economici derivantidalla scelta di Buccino come sito per ildeposito dei rifiuti, si dovrá procedereall’invio di lettere di licenziamento per tuttele maestranze operative, ivi compresi anchei dipendenti delle aziende collaterali (indotto ).Non vedo, quindi, come valide le soluzionidi occupazioni di ferrovie, strade, etc. tuttepopulistiche e che, guarda caso, vengonogiá affacciate proprio da quegliamministratori che, ignavi o colpevolmenteconsenzienti, hanno consentito di arrivarea questo punto.La protesta, intesa come popolare, la vedosoltanto proprio verso i nostrirappresentanti, dei quali dobbiamopretendere le dimissioni e, nel contempo,se dovesse rendersi necessario,raggiungere una larga intesa a che lapopolazione tutta restituisca il certificatoelettorale.Si convochino poi assemblee, riunioni,incontri, etc. etc. ma dove si fará benattenzione a non consentire agli attualiamministratori di sedersi al tavolo derelazionanti ma soltanto di potersiconfondere con il popolo tutto.

Eduardo Magaldi

E-mail da Firenze sulla discaricaDalla classe dirigente del paese, qualeritengo voi siate, mi aspetterei propostepiu responsabili, partendo dalpresupposto che la situazione dellagestione dei rifiuti nella regioneCampania risulta allucinante e, vista dafuori, incomprensibile. Vivendo a Firenze osservo la situazionecon occhio distaccato ma partecipe ecredo che nessuno di voi possadissentire dalla constatazione che leimmagini apocalittiche che passano periodicamente per i telegiornali di tuttele reti arrechino un danno enorme allaeconomia tutta della intera regione, acominciare dal turismo per finire aiprodotti agricoli di qualità.E allora, se le cose stanno così, nonsarebbe il caso di cominciare a ragionarein positivo ed a proporre soluzionialternative praticabili? Sussiste lapossibilità di trasformare il problema inopportunità? Visto che nella trattativa ècoinvolto anche il governo centrale nonsarebbe meglio, per esempio, mettere adisposizione l’area della zona industrialeattualmente occupata dalla discarica dipneumatici per consentirvi la lavorazionee lo stoccaggio delle “ ecoballe”? Non sipotrebbe trattare per avere in cambioqualche corposa contropartita tangibile?O a vs. parere è preferibile lasciarefare alla camorra con i risultati che sonosotto gli occhi di tutti? O meglio ancoracontinuare ad esportare a peso d’orol’immondizia prodotta in Campania versola Germania e continuare a consentire allacamorra di importare dal nord gli scartiindustriali avvelenando le aree agricoledel nocerino?Ritengo opportuno segnalarvi laesperienza del comune di Peccioli, inprovincia di Pisa, grande grossomodoquanto Buccino, che grazie allalungimiranza di un sindaco accettò annifa la dislocazione di una discarica nelproprio territorio ricavandone corposecontropartite sia in termini occupazionaliche di vantaggi economici per l’interacomunità. Sono certo che le mie considerazionisaranno da tutti spernacchiate ma sperosolo che il mio messaggio possainstillarvi qualche dubbio e considerareche vista la gravità della situazioneambientale campana è obbligo morale ditutte le persone responsabili farequalche sacrificio personale percontribuire a risolvere la situazione. Un caro saluto a tutti, Peppino.(Avv. Giuseppe Salimbene Firenze)

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La Voce di Buccino - Inverno 2007 Pag. 7

In questo numero figureranno diversimiei scritti e lettere di amici che hannopartecipato emotivamente al viaggio inAmerica.Gradirei che questa lettera a te direttacomparisse come premessa generale.Eri stato da me invitato ad accompagnarminel grande viaggio. Costantino Conteaveva esteso l’invito di accoglienza anchea te, al sindaco di Buccino e a chiunqueavesse manifestato la voglia di unirsi. Pergli impedimenti giustificati di ognuno divoi sono rimasto solo, e solo hoaffrontato l’avventura.Oggi avverto la necessità di chiederti unpiacere che non vorrei vedermi negato.Oggi mi puoi essere più utile in Italia checome compagno di viaggio in America.Il viaggio dell’asino si è compiuto ebisogna pubblicizzarlo. E’ una emozioneche bisogna far circolare fra la nostragente.Mi rendo conto che forse monopolizzeròquesto numero. Chiedo che sia un numerospeciale dedicato all’asino. E’ il regalo diNatale che questo animale vuole offrire ailettori della Voce.Questo quadrupede ti chiederà una cosache non si sarebbe mai permesso dichiedere. Niente di meno – LACOPERTINA-Sul retro della copertina del mio libro c’èscritto che i somari sono i veri amici deipoveri e con poco fieno e poca pagliasono felici.Facciamo sfilare cani, gatti, pecore,politici, miss, ma gli asini no.Oggi sono qui a chiederti di mettere infinestra proprio un asino. Ti sfido acommettere questa grossa trasgressione.Intanto voglio non ringraziarti, maosannarti. Il semplice ringraziamento èpoco. Io sono qui a dirti ripetutamentegrazie. Mi riesce difficile far capire quantogigantesco dovrebbe essere il mio grazie.

Oggi sono sul tuo giornale a celebrarequalcosa che sa di straordinarioed il merito è solo tuo. Parlare distraordinario è forse poco, perché nellaparabola della mia esistenza ci vedo delmiracoloso.Angelo Imbrenda, senza riserva alcuna,da sempre mi regala il suo braccio destro. Con il suo aiuto mi ha permesso direalizzare un percorso incredibile.Mi ha consentito di accumulare unaricchezza unica e rara. Mi fa scoprirevincitore. In genere chi vince è colui chesupera e mette in ginocchio un altro. Lamia vittoria è ancora più bella perché nonvuole mortificare nessuno. Sono riuscitoa vincere solo me stesso, ad allontanarele tante asperità che hanno avvelenato lamia esistenza e oggi mi sento sereno conme stesso e con il mondo, incapace diodiare.Se al presente mi scopro in questa beatacondizione sono qui a testimoniare cheAngelo mi ha offerto gratis la migliorecura. I giudizi che si esprimono su di luisono tanti e io sono qui ad aggiungere ilmio.Caro il mio direttore grazie per il tuosostegno, grazie per questa voce che faicircolare, grazie per i tanti amici che hoscoperto nel mondo.Gli eroi del silenzio, gli umili, i mortificatisono i dimenticati di sempre. Sono tantiche nemmeno ci pensi. Essi si scopronocompresi solo nel cammino di un asinoche ama accompagnarsi ai suoi simili e almondo dei mortificati e dimenticati.Con la bandiera della libertà interioreprosegue nel suo viaggio per continuarea vincere su se stesso e mai sugli altri.Se ritieni che questo asino sia meritevoledella copertina, faglielo questo regalo. E’un dono di Natale che farà piacereall’esercito dei vinti e di sicuro anche alBambino Gesù.

Caro il mio Direttore

Toronto - Mario Chiariello al Fossacesia Club

C’è posta per l’asino

Mario.Amico mio, di vero cuore devo dirtiche per me sei più di un fratello.Mi avevi informato che dovevi fare ungiro per gli Stati Uniti e Canada. Lohai fatto e sei stato gentile da farmiavere il filmino del viaggio.Con mia moglie ci siamo veramentecommossi nel vedere che l´asino continua a volare nell´anno 2007 perraggiungere i Buccinesi nel mondo.Mario penso che quello che staifacendo è davvero una bella cosa. Farricordare le nostre tradizioni è unagrande gioia per tutti. Noi della nostraetà ci siamo nati, ma col passare deltempo molte cose le stiamodimenticando.Con il tuo modo di fare permetti duecose importanti. Noi anziani ricordiamoil tempo passato e i nostri giovaniscoprono le loro radici. I nostri figlisono curiosi di sapere da dovevengono e tu con i tuoi documenti rendiquesto viaggio nel passato affascinantee interessante. Per questo motivoconsidero prezioso questo tuo lavoro.Mario, per dimostrarti come è tuttovero quello che sto dicendo, devoconfessarti che nel momento cheinsieme con mia moglie guardavamoil tuo dvd è arrivato a casa mia miofiglio. Si è fermato a guardare tutto ilfilmato di New York e Canada. E´rimasto così interessato e sai cosa miha detto ?- Papà dobbiamo far venire questouomo anche in Argentina.Amico mio, ti ho sempre detto che lamia casa in Argentina è come fossecasa tua. Adesso con la volontà di miofiglio sono qui a ripetertelo con piùconvinzione di prima.

Ringrazio il nostro Direttore della Vocedi Buccino Angelo Imbrenda perquesto piccolo spazio che ci mette adisposizione dove possiamo esprime inostri sentimenti.Approfitto per salutare il Sindaco, tuttal´amministrazione comunale, tutti gliamici in Buccino e i lettori nel Mondo.Auguro a tutti un buon Natale e unprospero anno nuovo. Nicola Catone

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Pag. 8 La Voce di Buccino - Inverno 2007

Esprimere la sintesi di un viaggio inAmerica che ha permesso di avvicinarmia non meno di 500 italiani, non è davverosemplice. Mi ha consentito di acquisireuna esperienza umana notevole che miaccompagnerà per sempre. Ma accanto alla ricchezza di questicontatti ci sono momenti distintivi chenon posso non evidenziare.In primo luogo la visita a Ellis Island,l’isola di arrivo dei tanti emigranti italiani,costretti sotto a capannoni a passare ilperiodo della quarantena. Il grande fiumedei nostri italiani, che come un Ulissecollettivo, trova, nel museo di questaisola, depositata la propria storiaattraverso una infinità di fotografie chetestimoniano il grande prezzo umanopagato da questi pionieri coraggiosi.Nell’isoletta vicina Liberty Island hopotuto provare lagrande emozione diammirare e penetrarenel corpo dellagigantesca statuadella LIBERTA’ ilsimbolo per eccellenzadella proclamazionedei diritti umani chedal 1876 ha dato il viaalle svariater i v o l u z i o n isuccessive.A soli pochi giorni didistanza il grandebattezzo conl’ufficialità.Robert Marasco, unfiglio di buccinesi, dopo essere rimastoincantato dalle meraviglie della suaBuccino, ha programmato per l’asino unaproclamazione che mi ha fatto piangere.Nella City Hall del Palazzo Parlamentaredi Newark, senatori americani, allapresenza di giornalisti e rete televisiva, sisono congratulati con l’asino che haricevuto in dono il Sigillo della Città.Queste le mie parole di ringraziamento:Sono oggi commosso. I miei occhi sonoumidi. Sto facendo un percorso con

coraggio. Ero un bambino mortificato,però sulla mia mortif icazione hocostruito un bellissimo progetto di vitae l’ho fatto con umiltà, con l’asinellodella mia terra. Sono riuscito a costruireuna ricchezza interiore che mi rende ilpiù ricco del mondo.Per me che ho attraversato sentieridifficili del passato e del presente,trovarmi oggi in quest’aulaparlamentare, ricca di simboli cheparlano di storia e di valori, questacircostanza mi rende immensamentefelice.La storia è stata sempre scritta da pochicoraggiosi, tipo Cristoforo Colombo.Oggi, nel momento in cui sono arrivatoin America, avrei voluto come Colombo,baciare questa terra, perché un asino,che riesce a giungere in America, cheriesce a regalare emozioni, che riesce aincontrare un amico come Robert che miregala questa soddisfazione, ebbene,può morire domani come l’uomo piùfelice del mondo.Costantino, qui presente, un asino comeme. Mi ha voluto a tutti i costi in Americae mi ha fatto il più bel regalo della vita.Lui insieme alla moglie sono la casadell’accoglienza della gioventùbuccinese.

Le mamme dall’Italia benedicono questacoppia per la mamma che i giovanitrovano qui in America.La giornata si è conclusa con unaemozione collettiva.

Altre emozioni a dir la verità si sonosuccedute a ri tmo continuo. Lapremiazione del Sindaco Di Garfield,quelle dei gregoriani, il ringraziamento delSindaco Gerardo Malpede che ci haraggiunti in pieno festeggiamento con la

sua calda telefonata.

La seconda emozione per eccellenza mi èstata regalata dove non pensavo propriodi andare, dove mi sono trattenuto nonpiù di 48 ore. L’asino in Canada. Non soloa contemplare la bellezza delle Cascate maa navigarci sotto, a farsi inzuppare dallapioggia scrosciante degli schizzi cheraggiungono altezze incredibili.Chi lo avrebbe mai pensato che il Canadateneva per me in serbo una sorpresa chenon dimenticherò per la vita.Il mio arrivo è stato annunciato dalla radioitaliana Canadese.

Alfonso Ciasca, il giornalista conduttoredella radio, ha aperto la serata in mio onorecon una religiosa preghiera diringraziamento che mi ha incoraggiato amostrare il mio crocifisso, sostenitore delviaggio. Mi hanno consentito di cantare,poetare, recitare e mostrare filmati chehanno suscitato tanta commozione. Inregalo mi sono visto arrivare un asinovero al centro della sala e intorno aquell’asino si è costruita una gigantescaesaltazione generale.Un pregevole riconoscimento delparlamento Canadese mi ha ancora unavolta profondamente emozionato e l’asinocosì ha ringraziato i presenti:Questa sera è successa una cosa grande,troppo bella. Siete stati voi a meritarla.Spero che il Signore mi dia la forza dicontinuare.Per lo spirito di giustizia che mi portonel cuore verso l’uomo, i bambini, ilmondo, con coraggio e ostinazione devoancora andare avanti. Mi rattrista chesono sempre solo. Neanche i familiari almio fianco. In questo viaggio non misono arreso. Con le mie paure sonovenuto tra voi e sono stato premiato. Unpremio così grande non lo avrei maiimmaginato.

L’indomani la radio canadese e la stampaitaliana pubblicizzavano la grande serata.Una serata indimenticabile per l’asino, perla famiglia Santaluce che l’ha voluta, per itanti italiani in Canada. L’asino venivarichiesto il giorno dopo per una intervistatelevisiva, ma era già in volo sull’aereodell’Alitalia per rientrare incredulo nellasua terra d’origine.

LE SPECIALI EMOZIONI DI UN VIAGGIO

Robert Marasco consegna la targa dell’Associazione Buccinesinel Mondo a Costantino Conte

0828.951003347-7180930338-2879538

L’asino in America

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La Voce di Buccino - Inverno 2007 Pag. 9

Caro Mario,il tuo viaggio si e’ concluso. L’ASINO hafinalmente volato ed attraversatol’oceano. Tutto questo lo dobbiamo alnostro incontro di un anno fa dovesemplicemente volevamo farti i nostricomplimenti per tutti i tuoi meravigliosiarticoli che scrivi sulla VOCE DIBUCCINO. Ma quell’incontro ben prestoe’ diventato un futuro ricco di entusiasmie di soddisfazioni per entrambi. Dopoquell’incontro abbiamo avuto la fortunadi averlo con noi nella nostra casa.Abbiamo insieme manifestato l’amore perla nostra terra natia per onorare la gentedel nostro paese di Buccino che restera’sempre nei nostri cuori . Bene, adaccoglierti con tanta gioia quella sera deltuo arrivo ci sono stati amici buccinesi egregoriani.La nostra casa per tresettimane diventava anche la tua casa.Tu ti sei subito trovato a tuo agio.Durante questa tua permanenza insiemeabbiamo costruito un’amicizia di valoriindescrivibil i r ispetto alle nostrepersonalita’e del nostro modo di vivere.Durante questo breve percorso abbiamoimparato a conoscerti.Tante sono le tuequalita’ ma quella che apprezziamo di piùe’ il tuo coraggio,la tua onesta’, la forzadi sorridere, non arrendersi mai. Con il tuobuon umore,con i tuoi occhi pieni difelicita’ hai regalato emozioni e unapopolare allegria che sono valori infallibilie indimenticabili . A tutto questodobbiamo aggiungere la collaborazione diClaudio e Federico che ci hannoraggiunto dal Canada. Claudio con glispettacolari suoni di tre organetti emandolino ha reso quella nostra seratapiù spettacolare, da non dimenticare.

Gerardo Gaeta con la sua stupenda voce,le sue canzoni My Way e Oh Mandy haincantato tutti. Da non dimenticare laserata a casa nostra dove tu, Antonio(Pupetta) con la sua splendida chitarra eClaudio con l’organetto avete messo inarmonia tutti i nostri amici in particolare

con la canzone del DIRINDIDI. Adaccompagnare il ritornello Carol mogliedi nostro cugino figlio di Francesco DiLeo anche lui di Buccino(CHE SERATA)!LA nostra avventura continua con lostraordinario incontro di Robert Marascoche ci ha offerto una brillante cerimoniasoprattutto a te dove ti ha onorato conun attestato e medaglia di riconoscimento(indescrivibile!).Anche tu pero’haiincantato Robert nel fargli guardare i tuoidocumentari raccolti su dei DVD che haiportato da Buccino:la festa dellaMadonna, le nostre famiglie, il nostropaese.Sono rimasti senza parole la caraMaria D’Acunto il figlio Franco,Fred eMadeline Marottoli quella sera nonvolevano lasciarti. Hai commosso tutti,quanta nostalgia della nostra amata terra.Questi DVD che tu generosamente ci hailasciato noi li conserveremo gelosamentecome dei tesori. Ai cari fratelli gregorianie alle loro famiglie hai regalato loroqualcosa che nessuno mai ha fatto. In unodei tuoi DVD la loro gente le loro famiglie,il loro paese la festa del loro patrono SANGREGORIO. Tutti te ne sono graticompreso noi con la sorpresa dalla nostracompagna di scuola Rosanna Bastardo ela sua famiglia. Mario tu ed io Costantinoabbiamo trascorso giorni inseparabili.Lanostra amicizia sembra legata da tantianni. Abbiamo condiviso storie dellanostra infanzia un po’ diverse l’unaall’altra, ma che poi alla fine sembravamodavvero due CIUCCIARIELLI. Insieme cisiamo regalati un sogno. Sono feliceinsieme con mia moglie Rosetta di avertiospitato. In casa nostra sei stato a nostroagio in tutti i modi.Non lasciamo fuori ilviaggio in Canada dove siamo stati ospitidi Federico una persona dal cuore grandedove anche li sei stato accolto con grandeonore non soltanto dalla famiglia diFederico ma da gente di Buccino, SanGregorio e tanti altri italiani. La serata inCanada,che spettacolo!Serata fulminantecon l’arrivo di cosa!LU CIUCCIO! oggiintrovabile anche a Buccino. In questopercorso abbiamo raccolto ricordiincantevoli che insieme porteremo neinostri cuori e non si cancelleranno maipiu’. Abbiamo ricevuto il tuo DVD delnostro percorso sulla tua permanenza quìcon noi.Devo dirti che ci hai regalatospendide giornate e serateindimenticabili., ma la cosa più bella dovemi hai toccato nel profondo del mio cuoreresta il giorno che sei partito.In mattinataci siamo trovati sulla tomba dei mieigenitori.Ci siamo abbracciati e piantoinsieme.Siamo due fratelli che entrambiabbiamo perso i nostri cari genitori chedall’adila’ saranno orgogliosi di noi.QUESTO E’ VERAMENTE IL PIU’ BELREGALO DELLA MIA VITA. Con tantoaffetto Costantino & Rosetta

Carissimo Angelo,Costantino ed io Rosetta vogliamocortesemente ringraziarti della tuagenerosita’ di riconoscenza nei nostriconfronti per l’attestato che hai volutoregalarci e che Mario ci ha consegnato. E’fantastico essere onorati anche senza lanostra presenza, grazie di vero cuore.Continuiamo a complimentarti per le tuebrillanti storie su questo giornale semprepiu’ interessante e affascinante, dove ci fairivivere, soprattutto a noi lontani, emozionidel passato e del nostro amato eindimenticabile paese. Grazie per il tuoimmenso impegno di farci sentire orgogliosidi essere Buccinesi. Angelo, saremo semprefieri di poterti ospitare un giorno qui danoi e poter ricambiare con gratitudine estima tutto quello che hai fatto. Certosarebbe stato bello, meraviglioso avertiinsieme con Mario ed essere insieme unitiin tutte le nostre avventure. Con questo tisalutiamo in attesa e con entusiasmodell’arrivo della prossima edizione LA VOCEDI BUCCINO- Ti inviamo un affettuososaluto e augurare BUON NATALE a te, allatua famiglia e a tutti i nostri cari Buccinesiche risiedono a Buccino e ai Buccinesilontani sparsi in tutte le parti del mondo. BUON NATALE e FELICE ANNO 2008.Con tanto affetto Costantino & RosettaPer tutti i buccinesi che ci voglionocontattare la nostra posta elettronica e’[Rconte714@cs,com]

Carissimi Rosetta e Costantino,ricambio gli auguri e le belle parole neimiei confronti. Come già vi ho detto inpassato non siete voi che doveteringraziare me ma sono io a dirvi GRAZIEper quello che avete fatto per Mario e diconseguenza per LA VOCE e perl’ASSOCIAZIONE. Mi auguro un giornodi venire anch’io nel N.J. per poterviabbracciare e ringraziare di persona.Meritate tanto e se questo numero èdedicato al viaggio dell’asino il prossimogiornale sarà dedicato ai coniugi Conte,in particolare al SURVIVAL Costantino.Questa è la sorpresa che renderàpregnante il contenuto della prossimaVOCE di primavera 08. Nel frattempo, caroCostantino, rimettiti dal fastidio cardiacocosì potrai gustare il bell’uovo di Pasquache ti giungerà attraverso le pagine delnostro giornale.AUGURI e un forte abbraccio a voi e allavostra famiglia Angelo

E-mail dagli USA di Costantino e Rosetta Contead Angelo Imbrenda e Mario Chiariello

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Pag. 10 La Voce di Buccino - Inverno 2007

Il viaggio dell’asino si è felicementeconcluso. Sono a casa con il cuore pienodi tanti nuovi affetti e con la convinzionedi essere riuscito a dare vita a una cosabella.Prima di raggiungervi negli Stati Uniti holavorato per mesi con la volontà diraccogliere del materiale che potesse farvientusiasmare. Non mi è stato possibilemostrare il tutto a tutti, ma lo stare insiemee parlarsi con l’entusiasmo degli occhi èbastato per dare vita a momentisignificativi e incancellabili.L’amore per la terra natia e dell’italianitàche intendevo incontrare l’ho trovato emi lascia soddisfatto. Per molti di voisono arrivato come uno sconosciuto, macon il mio rientro mi ritrovo con numerosiamici.Appena giunto in Italia ho subito pensatodi raggiungervi con il ringraziamento perla calorosa accoglienza. Ho preferito aspettare qualche giorno perfarvi giungere, insieme alla mia lettera digratitudine, anche il filmato che vuoleessere il documento e il messaggioriepilogativo del mio viaggio.Principalmente sono venuto fra voi conla volontà di portare la poesia della nostraterra e rinsaldare nell’animo di tutti lanostra italianità. Non so fino a che puntoci sono riuscito.Il frastuono e gli entusiasmi cheemergono nei festeggiamenti spesso pocofavoriscono la concentrazione e offronopoco spazio alla riflessione.Sono felice di consegnarvi questo filmatocon l’augurio che ognuno di voi che miha conosciuto possa averlo e conservarloper ricordo. Possa gustarselo nella

tranquillità della propria casa. Possariascoltare le parole della poesia che hodedicato a voi miei fratelli d’America.Possa seguirmi nei miei interventi e possariascoltare le calde parole che il mio cuoreha costruito per voi in piena sincerità.Vi ringrazio per la cittadinanza onorariache mi avete conferito. L’ho molto graditae la conserverò gelosamente.L’asino è felice e orgoglioso del suoviaggio. L’amore per voi tutt i ècondensato nel filmato che oggi vi lasciain ricordo.Vito Dente mi ha regalato, la sera che sonostato ospite in casa sua, il duplicato diun’audiocassetta dell’anno 1977.E’ un servizio radiofonico di Lucio Bascosul vostro paese di San Gregorio Magno.Una registrazione conservata cosìgelosamente di sicuro ha un grande valoreaffettivo.In Canada, nella serata del 22 Settembre,in cui ho incontrato i miei concittadiniitalo-canadesi, ho recitato per i gregorianipresenti una poesia nel dialetto del paese“ Lu riale de lu pezzente”. Un genitore ècorso a casa per ri tornare conun’audiocassetta sulla quale eraregistrata la stessa mia poesia che ioavevo insegnato al figlio, Angelo Duca,mio alunno in San Gregorio, 25 anni fa.Costantino Conte è stato i l fedeletestimone di questa singolare emozione.Riascoltare quella audiocassetta, dopo unquarto di secolo, a migliaia di chilometridalla mia terra, a pieno volume, nel centrodella sala, per me è stato non solo ungrande regalo ma un’autentica sorpresa.La sorpresa ha commosso tutti i presenti.Quella cassetta, conservata ancora oggi,

rappresenta per quei genitori un valoreche mi inorgoglisce.Oggi questo asino a voi lascia un libro eun filmato: i segni del suo viaggio.Riconosce di avere nella sua mente unfanatismo strano: l’amore per la terranatia, ma non se ne dispiace.Un grande della cultura di Buccino alladomanda “ che cosa è il paese natio?” hacosì risposto “Il paese natio è un luogo,ma è anche una dimensione dello spirito.E’ l’aria di cui abbiamo bisogno finoall’ultimo giorno. Ma è soprattutto ilconfine, i l l imite, la frontiera chedobbiamo superare.E tutti voi con il vostro coraggio e spiritod’avventura quel confine lo avetemagnificamente superato. E ha superatola siepe anche l’asino della vostra terra.Ha compiuto un’impresa che nessunasino avrebbe osato fare.Lo ha fatto. Ci è riuscito. Ed è felice. E’voluta essere non una gita di piacere mauna autentica prova d’amore dell’asinodella vostra terra, l’ultimo rimasto in vitache continua a portare nell’animo quelmondo antico e con ostinazione continuaa credere in quei valori.Il filmato che mando in dono è undocumento. Mi voglio illudere chequalcuno lo conserverà a ricordo di unviaggio irripetibile di un asino e che undomani molto lontano possa dire:“ io tengo il filmato dell’asino che vennetanti anni fa in America “.

Io oggi per allora ringrazierò quell’animagentile ripetendo a me stesso “ quantofu bella quella mia pazzia da asino”.

Lascio voi tutti con tanta gratitudine eamore nel cuore. Mario

Cari fratelli gregoriani d’America

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La Voce di Buccino - Inverno 2007 Pag. 11

Mario ringrazia Alfredo e Rina Calisto

Alfredo e Rina Calisto, siete meravigliosi,la vostra accoglienza è stata infinitamentesquisita da commuovere me e Costantino.Poche ore di vita insieme sono servite acostruire l’amicizia per una vita. Sietel’onorevole rappresentanza della nostraterra in Canada.Sono felice di essere stato capace diregalarvi tanta gioia e tanto orgoglio per lavostra terra d’origine. Rina nondimenticherò le tue battute di mano, lesaltate sui piedi, i tuoi occhi scintillanti e lavoce gridante con i pollici puntati in su:Viva Buccino. Sì, Rina tutti noi insieme siamoproprio una bella squadra di calcio. Puoiessere fiera del tuo paese, portatelo nelcuore perché è bello e sta vincendo con ilnostro entusiasmo. Non tardare molto pervenirci a trovare. Mario

Caro Mario,

Non posso fare a meno di farti giungere duemiei righi, come buccinese, dopo che seistato in mezzo a noi. Ho voglia di ringraziartiper quello che hai fatto. E´ davvero unbellissimo regalo.

Sei stato in mezzo a noi per poche ore, maci hai lasciato un ricordo bellissimo, da nondimenticare. Hai un cuore grande e tanta buona volontà che ti spinge a fare tuttoquesto, per gli altri e per te.

Quella sera io volevo che le ore nonpassavano mai. Eravamo tutti contenti astare in mezzo a te. Mi sembrava di trovarminella piazza Mercato di Buccino, e pureeravamo solo quattro Buccinesi, masembrava tutto il paese unito.

Non potrò mai dimenticare la tua venuta.Sto Leggendo il tuo libro ed e moltocommovente. E´ bello ricordare gli annipassati. Saluti a Buccino

Rina Calisto - Toronto

Mario con Rina e Alfredo Calisto

La corrispondenza del l’asino:da e per l’America

Caro Antonio,per via delle diverse pagine già impegnatedalla mia penna su questo numero, nonposso dilungarmi, ma nemmeno possotacere o rimandare al prossimo numeroquello che abbiamo provato insieme.Ripetutamente mi sono detto che il soloincontro avuto con te è sufficiente pergiustificare lo scopo del mio viaggio.L’emozione che sono riuscito a regalare ate, a tua madre, a tutta la tua numerosafamiglia ed a me stesso è qualcosa digrande. Mi fa dire: dovevo farlo.La sofferenza della lontananza che scorrefra te e i tuoi familiari esprime nella suainterezza cosa significa essere emigrato erende l’idea della sofferenza collettiva ditutti coloro che lasciano la propria terra.Ma un animo tenero, debole e gentilecome il tuo, patisce ancora di più.Il calore dei nostri ripetuti abbracci,l’intesa degli occhi, il richiamo a tanteemozioni della nostra terra ci hannospesso unito con l’umidità degli occhi.Ripagante è stata la ricca frequentazioneche ci ha permesso di vederci spessoinsieme e non per incontri fulminei, comeè successo per tanti altri.Ti ho seguito ripetutamente con gli occhisul lavoro, nel tuo parlare e nel tuosignorile relazionare con gli altri.Mi hai riempito di orgoglio, nel cuore diuna New York vertiginosa e frenetica,dove è difficile entrare e ancora di piùfermarsi ed affermarsi.Sei cresciuto molto. Hai acquisito unaindiscussa professionalità e unainvidiabile responsabilità che ti hannoconsentito di meritare la grande fiduciache ti è stata accordata. Ti ho vistovincente e soddisfatto osservarel’ombra di te stesso, ormai così lontana ,nella Buccino di solo pochi anni fa.Adesso sei quasi pronto per un gransalto, così speciale che può farti cambiareper sempre la tua condizione di vita.

Già ti vedo nella gratificante condizionedell’italiano che in America ha trovato lagrande fortuna. Ma a che prezzo ! Tu sei

un fragile, dal cuore d’oro, che vive inconflitto in un’America che lascia pocospazio ai sentimenti.Questo è quello che ti rende ancora piùbello ai miei occhi perché nobilita loscopo del mio viaggio. Sono venuto acercare l’anima bella della mia terra e l’hotrovata soprattutto in te. Tu hai i lprivilegio di esprimerla al massimo grado.Ho vissuto con te delle emozioni chehanno vibrato come note su unpentagramma musicale.Ora ti saluto esortandoti: forza Antonio!Con la sofferenza non si muore, anzi sipuò riuscire a toccare le stelle. Se èsuccesso a me, perché non dovrebbesuccedere ad un’anima bella come la tua.Ti voglio bene. Ti vogliono ancora piùbene Costantino e Rosetta. Il tuo amicodel cuore. Mario

Caro MarioLa tua partenza ha svuotato la casa diCostantino e la nostra. Durante il tuosoggiorno abbiamo goduto del via vai,delle sorprese e delle tante novità. Tiringraziamo dei tanti momenti di allegriache ci hai regalato. A me hanno fattoparticolarmente bene per via di alcunipensieri che avevo nella testa. Mi hannoaiutato a distrarmi. Mia moglie Carrol ognitanto canta quel tuo diridindindì e ci faricordare il tuo buonumore che hacoinvolto noi tutti. Le tue emozioni sonodiventate le nostre emozioni e i tuoisuccessi, i nostri successi. Hai per unpoco cambiato la nostra vita e dopo latua partenza siamo ricaduti nella nostranormalità. L’arrivo del tuo DVD è statauna vera sorpresa. Ci ha fatto rivivere labellezza di quei giorni che ci sono apparsiancora più belli. Se la tua vita è stata sempre così allegra,mi convinco che sei un uomo fortunato.Beato il tuo paese nel quale tu vivi perchéha la fortuna di averti ogni giorno.Non passerà molto e ti verrò a trovare. Mihai fatto sentire la nostalgia dei miei, diTonino Fernicola, di Ernestina e della suamamma, che al momento saluto tantocaramente e appena potremo faremo lorouna sorpresa. Giuseppe Di Leo e Carrol

Mario, Giulia e Francesco Amendola(cumpà Cecca) e Antonio Fernicola

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Natale è sempre un momento particolaredell’anno e lo è anche per LA VOCE DIBUCCINO che in questa occasione cercadi presentarsi ai suoi lettori con una vestediversa dal solito, quasi sempre speciale.Per questo appuntamento anche io misono sentito sempre impegnato ad offriredelle riflessioni pregne di amore fraterno.Quest’anno sono qui con tanta gioia nelcuore. Sono particolarmente felice di poteroffrire un dono singolare, ricco di tanteemozioni. Il mio viaggio in terrad’America. Ho preferito volutamenteattendere questo numero per offrire agliaffezionati lettori i risultati del viaggiocome un autentico regalo di Natale.La liturgia natalizia invita i fedeli cattolicia esaltare lo spirito della fratellanza. Ilviaggio dell’asino è statoprevalentemente questo: la voglia diincontrare i tanti fratelli lontani cheportano nel cuore la nostalgia della terranatia, senza distinzione di provenienza odi regione.La gioia dell’asino ètutta nello spirito dellapoesia in dialettogregoriano che harecitato ai fratell iitaliani in Canada “ Luriale de lu pezzente”.Un asino nella suaumiltà e povertà si èsforzato di regalare ilsuo cuore e diversepoesie della sua terra.Questo regalo è statogradito e ha generato emozioni ecommozioni a catena.

Quando, quattro anni fa, presentaiufficialmente il mio libro, ero fortementeamareggiato per le incomprensioni che mitormentavano sul mio posto di lavoro. Cifu una splendida anima gentile che miregalò unitamente ai fiori questa sorpresa:Mario, sei grande: Ti auguro che questosia solo l’inizio del tuo successo. Ma chedico! … Tu di successi e di affermazioninella vita ne hai avuti già tanti. Questone è stato soltanto l’epilogo. La tua venacreativa è qualcosa di eccezionale chemi viene di paragonarti al Buon Dioquando dal nulla creò il mondo. Sai tirarfuori il bello dalle cose più brutte, saidar significato alle cose più futili.Hai ragione, sei un uomo ricco, di unaricchezza che non è facile accumulare eche nessuno mai ti potrà portare via.

Grazie di esistere. Con tanto affetto Titina Muccione

Questa lettera da sola è bastata a leniretutte le mie ferite.Se oggi la porto alla luce è per unagratificante strana coincidenza. Di ritorno dal mio viaggio ho diviso conil mio amico di sempre la visione delfilmato-documento che ho costruito sullamia avventura in America. Riporto la suaimpressione: Mario ti ho sempreapprezzato per le tante cose belle chehai fatto nel nostro paese, ma questa èparticolare e mi riempie di orgoglio dafarmi dire: Grazie di esistere.

Il mio è stato il viaggio di un asinotemerario, privo di ogni compagnia,nemmeno di un familiare. Ma non mi sonoarreso. Oggi sono a casa mia con un animovincente.Sono qui a entusiasmarmi sul testamento

spirituale lasciatoci da un grande dellanostra Terra, Marcello Gigante. Sono quicon l’umiltà culturale di un asinello a direche ho osato superare il recinto dellanostra “siepe”.Oggi, in questo momento natalizio,l’asino vuole dividere la sua coraggiosaimpresa con gli umili della sua terra e contutti coloro che continuano a credere cheBuccino è un bell’albero secolare, moltoantico, con nobili radici e con dei ramicapaci di produrre favolosi frutti.Posso dire a me stesso che bel Natale einvito gli affezionati lettori a parteciparealla mia gioia.Il viaggio dell’asino in formato DVD è adisposizione di tutti. Può essere richiestogratis alla Voce di Buccino oppuredirettamente al mio indirizzo. E’ unaemozione da non perdere. Una eventualespedizione postale è a carico delrichiedente. [email protected]

Il regalo di Natale dell’asino E-mail dagli USAMarioSono tanto contenta che tu sei stato franoi. Hai portato tante cose belle delpaese, ci hai fatto rivivere tante belleemozioni. Ci hai permesso di vedere itanti cambiamenti nella nostra Buccino.E’ stato commovente rivivere la festadella Madonna.Siamo tutti emozionati di te Mario e tiaspettiamo un’altra volta.Se ci prometti di tornare di nuovo io miimpegno a farmi trovare ancora qui.A Sollenne e a Ermina chiedo che quandopassa la Madonna la salutassero per me.Conservo tanta devozione per laMadonna e amore per il mio paese.Che Buccino trionfi sempre. Buccino hasempre vinto e deve diventare semprepiù bello. Grazie al tuo viaggio è diventatoanche più amorevole.

Maria D’Acunto

La visita di Mario è stata per tutti noiuna vera festa.Io lo considero il nostro caroambasciatore e voglio sperare che Roma,o uffici diplomatici in New York, inCanada gli facciano i giustiriconoscimenti.Al suo entusiasmo aggiunge bravura,dolcezza e tanta amorevolezza.Ha saputo farci vivere belle emozioni. Ciha portati fuori dal nostro torpore e tiratofuori da ognuno di noi ricordi, amore,fratellanza. Ha ri-inventato Buccino.Con i suoi filmati ha saputo commuovercie mi ha reso particolarmente felice nelvedere tanta commozione negli occhi dimia madre.Mi sono ripromesso che se la mammamigliora ancora di un poco il suo stato disalute le regalo un altro viaggio, forsel’ultimo, nella terra che si porta nel cuore.I miei cari saluti a zia Sollenne e Erminia.Tanti saluti a Buccino. Evviva Buccino.Franco Iuorio (figlio di M. D’Acunto)

Mario con Maria D’Acunto e il figlioFrank

Il giornalista Alfonso Ciasca intervista Mario Chiariello

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Una mattina di marzo dell’anno 2005,entrando nello studio di registrazione di miofiglio, incontro Claudio insieme al papà eapprendo con grande meraviglia cheintenzionalmente giungono dal Canada perl’incisione di un CD musicale.Nasce sull’istante la mia curiosità per ilragazzo che vive così lontano dall’Italia conuna passione per l’organetto, unostrumento che produce musicaprevalentemente popolare e meridionale. Le domande di curiosità si susseguono acatena e, fra le tante, spontanea e legittimaprimeggia questa:”a cosa ti serve questamusica in una terra così lontana? “Solo quest’anno ho potuto rendermi contochi è veramente Claudio e cosa rappresentaper la comunità italiana di Toronto.

Bravo Claudio, complimenti! Puoi esseredavvero fiero perché questo meritatoriconoscimento ti viene da un esperto.Complimenti due volte perché dopo avereapprezzato la tua bravura musicale e il caldoapproccio col pubblico, ho provato lasensazione di avere di fronte a me ungiovane suonatore d’organetto della miaterra, dimenticando, come tu puntualizzi, chesei un Canadese.Di fronte al tuo affettuoso invito di venirti atrovare in Toronto, in quel non moltolontano 2005, ho semplicemente sorrisoperché mi chiedevi l’impossibile. Mai avreisupposto che il destino bizzarro avesse inserbo la sorpresa più bella della mia vita.Nel momento del saluto eravamo giàamicissimi.Tu mi hai lasciato la tua bella realizzazionemusicale UN NATALE TRADIZIONALEcon ciaramella e zampogna, ed io il mioamato libro C’E’ UN ASINO CHE VOLA.Uno scambio artistico di musica e poesiache cantano entrambe il calore e l’amoreper la nostra terra italiana.Ripeto, mai avrei pensato che le nostre duediverse espressioni artistiche potesserotrovarsi affiancate per dare vita in terracanadese ad una serata indimenticabile, nonsolo per noi due ma per tutta la comunità diToronto e di riflesso per la gente del miopaese.A sancire la superba straordinarietà dellaserata, in cui ci siamo esibiti insieme, tucon la musica e io con filmati e poesie, èstata la reale presenza del simbolo per

eccellenza di quel grande mondo contadino:“ lu ciucciariello”.La presenza di un asino vero nella sala delClub Fossacesia resterà una pagina di Storianella tua terra, un ricordo indelebile nel tuocurricolo professionale e il regalo più belloper me che ho fatto dell’asino l’emblemadella mia vita.Grazie Claudio per questa favola che haisaputo realizzare in terra canadese.Grazie per il tuo entusiasmo e per la tuagioventù che sono la bella speranza di unafiaccola che continua a tenere in vita lenostre tradizioni italiane.E’ il bellissimo regalo che stai restituendoallo zio di Colliano che per la prima volta,nei tuoi innocenti otto anni, depositò neltuo cuore la passione per l’organetto.Grazie per la grande emozione che hairegalato ad un asino zoppicante della miaetà per averti avuto al suo fianco con la tuavivace freschezza professionale.Grazie per la tradizione della nostra terra checon la tua bravura continui a far brillare.E’ stata una grande gioia scoprirti unimportante punto di riferimento per tutta lacomunità italiana. La fiducia e la stima cheti vengono da questa gente stannoconsolidando in te l’amore e la cultura perla terra dei tuoi genitori.La gioia che tu regali ai tanti italiani chesoffrono del male della lontananza non haprezzo. L’emozione continua che si leggenegli occhi di mamma e papà è il più belregalo che un figlio può offrire ai genitorifieri della propria terra.In questo mio viaggio ho sofferto quandoho incontrato figli di italiani che nonconoscono la lingua dei genitori. Tu, oltrealla lingua, canti la cultura.Mi viene da definirti il piccolo cuoreitaliano in terra canadese.L’asino con orgoglio ti ha tenuto al suofianco. Ti apprezza con tanta commozionenel cuore e ti ringrazia per tutto ciò che fai erappresenti per l’Italia.Ti lascio con l’augurio che le tue solideaspirazioni ti consentano di raggiungereprestigiosi traguardi. Saranno il tuo meritatocompenso, la gioia dei tuoi e l’orgogliodegli italiani in Canada.In quanto a me, asino della miaterra, che ho investito tutta unavita nell’entusiasmare i giovani,sono felice di lasciarti conl’illusione di essere statocapace di depositare nel tuonobile cuore un pezzetto dianima della nostra terra.Grazie Claudio, sei già ungrande, ma aspira a diventaregrandissimo per la gioia di noitutti.Hai con te il tempo, la passione,le capacità e l’incoraggiamentodel tuo pubblico italiano.

Una favola in terra canadese Carissimo Mario,Te ne sei tornato in Italia ma sei semprepresente in mezzo a noi. Ci hai lasciatotanto entusiasmo e tante emozioni chenoi porteremo per sempre nei nostricuori. Hai portato un pezzetto d’Italia qui aToronto in Canada. Ti voglioringraziare per aver accettato il nostroinvito a venirci a trovare in terraCanadaese. Voglio anche ringraziare,in particolar modo, mio zio AngeloStrollo di Colliano perchè per mezzo dilui ho consociuto tuo figlio Danieleove ho registrato nei suo studi i mieiCD musicali. Daniele è una personaeccezionale sia come persona che comeprofessionista. Per mezzo di lui hocosciuto suo papa, Mario Chiariello checi ha fatto trascorrere dei momentitanto belli qui in terra nostra. Io sono Canadese, però sono moltoattaccato all”Italia, la terra di mamma epapa. La sera del 22 settembre, qui aToronto, hai scritto una pagina distoria. Tutti i presenti, mi hannoringraziato e mi ringaziano ancora peraver dato loro questo bellissimoregalo(aver conosciuto MarioChiariello), che tu ti sei ribattezzatocome “Lu Ciucciariello”. Le poesie checi hai narrato e i filmati che ci haimostrato hanno incantato tutt i ipresenti e ti ringrazio per averciregalato una bellissima serata. I mieigenitori hanno letto il tuo libro e neparlano sempre con tutti i parenti edamici. Anzi, papà lo sta leggendo dinuovo e dice sempre che parla di realtà,di sincerità e di storia.Mario, ti lascio con un calorosoabbraccio. Salutami Daniele.Ciao, Claudio Santaluce

Grazie MarioPer averci fatto trascorrere dei momentitanto belli da non dimenticare.Sarai presente nei nostri cuori per ilresto della nostra vita.Ci hai portato tante emozioni e beiricordi.Grazie, sei grande.Federico e Rosa

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In questo scorcio diNovembre quanto èaccaduto in Italiadovrebbe indurre afar sentire la vocedi tutti e a prendereatto delleresponsabilità chela società civiled o v r e b b econsapevolmente

assumersi.I gravissimi fatt i di queste ultimesettimane non possono essere ignorati econsegnati all’oblio, ma meritanoattenzione e riflessione per impedire che“il sonno della ragione”produca nuoviMOSTRI.Mi hanno scosso particolarmente i fattidi Roma: nella storia della Repubblica nonera mai accaduto che venissero assaltatequattro caserme della Polizia di Stato.È domenica 11 novembre.Tifosi avversari si incrociano presso l’areadi servizio di Badia al Pino ed è scontro.La rissa richiama l’attenzione della Poliziastradale dalla parte opposta dellacarreggiata. Un agente spara e unproiettile uccide il giovane romanoGabriele Sandri, tifoso laziale.Il diffondersi di questa notizia scatenadisordini: la comunicazione difetta su tuttii fronti.Gli Ultrà sembrano rispondere ad unpreciso disegno eversivo.Se i poliziotti non avessero ignorato leprovocazioni ci sarebbe stata unamattanza.Con amarezza e sgomento mi viene da direche tutto questo si poteva evitare, sia sequel poliziotto non avesse compiuto ilgesto scellerato, sia se tifosi di squadrediverse, nell’incontrarsi, si fossero strettila mano augurandosi l’un l’altro la vittoriadella compagine migliore, magariconsumando spensieratamente un panino.Ma non è così che è andata e, forse, nonpoteva andare diversamente.A mio parere la mancata costruzionedell’identità soggettiva rende l’individuodebole, vulnerabile, fragile…Gli esseri umani privati dellaconsapevolezza del sé, diseredati dellamemoria e senza alcun patrimonio daonorare e difendere, non hanno mete daperseguire e conseguire e scivolano nelbaratro esistenziale.Nel “branco”, al contrario, prende formauna identità collettiva, tossica, atipica e

malata che si estrinseca con l’azionevandalica, il cinismo, la ferocia e laviolenza più efferata.L’assenza di valori etici narcotizza edespropria le coscienze, non permette diconsiderare “prezioso” il dono della vitapropria ed altrui, non consente diapprezzare l’insostituibile ricchezza della“diversità” e considerare fortificazione dise stessi “la sconfitta”.Sul filo di queste riflessioni spero che tuttiri tornino alla ragionevolezza, perconsentire, finalmente, al fiore disbocciare dalle sabbie aride del deserto...per concretizzare il miracolo della rinascitadelle COSCIENZE, il ripristino dellaRAGIONE.Occorre abbandonare la barbarie e uscire,quindi, a “riveder le stelle”.E similmente alle stelle brillano gli occhidi tutti i bambini del mondo quandoprovano la gioia di dare un calcio ad unpallone, magari costruito con materialepovero, come i grandi campioni facevanonella loro infanzia.Questa è l’emblematica immagine in cui siriflette il calcio pulito!La sua alta valenza educativa non puòessere oltraggiata dai sassi nelle taschedei tifosi e soffocata da spirali di violenza,perché il calcio sano unisce e non divide,istruisce alla pace e non alla guerra, èponte fra i popoli e le culture, nel rispettoagonistico.Mentre scrivo il Natale è alle porte e atutti i lettori di questo giornale, anche aquelli d’oltreoceano, desidero formulare ipiù fervidi auguri.Al Direttore Angelo Imbrenda,unitamente agli affettuosi auguri di ognibene, esprimo immensa gratitudine peraver consentito anche alla mia voce di farsisentire.

Caro Mario,nel ricambiare gli auguri, lascia che siaio a esprimerti immensa gratitudine perconsentire a me di pubblicare questa tuabella e illuminante riflessione. Quandoho la possibilità di pubblicare sullaVOCE articoli scritti dai giovani mi siapre il cuore alla speranza. Quandoquesti articoli tracimano di tantasaggia ragione la speranza si trasformain certezza. L’Italia ha ancora un futuroperché, agli ultrà del tifo demenziale chesi trasforma in atto delinquenziale, puòcontrapporre questo fiore di gioventù.Grazie a.i.

Dopo la follia di domenica 11 novembreCERCASI RAGIONE DISPERATAMENTE…

di Mario Panzarella Trimarco

Da venerdì 9 novembre2007 e per tutta lasettimana, presso il Cine Verdi di via BravoMurillio ,28 di Madrid è stato proiettatoil corto del regista ventiseienne AntonelloNovellino (Salerno/ITALIA)

DIETRO LE COSE-detras de las cosasun corto con tematica sociale attuale:la bulimia.

SINOSSI: il vuoto bisogna riempirlofino a sdoppiarsi . . . trasfigurarsi /trasversalmente ...riempire buste diplastica, riempire una vita di plastica...cibo.. . colori di ortaggi,verdure efrutta.. .ritualità bulimica ossessivacompulsiva che solo uno scrosciod’acqua può lavare via per poiricominciare.... dietro le cose... dietro leporte...Da vedere fino alla fine. I titoli sonoingannevoli.Hace falta l lenar el vacío hastadesdoblarse. . . Transfigurarsetransversalmente... Llenar bolsas deplástico, llenar una vida de plástico...Comida... el color de las hortalizas, de laverdura, de la fruta... El rito obsesivo-compulsivo que sólo un torrente de aguapuede lavar para después volver acomenzar... detrás de las cosas... detrásde las puertas...E’ molto valida e utile l’iniziativa deigestori del Cine Verdi ,di proiettare uncorto davanti ai film in programmazione,è una giusta vetrina che omaggia giovaniregisti che altrimenti dovrebbero affidarsisolo ai festival!Fare un cortometraggio richiede lo stessoimpegno e sintesi di capacitàcomunicativa alla pari dei lungometraggi.I corti sono prove di iniziativa e coraggioper i giovani che non hanno ancora “gancio” con le grosse case di produzioni.Tutti i grandi registi hanno iniziato con icorti che poi a successo raggiunto sono“chicche di talento” pregnanti di veritàcreativa /artistica .Oggi tutti con i mezzi tecnologici possonofare un corto, ma di pochi è il futuro daregista!

Giovani registi cresconoAntonello Novellino

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Le emozioni sono importanti nella vita diognuno di noi, provare emozioni oggidiventa sempre più raro, siamo totalmentepresi da una vita non vita e c’illudiamo divivere, in realtà sopravviviamo.Le chiese moderne, come le casemoderne, non mi invitano ad entrare, nonmi parlano al cuore, non mi creanoemozioni. Il mio cuore “antico”vive diricordi che solo le antiche pietre fannoriaffiorare. Il moderno, quando visito unacittà, non mi emoziona, anelo il nucleoantico. I palazzi antichi mi parlano, mifanno vibrare, mi raccontano il passato em’invitano ad entrare.Ogni volta che vedo una chiesa moderna,entro per un’esigenza dello spirito, manon riesco a pregare, non riesco aritrovarmi.Per caso, mi sono trovata a “Romagnanonuova”, davanti alla nuova chiesa. Hoguardato la facciata e sonoentrata…Appena sono entrata ho provatouna grand’emozione. Il mio sguardo si èrivolto all’azzurro del cielo ed insieme allenuvole hanno portato la mia preghierafino a Dio.La chiesa è dedicata alla Madonna delRosario ed è piena di simboli nascosti aiquali Don Giovanni, ha risposto inmaniera esauriente a tutti i miei perché.Sulle arcate sono scritti i titoli principaliche sono stati dati alla Madonna nelcorso dei secoli. Sotto il cielo ci sonodegli affreschi dove sono rappresentati itre titoli che oggi vengono dati allaMadonna: Mater f i l ia dei,Sponsadei,Mater dei. Sul presbiterio c’é

l’apoteosi della Madonna, la SantissimaTrinità che incorona la Madonna.Gliaffreschi sono stati eseguiti da AlbertoForlenza, Mercurio Vito, Mauro Trotta eAdele Ruggiero L’altare è un troncosecolare di ulivo donato da un fedele diRomagnano al Monte. Dietro l’altare c’èun quadro della Madonna di Pompeicircondata da tanti cerchi, in ogni cerchiosono stati dipinti i misteri del Santo rosarioda un noto ceramista di Vietri sul Mare edonati dalla signora Falcone. Sulla destra,il battistero di marmo scultoreo di Carrara,dalla forma ottagonale. Dietro c’è ilmosaico di San Giovanni Battista e lacolomba sembra volar via dal dipinto,realizzata da una mosaicista buccinese,Carmelina Capua. La mia attenzione èstata catturata dalle stazioni della viaCrucis dipinte in tutta la loro essenzialità,umanità e divinità. Volti semplici, scavatidalle rughe del tempo e immersi nellospazio presente.Non volevo più uscire da questa chiesa:tutto mi parlava al cuore e mi provocavaemozione. Come mai? Dopo un po’ hocapito che il sacerdote, l’architetto Grippo,l’impresa edile, i pittori,la mosaicista e iceramisti hanno lavorato all’unisono percreare una chiesa. Concettina Cariello

G r a z i eall’amministrazionec o m u n a l e ,quest’anno, per laprima volta, si èsvolta, nella chiesadi S.Antonio Abatedi Buccino, una

manifestazione che, con l’assegnazionedel “Premio Marcello Gigante”, ha volutoricordare la persona del nostro illustreconcittadino, Marcello Gigante.Un video ha ripreso i momenti più salientidella sua brillante carriera, suscitando neipresenti, forti emozioni, intensificatedall’intervento del vincitore del premio,Prof. Arrighetti che ha ripercorso momentidi vita trascorsi con il grande professoreMarcello.I nostri ricordi di questo piccolo grandeuomo risalgono alla nostra infanzia: miozio, Costantino Cariello, suo alunno,parlava sempre del suo grande professorea me e sua figlia Dina. Nutriva verso di luiuna grande venerazione ed ogni volta che

ci parlava di lui la sua emozione sitrasmetteva a noi. Ci riferiva della suagrandezza e di quanto aveva dovutolottare per farsi strada: figlio dicommerciante inserito nell’ambienteaccademico dell’epoca! Non riuscivamoa frenare la nostra commozione, quandocon altrettante commozione, parlava deldolore di Marcello per la morte prematuradel figlio Mauro. Sapevamo così tanto dilui che quando finalmente riuscimmo astringergli la mano provammoun’emozione grande e ritrovammo quelgrande uomo. Quando ascoltammo unasua conferenza a Buccino riuscì a farcicapire tutto nonostante la nostraignoranza in materia. Rimanemmoincantate perché ci rese semplici anche lecose difficili. Ricordarlo oggi a tutticoloro, che non l’hanno conosciuto è undovere perché come lui ebbe a dire “I vivisono vivi,ma i morti non sono morti”

Dina e Tina CARIELLO

Gentilissime Dina e Tina Cariello,partecipo alla vostra gioia perché comevoi dite: “ Grazie all’amministrazionecomunale, quest’anno, per la primavolta, si è svolta, nella chiesa diS.Antonio Abate di Buccino, unamanifestazione che, con l’assegnazionedel “Premio Marcello Gigante”, havoluto ricordare la persona del nostroillustre concittadino, Marcello Gigante.Non è stata la prima volta però. Sia aBuccino che fuori si sono tenutemanifestazioni in suo onore. Per lacronaca, il 30 novembre 2002, ad un annodalla scomparsa del nostro illustreconcittadino, si tenne unacommemorazione presso il LiceoASSTEAS indetta dall’AmministrazioneComunale di Buccino e in contemporaneama non concordata,una manifestazione aRoma indetta dall’Associazione Buccinesinel Mondo e da La Voce di Buccino (cfr. ilnumero Inverno 2002 de La Voce).Successivamente a luglio 2005 la stessaassociazione e il periodico istituirono il “1° Premio Marcello Gigante” da assegnaread una personalità di origine Buccinese.Questo premio è giunto alla terza edizionema non porta più il nome del nostro amatoconcittadino per un vizio di forma da noicommesso. O, sarebbe meglio dire, perchéi gendarmi della memoria volceiana hannoposto il loro niet. Siamo costretti quindia conservare la figura di Marcello Gigantenel nostro cuore come dei carbonari. Ungiorno, forse, sarà concesso anche a noidi onorarLo. a.i.

IL MIO CUORE ANTICOIN UNA CHIESA MODERNA

In memoria di un Uomo

La nuova Chiesa di Romagnano

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Quanto è lontano ilNatale di oggi daquello dicinquant’anni fa osu di lì. La festa piùattesa, l’occasioneunica per godersi

la serenità familiare,il focolare domestico,dimenticando gli impegni, le corse e gliaffanni della vita di tutti i giorni, si vaconcitando, riempiendosi diappuntamenti previsti e imprevedibili.Gaetano Afeltra, conoscitore dei vizi edelle virtù meridionali, scrive che al Sud iriti legati all’Avvento ancora resistono aimutamenti di costume. Leggiamoloinsieme per renderci conto che se questoè vero, è pure innegabile che essi hannoperso la genuinità per ibridarsi emoltiplicarsi in cento rivoli.“Già da metà novembre i ragazzi suibanchi di scuola pensano alla lungafesta di Natale…” Gli studenti, oggi, nonhanno tempo per desiderare quel lungoperiodo di riposo, indaffarati come sonoad acchiappare a volo l’occasione buonaper organizzare scioperi e cortei e poi, tranovembre e dicembre attecchiscono benei bigattini nelle aule e nei corridoi,l’occupazione e l’autogestione hannobisogno di una rivisitazione, le assembleedi Isti tuto, se funzionano, vannosurriscaldate. Forse, sono solo i ragazzinidelle materne e delle elementari a sentiremaggiormente l’atmosfera festiva, presidai” lavoretti “ e le recite in costume.“Durante le ore di lezione saleall’improvviso il suono deglizampognari venuti dai montidell’Abruzzo, suono che ci fa diventarepiù buoni”. La musica di ciaramelle nonmanca, ma ora è mixata a quella dei BabboNatale in carne e ossa o automi che dentroe fuori le vetrine fanno Nataleraccogliendo fondi per il Terzo Mondo, omeglio per associazioni fantasma. Qualeoccasione migliore per fare beneficenzache la festa della bontà per antonomasia.Sono stati i poveri i primi ad essereraggiunti dalla buona novella e ce loricorda quel mondo cosmopolita delpresepe fatto dal pastore Benino, dalloschiavo orientale e dal servonordafricano. E ce lo ricordano imendicanti che diventano più numerosiproprio nelle ore di punta e nelle stradepiù affollate, proprio quando si fashopping, così il golfino di cachemire100% e la borsa di Cavalli devono essereintossicati. Sì, ma il turbamento dura

poco, giusto il tempo di mettere mano alborsellino, di Gucci naturalmente.Ah gli zampognari! Partono ancora oggida Colliano o da San Gregorio Magno, masono anche loro così impegnati per le loroperformance che non hanno neanche iltempo di togliere il jeans e indossarel’abito da lavoro, quel caratteristicopantalone di fustagno o di velluto acostine piccole piccole, dove la polveredella mulattiera ben si annidava.“Le mamme si affacciano… per buttarele monetine che i ciaramellari nei lorocostumi montanari, raccolgonoringraziando e togliendosi il berrettonedi pelo volpino, con un gesto digratitudine e di rispetto”. Le monetine?Già prima dell’arrivo dell’euro per pochiminuti di canto e musica dall’ariaimprovvisata, le tariffe erano esagerate.Manco se questi nostri zampognarifossero i maestri della Filarmonica diVienna. Per sentirli a buon prezzoconviene fare un preventivo e uncontratto verbale.“Cominciano i preparativi per il presepe:sughero o cartapesta?. Spessol’incertezza dura giorni. Se ne parlanell’ora di cena. E’ un parlare dolce,pieno di tenerezza, familiare…” Nellenostre case non esistono i dialoghi allaDe Filippo e i monologhi di casa Cupiellosono completamente ignorati. Altro chepresepe, i nostri figli devono partire perla neve, o meglio per i paesi caldi, perché“Natale al caldo e Pasqua al freddo”, epoi occorre rinnovare il guardaroba,organizzare il veglione,mentre la poveravecchia tombolata, di sicuro non esistepiù. Il presepe, però si deve fare, lofaranno le nonne o le mamme, quellebambine degli anni 50 o su di lì, chedevono decorare anche l’albero. Perchéquando marito e figli entrano in casa, tuttodeve essere immerso nell’atmosferadell’Avvento. Così le decorazioni simoltiplicano, nascono nuovi puntivendita, si aprono i mercatini di Nataleper addobbi che di tradizionale hanno benpoco. Ora vanno di moda pallinepatchwork, stelline di pasta di sale e dimais, carta e cartoncino, rame e alluminio,nastri e paillettes e il Made in Chinadilaga. A dire il vero, ora fa chic la Nativitàvestita, costa cara, ma almeno non sisporca la casa armeggiando con i giornalivecchi, la colla di farina e il muschio umidodi roccia.“Intanto le vetrine si arricchiscono digiocattoli…” Sì, giocattoli, pacchi e

pacchetti, perché a Natale dal momentoche siamo più buoni siamo anche piùbambini. In questo scambio dei doni aparenti, amici e conoscenti restiamotradizionalisti e ci vogliamo sentire comei re Magi che portarono oro incenso emirra al Bambino Gesù.“Il pranzo di Natale è l’impegnomaggiore: dalla sua consistenza, dalnumero delle pietanze, dalla varietà deicibi si misurano il peso sociale e lecondizioni di famiglia”Caro Afeltra, questo pranzo di Natale sucui hanno scritto pagine bellissime M.Serao, S. Di Giacomo e G. Marotta è forseuna delle poche cose che col passaredegli anni non ha perso né peso né misura,anzi è tracimato. Il capitone si è portatoappresso il salmone affumicato el’aragosta, e la minestra maritata si èaccoppiata pure con l’arista al pepe verde.La radicata consuetudine di celebrare ill ieto evento intorno a una tavolaimbandita ci fa sentire veramente cheNatale esiste. Siamo proprio noi i pastoridel diversorium che si agitano vestiti afesta nell’opulenta taverna del presepe.E proprio noi tra Lambrusco e Moet &Chandon, tra trionfi di frutta, dolci everdure ci sentiamo i veri modelli deimastri pastorai. Non di quei pastorai diultima generazione che contaminano ilpresepe con Madonna, Bush, Berlusconio il compianto Mario Merola, ma i mastridella scuola di Sammartino. Quelli deiMusei.E che dire della processione di mezzanottecol Bambinello sul cuscino di raso rossoche doveva fare il giro attraverso tutte lestanze, anche la cucina ancora impregnatadel puzzo di frittura? Questa passeggiatasacra al canto di Tu scendi dalle stelle èd’obbligo a casa mia da sempre, ma annodopo anno mi rendo conto che a stonaree a “processionare” sono solo io, e mancotanto convinta. Perché l’ora dellaprocessione, stranamente coincide con ladifficile digestione e con l’invio degliSMS che non possono essere prorogatidi un solo secondo.Questo tu per tu con Afeltra che è poi untu per tu con il nostro passato ci porta aconsiderare che il tempo passa, leconsuetudini pure, ma occorre fermare lasacralità del Mistero, almeno dentro dinoi. Approfittiamo del rinnovarsi delmistero della vita, della vita dell’uomo, delclima dove il sacro ben si fonde colprofano, dove si respira un’aria dibuonismo tra sincerità e ipocrisia efacciamoci un “Buon Natale”.

Maria Rosaria Pagnani

Mo vene Natale…

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Quando la Voce arriverà nelle case di tutti ibuccinesi il campionato di secondacategoria al quale partecipa la nostraBuccino-Volcei sarà giunto presumibilmentealla nona giornata.Non possiamo aggiornarvi in tempo realesulle vicende calcistiche che ci stanno piùa cuore , non coincidendo le cadenzesettimanali degli incontri con quelletrimestrali del giornale .Siamo però consapevoli che soprattuttoper i non residenti anche notizie nonpuntuali saranno in ogni modo apprezzatee accolte con entusiasmo, tenendo contoanche delle conferme che la nostra equipesta ottenendo in questa prima fase.Alla sesta giornata disputata il 2/12/2007,in sintesi i risultati ottenuti sono i seguenti:3° posto in classifica con 11 punti a 5 puntidalla prima , frutto di tre vittorie (Ricigliano,Chieve, Colliano), 2 pareggi (Tanagro-Gregoriana e San Michele Olevano) ed unasola sconfitta alla seconda giornata controil Quadrivio Campagna;2° miglior attacco con 15 goals segnati;8^ difesa con 7 reti subite.La convinzione di essere sulla buona stradasi basa su considerazioni di ordine tecnicoe societario.FATTORE TECNICO:l’allenatore Mauro Salvatore, purdisponendo di una vasta rosa di giocatori ,ha ritenuto di non cedere alle tentazioni delturn over ( tanto di moda nel calcioprofessionistico) e ha dato alla squadrauna ben definita fisionomia tecnico/tattica;nelle sei gare fin qui disputate sono bensette gli “Inamovibili” : Cervino (portiere),Del Chierico, Freda e Salzano (difensori ecentrocampista), Grillo, Forlenza e Candela( centrocampista e attaccanti).Questa continuità negli uomini impiegati èalla base di una indiscutibile continuità direndimento e risultati : difesa solida ( maprobabilmente ancora da registrare, datoche la media di goals subiti è di 1.16),centrocampo propositivo e attacco prolifico( due goals e mezzo ad incontro) , conForlenza e le sue 5 segnature sugli scudi.Riteniamo che lo schema adottato possaessere un canonico 4-4-2, ma di questo edaltri aspetti squisitamente tecnici neparleremo in una prossima occasione e solo

dopo un’ampia intervista che ci proponiamodi realizzare con il mister.

FATTORE SOCIETARIO:l’organigramma della società , vasto dalpunto di vista quantitativo e convincentedal punto di vista qualitativo, assicura unafattiva e dinamica organizzazione ,indispensabile per raggiungere gli obiettiviprefissati.L’ottimo presidente geometraGerardo Murano, fin dall’inizio dellanostra collaborazione (ci sentiamosettimanalmente per commentare le partitee puntualmente mi invia i relativi tabellini)ha sempre manifestato una incrollabilefiducia nella missione intrapresa , convintodi aver allestito una compagine capace diriportare Buccino al traguardo più ambito ,consono alla sua storia e alla passione concui la squadra è seguita dai tanti volceianisparsi nel mondo.Nell’incontro della 6 ^ giornata con il SanMichele Olevano, terminato 3 a 3, al primogoal della squadra di casa, il Buccino Volceiha replicato portandosi all’inizio dellaripresa addirittura sul 3 a 1: siamo statiriacciuffati solo a 4 minuti dalla fine , pergiunta su un calcio di rigore che agliosservatori più obiettivi è sembrato per lomeno generoso.Che il Palazzo (anche quello “modesto” delcalcio di provincia) possa avere delleantipatie è plausibile, ma siamo convinti chei valori umani e sportivi dei nostri atletiavranno la meglio e condurranno i nostricolori a conquiste importanti.Le prossime tre giornate vedranno sulsintetico campo “Paolino Via” di Buccinol’Arci Postiglione (ttualmente sesto) e ilReal Palomonte (primo in classifica) e tra ledue partite casalinghe la trasferta contro ilPugliano ( fanalino di coda a zero punti).Riteniamo che la sfida con gli attualicapolista, da disputare tra le mura amichecon il sostegno dei nostri supporters, possarappresentare un punto di svolta decisivo:di più non diciamo, e vi diamo appuntamentoalla prossima Voce di primavera,augurandoci di ritrovarci con ottime notizie.Buon Natale e Buon Anno agli sportivi e aibuccinesi tutti. Carmine Genetiempo

Buccino-Volcei si fa onore in seconda categoria

MILANO - Nils Liedholm (nato aValdemarsvik, 8 ottobre 1922 e morto il 5novembre 2007, come già riporta il sitowikipedia da cui è tratta gran parte di questabiografia) è stato un ex calciatore e allenatoredi calcio svedese. In Italia era statosoprannominato «Il barone».

Dal 1942 al 1949 disputò sette stagioni nelcampionato di calcio svedese, poi si trasferìin Italia nelle fila del Milan dove rimase finoal ritiro agonistico nel 1961, totalizzando 359presenze e 81 gol. In maglia rossonera fuaffiancato dai connazionali Gunnar Gren eGunnar Nordahl, con cui formò il trio Gre-No-Li. Vinse quattro scudetti e due CoppeLatine. Con la nazionale svedese vinse lamedaglia d’oro alle Olimpiadi del 1948, egiunse secondo ai mondiali del 1958 in casaalle spalle del Brasile.Dopo aver smesso di giocare a 39 anni, ilBarone, nel 1963 divenne allenatore. Lesquadre da lui allenate furono il Milan, ilVerona, il Monza, il Varese, la Fiorentina ela Roma. Da allenatore vinse due volte ilcampionato italiano di calcio, con il Milannel 1979 e con la Roma nel 1983. Dopol’ultima stagione da allenatore nel 1996-1997,passò al giornalismo come commentatoresportivo. Negli ultimi anni Liedholm eraproprietario di un’azienda vinicola aCuccaro Monferrato. Quando decise divenire a giocare in Italia, una leggendavuole che dicesse al padre «Tranquillopapà, un anno, massimo due e poi torno» .Una curiosità: Nils Liedholm è raffiguratosulla prima copertina dell’album “CalciatoriPanini”.

I Campioni del Calcio

La scomparsa di Liedholm

Il vecchio campo di calcio “Quintino DiVona” di Largo Pescara.La Buccinese degli anni ‘50 allenata damister Genetiempo a destra nella foto.Nel riquadro Menotti Landolfi recente-mente scomparso.

Liedholm e Puskas

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Le nostre parole sono spesso prive disignificato. Le abbiamo consumate,estenuate, svuotate con un uso eccessivo,spesso inconsapevole. Le abbiamo resebozzoli vuoti.Dovremmo rigenerarle, restituire loro senso,crearne di nuove che abbiano consistenza,colore, suono, odore. Ma quale parola potràmai sostituirsi a memoria, amicizia, dolore.Quali parole potranno mai raccontare ilgarbo gentile, l’entusiasmo dirompente, lasodale amicizia di un uomo che haattraversato il suo tempo con una levitàsorridente, credendo nell’onestà e nelrispetto.Come spiegare a chi legge la costanzanell’impegno quotidiano, l’inestinguibiledisponibilità verso i suoi ragazzi, quelli coni quali da giovane ha condiviso polvere esudore e le migliaia che ha allenato conpassione di padre e di sportivo, ai quali hainsegnato che giocare il calcio significastare insieme per divertirsi, crescere,diventare adulti. Ditemelo, ve ne prego, seci sono altre parole, che io possa scriverleper lasciare, anche nella memoria di chiquest’uomo non ha conosciuto, l’orma fortedi lui che nel suo tempo ha portato i valoripiù antichi e più autentici dell’umanità.Per quest’uomo io piango, perché l’hoperso.Per quest’uomo io sorrido per averloconosciuto, per aver ricevuto il donoinestimabile della sua rasserenante amicizia.Da bambini siamo diventati uomini insieme;da uomini abbiamo vissuto un’amiciziaprofonda e piena di pudori, perché taluniuomini non sanno confidarsi con le parole,preferiscono il silenzio, certi che l’amico diquel silenzio saprà cogliere ogni respiro. Ciunivano sogni e ricordi, speranze e rimpianti,convinzioni e delusioni, la reciprocacommozione al passaggio della Madonna

Pelè, per semprela prima domenica di luglio di tutti gli annidella nostra vita insieme, tutto quanto èbastevole a fare dell’amicizia un fattoesistenziale.Ma il mio amico se n’è andato, e la suaassenza è uno strappo dell’anima.Noi lo chiamavamo Pelè per la suacarnagione olivastra.Lo chiamavamo Pelè per quella micidialepunizione “a cupp’tiell” che intimidivaanche i portieri più inviolabili.Lo chiamavamo Pelè perché giocava conamore.Lo chiamavamo Pelè per il suo coraggio. Aquindici anni gli fu riscontrato un leggerosoffio al cuore con divieto assoluto apraticare sport. Quel soffio per mezzosecolo è stato il suo inno al calcio.Lo chiamavamo Pelè perché era un grande.All’anagrafe dei mortali il suo nome eraGiuseppe Imbrenda.A quella degli immortali resterà Pelè, persempre. Enzo Landolfi

Il numero di autunno dellaVoce mi è sembrato un veroe proprio bollettino di guerra,quella guerra che noi tutticonduciamo tra sorrisi elacrime, accettandougualmente vittorie esconfitte.Tanti erano gliarticoli che ricordavanopersone care che non cisono più: ne ho contatealmeno una decina in questatriste contabilità degli affettiperduti. Provando a farmiforza, consapevole della

ineluttabilità dei fatti legati alla nostracaduca condizione umana, ho ricevuto unainattesa telefonata con la quale il nostrocaro direttore Angelo mi avvertiva dellarecente scomparsa di un fraterno amico, diun mio “ragazzo” della Buccinese 1951/1952, del portiere per antonomasia delnostro calcio di fatica e lealtà : GiuseppeAntonio Volpe, per tutti i buccinesi Zi’Capicchio. Ho avuto la fortuna dicondividere con lui amicizia e passione perlo sport, per due anni ne ho ammirato ledoti calcistiche straordinarie, un uomo edun professionista esemplare in un piccolopaese di provincia che ritornava alla vitadopo la guerra attraverso le gesta epichedei suoi piccoli grandi eroi del pallone.Ecosì, l’inevitabile sconfitta di questaluttuosa notizia mi ha fatto rivivere in unattimo le tante vittorie della nostra gioventù,povera di ricchezze materiali ma ricca ditesori umani e morali inestimabili:ieri conl’anima ero di nuovo lì nel campo sportivodi allora, il glorioso “QuintinoDi Vona”, dove io e Zi’ Capicchioingaggiavamo la nostra gioiosa battagliacon la sfera di cuoio.Il tepore del sole chesorgeva e il chiarore della luna che nascevascandivano gli orari dei nostri massacrantiallenamenti nelle due estati dei nostriindimenticabili venti anni : ho rivisto Zi’Capicchio madido di sudore ma sempreinstancabile nell’eseguire gli esercizi che gliproponevo per farlo diventare quello cheera , un portiere da Serie A.Ho rivisto lepiaghe sui fianchi e quelle sui gomiti, che icampi di calcio non erano soffici e curatimanti erbosi, ma terre inospitali di polvereed arida creta sulle quali il nostro portierenon si stancava mai di planare perdifendere la sua porta dagli attacchiavversari.Ho rivisto Zi’ Capicchio serio esorridente, mai un lamento , mai un cennodi insofferenza o di fastidio per le prove cuilo sottoponevo e per la durezza degli scontricon gli attaccanti “nemici”.Ho rivisto i suoileggendari voli tra i pali di tutta la provincia, con la gloriosa maglia della nostra gloriosaBuccinese.Anche ora hai voluto spiccare ilvolo , questa volta verso una meta piùalta , ma continuerai a parare come Diocomanda anche lassù : ti ricorderò, tiricorderemo sempre, grande Zi’Capicchio. Ai familiari ed agli amici, tutto ilmio sincero affetto. C G

Zi’ Capicchio , un portiere in Paradiso

Ad un anno dalla scomparsa a Salernodi Francesco Catone La Voce diBuccino lo ricorda con queste paroletratte dal libro C’era una volta... Ilcalcio a Buccino“(Ciccillo r’z’noria)Francesco Catone (z’noria) ha giocato amediano nella buccinese dei primi anni’60. Era un mediano di quantità più chedi qualità. Alla mancanza di una tecnicaraffinata sopperiva con una volontàindomita. Aveva due polmoni chesembravano due mantici, e due piediche sembravano due falcioni. Quando icampi erano pesanti per la pioggia e siaffondava nell’argilla del nostro campodi largo Pescara, entrava in azione lui.Metteva in moto il suo motore diesel epartiva con il piede-falcione. Trascinavacosì la squadra in attacco o faceva daargine in difesa. Solo che non sempre icampi erano pesanti e sull’asciutto avevaqualche problema.————————————————

Si è spenta il 26 novembre a SalernoIns. Maria Cerulo in D’Acunto

Al marito Buonaventura, al figlio AngeloRaffaele, ai cognati e ai parenti tutti ilcordoglio dell’Associazione Buccinesinel Mondo.————————————————Si è spento in Treviso il 5 dicembre 2007

Dott. Vincenzo Via(Questore in pensione)

Alla moglie Ivana Medaglia, ai figli Fabioe Giusy, la sorella Maria e ai familiari tuttile condoglianze de La Voce di Buccino edell’Associazione Buccinesi nel Mondo.

REQUIESCANT IN PACE

Peppino Imbrenda e Enzo Landolfi

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C’era una volta ilrock. E i suoiseguaci: lagioventù.C’erano una volta lerock star e i poster,che tappezzavanole mura dellecamerette.

C’erano una volta personaggi vestiti ametà che suonavano musica distorta. Etanta, ma tanta armonia nell’aria…Intraprendere la via del rock&roll stylenon è mai facile. Bisogna avere un grancuore, molta determinazione,devozione…e anche tanta pazienza control’ignoranza del prossimo. La Musica è ladea, il palco è l’altare e Keith Richards èla guida spirituale.Come tutte le cose belle, il rock&roll styleti prende alla sprovvista. È una cosainnata, in realtà. Ma serve un atto di forzaper far sì che esca fuori. Così si fluttua inun mondo irreale per circa 12-13 anni, finquando ti capita di ascoltare Slash e iGuns n’ roses che pompano nelle cassedello stereo di qualcun altro. Il cuorerallenta, si ferma, poi ricomincia a pulsarecon nuovi ritmi e dopo quel giorno non siè più gli stessi. Dopo qualche tempo sivede le cose in modo diverso. Siassimilano nuove verità che spesso nonsono piacevoli, e si viene invasi da uncalore che non riscalda, ma brucia. Iniziaun’infinita serie di domande senzarisposta. Una strana ricerca di qualcosache non esiste. Di cose astratte. Pace.Amore. Uguaglianza.È come un’iniziazione. È capitato anche ame. Ma nel momento in cui ho iniziato adar fastidio (senza che me ne rendessiconto, giuro!), proprio quelli che ai lorotempi furono seguaci degli Stones e degliEagles m’hanno detto: “stai diventandotroppo ribelle!”Wow!Finalmente ho scoperto come sisentirebbe un elefante in una cristalliera.(non troppo bene direi)Io non mi sento un ribelle. Ho solo pauradi svegliarmi domani in un mondo dove ifilm di Quentin e Stanley (Tarantino eKubrick per la cronaca) siano sostituitida un’infinita serie di trilogie alla Federico

Moccia. Non che non lo stimi. Ma è unpo’ banale! È fighissimo scrivere sui muri“io e te, 3 metri…”(N.B. è punibile dallalegge, non fatelo!!). Ma ha influenzato inmaniera negativa i ragazzi. Tutti a fare lastessa cosa, come un gregge. Ormai èsuperato, raga…Scamarcio ha fatto altrifilm (almeno credo). E poi scusate, comepuò una ragazza considerarlo un gestod’amore. Ce n’è talmente tanti ingiro…Non è originale. Se fossi una ragazzapretenderei di più dalla mia Lei (non è unerrore, sono convinto che se fossi donnai miei gusti sessuali tenderebbero lostesso verso l’universo femminile).Così non va tanto bene…Equivale a giraretutti con gli stessi vestiti e, non fosse perle taglie, ci mancherebbe veramente poco.La cosa bella è che al Liceo mi sonotrovato a fare un discorso simile con degliamici a dei novellini. Ma la loro opinioneè stata la seguente:”siete troppo ribelli!”(Cavolo…sto iniziando a crederci sulserio a sta cosa)Ma allora se quelli che ieri hannoinventato la ribellione (e la facevano sulserio), oggi fanno i lord e puntano il dito;quelli che oggi dovrebbero ribellarsi sonofigli dei lord e puntano il dito; noi chesiamo nel mezzo…cosa siamo?Che siamoribelli lo abbiamo capito. Ma qual è ilpunto in comune che permette a certepersone di classificare i ragazzi come tali(ribelli,intendo)?Non credo che sia la solamusica rock!Ma siccome anche i “ribelli” possiedonoil dito indice, tanti hanno deciso dipuntarlo verso l’alto (in senso gerarchico/politico) e hanno deciso di fare ciò che faun ribelle che si rispetti, accusando, cioè,chi ci vuole tutti con la stessa uniforme(come nella Cina di Mao), con la divisagentilmente offerta da Baci&abbracci,eccetera, eccetera…Ma restano pursempre pochi e nemmeno tanto convinti,e le loro buone intenzioni sono espostenel modo sbagliato.Il fenomeno “ribelli” è dunque indiminuzione. Già nella classe ’88 c’è statoun leggero flop,e anche nelle annateseguenti, ma nessuno ci fece caso. Finquando io stesso mi accorsi che sui muridella scuola (lieve forma di vandalismo,che abbiamo fatto tutti), invece che i soliti

bei scarabocchi, c’erano un inno allaguerra e una svastica.Da quel preciso istante ho comel’impressione che ci sia qualcosa dimalvagio nell’aria. Quella sana rabbiaadolescenziale sta lasciando spazioall’apatia, o va ad alimentare dellecavolate. Non è che prima si era tuttiGhandi o “Che” Guevara, ma almenoerano in molti ad avere più buoneintenzioni. E tra gli intenzionati saltavafuori qualcuno che parlava meno e agivadi più. E il gioco era fatto. Adesso vedomolto egoismo e rassegnazione. Non vabene.Merito di Federico Moccia?No. Merito diun sistema che ha fatto di tutto per isolareil fenomeno “ribelle”, e ora ci prendeanche in giro, classificando le nuovegenerazioni come videodipendenti, obesee menefreghiste. C’è un po’ di incoerenzain tutto questo.Dove sono finiti i poster nelle camere, ivestiti strappati, le chitarre malconce e lamusica distorta? Non lo sapremo mai.D’altro canto in questo mondo in cui icomici fanno politica e i politici fannoridere, sono contento che ci sia ancoraqualcuno che sogna di fare la rock starpiù di ogni altra cosa. Anche se pochi,non importa. Ritengo il rock&roll stylemolto educativo. Di sicuro non insegnagli inni alla guerra.Quindi, voi, genitori di domani, indicateai vostri figli la via del rock&roll style. Viritroverete con delle pecore nere tra lemani e avrete qualche problema colvolume dello stereo, garantito. Ma èsempre meglio che una sola svastica sulmuro della scuola, come succedeadesso…

La gioventù e il rock & rollPecora nera style

di Thomas Cariello

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A Eloise.Domenica 5 agosto 2007 – ore 11.00 -

Da quando percorrevo questi vicoli nellemie quotidiane scorribande giovanilisaranno trascorsi, a conti fatti, unaquarantina d’anni ! Ecco gli ingredientidi questo “pasticcio” domenicale: unamoglie al lavoro, una sorella generosa chenon si nega mai quando le chiedi di badarea tua figlia, una tersa mattina d’estate e ,da ultimo, un pizzico di curiosita’. E lanostalgia ? Quanto basta !L’inizio è gia’ arduo. L’erta della Chiancavecchia, anche se breve, non perdona. Lamia discreta esperienza di podista misuggerisce tuttavia come affrontarla.D’altronde non ho fretta; il passo e losguardo possono indugiare. E anchel’orecchio.E’ mattino inoltrato e da una finestraaperta, dalla quale odo voci indistinte chenon parlano italiano, mi giunge un buonodore di ragù! Devo aver fatto colazionetroppo presto, penso, se mi lascio sedurreda questi richiami così poco poetici.Proseguo, e mi riporto su Via Quintino DiVona, subito al di sotto di Porta SanMauro, o Arco del Barone, come suolechiamarla ogni buccinese. Appena unmese fa scattai una foto che ritrae l’arcomentre custodisce per un attimo, a guisad’enorme nicchia, la nostra Protettrice.Prima e dopo di Lei un fiume di gente inprocessione. Oggi, nessuno! E l’arco,bocca attonita che pare esprimere unasbigotti ta solitudine, mi guardastupito.Mi fermo. Sotto la volta, un batterd’ali improvviso, come amplificato da unacassa armonica, mi fa trasalireriportandomi alla realtà. E’ solo unpiccione! Deciso a ripercorrere le viuzzedella mia infanzia, svolto a destra per viaBellelli. Sul lato destro alcuni portali inpietra fanno da cornice a portoni che dabimbo mi parevano enormi. Accanto adessi, feritoie verticali fatte per vedere enon esser visti si accompagnano adanguste finestre a bocca di lupo, atte acatturare, da minime aperture, la maggiorluce possibile. Grande contraddizionedella nobilta’ di allora, quella di mettersiin mostra in pubblico e di spiare ...inprivato! Che sia ancora cosi’?Alla mia sinistra un sedile in pietra e su diesso, nella classica posa, scorgo un gattonero che, immobile, mi osservalanguidamente con occhi annoiati .Sembra la Dea Bastet, cara agli antichiEgizi. Non sono superstizioso e proseguo,svoltando però a manca, per vie traverse.

Mi rendo conto di essere in un vicolo perme del tutto nuovo. Quasi mi compiaccio.Evidentemente il mio amato paese haancora qualcosa da mostrarmi. Non avevodubbi! Lo scenario cambiaimprovvisamente, assumendo un sensodi desolazione: alcune abitazionidiroccate , da ambo i lati, rendonoinsidioso il passaggio, tra l’altro semi-ostruito da cumuli di calcinacci misti aferraglia arrugginita. Addossati ai muri,rigogliosi cespi d’ortica sostituiscono cio’che un giorno forse erano ortensie. Inalto, sulle pareti corrose da larghe chiazzedi licheni simili a lebbra gialla e grigia, sialternano ciuffi di parietaria, sulle facciatedi quelle che una volta erano case! Antedi finestre sbilenche battono al vento ditramontana, che in quei vicoli s’insinua,si comprime, si espande, prende forza,mostra i muscoli! Una grondaia penzolasulla mia testa stridendo sinistramente,mentre cerco invano un segnale, undettaglio rassicurante di un recentepassaggio umano, o qualche forma di vitaanimale. Finalmente, ai miei piedi, scorgoun conetto di escrementi . Sorrido e alzolo sguardo. So gia’ cosa vedrò: un nido dirondini e, sul posatoio fornito da unvecchio filo della luce, tre rondinini conle piume arruffate dal vento. Beatarondinità ! Quando finalmente t ideciderai, dovrai attraversare mari edeserti, per fuggire un’ignoranza che ticonfonde ancora coi balestrucci o irondoni! Mamma rondine volteggia neidintorni e, di tanto in tanto, torna al nidorecando la preda nel becco. Nobileuccello! A differenza degli altri animali, chenutrono solo la prole più forte lasciandomorire d’inedia la più debole, mammarondine nutre a turno tutti i suoi piccoli,non dimentica nessuno.E’ uno spettacoloche intenerisce, osservare con qualegrazia porge l’insetto al rondinino! Parequasi una mamma che baci i l suopargoletto. Per un attimo mi fanno felice,

unici esseri animati , oltre ai ragni e aqualche lucertola! Almeno, finchè cisaranno loro , il rischio di crollo èscongiurato. Mi riporto sulla stradaprincipale, dove l’occhio può spaziare.Sotto di me, la pianura alluvionale chedelimita a Nord il territorio di Buccino.Gobbe di glabre colline fermano,all’orizzonte, un cielo blu-cobaltoattraversato da radi e veloci fiocchi dinuvole. La Tramontana, fenomenoinsolito in questo periodo dell’anno, mighermisce con tutta la sua violenza. Boraa Trieste, Aquilone nei Balcani, Favonionelle Alpi; qui, insinuandosi tra il Moio el’Ogna, acquistando slancio nella pianura,quando vuole sa essere frusta e clava! E’mezzogiorno. E’ agosto. Tuttavia unbrivido di freddo mi fa ritrarre come unalumaca nel suo guscio. Proseguo.All’altezza del complesso rupestre unafontanella attrae la mia attenzione; tentodi bere. Invano! E’ a secco.Ma non avevano detto, solo due mesi fa,che il problema idrico era risolto? Forsericordo male. Forse il mio cervello, almenoquello, fa acqua!!!

M’inerpico per le suggestive scalette,mentre le mura in pietra riverberano unaluce abbacinante; negli antri, ombreviolacee celano pareti rocciose ricopertedi muschi smeraldini. Sul soffitto, avvoltoa testa in giu’ nel suo patagiomembranoso, un pipistrello dormeindisturbato il suo sonno diurno. Tra nonmolto, questi luoghi silenziosi subirannoil calpestio di mille passi, vedranno luci,udiranno suoni e rumori, sentiranno odorie profumi, e il vociare dei visitatorinell’imminente Notte Bianca!

Fine Prima Puntata

Alla ri…scoperta dell’Antica VolceiGiro del Centro Storico di Buccino (in due puntate)

di Giovanni ( Nino) Salimbene

Porta San Mauro

Complesso Rupestre

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L’11 novembre al Teatro delle Emozioninel quartiere Appio Tuscolano si èconclusa la 7^ Festa dei Buccinesi nelMondo, organizzata dall’omonimaassociazione e con il contributo dellaRegione Lazio. Dopo il prologo del 30

giugno a Buccino con l’assegnazione delpremio Buccinese dell’anno, di cuiabbiamo ampiamente parlato nel numeroprecedente della Voce di Buccino, lachiusura della manifestazione è stataincentrata sul viaggio dell’asino inamerica. Mario Chiariello ha proiettatoun suo filmato sulla visita fatta ai nostriconterranei negli USA e in Canada.

All’interno avete avuto modo diapprendere di questo entusiasmanteviaggio così come hanno fatto gli amicidell’Associazione la sera dell’11novembre. Dopo il filmato che ha toccatomomenti di grande emozione si èpassati al momento del teatro-cabaretcon il gruppo la N’Drasatta diAgropoli ,composto da UmbertoAnaclerico, Pierpaolo Iorio e dalla voce e

La cerimonia di consegna del Premio si ètenuta nella Sala della Protomoteca inCampidoglio, mercoledì 28 novembre .

L’edizione 2007 del Premio giornalisticoUNAR (Unione delle Associazioniregionali di Roma e del Lazio) assegnatoquest’anno ai giornalisti professionistiTommaso Genisio e Francesco Giorginoonora indirettamente le regioni diprovenienza: il Piemonte e la Toscana e laPuglia.Il Presidente dell’UNAR on. GiovanniNonne, commentando il valore culturalee professionale dei premiati, ha detto che“le edizioni del nostro premioGiornalistico si pongono tra lemanifestazioni più significative delpanorama culturale romano, in quanto icandidati hanno veramente illustrato, alpiù alto livello possibile, il valore storico,ambientale e tradizionale delle regioni diprovenienza, in un impegno che, nato daquella cultura, ha saputo evolversi ecircolare nel migliore ambitointernazionale”.Il saluto dell’Amministrazione Comunaledi Roma è stato portato dall’AssessoreMorassut che nel ricordare ai presenti lesue origini friulane, ha sottolineato comeRoma nella sua millenaria storia è statasempre aperta ai cittadini provenientidalle varie regioni e alle loro culture.Dopo l’intervento del Presidente delFogolar Furlan – Dott. Adriano Degano,il segretario dell’UNAR, Mario Chianaleha invitato Vincenzo Mollica a presentarei due premiati.Il noto giornalista, partendo dai ricordidella sua amicizia con Federico Fellini, hamesso in risalto l’importanza che rivestela città di Roma nei confronti di tutticoloro che approdano sulle rive del Tevereper iniziare la loro avventuraprofessionale. Ha disegnato così unospaccato della Città Eterna inserendo consignificative parole le figure di TommasoGenisio e Francesco Giorgino.

14° Premio Giornalistico UNAR

Angelo Imbrenda con Francesco Giorgino

Conclusa a Roma la“2007 Festa dei Buccinesi nel Mondo”

chitarra di Andrea Anonimo. Il Trio hapiacevolmente sorpreso gli spettatorisciorinando una serie di gag e di canzoniabilmente interpretate, dimostrando unagrande capacità artistica. E’ stata la primavolta e considerato che tutte le strade

ri..portano a Roma non sarà difficile nonrivederli esibire di nuovo nella Capitale.Dopo lo spettacolo ci si è intrattenuti inconversazione attingendo ad un variegatobuffet. Non solo buccinesi ma ancheamici di altre realtà regionali hanno potutofamiliarizzare e immortalare il momentocon scatti fotografici a cui Mario Chiarielloha sottoposto gli astanti. Si è concluso così l’anno sociale dellanostra Associazione con la speranza dirivederci il prossimo anno di nuovo aRoma.

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Roma 11 novembre 2007 - Teatro delle Emozioni

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Aiuto, stiamo«suicidando» la linguaitaliana! Dalla pubblicaamministrazione allascuola, dalla sanità allagiustizia, dalla religionealla sicurezza, dal lavoroalla pubblicità, ci

affanniamo a persuadere le menti e aconquistare gli animi degli immigraticomunicando con decine di idiomi diversi,mobilitando un esercito di mediatorilinguistico-culturali, anziché chiedere edesigere che siano degli ospiti— cheaccogliamo dando loro l’opportunità dimigliorare la loro condizione di vita — aconoscere e a dialogare nella nostralingua nazionale.Oltretutto, se ci pensiamo bene, l’italianoè la certezza che ci è rimasta di un’identitàcollettiva vilipesa e tradita dal rischio diestinzione a causa delle conseguenzeletali del morbo del multiculturalismo sulpiano della perdita dei valori comuni econdivisi. In un mondo in cui siamosoltanto noi a parlarlo e che ci ha giàdeclassato a idioma di serie B, se siamonoi stessi a relativizzarne il valoreall’interno stesso dell’Italia mettendolosullo stesso piano di decine di linguestraniere, la sua morte certa sarà ancorapiù precoce dell’inevitabile tracollodemografico di una popolazioneautoctona a tasso di natalità zero. Nonèuna scoperta assoluta ma ‘apparire suitram milanesi della pubblicità della KinderFerrero in inglese, spagnolo e arabo cicostringe a una rinnovata riflessione.Come interpretare i l fatto che laparlamentare di An, Daniela Santanchè,decida di far pubblicare un manifesto apagamento con una scritta in arabo cherecita «Imparate l’italiano e sarete piùsicuri dei vostri diritti, dei vostri doveri edel posto che vi spetta nella nostraPatria»? Perché in uno Stato che si rispettiun privato cittadino si accolla l’onereanche finanziario di esortare lo stranieroa imparare la lingua nazionale? Nondovrebbe essere una prerogativa e undovere del governo e delle istituzioniaffermare la centralità dell’italiano?Evidentemente non è così visto che nonsolo non si ritiene che l’immigrato debbaconoscere la nostra lingua, ma ci si rifiutaper ragioni ideologiche di prendere inconsiderazione tale ipotesi.Tutt’al più si offre l’opportunitàall’immigrato di imparare l’italiano, come

è nei piani del ministro della Solidarietàsociale Paolo Ferrero, ma a condizione chesia lui a decidere se, quando e comeaccettare. E’ stato il ministro dell’InternoGiuliano Amato, lo scorso 11 ottobre, aformalizzare il rifiuto del governo achiedere all’immigrato di conoscerel’italiano. L’ha fatto con una battuta: «Sea mia zia fosse stato chiesto di recitarel’Oxford Dictionary quando sbarcò aStaten Island, probabilmente sarebbestata respinta dagli Usa e rispedita inSicilia a fare la fame perché, a quei tempi,lei e tanti altri emigranti parlavano a stentol’italiano». E questa è stata la suaconclusione: «Ciò che non hanno chiestoa mia zia non intendo chiederlo agliimmigrati che arrivano in Italia». Ildiscorso di fondo è una esplicita opzioneper una società multiculturalista in cuivengono relativizzate le identità, le culture,le religioni e le lingue.In quell’occasione Amato ha presentatoraggiante un opuscolo «In Italia in regola», tradotto in sette lingue straniere estampato in un milione di copie. Iniziativesimili sono state fatte da diversi ministeriche interagiscono con gli immigrati.Ebbene se lo Stato investe milioni di europer tradurre le regole comuni e riuscire acomunicarle a chi risiede nello stessospazio territoriale, significa che ha fallitoin partenza perché non ha compreso chesolo condividendo la lingua nazionale, inaggiunta ai valori e alla cultura, potràiniziare il percorso per una costruttivaintegrazione. L’investimento deve esserefatto non per rincorrere le lingue dei nostriospiti ,ma per vincolare l’ospite aconoscere la nostra lingua. Deve essereun obbligo, non un optional.Non c’è poi da sorprenderci se altradimento dell’italiano in patria siaccompagna l’abbandono totale dellasorte della lingua nazionale all’estero,concedendo spiccioli alla Società DanteAlighieri (solo 1,7 milioni di euro contro i300 milioni del Goethe Insti tut) eassottigliando sempre più i finanziamentiagli istituti di cultura italiani nel mondo(17,5 milioni di euro nel 2006). Ecco perchéè ridicolo che ci si scandalizzi se l’UnioneEuropea e le Nazioni Unite declassificanol’italiano. Ma se non ci crediamo noi stessial valore della nostra lingua e l’abbiamotrasformata nel simbolo di un suicidionazionale, perché dovrebbero riabilitarlae riesumarla gli stranieri?Da Il Corriere della Sera del 24ottobre 2007

No al suicidio dell’italianodi Magdi Allam

Ques t ’es ta te e ’ s ta ta davveroun’estate particolare, un’altra bellasorpresa che ci ha fatto il nostro carocugino Saba t ino r icevere la suatelefonata da Roma e annunciarci lasua vacanza qui’ da noi a New Yorksembrava un sogno che invece si èt ras formato in rea l ta ’ . E’s ta tomeravigl ioso. Trascorrere a lcunigiorni insieme, è stato indescrivibile,po te rc i abbracc ia re , s t r ingerc i .Abbiamo fatto battere i nostri cuoridi gioia e i nostri occhi che solo aguardarci si riempivano di lacrime.Quando noi abbiamo lasciato BuccinoSabatino era un ragazzino ed ognivolta che tornavamo a Buccino lotrovavamo sempre piu’ cresciuto enel suo viso sempre quel sorr isogentile ed affettuoso. Con il passaredegl i ann i Saba t ino d iventa unragazzo da ammirare da ogni puntodi vista. Anche se per alcuni anni nonci siamo incontrati nei nostri cuori ilnostro affetto resta incancellabile. Inquesti anni ha creato un futuro e unafamiglia, negli ultimi anni ci siamoincontrati piu’ spesso a Buccino edogni volta si ripeteva la stessa frase:qualche volta vi verro’ a trovare.Ins ieme con no i , mia sore l laConce t t ina e i ragazz i abbiamotrascorso momenti indimenticabili lacosa piu’ bella di questo incontro farconoscere i suoi ragazzi con i nostrispecialmente i ragazzi di Concettinache sono della stessa eta’. La nostragioia è di rivederci presto e che inos t r i ragazz i cont inueranno adapprofondire i loro affetti perche’ritrovarsi con la famiglia è una gioiaimmensa. Cari cugini vi vogliamo unbene immenso . Un abbracc ioaffettuoso da Rosetta, Concettina,Costantino Mauro e i nostri figli.

L’incontro dei cuginiPaterna a NEW YORK

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La Voce di Buccino - Inverno 2007 Pag. 23

NAPOLI – Le linee guida triennali 2008/2010 per gli interventi regionali in favoredei cittadini campani residenti all’esteroo di ritorno in regione, sono state varatedalla Giunta regionale, su propostadell’assessore all’immigrazione eemigrazione, Rosa D’Amelio.Gli interventi previsti sono: contributi disostegno alle associazioni e allefederazioni: contributi per att ivitàordinarie di emigrati residenti all’esteroiscritti al registro regionale (L.R. 2/96);contributi e finanziamenti di progettifinalizzati alla valorizzazione dellecompetenze e delle risorse comunitarie:contributi per progetti da realizzareall’estero; rafforzamento dei legami conle comunità residenti all’estero: incontricon le comunità all’estero, soggiornoterza età e per i giovani; attività diconcertazione con le province e i comunicampani: ottimizzazione degli interventisulle tematiche migratorie; interventi disostegno al rientro: interventi diincentivazione alle attività produttive edi assistenza al rientro; azioni di sistemaper il funzionamento della consultaregionale per l’emigrazione.“Ancora una volta con questa delibera –ha detto l’assessore D’Amelio - la Giuntaregionale mostra una grande sensibilitàverso i nostri corregionali all’estero. Sonoper noi una straordinaria risorsa perchécon il loro lavoro, la loro affermazione intanti campi, hanno portato in alto il nomedella Campania nel mondo”.Ogni anno, tenendo presente le lineeprogrammatiche triennali, verrannoapprovate le linee guida annuali cheprevedono interventi specifici. (Inform)

Regione Campania: approvate lelinee guida triennali 2008/2010

Gli interventi per i campaniall’estero e di ritorno nella

regioneParlano gli italici di Monongah. Lepersone d i or ig ine i ta l ianaresidenti nella cittadina teatro deldisastro minerario di cento anni fahanno sempre presente quel latragedia. La visita delle autorita’italiane e’ poco sentitaMonongah – Esattamente 100 anni fauna cittadina della Virginia vennesconvolta dalla piùgrave sc iaguraminerar ia maiaccaduta negl iStati Uniti, che poirisulta essere ancheil maggior incidenteminerario italiano.Nell’esplosione, chesi verificò alle 10,30del 6 dicembre 1907nel la miniera d icarbone de l lacittadina di Monongah, morirono425 persone, stando ai dati ufficiali,d i cui ben 171 furono Ital iani .Questa tragedia supera per numerodelle vittime quella più celebre diMarcinelle dove a morire furono 262persone di cui 136 italiani. Il bilanciodi Monongah non è per giunta certoin quanto accadeva spesso cheragazzi molto giovani, fra i 10 ed i14 anni, scendessero nelle galleriesenza essere registrati come operaidella miniera. Tra l’altro un’ipotesisulla causa della sciagura imputaproprio ad un’imprudenza commessada uno d i lo ro i l ver i f ica rs idell’incidente. In realtà, però, laverità non è mai stata appurata: lacommissione d’inchiesta della conteadi Marion che fu istituita per indagaresul la sc iagura rese pubbl iche leproprie conclusioni il 16 gennaio1908, ma in ques te s i l imi tò acostatare che l’esplosione avvennenella galleria 8, senza fornire ulterioridettagli. Altre ipotesi parlano di uncavo elettrico tranciato da un carrellofuor i cont ro l lo , ment re a l t r iattribuiscono la responsabilità allaFairmont Coal Company, la societàche gestiva la miniera, in quanto

avrebbe spento i ventilatori nel giornoprecedente alla sciagura essendochiusa la miniera e c iò avrebbeprovocato in alcuni punti l’accumulodi grisou. Tutt’ora, però, permanel’icertezza sulla vicenda.Per mantenere viva la memoria diquanto accaduto s i sono fa t t imonumenti e commemorazioni. Fra i

primi va ricordato sicuramente quellopiù spontaneo e più sentito realizzatoda Cater ina Davia , che ne l lasciagura perse il marito e rimase solacon quattro figli a carico. La vedovaha formato una collina di carboneandando ogni giorno alla miniera, chedis tava 3 ch i lomet r i da l la suaabitazione, per prendere un sacco diques to mater ia le che po i hameticolosamente ammucchiato nellasua abitazione. Recentemente è statarealizzata una statua dedicata aSanta Barbara , p ro te t t r i ce de iminatori che riporta l’elenco di tuttele v i t t ime accer ta te . Per l a suarealizzazione il Comune di Falerna,lo scorso anno , ha e roga to uncont r ibu to d i 150 .000 euro . LaRegione Molise ha invece donatouna campana che darà l’avvio allecelebrazioni di quest’oggi ed hainviato una delegazione compostadal le sue mass ime i s t i tuz ioni .Importante anche la partecipazione dimolti rappresentanti della comunitàmolisana, una delle Regioni, insiemeal la Calabr ia , p iù co lp i te da l lasciagura, provenienti da Montreal,Pittsburgh, Filadelfia e Chicago.

Il ricordo della sciagura Monongahsempre vivo fra i suoi cittadini

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